Zdeněk Zeman

Zdeněk Zeman
Zdenek Zeman Foggia.jpg
Zeman alla guida del Foggia nel 1992
Nazionalità Cecoslovacchia Cecoslovacchia
Rep. Ceca Rep. Ceca (dal 1993)
Italia Italia
Altezza 181 cm
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore
Squadra Foggia
Carriera
Carriera da allenatore
1974-1983PalermoGiovanili
1983-1986Licata
1986-1987Foggia
1987Parma
1988-1989Messina
1989-1994Foggia
1994-1997Lazio
1997-1999Roma
1999-2000Fenerbahçe
2000Napoli
2001-2002Salernitana
2003-2004Avellino
2004-2005Lecce
2006Brescia
2006Lecce
2008Stella Rossa
2010-2011Foggia
2011-2012Pescara
2012-2013Roma
2014-2015Cagliari
2015-2016Lugano
2017-2018Pescara
2021-Foggia
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 27 febbraio 2021

Zdeněk Zeman (IPA: [ˈzdɛɲɛk ˈzɛman]; Praga, 12 maggio 1947) è un allenatore di calcio ceco con cittadinanza italiana, tecnico del Foggia.

Biografia

Zdeněk Zeman nasce a Praga, in Cecoslovacchia, in un quartiere residenziale sulle rive della Moldava il 12 maggio 1947. Il padre Karel era un primario ospedaliero mentre la madre, Květuše Vycpálková, era una casalinga.[1] Sarà lo zio materno Čestmír Vycpálek, ex giocatore e poi allenatore, tra le altre cose due volte campione d'Italia alla guida della Juventus, a trasmettergli la passione per lo sport.

L'ex calciatore e poi allenatore cecoslovacco Čestmír Vycpálek, zio materno di Zeman

Tra il 1966 al 1968 parte, con la sorella Jarmila, per Palermo dallo zio Čestmír per andarlo a trovare e passare le vacanze estive insieme, ma proprio in questo periodo scoppia l'insurrezione politica che porterà ai moti della cosiddetta Primavera di Praga. Nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968 l'URSS invia reparti militari per ristabilire l'ordine. Tale instabilità politica lo porta a trasferirsi e rimanere definitivamente in Italia. Qui otterrà la cittadinanza italiana nel 1975, nonché la sua laurea, all'ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport, con il massimo dei voti. È stato professore di educazione fisica all'Istituto Gonzaga di Palermo.[2]

In Sicilia conosce Chiara Perricone, sua futura moglie, che gli darà due figli, Karel, anch'egli divenuto allenatore, attuale tecnico del Lavello in Serie D, e Andrea.[1] Conosce la donna, all'epoca una nuotatrice, nel periodo in cui è alla guida della società di nuoto Lauria.[2]

Zeman ha ispirato il cantautore Antonello Venditti, che nel 1999 ha scritto La coscienza di Zeman, contenuta nell'album Goodbye Novecento.

Nel 2002 si è aggiudicato il premio speciale "Tor Vergata - Etica nello sport" organizzato dall'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e assegnato ogni anno a personalità sportive che si sono contraddistinte per lealtà, correttezza, impegno sociale e lotta al doping.[3]

Nel 2009 esce il film-documentario Zemanlandia, con regia di Giuseppe Sansonna.

Viene chiamato giornalisticamente anche il boemo per via delle sue origini cecoslovacche, e Sdengo,[4] soprannome attribuitogli dal presidente del Foggia Pasquale Casillo negli anni di Zemanlandia.

Nel 2021 sarà opinionista dell’Europeo per La Gazzetta dello Sport.[5]

Caratteristiche tecniche

Lo schema tattico preferito da Zeman: il 4-3-3

«Il risultato è casuale, la prestazione no.[6]»

(Zdeněk Zeman)

Utilizza il modulo tattico 4-3-3,[7] offensivo e spettacolare[8] fin dal reparto difensivo che, schierato in linea, si muove a ridosso della linea mediana del campo.[9] I terzini effettuano sovrapposizioni a ripetizione,[9] mentre il centrocampista centrale è in grado di fare sia il regista sia di inserirsi in area di rigore,[7] e anche gli altri due centrocampisti partecipano alla fase offensiva.[7] Le due ali, invece, si muovono liberamente su tutto il fronte d'attacco senza dare punti di riferimento.[7] Questo schema tattico, basato sulla costruzione di triangoli in ogni zona del campo, è abbinato al ricorso a ripetute verticalizzazioni e alla palla giocata bassa.[9]

Carriera

Gli esordi

Quando era ancora in Cecoslovacchia ha praticato hockey su ghiaccio, pallanuoto e pallamano; anche in Italia giocava a quest'ultima disciplina, diventando allenatore e giocatore dell'Omeostasi Club.[2]

Le sue prime esperienze come allenatore in Italia avvengono in squadre siciliane dilettantistiche (Cinisi, Bacigalupo su segnalazione di Marcello Dell'Utri,[2] Carini, Misilmeri ed Esakalsa), per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979;[10] grazie anche all'intercessione dello zio, è chiamato ad allenare le giovanili del Palermo, dove resta fino al 1983 allenando Giovanissimi e Primavera.[10] Qui viene soprannominato il muto da parte di Franco Marchione, all'epoca accompagnatore delle giovanili della squadra rosanero.[2] Nel marzo del 1981 l'allenatore della prima squadra del Palermo Fernando Veneranda viene esonerato, ma Zeman non può prendere il suo posto in panchina poiché qualche giorno prima era stato squalificato per aver alzato la voce durante una partita della Primavera;[2] in panchina, in occasione della partita vinta per 3-1 sul Milan, ci va così Erminio Favalli, ma la gara era stata comunque preparata tatticamente proprio da Zeman.[2]

Zeman al Parma nel 1987, a colloquio con Susic e Apolloni

Dopo tre buone stagioni a Licata (tra cui la vittoria del campionato di Serie C2 del 1984-85, portando così la squadra siciliana per la prima volta nella sua storia in Serie C1), viene ingaggiato prima dal Foggia in Serie C1 venendo esonerato alla 27ª giornata (dopo la sconfitta 5-0 a Cosenza) e sostituito dal secondo Roberto Balestri, e poi dal Parma in Serie B, dove durante il precampionato riuscirà a sconfiggere per 2-1 il Real Madrid per essere poi esonerato qualche mese dopo.[11] Zeman torna quindi in Sicilia alla guida del Messina; chiuderà il campionato all'ottavo posto con il miglior attacco del campionato, lanciando Salvatore Schillaci che sarà capocannoniere a fine campionato.[10]

Zemanlandia: il "Foggia dei miracoli"

Dopo una stagione alla guida del Messina viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in Serie B, alla cui presidenza c'è Pasquale Casillo.[10] Nasce quindi, nel 1989, il "Foggia dei miracoli",[10][12] caratterizzato da un 4-3-3 spiccatamente offensivo e da un gioco spumeggiante.[13] La squadra, dopo aver vinto il campionato di Serie B 1990-1991 con il miglior attacco del campionato – grazie al contributo determinante del trio delle meraviglie composto da Francesco Baiano (capocannoniere del campionato), Giuseppe Signori e Roberto Rambaudi[8] (i primi due riusciranno anche a giocare qualche partita in nazionale maggiore nel periodo a Foggia) –, si salverà per tre stagioni nella massima serie, ottenendo un nono posto (con il secondo migliore attacco del campionato, dietro al Milan campione) e, nonostante la cessione del trio delle meraviglie, un undicesimo e nuovamente un nono posto sfiorando l'ingresso in Coppa UEFA,[10] venendo sconfitto (0-1) dal Napoli all'ultima giornata di campionato.

Baiano, Signori e Rambaudi, il trio delle meraviglie del Foggia di Zeman

In queste stagioni lancerà nel calcio ad alti livelli anche Luigi Di Biagio,[14] che ritroverà nel suo periodo alla Roma in cui, sotto la gestione del Boemo, riuscirà anche a conquistare la nazionale maggiore, Francesco Mancini e i due russi Igor' Kolyvanov e Igor' Šalimov.

Le esperienze romane

Per la stagione 1994-1995 viene ingaggiato dalla Lazio in cui ritrova come giocatore Giuseppe Signori e acquisterà Roberto Rambaudi che raggiungerà anche la nazionale maggiore in questo periodo. Con la compagine biancoceleste il tecnico boemo centra al suo primo anno il secondo posto, dopo aver battagliato per un certo periodo per lo scudetto, con il miglior attacco del campionato merito anche delle vittorie con largo margine con Fiorentina (8-2) e Foggia (7-1), oltre a quelle contro Napoli (5-1), Milan (4-0), Inter (4-1) e Juventus (3-0), che si alternano a sconfitte come lo 0-3 incassato nel derby d'andata contro la Roma. La compagine romana arriva fino ai quarti di finale di Coppa UEFA persi col Borussia Dortmund, mentre in Coppa Italia la squadra capitolina si fermerà in semifinale eliminata da una doppia sconfitta con la Juventus.

La seconda stagione sulla panchina della Lazio segue la falsariga della prima, con risultati come il 4-0 sulla Juventus campione d'Italia che permettono ai biancocelesti di giungere al terzo posto (con il miglior attacco del campionato e Giuseppe Signori capocannoniere). In Coppa Italia i biancocelesti sono eliminati dall'Inter ai quarti di finale, mentre in Coppa UEFA dove la Lazio non andrà oltre i sedicesimi eliminati dai francesi dell'Olympique Lione.

Zeman alla Lazio nel 1995, assieme a Gascoigne

Alla terza stagione, dopo la cessione di giocatori chiave come Bokšić, Di Matteo e Winter,[15] la Lazio non riesce ad esprimersi bene durante il girone d'andata e viene eliminata in Coppa Italia ai quarti contro il Napoli (poi finalista perdente della competizione) e in Coppa UEFA ai sedicesimi da parte del Tenerife. Dopo la sconfitta interna subita da parte del Bologna per 1-2, il 26 gennaio 1997, il tecnico boemo viene esonerato.[16] In quest'esperienza ha consacrato Alessandro Nesta e lanciato Marco Di Vaio[9] e Pavel Nedvěd.[17]

Nell'annata successiva (1997-1998) Franco Sensi gli offre la panchina della Roma e Zeman accetta di rilanciare una squadra che l'anno precedente aveva rischiato una seria débâcle sino alla quart'ultima giornata; dopo una rivoluzione sul mercato e prestazioni spettacolari, a fine stagione i giallorossi chiudono al quarto posto in classifica.

L'anno successivo la Roma continua a proporre un buon calcio ma peggiora il suo piazzamento finale chiudendo quinta, sicché il tecnico non viene confermato per la stagione seguente, reo di aver fallito la qualificazione ai preliminari di Champions League.

Zeman sulla panchina della Roma nel 1997

Nella parentesi giallorossa Marco Delvecchio e Francesco Totti (che diventa capitano in quel periodo)[18][19] sono autori di notevoli prestazioni.[9][20]

Dalla Turchia alla Campania

Dopo l'esperienza in Turchia con il Fenerbahçe di tre mesi, in cui da subentrato conquista tre vittorie, cinque pareggi e due sconfitte,[11] si dimette e ritorna in Italia per allenare il Napoli appena promosso in Serie A. Dopo due punti conquistati in 6 partite viene esonerato dal neo presidente Giorgio Corbelli[21]; a fine stagione il Napoli, guidato da Emiliano Mondonico, retrocederà in Serie B.

L'anno successivo Zeman torna in Serie B sempre in Campania, prima con la Salernitana (raggiungendo un sesto posto con Fabio Vignaroli vice-capocannoniere del campionato e venendo esonerato l'anno dopo[22][23] con una squadra formata da giocatori presi da categorie inferiori tra cui un giovane Gennaro Sardo)[24] successivamente nella stagione 2003-2004, con l'Avellino dove ritrova il presidente Pasquale Casillo e il direttore sportivo Peppino Pavone. Con gli irpini lancia l'attaccante bielorusso Vitali Kutuzaŭ, il difensore Matteo Contini[25] e fa esordire da titolare il giovane centrocampista italiano Antonio Nocerino, al primo anno da professionista: la squadra retrocede in Serie C1 e il boemo lascia la panchina campana.

La prima esperienza a Lecce

Zeman in conferenza stampa a Lecce nel 2006

Nella stagione 2004-2005 Zeman torna in Serie A sulla panchina del Lecce, ottenendo la salvezza e lanciando Mirko Vučinić, Valeri Božinov[9] (ceduto a metà campionato) e Marco Cassetti che riceverà anche la convocazione nella nazionale italiana[26] (primo giocatore nella storia del Lecce). Al termine della stagione il rapporto contrattuale non è rinnovato. Zeman conclude l'annata con il secondo migliore attacco del campionato, con un solo gol in meno della Juventus campione, anche se la difesa giallorossa risulta la più battuta del campionato italiano (per la prima volta nella storia del Campionato il club che aveva subito più gol non retrocesse).

Parentesi bresciana e ritorno in Salento

Il 5 marzo 2006 Zeman assume la guida tecnica del Brescia, squadra di Serie B, dichiarando di voler giocare le restanti undici partite per vincere e per portare la squadra a giocare i play-off per la promozione in Serie A.[27] Il boemo è chiamato a sostituire Rolando Maran, esonerato dal presidente Gino Corioni malgrado fosse reduce da una vittoria per 3-0 e nonostante la squadra si trovasse al quinto posto in classifica. Alla fine della stagione il Brescia guidato da Zeman resta in Serie B dopo aver mancato la qualificazione ai play-off.

Il 21 giugno 2006 il Lecce ufficializza l'ingaggio di Zeman, che ritorna così sulla panchina dei giallorossi dopo un anno. In Serie B, dopo aver chiuso l'anno solare nella seconda metà della classifica e dopo 10 sconfitte in 18 partite di campionato, la dirigenza salentina decide di esonerare il tecnico boemo alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 2006, mentre si trova in vacanza a Praga. Al suo posto è ingaggiato Giuseppe Papadopulo. In quell'anno comunque Zeman lancia un giovane Pablo Osvaldo[28] e Giuseppe Vives[29] da lui voluti nel calciomercato estivo.

Stella Rossa

Il 17 giugno 2008 diventa allenatore della Stella Rossa,[10] subentrando ad Aleksandar Janković. I risultati sono negativi:[30] la squadra non riesce ad accedere alla Coppa UEFA venendo eliminata dai ciprioti dell'APOEL. In campionato la Stella Rossa dopo tre giornate si trova ultima in classifica con un punto e zero gol segnati, posizione che, insieme a qualche polemica con la dirigenza, conduce alla rescissione consensuale di Zeman con il club.[31]

Il ritorno al Foggia

Il 20 luglio 2010 il vecchio presidente degli anni della ribalta Pasquale Casillo e altri imprenditori riacquistano ufficialmente il Foggia,[32] richiamando come allenatore Zeman[33] e riformando il trio del "Foggia dei miracoli" con Giuseppe Pavone come direttore sportivo.[34]

Dopo aver concluso la stagione al sesto posto con il miglior attacco (in larga parte conseguito con la coppia formata da Lorenzo Insigne e Marco Sau capocannoniere del campionato), e la difesa più battuta, sfiorando i play-off, il 23 maggio 2011 dichiara in conferenza stampa che la sua avventura in rossonero è terminata, poiché deluso dai risultati conseguiti.[35] In questa stagione ha lanciato Vasco Regini[36] e Moussa Koné; quest'ultimo verrà convocato anche per la Nazionale olimpica della Costa d'Avorio.[37]

Pescara

Il 21 giugno 2011 diventa l'allenatore del Pescara, in Serie B.[38][39] Il 20 maggio 2012 riporta la squadra abruzzese in Serie A dopo diciannove anni,[40] vincendo il campionato.[41] La squadra adriatica totalizza 83 punti in 42 partite, vincendone 26 (14 in casa e 12 in trasferta), pareggiandone 5 e perdendone 11. La sua squadra realizza 90 gol (miglior attacco del campionato) e ne subisce 55. In questa stagione ha lanciato Ciro Immobile (capocannoniere del campionato), Lorenzo Insigne (già allenato a Foggia) e Marco Verratti,[7][9] che assieme a Marco Capuano e Simone Romagnoli saranno convocati nella Nazionale Under-21, e Moussa Koné (questi ultimi due già allenati a Foggia) esordirà in Nazionale maggiore della Costa d'Avorio,[42] stabilendo così anche il record di convocazioni per il Pescara.[43]

Il 17 febbraio 2013 viene premiato con la Panchina d'argento, riferita all'annata precedente alla guida del Pescara.[44]

Il ritorno alla Roma

Il 2 giugno 2012 annuncia l'addio al Pescara e il conseguente passaggio sulla panchina della Roma[45] a partire dal 1º luglio 2012.[46] Con la società giallorossa, alla quale ritorna a distanza di tredici anni, firma un contratto biennale[47]: nella sua carriera mai aveva firmato contratti di questa durata, ma solo accordi annuali.[48] Il suo staff tecnico consta di Vincenzo Cangelosi come allenatore in seconda, Giacomo Modica come collaboratore tecnico e Roberto Ferola come preparatore atletico.[46]

Dopo aver debuttato in campionato in casa contro il Catania (2-2), il 2 settembre ottiene la vittoria a Milano contro l'Inter per 3-1 permettendo ai giallorossi di tornare a vincere in casa dei nerazzurri in campionato dopo cinque anni. Il 2 febbraio 2013, dopo la sconfitta interna contro il Cagliari (2-4) della 23ª giornata e con la Roma all'ottavo posto in graduatoria, viene esonerato dall'incarico.[49]

Nel corso della stagione ha lanciato i giovani Alessandro Florenzi[50][51] (che nel corso dell'annata esordirà con la Nazionale maggiore) e Marquinhos,[52][53] calciatori voluti dall'allenatore boemo.

Cagliari

Il 2 luglio 2014 diventa il nuovo allenatore del Cagliari,[54] primo tecnico della nuova proprietà targata Tommaso Giulini, con un contratto da 360.000 euro e un bonus salvezza da 200.000 euro.[55] Viene accolto con grande felicità e gioia da tutta la gente di Cagliari, come spesso accade quando viene resa nota la sua nomina come allenatore all'interno di qualsiasi squadra, curiosa di vedere all'opera la famosa "Zemanlandia".

All'esordio sulla panchina sarda pareggia per 1-1 sul campo del Sassuolo. Nonostante vittorie "alla Zeman" come l'1-4 contro l'Inter (prima vittoria del boemo sulla panchina dei rossoblu)[56] e lo 0-4 contro l'Empoli,[57] maturati entrambi fuori casa, non riesce ad ottenere alcun successo tra le mura amiche nelle prime 16 giornate (escludendo il 2-0 col Catania e il 4-4 col Modena in Coppa Italia)[58] e, complice anche un gioco che a poco a poco andava scemando anche a causa della poca incisività dei giocatori in campo (assente a detta loro a causa degli allenamenti troppo faticosi praticati dal boemo), il 23 dicembre viene sollevato dall'incarico, cinque giorni dopo la sconfitta subita in casa dalla Juventus per 1-3, lasciando la squadra terzultima in classifica con 12 punti raccolti in 16 partite di campionato.[59] Gli subentra l'ex bandiera del club sardo Gianfranco Zola.[60]

Il 9 marzo 2015, dopo dieci partite, torna sulla panchina della squadra sarda in sostituzione dello stesso Zola, con l'obiettivo - dichiarato già a giugno - di salvare la squadra, in quel momento messa peggio di come l'aveva lasciata 2 mesi e mezzo prima: penultima con 20 punti a pari merito con il Cesena, a -4 dal quartultimo posto che vorrebbe dire salvezza.[61] Comincia la sua seconda avventura alla guida dei rossoblù con un pareggio per 1-1 ottenuto in casa contro l'Empoli (sfiorando anche la vittoria, avendo i toscani pareggiato al 93'), facendo rivedere il suo gioco spiccatamente offensivo e spettacolare.[62] Il 21 aprile 2015, dopo 4 sconfitte consecutive, si dimette da allenatore degli isolani,[63] con i quali il boemo ha complessivamente raccolto 13 punti in 21 partite.[64]

Lugano

Il 14 giugno 2015 firma per il Lugano, neopromosso nella Super League (prima serie svizzera),[65][66] guidandolo al 9º posto finale e alla salvezza matematica in campionato, nonché alla finale di Coppa Svizzera, poi persa contro lo Zurigo.

Il 4 giugno 2016, a seguito di un colloquio con i vertici della società ticinese, decide di non rinnovare il contratto,[67] adducendo a motivazione una mancanza di chiarezza e professionalità all'interno del club e la volontà di non ripetere una stagione altrettanto complessa.[68]

Il ritorno al Pescara

Il 17 febbraio 2017 viene ufficializzato il ritorno come allenatore al Pescara dopo cinque anni al posto dell'esonerato Massimo Oddo.[69] Debutta il 19 febbraio con un netto 5-0 contro il Genoa, il che sancisce la prima vittoria sul campo dopo 24 giornate senza successi (la vittoria a tavolino per 3-0 contro il Sassuolo, 6 pareggi e 17 sconfitte).[70] Il 4 marzo, in occasione della sconfitta per 3-1 in casa della Sampdoria, raggiunge quota 1000 panchine in carriera tra i professionisti.[71] Il 24 aprile, a seguito della sconfitta in casa per 1-4 contro la Roma, la squadra retrocede aritmeticamente in Serie B con 5 turni di anticipo.[72] Confermato anche per la stagione successiva, viene sollevato dall'incarico il 4 marzo 2018, con la squadra al tredicesimo posto in classifica.[73]

Il quarto ritorno al Foggia

Il 26 giugno 2021, dopo più di tre anni di inattività, firma un contratto che lo riporta ad allenare in Serie C il Foggia per la stagione 2021-2022.[74]

Controversie

Accuse di abuso di farmaci nel calcio italiano (1998)

Nell'estate 1998, mentre era sulla panchina della Roma, Zeman rilasciò un'intervista a L'Espresso in cui lamentava l'abusivo ricorso a doping e farmaci nel mondo del calcio[75]: le sue critiche investirono il campionato italiano[76], con particolare riferimento alla Juventus (le cui componenti reagirono, da par loro, con una querela).[77] In seguito alle dichiarazioni, la magistratura aprì un'inchiesta nella zona torinese[78]; nel frattempo Paolo Negro (allora difensore della Lazio) rivoltò le accuse contro lo stesso boemo, colpevole — a detta del calciatore — di aver somministrato creatina ai biancocelesti nel periodo in cui sedeva sulla panchina di questi ultimi.[79] Sul fatto si pronunciò anche il CONI, dichiarando "illegale" la sostanza.[80] Mentre persino il Parma, la Roma e il Torino risultarono coinvolti nella vicenda[81][82], gli sviluppi dell'indagine portarono all'incriminazione di entrambe le società sabaude per competenza territoriale[83], con il Torino processato nel 2001: Davide Palazzetti, ex amministratore delegato dei granata, fu condannato all'arresto nonché ad una multa di 15 milioni per «detenzione abusiva di medicinali e frode in commercio».[84]

Per quanto riguarda il club bianconero, ad essere imputati furono il medico Riccardo Agricola e l'amministratore Antonio Giraudo.[85] Il processo a carico della Juventus si concluse nel marzo 2007 con il verdetto d'assoluzione confermato dalla Corte di cassazione per il reato di «frode sportiva» relativo all'EPO.[86] Furono invece annullate in parte qua[87] le sentenze di assoluzione in secondo grado circa la somministrazione di medicinali vietati diversi dall'EPO, ritenendo «carente» la decisione della Corte d'appello sul punto specifico,[88] e la somministrazione off-label di quelli leciti, ritenendo che potessero configurarsi violazioni della legge n. 401 del 13 dicembre 1989 (l'unica applicabile al periodo indagato),[89] pur non essendo all'epoca ancora in vigore la legge sul particolare (introdotta il 14 dicembre 2000).[87] Lo svolgersi di una nuova perizia, sancita dalla corte, non ebbe luogo per l'estinzione delle accuse in oggetto.[87] Nel 2005 sia Giraudo che Agricola furono assolti sul piano della giustizia sportiva, sentenza confermata sia dalla Commissione d'Appello Federale nel 2006, sia dal giudice di ultima istanza nel 2007.[90]

Polemiche con Moggi

Nell'autunno 2009, interrogato circa il possibile coinvolgimento del Lecce nei fatti di Calciopoli[91][92], il boemo accusò Luciano Moggi di averne minato la carriera[93]: Zeman contestò presunti accordi compiuti dall'ex dirigente, volti a provocarne l'esonero, con le società di Napoli e Salernitana dalle quali il tecnico era stato licenziato rispettivamente nel 2000 e 2002.[94] A detta del ceco, tale circostanza sarebbe stata ascrivibile alle accuse da lui stesso sollevate contro il club torinese nel 1998.[95]

Dopo che Moggi ebbe ricondotto i vari esoneri del tecnico alle capacità gestionali di quest'ultimo[96], Zeman sporse una querela ritenendo che l'affermazione costituisse atto diffamatorio nei propri confronti[97][98]: a seguito della richiesta di rinvio a giudizio per l'ex dirigente[99], questi venne prosciolto nel novembre 2012.[100][101]

Statistiche

Statistiche da allenatore

Statistiche aggiornate al 4 marzo 2018. In grassetto le competizioni vinte.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie Piazzamento
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
1983-1984 Italia Licata C2 34 11 12 11 CI-C 6 1 3 2 - - - - - - - - - - 40 12 15 13 30,00 11º
1984-1985 C2 34 15 14 5 CI-C 12 8 2 2 - - - - - - - - - - 46 23 16 7 50,00 (prom.)
1985-1986 C1 34 11 9 14 CI-C 8 5 1 2 - - - - - - - - - - 42 16 10 16 38,10 11º
Totale Licata 102 37 35 30 26 14 6 6 - - - - - - - - 128 51 41 36 39,84
1986-apr. 1987 Italia Foggia C1 27 11 9 7 CI-C 6 1 2 3 - - - - - - - - - - 33 12 11 10 36,36 Eson.
ago.-ott. 1987 Italia Parma B 7 1 2 4 CI 5 3 2 0 - - - - - - - - - - 12 4 4 4 33,33 Eson.
1988-1989 Italia Messina B 38 13 12 13 CI 5 1 1 3 - - - - - - - - - - 43 14 13 16 32,56
1989-1990 Italia Foggia B 38 15 9 14 CI 1 0 0 1 - - - - - - - - - - 39 15 9 15 38,46
1990-1991 B 38 21 9 8 CI 4 1 0 3 - - - - - - - - - - 42 22 9 11 52,38 (prom.)
1991-1992 A 34 12 11 11 CI 2 0 1 1 - - - - - CM 1 0 1 0 37 12 13 12 32,43
1992-1993 A 34 10 12 12 CI 4 1 2 1 - - - - - - - - - - 38 11 14 13 28,95 12º
1993-1994 A 34 10 13 11 CI 6 2 1 3 - - - - - - - - - - 40 12 14 14 30,00
1994-1995 Italia Lazio A 34 19 6 9 CI 8 6 0 2 CU 8 5 2 1 - - - - - 50 30 8 12 60,00
1995-1996 A 34 17 8 9 CI 4 1 2 1 CU 4 2 0 2 - - - - - 42 20 10 12 47,62
1996-gen. 1997 A 18 6 5 7 CI 4 2 1 1 CU 4 2 1 1 - - - - - 26 10 7 9 38,46 Eson.
Totale Lazio 86 42 19 25 16 9 3 4 16 9 3 4 - - - - 118 60 25 33 50,85
1997-1998 Italia Roma A 34 16 11 7 CI 6 3 1 2 - - - - - - - - - - 40 19 12 9 47,50
1998-1999 A 34 15 9 10 CI 4 1 3 0 CU 8 4 2 2 - - - - - 46 20 14 12 43,48
ott. 1999-gen. 2000 Turchia Fenerbahçe T1L 10 3 5 2 TK 1 0 0 1 CU - - - - - - - - - 11 3 5 3 27,27 Sub., dimis.
ago.-nov. 2000 Italia Napoli A 6 0 2 4 CI 2 0 1 1 - - - - - - - - - - 8 0 3 5 &&0,00 Eson.
2001-2002 Italia Salernitana B 38 14 11 13 CI 3 1 0 2 - - - - - - - - - - 41 15 11 15 36,59
ago.-dic. 2002 B 16 3 3 10 CI 3 0 2 1 - - - - - - - - - - 19 3 5 11 15,79 Eson.
Totale Salernitana 54 17 14 23 6 1 2 3 - - - - - - - - 60 18 16 26 30,00
2003-2004 Italia Avellino B 46 8 13 25 CI 3 0 0 3 - - - - - - - - - - 49 8 13 28 16,33 23º (retr.)
2004-2005 Italia Lecce A 38 10 14 14 CI 4 2 0 2 - - - - - - - - - - 42 12 14 16 28,57 11º
mar.-giu. 2006 Italia Brescia B 11 2 2 7 CI - - - - - - - - - - - - - - 11 2 2 7 18,18 Sub. 10º
ago.-dic. 2006 Italia Lecce B 18 6 2 10 CI 1 0 0 1 - - - - - - - - - - 19 6 2 11 31,58 Eson.
Totale Lecce 56 16 16 24 5 2 0 3 - - - - - - - - 61 18 16 27 29,51
ago.-set. 2008 Serbia Stella Rossa SS 3 0 1 2 KS - - - - CU 2 0 2 0 - - - - - 5 0 3 2 &&0,00 Ris. cons.
2010-2011 Italia Foggia 1D 34 14 5 15 CI-LP 8 6 1 1 - - - - - - - - - - 42 20 6 16 47,62
Totale Foggia 239 93 68 78 31 11 7 13 - - - - 1 0 1 0 271 104 76 91 38,38
2011-2012 Italia Pescara B 42 26 5 11 CI 1 0 1 0 - - - - - - - - - - 43 26 6 11 60,47 (prom.)
2012-feb. 2013 Italia Roma A 23 10 4 9 CI 3 3 0 0 - - - - - - - - - - 26 13 4 9 50,00 Eson.
Totale Roma 91 41 24 26 13 7 4 2 8 4 2 2 - - - - 112 52 30 30 46,43
2014-apr. 2015 Italia Cagliari A 21 2 7 12 CI 2 1 1 0 - - - - - - - - - - 23 3 8 12 13,04 Eson., sub., dimis.
2015-2016 Svizzera Lugano SL 36 9 8 19 CS 6 5 0 1 - - - - - - - - - - 42 14 8 20 33,33
feb.-giu. 2017 Italia Pescara A 14 2 3 9 CI - - - - - - - - - - - - - - 14 2 3 9 14,29 Sub. 20º (retr.)
2017-mar. 2018 B 28 9 9 10 CI 3 2 0 1 - - - - - - - - - - 31 11 9 11 35,48 Eson.
Totale Pescara 84 37 17 30 4 2 1 1 - - - - - - - - 88 39 18 31 44,32
Totale carriera 890 321 245 324 125 56 28 41 26 13 7 6 1 0 1 0 1 042 390 281 371 37,43

Palmarès

Allenatore

Club

Licata: 1984-1985 (girone D)
Foggia: 1990-1991
Pescara: 2011-2012

Individuale

1996
2011-2012
  • Timone d'Oro: 1
2013
2016

Note

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Bibliografia

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  • Giancarlo De Andreis, 4-3-3, YouCanPrint, 2013.

Filmografia

  • Giuseppe Sansonna, Zemanlandia, 2009.
  • Giuseppe Sansonna, Due o tre cose che so di lui, 2011.

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