PLI (XI) FI (XII, XIV, XVIII fino al 4/10/2018) Misto (XIII, XIV, XVIII dal 4/10/2018 - componente: Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro dal 6/12/2019 al 16/02/2021 Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC dal 16/02/2021
Celibe, ha riconosciuto due figli, dichiarando in merito:[5]
«Sono contrario alla paternità. Quella del padre non è una categoria a cui ritengo di dover appartenere. Ciò detto sono anche contrario all'aborto. Ci sono donne che hanno voluto figli da me, non io da loro perché non può esserci l'obbligo di diventare padre»
Nel 1996 passa in giudicato la sentenza che lo condanna per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato. La condanna è a 6 mesi e 10 giorni di reclusione e 700 mila lire di multa. La condanna è relativa al periodo in cui lavorava presso la Soprintendenza di Venezia.[6]
Nel giugno 2011 la Corte di Appello di Ancona gli attribuisce la paternità di un terzo figlio, un'adolescente di tredici anni, avuta da una cantante lirica di origini albanesi. Pur riconoscendo la possibilità di esserne il padre, Sgarbi ha annunciato il ricorso sulla decisione del giudice, dichiarando inoltre di avere almeno una quarantina di figli non riconosciuti.[7]
Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 2015 accusa un malore mentre è in viaggio in auto con il suo autista da Brescia a Roma. Viene immediatamente ricoverato presso il Policlinico di Modena, dove viene sottoposto d'urgenza a un intervento chirurgico di angioplastica, perfettamente riuscito, a causa di un'ischemia cardiaca.[12] Dopo quattro giorni di ricovero e ulteriori accertamenti viene dimesso la mattina del 21 dicembre.[13]
Carriera di critico d'arte
L'inizio
Parallelamente alla sua attività politica, continua a occuparsi di arte,[14] commentando in videocassetta alcune delle opere dei più importanti pittori e scrivendo numerosi saggi e libri specializzati. I titoli più rilevanti da lui pubblicati sono Carpaccio (1979), I capolavori della pittura antica (1984), La stanza dipinta (1989), Davanti all'immagine (1990, vincitore del Premio Bancarella), Onorevoli fantasmi (1994), Lezioni private (1995), Lezioni private 2 (1996), Davanti all'immagine (2005), Ragione e passione. Contro l'indifferenza (2006), Clausura a Milano, Da Suor Letizia a Salemi (2008, scritto con Marta Bravi).
Gli anni duemila
Nel 2008 una sua introduzione a un volume sul Botticelli venne riconosciuta come un plagio, in quanto copiata testualmente da frasi che la storica dell'arteMina Bacci aveva scritto sul pittore quattrocentesco in un fascicolo dei "Maestri del colore".[15][16]
È editorialista del quotidiano il Giornale e cura una rubrica sul settimanale Panorama.
Nel 2011, venne incaricato dal Ministero per i beni e le attività culturali, quale curatore del Padiglione Italia e dei padiglioni regionali per la 54ª Esposizione internazionale d'arte di Venezia organizzata dalla Biennale di Venezia, tra il 4 giugno e il 27 novembre 2011, per la prima volta dislocata sulla terraferma e dipinge un quadro completandolo insieme con il pittore Salvatore Garau. Viene anche nominato presidente della "Fondazione Gino De Dominicis"[20]. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a polemiche e dispute legali. L'Associazione Gino De Dominicis, l'Archivio Gino De Dominicis e la Fondazione Gino De Dominicis si contendono l'autorità culturale e legale nell'ordinamento del lavoro dell'artista morto nel 1998.[21]
Nel 2012 ha collaborato alla 1ª Biennale Internazionale d'Arte di Palermo con l'editore Sandro Serradifalco.[22] L'evento ha portato alla pubblicazione del volume "Porto Franco. Gli artisti sdoganati da Sgarbi",[23][24] opera che annovera al suo interno la presenza di 101 artisti, precedentemente selezionati nel corso della Biennale. Sempre insieme con l'editore Serradifalco, nel 2014 ha partecipato alla 1ª Biennale della Creatività al Palaexpo di Verona.[25]
Al fine di ottenere le statue, Sgarbi e Maroni si sono rivolti al ministro per i Beni CulturaliDario Franceschini, chiedendone l'intervento. La commissione ministeriale, presieduta dall'archeologo Giuliano Volpe dell'Università degli studi di Foggia, ha sconfessato le tesi di Sgarbi, ribadendo l'intrasportabilità delle opere, e tale parere venne accolto dal ministro Franceschini, mettendo fine alla polemica.
Carriera televisiva
Vittorio Sgarbi
La polemica al
Sgarbi si affermò come grintoso personaggio televisivo[31] soprattutto come ospite della trasmissione televisiva Maurizio Costanzo Show, durante la quale alternava popolari lezioni d'arte a vivaci dispute verbali nei confronti degli altri ospiti. È infatti nello storico programma di Costanzo che Sgarbi pronuncia la sua prima parolaccia in televisione: durante la puntata del 23 marzo 1989 un'insegnante lesse una poesia di cui era l'autrice; durante la lettura si accese un diverbio con Sgarbi che giudicava la poesia orribile.[32]
La lite culminò quando l'insegnante per tre volte disse al critico: «Lei è un asino poetico», affermazione cui Sgarbi replicò: «E lei è una stronza!».[32]Costanzo si arrabbiò molto e disse a Sgarbi di chiedere scusa alla donna, cosa che il critico rifiutò seccamente. La vicenda ebbe un enorme risalto nei media. L'insegnante querelò Sgarbi, che fu condannato a pagare una multa di 60 milioni di lire.[33] Sgarbi dopo la condanna a sua volta querelò la donna per gli insulti ricevuti in quella trasmissione, il giudice accolse la sua richiesta e condannò l'insegnante a pagare un risarcimento di 15 milioni.[33][34]
L'uso strumentale della polemica per costruire un personaggio televisivo ha avuto eco anche nella serie a fumetti Alan Ford, nella quale il personaggio Insulto Ingiuria è palesemente ispirato a Vittorio Sgarbi.[35]
La polemica con Federico Zeri
Nel 1989 assurse all'onore dei rotocalchi quando augurò la morte al suo maestro Federico Zeri[36] nel corso d'una puntata del programma di Costanzo.[37] Secondo Sgarbi, Zeri ne aveva infatti preteso il licenziamento perché convinto della sua colpevolezza riguardo alle accuse della contessa trevigiana Pia Bressanin della Rovere. La Bressanin affermò che Sgarbi l'aveva indotta a consegnargli un quadro di Giovanni Agostino da Lodi, La cena di Emmaus, che il critico d'arte aveva riconosciuto nel Museo civico Luigi Bailo di Treviso, a cui la contessa l'aveva affidato anni prima.
Secondo la donna, Sgarbi[38] le aveva rivelato che la tela era in pessimo stato e necessitava di un restauro. Essendo però il costo dell'operazione assai alto, Sgarbi avrebbe convinto la nobildonna a vendergli l'opera. La contessa affermò di avere ricevuto da Sgarbi solo 8 milioni invece dei 25 pattuiti. L'accusa sosteneva inoltre che Sgarbi avesse taciuto l'intera operazione alle autorità competenti; il critico, da parte sua, negò decisamente che vi fosse stata una sua qualsiasi omissione. Il giorno della morte di Zeri, avvenuta il 5 ottobre 1998, Sgarbi sostenne: «Ora che è morto, vorrei vederlo vivo».[39]
Gli anni '90
Nel 1990 Vittorio Sgarbi si aggiudica la 37ª edizione del premio Bancarella con il libro "Davanti all'Immagine" edito da Rizzoli.
La sua apparizione televisiva nei primi anni Novanta fu in generale salutata come una novità, anche se ci fu chi, come il critico televisivo Beniamino Placido, riconoscendo il fascino che il personaggio esercitava su un vasto pubblico, ne scherniva l'autorevolezza come critico d'arte unita allo stile poco ortodosso di divulgatore, definendolo in un suo articolo «il Fatuo Magico».[40]
Dal 1992 al 1999 condusse il programma Sgarbi quotidiani su Canale 5. Famosa è la puntata in cui per protesta rimase in silenzio per l'intera durata della trasmissione, ben 15 minuti. La sua singolare protesta era verso Berlusconi e riguardava la tempesta scoppiata nelle reti Fininvest circa la possibilità di criticare il Cavaliere nella sua campagna elettorale del 1994. Berlusconi aveva infatti dichiarato: «Alla prima che mi fate vi licenzio e ve ne andate». Durante gli istanti finali di quella puntata mostrò ai telespettatori un foglio di carta con scritto: «Basta Sì».[41] La puntata fu seguita da tre milioni e mezzo di spettatori, totalizzando il 20% di share.[42]
Altro record di ascolti venne raggiunto, nel dicembre del 1997, da una puntata girata in esterna e intervistato dal giornalistaAntonio Panei, in occasione della restituzione ai monaci trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane, delle sculture raffiguranti 3 teste ritrovate da Sgarbi e trafugate dal luogo del martirio di San Paolo.[43]
Nel 1998 fece clamore la sua iniziativa di rompere l'embargo internazionale alla Libia di Gheddafi, violando il blocco aereo e atterrando a Tripoli con due piccoli Piper decollati da Lampedusa. All'impresa partecipano anche l'editore Nichi Grauso, l'esperto d'arte Peter Glidewell, il regista Filippo Martinez e un giornalista del Corriere della Sera, Francesco Battistini.[44]
Sgarbi presenta una mostra a Milano (2007)
Poco dopo Sgarbi ebbe l'occasione di doppiare un personaggio dei Simpson, il gestore del banco, "Il lancio degli anelli", nella puntata Bart Giostraio.[45]
Fin dagli esordi è rappresentato dal suo agente e produttore editoriale David Guido Pietroni.
Nel 2015 è ospite fisso nella trasmissione Virus - Il contagio delle idee, talk-show politico di Rai 2, con il suo spazio artistico-culturale all'inizio di ogni puntata, nella fascia oraria compresa tra le 21:15 e le 21:25.
Carriera teatrale
Dopo esser stato a cavallo del 1999 e 2000Direttore Artistico del festival estivo AstiTeatro,[50][51] nel 2002 esordisce come regista teatrale con l'Opera Rigoletto prodotta dalla Fondazione Arturo Toscanini e da David Guido Pietroni[52]. Nel 2009 ha cominciato una sua tournée teatrale dal titolo, "Sgarbi l'altro". Nel 2010 ha dato vita a uno spettacolo teatrale con il pianista Nazzareno Carusi intitolato, "Discorso a Due" e dedicato agli Anni di pellegrinaggio di Franz Liszt e alle opere di Michelangelo e Dante che ne hanno ispirato i maggiori capolavori. Culmine del "Discorso a due" è l'esecuzione del melologo ideato da Carusi giustapponendo alla sua esecuzione della lisztiana "Fantasia quasi Sonata - Dopo una lettura di Dante" la lettura da parte di Sgarbi dell'intero V canto dell'Inferno dantesco.[53] Per questo progetto, nel 2011 gli viene assegnato il Premio Lunezia in coppia con Nazzareno Carusi.[54]
Nel 2015 esordisce in qualità di autore e interprete con lo spettacolo teatrale Caravaggio: il calendario registra il tutto esaurito. Sgarbi conduce il pubblico attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi in uno spettacolo teatrale arricchito dalla musica di Valentino Corvino e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio.
Attività politica
Politico spesso incline a cambiare schieramento, alcuni lo hanno definito "il più grande trasformista d'Italia".[55] Politicamente si è più volte definito un liberale[56][57][58].
Partito Comunista Italiano[60], accettando la proposta di candidarsi al consiglio comunale di Pesaro, nel 1990, candidatura poi fallita per avere contemporaneamente accettato anche la proposta di candidato per il PSI, portando così al ritiro di entrambe le candidature;[61]
"Polo Laico", movimento effimero esistito nel 2000 per garantire una rappresentanza alle elezioni dell'anno successivo ai Liberali e ai Radicali Italiani;
Lista Consumatori[63], con la quale si è candidato, per le Politiche del 2006, senza essere eletto;
UDC-DC[64], alleanza con la quale è stato eletto sindaco di Salemi nel 2008;
Rete Liberal Sgarbi-Riformisti e Liberali nelle elezioni regionali 2010 del Lazio;[66]
"Partito della Rivoluzione-Laboratorio Sgarbi", movimento politico fondato dallo stesso Sgarbi ufficialmente il 14 luglio 2012 (anniversario della Presa della Bastiglia all'inizio della Rivoluzione francese), con il quale si è ricandidato sindaco di Salemi nel maggio 2014, senza però essere rieletto;
Sgarbi a Casalpusterlengo durante la lezione "I tesori di Lodi, Codogno e Casalpusterlengo"
I Verdi, in occasione delle elezioni comunali a Urbino del 2014, hanno sostenuto la sua iniziale candidatura a sindaco e poi la proposta al sindaco eletto di nominarlo assessore alla Cultura del Comune di Urbino, a seguito dell'alleanza tra i Verdi e la coalizione di Centrodestra, guidata da Maurizio Gambini;
Alleanza di Centro, il 12 dicembre 2019, nel gruppo misto della Camera, sei giorni dopo che Sgarbi abbia lasciato il gruppo di Forza Italia, si costituisce la componente Noi con l'Italia - USEI - Alleanza di Centro", poi divenuta, il successivo 18 dicembre, "Noi con l'Italia - USEI - Cambiamo! - Alleanza di Centro".[68]
Nel 2001 Sgarbi viene eletto deputato nella quota proporzionale in Forza Italia, dopo aver perso la lotta per un seggio uninominale in Veneto. Diventa quindi sottosegretario ai Beni culturali dal 2001 al giugno del 2002. L'incarico gli viene revocato dal Consiglio dei ministri a causa di numerose polemiche e tensioni con l'allora ministro Giuliano Urbani. Il casus belli è stata l'opposizione alla politica del governo sui beni artistici e culturali. Con il cosiddetto decreto taglia-deficit il governo prevedeva la possibilità di cedere dei beni dello Stato alla Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa, società che avrebbero avuto il compito di gestire il patrimonio artistico e la facoltà di venderne alcune parti a privati. Sgarbi contestando la mancanza di un esplicito riferimento dell'inalienabilità dei tesori artistici e culturali italiani chiese le dimissioni di Urbani.
La sua rinuncia all'incarico è avvenuta con una breve nota in cui Sgarbi afferma «non potendo condividere metodi e destino di questo ministero, metto a tua disposizione tutte le deleghe»,[76] mentre la conseguente risposta di Palazzo Chigi è stato un ugualmente stringato comunicato in cui si affermava «sono venute meno le condizioni per la permanenza dell'onorevole Sgarbi nella carica e nelle funzioni di sottosegretario».[77] La polemica tra Urbani e Sgarbi ha portato Urbani a esprimere giudizi piuttosto duri sul critico «Preferisco citare il Federico Zeri su Sgarbi: narcisista, presuntuoso, impreparato, superficiale. Non sono parole mie, insisto, ma di Zeri. Basta consultare i suoi archivi a Mentana».[78]
In precedenza, prima della rimozione da sottosegretario, numerose polemiche avevano costellato l'azione di Sgarbi fra cui l'accusa di chiedere di far aprire fuori orario, spesso di notte, i musei per consentire ai suoi amici di visitarli. All'accusa, formalizzata in interrogazione parlamentare,[79] Sgarbi ha ribadito "che nelle vesti di sottosegretario ai beni culturali ha visitato musei nelle ore notturne, e comunque al di fuori degli orari d'apertura al pubblico, giustificando tale fatto come opera di controllo verso i musei pubblici".
I Liberal Sgarbi
Il 21 marzo del 1999 fonda il movimento I Liberal - Sgarbi, con l'obiettivo di partecipare alle elezioni europee di quell'anno. Il simbolo tuttavia venne ricusato, in quanto il contrassegno elettorale conteneva anche il logo del PSDI e l'Ufficio elettorale della Cassazione negò che esso potesse essere validamente usato da Enrico Ferri, che non più legale rappresentante di quel partito[80].
Pochi mesi più tardi il movimento si federò con Forza Italia, ma partecipò comunque alle elezioni amministrative e regionali del 2000 con il simbolo dei Liberal Sgarbi - I Libertari, eleggendo anche un consigliere regionale in Calabria.
Candidato per la Lista Consumatori con il centrosinistra (2006)
Nel 2005 abbandona la Casa delle Libertà e passa all'Unione. Propone la propria candidatura in vista delle elezioni primarie della coalizione di centrosinistra, ma deve successivamente ritirarsi in base alla regola che vietava la partecipazione alle primarie a chi avesse avuto incarichi politici nelle ultime due legislature guidate da Berlusconi. Alle Elezioni politiche del 2006 decide di candidarsi con la Lista Consumatori che appoggia la coalizione di centrosinistra, senza essere tuttavia eletto.
Attività amministrativa dal 2006 al 2016
Assessore alla cultura del Comune di Milano (2006-08)
Nel 2006 si candida a sindaco di Milano, ma successivamente stipula un accordo con la candidata della Casa delle LibertàLetizia Moratti, che prevede il ritiro della propria candidatura. Dopo la vittoria dell'ex ministro dell'istruzione, Sgarbi ottiene l'incarico di assessore alla cultura. L'8 maggio 2008 la nomina ad assessore gli viene revocata dalla sindaca Moratti,[82] che prese tale decisione dopo che Sgarbi aveva falsificato una delibera della giunta comunale che concedeva il patrocinio del comune a una mostra sull'arte omosessuale, che la Moratti giudicava imbarazzante per la cittadinanza.
Sindaco UDC-DC di Salemi (2008-2012)
Il 30 giugno 2008,[83] sostenuto dall'UDC, dalla DC e da una lista civica di centro è stato eletto sindaco del comune di Salemi. Il 29 luglio 2008 il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso con cui l'animatore d'arte contestava il «licenziamento» dal Comune di Milano reintegrandolo, di fatto, nelle funzioni di assessore.[84] Il critico, tuttavia, con un comunicato, emanato il giorno successivo alla decisione dei giudici, si è spontaneamente dimesso dalla carica di assessore, risolvendo alla radice il problema della incompatibilità con il ruolo di primo cittadino del comune belicino.
Eletto sindaco, istituisce alcuni assessorati-provocazione, nominando il cantante Morgan assessore all'ebbrezza,[85] l'artista Graziano Cecchini, Oliviero Toscani e Peter Glidewell assessori al nulla[86] e un poliziotto assessore all'antimafia.[87] Tra le altre iniziative, nell'agosto 2008 Sgarbi ha proclamato Salemi "prima capitale dell'Italia tibetana", per esprimere solidarietà nei confronti dei monaci tibetani e per condannare le ripetute violazioni dei diritti umani che essi hanno subìto da parte della Cina.[88]
Su idea di Oliviero Toscani, assessore alla creatività del comune, Sgarbi ha avviato un progetto per salvaguardare il patrimonio artistico della città vendendo al prezzo simbolico di 1 euro le antiche case di Salemi[89] a chi voglia restaurarle e risiedervi. L'iniziativa mediatica avrebbe riscosso l'interesse di varie personalità come i coniugi Moratti, il cantante Lucio Dalla, il ministro Renato Brunetta, il giornalista Philippe Daverio. Il progetto, di là dalla sua valenza artistico-culturale, mira anche a favorire gli afflussi del turismo e a creare nuovi posti di lavoro e il coinvolgimento di numerose associazioni giovanili di Salemi.[90]. Il 28 dicembre 2008 Sgarbi, ad Agrigento in occasione della presentazione di un suo libro, fu accolto da un'accesa contestazione.
Il 2 febbraio 2010 a seguito di un'indagine della Guardia di Finanza sull'uso illecito delle auto blu, preannuncia le sue dimissioni da sindaco di Salemi,[91] ma non furono mai ufficialmente confermate. Tra le altre cose, fece istituire in Salemi, un museo della mafia, intitolato a Leonardo Sciascia, e inaugurato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dove offriva documentazioni e materiale d'archivio per non dimenticare la storia oscura della Sicilia.[92] Ha inoltre espresso un netto rifiuto sulla possibilità di installare impianti eolici e fotovoltaici a Salemi, sostenendo che simili impianti, oltre a provocare desertificazione e distruzione del paesaggio agricolo, sarebbero al centro di interessi mafiosi.[93] Inoltre è stato protagonista per aver indetto un originale bando per vicesindaco: dopo le difficoltà nel trovare una maggioranza in consiglio comunale, il 29 dicembre 2011 promulga un bando nel quale i candidati dovevano essere di sesso femminile e avere un'età compresa tra i 25 e i 45 anni.[94] Il bando ha avuto successo, ricevendo oltre 200 richieste.[95] Nel febbraio 2012 gli ispettori nominati dall'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni portano alla commissione tecnica del Viminale la proposta di scioglimento del comune di Salemi per "infiltrazioni mafiose". Sgarbi preannuncia le sue dimissioni da sindaco il 6 febbraio 2012[96] e si dimette effettivamente il 15;[97] il 23 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri scioglie l'amministrazione comunale di Salemi guidata da Vittorio Sgarbi[98] per infiltrazioni mafiose.
Dopo lo scioglimento per mafia del Comune di Salemi (TP), del quale Vittorio Sgarbi era sindaco, il critico d'arte ha contestato duramente la gestione del Commissario straordinario Leopoldo Falco, e ha continuato fino a quando Falco è stato nominato Prefetto di Trapani e finanche in occasione delle morte di quest'ultimo[99][100][101][102][103].
Nell'aprile 2012 si candida come sindaco di Cefalù, sostenuto da tre liste civiche.[104]
Sia in primo sia in secondo grado i giudici lo ritengono incandidabile in virtù dell'art. 143 del D. Lgs. n. 267/2000 che prevede l'incandidabilità al primo turno elettorale utile per gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose,[105][106] ma le elezioni si svolgono regolarmente il 6 e 7 maggio 2012 e Vittorio Sgarbi partecipa come candidato a sindaco perdendo la competizione elettorale, piazzandosi solo al terzo posto tra i vari candidati con il 16,8% dei voti, contro il 34,5% ottenuto dal sindaco eletto Rosario Lapunzina del Partito Democratico.[107]
Il 7 luglio 2012 viene nominato Assessore alla Rivoluzione del comune di Baldissero d'Alba[108]; fino al 13 maggio 2014[109].
Il Partito della Rivoluzione
Il 14 luglio 2012 Sgarbi fonda il "Partito della Rivoluzione-Laboratorio Sgarbi".[110] Sotto l'emblema di questo nuovo partito, si ricandida come sindaco di Salemi alle elezioni amministrative del 25 maggio 2014 e viene sconfitto dalla coalizione (PD - UDC - Art. 4) del giovane sindaco Domenico Venuti.
Il 14 giugno 2014 viene nominato Assessore alla Rivoluzione, alla Cultura, all'Agricoltura, alla tutela del Paesaggio e del Centro Storico[111][112]. Incarico dal quale minaccia di dimettersi il 21 dicembre 2015, in seguito a una polemica contro l'installazione e la mancata rimozione di un albero di Natale, da lui non autorizzato e definito "un'inutile bruttura immorale"[113]; ma non formalizza le dimissioni e rimane assessore[114]. Mantiene tale carica fino alla scadenza naturale del mandato, nel 2019[115]. In seguito alla rielezione del sindaco uscente, viene riconfermato in giunta, con la carica di Prosindaco con delega alla cultura e alle celebrazioni raffaellesche del 2020[116].
Candidatura a sindaco di Milano
Il 3 giugno 2015 annuncia la propria candidatura come sindaco di Milano[117] (elezioni del 2016) ma dopo aver annunciato ufficialmente la candidatura[118] e aver tentato inutilmente di proporsi come candidato del centro destra, il 10 febbraio 2016, rinuncia.[119].
Dal 28 giugno 2016 è assessore al comune di Cosenza con delega al centro storico.
La fondazione dell'associazione "Rinascimento"
Nel 2017 fonda il suo nuovo movimento Rinascimento, che pone al centro del proprio programma politico la bellezza, sulla quale ritiene essere necessario investire.[120]
Alle comunali di La Spezia con la Lista Civica - un Rinascimento per La Spezia sostiene Giulio Guerri, consigliere di opposizione al sindaco del PD e sostenuto anche dai fuoriusciti del Movimento 5 Stelle; al primo turno prende il 6,25% ma la lista di Sgarbi con 372 voti (0,97%) non ottiene alcun seggio.[121]
Per Rinascimento e Moderati in Rivoluzione (MIR) dell'imprenditore Gianpiero Samorì si candida come governatore alle Elezioni regionali in Sicilia del 2017. Del movimento è entrato a far parte anche l'ex ministro Giulio Tremonti insieme al quale Sgarbi ha scritto il libro "Rinascimento. Con la cultura (non) si mangia".[122] Il 29 settembre ritira la sua candidatura per appoggiare il candidato del centro-destra Nello Musumeci e in caso di vittoria Sgarbi farà l'assessore alla Cultura.[123]
Assessore in Sicilia e rielezione in Parlamento nel 2018
Il 29 novembre 2017 è nominato dal presidente della Regione Siciliana Musumeci assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana[124].
In vista delle elezioni politiche italiane del 2018 il 28 gennaio con Sentenza di cassazione sez. elettorale, N. 01/2018, Rinascimento fa togliere il nome Sgarbi dalla lista Rinascimento "Sgarbi" Mir in Friuli Venezia Giulia (la quale deposita le liste con i candidati e quindi concorre per le elezioni politiche) e si federa con Forza Italia, che indica Sgarbi come candidato della coalizione di centro-destra all'uninominale nel collegio uninominale di Acerra[125] perdendo nettamente la sfida contro il candidato Premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio (63,41% contro 20,37%); Sgarbi viene comunque eletto come capolista del proporzionale di Ferrara e Modena.[126]
Per incompatibilità tra i due incarichi, il 4 aprile 2018 si dimette da assessore ai Beni culturali della regione Sicilia. Il 6 giugno, diversamente dai colleghi di Forza Italia, come protesta vota la fiducia al nuovo governo Conte I (Movimento 5 Stelle-Lega) intervenendo così in aula:
«E, proprio perché dove c’è disordine e ignoranza io prospero, darò la fiducia a questo governo: una fiducia piena per vedere il vostro declino.[127]»
Elezione a sindaco di Sutri
Alle elezioni amministrative del 10 giugno seguente viene eletto sindaco di Sutri, in provincia di Viterbo, con il 58,79% delle preferenze, pari a 2 207 voti, con la lista civica Rinascimento Sgarbi. Il 4 ottobre dello stesso anno decide di abbandonare il gruppo di Forza Italia alla Camera perché Silvio Berlusconi aveva annullato la sua visita a Sutri e si iscrive al gruppo misto.[128]
Le regionali in Emilia-Romagna, le elezioni del 2020, la candidatura a Roma e quella in Calabria
Il 6 dicembre 2019 aderisce a una nuova componente del misto di nome "Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro". Il 27 dicembre seguente viene annunciato come candidato capolista di Forza Italia alle regionali in Emilia-Romagna del 26 gennaio 2020 per le province di Bologna, Parma e Ferrara.[129] Risulta l'unico eletto per il partito Forza Italia, ricevendo 1.605 preferenze nel collegio di Bologna, mentre in quello di Parma ne raccoglie 755 e in quello di Ferrara 741.[130] Tuttavia non siederà nel consiglio regionale, data l'incompatibilità tra la carica di deputato e quella di consigliere regionale.[131]
Alle elezioni regionali in Valle d'Aosta del 20/21 settembre 2020 il movimento di Sgarbi raccoglie 3.289 voti pari al 4,96% senza ottenere alcun seggio mentre alle amministrative ad Aosta la lista di Rinascimento con candidato sindaco Giovanni Girardini con il 24% (4 seggi) accede al ballottaggio venendo sconfitto due settimane più tardi, nonostante la convergenza del centro-destra, dato che il candidato del centro-sinistra ha la meglio con il 53%.[132][133] Invece a Trento, dove sostiene Carli insieme all’UDC e una civica, con il 2,84% ottiene un seggio.
Ad ottobre annuncia di volersi candidare a sindaco di Roma mentre il cantante Morgan accetta la sua proposta come candidato per Milano in vista delle comunali del 2021.[134][135] A fine dicembre annuncia di volersi candidare alla presidenza della Regione Calabria con Rinascimento.[136][137]
Il 18 febbraio 2021, diversamente dagli altri membri della componente di Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC, si astiene dal votare la fiducia al Governo Draghi. Il mese seguente dichiara di avere avuto, senza saperlo, il COVID-19 come asintomatico e di avere un tumore.[138]
Il 9 giugno seguente, dopo aver superato la malattia, ritira la candidatura a sindaco della Capitale - confermando però la presenza della lista di Rinascimento - e dà la propria disponibilità a fare l’assessore alla cultura in caso di vittoria del candidato del centro-destra.[139]
Controversie
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Sgarbi si è reso famoso anche per l'irascibilità che contraddistinse numerosi diverbi, talora sfociati in aggressive invettive, con altri personaggi televisivi e non. Vi furono liti contro:
Virginia Raggi - definita da Sgarbi in più occasioni "onesta ma incapace" per la presunta mala gestione del comune di Roma.
Massimo Cacciari - il 28 marzo 2013 durante una puntata di Servizio Pubblico su LA7 il filosofo veneziano trattò con sufficienza le opinioni del critico riguardo alla candidatura di Riccardo Muti come presidente della repubblica e in merito ad alcune considerazioni sulla tutela dei beni culturali. Cacciari rumoreggiando e sbuffando dal collegamento fece irritare Sgarbi il quale lo accusò di essere un ignorante che non conosce niente di Venezia e di aver fatto fare il ponte di Calatrava. L'altro rispose dandogli del buffone e del pagliaccio poi abbandonò la trasmissione. Successivamente alla trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, Sgarbi replicò ulteriormente sostenendo che il filosofo non si lava e che usa la filosofia per portarsi a letto le donne.
Gianni Barbacetto - nel settembre 2012 sul canale Vero Capri ha un litigio con il giornalista de Il Fatto QuotidianoGianni Barbacetto (che apostrofa "Capra, ignorante, bestia!") dopo le provocazioni di quest'ultimo sulla sua attività politica. Un'altra lite con Barbacetto c'era stata nel gennaio 2012 a TGcom24; in quell'occasione, a causa delle urla, si dovette mandare la pubblicità per due volte.
Roberto Benigni - con Benigni non c'è stato un litigio ma solo una polemica a distanza. Sgarbi infatti contestava che la satira di Benigni sulla cantante Iva Zanicchi, parlamentare del Popolo della Libertà, avvenuta durante il Festival di Sanremo 2009, avesse condizionato negativamente il giudizio della giuria sulla cantante, che è stata subito eliminata. La polemica ha riguardato anche il compenso per il comico toscano, giudicato troppo elevato da Sgarbi, che ha apostrofato Benigni "Pagato!" per 17 volte consecutive.
Gian Luca Brambilla - Durante una puntata di Piazzapulita del marzo 2014, Sgarbi reagisce molto violentemente nel momento in cui Brambilla afferma che l'ingresso nell'Euro sia stata una decisione degli italiani. Sgarbi, furioso, lo interrompe: «[la decisione] l'ha presa Ciampi, l'ha presa Prodi e vaffanculo! Ciampi e Prodi, vaffanculo! [...] [Gli italiani] hanno fatto un referendum forse? Ma che cazzo dici?». Ogni volta che Brambilla riprende il discorso e ripete la stessa frase, Sgarbi a sua volta lo interrompe sbottando. Accusato dal conduttore Corrado Formigli di volergli rovinare la trasmissione e di non rispettare il pensiero altrui, Sgarbi si alza per andarsi a sedere fra il pubblico. Brambilla riesce a proseguire col proprio discorso, ma un'inquadratura mostra Sgarbi mentre, ancora visibilmente stizzito, parla con una spettatrice inveendo contro l'imprenditore brianzolo.[140]
Mike Bongiorno - Durante una puntata di Telemike su Canale 5 ci fu una lunga discussione, che presto degenerò in una lite verbale tra i due intrattenitori. La discussione riguardava l'abusivismo, prendendo come pretesto l'eruzione dell'Etna che ai tempi travolse molte case definite dallo stesso Sgarbi come esempi di abusivismo edilizio. Bongiorno contestò duramente Sgarbi ed entrambi si riappacificarono solo molti anni dopo.
Umberto Bossi - Nel settembre del 1995 Bossi è protagonista di una violenta lite con Sgarbi, avvenuta nell'aula di Montecitorio. La lite si è scatenata perché Bossi offese Sgarbi, che rispose apostrofando con un'espressione volgare la presidente della Camera dei deputatiIrene Pivetti, all'epoca molto vicina a Bossi. Questa fu la miccia che diede inizio a tutto il resto. La rissa andò in onda sui TG nazionali e aprì un acceso dibattito mediatico.[72]
CAPRA CAPRA CAPRA - stencil a Torino (fotografato nel 2019)
Aldo Busi - Nell'ottobre 2002, durante una puntata del programma Chiambretti c'è su Rai 2, Busi critica la carriera politica di Sgarbi, allora deputato per Forza Italia, al che quest'ultimo, indispettito, urla per tre volte: "Fatti i cazzi tuoi!". Presto il diverbio degenera fra scherni e insulti reciproci, durante il quale Sgarbi apostroferà Busi come "mentecatto assoluto", "depensante assoluto", "nullità", "morto di sonno" e "pettegolo", al che Busi darà a Sgarbi del mitomane e del megalomane. Sgarbi, dopo essersi apparentemente calmato, gli grida a sua volta "Ma vuoi farti i cazzi tuoi? Vuoi farteli? Ignorante!" e poi "Capra!" per tredici volte di seguito. Busi replica urlando: «Tu sei un male italiano! Tu sei un cazzo mio!». La lite prosegue ancora con qualche insulto, fino al momento in cui parte la sigla di chiusura della trasmissione in cui Busi si mette a ballare.[142][143]
Alessandro Cecchi Paone, all'interno della trasmissione Markette - Tutto fa brodo in TV su LA7; la polemica con Cecchi Paone ha riguardato la Chiesa cattolica e l'omosessualità. Fino ad anni recenti, Sgarbi si è sempre dichiarato ateo e figura in una lista (costruita sulla base di dichiarazioni verificate) di non credenti del sito dell'UAAR;[144] nel 2000 ha partecipato al Gay pride di Roma;[145] in un'apparizione a Markette, programma condotto da Piero Chiambretti, ha attaccato Alessandro Cecchi Paone per le sue critiche alla Chiesa, arrivando ad apostrofarlo "ateo bastardo" e "ateo fasullo", pur ribadendo la sua distanza dal Cattolicesimo; più recentemente, in una puntata della trasmissione Confronti condotta da Gigi Moncalvo, Sgarbi ha invece dichiarato di "essere fiero di essere cattolico", alla presenza dello stesso Cecchi Paone: la posizione di Sgarbi pare così essere diventata simile a quella cristianista e filo-cattolica. Tuttavia, in molte altre trasmissioni, in particolare su Canale 5 ha più volte detto: "Sono laico, probabilmente non credente e non so se sono perfino ateo" (cfr. il paragrafo Sgarbi e la fede). Successivamente un nuovo acceso diverbio con Cecchi Paone è avvenuto durante la trasmissione Buona Domenica, in cui Sgarbi è stato contestato da Cecchi Paone perché il critico ha dichiarato che sull'omosessualità "il Papa ha ragione, la Chiesa ha ragione". Un'altra discussione tra Sgarbi e il popolare personaggio televisivo si è avuta nel corso del programma di Rai UnoSabato, Domenica &... in un dibattito riguardante il caso di Eluana Englaro. Il critico ha cercato di far zittire Cecchi Paone, che lo stava interrompendo, urlandogli «Taci!» per 22 volte consecutive.
Giuseppe Cruciani - In occasione della trasmissione Radio Belva andata in onda il 9 ottobre 2013 su Rete 4, Sgarbi si lancia contro tutti, in particolare contro il conduttore Cruciani e successivamente anche contro Alba Parietti. In seguito a questo episodio la trasmissione è stata sospesa.[146]
Leopoldo Falco - Dopo lo scioglimento per mafia del Comune di Salemi (TP), del quale Vittorio Sgarbi era sindaco, il critico d'arte contestò duramente ogni scelta amministrativa del Commissario straordinario Leopoldo Falco, e continuò fino a quando il Falco divenne Prefetto di Trapani e finanche in occasione delle morte di quest'ultimo[99][100][101][102][103].
Roberto D'Agostino - In due occasioni: la prima nel corso della puntata del 14 novembre 1989 del programma Uno su cento, condotto da Pippo Baudo,[147] la seconda durante la trasmissione del 15 aprile 1991[148] de L'istruttoria di Giuliano Ferrara: in questo caso, dopo essere stato provocato da Sgarbi che lo insultò e gli gettò addosso dell'acqua, D'Agostino gli diede uno schiaffo.
Barbara D'Urso - durante la puntata del 7 febbraio 2010 di Domenica Cinque su Canale 5 litiga con la conduttrice Barbara D'Urso, rea di aver fatto falsa retorica, facendo finta di piangere, riguardo al crollo di una casa a Favara in cui morirono due bambine. A causa di questa sfuriata Sgarbi è stato sospeso dal programma per due settimane. Nel 2020 litiga ancora con la conduttrice, insultandola pesantemente, a causa di un'incomprensione tra i due.
Antonio Di Pietro e l'Italia dei Valori: più volte Sgarbi si è rivolto con toni provocatori e polemici verso l'ex magistrato Di Pietro, dichiarando che si doveva mettere in galera chi gli aveva dato la laurea.
Corrado Formigli - Nella puntata del 1º febbraio 2018 di Piazzapulita, viene mandato un servizio sulla delinquenza minorile a Napoli. Il critico d'arte critica il reportage paragonandolo ai film di Roberto Saviano. Il conduttore replica accusando Sgarbi di dire cretinate, causando la reazione del critico che dà quattro volte di seguito del "fascista" a Formigli, al che quest'ultimo decide di interrompere il collegamento audio.
Massimo Giletti - Durante la trasmissione Domenica in su Rai 1, parlando degli scandali sessuali in politica, Sgarbi dichiara che per le ragazze coinvolte non ci deve essere un atteggiamento di pietà dato che hanno liberamente scelto di vendere il loro corpo, paragonandole a donne come Elisabetta Gregoraci, Edwige Fenech, Sophia Loren, che hanno sposato uomini di potere e ricchi, certamente non perché belli o innamorate; quando però il critico fa lo stesso paragone fra Maria De Filippi e Maurizio Costanzo Giletti si arrabbia, scatenando il carattere focoso di Sgarbi che grida "libertà" per 13 volte consecutive, "anche di darla" per 3 volte consecutive. Tuttavia la De Filippi telefona in trasmissione dicendo di non essere offesa dalle parole di Sgarbi.[149]
Peter Gomez, all'interno della trasmissione L'ultima parola su Rai 2 mentre parla riguardo agli scandali sessuali di Silvio Berlusconi viene interrotto dal giornalista Peter Gomez. Ciò scatena l'ira di Sgarbi che lo definisce un mafioso. Gomez replica dicendo che Sgarbi è un cortigiano di Berlusconi.[150]
Paolo Guzzanti - nella trasmissione di La7Tetris, il 9 maggio 2009, sollecitò l'on. Paolo Guzzanti a giustificare il motivo della sua rottura con Silvio Berlusconi. Sgarbi contestò quindi la risposta fornita dal suo interlocutore, provocandone una reazione veemente sfociata in uno scambio di invettive, urlandogli il termine "vergognati" per 15 volte consecutive.[senza fonte]
Giulia Innocenzi - Durante la trasmissione L'ultima parola critica la posizione della Innocenzi riguardo alla prima guerra civile in Libia urlandole «Studia, vai a scuola invece di dire stupidaggini!» e poi «Ignorante! capra! vai a scuola, vai a studiare!».
Matteo Oriani, futuro consigliere regionale, al tempo creatore di un Gruppo su Facebook - durante la trasmissione Sky TG24 pomeriggio del 30 ottobre 2008 condotta da Paola Saluzzi, si parlava della riforma Gelmini. Durissimo è stato l'attacco di Sgarbi a Oriani.
Marco Pannella - Durante la trasmissione Questa Domenica, Pannella critica l'inclinazione di Sgarbi a cambiare schieramento politico, cui Sgarbi reagisce con violenza accusando il leader radicale di aver ricevuto da Berlusconi 5 miliardi di lire in cambio del sostegno della loro Lista Pannella Sgarbi al Polo per le Libertà dopo le elezioni politiche del 1996. Sgarbi inoltre lamentava di non aver ricevuto nulla da Pannella, che fu l'unico a intascare i soldi.
Piero Ricca, il quale considerò illegale la presenza di Sgarbi in ambito politico a causa della sua condanna per truffa aggravata allo Stato quando era sovrintendente ai beni artistici della regione Veneto e lo criticò anche per aver definito il magistrato antimafia Gian Carlo Caselli "verme infetto". Tutto questo innescò varie forti discussioni tra i due, i quali vennero quasi alle mani se non fosse stato per l'intervento degli uomini in divisa presenti in piazza. Sempre al riguardo della questione "Gian Carlo Caselli" Sgarbi venne contestato da Piero Ricca perché nel 1995 su Canale 5 disse di avere ricevuto una lettera[154] dove si affermava che il giudice Caselli era il mandante morale dell'omicidio di Don Puglisi.
Marina Ripa di Meana - Nel giugno 2011, mentre stava presentando a Spoleto le due Mostre d'Arte del 54º Festival dei Due Mondi, Sgarbi fu aggredito da Marina Ripa di Meana che gli versò addosso un barattolo contenente la propria urina. Il gesto era dovuto al fatto che Sgarbi, come curatore della manifestazione, aveva ordinato di rimuovere una foto artistica dei coniugi Ripa di Meana assieme ad Alberto Moravia, dicendo: "Non frega più niente a nessuno, sono dei vecchi rincoglioniti".[155]
John Peter Sloan - nel novembre 2012 durante la puntata di Cristina Parodi Live su La7, Sgarbi si scalda per una domanda del comico inglese che accusava il critico d'arte di difendere a spada tratta Silvio Berlusconi. La replica di Sgarbi costringe la conduttrice a richiamare all'ordine le parti[157].
Pasquale Squitieri - in una puntata de Il processo di Biscardi è protagonista di un'accesa lite con il regista Pasquale Squitieri, reo secondo Sgarbi di fare della «retorica insopportabile». Celebre è la sua citazione[158]:
«Devo dire che mi sono vergognato per un attimo di essere stato uno dei suoi sostenitori durante la campagna elettorale che l'ha portata in Parlamento. Lui ha detto una cosa che non pensa, e l'ha detta soltanto per ottenere un applauso. Un calciatore produce un'emozione che è identica a quella di un artista, e nessuno si stupisce che Picasso sia miliardario. […] Tu sei esattamente come Sandro Curzi, fai della retorica insopportabile. I poliziotti possono essere pagati di più ma è inutile tirar fuori i poliziotti, altrimenti io tiro fuori che Picasso era uno stronzo, Raffaello era una merda e i poveri soldati sono degli eroi. Che c'entra? Tu hai preso un sacco di soldi con i film, non rompere i coglioni con 'sti discorsi inutili!»
Valerio Staffelli e Striscia la notizia - Sgarbi tirò il tapiro in testa a Staffelli che intendeva consegnarglielo; l'inviato di Striscia è dovuto correre al pronto soccorso. Un tentativo era già stato fatto alcuni giorni prima da Jimmy Ghione: Sgarbi reagì scaraventandolo per 4 volte e accusando la trasmissione di Antonio Ricci di essere un programma vigliacco che scherza e fa satira contro la gente in pena; il tutto andato in onda come servizi della trasmissione stessa.[159][160]
Il Trio Medusa - Durante la trasmissione televisiva Le Iene, i tre inviati cercavano di contattare l'allora Sottosegretario ai Beni Culturali per discutere il suo assenteismo in Parlamento o altri comportamenti ambigui. La vicenda ebbe anche risvolti giudiziari: il 19 marzo 2002 Sgarbi comunicò di aver querelato i conduttori del programma, per diffamazione, richiedendo oltre cinquantuno milioni di euro di danni. Da allora il trio ha spesso a che fare con lui nei servizi (un loro libro, Culattoni raccomandati, ha preso il titolo da una frase di Sgarbi).[161]
L'UAAR e i non credenti - nel novembre 2009, durante la trasmissione Domenica Cinque, nella quale ricopre il ruolo di arbitro, copre di insulti la tesoriera dell'UAAR, definendo più volte lei e i giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo "ignorante come una capra". Il 7 gennaio 2010 durante la trasmissione La vita in diretta su Rai 1, durante una discussione sulla presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche, rivolge pesanti attacchi all'associazione UAAR, accusandola di essere un'associazione di "zucche vuote" e mettendo in dubbio la legittimità dell'esistenza della suddetta associazione. Il 13 marzo 2010, durante un comizio elettorale tenuto a Lamezia Terme rivolge nuovi attacchi contro l'UAAR, definendo l'autore del ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo riguardo al Crocefisso nelle aule "quel fesso di mezzo ateo che si è preso 5.000 euro" (cfr. il paragrafo Sgarbi e la fede).
YouTube - nel gennaio 2010 diede mandato ai suoi legali di diffidare il sito di videosharing chiedendo di rimuovere immediatamente dal web "immagini fisse o in movimento di programmi video della Rai in cui compare Sgarbi". In caso contrario verrebbe fatto ricorso al Tribunale per "violazione dei diritti di utilizzazione e sfruttamento economico dell'immagine" del critico, con la richiesta di una somma "non inferiore a 10 mila euro per ogni minuto o frazione di minuto di diffusione diretta o indiretta." Intanto una nota dalla Rai precisò immediatamente che ogni ospite, anche i politici, prima di partecipare alle trasmissioni firma una liberatoria cedendo così alla Rai i diritti anche per il Web.[162]
Stefano Zurlo e Roberta Bruzzone - nel 2014 in una puntata di Linea gialla in occasione di un dibattito sulle case di proprietà di Angelina Armellini, Sgarbi litiga verbalmente con Zurlo, per poi litigare sul caso stalking con la Bruzzone; Sgarbi ha attaccato pesantemente la criminologa sul tema del femminicidio, chiamandola "capra" e " lumaca" e affermando che i reati di «stalking e femminicidio sono invenzioni».[163]
Gli elettori veneti - nel 1996, dopo la sconfitta alle elezioni nella circoscrizione del Veneto, Sgarbi reagì violentemente dichiarando[164]:
«[Gli elettori veneti] Sono dei deficienti. Egoisti. Stronzi. Destrorsi. Unti. Razzisti. Evasori. Hanno scelto la Lega? Complimenti. Risultato: si ritrovano a essere governati dai meridionali democristiani e dai comunisti. (...) Voglio fare un'Antilega al Sud, incitando i meridionali a non comprare più prodotti veneti. Questi qui ormai coltivano il razzismo puro. Questa gente non è stupida. È peggio: ignorante e plebea. Il concetto di fondo è: questi elettori sono tutti delle teste di cazzo.»
Mentre ricopriva la carica di Sottosegretario ai Beni Culturali, Sgarbi fu incaricato dall'allora Presidente del Senato, Marcello Pera, di analizzare Palazzo Madama, e, nell'espletare tale incarico[165] indicò due quadri presenti all'interno del palazzo come falsi[166] sebbene la falsità non sia stata mai, successivamente, acclarata e i quadri non siano stati rimossi.
In una replica a Legambiente, Sgarbi ha preso posizione contro gli impianti di energia eolica e solare, sostenendo che questi causano la spesa di "miliardi di euro" al centro di interessi mafiosi "che i contribuenti italiani ed europei danno a poche famiglie che distribuiscono mance alle comunità locali", e che simili impianti presentano un "carattere di incostituzionalità e di evidenti complicità con la distruzione di ciò che resta del paesaggio".[167] In proposito ha polemizzato con il governatore della Puglia Vendola, accusandolo di aver sfigurato il territorio pugliese con l'installazione di pale eoliche.[168]
Invitato per presentare il suo libro, "Viaggio sentimentale nell'Italia dei desideri", alla rassegna letteraria "Il Libro Possibile" tenutasi a Polignano a Mare (Bari) l'8 luglio 2011 ha nuovamente attaccato l'energia eolica e solare, sostenendo che ci sarebbero interessi mafiosi dietro le energie pulite, scatenando le ire del pubblico partecipante che l'ha più volte fischiato e contestato dopo che Sgarbi ha insultato uno spettatore definendolo "mafioso". Alcuni spettatori tentarono di scavalcare il palco per raggiungere Sgarbi, costretto poi a fuggire sotto scorta.[169]
Il sindaco e la giunta di Morazzone - Durante una puntata di Matrix del novembre 2009, si scaglia contro il sindaco leghista del comune di Morazzone per aver deciso di demolire una villa stile liberty del 1920 per costruire un complesso condominiale, paragonando tale decisione alle azioni criminali del sindaco mafioso di PalermoVito Ciancimino, che abbatté edifici storici per favorire la Speculazione edilizia.[170]
Il pubblico degli studi televisivi - Non mancano le liti contro il pubblico e gli ospiti presenti nello studio televisivo. Durante una trasmissione del novembre 2009 di Pomeriggio cinque zittisce una signora in collegamento con la conduttrice Barbara D'Urso dicendole: "lei è una grassa, vada a dimagrire!"; la donna risponde: "preferisco essere grassa ma intelligente!"; Sgarbi replica: "grassa sicuramente, intelligente forse!". Sempre a Pomeriggio Cinque ha una forte lite con una signora, cui urla «Guardona!» per 9 volte consecutive, "Lei fa ridere!" per 5 volte consecutive, "Educhi i suoi figli!", per 11 volte consecutive, "Pettegola!" per 5 volte consecutive, Vada a curarsi i capelli! per 2 volte.
I magistrati che hanno condannato Emilio Fede per favoreggiamento della prostituzione nel Caso Ruby - Sgarbi ha parlato di "un processo che non farebbero neanche a Teheran",[171] affermando che i giudici in questione "vanno arrestati" perché sono "dei criminali", membri di "un tribunale del popolo costituito da criminali"; ha definito la condanna in primo grado di Fede, poi confermata in appello, a suo dire condannato solo per la sua amicizia con Berlusconi, come una vicenda peggiore di quella di Enzo Tortora e concludendo: "speriamo che Dio esista per bruciare questi qui".[172]
Nel 2020, il noto critico d'arte Demetrio Paparoni, con uno sguardo complessivo sulla carriera di Sgarbi, criticò quello che inquadrava quale «metodo Sgarbi», definendolo una "strategia che consente a Sgarbi di accumulare incarichi come critico d'arte [per] forzare le porte delle istituzioni culturali con le leve della politica. Da assessore prende possesso delle sedi espositive di competenza regionale o comunale, com'è avvenuto con palazzo Reale quando è stato assessore alla cultura di Milano, per poi decidere quali mostre, finanziate da denaro pubblico, curare personalmente."[173]
Procedimenti giudiziari
Condanne
Sgarbi ha subito diverse condanne penali e civili, principalmente pene pecuniarie per i reati di diffamazione e ingiuria; ha subito anche una condanna a 6 mesi e 10 giorni di reclusione con la condizionale.
Condanna per assenteismo e produzione di documenti falsi
Nel 1996, con sentenza della Pretura di Venezia, è stato condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi[174] e assenteismo nel periodo 1989-1990, mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto, e al tempo della sua partecipazione al Maurizio Costanzo Show. Condannato a pagare un indennizzo di 700.000 lire, il critico d'arte si giustificò affermando che la sua assenza dall'ufficio dipendeva dall'impegno per la redazione d'un catalogo d'arte, e parlando di "arbitrio, discrezionalità e follia" a proposito della sentenza.[175][176][177][178][179] All'inizio del 2016 Vittorio Sgarbi è stato riammesso in servizio nei ruoli della Soprintendenza di Venezia grazie al pronunciamento della sezione lavoro del Tribunale di Venezia (Presidente dottor Luigi Perina)[180].
Condanna per diffamazione aggravata contro Caselli e il pool di Milano
Il 14 agosto 1998, dopo il suicidio del magistrato Luigi Lombardini, in un'intervista a Il Giornale ne attribuisce la responsabilità alle "inchieste politiche di Caselli [...] uomo di Violante", in quanto "il suicidio di Lombardini ha evidenziato la natura esclusivamente politica dell'azione di Caselli e i suoi" che "impudentemente frugano nella sua tomba [...] sul suo cadavere"; il 17 agosto 1998, ignorando i ringraziamenti dell'avvocato di Lombardini per la correttezza tenuta da Caselli nella conduzione dell'interrogatorio nonché il positivo pronunciamento del CSM in merito, ne chiede "l'immediato arresto" nonché la "sospensione dal servizio e dallo stipendio". Alla successiva querela, l'intervistatore Renato Farina e il direttore Mario Cervi scelgono il patteggiamento, mentre Sgarbi la via del processo; a una delle udienze, tenute a Desio, «non si presenta in Tribunale, dicendo di essere a Bologna per un altro processo; il giudice telefona a Bologna e scopre che lì Sgarbi ha fatto lo stesso sostenendo di essere a Desio».[181] Per queste affermazioni nel 1998 verrà condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli, oltre a 1.000 € di multa.
Vi è chi, di fronte a questo pronunciamento, ha sostenuto che la condanna sarebbe occorsa per aver Sgarbi definito le indagini "politiche",[182] esercitando il proprio diritto di critica[183] Questa ricostruzione è stata contestata da Marco Travaglio, per il quale "criticare significa affermare che un'inchiesta è infondata, una sentenza è sbagliata. Ma sostenere che un PM e l'intera sua Procura sono al servizio di un partito, agiscono per finalità politiche, usano la mafia contro lo stato, non è criticare: è attribuire una serie di reati gravissimi, i più gravi che possa commettere un magistrato".[184]
Condanne civili per ingiurie contro Marco Travaglio
Il 1º maggio 2008, durante la puntata televisiva di AnnoZero,[185] Vittorio Sgarbi si rivolse al giornalista Marco Travaglio con insulti molto pesanti: "Siamo un grande paese con un pezzo di merda come te". Il 10 dicembre 2009 il Tribunale Civile di Torino condanna Sgarbi a 30.000 € di risarcimento per ingiurie e al pagamento delle spese legali.[186] Il giudice ha anche stabilito la pubblicazione della sentenza su la Repubblica e La Stampa.[187]
Il 6 ottobre 2010 è stato nuovamente condannato al pagamento di 35.000 €, avendo rimarcato "Mi correggo. Travaglio non è un pezzo di merda. È una merda tutta intera", sulle colonne del quotidiano online "La voce d'Italia" e due giorni dopo dagli studi di Domenica Cinque, il programma televisivo condotto da Barbara D'Urso.[188][189]
Condanna per diffamazione contro Roberto Reggi
Nel luglio 2009 Sgarbi è stato condannato per diffamazione: la sentenza è stata emessa dal tribunale di Monza.
Il critico d'arte infatti insultò Roberto Reggi, il sindaco di Piacenza, dai microfoni di Rtl 102.5; il pubblico ministero aveva chiesto 4 mesi, ma la pena è stata poi inasprita a 6 mesi. Tuttavia grazie all'indulto la pena è stata sostituita da un risarcimento, da versare nelle casse del comune piacentino.[190]
Condanna per diffamazione contro Raffaele Tito
Nonostante la sopraggiunta prescrizione che ha "cancellato" il reato di diffamazione, il 26 maggio 2010 Sgarbi è stato condannato dalla Corte d'Appello di Venezia al pagamento di 110.000 € come risarcimento al procuratore aggiunto di Udine ed ex pm di Pordenone, Raffaele Tito per averlo pesantemente diffamato, nel 1997, nel corso di alcune puntate di Sgarbi quotidiani andate in onda su Canale 5. L'ammontare del risarcimento è stato ridotto di un quarto rispetto a quello stabilito in primo grado, in quanto per una delle trasmissioni incriminate Sgarbi è stato dichiarato non punibile. L'intero iter giudiziario è durato ben 13 anni in quanto i legali di Sgarbi, dopo la condanna di primo grado a un anno e un mese di reclusione intervenuta nel 2001, avevano fatto ricorso alla Corte costituzionale rilevando l'insindacabilità delle sue affermazioni in quanto all'epoca il critico era parlamentare, ma la Consulta rispedì gli atti al Tribunale rigettando l'istanza e dando il via libera al processo.[191]
Condanna per ingiuria contro Gianfranco Amendola
Con sentenza del 15 settembre 2003 del Tribunale Civile di Roma, Sgarbi è stato condannato al pagamento a favore del magistrato Gianfranco Amendola di 30.000 euro più spese legali per le frasi ingiuriose pronunciate nel corso di una serata del Maurizio Costanzo Show nel 1993, quali, come da sentenza, "incapace, ignorante, bugiardo, maiale". Dieci anni di causa di primo grado scandite da intervenute modifiche di legge e da una sentenza della Corte Costituzionale che annullò[192] la delibera di insindacabilità a favore di Sgarbi adottata dalla Camera dei Deputati. Sentenza confermata nel 2009 dalla Corte d'Appello di Roma con condanna a ulteriori spese legali, passata successivamente in giudicato. A oggi Sgarbi non risulta aver onorato la sentenza.
Condanna per diffamazione contro Ilda Boccassini (confermata in Cassazione)
Nel maggio 2011 la Corte di Cassazione con sentenza n. 10214, conferma la condanna al risarcimento per danni da diffamazione, a favore del pm milanese Ilda Boccassini, a carico di Sgarbi e del circuito televisivo di Mediaset. La Suprema Corte respinge il ricorso con il quale Sgarbi e Reti Televisive Italiane sostenevano la liceità di alcune espressioni usate nella trasmissione "Sgarbi quotidiani", andata in onda il 16 febbraio 1999, durante la quale la Boccassini veniva criticata in relazione all'inchiesta sul capo dei gip della Capitale, Renato Squillante. Sgarbi e RTI sono stati condannati a rifondere in solido il pm Boccassini con 25.822 euro.[193][194]
Condanna civile per diffamazione contro il pool di Mani pulite (confermata in Cassazione)
Nel 2011, a seguito di una vertenza che durava dal 1994, Sgarbi si accordò a versare 60.000 euro a tre ex pm del pool di Mani pulite di Milano, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e Francesco Greco, per poi rifarsi sui giornali che avevano pubblicato le dichiarazioni (Avvenire e il Giornale), peraltro pronunciate e ripetute nel programma tv "Sgarbi quotidiani"; la Cassazione ha invece addebitato nel 2015 al solo Sgarbi il risarcimento, obbligandolo a pagare tale somma ai tre diffamati. Sgarbi li aveva definiti "assassini", in riferimento al suicidio in carcere di Gabriele Cagliari e quelli di altri indagati a piede libero, come Raul Gardini e Sergio Moroni.[195] Sgarbi disse in particolare:[196][197][198]
«Di Pietro, Colombo, Davigo e gli altri sono degli assassini che hanno fatto morire della gente. Vanno processati e arrestati. È giusto che se ne vadano, nessuno li rimpiangerà. Vadano in chiesa a pregare per tutta quella gente che hanno fatto morire: Moroni, Gardini, Cicogna, Cagliari. Hanno tutte queste croci sulla coscienza. Ringrazio Iddio che, con questo decreto [Decreto Biondi], eviteranno essi stessi l'arresto per tutti gli assassinii che hanno commesso.»
Non sono invece rientrati nel procedimento gli altri giudici: Borrelli, Di Pietro e il defunto D'Ambrosio.
Condanna per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale
In seguito a un episodio in cui Vittorio Sgarbi avrebbe insultato quattro Carabinieri e intimato al suo autista a non fermarsi di fronte al loro stop, presso Expo 2015 a Milano, il soggetto è stato condannato nel luglio 2016 a versare 11.000 euro di risarcimento, 1.000 all'Arma dei Carabinieri e 10.000 ai quattro carabinieri.[199]
Condanna per diffamazione di Nino Di Matteo
Nel maggio 2018 il giudice monocratico di Monza Bianchetti ha condannato Vittorio Sgarbi a sei mesi di reclusione per avere diffamato, su Il Giornale, il magistrato palermitano Nino Di Matteo, dato che il 2 gennaio 2014 scrisse: «Riina non è, se non nelle intenzioni, nemico di Di Matteo. Nei fatti è suo complice». A tre mesi, per omesso controllo, è stato condannato il direttore del quotidiano Alessandro Sallusti. Entrambi hanno avuto la sospensione della pena.
Prescrizioni
Condanna per diffamazione contro Caselli e Orlando (prescritta in Cassazione)
Il 7 aprile 1995 ha letto a Sgarbi quotidiani una lettera sui "veri colpevoli" dell'assassinio di Don Pino Puglisi, non rilevandone le generalità essendo priva di firma, ma da lui attribuita a un sedicente amico del sacerdote assassinato; la missiva accusava come mandante il procuratore Caselli e, secondo quanto riportato da Marco Travaglio, come «killer Leoluca Orlando e Michele Santoro», intendendo quindi che tutti e tre erano i responsabili morali, avendone fatto "un sicuro bersaglio";[200] la lettera riporta anche delle parole attribuite da essa a don Puglisi stesso:
«Fui più volte contattato da Caselli e dai suoi uomini [...] pretendevano accuse, nomi, circostanze... volevano che denunciassi la mia gente e miei ragazzi... che rivelassi cose apprese in confessione [...]. Caselli disprezza i siciliani, mi vuole obbligare a rinnegare i miei voti e la mia veste, pretende che mi prostituisca a lui. Più che nemico della mafia, è un nemico della Sicilia. Orlando è un mafioso vestito da gesuita [...]. Caselli ha fatto di me consapevolmente un sicuro bersaglio. Avrà raggiunto il suo scopo quando un prete impegnato nel sociale verrà ucciso [...]. Caselli, per aumentare il suo potere, ha avuto la sua vittima illustre.»
Caselli in vita sua non conobbe mai don Puglisi.[200]
Per queste dichiarazioni Sgarbi è stato condannato per diffamazione in primo e secondo grado.[154] Nel suo libro Un magistrato fuorilegge, Caselli ha affermato che la Cassazione ha in seguito dichiarato la prescrizione del reato,[154] ma Sgarbi, tramite il suo avvocato, ha contestato questa ricostruzione sostenendo che la Cassazione aveva invece annullato le precedenti sentenze rimandando quindi il tutto a un nuovo giudizio che non c'è mai stato per l'intervenuta prescrizione.[201]
Assoluzioni
Processo per diffamazione dei giudici Franco Battaglino e Paolo Gengarelli di Rimini
Commentando la richiesta, da parte dei due magistrati, di acquisire le cartelle cliniche del fondatore di San PatrignanoVincenzo Muccioli, Sgarbi aveva detto: "Nessuna pietà per questi giudici. Per salvaguardare la dignità di piccoli uomini dovevano insultare un uomo che sta morendo. Mentalità di uomini di paese che si comportano come vigili urbani...".[202]
Procedimento per resistenza a pubblico ufficiale
Nel 2015 Sgarbi ha avuto un diverbio con alcuni agenti di polizia locale per una contravvenzione stradale compiuta nell'area Expo a Milano. A seguito di questa lite, nella quale è stato riconosciuto colpevole di oltraggio a pubblico ufficiale, ha tentato di forzare col proprio autista il posto di blocco, costringendo un agente a indietreggiare. La richiesta di condanna del PM in primo grado è stata di 1 anno e 6 mesi.[203] Il 12 marzo 2018 la Corte d'Appello di Milano dichiara il "non doversi procedere" per Sgarbi ai sensi del 'ne bis in idem' e il suo autista viene assolto.[204]
Procedimenti in corso
Procedimento per diffamazione contro Daniele Benati
Nel 2015 gli viene recapitato l'avviso di fine indagine per diffamazione nei confronti dello storico dell'arte Daniele Benati, presidente della sezione bolognese di Italia Nostra, nell'ambito della lite sulla mostra, Da Cimabue a Morandi, curata dal critico ferrarese.[205]
Condanna in sede civile per diffamazione contro Italo Tomassoni (primo grado)
Condannato a una multa di 20.000 euro e al risarcimento di 20.000 euro per aver accusato di incompetenza e plagio il critico d'arte Italo Tomassoni.[206]
Sgarbi e la fede
Il rapporto tra Vittorio Sgarbi e la fede è alquanto ambiguo e complesso: si è dichiarato molto spesso ateo[207] e talvolta cattolico. Infatti durante la trasmissione "Confronti", Sgarbi ha dichiarato di "essere fiero di essere cattolico". In due recenti interviste - l'una con il Corriere della Sera, l'altra da IO e TE su Rai 1 - ha rilasciato di nuovo altre due dichiarazioni contrastanti: alla prima ha dichiarato di non essere una persona di fede ma di credere all'esistenza di un Dio e che la prova definitiva della sua esistenza ne sono l'arte e tutte le manifestazioni benevole dell'uomo («Credere è una forma di presunzione; al massimo si può credere di credere. La ragione non ne darebbe motivo: Dio è indimostrabile, quindi non c’è. La dimostrazione che Dio esiste è una sola. ( [...] ) L'arte. C’è della divinità nell'uomo, perché l’artista aggiungendo bellezza al mondo continua la creazione. Attraverso l’arte l’uomo si immortala. Dante direbbe che “s'etterna”. Cosa c'è nell'aldilà? Nulla. Di Leonardo non resta l’anima; resta la Vergine delle Rocce»).[208]; nella seconda ha ammesso di considerarsi cattolico ma solo per una questione culturale e filosofica, vedendo nel cristianesimo più una filosofia dell'uomo che una religione, secondo cui l'idea di Dio non è altro che un principio di perfezione che spinge gli uomini a perseguire gli scopi più alti[209].
Più volte Sgarbi ha attaccato l'UAAR, l'associazione italiana degli atei e agnostici razionalisti:[210] nel novembre 2009, durante la trasmissione Domenica Cinque, Sgarbi ha attaccato la tesoriera dell'UAAR, definendola "ignorante come una capra". Nel gennaio 2010, durante la trasmissione La vita in diretta, Sgarbi ha rivolto pesanti attacchi all'associazione UAAR, accusandola di essere una "associazione di zucche vuote" e mettendo in dubbio la legittimità dell'esistenza delle associazioni atee:[211] nel corso della trasmissione aggiunse, inoltre, «io sono ateo, ma non mi sento rappresentato da nessuno» e accusò l'associazione di essere «peggio di una religione organizzata».[212]
Nel 2009, su Il Giornale, Sgarbi ha affermato che se le chiese moderne sono brutte è colpa di architetti atei.[213]
Nel 2016, nel corso della trasmissione Fuori onda, su La 7, in una puntata nella quale si affrontava un dibattito relativo alle unioni omosessuali, svolse una sua disamina criticando il matrimonio in generale, sia come istituzione che come sacramento, definendolo un'istituzione inutile. Prendendo a riferimento il passo della Bibbia relativamente alla lettera di San Paolo agli Efesi, nel quale il Santo ammoniva le mogli di "essere soggette ai propri mariti come al Signore", aggiunse, "Il mondo cristiano non c'è più, è finito. Il mondo cristiano è stata una grande illusione che è ancora nei cuori di molti, ma la vita di ogni persona ne contraddice ogni principio, ed è molto incerto che Dio esista!".[214]. In una puntata al Maurizio Costanzo Show, sempre in riferimento allo stesso tema gridò ad alta voce, «Perché dobbiamo lodare il matrimonio? Va cancellato perché è cristiano! Proprio per quello! Non va conservata questa istituzione di m***a, da cui escono solo violenze, omicidi, assassini!».[215]
Sempre nel 2019, nel corso della trasmissione L'aria che tira, attaccò un decano, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, in riferimento al caso di Noa Pothoven, difendendo il suo estremo gesto e definendolo "un atto di vita supremo" e sostenendo che "Dio non può essere usato per fingere di poter riscattare chi non vuole esserlo" e "che deve consentire anche di uccidersi".[216] Nel corso della trasmissione il sacerdote replicò sostenendo che l'amore è un atto di Dio e che bisogna intervenire quando qualcuno sta soffrendo, come nel caso della ragazza, ma Sgarbi replicò a sua volta dicendo "non può usare Dio a suo uso e consumo".[216]
Opere
Il populismo nella letteratura italiana del Novecento, Messina-Firenze, D'Anna, 1977.
Da Giotto a Picasso. Discorso sulla pittura, Ginevra-Milano, Rizzoli libri illustrati, 2002. ISBN 88-7423-070-2.
Viaggio sentimentale e pittorico di un emiliano in Romagna, Milano, Rizzoli, 2002.
Parmigianino, Collana Arte moderna e contemporanea, Milano, Rizzoli, 2003, ISBN88-7423-114-8. Milano, Rizzoli-Skira, 2003. ISBN 88-7423-195-4. - riedito col titolo Parmigianino tra Classicismo e Manierismo, Collana i Delfini, La nave di Teseo, 2016, ISBN 978-88-934403-9-4.
Francesco Scaramuzza, a cura di, Torino, Allemandi, 2003. ISBN 88-422-1234-2.
Un paese sfigurato. Viaggio attraverso gli scempi d'Italia, Milano, Rizzoli, 2003. ISBN 88-7423-154-7.
Guercino. Poesia e sentimento nella pittura del '600, a cura di e con Denis Mahon e Massimo Pulini, Novara, De Agostini, 2003.
Per un partito della bellezza, supplemento al bimestrale ARTE IN n. 90 (2004), EAE Edizioni d'Arte Europee, 2004.
Andrea Palladio. La luce della ragione. Esempi di vita in villa tra il XIV e XVIII secolo, con DVD, Milano, Rizzoli libri illustrati, 2004. ISBN 88-17-00454-5.
La visione interiore di Piero Landoni, a cura di, Varese, Agema Corporation Editore, 2010
Lo stato dell'arte: Regioni d'Italia. (Padiglione Italia, LIV Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, iniziativa speciale per il 150º anniversario dell'unità d'Italia, a cura di, Milano, Skira, 2011. ISBN 978-88-572-1159-6.
Lo stato dell'arte: accademie di belle arti. [Padiglione Italia, LIV Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, iniziativa speciale per il 150º anniversario dell'unità d'Italia), a cura di, Milano, Skira, 2011. ISBN 978-88-572-1160-2.
Lo stato dell'arte: istituti italiani di cultura nel mondo. (Padiglione Italia, LIV Esposizione nazionale d'arte della Biennale di Venezia, iniziativa speciale per il 150º anniversario dell'unità d'Italia), a cura di, Milano, Skira, 2011. ISBN 978-88-572-1179-4.
Le meraviglie di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri, Collana Dizionari dei monumenti italiani, Milano, Bompiani, 2011, ISBN978-88-452-6716-1.
Piene di grazia. I volti della donna nell'arte, Collana Saggi, Milano, Bompiani, 2011, ISBN978-88-452-6819-9.
L'ombra del divino nell'arte contemporanea, Siena, Cantagalli, 2011. ISBN 978-88-8272-755-0.
L'arte è contemporanea, ovvero L'arte di vedere l'arte (con un dialogo con Gillo Dorfles), Collana PasSaggi, Milano, Bompiani, 2012, ISBN978-88-452-7042-0.
Nel nome del Figlio. Natività, fughe e passioni nell'arte, Milano, Bompiani, 2012. ISBN 978-88-452-7146-5.
La lunga avventura dell'arte. Il tesoro d'Italia. Volume I, Introduzione di Michele Ainis, Collana Saggistica, Milano, Bompiani, 2013, ISBN978-88-452-7456-5.
Gli anni delle meraviglie. Da Piero Della Francesca a Pontormo. Il tesoro d'Italia. Volume II], Collana Saggistica, Milano, Bompiani, 2014, ISBN978-88-452-7747-4.
Dal cielo alla terra. Da Michelangelo a Caravaggio. Il tesoro d'Italia. Volume III, Introduzione di Luca Doninelli, Collana Saggistica, Milano, Bompiani, 2015, ISBN978-88-452-8011-5.
Dall'ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo. Il tesoro d'Italia. Volume IV, Introduzione di Paolo Di Paolo, Collana I fari, Milano, La nave di Teseo, 2016, ISBN978-88-9344-064-6.
Dal mito alla favola bella. Da Canova a Boldini. Il tesoro d'Italia. Volume V, Prefazione di Arturo Carlo Quintavalle, Collana I fari, Milano, La nave di Teseo, 2017, ISBN978-88-9344-292-3.
Il Novecento. Volume I. Dal Futurismo al Neorealismo. Il tesoro d'Italia. Volume VI, Tomo I, Introduzione di Franco Cordelli, Collana I fari, Milano, La nave di Teseo, 2018, ISBN978-88-9344-647-1.
Il Novecento. Volume II. Da Lucio Fontana a Piero Guccioni. Il tesoro d'Italia. Volume VI, Tomo II, Prefazioni di Angelo Guglielmi e Italo Zannier, Collana I fari n.46, Milano, La nave di Teseo, 2019, ISBN978-88-9344-822-2.
^Fondazione Gino de Dominicis, su ginodedominicis.org, luglio 2016. URL consultato il 15 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013).
^Seduta n. 76 del 25 luglio 2014, Regione Lombardia, 25 luglio 2014. URL consultato il 27 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2016). «Con la delibera si nominano i signori Camillo Fornasieri, Manuela Bassetti e Vittorio Sgarbi quali componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bagatti Valsecchi di Milano [...].».
^E Vittorio su "Alan Ford" diventa "Insulto Ingiuria", su archiviostorico.corriere.it (archiviato dall'url originale in data pre 1/1/2016 Il valore del parametro dataarchivio non combacia con la data decodificata dall'URL: 1º gennaio 2016 (aiuto)).
^Disse, «odio Federico Zeri e gli auguro la morte!»