Troy (film)

Troy
Troy film.jpg
Brad Pitt (Achille) in una scena del film
Titolo originaleTroy
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Malta, Regno Unito
Anno2004
Durata162 min
196 min (Director's cut)
Rapporto2,40:1
Genereepico, drammatico
RegiaWolfgang Petersen
Soggettoliberamente tratto dall'Iliade di Omero
SceneggiaturaDavid Benioff
ProduttoreWolfgang Petersen, Colin Wilson, Diana Rathbun
Casa di produzioneWarner Bros. Pictures, Helena Productions, Latina Pictures, Radiant Productions, Plan B Entertainment, Nimar Studios
Distribuzione in italianoWarner Bros. Pictures
FotografiaRoger Pratt
MontaggioPeter Honess
Effetti specialiJoss Williams, Steve Moncur, Alexander Gunn, Moving Picture Company, Framestore CFC, Cinesite, Lola Post Production, Artem Digital Ltd., Cine Image Film Opticals, FBFX, Plowman Craven & Associates, Snow Business International
MusicheJames Horner
ScenografiaNigel Phelps
CostumiBob Ringwood
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Troy è un film del 2004 diretto da Wolfgang Petersen.

Colossal epico, liberamente basato sul poema Iliade di Omero, narra il rapimento di Elena, la guerra di Troia e soprattutto il mito di Achille.

Trama

«L'uomo è ossessionato dalla dimensione dell'eternità e per questo si chiede: "Le mie azioni riecheggeranno nei secoli a venire?" Gli altri, in gran parte, sentono pronunciare i nostri nomi quando siamo già morti da tempo e si chiedono chi siamo stati, con quanto valore ci siamo battuti, con quanto ardore abbiamo amato.»

(Incipit/Ulisse)

Circa nel 1200 a.C., Agamennone è re di tutte le città-stato della Grecia. Solo la potente città di Troia, conosciuta per le sue potenti mura difensive erette dagli dei, è rimasta inviolata.

Il film incomincia con una lotta fra l'esercito di Micene guidato da Agamennone e l'esercito della Tessaglia guidato da Triopa, schierati l'uno contro l'altro in una piana. Per risparmiare la vita dei propri uomini, i due re mettono in campo rispettivamente i loro migliori guerrieri. Contro l'enorme campione della Tessaglia Boagrius (un vero gigante dal volto segnato da cicatrici), Agamennone schiera Achille, sovrano di Ftia e capo dei Mirmidoni, che vince con grande facilità. Palese è comunque l'insofferenza che Achille manifesta verso Agamennone, a causa della sua posizione di subalterno al re greco, disobbedendogli spesso ed eseguendo di malavoglia i suoi ordini. Intanto una delegazione di Troiani, guidata dai due figli del re Priamo, Ettore e Paride, si trova a Sparta per stipulare una ferrea promessa di pace tra le due superpotenze con il re Menelao, fratello di Agamennone. Durante la loro permanenza, nasce l'appassionata relazione tra il giovane principe Paride ed Elena, moglie di Menelao.

Nel corso del viaggio di ritorno, Paride rivela al fratello di aver portato con sé Elena, incontrando la sua ira e disapprovazione: Agamennone e Menelao infatti utilizzeranno la scomparsa di Elena come pretesto per muovere guerra a Troia: erano anni che Agamennone, bramoso di potere, desiderava quest'occasione per prendere il potere sulla città e avere così il controllo su tutto il mar Egeo. Ciò nonostante, la giovane regina spartana viene accolta con grande affetto nella città, le cui mura si presume resistano a qualunque assalto perché edificate dagli dei Poseidone e Apollo. Come previsto, Agamennone comincia a radunare l'esercito contro Troia, ma Achille si rifiuta di scendere in guerra. Il re manda così Ulisse, re di Itaca e il più scaltro dei greci, a reclutare Achille a Ftia. Questi è riluttante a sottomettersi al comando di Agamennone, stante i loro cattivi rapporti, e Ulisse prova a irretire il cugino di Achille, Patroclo, narrandogli delle meraviglie e delle ricchezze della guerra, sapendo che Achille non lo avrebbe mai lasciato andare da solo. Ancora indeciso, Achille viene avvertito dalla madre, la dea Teti: lui può scegliere se vivere a lungo restando in patria vivendo una vita felice, ma venendo presto dimenticato dopo la morte, o se andare a cercare la gloria a Troia e morirvi dopo averla trovata. Stimolato dalla possibilità di avere gloria eterna, Achille sceglie la seconda opzione e con 50 Mirmidoni, tra cui Eudoro, il suo alleato più fedele, si imbarca alla volta di Troia, assieme a una flotta di oltre mille navi greche.

Achille e i suoi guerrieri svolgeranno un ruolo cruciale nell'assalto a Troia, sebbene contrastati dall'esercito dei troiani comandato da Ettore, il più valoroso del suo popolo.

Senza attendere il resto della flotta, Achille e i suoi Mirmidoni sbarcano sulla spiaggia di Troia e dopo una dura lotta hanno la meglio sui nemici, raggiungendo il tempio di Apollo, dove uccidono tutti i sacerdoti: per manifestare il suo supremo sprezzo nei confronti del fato, alla domanda di Eudoro, che gli chiede se la loro azione non sia stata blasfema, il Pelide (così è soprannominato Achille dato che è figlio di Peleo) decapita con la spada la statua d'oro di Apollo. All'avvicinarsi di un gruppo di cavalieri guidati da Ettore, il principale difensore di Troia, Achille, per dimostrare la sua potenza e capacità sovrumana, scaglia da grandissima distanza una picca contro Tettone, compagno dell'eroe troiano, riuscendo grazie alla tecnica, potenza e mira incredibile a centrarlo sul collo e buttarlo giù da cavallo. Ettore, quasi incredulo di quanto Achille sia riuscito a fare, continua ad avanzare cercando di colpire il guerriero greco con la sua picca, ma il Piè Veloce (altro epiteto di Achille) riesce a schivarla spostandosi rapidamente, mostrando un sorriso quasi beffardo nei confronti dell'eroe troiano. Ettore, insieme con i suoi guerrieri, insegue l'acheo all'interno del tempio. Al termine di una furiosa battaglia in cui Achille vede Ettore battersi con grande valore, l'eroe greco gli intima di andarsene in quanto è troppo presto perché muoiano i principi; dalla faccia di Achille s'intravede l'ammirazione che ha per Ettore in quanto fortissimo guerriero e uomo buono. Ettore se ne va, mentre Achille viene raggiunto dagli altri greci, tra cui Aiace Telamonio, Menelao, Ulisse e Agamennone, felici della vittoria che ha permesso la facile conquista in un sol giorno della spiaggia troiana.

Al tempio di Apollo, Achille ha fatto schiava Briseide, nota sacerdotessa di Apollo e cugina dei principi Ettore e Paride. Costei si ribella ad Achille, che però si comporta in maniera molto gentile nei suoi riguardi in quanto è fortemente attratto dal coraggio e dal carattere ribelle della giovane donna: poi, tra i due comincia a nascere una reciproca stima che diventa ben presto amore. Venutone a conoscenza, Agamennone reclama Briseide per sé ed è solo grazie all'intervento della stessa schiava che Achille non uccide il re: furioso, il guerriero si rifiuta di combattere finché lei non gli verrà restituita, ma Agamennone non cede.

Il giorno dopo i greci si preparano ad attaccare le mura di Troia, convinti di poter sfondare le difese nemiche, ma Paride fa una proposta agli avversari: invece di lanciarsi in una battaglia sanguinosa, che costerebbe centinaia di vite, il possesso di Elena verrà deciso da un duello all'ultimo sangue tra lui e Menelao. Agamennone non è contento di questa soluzione perché per lui significa tornare a casa a mani vuote, ma il fratello, sottovoce, lo convince a lasciare che la contesa abbia luogo per poi attaccare Troia una volta che lui si sia vendicato di Paride. Lo scontro è impari: il colossale Menelao, ingiuriando Elena che osserva il duello dalle mura, sconfigge dopo poco tempo l'impacciato seppur determinato e coraggioso Paride e tenta di ucciderlo spietatamente. Ettore difende il fratello e, dopo aver rifiutato di abbandonarlo tra le grinfie del crudele nemico, lo salva trafiggendo con la spada il fegato di Menelao, uccidendolo e rompendo così il patto.

A quel punto Agamennone ordina l'attacco e mentre i greci si avvicinano alle mura Ettore porta Paride ferito in salvo dentro la città. I troiani resistono saldamente all'urto, mentre Ulisse è il primo a rendersi conto che i greci sono troppo vicini agli arcieri sulle mura, ma ormai è troppo tardi. La battaglia è dura e sanguinosa, i troiani infliggono dure perdite e cadono molti greci. L'unico che semina morte tra le file troiane è Aiace, il quale viene fronteggiato da Ettore. Aiace sbalza dal cavallo il principe troiano con lo scudo, e sembra avere il sopravvento. Il greco è più forte, ma Ettore riesce con scaltrezza a ucciderlo infilzandolo prima con una lancia e poi con una spada. Morto Aiace la battaglia piega inesorabilmente a favore dei troiani, che con l'ausilio degli arcieri sulle mura fanno strage dei soldati greci in prima linea. Ulisse preoccupato sale sul carro di Agamennone, che continua a incitare gli uomini, consigliando di ritirarsi, e facendo notare che se il combattimento continuasse non avrebbe più un esercito, date le numerose perdite subite dai greci fino a quel momento. Agamennone, seppur restio, dà l'ordine di ritirata, i greci retrocedono caoticamente finché la ritirata non diventa una rotta totale. I troiani inseguono l'esercito greco per tutta la piana di Troia, finché non si giunge nelle vicinanze del campo a protezione delle navi, dove gli arcieri greci, dalle retrovie, proteggono la ritirata. Ettore, non volendo rischiare un assalto diretto al campo greco ferma l'avanzata, decretando finalmente la fine della battaglia e la completa vittoria troiana. Terminato il combattimento, ognuno dispone dei propri morti secondo le usanze, per tutta la notte.

Intanto Ulisse viene a sapere che Agamennone ha consegnato Briseide ai soldati della truppa, perché si riprendano dalla giornata fallimentare. Achille arriva proprio mentre uno di loro sta per marchiarla con un tizzone rovente: glielo strappa di mano e glielo conficca nel collo, colpendo con il manico l'altro complice. Poi conduce la giovane sacerdotessa troiana all'interno della sua tenda. Tra Achille e Briseide nasce un dialogo intenso che mette a nudo tante verità dell'eroe greco, svelando che lui non ha scelto di fare il guerriero, ma è la sua natura a fargli fare tutto ciò, a spingerlo involontariamente a fare questa vita sanguinosa. Pian piano sorge tra i due una dolce passione d'amore, che viene consumata quella stessa notte nella tenda. Achille intende andarsene il giorno dopo, abbandonando l'inutile conflitto insieme con i suoi Mirmidoni e la sua amata Briseide.

I troiani nel frattempo decidono di contrattaccare i greci per cacciarli via anche dalla spiaggia, affinché se ne liberino una volta per tutte. La battaglia ha inizio con il lancio di frecce incendiarie sulle dune della spiaggia: quella che sembra ai greci un'azione senza senso diventa chiara poco dopo, quando vengono lanciate dai versanti balle di fieno e sostanze incendiarie che, una volta passate sopra le frecce ancora accese, piombano come meteore nell'accampamento avversario. Ettore ordina di attaccare e i troiani irrompono, Ulisse guida la resistenza con i suoi Itacesi. Durante la battaglia, lo spirito dei greci viene rinfrancato dalla vista di Achille, finalmente ritornato a combattere con indosso la sua armatura. Ettore uccide alcuni achei e Achille fa scempio di molti soldati del principe troiano fino a che Ettore, dopo un rapido duello, lo sgozza. Achille cade a terra e, mentre tutti restano stupiti della facilità con cui il Piè Veloce è morto, Ettore procede a togliergli l'elmo, ma scopre con stupore che non si tratta di Achille; infatti era Patroclo, il cugino dell'eroe acheo. Egli fino a quel momento aveva avuto il diniego del parente di prendere le armi ma, dato che le sorti dei greci erano tragiche, Patroclo aveva deciso di disobbedire al cugino indossando le sue armi per infondere coraggio tra i Mirmidoni. Dopo avergli dato il colpo di grazia per non farlo soffrire, Ettore e Ulisse ordinano di sospendere la battaglia. Ulisse rivela a Ettore che il ragazzo ucciso è il cugino di Achille: allora il troiano comprende con dolore che ormai la sua vita sta per terminare, dal momento in cui Achille verrà a sapere della morte del parente.

La sera, Ettore dà un ultimo abbraccio al figlio neonato Astianatte e alla moglie Andromaca, alla quale indica una via di fuga sicura, in caso Troia cadesse. Achille, furibondo, arriva sotto le mura di Troia, urlando a Ettore di venire fuori a combattere. Il principe potrebbe tranquillamente non sfidare Achille e salvarsi, ma decide per onore e orgoglio di affrontarlo. Così egli si congeda dal padre e dal fratello, saluta l'amata moglie e il figlio ed esce dalle mura. Ne segue uno scontro tremendo in cui entrambi i guerrieri danno sfoggio della loro grandissima abilità di combattenti, ma Achille, come risaputo, è invincibile e pare impossibile anche solo da ferire. Infatti dopo diversi colpi Ettore è ormai sfinito mentre Achille non mostra nessun cenno di stanchezza e continua a colpire, finché poco dopo l'eroe troiano viene ferito gravemente, vicino al polmone sinistro, e cade a terra in ginocchio. Achille, ancora fuori di sé per il dolore della perdita del cugino, lo finisce colpendolo con la spada allo sterno, lo lega per i piedi dietro al suo carro e lo trascina nella polvere al piccolo trotto sotto gli occhi addolorati di Priamo, Andromaca, Paride, Elena e di tutto il suo popolo. Il corpo straziato di Ettore viene portato nel campo greco, dinanzi alla tenda del giovane guerriero. Durante la notte nella tenda di Achille arriva il re Priamo, che, baciandogli le mani, lo supplica di ridargli il figlio morto perché possa dargli esequie adatte. Commosso dal coraggio e dalle suppliche del re e soprattutto dal caro ricordo del padre Peleo che Priamo gli infonde dolcemente nella mente, il Pelide acconsente a restituire il corpo. Mentre è concentrato nell'opera di avvolgere in coperte il corpo martoriato di Ettore affinché Priamo non soffra a vederne le condizioni, il soldato sussurra in lacrime al cadavere:

«Ci rivedremo presto, fratello...»

Con queste parole si comprende che Achille ormai è cosciente di ciò che lo aspetta, ma non dimostra grande tristezza in quanto solo la morte gli darà finalmente la pace, unico modo per porre fine alla sua grande forza che negli anni gli ha dato solo spargimenti di sangue. Dopo aver consegnato il corpo a Priamo, Achille concede 12 giorni di onoranze funebri durante i quali, garantisce, l'esercito acheo non attaccherà Troia. Poco dopo decide di far rientrare Briseide in città con lo zio, in quanto il suo destino è già segnato. A questo punto il Pelide ordina ai soldati di rientrare a casa. Il fido alleato Eudoro gli chiede perché non rientra con loro, e l'eroe risponde che lui ha la sua guerra da terminare: è intuibile che si tratti della battaglia contro Troia, ma nel profondo si riferisce alla guerra contro sé stesso e al suo triste destino.

Intanto, mentre vede un soldato che intaglia un piccolo cavallo di legno destinato al proprio figlio, Ulisse ha un'idea. Dopo 12 giorni la spiaggia antistante Troia è deserta, tranne che per alcuni greci apparentemente morti di peste e per un enorme cavallo di legno. I troiani sostengono che gli appestati siano morti per aver dissacrato Apollo e che il cavallo sia un'offerta dei greci a Poseidone per propiziarsi un ritorno sicuro a casa.

I troiani, nonostante le obiezioni di Paride e di molti nobili, lo portano dentro le mura, ignari che si tratti di una trappola, in quanto nel cavallo sono nascosti alcuni soldati greci; la flotta invece non è andata via, ma si è nascosta in un'insenatura. Un cavaliere troiano la vede e, capito l'inganno, vorrebbe dare l'allarme, ma viene freddato da tre frecce.

Durante la notte, i greci escono dal cavallo, uccidono le sentinelle e aprono le porte della città ai soldati sbarcati nel frattempo: Troia viene data alle fiamme e gran parte della sua popolazione viene massacrata. Achille ha una sola missione, cioè salvare la sua amata Briseide. Infatti corre per la città in fiamme, alla ricerca della fanciulla.

Nell'infuriare della battaglia, i soldati troiani, alimentati dall'alcool e dalla disperazione, combattono in ogni strada, lottano ferocemente per difendere la reggia di Priamo, ma ormai è troppo tardi. Ulisse uccide il comandante delle guardie di palazzo Glauco, il vecchio Priamo viene trafitto a tradimento con una lancia dall'arrogante e superbo Agamennone, mentre Elena, Andromaca con il figlio Astianatte e alcuni troiani scappano attraverso il passaggio segreto che conduce al monte Ida, al sicuro dalla pianura troiana saccheggiata. A uno dei troiani, il giovane Enea, Paride affida la spada dei re di Troia, usata senza successo dallo stesso Paride contro Menelao, con il compito di condurre i troiani sopravvissuti verso una nuova terra e ricostruire la loro patria perduta.

Purtroppo Briseide viene trovata prima da Agamennone, che vuole portarla con lui a Micene e renderla sua schiava, ma con grande coraggio lei lo uccide, pugnalandolo al collo con un coltello nascosto nella manica. Due greci, osservata la scena, intervengono ma, prima che possano ucciderla, interviene Achille, che decapita il primo e trafigge al petto il secondo, liberandola. Mentre i due amanti sono di nuovo insieme, Paride, pensando di vedere la cugina in pericolo e spinto dalla volontà di vendicare Ettore, afferra una freccia, la tende nell'arco e la scaglia contro Achille colpendolo al tallone sinistro. Achille urla di dolore e si dirige furibondo verso Paride: questi però gli bersaglia velocemente il petto scagliandogli altre frecce, che però non possono ferirlo poiché, salvo il tallone, il suo corpo è invulnerabile. Achille, moribondo, levandosi tali frecce, saluta la sua amata in lacrime tra le sue braccia dicendole che grazie a lei ha trovato la pace e la liberazione da una vita di guerra. Briseide fugge così con il cugino attraverso il passaggio segreto sicuro ed essi si salvano. In seguito arrivano alcuni soldati greci che, alla vista dell'invincibile Achille a terra morto, e con quell'unica freccia rimastagli infilzata nel tallone, restano sorpresi che qualcuno sia riuscito veramente a ucciderlo.

Troia è caduta come colonia greca del nuovo re di Micene e, il mattino dopo, un'alta pira viene eretta per Achille lá dove venne eretta per Ettore, con Ulisse meditabondo che prepara il suo corpo per la cremazione e gli sussurra un'ultima frase:

«Trova la tua pace, fratello.»

Mentre il fuoco brucia il cadavere di Achille, si sente ancora una volta la voce di Ulisse:

«Se mai si racconterà la mia storia, si dica che ho camminato coi giganti. Gli uomini sorgono e cadono come grano invernale, ma questi nomi non periranno mai. Si dica che ho vissuto al tempo di Ettore, domatore di cavalli. Si dica che ho vissuto al tempo di Achille

Produzione

Cast

Il ruolo di Briseis è stato inizialmente offerto all'attrice di Bollywood Aishwarya Rai, che ha rifiutato perché non si sentiva a suo agio nel girare scene d'amore. Il ruolo alla fine è andato a Rose Byrne.

Riprese

Le riprese sono incominciate ufficialmente il 22 aprile 2003 e sono terminate nel dicembre successivo.

La città di Troia è stata costruita nell'isola mediterranea di Malta a Fort Ricasoli tra l'aprile e il giugno del 2003,[1] mentre le mura esterne della città sono state costruite e filmate a Cabo San Lucas, in Messico.[2] Altre scene importanti sono state girate a Mellieħa, una piccola città a nord di Malta, e sulla piccola isola di Comino. La produzione del film vene interrotta per un periodo dopo che l'uragano Marty colpì le aree delle riprese.[3]

Budget

II budget del film fu tra i 175 e i 185 milioni di dollari.[4][5]

Distribuzione

Presentato fuori concorso al 57º Festival di Cannes,[6] il film è uscito negli Stati Uniti il 14 maggio 2004 e in Italia il 21 maggio 2004.

Edizione home video

Il film è stato distribuito in DVD dalla Warner Bros. sul mercato italiano a dicembre 2004, disponibile sia in edizione a disco singolo sia a disco doppio. Nel 2007 è stata messa in commercio l'edizione in alta definizione in HD DVD. La versione Extended Cut dura oltre 30 minuti in più della versione cinematografica.

Accoglienza

Incassi

Il film ha avuto un ottimo incasso internazionale: 497409852 $[7]. Negli Stati Uniti ha incassato 133378256 $ e in Italia 14878762 €.[8] È nella top 150 dei film con maggior incasso.

Critica

Il film, alla sua uscita, ricevette perlopiù delle critiche negative, causate principalmente dal fatto che nel film vi sono delle grandi differenze rispetto all'opera originale. Sul sito Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 54%, con un voto medio di 6/10, basato su 228 critiche professionali,[9] mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio medio di di 56 su 100, su 43 recensioni.[10]

Riconoscimenti

Casi mediatici

Brad Pitt anni dopo l'uscita del film ha espresso la sua delusione nei confronti di quest'ultimo affermando: "Ho dovuto fare Troy perché [...] ho rifiutato un altro film e per questo dovevo girare qualcosa per la casa di produzione. Quindi sono stato scelto per Troy. Non è stato doloroso, ma mi sono reso conto che il modo in cui il film veniva raccontato non era come volevo che fosse. Ho commesso i miei errori".[11]

Differenze tra film e mitologia greca

Alla sua uscita nelle sale, il film fu pesantemente criticato per le innumerevoli discrepanze con la mitologia greca[12]. Da notare che i fatti narrati nel film e nel testo dell'Iliade si sovrappongono solamente per un breve lasso di tempo (dall'ira di Achille ai funerali di Ettore). Le discrepanze sono quindi in parte legate ai fatti narrati nell'Iliade e in parte relativi alla mitologia greca.

Assenza di elementi sovrannaturali

La scelta più evidente dello sceneggiatore David Benioff (che dichiarerà che tra stare con Omero o fare il meglio per il film ha preferito la seconda opzione) è stata quella di eliminare l'elemento divino o soprannaturale. Gli dei non sono fisicamente presenti nel film, tranne un breve incontro iniziale tra Achille e la madre Teti, la quale non viene peraltro presentata esplicitamente come una divinità. Questo aspetto non è in sé una novità, essendo presente anche nella letteratura contemporanea: ad esempio in Omero, Iliade di Alessandro Baricco.

La religione, intesa quale costante antropologica, è invece di grande importanza nella mitologia ed epica classica. Nell'Iliade, Achille parla spesso con sua madre Teti e molte decisioni e azioni degli dei influiscono enormemente nella dinamica degli eventi. Alcuni dei, come Apollo e Poseidone, scendono sul campo di battaglia personalmente con spada e armatura, a fianco dei guerrieri umani.

Nel film, invece, oltre a essere annullata qualsiasi influenza sovrannaturale sul corso degli eventi, tutti i riferimenti alle credenze religiose hanno una connotazione fortemente negativa: in particolare, tutte le decisioni prese - da una parte e dall'altra - sulla scorta di profezie e auspici si riveleranno non solo sbagliate, ma anche deleterie per chi le segue. Ad esempio, dopo che i Troiani hanno messo in fuga i Greci al termine del secondo giorno di combattimento, Priamo dà retta alle profezie del grande sacerdote di Apollo che lo incita ad assaltare l'accampamento degli assedianti, scelta all'origine di una catena di eventi che condurrà alla morte di Patroclo e al conseguente "risveglio" del temibile Achille. Ettore, che nel film si dimostra sempre estremamente razionale, aveva invece suggerito al padre un atteggiamento più prudente proprio per evitare lo scontro con i Mirmidoni e il loro leader.

Anche dalla parte greca non mancano di questi momenti: ad esempio quando Agamennone invoca Zeus per aiutarli a uscire dallo stallo, una sapiente inquadratura mostra Ulisse con il volto preoccupato, consapevole che non saranno gli dei a risolvere il conflitto. Nella scena successiva, il Re di Itaca concepirà la celebre idea del cavallo di legno.

La stessa morte di Achille alla fine del film, sebbene mantenga un legame con la mitologia greca, perde il suo carattere sovrannaturale: Achille viene sì colpito al tallone dalla freccia di Paride, ma quello è solo il primo di una serie di colpi ben più mortali che seguiranno di lì a poco. Da sottolineare come l'eroe greco, prima di morire, riesce a sfilare i dardi che lo hanno centrato al petto, cosicché la freccia sul tallone rimane l'unica visibile quando cade a terra (come a motivare la mitologia che sarà in seguito "costruita" su questo evento).

Interessante notare come queste scelte narrative dell'opera cinematografica si collochino in un contesto storico, quello dell'anno 2004, caratterizzato dalla lotta al terrorismo islamico e dai conflitti a sfondo religioso in Afghanistan: facile leggere nel film una velata critica a chiunque tragga la motivazione alla guerra dal culto per le divinità, classiche o moderne.

Altre differenze

  • Nel film, Agamennone unisce sotto il suo comando tutta la Grecia perché solo in questo modo avrebbe potuto attaccare Troia. Questo è un errore sia storico (i Micenei non formeranno mai un regno unitario), sia riguardo all'Iliade: i re achei invieranno i loro eserciti soltanto perché avevano stretto un patto proposto da Ulisse per difendere il matrimonio di Elena e Menelao.
  • Nel film il pennacchio sull'elmo di Achille è nero, mentre nel poema di Omero vi è scritto che è costituito da fili d'oro.
  • I personaggi di Agamennone e Menelao sono totalmente differenti nel film: sono personaggi negativi, quasi a tutti gli effetti gli antagonisti, mentre nel poema sono personaggi tutto sommato positivi, soprattutto Menelao. Il poema inizia con il litigio tra Achille e Agamennone e l'ira di Achille perché Agamennone, per difendere il proprio onore, quando Apollo provoca una pestilenza nell'accampamento dei Greci perché Agamennone ha preso come schiava Criseide, figlia del suo sacerdote Crise, Achille si reca da Agamennone dicendogli che avrebbe dovuto restituire Criseide al padre, ma come già detto, Agamennone era troppo orgoglioso di se stesso e, per difendere la propria fierezza, decide di accettare a costo che Briseide (la schiava favorita da Achille) avrebbe preso il posto di Criseide, Achille a sua volta accetta dicendo che non avrebbe più combattuto per lui. Nel film però il contrasto tra i personaggi di Achille e Agamennone era di più vecchia data e continua fino alla morte di entrambi, mentre nel poema greco i due si riconciliano poco dopo la morte di Patroclo, quando Achille decide di tornare a combattere con le nuovi armi che sono state create da Efesto grazie a sua madre (la ninfa Teti) e Agamennone riconosce i suoi errori, dandone la colpa agli dei che hanno influenzato i suoi pensieri. Nel film, Agamennone è ucciso da Briseide durante la caduta di Troia, mentre nella mitologia ritorna in patria dove sarà assassinato dalla moglie Clitennestra (sorella di Elena) e dal suo amante Egisto per aver sacrificato la figlia Ifigenia. Nel film poi è rappresentato come un re di mezza età, che non partecipa quasi mai in prima persona alle battaglie; nell'Iliade, al contrario, è un uomo all'incirca sulla trentina, nonché uno dei più forti e valorosi guerrieri achei. Anche Menelao nel film viene ucciso subito, mentre nel poema sopravvive alla presa di Troia.
  • Nel film Aiace Telamonio sembra essere semplicemente un amico di Achille, nel poema sono invece cugini di primo grado. In più sappiamo che l'arma del gigantesco figlio di Telamone era la lancia e non il martello.
  • Paride ed Ettore sulla nave diretta a Troia parlano di episodi della loro infanzia, stravolgendo la mitologia; secondo la leggenda Paride era stato abbandonato sul monte Ida, dove un'orsa l'aveva nutrito insieme con i suoi orsetti, e successivamente era stato adottato da una famiglia di pastori.
  • Alcuni episodi, come i funerali di Patroclo, il messaggio alato, Ettore e Andromaca e il ritorno di Briseide ad Achille, sono in un ordine cronologico diverso rispetto al poema.
  • Nessuna fonte parla dello scontro tra Achille e il tessalo chiamato Boagrius, personaggio presente solo nel film.
  • Achille si unì all'esercito greco solo per la spedizione a Troia. Inoltre, dopo lo sbarco nelle spiagge troiane, Achille invade sacrilegamente il tempio di Apollo, ma solo per uccidere Troilo, figlio di Priamo, che vi si era rifugiato.
  • Nel film Elena s'innamora di Paride e fugge con lui da Sparta, perché non è felice del proprio matrimonio con Menelao. Nel mito Elena non è scontenta di Menelao, anzi, sceglie proprio lui come marito tra tanti pretendenti (e da cui ha una figlia, Ermione, non citata nel film), ma è indotta irresistibilmente ad amare Paride dalla potenza della dea Afrodite. Questa guerra infatti secondo la mitologia ha origine al matrimonio di Teti e Peleo (identificati come i genitori di Achille), essi non invitano la dea Discordia che indispettita si presenta lo stesso al matrimonio e sul tavolo posiziona una mela con su scritto "Alla più bella" a quel punto Atena, Era e Afrodite si scontrano e alla fine Paride venne chiamato per scegliere chi era la più bella fra le tre contendenti, ognuna offre un dono a Paride in caso avesse scelto lei: Atena offre la saggezza, Era la potenza e Afrodite l'amore della donna più bella del mondo; naturalmente Paride sceglie la dea Afrodite.
  • Nel film Elena dice di non essere di Sparta, ma di esserci stata portata da adolescente per andare in sposa a Menelao. Secondo la tradizione, al contrario, non solo Elena è nata e cresciuta a Sparta, ma è ritenuta figlia del re Tindaro, pur essendo in realtà figlia di Zeus. Dopo la morte di Tindaro (o la sua abdicazione) Menelao, fratello minore di Agamennone, sale al trono di Sparta come marito di Elena. Infatti, la regalità di Menelao nel mito viene messa in discussione dalla fuga della regina, dato che il suo diritto al trono deriva dal matrimonio con essa. Inoltre, nel film, Menelao viene rappresentato come avente molti più anni di Elena; mentre nel poema vi sono solo pochi anni di differenza fra i due.
  • Nel film Achille è il primo a sbarcare a Troia. Il mito racconta invece che l'indovino Calcante avesse predetto che il primo a mettere piede sul suolo troiano sarebbe stato anche il primo a morire: infatti il primo a scendere dalle navi è Iolao, detto poi Protesilao, ucciso da Ettore nella battaglia per la conquista della spiaggia.
  • Nell'Iliade, Briseide proviene da una nobile famiglia della città di Lirnesso, alleata di Troia, mentre nel film viene presentata come la cugina di Ettore.
  • Lo svolgimento e la conclusione del duello tra Paride e Menelao è diversa tra l'Iliade e il film: nel mito, Paride, senza essere nemmeno riuscito a colpire l'avversario, sta per perdere il duello quando Afrodite interviene con una nube rosa che l'avvolge e lo teletrasporta nella sua stanza. Nel film, Paride, dopo un'iniziale resistenza ed essere riuscito a colpire Menelao, soccombe infine agli attacchi del nemico ed è salvato in extremis dall'intervento del fratello Ettore, il quale per salvargli la vita uccide Menelao; inoltre verso la fine, Elena fugge dall'assedio di Troia con Paride. Nel poema, invece, dopo il duello Menelao viene solo lievemente ferito da una freccia, sopravvive alla guerra e si riprende Elena, con la quale torna a Sparta, dove moriranno entrambi molti anni dopo il conflitto. I due sposi infatti compaiono anche nell'Odissea sempre scritta da Omero.
  • Nell'Iliade, nella battaglia che segue il duello tra Paride e Menelao i greci sono in netto vantaggio. Nel film invece sono i troiani a vincerla.
  • La storia d'amore tra Achille e Briseide è molto accentuata nel film rispetto alle vicende di Omero, anche se nel nono libro dell'Iliade Achille afferma di amarla (in realtà più per sottolineare la gravità del gesto commesso da Agamennone): il lato romantico della vicenda sarà al centro di una delle Eroidi di Ovidio, in cui Briseide scrive ad Achille. Briseide viene fatta schiava da Achille in seguito alla presa di Lirnesso, città alleata di Troia. A seguito della lite con Agamennone, Briseide viene restituita ad Achille insieme con altri ricchi doni solo dopo la morte di Patroclo, che ella piangerà amaramente. Achille vendicherà Patroclo uccidendo Ettore, ma dopo breve tempo sarà ucciso sotto le Porte Scee da una freccia scagliata da Paride guidato da Apollo (o, secondo altre fonti, scagliata da Apollo stesso). Achille nel poema muore quindi ben prima dell'entrata in scena del famoso cavallo di legno, nel quale si troverà invece il figlio dell'eroe, Neottolemo (che nel film è assente).
  • Nel film Patroclo è un giovane cugino di Achille, mentre nell'Iliade era un suo stretto amico ma soprattutto il suo amante, maggiore di lui per età. Inoltre, nel film Patroclo partecipa alla battaglia di nascosto con le armi di Achille ed è ucciso da Ettore che lo crede Achille. Accortosi dell'errore, Ettore concede ai greci una tregua per recuperare i propri caduti, tra cui Patroclo. Nel poema omerico è Achille a concedere a Patroclo di indossare le sue armi, spacciandosi per lui, per mettere in fuga i troiani giunti fino alle navi achee, senza però spingersi oltre. Trascinato dal trionfo, Patroclo pecca di hýbris, dimenticando la promessa fatta all'amico, e prosegue fino alle mura di Troia, dove quasi riesce a penetrare, se non fosse per l'intervento di Apollo, che per due volte lo colpisce. Patroclo è finito da Ettore, che lo ferisce al fianco con la lancia dopo averlo riconosciuto, lo deride e gli sottrae l'armatura di Achille. La battaglia non viene interrotta e sono Menelao e Aiace a battersi per portare in salvo il corpo di Patroclo.
  • Ci sono diverse differenze nello scontro tra Achille ed Ettore: nel film Achille si reca col carro fin sotto le mura di Troia e chiama Ettore, perché esca e si batta con lui. Nell'Iliade, i due si ritrovano faccia a faccia nel corso di una battaglia e il troiano fugge alla vista del terribile avversario, compiendo tre giri attorno alle mura della città, inseguito dall'acheo. Affiancato dal fratello Deifobo, assente nel film, Ettore decide di fermarsi e di affrontare Achille, ma scopre che il congiunto è in realtà la dea Atena, che ne ha assunto le sembianze per trarlo in inganno e costringerlo al confronto con Achille. Nel film, Achille affronta Ettore con la sua stessa armatura; nel poema, Ettore l'aveva rubata a Patroclo e Achille chiede a Efesto, tramite la madre Teti, di forgiargliene una nuova: la descrizione del solo scudo occupa un intero canto del poema. Concluso il duello, nel film Achille lega una corda alle caviglie del corpo di Ettore per trascinarlo via col suo carro, mentre nell'Iliade assai più crudelmente Achille fora le caviglie del defunto e ci fa passare dentro la corda.
  • Nel film Priamo per implorare da Achille la restituzione del corpo di Ettore, lo supplica in nome del lutto comune: di Priamo per il figlio, di Achille per il padre. Secondo la tradizione, invece, il padre di Achille, Peleo, è ancora in vita mentre Achille si trova a Troia.
  • Nel film Aiace Telamonio è ucciso da Ettore. Nell’Iliade è descritto un duello tra Aiace ed Ettore, che si chiude in parità con uno scambio reciproco di doni tra i due eroi. Aiace finisce per impazzire e poi suicidarsi perché non è stato lui a ereditare le armi di Achille ma Ulisse.
  • Nel film, Paride viene rappresentato come un principe autorevole, il cui ruolo è appena inferiore a quello di Ettore. Inoltre, anche se ha portato Elena con sé (in piena consapevolezza delle conseguenze) si dimostra un ragazzo molto responsabile che ha a cuore il bene del suo popolo, non volendo che la sua patria soffra a causa sua. Al contrario, nell'Iliade Paride è sì secondogenito di Priamo e un uomo di grande bellezza, ma è raffigurato come inaffidabile, oltre che sostanzialmente privo delle principali virtù dell'eroe, in particolare coraggio e senso della responsabilità.
  • Nel film, Paride fugge da Troia nel finale, mentre nel mito è ucciso in duello dall'arciere Filottete, che era stato convinto da Neottolemo, figlio di Achille, a partecipare alla guerra dopo che, ferito da un serpente velenoso, era stato confinato nell'isola di Lemno.
  • Nel mito, Priamo è ucciso da Neottolemo, il figlio di Achille; nel film è ucciso da Agamennone.
  • Enea appare nel film come un ragazzo che non ha mai combattuto, mentre per la tradizione è genero di Priamo e il secondo in comando dell'esercito troiano, un guerriero che scampa più volte alla morte grazie all'aiuto della madre Afrodite; inoltre, è già sposato (con Creusa) e padre. Al termine della guerra fugge da Troia in fiamme, conducendo con sé il figlio Ascanio e portandosi sulle spalle il vecchio padre Anchise (nel film si intravede un vecchio accanto al giovane, probabilmente Anchise anche se non viene specificato).
  • Nel film, Priamo dona la spada di Troia a Paride, che la usa nel duello contro Menelao, e più tardi egli la dona a Enea, mentre stanno fuggendo dalla città. Nessuno di questi eventi è presente nel mito.
  • Nella pellicola non vi è traccia di moltissimi eroi. Non figurano né Diomede, uno dei più valorosi e forti comandanti greci, tanto da essere spesso equiparato ad Achille, talvolta compagno di Odisseo, né Aiace Oileo, spesso rappresentato nel poema in coppia con Aiace Telamonio. Tra i Mirmidoni non sono menzionati Fenice, Menestio e Antiloco, che verrà ucciso da Memnone, re d'Etiopia, nipote di Priamo e alleato dei troiani. Non è menzionata nemmeno Pentesilea, regina delle Amazzoni, anch'essa alleata dei troiani: sarà uccisa da Achille, che s'innamorerà di lei nei suoi ultimi momenti di vita. Non vi è traccia della Regina Ecuba.
  • Nel mito, Nestore è il re di Pilo, che si unisce agli altri re per combattere a Troia, ma nel film appare come un semplice consigliere di Agamennone.
  • Nel film, l'assedio di Troia dura circa un mese, mentre l'Iliade, pur narrando solo le ultime settimane della guerra, menziona chiaramente che essa è in corso da quasi dieci anni.
  • Le navi, nel poema, sono ricoperte di pece per renderle impermeabili e quindi di colore nero, mentre nel film il colore del legno è ben visibile.
  • Nel film sono presenti alcuni anacronismi: durante lo sbarco, gli Achei formano una disposizione di scudi che ricorda la "testuggine romana", ma essa sarà inventata solo più di mille anni dopo. Inoltre, mentre i contadini troiani si rifugiano in città, si scorgono due lama, animali originari dell'America meridionale e che quindi non potevano certo essere presenti a Troia.
  • Nella pellicola, nel preparare la pira funebre per onorare la morte di un valoroso comandante, vengono applicate due monete sugli occhi. In realtà, per pagare il traghettatore di anime Caronte, veniva messa una sola moneta tra i denti.
  • Nel film manca completamente Cassandra, personaggio fondamentale dell'Iliade, figlia assai sfortunata di Priamo re di Troia e di Ecuba. Fu sacerdotessa del tempio di Apollo, il quale, invaghitosi di lei le concesse il dono della profezia, dono che poi egli le confutò essendosi la giovane negata alle sue voglie. Dopo il rifiuto di un rapporto intimo Apollo adiratosi le sputò sulle labbra e maledicendola le disse: "Nessuno crederà mai ai tuoi oracoli!". E così avvenne. Quando disperata urlò ai suoi concittadini di bruciare il cavallo di legno non venne ascoltata. Omero in questa occasione le fa pronunciare la famosa frase: "Temi il Greco anche se porta regali". Solo il fratello Esaco e un altro sacerdote, Laocoonte, le credevano ma fu tutto inutile; anzi quest'ultimo, avendo scatenato l'ira di Atena, venne divorato da due mostri marini assieme ai figli.
  • Nel film Astianatte il piccolo figlio di Ettore e Andromaca sopravvive e fugge in compagnia della madre e degli altri Troiani riusciti a fuggire da Troia. Nel mito di Omero Astianatte non sopravvive ma viene buttato giù dalle mura dal grande figlio di Achille (Neottolemo) ond'evitare che il piccolo una volta cresciuto si sarebbe vendicato per suo padre.
  • Nel film Andromaca moglie di Ettore e madre del povero piccolo Astianatte riesce a fuggire insieme a suo figlio tramite il passaggio indicato da suo marito poco prima della morte. Nel poema Andromaca finisce per diventare la serva di Neottolemo figlio di Achille.

Note

  1. ^ Gillian Flynn, MEN AND MYTHS, in Entertainment Weekly, maggio 2004. URL consultato il 20 febbraio 2012.
  2. ^ Troy - Malta Movie Map, MaltaMovieMap.VisitMalta.com. URL consultato il 30 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2004).
  3. ^ Bowen, Kitt, News, Sept. 29: Arrests on Set of Brad Pitt Film, 50 Cent Buys Mike Tyson's Mansion, "Wonder Woman" Gets Screen Treatment, Hollywood.com, 29 settembre 2003. URL consultato il 15 dicembre 2012.
  4. ^ Troy (2004), su Box Office Mojo. URL consultato il 2 dicembre 2009.
  5. ^ (EN) "Troy" a mediocre epic, su edition.cnn.com, 10 ottobre 2005. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  6. ^ (EN) Official Selection 2004, festival-cannes.fr. URL consultato il 9 luglio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  7. ^ Troy (2004) - Statistiche | Movieplayer.it Archiviato il 17 maggio 2008 in Internet Archive.
  8. ^ Troy (2004) - Box Office Mojo
  9. ^ (EN) TROY, su rottentomatoes.com. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  10. ^ (EN) TroyReviews, su Metacritic.
  11. ^ David Marchese, Brad Pitt on the Kind of Leading Man He Doesn't Want to Be, in New York Times Magazine, 9 dicembre 2019.
  12. ^ Tanto che solo la trama generale rimane invariata rispetto al poema. Tuttavia i titoli di testa e di coda specificano che il film è liberamente tratto dall'Iliade.Troy Review - .com

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