Teddy Reno | |
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Nazionalità | Italia Svizzera |
Genere | Musica leggera Easy listening |
Periodo di attività musicale | 1945 – in attività |
Etichetta | CGD, RCA Italiana, Galleria del Corso |
Album pubblicati | 14 |
Studio | 11 |
Raccolte | 3 |
Sito ufficiale | |
Teddy Reno, pseudonimo di Ferruccio Merk Ricordi (Trieste, 11 luglio 1926), è un cantante, produttore discografico e attore italiano naturalizzato svizzero.
Nasce a Trieste, figlio dell'ingegnere Giorgio Merk (di famiglia austroungarica di origini aristocratiche) e di Paola Sanguinetti, romana, di ascendenza ebraica, sorella dell'ing. Giorgio Sanguinetti proprietario e direttore della grande azienda alimentare Arrigoni, con stabilimenti in città e Cesena. Negli anni trenta il padre dovette cambiare il cognome Merk Von Merkenstein in Ricordi. Il ragazzo si esibì per la prima volta nel 1938 a un concorso per dilettanti che si tenne a Rimini, cantando la canzone Tu sei la musica.
Dopo l'8 settembre Paola, ricercata dai tedeschi per ragioni razziali, col figlio Ferruccio si rifugiò a Cesena presso il fratello, e in questa città il ragazzo frequentò l'ultimo anno del liceo classico. Nel giugno 1944, saputo che i repubblichini friulani erano andati a cercarli nella loro casa di Trieste, si spostarono in un rifugio più sicuro nella vicina Milano Marittima, protetti sotto falsa identità dall'imprenditore alberghiero Ettore Sovera che nel proprio Hotel Mare Pineta, mentre ospitava vari ufficiali tedeschi, dava rifugio a partigiani, ebrei e prigionieri alleati in fuga. In dicembre i Merk-Ricordi si trasferirono nel ferrarese, ma furono catturati e rinchiusi nel carcere di Codigoro; infine, fortunosamente, riuscirono a riacquistare la libertà.[1][2]
Esordì a Radio Trieste durante l'amministrazione angloamericana della città, lanciando, con l'orchestra del maestro Guido Cergoli, la canzone Eterno ritornello (Te vojo ben) di Bidoli.
Nel 1946 effettuò una tournée in Germania con l'orchestra inglese di Teddy Foster: attraversando il Reno gli venne l'idea dello pseudonimo, usando il nome del direttore d'orchestra e come cognome il fiume[3]. Dopo essersi esibito per le truppe angloamericane in Europa (1945-47) e in seguito alla RAI di Torino con l'orchestra di Pippo Barzizza (1948) partecipò a svariate trasmissioni con l'orchestra diretta dal maestro Nicelli, in particolare Il braccialetto di Sheherazade, condotta da Nunzio Filogamo.
L'attività radiofonica ne favorì presto il successo discografico: con la CGD (casa discografica da lui fondata), fra il 1948 e il 1961 si distinse come interprete del genere romantico-melodico con canzoni di grande successo come Addormentarmi così (ripresa di un successo della cantante torinese Lidia Martorana), Trieste mia, Muleta mia (scritta dall'amico Lelio Luttazzi -anch'egli triestino- che lo seguì nell'avventura discografica come arrangiatore e direttore d'orchestra di tantissimi dischi editi dalla CGD), Aggio perduto o' suonno, Accarezzame, Na voce na chitarra e o' poco e' luna, Chella lla, Piccolissima serenata, Come sinfonia, con le quali raggiunse una notorietà internazionale. Ancora alla radio, fu tra i protagonisti di popolari trasmissioni come Nati per la musica (1953-54) e Punto interrogativo (1952).
Negli stessi anni si dedicò anche al teatro di rivista e alla commedia musicale, partecipando a Rosso e nero cin con Alberto Talegalli, Nilla Pizzi e Corrado (1954) e a L'adorabile Giulio, di Garinei e Giovannini, con Carlo Dapporto e Delia Scala (1957).
Secondo e terzo classificato al Festival di Sanremo 1953, dal 1954 si dedicò soprattutto alla TV con programmi (da Canzoni al caminetto, 1955-1956, a Souvenir, 1960) che ospitarono personaggi d'eccezione come le attrici Jennifer Jones e Kim Novak o il cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer. Vincitore del Festival di Napoli 1959 con Sarrà chissà di Murolo, fu attivo anche nel cinema (Totò, Peppino e la... malafemmina di Mastrocinque, 1956).
Nel 1961 ritornò a occuparsi attivamente di discografia fondando una nuova etichetta, la Galleria del Corso, con la quale lanciò, tra gli altri, Bruno Lauzi. Nello stesso anno inventò il Festival degli sconosciuti di Ariccia, con l'obiettivo di scoprire e lanciare nuovi talenti; la prima edizione si tenne nel 1962 e fu vinta da una giovanissima cantante di Torino, Rita Pavone, che sposerà Teddy Reno in Svizzera con il rito religioso officiato a Lugano il 15 marzo 1968 dopo una serie di polemiche a causa della differenza d'età tra i due, e soprattutto per il fatto che nel 1960 Teddy Reno era separato dalla prima moglie (dalla quale ottenne il divorzio dopo l'entrata in vigore della legge nel 1971), la produttrice cinematografica Vania Protti (poi Vania Protti Traxler), che aveva già presentato ai telespettatori di Canzoni al caminetto, e aveva un figlio, Franco Ricordi, dal quale avrà due nipoti. Dopo il 1976 Teddy Reno e Rita Pavone si sposarono civilmente ad Ariccia.
Con la cantante ebbe due figli e si stabilirono in Svizzera a partire dal 1968. Qui Ferruccio Ricordi riprese il suo cognome originale, Merk. Nel corso degli anni rallentò l'attività di cantante, che comunque continua: a dicembre del 2007 pubblicò Se questo non è amore, album in cui ricanta i suoi più grandi successi con nuovi arrangiamenti curati dal maestro Paolo Ormi e da Victor Bach, e in cui include un brano nuovo, Se questo non è amore, scritto da Emanuela Tomasini e Roberto Fia.
Il 6 luglio 2013 gli fu conferito il premio speciale "Grand Prix Corallo città di Alghero" alla carriera.
Nel 2014, in occasione dei suoi 70 anni di carriera, Reno incise un CD dal titolo Teddy Reno 70 anni (di carriera).
Per i suoi 90 anni nel luglio 2016 è uscito il doppio album dal titolo Pezzi da... 90 con la produzione di Alberto Zeppieri e la collaborazione del Trio Tregenerazionale. L'album, oltre a nuove versioni dei suoi storici successi, contiene brani inediti come L'amore non ha età, L'altra metà di me scritta da Rita Pavone e Uno come noi, brano composto per papa Francesco.[4]
Il 25 ottobre 2016 per mozione del consiglio comunale di Trieste, gli è stato consegnato dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza il Sigillo Trecentesco in argento, durante una cerimonia tenutasi nel salotto azzurro del palazzo municipale alla quale ha presenziato anche la moglie Rita Pavone. "Novant'anni e non li dimostri - ha detto il sindaco Dipiazza consegnando il sigillo a Teddy Reno - ti ringraziamo di cuore per quello che hai fatto nella tua vita, portando sempre alto il vessillo di quella Trieste che tutti noi amiamo".
"È una delle più belle giornate della mia vita" - ha aggiunto Teddy Reno - che nell'occasione ha voluto rivolgere un pensiero particolare anche all'amico Lelio Luttazzi con cui, nel 1948, incominciò la carriera. La semplice e partecipata cerimonia è proseguita tra i ricordi, le note di Trieste mia che nostalgia.. e simpatici aneddoti di vita. Come segno di stima e apprezzamento, il sindaco Dipiazza ha consegnato a Rita Pavone il crest ufficiale del Comune di Trieste, perché - ha detto - "i fiori appassiscono e questo rimane" e "grazie per averlo sopportato".[5][6]
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