Stirling Moss | ||||||||||||||||||||||||||
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Stirling Moss nel novembre 2014 | ||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Regno Unito | |||||||||||||||||||||||||
Automobilismo | ||||||||||||||||||||||||||
Categoria | Formula 1, 24 Ore di Le Mans, 12 Ore di Sebring | |||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 23 aprile 1962 | |||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||
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Sir Stirling Craufurd[1] Moss (Londra, 17 settembre 1929 – Londra, 12 aprile 2020[2]) è stato un pilota automobilistico britannico.
Nella storia della Formula 1 è il pilota che ha vinto il maggior numero di gran premi (16) senza aver mai vinto il titolo mondiale, difatti terminò quattro volte secondo (1955, 1956, 1957 e 1958) e tre volte terzo (1959, 1960 e 1961) in classifica finale. Proprio a causa di questo suo curioso destino venne soprannominato l’Eterno secondo, il Re senza corona, ma anche Il più grande pilota a non aver mai vinto il mondiale.[3][4]
È stato l'ultimo pilota in vita ad aver preso parte al mondiale del 1951.[5] Inoltre, seguendo la cronologia dei vari Gran Premi, dopo la morte di Robert Manzon, avvenuta il 19 gennaio 2015, è stato il pilota più anziano tra quelli in vita ad aver partecipato ad una gara valevole per il campionato di Formula 1, grazie all'esordio avvenuto nel Gran Premio di Svizzera 1951.[6] Ciò, però, non ha mai fatto di lui il decano dei piloti di Formula 1, poiché tale titolo è spettato a Kenneth McAlpine, pilota che, tuttavia, esordì solo nel 1952.
«I rettilinei sono quei tratti noiosi che uniscono due curve» |
(Stirling Moss[7]) |
Nacque a West Kensington, quartiere della capitale inglese il 17 settembre 1929. Ricevette la sua istruzione alla Clewer Manor Junior School (un istituto preparatorio legato alla scuola superiore Haileybury and Imperial Service College) e poi nella scuola superiore di Hertford Heath, località situata vicino a Hertford in Hertfordshire.
Da subito avvezzo al mondo dei motori, crebbe in una famiglia travolta dalla passione per il motosport: suo padre, Alfred, arrivò 14º alla 500 Miglia di Indianapolis del 1924 mentre la sorella più giovane, Pat, partecipò a diverse gare di rally e sposò anche il pilota Erik Carlsson. Stirling è stato uno dei primi clienti della Cooper Car Company, quando convinse suo padre a concedergli una delle nuove vetture Cooper 500. Dimostrò rapidamente la sua abilità con numerose vittorie a livello nazionale e internazionale e continuò a gareggiare in Formula 3, al volante di Cooper e auto Kieft.
Esordì nel mondiale di Formula 1 nel Gran Premio di Svizzera del 1951 al volante di una HWM-Alta: piazzatosi 14º in griglia, concluse la gara in ottava posizione a due giri dal vincitore Juan Manuel Fangio. L'anno seguente Moss non partecipò a nessuna corsa in F1 ma arrivò secondo nel Rally di Monte Carlo alla guida di un Sunbeam-Talbot 90 con co-pilota John Cooper.
Il primo podio (e il primo piazzamento iridato) nella massima serie arrivò nel GP del Belgio del 1954 in cui, approfittando del ritiro di Nino Farina, arrivò terzo al traguardo dietro Fangio e Trintignant. Nella stagione 1955 divenne compagno di squadra del campione argentino alla guida di una Mercedes-Benz W196: ottenne due vittorie (la prima in Gran Bretagna) e il secondo posto nella classifica finale proprio dietro Fangio. Fu curioso il siparietto che i due ebbero al termine della corsa britannica: Moss chiese a Fangio: "Mi hai lasciato vincere?" e l'argentino replicò: "No, sei semplicemente stato più bravo di me quel giorno"[8].
Nel 1955 Stirling Moss vinse la Mille Miglia al volante di una Mercedes 300SLR. Una folle gara guidata da Brescia a Roma e ritorno alla velocità media di 157,650 km/h: 1.597 km in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi, su strade urbane che gli valsero il record di percorrenza e l'incoronazione a simbolo dei piloti di questa gara di velocità su strada, entrando di diritto nel "wall of fame" di questa gara. Accanto a lui, come navigatore, il giornalista Denis Jenkinson.
Da lì sarebbe cominciata una particolare epopea personale che lo avrebbe visto sempre secondo fino al 1958: in particolare, proprio nel 1958 venne battuto solo per una lunghezza dal ferrarista Mike Hawthorn. Moss continuò a correre in Formula 1 fino al 1961, quando ottenne la sedicesima e definitiva vittoria nel Gran Premio di Germania perché nella sua ultima gara, negli Stati Uniti, si ritirò per un problema al motore.
Durante la sua carriera, Moss ha guidato una Jaguar privata e ha corso per Maserati, Vanwall, Cooper, Lotus e Mercedes-Benz. Ha preferito gareggiare a bordo di vetture inglesi perché, a suo dire, "È meglio perdere con onore in una vettura inglese che vincere con una vettura straniera".[9][10] Seppur le scuderie britanniche, in quel tempo, non si distinguessero per velocità e costanza, Moss rimase il pilota britannico di maggior successo in termini di vittorie singole (16, in 66 GP) fino al 1965, quando venne raggiunto e superato da Jim Clark. Con Maurice Trintignant e Phil Hill è inoltre uno dei tre soli piloti ad aver vinto almeno un Gran Premio del mondiale di F1 sia con una vettura a motore anteriore che posteriore.
Nel 1962 Moss rimase gravemente ferito in un incidente a Goodwood, mentre era alla guida di una Lotus nel Trofeo Glover. L'incidente lo condusse in uno stato comatoso per 30 giorni e gli paralizzò parzialmente la parte sinistra del corpo per sei mesi.[10] L'anno seguente, a seguito di alcuni test con la Lotus, decise di concludere definitivamente la propria carriera: durante questa sessione di prove, girò di pochi decimi più lento rispetto alle sue consuetudini e non si sentì a proprio agio con la vettura. Molti osservatori medici hanno ipotizzato che Moss fosse tornato al volante troppo presto e che altri sei mesi di recupero gli avrebbero consentito di recuperare la forma fisica che lo aveva contraddistinto.
Fece un breve ritorno nel mondo delle corse nel 1968 quando disputò a bordo di una Lancia Fulvia HF ufficiale la 84 Ore del Nürburgring, dividendo il volante della vettura torinese con Innes Ireland e Claudio Maglioli, disputando con la stessa vettura anche il Rally del Sestriere vinto dalla sorella Pat, quindi si ripresentò nel British Touring Car Championship del 1980 alla guida di un'Audi al fianco di Martin Brundle; è stato commentatore televisivo per la BBC e negli ultimi anni ha continuato a correre nelle gare riservate alle auto d'epoca: nella stagione 2009 ad esempio fu alla guida di una OSCA FS372. In realtà Moss non ha mai annunciato il suo ritiro ufficiale dall'attività agonistica fino al giugno del 2011: in occasione delle prime prove della Le Mans Classic, gara per vetture d'epoca di contorno alla 24 Ore di Le Mans, il pilota inglese ha spiegato che per la prima volta nella sua vita aveva provato paura al pensiero di mettersi al volante di un'auto da corsa. I pochi giri al volante di una Porsche Rsk gli bastarono per decidere di smettere con le corse.
È morto il 12 aprile 2020 a Londra, all'età di 90 anni, dopo una lunga malattia.[11]
Per molti anni, durante e dopo la sua carriera, la frase retorica "Chi ti credi di essere, Stirling Moss?" è stata frequentemente pronunciata dai poliziotti britannici che fermavano gli automobilisti per eccesso di velocità.[9][12] Moss ha raccontato che egli stesso una volta venne fermato per tale motivo e gli venne posta questa domanda, con l'agente che inizialmente non l'aveva riconosciuto.[13] In Gran Bretagna il soprannome Stirling Moss viene ancora scherzosamente usato per indicare una persona un po' eccentrica al volante.
Nel libro The Life and Times of Private Eye Moss fu oggetto di una biografia parodistica ispirata alle strisce del magazine satirico Private Eye. Nel fumetto, disegnato da Willie Rushton, egli viene dipinto come un automobilista perennemente coinvolto in incidenti a cui viene revocata la patente di guida e che, ospite di programmi televisivi, non è in grado di parlare di nulla; nel libro si afferma inoltre che a seguito dell'incidente del 1962 Moss cominciò a soffrire di amnesia. Secondo il libro, Moss si offrì di comprare l'originale del cartone a strisce.
Nel marzo del 1958 fu la guest star del programma televisivo What's My Line? insieme ad Anita Ekberg mentre nel 1967 fu tra le celebrità che recitarono un cameo nel film di James Bond Casino Royale: nella pellicola interpretò l'autista di Evelyn Tremble/Peter Sellers. Fu inoltre la voce narrante nella trasmissione per bambini Roary the Racing Car.
Nel 2008 gli viene dedicato un modello speciale della famosa Mercedes-Benz SLR McLaren denominata appunto SLR Stirling Moss.[14]
Nel 2013 la Ferrari 250 SWB (chassis 2119 GT) che Moss aveva guidato alla vittoria nel Tourist Trophy di Goodwood nel 1960, venne venduta al prezzo record di 7 milioni di sterline. In precedenza, nell'aprile del 2009, il Dipartimento Ferrari Classiche aveva restaurato, per conto di un collezionista inglese, l'altra 250 SWB (chassis 2735 GT) che l'asso inglese aveva portato alla vittoria nel Tourist Trophy del 1961. A lavoro ultimato, Moss venne invitato a Maranello e fotografato al fianco della vettura.
1951 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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HW Motors | 51 | 8 | 0 |
1952 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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ERA[15] | ERA Tipo G | Rit | Rit | Rit | Rit | Rit | 0 |
1953 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Cooper[16] | Cooper Special | 9 | Rit | 6 | 13 | 0 |
1954 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Officine Alfieri Maserati[17] | 250F | 3 | Rit | Rit | Rit | 10 | Rit | 4 | 13º |
1955 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Daimler Benz AG | Mercedes W196 | 4 | 9 | 2 | 2 | 1 | Rit | 23[18] | 2º |
1956 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Officine Alfieri Maserati | 250F | Rit | 1 | 3 | 5 | Rit | 2 | 1 | 27 (28)[19] | 2º |
1957 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Vandervell[20] | Vanwall VW5 | 8 | Rit | 1[21] | 5 | 1 | 1 | 25[22] | 2º |
1958 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Vandervell[23] | Vanwall VW5 | 1 | Rit | 1 | Rit | 2 | Rit | Rit | 1 | Rit | 1 | 41 | 2º |
1959 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Rob Walker[24] | Cooper T51 | Rit | Rit | SQ | 2 | Rit | 1 | 1 | Rit | 25,5[25] | 3º |
1960 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Rob Walker | Lotus 18[26] | 3 | 1 | 4 | SQ | 1 | 19[27] | 3º |
1961 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||
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Rob Walker | Lotus 18[28] | 1 | 4 | 8 | Rit | Rit | 1 | Rit | Rit | 21[29] | 3º |
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
(Le gare in grassetto indicano la pole position) (Le gare in corsivo indicano il giro più veloce in gara)
Anno | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 |
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1950 | PAU |
RIC |
SAN |
PAR Rit |
BET |
BAR 3 |
JRR |
ALB |
ZAN |
GIN |
NOT |
DUN |
PES |
INT 6 |
GOO 7 |
PEN |
||||||||
1951 | SIR |
PAU |
RIC 5 |
SAN 5 |
BOR |
INT 14 |
PAR |
DUN |
SCO |
ZAN 3 |
ALB |
PES |
BAR |
GOO 5 |
||||||||||
1952 | RIO |
VAL |
RIC |
ALB |
DUN Rit |
|||||||||||||||||||
1953 | ALB |
|||||||||||||||||||||||
1954 | RIO |
SIR |
PAU |
LAV |
BOR 4 |
INT Rit |
BAR |
CUR |
ROM NC |
FRO |
BRC |
COR |
DRE |
CPT |
||||||||||
1955 | VAL |
PAU |
GLO Rit |
BOR 4 |
INT Rit |
NAP |
ALB |
CUR |
COR |
LON |
DRT |
RXT 3 |
DTT Rit |
IGC 1 |
AVO |
SIR |
||||||||
1956 | BUE 2 |
GLO 1 |
SIR |
B20 1 |
INT 1 |
NAP |
AIN |
VAN |
CAE |
BRS |
||||||||||||||
1957 | BUE 6 |
SIR 3 |
PAU |
GLO Rit |
NAP |
REI |
CAE |
INT |
MOD |
MRC |
||||||||||||||
1958 | GLO Rit |
SIR |
B20 1 |
INT Rit |
CAE 1 |
|||||||||||||||||||
1959 | GLO 1 |
B20 Rit |
INT Rit |
IGC 1 |
SCT |
|||||||||||||||||||
1960 | SAF 2 |
NZE Rit |
BUE |
GLO 2 |
INT NC |
AUS |
SCT |
LOM |
IGC 1 |
RIO |
CDC 1 |
SAF 1 |
||||||||||||
1961 | NZE Rit |
LOM |
GLO 4 |
PAU |
LAV 1 |
BRU 7 |
VIE 1 |
B20 Rit |
SIR 8 |
NAP |
LON |
SCT 1 |
AUS |
SOL Rit |
KAN 1 |
DAN 1 |
MOD 1 |
FLU |
IGC 1 |
LET |
CIT |
RAN |
NAT 2 |
SAF 2 |
1962 | CDC |
NZE 1 |
BRU NC |
LOM 7 |
GLO Rit |
Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico | |
«Per meriti sportivi» — Londra, 1959.[30] |
Cavaliere (Knight Bachelor) | |
«Per meriti sportivi» — Londra, 21 maggio 2000.[31] |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27196645 · ISNI (EN) 0000 0001 1611 1109 · LCCN (EN) n50006640 · GND (DE) 118785087 · BNF (FR) cb129236583 (data) · BNE (ES) XX4614895 (data) · NDL (EN, JA) 00450657 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50006640 |
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