Roberto Gualtieri | |
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Sindaco di Roma | |
In carica | |
Inizio mandato | 21 ottobre 2021 |
Predecessore | Virginia Raggi |
Sindaco metropolitano di Roma | |
In carica | |
Inizio mandato | 21 ottobre 2021 |
Predecessore | Virginia Raggi |
Ministro dell'economia e delle finanze | |
Durata mandato | 5 settembre 2019 – 13 febbraio 2021 |
Presidente | Giuseppe Conte |
Predecessore | Giovanni Tria |
Successore | Daniele Franco |
Vicepresidente del Gruppo Socialisti & Democratici | |
Durata mandato | 2 luglio 2019 – 5 settembre 2019 |
Presidente | Iratxe García Pérez |
Predecessore | Patrizia Toia |
Successore | Simona Bonafè |
Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo | |
Durata mandato | 2 luglio 2014 – 5 settembre 2019 |
Presidente | Martin Schulz Antonio Tajani David Sassoli |
Predecessore | Sharon Bowles |
Successore | Irene Tinagli |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 14 luglio 2009 – 5 settembre 2019 |
Legislature | VII, VIII, IX |
Gruppo parlamentare |
S&D |
Coalizione | PSE |
Circoscrizione | Italia centrale |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 4 marzo 2020 |
Legislature | XVIII |
Gruppo parlamentare |
Partito Democratico |
Circoscrizione | Lazio 1 |
Collegio | Roma-Trionfale |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) In precedenza: PCI (1985-1991) PDS (1991-1998) DS (1998-2007) |
Titolo di studio |
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Università | |
Professione | Storico; docente universitario |
Roberto Gualtieri (Roma, 19 luglio 1966) è un politico, storico e accademico italiano, sindaco di Roma e della sua città metropolitana dal 21 ottobre 2021.
Dal 7 giugno 2009 al 5 settembre 2019 è stato deputato europeo del Partito Democratico[1], presiedendo la Commissione per i problemi economici e monetari dal 2014 sino alla sua nomina a ministro[2].
È stato ministro dell'economia e delle finanze dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 ed è stato eletto deputato il 1º marzo 2020 in occasione delle elezioni suppletive convocate al fine di colmare il seggio lasciato vacante da Paolo Gentiloni dopo la sua nomina a commissario europeo.
Dopo aver frequentato il Liceo classico Ennio Quirino Visconti della capitale ed essersi laureato in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze storiche alla Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino.[3] È professore associato di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"[4] ed è vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci[5]. È autore di numerosi libri ed articoli sulla storia italiana e internazionale del XX secolo e sul processo di integrazione europea. Collabora a diversi quotidiani e riviste e ha diretto il Rapporto annuale sull'integrazione europea per l'editore Il Mulino.[6]
Gualtieri è stato iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, nel 1985 prende la tessera del Partito Comunista Italiano e in seguito ha militato per anni nei Democratici di Sinistra: ha fatto parte prima della segreteria di Roma e poi del consiglio nazionale, prima di contribuire a redigere il Manifesto per il Partito Democratico e di entrare nella direzione del Partito nel 2008. Ex dalemiano, era nei 'giovani turchi', la corrente PD guidata da Matteo Orfini.
Membro della segreteria romana dei Democratici di Sinistra tra il 2001 e il 2006, nell'ottobre 2006 è stato uno dei tre relatori del convegno di Orvieto che ha dato il via alla costruzione del nuovo partito e in seguito ha fatto parte della commissione di "saggi" nominata da Romano Prodi[7] che ha redatto il "Manifesto"[8] per il Partito Democratico.
Nel 2007 viene eletto all'Assemblea nazionale del Partito Democratico, nel 2008 entra a far parte della Direzione nazionale, dove è stato rieletto nel gennaio 2014.[9]
Nella primavera del 2009 è stato eletto deputato europeo per il PD nella circoscrizione Italia centrale. Nel luglio 2009 è stato nominato titolare della Commissione per gli Affari Costituzionali (AFCO), e della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (SEDE), in cui ha ricoperto l'incarico di coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici; membro sostituto della Commissione per gli Affari Esteri (AFET) e della Commissione per i Bilanci (BUDG), in cui ha ricoperto l'incarico di relatore permanente per il bilancio sulla PESC.
Nel 2010 è stato nominato negoziatore per il gruppo dei Socialisti e Democratici sull'istituzione del servizio europeo per l'azione esterna (con il deputato PPE Elmar Brok e il deputato ALDE Guy Verhofstadt).[10] È stato inoltre co-relatore in commissione Bilanci (con il deputato PPE Laslo Surjan) del bilancio rettificativo 6/2010 relativo all'istituzione del SEAE.[11]
Nel 2011 è stato nominato relatore (insieme a Elmar Brok) del progetto di decisione del Consiglio europeo che ha modificato l'articolo 136 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente al MES, il meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro.[12]
Alla fine del 2011 è stato nominato (con Elmar Brok, Guy Verhofstadt e Daniel Cohn-Bendit) membro della squadra che ha negoziato a nome del Parlamento europeo il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (il cosiddetto "Patto di bilancio europeo").
Dal 2012 ha ricoperto l'incarico di coordinatore per il gruppo S&D nella Commissione Affari Costituzionali. È stato inoltre nominato membro sostituto della Commissione Affari economici e monetari (ECON) e membro titolare della Delegazione parlamentare per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinese (DPLC). In commissione Affari costituzionali, è stato co-relatore (con il deputato PPE Rafal Trzaskowski) sulla composizione del Parlamento europeo in vista delle elezioni del 2014.[13]
In commissione Sicurezza e difesa, è stato relatore sullo sviluppo della politica di sicurezza e di difesa comune a seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona[14].
Nell'ottobre 2012 è stato nominato negoziatore "sherpa" del Parlamento europeo, insieme a Elmar Brok, Guy Verhofstadt e Daniel Cohn Bendit, presso il gruppo di lavoro istituito dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy per la riforma dell'Unione economica e monetaria.[15]
Nel 2013 è stato co-relatore con Rafał Trzaskowski sulla Relazione sui Problemi Costituzionali della Governance Multilivello nell'Unione Europea.[16]
Nel 2013, con Elmar Brok, Verhofstaft, Cohn-Bendit, Andrew Duff e Jo Leinen ha partecipato all'elaborazione del nuovo Trattato per l'Unione europea promosso dal Gruppo Spinelli, di cui è membro.[17]
A seguito della sua rielezione a deputato europeo, il 7 luglio 2014 è stato eletto Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari.[2]
Relatore di numerosi provvedimenti, tra cui la relazione annuale sull'Unione bancaria, vari regolamenti sulle statistiche, le nomine ai vertici di Bce, Srb, Eba, Esma, Eiopa, Efsi, gli Npl e il nuovo programma InvestEu, è molto impegnato nel coordinamento dell'attività della Commissione Econ nell’ambito della regolamentazione dei mercati finanziari presiedendo tutti i triloghi legislativi.
Nel 2017 è stato nominato dalla Conferenza dei Presidenti membro del Brexit Steering Group – in rappresentanza del gruppo dei Socialisti e Democratici –, incaricato di seguire i negoziati Brexit per conto del Parlamento Europeo e coordinato da Guy Verhofstadt. Nell'ambito del Brexit Steering Group partecipa anche, insieme a Guy Verhofstadt e Elmar Brok, agli incontri degli sherpa del Consiglio Europeo sulla Brexit. Presiede il Financial Assistance Working Group, istituito nel 2016 dal Parlamento europeo per monitorare l'implementazione del programma di aiuti alla Grecia e future possibili programmi, e il Banking Union Working Group.
È molto attivo con discorsi e conferenze nel dibattito europeo sul futuro dell'Unione Economica e Monetaria, il completamento dell'Unione Bancaria e l’istituzione dell'Unione dei Mercati dei Capitali.
Nel 2016 il magazine Politico, che lo ha definito uno dei legislatori più efficienti dell’intero Parlamento, lo ha collocato tra gli otto deputati più influenti del Parlamento europeo.[18][19]
Nel corso del suo mandato ha presieduto il numero record di 157 triloghi (le negoziazioni inter-istituzionali tra Commissione, Parlamento e Consiglio per definire le norme europee).[18][19]
Si ricandida alle elezioni europee del 2019 con il PD nella circoscrizione del Centro Italia.[20] Ottiene 66.965 preferenze risultando il primo dei non eletti. In seguito alla rinuncia di Pietro Bartolo al seggio ottenuto nella Circoscrizione Italia centrale per accettazione dello stesso del seggio parimenti ottenuto nella Circoscrizione Italia insulare, rientra tra gli eletti. Durante la fase di costituzione del nuovo parlamento europeo ha fatto parte della commissione di 40 parlamentari provenienti dalla diverse forze politiche, che hanno stabilito l'agenda parlamentare per il quinquennio, sarà l'unico italiano a parteciparvi[21]. Il 2 luglio 2019 diviene vicepresidente del Gruppo Socialisti & Democratici.
Il 10 luglio 2019 viene rieletto alla guida della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo[22].
Il 5 settembre 2019 diventa ministro dell'Economia e delle Finanze nel governo Conte II, succedendo a Giovanni Tria. Contemporaneamente si dimette da europarlamentare.
Intervenendo al meeting informale dei ministri delle finanze di Europa, come primo atto del suo mandato ha aderito alla Coalizione dei ministri finanziari per la lotta al cambiamento climatico[23].
Il 16 ottobre 2019, alle 4.35 di notte, il Consiglio dei Ministri, dopo 5 ore di riunione, approva la legge di Bilancio e il decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria[24]. Tra i principali provvedimenti vi è un inasprimento delle pene per i grandi evasori e l'introduzione del cosiddetto piano Cashless, con l’obiettivo di aumentare i pagamenti elettronici anche attraverso l'introduzione di sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o carta di debito[25].
A seguito delle dimissioni di Paolo Gentiloni dal ruolo di deputato, il 26 gennaio 2020 viene indicato quale candidato in corsa per l'elezione alla Camera dei deputati nelle elezioni suppletive, per il Collegio uninominale Lazio 1 - 01, sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra (PD-IV-EV-Art.1-SI-PSI-DemoS), dove viene eletto il 1º marzo.
Il 9 maggio 2021 annuncia di volersi candidare a sindaco di Roma in vista delle elezioni amministrative di ottobre[26] e il 20 giugno vince le primarie del centro-sinistra con il 60,64% dei voti pari a 28.561 preferenze.[27] Oltre al PD, lo sosterranno una propria lista civica,[28] Europa Verde,[29] DemoS,[30] Sinistra Civica Ecologista (progetto promosso da Stefano Fassina, Articolo Uno e Sinistra Italiana)[31], Roma Futura [32] e PSI.[33] Dopo essersi qualificato per il ballottaggio con una percentuale del 27,03%, Gualtieri sconfigge il candidato di centro-destra Enrico Michetti con il 60,15% dei voti, venendo così eletto sindaco[34] ed entrando in carica il 21 ottobre.[35]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 116234328 · ISNI (EN) 0000 0001 1085 3670 · SBN IT\ICCU\LO1V\145771 · LCCN (EN) nr96015026 · BNF (FR) cb12536696w (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nr96015026 |
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-10-25 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=2441366