Repubblica Popolare di Doneck

Repubblica Popolare di Doneck
Repubblica Popolare di Doneck – Bandiera Repubblica Popolare di Doneck - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Repubblica Popolare di Doneck - Localizzazione
I territori controllati dalla Repubblica Popolare di Doneck (in verde scuro) e il resto dell'Oblast' di Donec'k sotto controllo ucraino (in verde chiaro)
Territorio a status conteso
Motivo del contenzioso Dichiarazione unilaterale di indipendenza
Situazione de facto Guerra del Donbass
Posizione dell'ONU Non riconosce l'indipendenza
Posizione dell'UE Non riconosce l'indipendenza
Posizione della Repubblica Popolare di Doneck
Dichiarazione d'indipendenza 7 aprile 2014
Nome completo Repubblica Popolare di Doneck
Nome ufficiale Донецкая народная республика
Governo Repubblica presidenziale
Capo di Stato Denis Pušilin
Capo del governo Aleksandr Anančenko[1]
Riconoscimenti internazionali Russia Russia
Flag of the Lugansk People's Republic (Official).svg Lugansk
Ossezia del Sud Ossezia del Sud
Inno Gloria alla Repubblica
Posizione dell'Ucraina
Sintesi della posizione Non riconosce l'indipendenza; rivendica l'intero territorio come parte integrante dello Stato
Nome completo Oblast' di Donec'k
Nome ufficiale Донецька область
Informazioni generali
Lingua russo, ucraino
Capitale/Capoluogo Donec'k (975.958 ab. / 2011)
Area 8.538,9 km²
Popolazione 2.244.547[2] ab. (2020)
Continente Europa
Confini Russia, Ucraina, Repubblica Popolare di Lugansk
Fuso orario UTC+3[3]
Valuta Rublo russo[4]

La Repubblica Popolare di Doneck (in russo: Донецкая Народная Республика, ДНР?, traslitterato: Doneckaja Narodnaja Respublika, DNR; in ucraino: Донецька Народна Республіка?, traslitterato: Donec'ka Narodna Respublika) è de facto uno Stato a riconoscimento limitato proclamato il 7 aprile 2014,[5] il cui territorio si trova all'interno dell'Oblast' di Donec'k formalmente parte dell'Ucraina.

Le autorità separatiste si dichiararono unilateralmente indipendenti dall'Ucraina il 12 maggio 2014, a seguito di un referendum,[6] non riconosciuto né dalla comunità internazionale né dal governo centrale ucraino, il quale considera la Repubblica separatista «territorio temporaneamente occupato da gruppi armati illegali e truppe della Federazione Russa».[7]

La Repubblica Popolare di Doneck non è stata riconosciuta internazionalmente se non dalla Repubblica Popolare di Lugansk e dall'Ossezia del Sud, altri due Stati filorussi a riconoscimento limitato,[8] a cui il 21 febbraio 2022 si è aggiunta anche la Russia.[9][10]

In Italia ha due centri di rappresentanza a Torino e Verona.[11]

Storia

A partire dal marzo 2014 iniziarono nell'est dell'Ucraina azioni di protesta contro il nuovo governo insediatosi a Kiev a seguito degli eventi dell'Euromaidan. I manifestanti non ne riconoscevano la legittimità e chiedevano la federalizzazione del Paese. Il 6 aprile i palazzi dei Consigli regionali degli Oblast' di Donec'k, Luhans'k e Charkiv furono occupati dagli indipendentisti. L'indomani fu proclamata la nascita della Repubblica Popolare di Doneck e successivamente vennero formati un Consiglio del Popolo e un governo temporaneo.[12]

Il 12 aprile la Repubblica Popolare di Doneck estese il proprio controllo a Slavjansk, Mariupol', Enakievo, Kramatorsk e altri centri minori, mentre si intensificarono gli scontri armati tra l'esercito ucraino e la Milizia popolare di Donbass.[13] L'11 maggio si tennero i referendum per l'indipendenza della Repubblica Popolare di Doneck e della Repubblica Popolare di Lugansk, che venne proclamata il giorno successivo.[6] Le due Repubbliche il 24 maggio sottoscrissero un accordo di unione nell'ambito della Federazione della Nuova Russia, progetto che sarebbe stato accantonato un anno dopo.[14]

Nel corso dell'estate i soldati ucraini ripresero il controllo di Slavjansk, Mariupol' e Kramatorsk,[15] mentre la Repubblica Popolare di Doneck consolidò la propria posizione nella capitale e conquistò lo sbocco al mare prendendo il controllo di Novoazovsk e di molti centri dei rajon Novoazovskij, Starobeševskij e Ambrosievskij.[16]

Con il protocollo di Minsk del 5 settembre 2014 e il successivo Minsk II del 12 febbraio 2015 furono previsti dei cessate il fuoco che, pur frequentemente violati, ridussero l'intensità del conflitto, successivamente entrato in una fase di stallo[17]

Il 21 febbraio 2022 la Federazione Russa ne riconosce ufficialmente l'indipendenza.[10]

Radici storiche

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Repubblica Sovietica del Donec-Krivoj Rog.

Nel febbraio 2015 il Consiglio del Popolo della Repubblica Popolare di Doneck ha approvato un memorandum che fa risalire l'origine di questo stato a quella di una precedente esperienza statale instaurata nella regione del Donbass, la Repubblica del Donec-Krivoj Rog, proclamata dai bolscevichi nel 1918.[18]

Ordinamento dello Stato

Suddivisioni amministrative

La Repubblica Popolare di Doneck è suddivisa amministrativamente in città di livello repubblicano e rajon[19]. Sono attualmente sotto il controllo della Repubblica Popolare di Doneck 13 città e 5 rajon[2].

Città/rajon Abitanti[2]
Большой герб Донецка.png Doneck 957.136
Gerb gorlovki.jpg Gorlovka 268.527
Gerb-gor-debalcevo.gif Debal'cevo 26.604
Coat of arms of Dokuchaievsk.gif Dokučaevsk 23.937
Yenakiieve gerb.png Enakievo 124.267
Zhdanivka gerb.png Ždanovka 12.565
Kirovske gerb.png Kirovskoe 27.847
MakiivkaGerb.jpg Makeevka 382.448
Snizhne coat of arms.svg Snežnoe 69.134
Emblem torez.png Torez 78.642
Khartsyzsk city coa.gif Charcyzsk 101.369
Shahtarsk gerb.png Šachtërsk 60.213
Yasinuvata gerb.png Jasinovataja 44.020
Amvrosiivskiy rayon gerb.png Amvrosievskij rajon 44.165
Novazovskiy rayon gerb.png Novoazovskij rajon 28.164
Starobeshevskiy rayon gerb.png Starobeševskij rajon 49.432
Coat of Arms of Telmanivskyi Raion.png Tel'manovskij rajon 14.581
Shahtarskiy rayon gerb.png Šachtërskij rajon 19.758
Totale 2.332.556

Istituzioni

Secondo la Costituzione adottata il 14 maggio 2014, la Repubblica Popolare di Doneck è uno stato unitario democratico, di diritto e sociale. Il potere legislativo è affidato al Consiglio del Popolo, composto da 100 deputati, mentre il potere esecutivo è affidato al Capo dello Stato, eletto dal popolo, e al Consiglio dei Ministri, nominati dal Capo dello Stato. La Costituzione riserva al Capo dello Stato la facoltà di guidare personalmente il Governo o di nominare un Presidente del Consiglio dei Ministri[19].

Prima della proclamazione della Repubblica Popolare, il 1º marzo i manifestanti avevano eletto governatore del popolo Pavel Gubarev[20], mentre in occasione dell'occupazione del palazzo dell'Amministrazione regionale del 6 aprile erano stati formati un Consiglio del Popolo ed un Governo temporaneo presieduto da Denis Pušilin[21]. Il 16 maggio venne formato il primo Governo effettivo, guidato da Aleksandr Borodaj, sostituito dal 7 agosto da Aleksandr Zacharčenko[22], che in occasione delle elezioni generali del 2 novembre 2014 divenne Capo dello Stato. Lo stesso giorno venne eletto il Consiglio del Popolo[23]. Zacharčenko fu ucciso a Donec'k il 31 agosto 2018 in un attentato effettuato tramite un'autobomba[24].

Politica

La guerra tra Ucraina e Doneck ha determinato prese di posizione da parte di diversi Stati e organismi internazionali, ha coinvolto direttamente sia la Russia sia paramilitari ucraini.

Il partito neonazista ucraino Pravyj Sektor ("Settore Destro") il 23 aprile 2014 annunciò la formazione di 800 guerriglieri per intervenire contro la Repubblica Popolare di Doneck[25][26]. Altro elemento guerrigliero ucraino è il Battaglione Azov, al cui interno è stata segnalata la notevole presenza di elementi ultranazionalisti, e in alcuni casi neonazisti, sia ucraini che provenienti da altri Paesi.[27][28][29]

Alcuni analisti hanno evidenziato che, malgrado le milizie di Doneck si definiscano generalmente come antifasciste,[30][31] paragonando il conflitto a quello sul Fronte orientale fra l'Armata Rossa e la Wehrmacht, ed abbiano perciò ricevuto supporto internazionale anche da associazioni e forze politiche di sinistra,[32][33] la leadership di alcuni gruppi separatisti è politicamente vicina al filosofo neofascista russo Aleksandr Dugin, sicché i militanti di estrema destra sono coinvolti in entrambe le parti in conflitto.[34]

Relazioni internazionali

La regione indipendentista di Doneck quale Repubblica popolare è riconosciuta dall'Ossezia del Sud, anch'essa Stato privo di riconoscimento internazionale. Il territorio è tuttora de iure parte dell'Ucraina e sono in corso trattative internazionali per il riconoscimento di una maggiore autonomia della regione[35]. Il 15 febbraio 2022, durante la crisi russo-ucraina del 2021-2022, la Duma della Russia ha approvato una risoluzione con la quale chiede al presidente Vladimir Putin di dare pieno riconoscimento sia alla Repubblica di Doneck, sia a quella di Lugansk[36]. Il 21 febbraio 2022 il presidente Vladimir Putin firma, in diretta televisiva, il decreto di riconoscimento ufficiale delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk ed ordina l'invio di truppe della Federazione Russa con funzione di pace nella regione del Donbass.[37]

Capi di Stato

Nome Mandato della carica
Pavel Gubarev 3 marzo 2014 – 4 novembre 2014
Aleksandr Zacharčenko 4 novembre 2014 – 31 agosto 2018
Dmitrij Trapeznikov 31 agosto 2018 – 7 settembre 2018
Denis Pušilin 7 settembre 2018 - in carica

Capi del governo

Diritti umani

Durante la guerra del Donbass, ci furono molti casi di sparizioni forzate nella Repubblica popolare di Donetsk. Il presidente Zakharchenko ha dichiarato che le sue forze fermano fino a cinque "sovversivi ucraini" ogni giorno. Si stima che circa 632 persone siano state detenute illegalmente dalle forze separatiste dall'11 dicembre 2014. Un caso è quello del giornalista indipendente Stanislav Aseyev, rapito il 2 giugno 2017. Inizialmente, il governo della DNR negò di sapere dove si trovasse, ma il 16 luglio, un agente del Ministero della Sicurezza dello Stato ha confermato che Aseyev era sotto la sua custodia e che era sospettato di spionaggio, in quanto i media indipendenti non possono riferire dal territorio controllato dalla DNR. Amnesty International ha richiesto a Zakharchenko di rilasciare Stanislav Aseyev, cosa che non è avvenuta.[38][39]

Note

  1. ^ (EN) Pushilin appoints Ananchenko acting DPR prime minister, su dan-news.info, Donetsk News Agency, 18 ottobre 2018. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  2. ^ a b c (RU) Naselenie (PDF), su glavstat.govdnr.ru. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  3. ^ (RU) DNR perechodit na moskovskoe vremja, su russian.rt.com, 24 ottobre 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  4. ^ (RU) LNR i DNR uspešno perešli na rasčëty v rubljach, su pronedra.ru, 10 settembre 2015. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  5. ^ (RU) В Донецке объявлено о создании народной республики, su rosbalt.ru, 7 aprile 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  6. ^ a b (RU) ДНР провозгласила себя суверенным государством, su ria.ru, 12 maggio 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  7. ^ (RU) Про визнання окремих районів, міст, селищ і сіл Донецької та Луганської областей тимчасово окупованими територіями, 15 marzo 2015. URL consultato il 24 febbraio 2022.
    «[…] в окремих районах Донецької та Луганської областей" запроваджується особливий порядок місцевого самоврядування, до моменту виведення усіх незаконних збройних формувань, російських окупаційних військ, їх військової техніки, а також бойовиків та найманців з території України та відновлення повного контролю України (“[…] in alcune aree delle regioni di Donec'k e Luhansk è istituito un ordine speciale di autogoverno locale finché tutte le unità armate illegali, le truppe di occupazione russe, le loro attrezzature militari, nonché i combattenti e i mercenari del territorio ucraino verranno ritirati e sarà ripristinato il pieno controllo del governo ucraino”»
    .
  8. ^ (RU) Указ «О признании Донецкой Народной Республики», su presidentruo.org, 27 giugno 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  9. ^ (RU) Južnaja Osetia priznala nezavisimost' LNR, su lenta.ru, 17 giugno 2014. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  10. ^ a b (RU) Указ Президента Российской Федерации № 71 «О признании Донецкой Народной Республики», su publication.pravo.gov.ru, 21 febbraio 2022. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  11. ^ Emanuele Rossi, A cosa serve il riconoscimento di Donetsk e Lugansk che Mosca voterà, su formiche.net, 21 gennaio 2022. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  12. ^ (RU) Mitingujuščie v Donecke formirujut "vremennoe narodnoe pravitel'stvo, su tass.ru, 8 aprile 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  13. ^ Stolknovenija na jugo-vostoke Ukrainy, su forbes.ru, 14 aprile 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  14. ^ (RU) Vladimir Dergačev & Dmitrij Kirillov, Proekt «Novorossija» zakryt, su gazeta.ru, 20 maggio 2015. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  15. ^ (EN) Ukraine crisis: Donetsk rebels in mass withdrawal, su bbc.com, 5 luglio 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  16. ^ (RU) Opolčency DNR vyšli k Azovskomu morju, su ntv.ru, 30 agosto 2014. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  17. ^ (RU) Situation in Donbass may develop into frozen conflict, su tass.ru, 12 settembre 2015. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  18. ^ (RU) Deputaty Narodnogo Soveta prinjali Memorandum Doneckoj Narodnoj Respubliki ob osnovach gosudarstvennogo stroitel'stva, političeskoj i istoričeskoj preemstvennosti, su dnrsovet.su, 6 febbraio 2015. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  19. ^ a b (RU) Konstitucija DNR Archiviato il 15 dicembre 2015 in Internet Archive.. Oficial'nyj sait DNR
  20. ^ (RU) V Donecke zaderžan "narodnyj gubernator" Gubarev Archiviato il 13 aprile 2014 in Internet Archive.. RBK, 6 marzo 2014.
  21. ^ (RU) Biografija Denisa Pušilina. RIA Novosti, 28 agosto 2014.
  22. ^ (RU) Prem'er-ministr DNR Aleksandr Borodaj podal v otstavku po sobstvennomu želaniju. TASS, 7 agosto 2014.
  23. ^ (RU) Prem'er Zacharčenko vyigral vybory glavy DNR. RIA Novosti, 3 novembre 2014.
  24. ^ https://www.ilpost.it/2018/08/31/zacharcenko-morto/
  25. ^ Stefano Grazioli, Crisi Ucraina, Pravy Sektor: il braccio armato anti-Russia Archiviato il 12 agosto 2014 in Internet Archive.. Lettera43.it, 25 aprile 2014.
  26. ^ (EN) Donbas battalion loses 4 in Ilovaisk assault Archiviato il 17 agosto 2014 in Internet Archive.. Ukrinform.ua, 11 agosto 2014
  27. ^ (EN) Dina Newman, Ukraine conflict: 'White power' warrior from Sweden. BBC, 16 luglio 2014.
  28. ^ (EN) Sabra Ayres, Driven by far-right ideology, Azov Battalion mans Ukraine’s front line. Al Jazeera, 24 luglio 2014.
  29. ^ (EN) Russia demands condemnation of mercenaries’ activity in eastern Ukraine. TASS, 21 luglio 2014.
  30. ^ (EN) Donetsk's pro-Russia rebels celebrate expelling "fascist Ukrainian junta". The Guardian, 8 settembre 2014
  31. ^ (EN) Daniel McLaughlin, Donetsk’s pro-Russians ‘defending our people from fascists and the West’ . The Irish Times, 16 aprile 2014.
  32. ^ Appello del popolo della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk alla comunità mondiale. Marx XXI, 30 maggio 2014.
  33. ^ A Donetsk sono arrivati volontari italiani per combattere le truppe di Kiev. Rai News, 10 giugno 2014.
  34. ^ Jacopo Custodi, Altro che “compagni”. La Repubblica di Donetsk e l’ombra nera di Aleksandr Dugin. East Journal, agosto 2014.
  35. ^ Giulia Sangineto, I dodici punti di Minsk: una fragile tregua per l’Ucraina, in Cronache Internazionali, 15 settembre 2014. URL consultato il 26 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2014).
  36. ^ La Duma riconosce le repubbliche del Donbass | cosa succede ora, su www.zazoom.it, 15 febbraio 2022. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  37. ^ La Russia riconosce le repubbliche del Donbass, su ansa.it.
  38. ^ (ES) UCRANIA | Crece la preocupación por el periodista ucraniano Stanislav Aseyev, en poder de los separatistas :: Reporteros Sin Fronteras, su www.rsf-es.org. URL consultato il 3 settembre 2018.
  39. ^ https://www.ukrinform.es/rubric-sushchenko/2304123-la-osce-urge-a-rusia-a-liberar-a-los-periodistas-sushchenko-semena-y-aseyev.html

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