Repubblica Democratica del Congo | |||||||
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Dati amministrativi | |||||||
Nome completo | Repubblica Democratica del Congo | ||||||
Nome ufficiale | République démocratique du Congo | ||||||
Lingue ufficiali | francese | ||||||
Altre lingue | lingala, kikongo, tshiluba, swahili | ||||||
Capitale | ![]() | ||||||
Politica | |||||||
Forma di governo | Repubblica semipresidenziale | ||||||
Presidente | Felix Tshisekedi | ||||||
Primo ministro | Jean-Michel Sama Lukonde | ||||||
Indipendenza | 30 giugno 1960 dal Belgio | ||||||
Ingresso nell'ONU | 20 settembre 1960 | ||||||
Superficie | |||||||
Totale | 2.345.410 km² (11º) | ||||||
% delle acque | 3,3% | ||||||
Popolazione | |||||||
Totale | 99.320.000[1] ab. (2015) (13º) | ||||||
Densità | 33 ab./km² | ||||||
Tasso di crescita | 1,20% (2012)[2] | ||||||
Nome degli abitanti | congolesi | ||||||
Geografia | |||||||
Continente | Africa | ||||||
Confini | Repubblica Centrafricana, Sudan del Sud, Uganda, Ruanda, Burundi, Tanzania, Zambia, Angola, Repubblica del Congo | ||||||
Fuso orario | UTC+1, UTC+2 | ||||||
Economia | |||||||
Valuta | Franco congolese | ||||||
PIL (nominale) | 42 056 milioni di $ (2016) (112º) | ||||||
PIL pro capite (nominale) | 499 $ (2016) (186º) | ||||||
PIL (PPA) | 68 691 milioni di $ (2016) (110º) | ||||||
PIL pro capite (PPA) | 816 $ (2016) (186º) | ||||||
ISU (2015) | 0,433 (basso) (176º) | ||||||
Fecondità | 5,7 (2011)[3] | ||||||
Consumo energetico | 0,011 kWh/ab. anno | ||||||
Varie | |||||||
Codici ISO 3166 | CD, COD, 180 | ||||||
TLD | .cd | ||||||
Prefisso tel. | +243 | ||||||
Sigla autom. | CGO | ||||||
Inno nazionale | Debout Congolais | ||||||
Festa nazionale | 30 giugno | ||||||
Evoluzione storica | |||||||
Stato precedente | ![]() ![]() | ||||||
Coordinate: 2°52′48″S 23°39′21.6″E / 2.88°S 23.656°E
La Repubblica Democratica del Congo (detta anche Congo, Congo-Kinshasa o ex Congo belga) è uno Stato dell'Africa centrale. Tra il 1960 e il 1964 era denominata Repubblica del Congo e dal 1971 al 1997 Zaire.
Il nord del Paese è una delle più grandi aree di foresta equatoriale al mondo; la zona orientale costeggia il grande rift est-africano, area di montagne, di colline, di grandi laghi, ma anche di vulcani. Il sud e la zona centrale, area di savana alberata, forma un altopiano ricco di minerali. Nella parte estrema ad ovest, in una quarantina di chilometri a nord della foce del fiume Congo si sviluppa la costa sull'Oceano Atlantico.
È il paese francofono più popoloso al mondo, avendo una popolazione stimata di 99 milioni di abitanti. Varie centinaia di diverse etnie nere africane formano la popolazione del paese. La sua economia è principalmente del settore primario (agricoltura ed estrazione mineraria). Il paese possiede delle immense risorse naturali. Il francese è la lingua ufficiale e quattro lingue bantu (kikongo, lingala, tshiluba, swahili) sono riconosciute lingue nazionali.
Dal 1908 al 1960 questa antica colonia è stata chiamata «Congo belga», come anche «Congo-Léopoldville» dal nome della sua capitale (Léopoldville fino al 1966, data del cambio di denominazione della capitale in Kinshasa). Dal 1971 al 1997 è stata ufficialmente nota con il nome di Zaire.
L'area che porta oggi il nome di Repubblica Democratica del Congo è popolata da circa 80.000 anni. Lo dimostra il ritrovamento nel 1988, a Katanda, di arpioni Semliki, alcuni dei più antichi arpioni spinati mai trovati. Si ritiene fossero utilizzati per la cattura del pesce gatto gigante.[4][5][6]
Tra il VII e l'VIII secolo vi si insediarono tribù bantu provenienti dall'attuale Nigeria. Queste popolazioni diedero luogo a un certo numero di regni che, nel XIV secolo, furono unificati nel potente Regno del Congo. Al suo momento di massima espansione controllava un territorio che si estendeva dall'Oceano Atlantico a ovest fino al fiume Kwango a est, e dal fiume Congo a nord fino al fiume Kwanza a sud.
Nel XV secolo i Portoghesi entrarono in contatto con il Regno del Congo. Un esploratore veneziano al servizio del Portogallo, Alvise Cadamosto, tracciò nel XV secolo una prima mappa della regione che fu poi esplorata in modo sistematico e cartografata dall'inglese Henry Morton Stanley il quale risalì l'intero tracciato del fiume Congo. Restò indipendente invece l'altro regno che sorgeva nella parte centromeridionale dell'odierna Repubblica democratica del Congo: il regno di Lunda.
Il Regno del Congo passò a tempi alterni dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dei Paesi Bassi. La fine del Regno fu formalizzata dalla Conferenza di Berlino del 1884-1885, in cui la regione, insieme alla parte settentrionale del regno di Lunda, venne assegnata al re dei Belgi Leopoldo II.
Leopoldo II del Belgio fece del paese una sua proprietà personale e gli diede il nome di Stato Libero del Congo, assumendo per sé il titolo di Sovrano del Congo. La popolazione indigena venne impiegata soprattutto nella raccolta di caucciù. Questa produzione fece la fortuna di Leopoldo che, in onore del Congo, fece costruire molti edifici a Bruxelles e a Ostenda.
L'attività di raccolta della gomma si svolgeva tramite il più spietato sfruttamento della manodopera indigena, basato su un regime di terrore e di violenza indiscriminata che si avvaleva anche di truppe mercenarie al servizio del Sovrano. La mortalità e i crimini raggiunsero livelli altissimi in quel periodo. Sorsero così voci di protesta: in particolare, l'Associazione per la riforma del Congo (CRA), fondata nel 1904 dal giornalista inglese E.D. Morel, diede vita ad un grande movimento di opinione. Questo coinvolse migliaia di persone sia in Europa che negli Stati Uniti d'America, a cui si unirono anche personalità come Mark Twain, Sir Arthur Conan Doyle e il diplomatico britannico Roger Casement, che in un rapporto aveva condannato i metodi praticati in Congo. La struttura governativa dello Stato Libero appariva decisamente inadeguata alle dimensioni del Paese, ormai fuori controllo, sicché nel 1908 Leopoldo II inserì il Congo nel novero delle colonie belghe, rinunciando a un impraticabile possesso privato.
Il Congo Belga divenne così una colonia vera e propria. Questo diede origine a un forte afflusso di coloni dall'Europa, che si insediarono principalmente sulla costa. Nel 1924 la Società delle Nazioni affidò al Belgio come mandato il Ruanda-Urundi che venne annesso al Congo e ne divenne la settima provincia; la colonia aveva ormai un territorio vastissimo e ricco di risorse boschive, giacimenti di diamanti, avorio e altro.
Lo Stato belga si occupò in prima istanza di applicare politiche d'intervento per la costruzione di aeroporti, ferrovie, strade. La vastità del territorio del bacino del fiume Congo da controllare portò a decentralizzare le strutture amministrative. Alcuni esponenti delle innumerevoli etnie congolesi, tra cui Simon Kimbangu, si opposero all'attività della potenza coloniale belga, mentre altri gruppi restarono molto fedeli agli europei.
Con l'avvento delle indipendenze africane causata dall'impossibilità delle potenze europee di mantenere costosissimi imperi coloniali, la situazione degenerò e le lotte intestine si moltiplicarono. Il Belgio non aveva più la capacità di gestire direttamente un territorio così vasto e complesso.
Governo nazionale (Léopoldville)
Stato del Sud-Kasai (Autonomo)
Katanga (de facto indipendente)
Nel 1959, dopo aver lasciato il paese per sottrarsi alla prigione, Patrice Émery Lumumba, uno dei protagonisti della lotta per l'indipendenza del paese, decise di partecipare alla Conferenza di Bruxelles sul Congo (20 gennaio - 20 febbraio 1960), riuscendo ad imporsi come uno dei protagonisti di primo piano.
Temendo una guerra d'indipendenza come quella che ancora infiammava l'Algeria, il governo decise di ritirarsi, concedendo l'indipendenza al Congo il 30 giugno 1960. Lumumba divenne primo ministro. Inizialmente egli valutò la possibilità di trasformare il Congo in uno Stato federale, coerentemente con la complessità demografica ed etnica del territorio, ma questa ipotesi venne poi accantonata per difficoltà di carattere politico-militare.
Nel frattempo l'esercito, al cui comando erano rimasti ufficiali belgi, si fece talmente caotico che buona parte del personale di alto grado preferì ritirarsi, svuotando l'impalcatura amministrativa dell'esercito, sempre più in mano a caporioni locali. Negli stessi anni spinte autonomistiche si manifestavano nel bacino minerario della provincia di Katanga, represse nel sangue dal governo indipendentista. L'11 luglio 1960 lo stato del Katanga si proclamò indipendente.
Il governo belga inviò le proprie truppe per proteggere i connazionali che rientravano, proprio mentre Lumumba si rivolgeva all'ONU, che inviò truppe con la missione ONUC. La questione si inserì nel gioco della guerra fredda e Stati Uniti d'America, con le proprie multinazionali economiche, e URSS, con le proprie multinazionali politiche, tentarono di lusingare il Congo. Lumumba appariva più orientato verso l'allineamento con l'Unione Sovietica, ma l'ingovernabilità del Congo fece sì che l'esercito prendesse il sopravvento. Emerse il colonnello Mobutu, che fece arrestare e condannare a morte Lumumba. Questi riuscì in un primo tempo a fuggire, ma, nuovamente catturato, fu infine giustiziato nel gennaio 1961.
Mobutu restituì il potere nelle mani di Kasavubu e, nel gennaio 1962 pose fine all'effimera Repubblica libera del Congo. Dopo un periodo di transizione durante il quale il Paese aveva visto un primo dispiegamento di truppe delle Nazioni Unite (la missione MONUC) che nel gennaio 1963 aveva rioccupato il Katanga, nel luglio del 1964 Kasavubu costituì un governo di unità nazionale. A Moise Ciombe (o Tshombé), che in passato era stato il leader della secessione del Katanga, venne affidato il compito di guidare il governo.
Tra Tshombe e Kasavubu si aprì una lotta politica per la leadership del Paese, che portò a una sostanziale inattività sia sul fronte economico che su quello del controllo interno. L'amministrazione Johnson, nuovamente preoccupata dai disordini che, oltre a poter aprire una nuova crisi internazionale - in concomitanza con l'escalation in Vietnam - assolutamente da evitare, avrebbe, a suo modo di vedere, aperto le porte ad un'infiltrazione sovietica. Per questo motivo il governo statunitense decise di rivolgersi nuovamente a Mobutu, che il 25 novembre del 1965 spodestò Kasavubu.
Mobutu Sese Seko, già capo di stato maggiore dell'esercito nel 1961, raggiunse in breve tempo il potere assoluto. Nel 1965 destituì Joseph Kasa-Vubu, capo di Stato ormai privo d'ogni potere, inaugurando un regime lunghissimo e caratterizzato da un forte culto della personalità e da ambizioni notevoli in politica estera. Già nel 1965, con l'esecuzione di cinque ministri del suo governo accusati di alto tradimento (eseguita nello stadio di Kinshasa/Leopoldville e trasformata in un macabro spettacolo), Mobutu mostrò il suo modo di intendere le cose: ogni atto governativo o giudiziario deve essere presentato al popolo come dimostrazione di potenza dello Stato.
Assunto il titolo ufficiale di Maresciallo-Presidente, con poteri assoluti, Mobutu organizzò un proprio partito unico, il Movimento Popolare della Rivoluzione (MPR), con il compito di dare un nuovo volto culturale al Paese, basato sulla tradizione e sulle consuetudini locali. Nel 1971 lo Stato venne ribattezzato "Zaire", riprendendo antiche toponomastiche. Nello stesso periodo il Lago Alberto venne ribattezzato "Lago Mobutu Sese Seko". Il cristianesimo fu fortemente avversato dallo Stato, a vantaggio del tradizionale animismo.
Mobutu impose a tutti gli zairesi di assumere un nome tradizionale tribale: egli stesso si rinominò Mobutu Sese Seko Kuku Ngbendu Wa Zabanga ("Mobutu il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo"). Nel frattempo il governo divenne ancora più nettamente autoritario, e nel 1969 una rivolta studentesca fu repressa nel sangue.
In politica estera Mobutu strinse relazioni particolarmente buone con la Romania di Nicolae Ceaușescu, suo amico personale, ma riuscì anche ad accattivarsi la simpatia degli Stati Uniti. Amante degli eventi grandiosi, il 30 ottobre 1974 organizzò a Kinshasa il più famoso incontro della storia del pugilato, il "Rumble in the Jungle" in cui si sfidarono Muhammad Ali e George Foreman. Negli anni ottanta Mobutu divenne alleato della Francia. Con la fine della guerra fredda, che Mobutu aveva sfruttato per dare al suo paese il ruolo di "ago della bilancia" nel continente africano, la crisi politica interna si fece sempre più grave. Nel 1990 Mobutu si rassegnò ad accettare la presenza di un Parlamento multipartitico al proprio fianco e a condividere il potere con il presidente del Parlamento stesso.
Ma questo non risolse la crisi, che infine venne decisa dall'attacco di forze ribelli ruandesi ed ugandesi coalizzate sotto il comando di Laurent-Désiré Kabila. Nel 1996 le sue forze furono sopraffatte dal nemico e Mobutu, ormai stanco e malato, dovette fuggire in Marocco, dove morì nel 1997.
Nel 1997 il generale Laurent-Désiré Kabila, vittorioso nella guerra civile, si proclamò Presidente assoluto, governando per decreti e instaurando al potere il proprio clan in sostituzione di quello del suo rivale ormai defunto. Kabila ridiede allo Zaire il nome di Congo, riprendendo la vecchia bandiera dello Stato Libero, con qualche lieve modifica.
Nel 1998 ribelli Tutsi, organizzati in gruppi armati, iniziarono una dura lotta contro le fazioni fedeli al presidente Kabila, spalleggiato dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe. Una "guerra mondiale africana", come è stata definita, che vide combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Il Congo si è così ritrovato diviso in una parte orientale controllata dai ribelli e una occidentale ancora in mano alle truppe di Kabila. Almeno 350 000 furono le vittime dirette di questo conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto.
Nel 2001 Kabila fu assassinato. Gli successe il figlio trentenne Joseph Kabila.
Dal 2004 al 2008 si aprì una grave crisi tra il governo e i ribelli di Laurent Nkunda nel Kivu Nord e nel Sud Kivu. Nonostante un trattato di pace a gennaio, a fine ottobre 2008 il Conflitto del Kivu è riscoppiato in tutta la sua intensità, vedendo anche l'intervento del Fronte di Liberazione del Ruanda, di una missione ONU (la MONUC), dei regionali Mai-Mai, e degli eserciti stranieri di Angola e Zimbabwe.
Le prime elezioni multipartitiche in 45 anni, previste per l'aprile 2006, si sono protratte fino a luglio per concludersi con il ballottaggio del 31 ottobre 2006 tra Jean-Pierre Bemba e Joseph Kabila, che si è concluso con la vittoria di Kabila.
Il 25 novembre 2008 l'Osservatorio per i Diritti Umani HRW accusava il governo di Joseph Kabila di aver soppresso deliberatamente più di 500 oppositori politici dal 2006.
La Repubblica Democratica del Congo continua a vivere in un clima particolarmente instabile. Se da una parte la zona occidentale del paese, ivi compresa la capitale Kinshasa, non è più teatro di scontri e manifestazioni violente, nelle province del Nord e Sud Kivu persiste la presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali, i quali effettuano incursioni e razzie con conseguenti massacri di civili.
Nonostante questa situazione nella Repubblica Democratica del Congo la maggior parte delle morti non è provocata dalle violenze del conflitto in corso nel paese africano, ma piuttosto dalla malnutrizione e dagli evitabili disagi dovuti al collasso delle strutture sanitarie. Si calcola che la crisi che affligge la Repubblica Democratica del Congo uccida 38.000 persone ogni mese, 4.000.000 dall'inizio del conflitto.
Dopo un anno di relativa stabilità, nell'autunno del 2008 sono riesplosi gli scontri tra l'esercito regolare (FARDC) e le milizie del CNDP (Congrès National pour la Défense du Peuple) del generale Laurent Nkunda (tutsi filo-ruandesi) e che hanno provocato oltre 250.000 sfollati nel Nord Kivu e nelle province confinanti. Nel gennaio del 2009 le parti in lotta hanno improvvisamente trovato un accordo, anche a causa della sostituzione di Laurent Nkunda con il suo luogotenente Bosco Ntaganda, in seguito al quale è scattata un'operazione congiunta FARDC/CNDP/Esercito Rwandese contro il FPLR (fuoriusciti hutu) nei pressi del Lago Edoardo (Nord Kivu).
Nonostante il fragile accordo la situazione resta comunque molto tesa, sia a causa del protrarsi delle operazioni militari, sia perché gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno dimostrato l'incapacità delle FARDC (e della MONUC) di mantenere l'ordine nell'Est del paese, incoraggiando diversi raggruppamenti minori a riprendere la lotta armata contro il Governo Centrale.
Nel distretto dell'Haut Uélé è ripresa (novembre 2008) l'attività dei ribelli ugandesi del LRA, che hanno attaccato diversi centri urbani di medie dimensioni (Dungu, Doruma, Faradje) provocando l'esodo di circa 100.000 sfollati. Anche in questo caso è scattata un'operazione congiunta FARDC/UPDF (l'esercito ugandese) contro i ribelli, conclusasi il 14 marzo 2009 senza risultati concreti per la sicurezza della regione (si segnalano infatti nuovi attacchi del LRA).
La MONUC, che dispiega in RDC circa 17.000 effettivi, è rimasta tagliata fuori sia dalla gestione della crisi sia dalle operazioni anti-guerriglia che sono state organizzate a inizio 2009. È in corso un riposizionamento di alcuni reparti dall'Ituri e da altre regioni ritenute relativamente tranquille verso il Kivu e l'Haut Uélé.
Le elezioni presidenziali del 28 novembre 2011, svoltesi in un clima di grande tensione e con forti ombre sulla loro regolarità, hanno visto la vittoria di Joseph Kabila. Il Presidente uscente si è imposto con il 48,95% dei voti contro il 32,33% ottenuto di Étienne Tshisekedi[7]. Il mandato del presidente Kabila è scaduto nel 2016, tuttavia le elezioni sono state rimandate fino al 30 dicembre 2018[8]. Esse sono state vinte da Felix Tshisekedi[9].
La Repubblica Democratica del Congo presenta un territorio ampiamente pianeggiante, con vaste pianure e paludi, grazie al bacino del fiume Congo che tiene alta l'umidità; le zone montuose non sono molto elevate, a eccezione del monte Ruwenzori (5109 m), e su tutta la catena montuosa presente ad est. Nel sud-est si trovano i monti Mitumba, con altezze non molto elevate. Si affaccia sull'Oceano Atlantico per un breve tratto e solo tre cittadine si affacciano sul mare (Banana, Muanda, Nisiamfumu).
Il fiume Congo (chiamato anche Zaire) nasce circa nel punto di incontro tra la catena dei monti Mitumba e quella dei Rilievi Meridionali. Prima si dirige per oltre 1000 km verso nord; poi devia verso ovest con un'ampia curva e attraversa un tratto pianeggiante, dove la corrente rallenta e le sponde diventano paludose; nel terzo tratto si dirige in direzione sud-ovest verso l'oceano e riceve le acque di grandi affluenti. In questo tratto terminale bagna due capitali, Kinshasa (la capitale della Repubblica Democratica del Congo) e Brazzaville (la capitale della Repubblica del Congo), scende di quota con le cascate Livingstone e sfocia con un lungo estuario nell'Atlantico.
Fatta eccezione per la zona degli altopiani, il clima del paese è caldo-umido, con temperature medie di circa 27 °C nella depressione centrale e punte estreme in febbraio, il mese più caldo in assoluto; sopra i 1.500 m la media scende a 19 °C. Le precipitazioni raggiungono una media annua di 1.520 mm al nord e 1.270 mm al sud, con frequenze abbondanti, tra aprile e novembre, a nord dell'equatore e, tra ottobre e maggio, a sud.
La popolazione è quintuplicata nell'ultimo mezzo secolo, passando dai 16,5 milioni del 1960 agli oltre 80 milioni attuali (dati dell'United States Census Bureau). Nel 2025 gli abitanti della Repubblica congolese ammonteranno, secondo le proiezioni dell'US Census Bureau, a 100 milioni.
In maggioranza Bantu, suddivisi in circa 300 tribù. Da segnalare in particolare:
I bianchi congolesi, peraltro pochissimi, data la situazione costantemente caotica del paese sono praticamente assenti sin dagli anni settanta.
La lingua ufficiale del Congo è il francese. Essa è usata come lingua etnicamente neutrale e come lingua franca di comunicazione tra i differenti gruppi etnici del paese. Secondo un sondaggio commissionato nel 2014 dall'OIF, 33 milioni di congolesi (il 47% della popolazione) erano in grado di leggere e scrivere in francese.[10] A Kinshasa il 67% della popolazione era in grado di leggere e scrivere in francese e il 68,5% di parlarlo e capirlo.[10] Si stima che le lingue parlate nella Repubblica democratica del Congo siano in totale 242. Di queste, soltanto 4 hanno lo status di lingue nazionali sin dai tempi dello Stato Libero: kikongo, lingala, tshiluba e swahili. Tra le altre lingue parlate nel territorio nazionale vi è il Barambu con le cosiddette varianti Abarambo, Amiangba, Amiangbwa, Balambu, Barambo, Duga.
Il lingala è stato dichiarato lingua ufficiale dell'esercito sotto Mobutu, ma dalle ribellioni dell'esercito nell'Ovest si usa anche lo swahili. Inoltre sono parlate le seguenti lingue: bantu pagibete (dialetto del Bwa)[11][12][13], kango parlato nel distretto di Bas-Uélé[14][15], bango (all'interno della famiglia bantu, potrebbe essere sia un dialetto della lingua buzda[16] che parte della ramificazione linguistica Bwa[17]), Ngelima (formata da quattro dialetti tra loro significativamente differenti: Beu, Buru o Boro, Tungu, Hanga)[18] Queste lingue appartengono alla famiglia Bati-Angba -chiamate anche Bwa-[19], che a loro volta sono un clade delle lingue bantu collocate nella zona C40 della classificazione di Guthrie, ma che potrebbero appartenere anche alle lingue Komo-Bira[17][20]: tale possibile appartenenza a due classi geografiche ha indotto a proporre l'esistenza di una nuova famiglia linguistica intermedia, chiamata famiglia delle "lingue boan".[21][22]
L'86% della popolazione è di religione cristiana (41% cattolici, 31,6% protestanti e 13,4% altri cristiani tra i quali spicca per importanza particolare il Kimbanguismo). Il 10,7% dei congolesi è legato a credenze tradizionali (religioni animiste). Il restante 3,3% degli abitanti è musulmano (1,4%) o crede in altre religioni minori.[23]
La Repubblica Democratica del Congo è suddivisa in province (prima del 1998: regioni). Le province (fatta eccezione per quelle costituite da solo territorio urbano, come Kinshasa) sono suddivise in distretti (districts), a loro volta costituiti da territori (territoires). Vi sono inoltre le città (villes), entità indipendenti dai distretti, che possono essere ulteriormente suddivise in comuni (communes)[24].
L'articolo 2 della nuova costituzione, approvata con il referendum del 2005 ed entrata in vigore nel febbraio del 2006, prevede una nuova suddivisione del paese in 25 province, a cui si aggiunge la città/provincia di Kinshasa (articolo 2). La nuova suddivisione amministrativa è in vigore dal febbraio 2009, anche se rimane ancora sulla carta.
L'ordinamento fino al 2009 prevedeva una suddivisione in 11 province:
N° su mappa | Provincia | Nome ufficiale | Popolazione[25] | Area (km²) | Capoluogo |
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1 | Bandundu | Bandundu | 5.201.000 | 295.658 | Bandundu |
2 | Basso Congo | Bas-Congo | 2.835.000 | 53.920 | Matadi |
3 | Equatore | Équateur | 4.820.000 | 403.292 | Mbandaka |
4 | Kasai Occidentale | Kasai-Occidental | 3.337.000 | 154.742 | Kananga |
5 | Kasai Orientale | Kasai-Oriental | 3.830.000 | 170.302 | Mbuji-Mayi |
6 | Katanga | Katanga | 4.125.000 | 496.877 | Lubumbashi |
7 | Kinshasa | Kinshasa | 7.500.000 | 9.965 | Kinshasa |
8 | Maniema | Maniema | 1.246.787 | 132.250 | Kindu |
9 | Kivu Nord | Nord-Kivu | 3.564.434 | 59.483 | Goma |
10 | Orientale | Oriental | 5.566.000 | 503.239 | Kisangani |
11 | Kivu Sud | Sud-Kivu | 2.837.779 | 65.070 | Bukavu |
La nuova costituzione del 2005, oltre alla modifica delle suddivisioni amministrative, prevede l'istituzione di un sistema legislativo bicamerale composto da un Senato e da un'assemblea nazionale. L'esecutivo, interamente di nomina presidenziale, resta composto da 60 membri ed è guidato da un primo ministro.
Il sistema di istruzione nella Repubblica Democratica del Congo è simile a quello del Belgio, in quanto vi sono 6 anni di scuola elementare seguiti da 6 anni di scuola secondaria. Le aeree del paese più istruite sono quelle occidentali, intorno alla capitale Kinshasa, mentre quelle meno istruite sono il Kivu Nord e il Kivu Sud, nell'est.
La nazione, nonostante tenti di fare progressi verso una sanità migliore, è ancora afflitta da malattie facilmente curabili ma molto infettive e mortali, come la malaria trasmessa dalla zanzara anopheles. Endemica nelle zone forestali è la tripanosomiasi africana o malattia del sonno, trasmessa dalla mosca tse-tse.
Le Forces Armées de la République Démocratique du Congo sono le forze armate a cui viene affidata la difesa della Nazione; sono formate dall'Armée Nationale Congolaise (l'esercito), dalla Force Aérienne du Congo (l'aeronautica militare) e dalla Marine du Congo (la marina militare). Queste forze armate contano circa 200 000 uomini ma sono molto caotiche a livello organizzativo e sono colpevoli di massacri indiscriminati e stupri contro la popolazione civile, specialmente nelle zone dell'est nazionale. [26]
La Repubblica Democratica del Congo ha uno dei PIL pro capite più bassi del mondo, nel 2012 era pari a 231 $ nominali e a 647 $ a parità di potere d'acquisto. La sua economia, sebbene al momento dell'indipendenza nel 1960 fosse la seconda più industrializzata del continente dopo quella del Sudafrica, è stata per diversi anni in difficoltà, nonostante il territorio della nazione presenti ingenti risorse naturali come miniere di diamanti, rame, uranio e altri minerali, risorse concentrate maggiormente nella regione del Katanga, sfruttate però da compagnie straniere. Dal 1970 al 2005 il PIL della Repubblica Democratica del Congo è cresciuto con un tasso negativo del 3%, questo vuol dire che la sua situazione economica è peggiorata di anno in anno. L'economia si è deteriorata ulteriormente con il regime di estrema corruzione e cleptocrazia di Mobutu Sese Seko, che ammassò miliardi di dollari sfruttando le miniere di diamanti.
Nel 2009, grazie a investimenti internazionali in settori come l'estrazione mineraria, l'agricoltura, la ripresa all'attività delle centrali elettriche sul fiume Congo e la costruzione di infrastrutture con l'aiuto della Cina, la nazione ha segnato un aumento del PIL del 12%, il più alto del mondo di quell'anno. Nel settore primario, l'agricoltura e la pesca forniscono il contributo più significativo. L'allevamento, diffuso soprattutto nell'est della nazione, è di tipo tradizionale e quindi poco produttivo. Gli scambi commerciali interni riguardano il cacao, il caffè, il cotone, l'olio di palma, il tè, la gomma, lo zucchero e la corteccia di china. Le principali produzioni alimentari, anch'esse destinate al consumo interno, sono: la manioca, le banane, le patate dolci, il riso, il mais, il miglio e i legumi.
Per arte congolese si identifica la produzione inclusa in un'area estesa comprendente il Congo, sia quello un tempo definito Leopoldville sia quello Brazzaville, il Gabon, la parte meridionale del Camerun e quella settentrionale dell'Angola, delineata per affinità stilistiche, per motivazioni artistiche e per unità linguistica.[27]
Nell'arte congolese sono presenti alcune caratteristiche fondamentali, quali:
Nell'ambito dell'arte congolese si distinguono varie correnti associate ai vari popoli abitanti in zone caratteristiche:
Tra gli scrittori della Repubblica Democratica del Congo possiamo ricordare il poeta Kama Sywor Kamanda e il poeta e filosofo Valentin-Yves Mudimbe.
È nota nella Repubblica Democratica del Congo la rumba africana. Tra i cantanti spicca Papa Wemba.
La foresta pluviale ricopre gran parte del bassopiano della Repubblica Democratica del Congo e contiene una grande varietà di specie alcune delle quali rare ed endemiche, fra queste lo scimpanzé, il bonobo, il gorilla di montagna, l'okapi. Cinque dei parchi nazionali del paese sono compresi nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
La guerra civile ha seriamente danneggiato le condizioni economiche e molti dipendenti dei parchi hanno abbandonato il lavoro. Tutti cinque i siti sono elencati nel patrimonio in pericolo. Nell'ultimo secolo la RDC è divenuta il centro principale di quello che è chiamato il problema del bushmeat, considerato uno dei pericoli ambientali più grandi, in pratica consiste nella caccia di animali selvatici con trappole effettuata allo scopo alimentare.
La foresta pluviale della RDC non è fitta come quella della Guinea. Le specie più diffuse sono gli alberi della cola, le palme da olio, varie specie di Ficus e di Coffea. Molto diradate sono le piante di legno pregiato come il mogano e l'ebano. La foresta pluviale si interrompe a sud per lasciare posto, sui rilievi, alla savana e alle steppe. La savana caratterizza anche i rilievi che circondano la depressione del bacino del Congo, sulle montagne occidentali si trovano tratti di foresta lungo il corso dei fiumi. Nella parte finale del Congo sono diffuse le mangrovie e le palme del genere Phoenix spinosa, nelle aree più interne è coltivata la palma da olio.
Particolarmente varia e abbondante è la fauna, tra cui si annovera il leone, l'elefante, il leopardo, lo scimpanzé, il gorilla, la rarissima specie dei bonobo, la giraffa, l'ippopotamo, la zebra, il bufalo e varie specie di rettili e di uccelli; numerosissimi gli insetti, molti dei quali portatori di malattie endemiche, come la mosca tse-tse e la zanzara Anopheles, che trasmette la malaria.
La nazionale di calcio della Repubblica Democratica del Congo ha ottenuto il titolo di campione in Coppa d'Africa nel 1968 e nel 1974.
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