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Pino Scaccia, pseudonimo di Giuseppe Scaccianoce[1] (Roma, 17 maggio 1946 – Roma, 28 ottobre 2020[2]), è stato un giornalista, scrittore e blogger italiano.
Nato a Roma nel 1946, è stato uno degli inviati della RAI. Ha seguito numerosi avvenimenti, dalla Prima guerra del Golfo, alla disgregazione dell'ex Unione Sovietica, dai conflitti dell'ex Jugoslavia con il relativo smembramento, alla crisi in Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq (dove è stato l'ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni), fino alla rivolta in Libia.
Ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, è stato il primo reporter occidentale ad entrare nella centrale di Černobyl', dopo il disastro nell'Ucraina Sovietica, a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia e a mostrare le immagini fino a quel momento segrete dell'Area 51 nel deserto del Nevada, negli Stati Uniti. Si è occupato inoltre di cronaca con particolare riferimento a mafia, terrorismo e sequestri di persona, oltre a terremoti e disastri naturali.
Prima di dedicarsi a tempo pieno all'attività di blogger e scrittore, è stato caporedattore dei servizi speciali del Tg1. È stato docente del master di giornalismo radiotelevisivo all'Università Lumsa di Roma. Ha scritto 15 libri. Pino Scaccia da anni è stato un punto di riferimento per le ricerche dei militari italiani scomparsi in Russia durante la Seconda guerra mondiale. Curava il blog Lettere dal Don. Ha pubblicato quattro saggi con testimonianze, fotografie, lettere, diari di superstiti o caduti dell'ARMIR e curava per Tralerighe libri editore la collana "Amori maledetti".
È morto il 28 ottobre 2020 all'età di 74 anni al Covid hospital di Casal Palocco, a Roma, nel quale era ricoverato da pochi giorni, per complicanze dopo aver contratto il virus COVID-19.[3] I funerali si sono tenuti a Ostia, dove Scaccia risiedeva da decenni.
Nel 2015 ha pubblicato sul suo blog un post (poi rimosso) in cui parlava di una «sconvolgente controinchiesta sull'11 settembre», dando credito alla falsa tesi complottista che vorrebbe delle cariche di dinamite piazzate nelle Torri Gemelle, attingendo, come fonte, da un sito che commercializza gadget sull'11 settembre[4].
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34137221 · ISNI (EN) 0000 0000 6686 8954 · SBN IT\ICCU\LO1V\088798 · LCCN (EN) no2003004595 · NLA (EN) 35274731 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2003004595 |
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=2454323