Piantare in asso

Piantare in asso (anche lasciare in asso) è un'espressione polirematica che viene usata con il significato di "abbandonare qualcuno da un momento all'altro, senza preavviso".

Arianna abbandonata sull'isola di Nasso da Teseo che si allontana sulla nave (Casa di Meleagro, Pompei)

Etimologia

La locuzione, secondo il Dizionario etimologico della Lingua italiana di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, va probabilmente ricondotta al gioco delle carte o dei dadi, nel significato di «fare il punto più basso (l'uno)»[1]. Questa stessa interpretazione della polirematica è presente anche nel Vocabolario etimologico della lingua italiana di Ottorino Pianigiani, secondo cui "lasciare in asso" «vale lasciare solo, abbandonare inaspettatamente o bruscamente, presa la similitudine dall'asso, che sta solo ed è il punto peggiore. In tedesco una locuzione e concetto equivalente è im Stich lassen «lasciare in punto»"[2].

Un'altra teoria, attualmente meno accreditata, ipotizza che "piantare in asso" deriverebbe per corruzione linguistica dall'originaria espressione "piantare in Nasso" è basata sulla mitologia greca: Arianna, dopo aver aiutato con il suo filo l'eroe ateniese Teseo a sconfiggere il Minotauro e ad uscire dal labirinto di Cnosso, fugge insieme agli ateniesi, ma viene abbandonata ("piantata") da Teseo sull'isola di Nasso, per motivi che il mito non chiarisce. L'episodio è citato per esempio da Ovidio nei Fasti e da Igino nelle Fabulae. Nell'italiano colloquiale il toponimo esotico Nasso si sarebbe ben presto trasformato in un più comune "asso": come Paolo Minucci osservava già nelle sue Note al Malmantile racquistato di Lorenzo Lippi del 1688: «Da più si dice "Rimanere in asso"; e ciò segue per corruzione nella pronunzia, che tanto suona "Rimanere in asso", che "rimanere in Nasso", come si dovrebbe dire». Anche Luciano De Crescenzo richiama questa interpretazione nei suoi libri Le donne sono diverse (1999), I grandi miti greci (1999) e Ulisse era un fico (2010).

Secondo l'Accademia della Crusca, piantare in asso avrebbe apparentemente un'origine anteriore a piantare in Nasso: l'impiego della seconda forma risulta comunque formalmente corretto, essendosi attestato nel corso dei secoli parallelamente alla prima.[3]

Equivalenti in altre lingue

Note

  1. ^ Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, seconda edizione a cura di Manlio Cortelazzo e Michele A. Cortelazzo, Zanichelli: Bologna 1999, s.v. asso.
  2. ^ Ottorino Pianigiani, Vocabolario etimologico della lingua italiana. Roma: Albrighi & Segati, 1907, s.v. asso: [1]
  3. ^ Quando Arianna fu piantata in asso (a Nasso) - Consulenza Linguistica - Accademia della Crusca, su accademiadellacrusca.it. URL consultato il 10 febbraio 2022.

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