Paolo Maldini | ||
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Paolo Maldini con il Milan nel 1996 | ||
Nazionalità | Italia | |
Altezza | 186 cm | |
Peso | 85 kg | |
Calcio | ||
Ruolo | Difensore | |
Termine carriera | 1º luglio 2009 - giocatore | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1978-1983 | Milan | |
Squadre di club1 | ||
1984-2009 | Milan | 647 (29)[1] |
Nazionale | ||
1986-1988 | Italia U-21 | 12 (5) |
1987 | Italia olimpica | 1 (1) |
1988-2002 | Italia | 126 (7) |
Palmarès | ||
Mondiali di calcio | ||
Bronzo | Italia 1990 | |
Argento | Stati Uniti 1994 | |
Europei di calcio | ||
Argento | Belgio-Paesi Bassi 2000 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Paolo Cesare Maldini (Milano, 26 giugno 1968) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. È stato vicecampione del mondo nel 1994 e vicecampione d'Europa nel 2000 con la nazionale italiana.
Giocatore di caratura mondiale, considerato tra i migliori nella storia del calcio e da molti definito il miglior difensore di tutti i tempi,[2][3][4][5][6] nel corso della sua carriera, durata 25 anni, ha vestito soltanto la maglia del Milan, con cui ha vinto 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Champions League (con il record di 8 finali giocate, condiviso con Francisco Gento), 5 Supercoppe europee (record condiviso con Toni Kroos), 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.[7] Insieme ai compagni di reparto Mauro Tassotti, Franco Baresi e Alessandro Costacurta, ha composto una delle migliori linee difensive della storia del calcio,[8] consentendo al Milan di stabilire il record assoluto di partite consecutive senza sconfitta (58) nei cinque principali campionati europei (dal 26 maggio 1991 al 14 marzo 1993[9]; 1 anno, 9 mesi e 16 giorni).
Dal 1988 al 2002 ha militato nella nazionale italiana, della quale è stato capitano per otto anni, prendendo parte a quattro campionati mondiali (Italia 1990, Stati Uniti 1994, Francia 1998, Corea del Sud-Giappone 2002) e tre campionati europei (Germania Ovest 1988, Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000). Con la maglia azzurra ha stabilito i record di presenze totali (126)[10] e da capitano (74), poi battuti da Fabio Cannavaro rispettivamente nel 2009 e nel 2010.
Dal 2005[11] al 2020 è stato il calciatore con più presenze nella storia della Serie A (647), prima di essere scavalcato da Gianluigi Buffon,[12] ed è quarto (primo tra gli italiani) per numero di presenze nelle competizioni UEFA per club (174);[13][14] è inoltre il giocatore con più presenze con la maglia del Milan (902).[7] Terzo classificato nella corsa al Pallone d'oro nel 1994[15] e nel 2003,[16] nel 2002 è stato incluso nel FIFA World Cup Dream Team,[17] selezione formata dai migliori undici giocatori della storia del campionato mondiale di calcio, e nel 2004 nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori redatta in occasione del centenario della FIFA; è stato inserito nella formazione ideale di ognuno dei tre campionati europei disputati,[18] oltre che nella "squadra ideale del decennio" dal Sun nel 2009,[19] nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2012[20] e nel miglior undici di tutti i tempi da World Soccer nel 2013;[21] nel 2020 viene inserito nel Dream Team del Pallone d'Oro come miglior terzino sinistro della storia del calcio.[22] Rientra inoltre nella ristretta cerchia dei calciatori con almeno 1000 presenze in carriera (1041) ed è l'unico italiano insieme a Gianluigi Buffon a farne parte.
Quarto dei sei figli dell'allenatore ed ex difensore nonché bandiera del Milan Cesare Maldini (1932-2016) e di sua moglie Marialuisa Mazzucchelli (1935-2016),[23] Maldini si è sposato il 14 dicembre 1994 con l'ex modella italo-venezuelana Adriana Fossa[24] a Villa Borromeo (Cassano d'Adda).[25][26] La coppia ha due figli, Christian (nato il 14 giugno 1996) e Daniel (nato l'11 ottobre 2001),[24] entrambi calciatori e cresciuti nelle giovanili del Milan; il primogenito, anche lui difensore, è attualmente in forza al Lecco, mentre il secondogenito ha esordito come centrocampista offensivo in Serie A con la maglia rossonera il 2 febbraio 2020, seguendo le orme del padre e del nonno, per poi passare in prestito allo Spezia nella stagione 2022/2023[27]; il 6 gennaio 2021 la sua sesta partita coincide con la millesima gara disputata in Serie A con il Milan dai membri della famiglia Maldini, aggiungendosi alle 347 di Cesare ed alle 647 di Paolo.[28]
Negli anni 2000 è stato fondatore e comproprietario, insieme a Christian Vieri, della marca di abbigliamento Sweet Years.[29]
Il 20 maggio 2015, in collaborazione con Riccardo Silva, ha fondato la società calcistica del Miami FC, primo club calcistico professionista della città della Florida, che ha debuttato nella NASL nel 2016.[30]
Difensore molto duttile[31] e in grado di calciare con entrambi i piedi,[32] Maldini ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro[33] (nonostante fosse un destro naturale)[34][35] e poi di difensore centrale;[36][37] in carriera è stato utilizzato anche da terzino destro.[36][38] Talento precoce e longevo,[4] era abile nei tackle[2][39] e nel gioco aereo,[2][40] nonché dotato di grande velocità[2][39] e prestanza fisica.[5][31][41] Tecnico,[31][41] corretto[39][42] e carismatico,[31] possedeva inoltre un ottimo senso della posizione e dell'anticipo[42] ed era estremamente efficace anche in fase offensiva.[31][34][39]
«In 23 anni di carriera non si è mai allontanato da un senso della morale, del dovere, della fedeltà e dell'etica che ne fanno una delle icone del calcio.»
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009, seguendo quindi le orme del padre Cesare nel diventare un elemento simbolo della squadra rossonera.[44]
Il 20 gennaio 1985, all'età di 16 anni, venne convocato per la prima volta in prima squadra dall'allenatore Nils Liedholm, nella trasferta in casa dell'Udinese, per l'assenza di Mauro Tassotti. Maldini, con la maglia numero 14, venne collocato in panchina senza avere l'aspettativa di esordire; invece, a causa dell'infortunio di Sergio Battistini, nella ripresa Liedholm decise di farlo entrare in campo.[45] Maldini giocò come terzino destro, suo ruolo naturale, disputando una buona gara e contribuendo al pareggio rossonero.[46] Liedholm, a fine partita, dichiarò: «Paolo ha un grande avvenire».[46]
All'inizio della stagione successiva Maldini era già una promessa del calcio italiano e diventò titolare del Milan di Liedholm, «un allenatore perfetto per un ragazzo di 16 anni che si portava dietro un cognome importante».[47] A partire da questa stagione venne schierato come terzino sinistro, ruolo con cui poté sfruttare al meglio le sue doti atletiche.
Si confermò anche nella stagione 1986-1987 nella quale il 4 gennaio 1987, a 18 anni, realizzò il primo dei suoi 29 gol in Serie A in Como-Milan (0-1).[48][49]
Il palmarès di Maldini iniziò ad arricchirsi con l'avvento di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Nell'annata 1987-1988 il Milan vinse lo scudetto, mentre l'anno successivo si impose in Europa, aggiudicandosi, il 24 maggio 1989, la Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest al Camp Nou di Barcellona. Furono questi due i primi successi della compagine di Sacchi, che nel 2007 verrà inserita al quarto posto nella classifica delle squadre più forti di tutti i tempi dalla rivista World Soccer.[50] Maldini, titolare inamovibile di quella compagine, era il più giovane all'interno della linea difensiva che formava insieme Franco Baresi, Mauro Tassotti, Filippo Galli e Alessandro Costacurta.
Nel 1988 il Milan vinse la prima edizione della Supercoppa italiana, poi, in virtù della vittoria in Coppa dei Campioni, iniziò la stagione 1989-1990 partecipando alla Supercoppa europea e alla Coppa Intercontinentale, entrambe vinte dai rossoneri. Infine, nel 1990, il Milan si aggiudicò nuovamente la Coppa dei Campioni, per la seconda volta consecutiva, battendo in finale il Benfica al Prater di Vienna.[51][52] Nel marzo 1991 il Milan perse a tavolino la sfida di Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia per essersi rifiutato di continuare la gara dopo il momentaneo spegnimento dei riflettori dello stadio Vélodrome[53] e venne squalificato per un anno dalle competizioni europee.[54] Finì così l'era degli Immortali di Arrigo Sacchi, sostituito al termine della stagione da Fabio Capello, già vice di Liedholm e allenatore dei rossoneri dopo l'esonero di quest'ultimo nell'aprile del 1987.[55]
Nonostante la transizione vissuta dal Milan, Maldini continuò a trovare continuità d'impiego e un rendimento di alto profilo, contribuendo alla vittoria dello scudetto nell'annata 1991-1992. L'anno seguente il Milan vinse subito la Supercoppa italiana,[56] poi bissò il successo in campionato[57] e approdò in finale di UEFA Champions League contro l'Olympique Marsiglia. In finale, mentre la difesa rossonera era impenetrabile, l'attacco faticò a trovare la via del gol. Nei minuti conclusivi del primo tempo Abedi Pelé entrò in area avversaria e Maldini gli fece carambolare il pallone addosso, ottenendo la rimessa dal fondo; l'arbitro Kurt Röthlisberger, tuttavia, concesse erroneamente il calcio d'angolo che portò alla rete di Boli per l'1-0 finale.[58] In questa stagione, Maldini segnò il suo primo gol europeo, il 21 ottobre 1992 in Slovan Bratislava-Milan (0-1).
Nella stagione 1993-1994, il Milan propose un rendimento sulla falsariga della precedente, conquistando sia la Supercoppa italiana a Washington[59] sia lo scudetto, il terzo consecutivo.[60] Il 18 maggio 1994 andò in scena la finale di UEFA Champions League contro il Barcellona ad Atene. Prima di scendere in campo, sulla carta il Barcellona godeva d'un leggero favore nei pronostici. Ciò era dettato più che altro dalle assenze di Franco Baresi e Alessandro Costacurta, la coppia centrale difensiva del Milan. Capello si vide costretto a schierare al centro della difesa proprio Maldini, in coppia con Filippo Galli. L'esperimento riuscì perfettamente e Maldini giocò una gara eccellente, contribuendo al grande successo per 4-0 dei rossoneri sui blaugrana.[61][62] A fine stagione, Maldini venne insignito del titolo di "giocatore dell'anno" dalla rivista World Soccer per l'annata 1994[63] e si classificò terzo, primo dei difensori, nella graduatoria del Pallone d'oro dello stesso anno.[15]
La stagione 1994-1995 iniziò con la vittoria della Supercoppa italiana[64], ma si concluse amaramente per i rossoneri. Dopo tre anni di successi, infatti, il Milan dovette rinunciare presto alla lotta per lo scudetto (a fine stagione si classificò solo quarto)[65] e, il 24 maggio 1995, perse la finale di UEFA Champions League contro l'Ajax per 1-0. Nel 1996 il Milan si aggiudicò nuovamente lo scudetto, per la quarta volta in cinque anni.[66]
Seguirono anni difficili sia per i rossoneri sia per lo stesso Maldini. Fabio Capello lasciò il posto ad Arrigo Sacchi, di ritorno dopo l'esperienza alla guida della nazionale italiana, per la stagione 1996-1997, in cui il Milan si classificò 11º in campionato, e ritornò alla guida dei rossoneri per l'annata successiva,[55] chiusa in 10ª posizione. Il difensore cambiava continuamente ruolo e, complici anche alcune ricadute, non espresse il meglio di sé in campo.
Dalla stagione 1997-1998 divenne capitano del Milan, ereditando la fascia da Franco Baresi che lasciò il calcio alla fine della stagione precedente. Lo stesso passaggio di testimone era già avvenuto nel 1994 nella nazionale italiana. «Il mio sarà un impegno di grande responsabilità, soprattutto quest'anno perché ci sono tanti giocatori nuovi. Sono comunque felice, ho avuto un grande maestro per 10 anni. Spero di avere preso da Franco qualcuna delle sue doti», commentò il neo capitano del Milan, che avrebbe mantenuto tale ruolo per 12 stagioni, fino al termine della sua carriera.[67]
Nel 1999, guidato da Alberto Zaccheroni, il Milan riconquistò lo scudetto, il primo da capitano per il difensore rossonero.[68] Seguiranno due stagioni concluse rispettivamente al 3º al 6º posto.
Gli anni 2000 segnarono una svolta per la carriera di Maldini e per il Milan, soprattutto grazie agli arrivi dell'allenatore Carlo Ancelotti e del difensore Alessandro Nesta dalla Lazio. Con Nesta, Maldini formava una coppia difensiva ben assortita e che per anni difese la porta rossonera, assieme all'estremo difensore Dida. Alla 28ª giornata del campionato 2002-2003, nel derby Inter-Milan, Maldini venne sostituito per una frattura al setto nasale dopo la gomitata involontaria rifilatagli da Christian Vieri.[69] Nelle partite successive al derby, Maldini indossò per circa un mese una maschera facciale protettiva.[70] Il 28 maggio 2003, all'Old Trafford di Manchester, sollevò la UEFA Champions League a 40 anni esatti di distanza dal giorno in cui proprio suo padre Cesare Maldini si laureò campione d'Europa, anch'egli come capitano del Milan e anch'egli in Inghilterra (a Londra). La Coppa dei Campioni del 2002-2003 fu, inoltre, il primo trofeo materialmente sollevato da Paolo Maldini in qualità di capitano.[71][72] A questo alloro seguì la vittoria della Coppa Italia, ottenuta battendo in finale la Roma. Nella stagione stagione 2003-2004 il Milan vinse il suo 17º scudetto e nell'aprile 2004 Maldini risultò 10º nell'UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d'Europa dei cinquant'anni precedenti; il difensore rossonero risultò il secondo calciatore italiano nella graduatoria dopo Dino Zoff.[73][74]
L'annata 2004-2005 vide il Milan vincitore in Supercoppa italiana e finalista in UEFA Champions League contro il Liverpool.[75] Al 1º minuto di gioco della finale di Champions, disputata allo stadio olimpico Atatürk di Istanbul, fu proprio Maldini ad aprire le marcature della partita, realizzando il gol più veloce in un atto conclusivo di Champions League e diventando il marcatore più anziano ad aver segnato nella finale di questa competizione.[76] Prima dell'intervallo, il Milan si portò sul 3-0 grazie alla doppietta di Crespo, ma nel secondo tempo il Liverpool raggiunse i rossoneri sul 3-3 in soli sei minuti di gioco e vinse poi la gara ai rigori, dopo che i tempi supplementari si erano chiusi senza ulteriori reti.[77] Il 25 settembre 2005 Maldini superò il primato di Zoff, giocando per la 571ª volta in campionato:[11] la settimana seguente segnò, contro la Reggina in Serie A, l'unica doppietta della propria carriera.[78] Nella stagione 2006-2007 il Milan si classificò quarto in campionato e raggiunse ancora una volta la finale di UEFA Champions League: il 23 maggio, ancora opposti al Liverpool, come nel 2005, i rossoneri riscattarono la sconfitta di due anni prima, battendo per 2-1 gli inglesi al termine di una partita caratterizzata dalla doppietta di Inzaghi, cui seguì, nel finale, il gol del Liverpool con Dirk Kuijt. La marcatura dell'olandese non impedì al capitano Maldini di sollevare nuovamente, a quattro anni di distanza, la sua quinta Champions League, la settima per il club meneghino;[79][80][81] All'età di 38 anni e 331 giorni, Maldini divenne così, insieme a Francisco Gento, l'unico calciatore ad aver disputato 8 finali della UEFA Champions League,[82] oltre che il vincitore più vecchio della competizione.[83] In precedenza, in occasione di Catania-Milan del 13 maggio 2007 (1-1), Maldini aveva toccato la storica soglia delle 600 partite in Serie A.[84][85]
Il rapporto con la Curva Sud |
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Maldini non ha mai legato con i tifosi organizzati della Sud di San Siro.[86] Il capitano rossonero si è sempre rifiutato di partecipare alle riunioni e di presentarsi alle feste degli ultras, e ha sempre criticato gli atteggiamenti violenti della curva.[86] L'inizio di questi dissidi coincide con il giorno successivo alla sconfitta di Istanbul contro il Liverpool:[86] Maldini sembrerebbe essersi rifiutato di rispondere adeguatamente alle domande degli ultras sul perché di quella sconfitta e, secondo alcune fonti, avrebbe chiamato «poveri pezzenti» un gruppo di tifosi che lo contestavano.[87] A questo episodio segue il dito davanti alla bocca dopo l'eliminazione dalla Coppa UEFA per mano del Werder Brema nel 2009 in risposta ai fischi della tifoseria.[86] I dissidi tra Maldini e gli ultras sono poi culminati nella partita d'addio al calcio del capitano rossonero. In questa occasione, un gruppo di tifosi ha contestato Maldini con due striscioni e invocato con coro il nome di Franco Baresi.[87] Dopo quella protesta, Maldini commentò così: «Non è stato un momento facile ed è stato tra l'altro inaspettato. C'erano settantamila spettatori quel giorno, ma ricordiamo solo quella piccola frangia di tifosi. Sono una persona pensante, ho detto le cose come stavano. Con il tempo ho capito che quello è stato un successo perché ha marcato una linea ancora più grossa tra me e quel tipo di calcio, non penso che quello sia il futuro dello sport».[88] |
Il 16 dicembre 2007, aggiudicandosi la Coppa del mondo per club dopo che il Milan batté in finale il Boca Juniors, mise in bacheca il 26º trofeo della propria carriera, il 13º in ambito internazionale. È stato, inoltre, il primo capitano di una formazione del vecchio continente ad alzare questo trofeo.[89] Il 16 febbraio 2008, nella gara contro il Parma al Tardini, entrando in campo a partita iniziata al posto di Jankulovski, raggiunse, primo italiano a riuscirci,[90] il traguardo delle 1 000 partite da professionista,[49][91] di cui 861 con il Milan, 12 con l'Under-21, una con l'Olimpica e 126 con la nazionale maggiore.[92] Giocò la sua ultima partita in UEFA Champions League il 4 marzo 2008 a San Siro contro l'Arsenal, nella sconfitta interna per 2-0 che sancì l'eliminazione del Milan dalla UEFA Champions League 2007-2008 agli ottavi di finale. Il 30 marzo 2008 realizzò il suo ultimo gol con la maglia rossonera, nella sconfitta a San Siro contro l'Atalanta (1-2).
Il 16 maggio 2009 disputò la 900ª partita ufficiale in maglia rossonera,[49] scendendo in campo contro l'Udinese al Friuli, lo stesso stadio dove nel 1985 aveva esordito in Serie A[93][94] e, nel 2005, aveva festeggiato i 20 anni da calciatore professionista.[95]
Il 24 maggio 2009 Maldini giocò per l'ultima volta a San Siro, nella partita persa per 3-2 contro la Roma. La cerimonia d'addio si svolse con la consegna ai tifosi di album di figurine e di una sciarpa commemorativa.[96] Inoltre la squadra rossonera indossò per l'occasione la nuova divisa 2009-2010 con una patch commemorativa, che raffigurava il volto di Maldini e la frase "Tre Solo per Te".[96][97]
Durante il giro di campo finale (pur nel contesto di uno stadio con quasi 70 000 spettatori che si alzarono in piedi ad applaudirlo), compresi i tifosi ospiti della Roma, il difensore fu contestato da un settore di tifosi organizzati della Curva Sud: questi intonarono cori a favore dell'ex capitano Franco Baresi ed esposero alcuni striscioni polemici verso Maldini, in relazione ad alcune considerazioni del capitano milanista sul tifo organizzato, rovinando così in parte il suo congedo al calcio giocato.[86][97] Secondo Carlo Ancelotti, però, la contestazione fu solo una goccia d'acqua in un oceano pieno d'affetto.[98] Il 31 maggio 2009, a Firenze, Maldini disputò la sua ultima partita, Fiorentina-Milan (0-2) nella quale raggiunse le 902 presenze in gare ufficiali con il Milan.[99]
Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, il Milan ha deciso di ritirare la maglia numero 3, per anni indossata da Maldini, come già accaduto per la maglia numero 6 di Franco Baresi. Le uniche persone che potrebbero ancora avere assegnata tale maglia sono i suoi figli Christian e Daniel, avuti con la moglie Adriana Fossa ed anche loro già militanti nelle giovanili del Milan.[100] Nel 2020 Daniel Maldini ha effettivamente esordito in prima squadra, indossando però la maglia numero 98.[101]
Il 28 agosto 2009, a Monte Carlo, Paolo Maldini fu premiato dalla UEFA nel corso dei sorteggi per la fase a gironi della UEFA Champions League 2009-2010. Il riconoscimento alla carriera fu consegnato a Maldini dall'allora presidente della UEFA Michel Platini, che chiese al pubblico di alzarsi in piedi in onore della gloriosa carriera dell'ex capitano rossonero.[102] Il 17 novembre 2009 il quotidiano spagnolo Marca insignì Maldini del premio Marca Leyenda per "l'ineguagliabile carriera e il palmarès dell'ex giocatore del Milan".[103][104] A Maldini successe come capitano della formazione rossonera Massimo Ambrosini.
Nel 1986 è stato chiamato dal padre Cesare in nazionale Under-21, con la quale ha giocato per due anni prima della chiamata in nazionale maggiore da parte del commissario tecnico Azeglio Vicini.
Il debutto in nazionale avviene il 31 marzo 1988, a 19 anni, nella partita Jugoslavia-Italia (1-1) disputata a Spalato.[49] Nello stesso anno, Maldini viene convocato per disputare il campionato d'Europa 1988 e gioca da titolare le quattro partite disputate dagli Azzurri, sconfitti in semifinale dall'Unione Sovietica. Diventato ormai un perno della formazione azzurra, Maldini viene convocato per il campionato del mondo 1990, giocato in casa e terminato al 3º posto. Il giovane difensore viene impiegato in tutte le partite disputate dall'Italia che vede sfumare il sogno di vittoria in semifinale, nella storica sfida persa ai rigori contro l'Argentina di Diego Armando Maradona.[105]
Fallita la qualificazione al campionato d'Europa 1992, Vicini viene sostituito da Arrigo Sacchi, sotto la cui gestione Maldini segna il suo primo gol in nazionale, il 20 gennaio 1993 a Firenze contro il Messico (2-0).[49] Convocato da Arrigo Sacchi per il campionato del mondo 1994, Maldini disputa tutte le gare giocate dagli Azzurri fino alla finale persa ai rigori contro il Brasile, nella quale viene impiegato come difensore centrale.[106]
Dopo l'addio di Franco Baresi, Maldini diventa il nuovo capitano degli Azzurri e partecipa al campionato d'Europa 1996, dove l'Italia viene eliminata al primo turno.[107]
Alla fine del 1996 suo padre Cesare Maldini prende il posto di Arrigo Sacchi come selezionatore. Sotto la sua guida, Paolo Maldini disputa il campionato del mondo 1998 in Francia; è titolare in tutte le partite disputate dalla nazionale, che viene sconfitta ai quarti di finale dalla Francia padrona di casa, ancora una volta ai rigori.[108]
Due anni dopo, sotto la guida di Dino Zoff, è finalista al campionato d'Europa 2000. La finale vede gli italiani contrapposti ai francesi, che pareggiano a meno di un minuto dalla fine del secondo tempo regolamentare e poi trovano il golden goal nei supplementari.[109]
Il 7 ottobre 2000, giorno della prima vittoria di Giovanni Trapattoni sulla panchina azzurra in Italia-Romania (3-0), Maldini festeggia la sua 113ª presenza in nazionale, superando il record di Zoff.[110]
Due anni dopo è ancora titolare al campionato del mondo 2002, dove l'Italia viene eliminata agli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud. Durante la gara contro i coreani, arrivata fino ai tempi supplementari, un suo errore permette all'attaccante Ahn Jung-hwan di realizzare il golden goal che elimina gli Azzurri.[111] Al termine della manifestazione, risentito per le critiche ricevute, Maldini decide di dire addio alla maglia azzurra poco prima di compiere 34 anni, nonostante il CT Giovanni Trapattoni avesse cercato di dissuaderlo.[112] Nel 2004, in vista dell'Europeo, declina di nuovo la convocazione in nazionale.[113]
Con la maglia azzurra ha disputato 126 partite, di cui 74 come capitano, realizzando 7 gol.[10][114] Nei campionati del mondo ha collezionato 23 presenze (seconda prestazione di sempre dopo le 25 partite di Lothar Matthäus che però giocò 5 edizioni contro le 4 di Maldini), in queste ha stabilito il record assoluto per i minuti giocati: 2.216.[115][116]
Nel giugno 2009, dopo il suo ritiro, Maldini viene contattato dal Chelsea per entrare a far parte dello staff tecnico della squadra londinese ricoprendo il ruolo di team manager o di vice del nuovo allenatore Carlo Ancelotti.[117] Il 30 giugno 2009, tuttavia, lo stesso Ancelotti ha annunciato che Maldini aveva rifiutato tale offerta.[118]
Il 5 agosto 2018, nove anni dopo il suo ritiro da giocatore, fa ritorno al Milan, venendo annunciato come direttore dello sviluppo strategico dell'area sport alle dipendenze del fondo d'investimento statunitense Elliott Management Corporation guidato da Paul Singer.[119] Il 14 giugno 2019 viene nominato direttore dell'area tecnica in sostituzione del dimissionario Leonardo, suo ex compagno da giocatore.[120] Dopo due stagioni concluse rispettivamente al quinto e al sesto posto, nell'annata 2020-2021 il Milan si qualifica alla Champions League dopo sette anni di assenza. Nella stagione successiva il club rossonero torna a vincere il campionato, a undici anni di distanza dalla precedente affermazione: per Maldini si tratta del primo trofeo da dirigente.[121]
La sua posizione viene confermata anche dal fondo d'investimento statunitense RedBird Capital Partners, che nell'estate del 2022 subentra a Elliott.[122] Al termine della stagione, che vede i rossoneri concludere il campionato al quarto posto (grazie alla penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus) e raggiungere le semifinali di UEFA Champions League, emergono delle divergenze con la proprietà riguardanti il modello di gestione del club.[123] Il 6 giugno 2023 il Milan comunica di aver concluso il rapporto con Maldini.[124]
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1984-1985 | Milan | A | 1 | 0 | CI | 0 | 0 | - | - | - | - | - | - | 1 | 0 |
1985-1986 | A | 27 | 0 | CI | 6 | 0 | CU | 6 | 0 | TE | 1 | 0 | 40 | 0 | |
1986-1987 | A | 29+1[125] | 1+0[125] | CI | 7 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 1 | |
1987-1988 | A | 26 | 2 | CI | 1 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 29 | 2 | |
1988-1989 | A | 26 | 0 | CI | 7 | 0 | CC | 7[126] | 0 | SI | 0 | 0 | 40 | 0 | |
1989-1990 | A | 30 | 1 | CI | 6 | 0 | CC | 8 | 0 | SU+CInt | 2+1 | 0 | 47 | 1 | |
1990-1991 | A | 26 | 4 | CI | 3 | 0 | CC | 4 | 0 | SU+CInt | 1+1 | 0 | 35 | 4 | |
1991-1992 | A | 31 | 3 | CI | 7 | 1 | - | - | - | - | - | - | 38 | 4 | |
1992-1993 | A | 31 | 2 | CI | 8 | 0 | UCL | 10 | 1 | SI | 1 | 0 | 50 | 3 | |
1993-1994 | A | 30 | 1 | CI | 2 | 0 | UCL | 10 | 1 | SI+SU+CInt | 1+2+1 | 0 | 46 | 2 | |
1994-1995 | A | 29 | 2 | CI | 1 | 0 | UCL | 11 | 0 | SI+SU+CInt | 0+1+1 | 0 | 43 | 2 | |
1995-1996 | A | 30 | 3 | CI | 3 | 0 | CU | 8 | 0 | - | - | - | 41 | 3 | |
1996-1997 | A | 26 | 1 | CI | 3 | 0 | UCL | 6 | 0 | SI | 1 | 0 | 36 | 1 | |
1997-1998 | A | 30 | 0 | CI | 7 | 0 | - | - | - | - | - | - | 37 | 0 | |
1998-1999 | A | 31 | 1 | CI | 2 | 0 | - | - | - | - | - | - | 33 | 1 | |
1999-2000 | A | 27 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 6 | 0 | SI | 1 | 0 | 38 | 1 | |
2000-2001 | A | 31 | 1 | CI | 4 | 0 | UCL | 14 | 0 | - | - | - | 49 | 1 | |
2001-2002 | A | 15 | 0 | CI | 0 | 0 | CU | 4 | 0 | - | - | - | 19 | 0 | |
2002-2003 | A | 29 | 2 | CI | 1 | 0 | UCL | 19 | 0 | - | - | - | 49 | 2 | |
2003-2004 | A | 30 | 0 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | SI+SU+CInt | 1+1+1 | 0 | 42 | 0 | |
2004-2005 | A | 33 | 0 | CI | 0 | 0 | UCL | 13 | 1 | SI | 1 | 0 | 47 | 1 | |
2005-2006 | A | 14 | 2 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 23 | 2 | |
2006-2007 | A | 18 | 1 | CI | 0 | 0 | UCL | 9 | 0 | - | - | - | 27 | 1 | |
2007-2008 | A | 17 | 1 | CI | 0 | 0 | UCL | 4 | 0 | SU+Cmc | 0+2 | 0 | 23 | 1 | |
2008-2009 | A | 30 | 0 | CI | 0 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 32 | 0 | |
Totale carriera | 647+1 | 29 | 72 | 1 | 161 | 3 | 21 | 0 | 902 | 33 |
Nel 2016 Paolo Maldini ha ricevuto il One Club Man Award, riconoscimento istituito e assegnato dalla squadra spagnola dell'Athletic Bilbao a calciatori che hanno militato per tutta la carriera calcistica in un solo club.[156]
Il 12 marzo 2018 una targa con il nome di Paolo Maldini è stata inserita nel percorso Walk of Fame dello sport italiano[157] al parco olimpico del Foro Italico a Roma, riservato agli sportivi italiani che si sono distinti per i risultati ottenuti in campo internazionale.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 160029294 · ISNI (EN) 0000 0001 0735 8206 · SBN RAVV096134 · GND (DE) 1175709700 · BNE (ES) XX5020275 (data) · CONOR.SI (SL) 305678691 · WorldCat Identities (EN) viaf-160029294 |
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