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Paolo Maddalena | |
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Vicepresidente della Corte costituzionale | |
Durata mandato | 10 dicembre 2010 – 30 luglio 2011 |
Presidente | Ugo De Siervo Alfonso Quaranta |
Giudice della Corte costituzionale della Repubblica italiana | |
Durata mandato | 30 luglio 2002 – 30 luglio 2011 |
Predecessore | Massimo Vari |
Successore | Aldo Carosi |
Tipo nomina | Elezione da parte della Corte dei conti |
Dati generali | |
Università | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Professione | Magistrato |
Paolo Maddalena (Napoli, 27 marzo 1936) è un giurista, magistrato e accademico italiano, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
Subito dopo la laurea (conseguita presso l'Università di Napoli nel 1958), Maddalena iniziò l'attività didattica e di ricerca nell'ambito del diritto romano, come assistente di Antonio Guarino. Libero docente di Istituzioni di diritto romano dal 1971, successivamente al suo ingresso in magistratura spostò i suoi interessi verso il diritto amministrativo e costituzionale. I principali risultati in questo settore hanno riguardato una nuova configurazione della responsabilità amministrativa e la tesi della risarcibilità del danno pubblico ambientale. Dopo avere insegnato per alcuni anni nell'Università degli Studi di Pavia, parallelamente al suo impegno come magistrato, dal 1991 al 1998 è stato titolare della cattedra Jean Monnet Diritto della Comunità Europea per il patrimonio culturale ed ambientale presso l'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo. In questo periodo si è occupato, in numerosi scritti, anche dei profili istituzionali ed ordinamentali dell'Unione europea. Presidente dell'associazione di promozione sociale Attuare la Costituzione dal 2017. Dal 5 settembre 2019 è a capo della Consulta sul Debito del Comune di Napoli (Audit).
Maddalena è entrato nella Magistratura della Corte dei Conti nel 1971. Dopo un lungo periodo trascorso presso la Procura Generale, nell'ultimo periodo, dal 1995, è stato Procuratore regionale del Lazio della magistratura contabile. Ha avuto modo di applicare le tesi da lui prospettate in sede scientifica sia collaborando allo svolgimento di numerose istruttorie, in particolare su temi ambientali, sia svolgendo incarichi di diversa natura. Tra l'altro ha fatto parte del gruppo Ecologia e Territorio istituito presso la Corte suprema di cassazione, ed è stato Capo di gabinetto del ministro della Pubblica istruzione Gerardo Bianco (1989-1991) e Capo ufficio legislativo presso il Ministero dell'ambiente.
Dopo una lunga carriera nella quale ha coniugato l'attività di studio e ricerca nei settori del diritto romano, diritto amministrativo e costituzionale e diritto ambientale con le funzioni di magistrato, culminate con la nomina alle funzioni di presidente di sezione della Corte dei conti, il 17 luglio 2002 è stato eletto alla Corte costituzionale nella quota riservata alla magistratura contabile. Ha assunto le sue funzioni dopo aver giurato il 30 luglio dello stesso anno.
Il 10 dicembre 2010 è stato nominato vicepresidente della Corte dal neoeletto presidente Ugo De Siervo, carica nella quale è stato riconfermato il 6 giugno 2011 dal neoeletto presidente Alfonso Quaranta. Tra il 30 aprile 2011 e il 6 giugno dello stesso anno ha svolto le funzioni di presidente della Corte. Il suo mandato alla Consulta è giunto a termine il 30 luglio 2011.
Il 1º aprile 2014 è stato nominato esperto a titolo gratuito dal Sindaco di Messina Renato Accorinti, per le politiche di giurisdizione costituzionale per i beni comuni.[1] Nel 2016 ha espresso posizioni vicine al movimento No Cav schierandosi a favore della tutela delle Alpi Apuane[2][3].
Il 16 gennaio 2022 viene proposto da 40 parlamentari, per la maggior parte fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2022.[4] Risulta il più votato al I e al II scrutinio,[5] prima di rifutare l'opportunità di essere eletto.[6]
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana | |
«Giudice costituzionale. Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 20 settembre 2002[7] |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 2712431 · ISNI (EN) 0000 0001 2019 8892 · LCCN (EN) n2011039186 · BNF (FR) cb145615144 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n2011039186 |
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2022-01-31 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=2023791