Palermo Milano - Solo andata

Palermo Milano - Solo andata
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Leofonte e Di Venanzio in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1995
Durata109 min
Generepoliziesco, drammatico, thriller
RegiaClaudio Fragasso
SoggettoClaudio Fragasso, Rossella Drudi
SceneggiaturaRossella Drudi
ProduttoreRoberto Di Girolamo, Pietro Innocenzi
Casa di produzioneGlobe Films, Production Group
Distribuzione in italiano20th Century Fox
FotografiaGiancarlo Ferrando
MontaggioUgo De Rossi
Effetti specialiPaolo Ricci
MusichePino Donaggio
ScenografiaPaolo Innocenzi
CostumiStefano Giambanco
TruccoLuisa Di Fraia
Interpreti e personaggi

«Quando la paura fa diventare uomini.»

(Tagline del film[1])

Palermo Milano - Solo andata è un film del 1995, diretto da Claudio Fragasso.

Nel 2007 è uscito nelle sale il sequel, Milano Palermo - Il ritorno.

Trama

Durante un interrogatorio presieduto dal giudice Laurenti, il pentito di mafia Marinnà ha fatto il nome dell'insospettabile Turi Arcangelo Leofonte, soprannominato "il ragioniere della mafia" a causa dei suoi rapporti con la criminalità organizzata. Si decide di trasferire Leofonte da Palermo a Milano per testimoniare contro il potente boss Scalia, membro del clan dei Corleonesi e in affari con la Sacra Corona Unita. Viene formata una scorta di polizia guidata dal giovane ma già esperto commissario Nino Di Venanzio, e composta dagli agenti Remo Matteotti, Tarcisio Proietti, Saro Ligresti, Paola Terenzi, Valerio Barreca e Maria Pia Di Meo, tutti al primo incarico di questo genere.

L'operazione, soprannominata "Ulisse", consiste nel prelevare la famiglia Leofonte da casa e portarla all'aeroporto seguendo il tragitto Palermo-Capaci-Cinisi-aeroporto di Punta Raisi. La squadra viene divisa in tre pattuglie: la prima è composta da Nino Di Venanzio, Paola Terenzi, e Saro Ligresti, con il compito di scortare Turi Arcangelo Leofonte; la seconda è formata da Valerio Barreca e Maria Pia Di Meo, e deve scortare il figlio piccolo Nicola e la madre Franca Gravina; la terza è composta da Remo Matteotti e Tarcisio Proietti, e ha l'incarico di prelevare da una festa Chiara, la figlia diciassettenne di Leofonte, e scortarla insieme agli altri.

Durante il trasporto in aeroporto, le prime due squadre che viaggiano insieme subiscono un agguato, e gli agenti Barreca e Di Meo, insieme a Franca Leofonte e a suo figlio Nicola, perdono la vita, colpiti dalla raffica di proiettili. Di Venanzio telefona alla terza squadra per avvertire i colleghi dell'accaduto, indicando loro un altro luogo dove incontrarsi e ordinando di non informare Chiara. Poi telefona al giudice Laurenti avvertendolo che le squadre avrebbero scortato la famiglia Leofonte direttamente a Milano.

La notte stessa che il pentito Leofonte viene contattato si scatena una violentissima faida nelle carceri, che provoca l'uccisione di tredici pentiti, fra cui lo stesso Marinnà; ora Turi Leofonte non ha più nessuno che lo accusa e potrebbe quindi rifiutarsi di collaborare con la giustizia. Successivamente Leofonte, con uno stratagemma, fa sapere telefonicamente a un affiliato del boss che si sarebbe vendicato della morte della moglie e del figlio, non solo svelando tutti gli affari occulti di Scalia, ma soprattutto giurando di risparmiare soltanto chi non è stato coinvolto, direttamente o meno, nell'omicidio.

Durante il viaggio, mentre si trova in Puglia, in accordo con il giudice Laurenti, Di Venanzio decide di incontrarsi con un'altra scorta in un Grand Hotel. Saro Ligresti riceve una telefonata da Zangardi, l'uomo che doveva incontrare, e che gli comunica che anche lui ha subito un attentato e che quelli presenti al Grand Hotel sono in realtà dei sicari. Dopo una cruenta sparatoria, la squadra riesce a scappare. Di Venanzio decide di continuare il viaggio in treno. Fra Tarcisio e Chiara nasce una brevissima relazione sentimentale.

Il giorno dopo, la scorta decide di affittare due macchine ma, durante una sosta ad un autogrill, Tarcisio riconosce un uomo già presente durante l'agguato al Grand Hotel: scoppia così una violenta sparatoria, nella quale anche Tarcisio perde la vita. Successivamente, la squadra giunge a Milano con un pullman che, però, rimane bloccato nel traffico a causa di un corteo di carnevale. Di Venanzio, a questo punto, decide di scendere dal bus e proseguire a piedi verso il tribunale. Tutta la squadra, armata fino ai denti, quindi si incammina, venendo subito notata da numerosi gruppi di poliziotti e finanzieri, che si uniscono ad essa lungo il tragitto. La nutrita scorta attraversa la galleria Vittorio Emanuele II e la Piazza del Duomo di Milano, sotto gli sguardi meravigliati dei passanti, fino alla consegna del pentito Leofonte davanti al giudice.

Produzione

Il luogo dell'attentato contro Leofonte è la Piazza dell'Anfiteatro di Lucca, che però nella finzione filmica diventa una località siciliana; inoltre, nella città toscana è ambientata anche la sequenza della tentata fuga di Chiara. Le scene in Puglia sono state girate ad Ostuni, Fasano e Brindisi.[senza fonte]

Riconoscimenti

Note

  1. ^ La locandina di "Palermo Milano solo andata" [collegamento interrotto], su movieplayer.it. URL consultato il 20 dicembre 2010.

Bibliografia

Collegamenti esterni

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Informazione

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