Michele Zagaria (San Cipriano d'Aversa, 21 maggio 1958[1]) è un mafioso italiano, boss dell'organizzazione camorristica del clan dei casalesi, e soprannominato Capastorta[2].
Cresce tra le strade di San Cipriano d’Aversa dove entra in giovane età a far parte della Camorra locale e più tardi diverrà luogotenente della zona compresa tra San Cipriano d’Aversa e Casapesenna. Siccome fu il primo boss a controllare il territorio casapesennese, molte volte all’interno delle Serie TV e delle Fiction a lui ispirate, viene definito Padrino di Casapesenna.
Il 26 luglio 2010 la polizia scientifica ha diffuso il suo identikit realizzato sulla base delle descrizioni di collaboratori di giustizia.[3]
Ricercato dal 1995, dopo anni di indagini, il 7 dicembre 2011, il personale della III Sezione della Squadra Mobile di Napoli[4] arrestò Michele Zagaria, scovato all'interno di un bunker di cemento armato, costruito sotto un'abitazione di Casapesenna.
Il blitz, scattato all'alba, terminò verso mezzogiorno quando il latitante, ormai senza più vie di fuga e senza elettricità, si arrese. All'operazione partecipò, come supporto, personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Caserta e del Reparto Prevenzione Crimine Campania. Le indagini erano coordinate da un pool di magistrati della DIA di Napoli. Le prime parole verso il procuratore, della ex primula rossa, dopo la cattura, furono: «Avete gridato voi lo Stato ha vinto? Lo avete detto voi? Lo Stato vince sempre, lo so.»[5][6]
Oltre a essere il capo del clan dei casalesi, viene considerato il "re del cemento" a livello nazionale.[7] I suoi interessi, negli appalti pubblici e non, partono dalla Campania per estendersi fino al Lazio, la Toscana, l'Umbria, l'Abruzzo, la Lombardia e, in particolare, l'Emilia-Romagna.[8] Secondo le ultime rivelazioni dell'antimafia di Bologna, il clan di Michele Zagaria comanda la rete degli affari relativi al cemento in Emilia-Romagna.[9][10]
Inoltre, Zagaria ha dimostrato di riuscire a egemonizzare anche il territorio delle 'ndrine calabresi, portandovi alte quantità di cemento. E, qualora la linea veloce raggiungesse Reggio Calabria, il clan Zagaria è pronto a infiltrarsi senza opposizioni delle 'ndrine locali.[11]
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