Meyer Lansky, nato Meyer Suchowlański[1] (Hrodna, 4 luglio 1902 – Miami, 15 gennaio 1983), è stato un mafioso bielorusso naturalizzato statunitense, esponente principale del cosiddetto "Sindacato ebraico".
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(Meyer Lansky) |
Lansky nacque a Hrodna, al secolo denominata Grodno e capoluogo dell'omonimo governatorato russo (oggi parte della Bielorussia), il 4 luglio 1902 in una famiglia ebraica ashkenazita d'origine polacca[2][3]. A causa di diverse esperienze antisemitiche patite in patria, culminate con un pogrom[4], la sua famiglia decise di emigrare negli Stati Uniti, a New York, nel 1911.
Il suo primo incontro con uno dei massimi esponenti della mafia newyorkese, Lucky Luciano, avvenne sui banchi di scuola: Luciano dava protezione ai compagni di corso in cambio di denaro, ma Lansky si rifiutò di pagare; ebbe così iniziò una colluttazione alla fine della quale i due divennero tuttavia amici.
Lansky fu fondamentale nell'ascesa di Luciano nel mondo della malavita: fu lui che assoldò alcuni killer ebrei per eliminare Salvatore Maranzano, che cospirava per l'uccisione di Luciano.
Lansky fu in combutta con molti altri gangster ebrei in auge dagli anni trenta in poi, tra cui Bugsy Siegel. Quando, nel 1936, Luciano fu incarcerato, Lansky trasferì la propria sede operativa in Florida, a New Orleans e a Cuba. Assieme a Siegel fu uno dei promotori del progetto Las Vegas che avrebbe portato alla maggiore espansione della città del Nevada conosciuta per il gioco d'azzardo.
Dopo la condanna - per evasione fiscale - di Al Capone, Lansky trasferì presso banche europee gran parte del denaro proveniente dall'attività dei casinò. Durante la seconda guerra mondiale fu "utilizzato" dalla marina statunitense per scovare infiltrati e sabotatori tedeschi.
Nello stesso periodo cercò di difendere in varie riunioni di capimafia il suo socio Siegel, cui veniva imputato il fallimento del progetto Las Vegas, ma Siegel non riuscirà a scampare al proprio destino, venendo ucciso nel 1947.
Negli anni sessanta Meyer Lansky - che nel frattempo aveva iniziato ad investire fondi di provenienza illecita nel business degli hotel - venne coinvolto in affari di droga, contrabbando, prostituzione ed estorsione.
Problemi con il fisco lo costrinsero, verso la fine degli anni settanta, a fare aliyah in Israele, dove tentò, invano, di prenderne la cittadinanza.
In Israele visse tre anni prima di fare ritorno negli Stati Uniti, in Florida, dove morì nel 1983 a causa di un cancro.
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