Matteo Renzi | |
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Matteo Renzi nel 2015 | |
Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 22 febbraio 2014 – 12 dicembre 2016 |
Capo di Stato | Giorgio Napolitano Sergio Mattarella |
Predecessore | Enrico Letta |
Successore | Paolo Gentiloni |
Presidente del Consiglio dell'Unione europea | |
Durata mandato | 1º luglio 2014 – 31 dicembre 2014 |
Predecessore | Antōnīs Samaras |
Successore | Laimdota Straujuma |
Segretario del Partito Democratico | |
Durata mandato | 15 dicembre 2013 – 19 febbraio 2017 |
Presidente | Gianni Cuperlo Matteo Orfini |
Predecessore | Guglielmo Epifani |
Successore | Matteo Orfini (ad interim) |
Durata mandato | 7 maggio 2017 – 12 marzo 2018 |
Presidente | Matteo Orfini |
Predecessore | Matteo Orfini (ad interim) |
Successore | Maurizio Martina |
Sindaco di Firenze | |
Durata mandato | 24 giugno 2009 – 24 marzo 2014 |
Predecessore | Leonardo Domenici |
Successore | Dario Nardella |
Presidente della Provincia di Firenze | |
Durata mandato | 13 giugno 2004 – 8 giugno 2009 |
Predecessore | Michele Gesualdi |
Successore | Andrea Barducci |
Leader di Italia Viva | |
In carica | |
Inizio mandato | 18 settembre 2019 |
Predecessore | Carica istituita |
Senatore della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 23 marzo 2018 |
Legislature | XVIII |
Gruppo parlamentare |
- Partito Democratico (fino al 17 settembre 2019) - Italia Viva - PSI (dal 18 settembre 2019) |
Circoscrizione | Toscana |
Collegio | Firenze |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Italia Viva (dal 2019) In precedenza: PPI (1996-2002) DL (2002-2007) PD (2007-2019) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Firenze |
Professione | Dirigente d'azienda |
Firma |
Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano.
Aderente alla Margherita e poi al Partito Democratico, è stato presidente della provincia di Firenze dal 2004 al 2009 e sindaco di Firenze dal 2009 al 2014;[1] eletto segretario del PD il 15 dicembre 2013. Il 17 febbraio 2014 ricevette l'incarico di formare un nuovo governo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sostituendo il dimissionario Enrico Letta. Il 22 febbraio 2014 Renzi giurò come Presidente del Consiglio dei ministri, dando vita al governo Renzi.
Divenendo Presidente del Consiglio a 39 anni e un mese, è stato il capo di governo più giovane nella storia dello Stato italiano, oltre che il primo sindaco in servizio a ricoprire questa carica; è stato inoltre il terzo Presidente del Consiglio, se si eccettuano i governi tecnici, a non essere parlamentare al momento della nomina,[2] e il leader più giovane al G7. Il suo governo è stato il quarto più longevo nella storia della Repubblica, rimanendo in carica fino al dicembre 2016, quando Renzi rassegnò le dimissioni proprie e dell'esecutivo da lui presieduto a seguito dell'esito negativo del referendum costituzionale del 4 dicembre,[3] per poi dimettersi anche dalla segreteria del PD nel febbraio 2017. Rieletto segretario del PD nel maggio 2017, ha rassegnato una seconda volta le dimissioni dalla segreteria a seguito del risultato deludente ottenuto dal partito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, in cui è risultato peraltro eletto Senatore della Repubblica.
Nel settembre 2019, poco dopo aver promosso la nascita del governo Conte II (M5S-PD-LeU), Renzi ha annunciato la nascita del suo nuovo partito liberale e centrista, Italia Viva, fuoriuscendo definitivamente dal PD assieme ai parlamentari della corrente da lui capeggiata. Nel gennaio 2021, come caldeggiato dallo stesso Renzi, il ritiro del sostegno parlamentare all'esecutivo da parte di Italia Viva ha svolto un ruolo cruciale nella caduta del governo Conte II, succeduto dal governo Draghi.[4]
Figlio di Laura Bovoli e Tiziano Renzi,[5][6] che è stato consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana[7], è il secondo dei quattro figli della coppia: la sorella maggiore Benedetta è nata nel 1972 (è entrata in politica nel 2014), il fratello Samuele nel 1983 e la sorella minore Matilde nel 1984.[6][8] Sposato dal 1999 con Agnese Landini, insegnante di liceo, ha tre figli: Francesco (attaccante in forza alla Pistoiese), Emanuele ed Ester.[9][10] Cresce a Rignano sull'Arno,[11] paese dei genitori, e studia a Firenze: prima al liceo ginnasio Dante (con votazione finale di 60/60, pur rischiando la bocciatura perché, in qualità di rappresentante d'istituto, rifiutò di ritirare le copie del giornalino scolastico contenenti forti critiche alla professoressa di matematica)[12] e poi all'Università degli Studi di Firenze dove si laurea nel 1999 in Giurisprudenza[13] con una tesi in Storia del Diritto dal titolo Amministrazione e cultura politica: Giorgio La Pira Sindaco del Comune di Firenze 1951-1956 con relatore il professor Bernardo Sordi e la votazione finale di 109/110[14][15].
Ha una formazione scout nell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani e ha collaborato, firmandosi Zac, con la rivista nazionale della branca Rover/Scolte Camminiamo insieme della quale è stato anche caporedattore.[16] Ha lavorato con varie responsabilità per la CHIL Srl,[13] società di servizi di marketing di proprietà della sua famiglia (il cui nome è ispirato dall'omonimo personaggio de Il libro della giungla), in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio fiorentino con la diretta gestione degli strilloni. Inoltre consegnava volantini e distribuiva elenchi del telefono.
Ancora diciannovenne, nel 1994 partecipa come concorrente per cinque puntate consecutive al programma televisivo La ruota della fortuna, vincendo 48,3 milioni di lire.[17][18] Nella prima metà degli anni novanta arbitrò alcune partite calcistiche di Seconda Categoria: fino al 1995 fu infatti iscritto alla sezione arbitrale di Firenze, ma la sua carriera da fischietto non decollò a causa di alcuni limiti atletici.[19]
A seguito delle successive scelte e impegni di natura politica si pone in aspettativa nell'azienda di famiglia, da cui nel maggio 2014 si dimette.[20]
Renzi comincia la propria attività politica durante gli anni del liceo.[13][21] Nel 1996 contribuisce nei Comitati per l'Italia che vogliamo in Toscana a sostegno di Romano Prodi[22]. Dopo essersi iscritto nel 1996 al Partito Popolare Italiano, ne è diventato segretario giovanile nel 1997 e segretario provinciale nel 1999 all'età di 24 anni.[23]
Nel 2001 il PPI confluisce ne La Margherita e Matteo Renzi viene chiamato a coordinarne la sezione fiorentina e, nel 2003, a ricoprire il ruolo di segretario provinciale.[24]
Tra il 2004 e il 2009 è presidente della Provincia di Firenze;[13] alle elezioni del 12 e 13 giugno 2004 ottiene il 58,8% dei voti, in rappresentanza di una coalizione di centro-sinistra.[23] In linea con il suo messaggio di lotta alla cosiddetta casta politica e agli sprechi sostiene di avere, durante il suo mandato, diminuito le tasse provinciali, diminuito il numero del personale e dimezzato i dirigenti dell'ente fiorentino.[25]
Il 29 settembre 2008 si presenta alle elezioni primarie del centro-sinistra per la candidatura a sindaco di Firenze riuscendo a vincerle con il 40,52% battendo il deputato e responsabile nazionale Esteri del PD Lapo Pistelli (26,91%), l'assessore comunale all'Istruzione e ai giovani del PD Daniela Lastri al 14,59%, il ministro ombra per l'attuazione del programma di governo e vicecapogruppo vicario PD alla Camera Michele Ventura al 12,48% e il presidente del Consiglio comunale per la Sinistra Eros Cruccolini al 5,49%,[26] su 37 468 votanti totali.[27][28]
Il 9 giugno 2009, alle successive elezioni amministrative, Renzi ottiene il 47,57% dei voti, contro il 32% del candidato del centro-destra Giovanni Galli, con il quale va al ballottaggio. Il 22 giugno 2009 viene eletto sindaco di Firenze[13] riportando il 59,96% dei voti.[29] Fa parte della Direzione nazionale del Partito Democratico.[30] Nel 2010 è stato, secondo vari sondaggi, il sindaco più amato d'Italia.[31][32]
Il 6 dicembre 2010 Matteo Renzi si reca, a pranzo, in visita ad Arcore, presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per "discutere di alcuni temi legati all'amministrazione di Firenze".[33] La notizia, diffusa a incontro ormai avvenuto, provoca reazioni contrastanti e alcune polemiche anche tra i suoi sostenitori.[34]
Sotto la sua guida, Firenze ha approvato, con un'ampia maggioranza nel consiglio comunale (30 voti a favore, 9 contrari e 5 astenuti), un Piano strutturale a Volumi Zero, ovvero senza possibilità di aumentare la cubatura rispetto al patrimonio edilizio esistente e permettendo di costruire ex novo soltanto a seguito di demolizione in uguali volumi di edifici vetusti.[35] Il piano strutturale prevede inoltre che in futuro possano circolare nelle ZTL di Firenze solo auto elettriche.[36][37] A giugno 2011 è entrata in vigore una nuova pedonalizzazione, che comprende, tra gli altri, importanti luoghi fiorentini quali Piazza de' Pitti.
Secondo uno studio di Datamonitor pubblicato nell'ottobre 2013 Renzi è il quarto sindaco delle città metropolitane il cui operato è maggiormente apprezzato dai cittadini, con una percentuale di consensi del 56,5%.[38]
Il 29 agosto 2010 lancia l'idea della «rottamazione senza incentivi» dei dirigenti di lungo corso del PD,[39] e dal 5 al 7 novembre seguenti organizza con Giuseppe Civati un'assemblea alla Stazione Leopolda di Firenze (Prossima Fermata: Italia).[40] All'assemblea si contano oltre 800 interventi e 6 800 partecipanti.[41] Nasce così un manifesto chiamato la Carta di Firenze.[42] A partire da quell'assemblea, Renzi ha continuato a organizzare ogni anno un'edizione della Leopolda.
I principali sostenitori del gruppo dei "rottamatori" sono il presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna Matteo Richetti, il deputato regionale siciliano Davide Faraone e il consigliere regionale lombardo Giuseppe Civati. Si sono dichiarati a sostegno del gruppo undici parlamentari: i senatori Andrea Marcucci, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Pietro Ichino, Luigi Lusi e i deputati Luigi Bobba, Roberto Giachetti, Maria Paola Merloni, Ermete Realacci e Giuseppina Servodio.[43]
Dai primi mesi del 2011 Renzi è impegnato[44] in una campagna contro le morti su strada dovute a incidenti stradali tramite un inasprimento delle pene e la creazione del nuovo reato di "omicidio stradale"; il reato sarà istituito con legge approvata nel marzo 2016.[45]
Nell'ottobre 2011 sulla scia della sua crescente notorietà dopo la Leopolda I, ha creato una "tre giorni" di proposte chiamata Big Bang,[46] sempre alla Leopolda di Firenze, con i democratici Davide Faraone e Matteo Richetti, nella quale chiunque ha avuto la possibilità di salire sul palco e dire in cinque minuti la sua idea d'Italia se fosse stato a Palazzo Chigi. Questo incontro è stato oggetto di critiche da parte di alcuni esponenti del Partito Democratico,[47] vicini al segretario Bersani.
Sono intervenuti o hanno partecipato professori, scrittori (come Alessandro Baricco o Edoardo Nesi), studenti, economisti (Luigi Zingales), imprenditori (Guido Ghisolfi, Martina Mondadori, dell'omonima casa editrice, e Alberto Castelvecchi tra gli altri), lavoratori e personaggi dello spettacolo (Fausto Brizzi, Pif e Giorgio Gori, ex dirigente Fininvest e già direttore di Canale 5), mentre tra i politici Sergio Chiamparino, Arturo Parisi, Ermete Realacci, Pietro Ichino, Maria Paola Merloni, Graziano Delrio, Salvatore Vassallo, il radicale Matteo Mecacci, Federico Berruti e altri hanno sostenuto l'evento che ha avuto grande visibilità nazionale.[48]
Nel giugno 2012 ha organizzato assieme a Davide Faraone, Matteo Richetti e Giorgio Gori la seconda edizione del Big Bang, denominata Italia Obiettivo Comune. Al Palacongressi di Firenze quasi un migliaio di amministratori locali del Partito Democratico hanno raccontato la loro esperienza di governo del territorio per rilanciare un nuovo modello di PD e di Italia.[49] Al convegno sono intervenuti Andrea Sarubbi, Andrea Ballarè e Debora Serracchiani tra gli altri, con il sostegno di personalità come, ad esempio, Salvatore Vassallo, Graziano Delrio e Vincenzo De Luca.
Il 13 settembre 2012 si candida ufficialmente, durante un comizio a Verona, alle primarie del centro-sinistra.[50] Tra gli sfidanti di Renzi: il segretario PD Pier Luigi Bersani, il presidente della regione Puglia e presidente di SEL Nichi Vendola, il consigliere della regione Veneto Laura Puppato (PD) e l'assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci (ApI).[51] Per la sua campagna elettorale, Renzi organizza un tour per l'Italia a bordo di un camper, che lo porta a toccare, tra settembre e novembre 2012, tutte le province italiane.[50]
Nel primo turno delle primarie che si è svolto il 25 novembre 2012 Renzi ha ottenuto il 35,5% pari a 1 104 958 voti complessivi, posizionandosi al secondo posto tra i cinque candidati, dietro a Pier Luigi Bersani al 44,9% con 1 395 096 voti.[52] In particolare, al primo turno Renzi è stato il candidato più votato nelle cosiddette "regioni rosse" come Toscana, Umbria e Marche.[53]
Al secondo turno delle primarie, svoltosi il 2 dicembre 2012, perde contro Bersani, ottenendo 1 095 925 voti pari al 39,1%, contro il 60,9% (1 706 457 voti) del segretario del PD.[54] Anche nelle "regioni rosse" Renzi non è riuscito ad aumentare i consensi rispetto al primo turno, vincendo soltanto in Toscana, mentre in tutte le altre regioni italiane ha vinto Bersani, con un ampio distacco soprattutto in quelle meridionali.[54]
Fra le varie proposte presenti nel programma di Renzi, c'erano la diminuzione delle tasse per il lavoro dipendente con aumento di 100 euro dello stipendio netto in busta paga,[55] da finanziarsi tramite il taglio del 15% delle spese della pubblica amministrazione;[56] raggiungere la copertura degli asili nido per i bimbi italiani al 40% entro il 2018, che indirettamente costituirebbe un incentivo all'occupazione femminile e la creazione di potenziali 450 000 posti di lavoro;[56] il sostegno creditizio alla piccola e media impresa da finanziarsi tramite il ricollocamento dei fondi europei; diritti civili per le coppie omosessuali sul modello delle civil partnership inglesi;[56] aggiornamento alla normativa europea della legge n. 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale; divorzio veloce se consensuale e se i coniugi non hanno avuto figli; introduzione di una serie di meccanismi volti ad attirare in Italia investimenti esteri,[56] come agevolazioni fiscali per i primi anni di insediamento; lotta alla corruzione con l'introduzione di pene più severe; lotta all'evasione fiscale concentrata sui grandi evasori e gli evasori totali;[56] abolizione o riduzione drastica dei rimborsi ai partiti; diminuzione delle indennità dei politici e del numero dei parlamentari sul modello dei provvedimenti presi dal presidente della Repubblica francese François Hollande.[56]
I finanziamenti per la campagna sono stati raccolti attraverso la Fondazione Big Bang.[57][58]
La candidatura di Renzi è stata oggetto di accese polemiche all'interno del Partito Democratico, con contestazioni da parte di numerosi dirigenti, come Rosy Bindi e Massimo D'Alema, e di politici esterni al PD come Nichi Vendola.[59][60]
La polemica più dura è avvenuta con Stefano Fassina, responsabile per l'economia del partito, che ha accusato Renzi di aver copiato alcuni punti del programma di Bersani. Renzi ha replicato che il suo programma è stato presentato molto prima di quello del segretario PD.[61]
Tre giorni prima delle elezioni primarie Renzi, durante la trasmissione radiofonica 105 Friends di Radio 105, ha detto che in caso di sconfitta avrebbe portato un po' dei suoi amici in Parlamento e che avrebbe cercato di avere un po' di spazio, ma che non si sarebbe fatto comprare.[62][63] Il giorno dopo Renzi ha rivendicato quanto detto in radio: «Nel presunto fuori onda di R105 dico le stesse cose che dico sempre. Dico che in caso di sconfitta non mi farò comprare e che qualcuno dei nostri andrà in parlamento (spero con le primarie) ma non io».[64]
Nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2013 ha sostenuto apertamente Pier Luigi Bersani.[65] I due esponenti del PD hanno tenuto due comizi congiunti, il 1º febbraio a Firenze e il 21 febbraio a Palermo.[66] Nel mese di aprile 2013, in occasione dell'imminente elezione del Presidente della Repubblica, Renzi ha avuto degli scontri con Bersani a causa della sua esclusione tra i grandi elettori[67] e riguardanti la situazione politica interna al Partito Democratico.[68][69] Ha criticato pubblicamente le candidature di Anna Finocchiaro e Franco Marini come possibili successori di Giorgio Napolitano,[69] scatenando molte polemiche nel mondo politico italiano e ricevendo dure repliche sia dalla Finocchiaro sia da Marini.[70][71]
Il 9 luglio 2013, Renzi ha confermato in un'intervista con la Repubblica l'intenzione di candidarsi a segretario nazionale del PD.[72]
Oltre a chi lo aveva già sostenuto alle primarie del centro-sinistra del 2012 (come Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Ermete Realacci, il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio) e ai "veltroniani",[73] Renzi ha ricevuto il 2 settembre l'appoggio di Dario Franceschini e della sua Area Democratica[74] (Marina Sereni,[75] Piero Fassino,[76] David Sassoli). Hanno firmato inoltre la mozione a sostegno della sua candidatura anche diversi esponenti considerati vicini al premier Enrico Letta, come Gianni Dal Moro, Francesco Sanna, Francesco Boccia, Lorenzo Basso ed Enrico Borghi.[77]
Tre gli sfidanti di Renzi: Gianni Cuperlo, deputato ed ex segretario della FGCI[78] e Giuseppe Civati, deputato ed ex consigliere regionale in Lombardia.[79][80] Gianni Pittella, che tra gli iscritti al PD ha raccolto il 5,8% ed è quindi escluso dalla competizione delle primarie, si schiera con Renzi.
L'8 dicembre 2013 viene eletto segretario del Partito Democratico con il 67,5% dei voti, la sua proclamazione ufficiale è avvenuta la successiva domenica 15 dicembre dalla nuova Assemblea eletta del Partito Democratico.[81]
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A seguito delle dimissioni rassegnate da Enrico Letta dopo la votazione a larghissima maggioranza (136 favorevoli contro 16 contrari), da parte della Direzione del PD, di un documento dello stesso Renzi che proponeva la sostituzione del governo presieduto da Letta e delle successive consultazioni di Giorgio Napolitano, il 16 febbraio 2014 il presidente della Repubblica convoca Renzi al Quirinale per il giorno successivo[82] per conferirgli l'incarico di formare un nuovo governo, incarico che Renzi si riserva di accettare[83]. Nel pomeriggio dello stesso giorno, il Presidente del Consiglio incaricato informa i presidenti delle camere Pietro Grasso[84] e Laura Boldrini.[85]
Il 17 febbraio Renzi torna a Firenze per partecipare alla sua ultima riunione del Consiglio comunale;[86] si dimette da sindaco il 24 marzo successivo.
Il 18 e 19 febbraio il Presidente del Consiglio incaricato svolge le consultazioni con i gruppi parlamentari[87] mentre il 21 febbraio al Quirinale scioglie la riserva e presenta la lista dei ministri che vanno a comporre il suo governo.
Il giorno successivo presta giuramento il nuovo Governo Renzi.[88]
Il 24 febbraio Renzi tiene un discorso lungo più di un'ora al Senato della Repubblica dove nella notte, alle 00:43, ottiene infine la fiducia con 169 voti favorevoli, 139 contrari dopo quasi 11 ore di lavori d'Aula.[89] Nel pomeriggio del 25 febbraio, dopo un altro discorso, ottiene infine la fiducia anche alla Camera dei deputati con 378 voti favorevoli, 220 contrari e 1 astenuto (su 598 votanti) dopo altre 9 ore di lavori.[90]
Il 29 gennaio propone Sergio Mattarella come candidato del Partito Democratico alle elezioni per eleggere il Presidente della Repubblica. La proposta viene accettata all'unanimità e il 31 gennaio, al quarto scrutinio con 665 voti, Mattarella viene eletto Presidente[91].
Dal 20 marzo al 2 aprile 2015 è Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad interim in seguito alle dimissioni di Maurizio Lupi a seguito dello scandalo "Grandi opere". Dal 5 aprile al 10 maggio 2016 è Ministro dello Sviluppo Economico ad interim in seguito alle dimissioni di Federica Guidi, conseguenti all'inchiesta «Tempa Rossa».
Dopo essere diventato Presidente del Consiglio, Renzi ha affermato che una riforma del mercato del lavoro "attesa da tempo" sarebbe in cima alla sua agenda per migliorare lo stato dell'economia italiana. Il 12 marzo 2014 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge sui contratti a tempo determinato, denominato Decreto Poletti, dal nome del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nonché un disegno di legge che propone importanti riforme del mercato del lavoro italiano chiamato Jobs Act. Una riduzione dell'onere fiscale di circa € 80 è stata annunciata per coloro che guadagnano meno di € 1.500 al mese. Il 30 aprile Renzi, insieme con il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, ha presentato gli orientamenti per la riforma della pubblica amministrazione, successivamente approvati dal Consiglio dei ministri il 13 giugno.
A settembre il governo ha portato il Jobs Act in Parlamento, che prevedeva, tra l'altro, l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che proteggeva i lavoratori da licenziamenti ingiustificati, introduceva il contratto unico a tutele crescenti, il sussidio di disoccupazione e la tutela delle donne in maternità. La proposta è stata fortemente criticata dal più grande sindacato italiano, la Confederazione Generale del Lavoro (CGIL) e dai suoi leader Susanna Camusso e Maurizio Landini. Inoltre, l'ala sinistra del Partito Democratico, allora guidata dall'ex segretario nazionale Pier Luigi Bersani, ha criticato il governo per la riforma, minacciando di votare contro di esso.
Il 9 ottobre il Senato ha votato per l'approvazione del Jobs Act con 165 voti a favore di 111 contrari, segnando il primo passo per la legislazione economica più ambiziosa del governo di otto mesi. Prima del voto il ministro del lavoro Giuliano Poletti è stato costretto a interrompere il suo intervento a causa delle forti proteste del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord.
Il 25 ottobre, quasi un milione di persone hanno preso parte a una protesta di massa a Roma, organizzata dalla CGIL in opposizione alle riforme del lavoro del governo. Anche alcuni membri di alto profilo della fazione di sinistra del Partito Democratico, tra cui Gianni Cuperlo, Stefano Fassina e Pippo Civati, hanno partecipato alla protesta. L'8 novembre oltre 100 000 dipendenti pubblici hanno protestato a Roma in una manifestazione organizzata dai tre maggiori sindacati del paese, la CGIL, la CISL e la UIL.
Il 25 novembre, la Camera dei deputati ha approvato il Jobs Act con 316 voti, ma il Movimento 5 Stelle, la Lega Nord e quasi quaranta membri del Partito Democratico si sono astenuti dal voto per protestare contro la riforma. Il 3 dicembre il Senato ha dato al Jobs Act l'approvazione finale necessaria per diventare legge.
Il 1º agosto, Renzi ha lanciato il decreto-legge Sblocca Italia, che aveva lo scopo di facilitare l'implementazione di grandi progetti, opere civili e infrastrutture sospese in quel momento, oltre a ottenere un'ulteriore semplificazione amministrativa. Il centro di questo era il Millegiorni. Il 1º settembre Renzi ha lanciato il sito web passodopopasso.italia.it, per consentire ai cittadini di monitorare l'avanzamento del Millegiorni. Successivamente, il 9 ottobre, Renzi ha presentato la sua prima legge finanziaria che è stata approvata dalla Commissione europea il 28 ottobre. Il governo ha inoltre annunciato l'abolizione dell'IRAP, un'imposta regionale sulle attività di produzione e, discutendo del progetto di legge finanziaria del 2016, Renzi ha promesso inoltre di cancellare l'IRPEF, l'IMU e la TASI, le tasse sugli individui, i servizi pubblici e le residenze. Nel maggio 2015 l'economia ha registrato una crescita dello 0,3%, chiudendo infine la recessione tripla immersione italiana. Nel gennaio 2016, Renzi ha rivendicato altri 500 000 posti di lavoro, secondo lui creati attraverso le sue politiche.
A seguito delle guerre civili libiche e siriane, un grave problema affrontato da Renzi nel diventare presidente del Consiglio nel 2014, è stato l'alto livello di immigrazione clandestina in Italia. Il 2014 ha visto un aumento del numero di clandestini soccorsi in mare portati nei porti del sud Italia, con l'aumento del numero di migranti abusivi che ha suscitato critiche nei confronti di Renzi da parte del centro-destra e del Movimento 5 Stelle. L'8 agosto 2014 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che prevede la protezione internazionale dei migranti. Nel novembre 2014, Renzi ha ordinato l'opzione di salvataggio gestita in Italia Operazione Mare Nostrum per sostituire l'azione europea Frontex, a causa del rifiuto di alcuni governi dell'UE per finanziarla.
Nel 2014, 170 100 migranti clandestini sono arrivati in Italia via mare, con un aumento del 296% rispetto al 2013. La maggior parte dei migranti proveniva dalla Siria, dall'Eritrea e da vari paesi dell'Africa occidentale.
Il 19 aprile 2015 si è verificato un enorme naufragio nel mar Mediterraneo, causando la morte di oltre 700 clandestini dal Nord Africa. Renzi, tornando a Roma da un evento politico a Mantova per le elezioni regionali, ha tenuto una riunione di emergenza con i ministri e ha parlato telefonicamente con il presidente francese François Hollande e il primo ministro maltese Joseph Muscat al fine di organizzare una riunione di emergenza dei ministri dell'interno europei per affrontare il problema delle morti di migranti. In un discorso sull'immigrazione, Renzi ha definito la tratta di esseri umani come un "nuovo commercio di schiavi". Da gennaio ad aprile 2015, circa 1 600 migranti sono morti sulla rotta dalla Libia a Lampedusa, rendendola la più mortale rotta migratoria al mondo.
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Il 10 giugno 2015, la Camera dei deputati ha approvato una mozione che impegna il governo ad approvare un disegno di legge relativo alle unioni civili tra coppie dello stesso sesso. In precedenza tutti i principali partiti in Italia avevano presentato diverse mozioni sulle unioni civili, che erano state tutte respinte, tranne quelle del Partito Democratico, che chiedeva anche l'approvazione delle unioni civili. Renzi aveva dichiarato poco prima di diventare premier che era favorevole all'introduzione delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso. Nel luglio 2015, diversi giorni dopo che il Parlamento europeo ha approvato una mozione che invita tutti i membri dell'Unione europea a riconoscere le relazioni omosessuali, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che l'Italia stava violando la Convenzione sui diritti umani non riconoscendo il "diritto alla vita familiare" delle coppie dello stesso sesso.
Il 7 ottobre 2015, Renzi ha presentato al Parlamento un disegno di legge che istituirebbe unioni civili tra persone dello stesso sesso e accordi di convivenza neutrali. Il disegno di legge è stato approvato in prima lettura dal Senato una settimana dopo. Molti parlamentari di vari partiti hanno criticato il disegno di legge. Nonostante il disegno di legge fosse presentato con un voto libero, Renzi ha chiarito che avrebbe legato il disegno di legge delle unioni civili a un voto di fiducia nel suo governo se non fosse stato approvato.
Dopo mesi di dibattito pubblico e parlamentare, il 25 febbraio 2016 il Senato ha votato a favore delle proposte di Renzi di legalizzare le unioni civili, con 173 voti a favore e 71 contrari. Un emendamento noto come disposizione "stepchild adoption" che avrebbe concesso la responsabilità genitoriale a un genitore non biologico in un'unione omosessuale, è stato eliminato all'ultimo momento dopo che è diventato chiaro che la maggioranza dei senatori non l'avrebbe votato. L'11 maggio 2016, la Camera dei deputati ha approvato le proposte finali, con 369 voti a favore e 163 contrari.
Assieme al ministro Stefania Giannini ha presentato nel settembre del 2014 il progetto di riforma della pubblica istruzione intitolato "La buona scuola"[92] e nello stesso mese il guardasigilli Andrea Orlando ha presentato un disegno legge che prevede la riforma della giustizia civile e di quella penale. La riforma della scuola viene accolta con freddezza se non con aperta ostilità dalla maggioranza del corpo insegnante. La legge viene ugualmente approvata il 9 giugno 2015 dalla maggioranza governativa alla Camera con 277 voti contro 173. Una raccolta firme per indire un referendum abrogativo di quattro punti della riforma non ebbe esito, perché fu certificato un numero di firme leggermente inferiore a quello necessario.[93]
Il 15 dicembre 2014 Renzi e il presidente del CONI Giovanni Malagò annunciarono la candidatura di Roma quale sede delle Olimpiadi 2024,[94] ufficializzata dal CIO in data 11 settembre 2015.[95] Il 21 settembre 2016 però la neo-eletta sindaca di Roma Virginia Raggi (M5S) dichiarò di non ritenere le Olimpiadi una priorità rispetto ai problemi su servizi essenziali della città[96]. Il 21 settembre 2016 il sindaco in conferenza stampa annunciò il "no" definitivo alla candidatura alle Olimpiadi[97] e il 29 settembre il consiglio comunale di Roma approvò con 30 voti favorevoli e 12 contrari la mozione per bloccare la candidatura alle Olimpiadi, ratificando la scelta della sindaca.[98]
Durante la presidenza di Renzi, Milano ha ospitato l'Esposizione Universale; i temi erano tecnologia, innovazione, cultura e tradizioni riguardanti il cibo. Tra i partecipanti all'Expo figurano 145 paesi, tre organizzazioni internazionali, diverse organizzazioni della società civile, diverse società e organizzazioni non governative (ONG).
L'apertura dell'Expo il 1 °maggio 2015 è stata accolta con la protesta di attivisti anti-austerità e anarchici che hanno causato danni, portando la polizia a utilizzare i gas lacrimogeni.
Expo ha anche creato alcune tensioni con la Santa Sede e il governo italiano; infatti papa Francesco ha condannato il concetto di Expo, affermando che "obbedisce alla cultura dei rifiuti e non contribuisce a un modello di sviluppo equo e sostenibile". Dato che la Città del Vaticano ha investito tre milioni di euro per ottenere il proprio padiglione durante l'evento prima della sua nomina al papato, Francesco ha affermato che, sebbene sia positivo che la Chiesa sia coinvolta in cause che combattono la fame e promuovono un'energia più pulita, ha dichiarato che troppi soldi sono stati sprecati sull'Expo stesso dalla Città del Vaticano.
Alle 03:36 del 24 agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6,2 colpisce l'Italia centrale con epicentro ad Accumoli provocando la morte di 298 persone e 4 500 sfollati.
Il 1º settembre, Renzi ha nominato l'ex presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani commissario speciale per la ricostruzione. Errani era già stato un commissario speciale durante il terremoto che ha colpito la sua regione natale nel 2012.
Un terremoto di magnitudo 6,1 ha colpito 3 km a ovest di Visso il 26 ottobre alle 21:18, due mesi dopo il terremoto di agosto.
Un terzo grande terremoto di magnitudo 6,6 ha colpito 6 km a nord di Norcia alle 07:40 il 30 ottobre, risultando il terremoto più grande in Italia in 36 anni, dal terremoto dell'Irpinia del 1980.
Il governo ha affrontato delicate situazioni internazionali, come: il perdurarsi della crisi del debito in Europa; la guerra civile libica; l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia; e infine la nascita e lo sviluppo dell'ISIS in Medio Oriente. In questo contesto, Renzi promuove le più forti relazioni con: il presidente della Repubblica francese François Hollande e il suo primo ministro Manuel Valls; il premier greco Alexīs Tsipras e con il presidente degli USA Barack Obama.[99][100]
Il governo Renzi è anche stato tra i primi governi occidentali ad avvicinarsi all'Egitto di Al-Sisi sul fronte energetico e geopolitico. Tuttavia le relazioni si deteriorano in seguito alla morte di Giulio Regeni.[101][102]
Il primo luglio del 2014 Renzi assume la carica di presidente del Consiglio dell'Unione europea.
Dopo le elezioni del Parlamento europeo del 2014, che hanno visto il Partito Democratico ricevere il maggior numero di voti di tutti i singoli partiti politici che partecipano alle elezioni in tutta l'Unione europea, Renzi è emerso come il leader più importante dei socialisti europei, opponendosi alla cancelliera tedesca Angela Merkel, ampiamente considerata la leader de facto del Partito Popolare Europeo. I due leader hanno avuto molti incontri bilaterali, il primo il 17 marzo 2014 a Berlino, dove i due leader hanno discusso importanti riforme che il governo italiano ha pianificato di fare sia in Italia sia nell'UE. Il 22 gennaio 2015, Merkel ha visitato Renzi nella sua città natale, Firenze, dove ha pubblicamente lodato le riforme "impressionanti" attuate dal suo governo. Il giorno seguente i due leader hanno tenuto una conferenza stampa congiunta davanti al David di Michelangelo.
Renzi è stato considerato come un alleato del presidente francese Francois Hollande del Partito Socialista. Il 15 marzo 2014 Renzi ha incontrato Hollande a Parigi, concordando con lui una politica economica comune incentrata non solo sulle misure di austerità imposte dalla cosiddetta Troika della Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale, ma anche su politiche più flessibili per promuovere la crescita economica nell'UE. Il 7 gennaio 2015, dopo l'attacco terroristico islamico di Parigi che ha causato la morte di 17 persone, Renzi ha espresso orrore e sgomento, offrendo i suoi più fervidi auguri al popolo francese e sancendo la sua vicinanza al ministro francese e alla sindaca di Parigi Anne Hidalgo. L'11 gennaio si è unito a più di 40 leader mondiali e tre milioni di persone nella Marcia Repubblicana organizzata dal presidente Hollande.
Renzi ha costruito un rapporto costruttivo con il primo ministro britannico David Cameron del Partito Conservatore. Durante il loro primo incontro il 1º aprile 2014, Cameron ha dichiarato che le riforme previste da Renzi erano "ambiziose" e che insieme i due uomini sarebbero stati in grado di cambiare l'Unione europea. Lo stesso giorno, Renzi ha incontrato anche l'ex primo ministro britannico Tony Blair, che Renzi aveva precedentemente definito come un'ispirazione politica per lui.
Il 1º agosto 2014, in seguito alla forte affermazione del suo partito alle elezioni del Parlamento europeo, Renzi ha nominato il suo ministro degli Esteri, Federica Mogherini, candidata a essere il nuovo Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza venendo infine confermata con successo, assicurando che l'Italia controllasse uno dei due posti più importanti della Commissione. La politica della Commissione europea entrante viene invece guidata da Jean-Claude Juncker, ex primo ministro lussemburghese.
Il 3 febbraio 2015, Renzi ha ricevuto il neoeletto primo ministro greco Alexis Tsipras della Coalizione della Sinistra Radicale, a Roma. I due leader hanno tenuto una conferenza stampa congiunta in cui si esprimeva preoccupazione per le misure di austerità imposte dalla Commissione europea e dichiarando che la crescita economica è l'unico modo per risolvere la crisi. Dopo la conferenza stampa, Renzi ha presentato a Tsipras una cravatta italiana in regalo. Tsipras, che era noto per essersi rifiutato di indossare una cravatta, ringraziò Renzi e disse che avrebbe indossato il dono per festeggiare dopo che la Grecia aveva rinegoziato con successo le misure di austerità.
Renzi ha incontrato il presidente statunitense Obama per la prima volta il 24 marzo 2014, durante il viaggio di quest'ultimo a Roma. Renzi ha anche tenuto un incontro congiunto con Obama, Papa Francesco e il Presidente italiano Giorgio Napolitano. Obama dichiarò in seguito di essere rimasto impressionato dalle riforme che Renzi voleva intraprendere e lo stesso Renzi ha detto di considerare Obama un esempio per le politiche che voleva raggiungere.
Il 22 settembre, Renzi ha visitato la Silicon Valley, in California. A San Francisco ha incontrato giovani emigrati italiani che hanno creato startup negli Stati Uniti. Ha anche visitato la sede di Twitter, Google e Yahoo! per tenere colloqui con i dirigenti.
Il giorno seguente, Renzi ha parlato a un vertice delle Nazioni Unite a New York City, concentrandosi sul problema del cambiamento climatico. Dopo il vertice, Renzi incontrò l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e sua moglie, l'ex segretario di Stato Hillary Clinton. Alla fine del suo viaggio, Renzi partecipò a un ricevimento condotto da Barack Obama.
Renzi è stato ricevuto alla Casa Bianca nell'aprile 2015. Lui e il presidente Obama hanno discusso su molte questioni, tra cui l'Ucraina, la Libia e l'ISIS. Hanno discusso dell'economia europea, del partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, dei cambiamenti climatici e della sicurezza energetica. Nell'ottobre 2015, il governo italiano ha annunciato che avrebbe prolungato la sua presenza militare in Afghanistan insieme con l'esercito degli Stati Uniti, al fine di continuare la sua missione di sicurezza e prevenire l'ascesa di forze islamiche come Al-Qaeda e l'ISIS.
Il 18 ottobre 2016, il presidente Obama ha invitato Renzi e sua moglie Agnese a partecipare a una cena ufficiale di stato alla Casa Bianca. I due uomini hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. Tale cena è stata la sua ultima visita di stato come presidente.
Renzi ha stretto relazioni con il primo ministro giapponese Shinzō Abe; Il 6 giugno 2014, Renzi ha ricevuto il primo ministro Abe a Roma e i due leader si sono incontrati anche a Tokyo nell'agosto 2015 dove hanno discusso delle relazioni con la Cina e della stabilità dell'Asia orientale. Il 9 giugno, Renzi si è recato a Hanoi, in Vietnam, per incontrare il Presidente Tràn Tàn Sang e il Primo Ministro Nguy, per firmare trattati economici del valore di circa cinque miliardi di dollari. In questo modo, Renzi divenne il primo Primo Ministro italiano a visitare ufficialmente il Vietnam dal 1973, quando incominciarono le relazioni diplomatiche tra l'Italia e il Vietnam del Nord.
L'11 giugno Renzi ha incontrato a Pechino il presidente cinese Xi Jinping, che si è congratulato con lui per le "importanti riforme" intraprese dal suo governo e ha assicurato che la Cina avrebbe continuato la cooperazione con l'Italia in vista di Expo 2015 a Milano. Diversi mesi dopo, in ottobre, Renzi incontrò il primo ministro cinese Li Keqiang a Roma per firmare venti trattati per un valore totale di otto miliardi di euro. Il 12 giugno Renzi ha incontrato il presidente kazako Nursultan Nazarbayev ad Astana, dove hanno discusso il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan. Il 18 novembre Renzi si recò ad Ashgabat, in Turkmenistan, dove con il presidente turkmeno Gurbanguly Berdimuhamedow firmò una serie di patti economici per garantire un aumento dell'approvvigionamento di gas.
Dopo essere diventato Presidente del Consiglio, Renzi dichiarò che uno dei suoi compiti più importanti era quello di realizzare riforme costituzionali. Il quadro istituzionale italiano era rimasto sostanzialmente invariato dal 1º gennaio 1948, quando la Costituzione italiana entrò in vigore dopo essere stata approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947.
Durante il suo governo, il presidente Renzi ha deciso di avviare un ampio progetto di riforme costituzionali con l'abolizione del bicameralismo perfetto e la modifica della struttura e delle funzioni del Senato della Repubblica. Inoltre, dopo un controverso incontro con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha proposto una nuova legge elettorale in sostituzione del cosiddetto Porcellum, dichiarato parzialmente costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale. La proposta, ribattezzata Italicum, prevedeva un sistema a collegi plurinominali con eventuale doppio turno e premio di maggioranza.[103] La legge fu approvata nel maggio 2015 con il ricorso alla questione di fiducia[104], ma nel gennaio 2017 ne fu a sua volta riconosciuta la parziale illegittimità costituzionale.[105][106]
Nell'aprile dello stesso anno, in merito alla suddetta riforma costituzionale, fu indetto un referendum popolare per il 4 dicembre. Renzi personalizzò il referendum arrivando a dire, in più occasioni, che in caso di sconfitta avrebbe ritenuto fallita e conclusa la sua esperienza in politica[107]. In seguito alla sconfitta con il 59,11% di pareri negativi, Renzi annunciò le sue dimissioni da capo del Governo,[108] formalizzate il 7 dicembre dopo l'approvazione della legge di bilancio.[109] Tuttavia, smentendo sue ripetute precedenti dichiarazioni[110], decise di non abbandonare definitivamente la politica.
Gli succede a Palazzo Chigi il suo ministro degli esteri, Paolo Gentiloni.[111]
Il 19 febbraio 2017 Renzi ha rassegnato le dimissioni anche da segretario del Partito Democratico aprendo così la fase congressuale.[112]
Il 6 marzo successivo Renzi ha presentato il suo programma elettorale per le primarie, in cui ha espresso la sua intenzione di rinnovare il partito, l'Italia e l'Europa. Ha anche annunciato un "ticket" elettorale con il ministro dell'agricoltura Maurizio Martina, che sarebbe diventato suo vicesegretario.[113] Dal 10 al 12 marzo, Renzi e i suoi sostenitori hanno partecipato alla convenzione Lingotto '17, organizzato dalla corrente renziana In Cammino nel quartiere Lingotto di Torino, dove il PD è stato fondato dieci anni prima da Walter Veltroni.
Tra i partecipanti di rilievo alla convenzione pro-Renzi c'erano il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri Pier Carlo Padoan, Marco Minniti, Dario Franceschini, Graziano Delrio, Roberta Pinotti, Marianna Madia e Maria Elena Boschi. Anche la storica leader radicale Emma Bonino ha partecipato alla manifestazione.[114]
Gli altri due candidati alle elezioni primarie sono stati il ministro della giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano.
Dopo aver vinto il voto da parte degli iscritti al partito a marzo con quasi il 67% dei voti, il 30 aprile Renzi è stato rieletto segretario del partito con il 69,2% dei voti, mentre Orlando ha ricevuto il 19,9% ed Emiliano il 10,9%.[115]
Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 si assiste ad una enorme flessione nei voti per il Partito Democratico, che ha riscosso il peggior risultato della sua storia e quella del centro-sinistra in Italia, attestandosi su un consenso di circa il 18% alla Camera e 19% per il Senato. A seguito dell'esito deludente, Renzi ha rassegnato per la seconda volta le proprie dimissioni dalla segreteria del partito[116][117], ove gli è succeduto Maurizio Martina come segretario reggente. In occasione delle medesime politiche del 2018, Renzi è stato altresì candidato, ed eletto, tra i senatori della XVIII legislatura nel collegio uninominale 01 della Toscana.
Nella fase di incertezza successiva al voto, Renzi ha escluso la possibilità di accordi di governo con la Lega o con il Movimento 5 Stelle, nonostante si fosse quasi trovata un'intesa con quest'ultimi:
«Siamo seri. Chi ha perso le elezioni non può andare al Governo. Il PD ha perso, io mi sono dimesso: non possiamo pensare che i giochetti dei caminetti romani valgano di più della scelta degli italiani. Non possiamo rientrare dalla finestra dopo che gli italiani ci hanno fatto uscire dalla porta.» |
(Matteo Renzi, intervista a Che tempo che fa, 29 aprile 2018[118]) |
Ciononostante, durante la crisi politica dell'agosto 2019, Renzi è stato il principale artefice, assieme a Beppe Grillo, della creazione di un governo volto a scongiurare il voto anticipato, lasciando la conduzione delle trattative al segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti e al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Il 5 settembre, concluse le trattative per un governo "di discontinuità e di legislatura", ha prestato giuramento il governo Conte II.[119]
Il 16 settembre 2019, pochi giorni dopo la formazione del governo Conte II, Renzi ha annunciato in un'intervista a la Repubblica la sua uscita dal PD e la sua intenzione di creare una nuova forza moderata; il giorno seguente ha annunciato il nome del nuovo partito: Italia Viva.[120] La neonata forza politica ha ufficializzato il suo sostegno all'esecutivo,[120] all'interno del quale operano le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e dal sottosegretario agli esteri Ivan Scalfarotto.[121] Il 18 settembre sono stati ufficializzati i gruppi parlamentari e i relativi componenti[122] tra cui figurano i nomi di Roberto Giachetti, già candidato alla Segreteria del Partito Democratico, di Maria Elena Boschi, Davide Faraone e Gennaro Migliore.
Dopo settimane di tensioni nella maggioranza,[123] il 13 gennaio 2021, durante una conferenza stampa alla Camera, Renzi ha annunciato le dimissioni degli esponenti di Italia Viva dal Governo Conte II, ritirando il proprio sostegno parlamentare e innescando così la crisi di governo. Le dimissioni, a suo avviso, si sono rese necessarie in seguito alle divergenze tra Italia Viva e le altre forze di maggioranza in merito al MES, alla delega ai servizi segreti, alla ripartizione dei fondi presenti nel Recovery Fund, al ruolo di Domenico Arcuri e all'operato di alcuni ministri, tra cui Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede. Sempre per questi motivi si è risolto negativamente il mandato esplorativo affidato a Roberto Fico che aveva il compito di ricompattare la maggioranza politica che sosteneva il Governo Conte II[124].
A seguito di ciò il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato a Mario Draghi l'incarico di governo.[125] Con la nascita del governo Draghi, in alcune interviste a quotidiani esteri Renzi ha rivendicato il merito di aver sostituito Conte con Draghi a Palazzo Chigi.[126]
A maggio 2021 Matteo Renzi risulta essere il 5° senatore più assenteista a Palazzo Madama, avendo saltato 2.581 votazioni sulle 6.485 totali (senza contare le assenze in missione) e l'ultima volta che si è presentato in Senato da allora è stato il 30 marzo, saltando le votazioni di un certo rilievo come il decreto per l’emergenza COVID del 5 maggio.[127]
Renzi si è dichiarato favorevole al ricambio generazionale della classe dirigente, tramite l'uso di elezioni primarie. Sostiene alcune iniziative atte a ridurre il costo della politica, tra cui l'eliminazione di una delle due camere, l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, l'elezione diretta dei politici da parte dei cittadini, le abolizioni dei vitalizi e la cancellazione dei contributi statali ai giornali di partito.[61]
Riguardo al Partito Democratico ha dichiarato che il PD dovrebbe maggiormente guardare al futuro, alle proposte e alle idee, anziché parlare in "politichese" e inseguire le alleanze "contro qualcuno".[128] Renzi guarda alla sinistra come qualcosa di diverso rispetto alle versioni novecentesche. La sua visione di sinistra è liberale, con una vocazione maggioritaria, pronta a coniugare liberalizzazioni e nazionalizzazioni e che si rifà alle politiche fatte da Tony Blair in Inghilterra.[129] Guarda con interesse alle proposte in tema di lavoro ed economia di Tito Boeri e Luigi Zingales, tra cui la flexicurity ispirata al modello scandinavo. Nel 2012 Renzi ha dichiarato di considerare il liberismo come un principio di sinistra, citando come modelli d'ispirazione in tal senso Tony Blair, Andrea Ichino e il già citato Zingales, e suscitando parecchie critiche soprattutto da sinistra.[130]
Le sue posizioni politiche sono considerate da alcuni osservatori "non di sinistra", piuttosto Renzi è considerato un politico di centro, come del resto è centrista il partito da lui fondato, Italia Viva. In particolare, il suo pranzo ad Arcore con Silvio Berlusconi nel dicembre 2010 ha suscitato molte polemiche e perplessità.[131] Berlusconi ha dichiarato: «Renzi porta avanti le nostre idee, sotto le insegne del PD»,[132] Renzi ha smentito facendo riferimento alla vittoria da lui riportata al primo turno delle primarie in regioni tradizionalmente orientate a sinistra.[133]
Renzi si è più volte dichiarato contrario al populismo. In particolare è contrario a un'alleanza stabile tra PD e M5S,[134] e a favore di un'alleanza delle forze "responsabili" e non populiste.
In disaccordo con gli altri partiti che compongono la maggioranza nel governo Conte 2, sostiene che «Il Recovery Plan per “guarire il Paese” dalla pandemia presentato dal Presidente del Consiglio Conte non è ambizioso e concentra poche risorse per settori fondamentali quali la sanità». Ha pertanto tenuto una conferenza stampa alla Camera dei deputati il 28 dicembre, nel quale illustrava il piano CIAO (Cultura, Infrastrutture, Ambiente, Opportunità) contenente alcune proposte e modifiche per la bozza del Piano.
Nel 2007 ha sostenuto il Family Day e sulle unioni civili ha dichiarato che sono "un controsenso rispetto alle vere urgenze del Paese" e che "non c’è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia".[135] Tuttavia nel 2012 in un'intervista su Max si è dichiarato a favore della "civil partnership" (unioni civili sul modello britannico) e ha dichiarato che "il matrimonio, parlando da politico, non deve essere considerato un sacramento".[136][137] Nel febbraio 2016 come Presidente del Consiglio ha posto la questione di fiducia sulla cosiddetta "legge Cirinnà", che consente e regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso, che è stata quindi approvata.[138]
Renzi ha votato contro il nucleare ai referendum del 2011 e si è espresso a favore del ricarico sulle bollette dei costi per gli investimenti sull'acqua pubblica;[139] ha sostenuto a Firenze le pedonalizzazioni e un piano strutturale a volumi zero.
Anni dopo tuttavia, in qualità di Segretario del PD e Presidente del Consiglio dei ministri, ha indicato la linea politica ufficiale del partito nell'astensione per il referendum abrogativo sulle trivelle del 17 aprile 2016, giungendo a definirlo "una bufala".[140] Il referendum non sortì effetti per il mancato raggiungimento del quorum dei votanti.
Premio d'onore dal Premio Letterario "Lilly Brogi La Pergola Arte" di Firenze 2009 II Edizione per il libro A viso aperto.[174]
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