Luigi Di Maio | |
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Luigi Di Maio nel 2021 | |
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale | |
In carica | |
Inizio mandato | 5 settembre 2019 |
Capo del governo | Giuseppe Conte Mario Draghi |
Predecessore | Enzo Moavero Milanesi |
Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1º giugno 2018 – 5 settembre 2019 |
Cotitolare | Matteo Salvini |
Capo del governo | Giuseppe Conte |
Predecessore | Angelino Alfano |
Ministro dello sviluppo economico | |
Durata mandato | 1º giugno 2018 – 5 settembre 2019 |
Capo del governo | Giuseppe Conte |
Predecessore | Carlo Calenda |
Successore | Stefano Patuanelli |
Ministro del lavoro e delle politiche sociali | |
Durata mandato | 1º giugno 2018 – 5 settembre 2019 |
Capo del governo | Giuseppe Conte |
Predecessore | Giuliano Poletti |
Successore | Nunzia Catalfo |
Capo politico del Movimento 5 Stelle | |
Durata mandato | 23 settembre 2017 – 22 gennaio 2020 |
Predecessore | Beppe Grillo |
Successore | Vito Crimi (reggente) |
Vicepresidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 21 marzo 2013 – 22 marzo 2018 |
Presidente | Laura Boldrini |
Deputato della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 15 marzo 2013 |
Legislature | XVII, XVIII |
Gruppo parlamentare |
XVII: M5S XVIII: M5S (fino al 21/06/2022) IPF (dal 21/06/2022) |
Circoscrizione | Campania 1 |
Collegio | XVIII: 3 (Acerra) |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Insieme per il futuro (dal 2022) In precedenza: M5S (2009-2022) |
Titolo di studio | Diploma di liceo classico |
Professione | Giornalista pubblicista |
Firma |
Luigi Di Maio (Avellino, 6 luglio 1986) è un politico italiano, dal 5 settembre 2019 ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel governo Conte II e in seguito nel governo Draghi.
Storico esponente del Movimento 5 Stelle, è stato eletto deputato nella XVII legislatura (2013-2018, in cui ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Camera, il più giovane nella storia repubblicana); in vista delle imminenti elezioni politiche del 2018, è stato scelto dagli iscritti quale capo politico dei Cinque Stelle, portando il Movimento a ottenere quasi il 33% dei voti e venendo rieletto deputato nella XVIII legislatura. Ha ricoperto le cariche di ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri, nel governo Conte I (2018-2019), quindi ministro degli esteri nei successivi esecutivi.
A seguito di un progressivo allontanamento dal Movimento (di cui si era dimesso come capo politico già all'inizio del 2020), ne è definitivamente fuoriuscito nel giugno 2022, fondando un proprio partito denominato "Insieme per il futuro".
Nato ad Avellino, cresce a Pomigliano d'Arco (NA), luogo d'origine della famiglia, primogenito dei tre figli di Antonio Di Maio, un imprenditore edile,[1] politicamente attivo dapprima nelle file del Movimento Sociale Italiano, dove svolse pure incarichi dirigenziali, e in seguito in quelle di Alleanza Nazionale[2], e di Paola Esposito[3], un'insegnante di italiano e latino.
Diplomatosi presso il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d'Arco nel 2004[4][5][6], s'iscrive successivamente all'Università degli Studi di Napoli "Federico II", dapprima presso il corso di laurea in ingegneria informatica[7], dove nel 2004 fonda l'ASSI (Associazione Studentesca di Studenti in Ingegneria)[8], e in seguito a un corso presso la allora facoltà di giurisprudenza[9]. Nel 2006, fonda il sito "studentigiurisprudenza.it" e, l'anno successivo, viene eletto Presidente del Consiglio degli Studenti. Non completerà gli studi universitari, al fine di dedicarsi al primo attivismo nel Movimento 5 Stelle.[10][11][12]
Giornalista pubblicista dal 2007[13][14], ha lavorato per un breve periodo come webmaster per il quotidiano online La Provincia Online, per il quale ha anche scritto diversi articoli di cronaca sportiva[15], e, in qualità di giornalista sportivo, per il periodico Il Punto. Ha svolto anche altri lavori nel mentre, quali il tecnico informatico, l'assistente alla regia, l'agente di commercio, il cameriere[16], lo steward allo Stadio San Paolo di Napoli[17] e il manovale per l'azienda di famiglia.[18]
Nel 2007, Di Maio apre il Meetup di Pomigliano d'Arco, aderendo così all'iniziativa di Beppe Grillo, il quale proponeva la costituzione di gruppi di cittadini che si occupassero dei problemi del loro comune.[19][20] Nel 2010 si candida come consigliere comunale del suo comune e ottiene 59 preferenze, senza risultare eletto.[21] In seguito alle cosiddette "elezioni parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, viene candidato online con 189 preferenze[22] ed eletto alla Camera dei deputati per la circoscrizione Campania 1 al secondo posto nella lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013.[23]
Il 21 marzo 2013, con 173 voti è eletto vicepresidente della Camera dei deputati,[24] il più giovane della storia della Repubblica Italiana a ricoprire tale carica. Dal 7 maggio fa parte anche della XIV Commissione, che si occupa delle politiche dell'Unione europea.[14] In breve tempo diventa uno dei volti più noti del partito, tanto da essere nominato membro del cosiddetto "direttorio" del movimento, costituito nel novembre 2014 da cinque parlamentari scelti da Beppe Grillo, con l'obiettivo di costruire il principale organo direttivo del partito, con funzione di raccordo tra il leader e gli eletti in parlamento.[25] Nel 2016 è nominato responsabile degli enti locali per il Movimento 5 Stelle.[26]
Nel settembre 2017 si candida alle elezioni primarie per scegliere il candidato premier e capo politico del Movimento 5 Stelle:[27] l'esito delle votazioni tra gli iscritti alla piattaforma online del partito lo vede vittorioso con 30.936 voti, pari a circa l'82% dei votanti.[28]
Alle elezioni politiche italiane del 2018 ottiene 95.219 voti (63,41%) al collegio uninominale di Acerra, sconfiggendo il candidato del centro-destra Vittorio Sgarbi e venendo così eletto per la seconda volta alla Camera.[29] Nella crisi politica nata dalla nomina, contestata dal Presidente della Repubblica, del nuovo Ministro dell'economia e delle finanze,[30] di fronte all'eventualità di nuove elezioni politiche, Di Maio auspicava l'attivazione dell'articolo 90 della Costituzione italiana[31] per poi indire nuove elezioni[32].
A crisi risolta Di Maio ricopre la carica di Vicepresidente del Consiglio e ministro dello sviluppo economico e del lavoro nel governo Conte I.
Il 5 settembre 2019 presta giuramento come ministro degli affari esteri e cooperazione internazionale nel governo Conte II.[33][34]
Il 22 gennaio 2020 comunica le sue dimissioni irrevocabili da capo politico del Movimento 5 Stelle e capo delegazione del suo partito per il governo Conte II, e nel suo discorso al Tempio di Adriano elenca tutti i successi del M5S sotto la sua guida e attribuisce le sue dimissioni a scontri interni al Movimento, facendo riferimento a avversari interni che "stanno nelle retrovie e vengono al fronte solo per pugnalare alle spalle".[35][36]
Il 13 febbraio 2021, a seguito delle dimissioni del governo Conte II, viene confermato ministro degli esteri nel nuovo governo Draghi.
Il 21 giugno 2022 Di Maio ha annunciato il suo addio al Movimento 5 Stelle,[37] fondando un proprio partito di ispirazione dichiaratamente moderata, atlantista ed europeista denominato "Insieme per il futuro". Nel relativo gruppo parlamentare, costituitosi alla Camera il giorno seguente, sono confluiti 50 dei 155 deputati del M5S (tra cui, oltre a Di Maio stesso, esponenti rilevanti quali i sottosegretari Manlio Di Stefano, Laura Castelli, Anna Macina, Dalila Nesci, il questore della Camera Francesco D'Uva e gli ex-ministri del governo Conte II Vincenzo Spadafora e Lucia Azzolina), oltre ad Antonio Lombardo di Coraggio Italia.[38] Il giorno seguente vi sono adesioni di 10 ex-M5S (tra cui il sottosegretario Pierpaolo Sileri) anche al Senato della Repubblica,[39] che si costituiscono in gruppo autonomo il 30 giugno, dopo che - secondo il regolamento del Senato - viene fornito un simbolo da un partito presentatosi alle ultime elezioni (in questo caso, Centro Democratico).[40] Con oltre 60 parlamentari coinvolti, si è trattato della più numerosa scissione nella storia repubblicana.[41]
La scelta di Di Maio è stata contestata da esponenti e sostenitori del Movimento e dallo stesso Grillo.[42][43][44]
Era considerato un moderato, con una posizione centrista, all'interno del Movimento 5 Stelle.[45]
Il nuovo gruppo da lui fondato (Insieme per il futuro) ha posizioni moderate: atlantista ed europeista in politica estera, volto alla responsabilità e alla valorizzazione delle competenze, contrario a populismi e sovranismi. [46]
In tema di politica energetica e ambientale, su iniziativa del M5S, che aveva nella questione un suo vecchio cavallo di battaglia politico, durante il Governo Conte I, il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio, si è impegnato nel frenare le trivellazioni offshore per la ricerca di gas e petrolio nei mari italiani.[47][48]
In tale campo è stato introdotta, tramite il Decreto Semplificazioni dell'aprile 2019[49], una norma finalizzata a sospendere i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi nell'offshore marittimo italiano e di aumentare i canoni per gli impianti già esistenti di 25 volte. Il governo Conte II ha, su iniziativa del premier Conte, confermato la posizione dell'esecutivo M5S-Lega.[50] La mossa è stata oggetto di diverse critiche, a opera soprattutto di studiosi e analisti che hanno ritenuto la norma un danno autoinferto al sistema energetico nazionale, dipendente dalle esportazioni[51][52] criticato il fatto che lo stop alle trivellazioni danneggi distretti produttivi specializzati nei servizi al comparto estrattivo come il cluster di Ravenna[53] e sottolineato come, abbandonando il gas e il petrolio dell'Adriatico ai paesi della costa orientale, la mossa non aiuti nemmeno a risolvere i problemi ambientali, dato che l'attività prosegue a opera di attori facenti riferimento stati diversi dall'Italia[54].
Nel periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Ministro del Lavoro (durante il Governo Conte I), Luigi Di Maio ha varato il cosiddetto "Decreto Dignità" con l'obiettivo di disincentivare i contratti di lavoro precari a favore di quelli stabili. Il decreto prevedeva tra le altre misure la reintroduzione dell'obbligo di indicare la clausola per i contratti a tempo determinato superiori a 12 mesi, il limite del 30% dei contratti a termine rispetto al numero dei contratti a tempo indeterminato nella stessa azienda, la durata massima dei contratti a termine scende da 36 a 24 mesi, e altre misure.[55][56][57][58] Secondo alcune fonti questo decreto non ha avuto però l'effetto sperato, e le dinamiche del mercato del lavoro sono rimaste sostanzialmente stabili anche dopo la sua approvazione[59][60][61][62], pur con giudizi positivi anche da avversari politici.[63] Le modifiche portate dal Decreto verranno poi abolite dalla nuova maggioranza a sostegno del Governo Draghi.[64]
Nel febbraio 2019, in occasione delle Elezioni europee del 2019, insieme con Alessandro Di Battista, Di Maio ha incontrato una delegazione rappresentativa del Movimento dei gilet gialli alla quale partecipava Jean-Christophe Chalençon, figura radicale del movimento (noto per avere proposto un colpo di Stato militare contro il Presidente Emmanuel Macron e il Primo Ministro Édouard Philippe), che ha dichiarato una sintonia con Di Maio e il Movimento 5 Stelle delle origini. L'incontro ha prodotto frizioni tra il governo francese e quello italiano.[65][66][67]
Durante l'esperienza di governo di coalizione con la Lega, il Movimento 5 Stelle guidato da Di Maio ha approvato la firma del memorandum di adesione dell'Italia alla "Nuova via della seta", il progetto geoeconomico di connettività infrastrutturale e commerciale a trazione cinese[68] fortemente contestata dagli Stati Uniti[69][70], completata durante la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia del marzo 2019. Il Ministero dello Sviluppo Economico di Di Maio, che sul tema è stato affiancato dal sottosegretario di area leghista ed ex docente universitario nella Repubblica Popolare Michele Geraci, ha partecipato in primo piano al negoziato e al completamento del memorandum.[71]
Riguardo alla crisi presidenziale venezuelana del 2019, Di Maio ha posto il veto al riconoscimento di Juan Guaidó quale presidente del Paese sudamericano da parte dell'Italia, in opposizione all'alleato di governo Matteo Salvini e all'Unione europea invece favorevoli.[72][73]
Ha sostenuto le candidature dell'Albania e della Macedonia del Nord a divenire stati membri dell'Unione europea.[74][75]
Si dichiara contrario alla surrogazione di maternità definendola "abominevole" perché, a suo parere, il bambino diventerebbe "una merce".[76]
È a favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e dell'adozione del configlio, precisando invece che le adozioni per le coppie omosessuali andrebbero affrontate tramite referendum e rappresenterebbero una questione su cui "andare con i piedi di piombo".[76][77]
Riguardo al decreto del 31 gennaio 2019 firmato dal ministro dell'interno Matteo Salvini, che decreta la sostituzione del termine "genitori" con "padre" e "madre" sulla carta d'identità,[78] e motivo di polemiche da parte delle famiglie omogenitoriali, afferma: «Da cattolico penso che la famiglia sia quella con il papà e con la mamma. In Italia non abbiamo una legge che permette l'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso, però abbiamo dei casi in cui la magistratura ha riconosciuto dei bambini in una coppia dello stesso sesso». Egli afferma che si può trovare una soluzione per normare questi casi, ma allo stesso tempo esorta a parlare e agire nell'interesse dei bambini, ritenendo che: «i bambini non sono un diritto. Spesso si parla solo dei genitori e non si parla del bambino».[79]
Afferma che lo ius soli rappresenta un tema importante “da affrontare a livello europeo”, ma al contempo delicato, in quanto “potrebbe attirare più migranti verso l'Italia e generare corruzione”, non rappresentando, inoltre, una “priorità politica rispetto al sostegno al reddito degli italiani”.[80][81]
Il 12 luglio 2017 Di Maio è stato indagato formalmente per diffamazione a seguito di una denuncia presentata da Marika Cassimatis, ex candidato sindaco M5S a Genova[82], in seguito archiviata in data 20 luglio 2018 in quanto il Gip dichiarò che si è trattato di critica politica.[83][84]
Anche la giornalista Elena Polidori ha presentato una denuncia contro di lui per diffamazione, successivamente archiviata dal Gip per il principio dell'insindacabilità delle opinioni espresse da un parlamentare, sebbene lo stesso Di Maio avesse sempre criticato l'istituto con cui può scudarsi un parlamentare della Repubblica Italiana.[85][86]
Nell'estate del 2019, si apprende che il Partito Democratico ha sporto querela contro Di Maio per alcune affermazioni proferite in televisione e tese ad associare quell'intero partito alle vicende di Bibbiano, al centro del caso giudiziario "Angeli e Demoni".[87][88] Tale querela è stata poi ritirata in seguito alla nascita del secondo governo Conte e all'alleanza tra PD e M5S.[89]
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) | |
— 8 novembre 2021[106] |
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