Luca Barbareschi

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Luca Barbareschi
Luca Barbareschi daticamera.jpg
Luca Barbareschi deputato nel 2008

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato 29 aprile 2008 –
14 marzo 2013
Legislature XVI
Gruppo
parlamentare
PdL (2008-2010)
FLI (2010-2011)
Gruppo misto (2011-2013)
Coalizione Centro-Destra Italiano
Circoscrizione Sardegna
Incarichi parlamentari
Vice-presidente della IX COMMISSIONE (Trasporti, poste e telecomunicazioni) dal 22 maggio 2008 al 12 ottobre 2010 e dal 13 ottobre 2010 al 14 marzo 2013
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politico AN (2008-2009)
PdL (2009-2010)
FLI (2010-2011)
Indipendente (2011-2013)
Titolo di studio Diploma di liceo scientifico
Professione Attore
Firma Firma di Luca Barbareschi

Luca Giorgio Barbareschi (Montevideo, 28 luglio 1956) è un attore, regista, produttore televisivo, produttore cinematografico, autore, conduttore televisivo, sceneggiatore, direttore artistico ed ex politico italiano. In televisione, come intrattenitore, ha partecipato a circa ottanta sceneggiati e a venti varietà.[1] È stato eletto deputato alle elezioni politiche del 2008, rimanendo in carica fino al 2013.

Biografia

È nato a Montevideo, in Uruguay, Barbareschi cresce a Milano con il padre Francesco Saverio Barbareschi, che era un imprenditore con un passato da partigiano e la madre Maria Antonietta Hirsch un'economista di origine ebraica, che lo abbandona all'età di 7 anni.

Vita privata

È stato sposato con Patrizia Fachini, dalla quale ha avuto le figlie Beatrice, Eleonora e Angelica.[2] Successivamente è stato compagno per 7 anni dell'attrice Lucrezia Lante della Rovere. Attualmente è legato a Elena Monorchio, figlia dell'ex ragioniere generale dello Stato Andrea, dalla quale ha avuto due figli, Maddalena e Francesco Saverio.

È un ebreo praticante.[3]

Imprenditoria

Fondatore delle società in campo informatico Glamm Interactive e Video Online, crea una propria casa di produzione, la Casanova Multimedia. Quest'ultima si occupa di contenuti e format per il cinema e la televisione, tra cui le miniserie Pietro Mennea - La freccia del Sud, Adriano Olivetti - La forza di un sogno, Walter Chiari - Fino all'ultima risata, Il Sogno del maratoneta (Dorando Pietri), Nero Wolfe, Zodiaco, Le ragazze dello swing e il film-tv Edda Ciano e il comunista.

Fonda anche una seconda casa di produzione, con sede a Los Angeles, la Four Point Entertainment, per la quale conduce, negli anni novanta, centodieci puntate dello show televisivo That's amore. Produce alcuni lavori per la Fox e la Think Entertainment inglese.[4]

Prima delle Elezioni politiche del 2008 ha annunciato che, in caso di elezione, avrebbe ceduto la proprietà della sua azienda a un blind trust,[5] cosa che, a elezioni avvenute, ha dichiarato di aver fatto.[6] Ha comunque continuato la sua carriera di attore, regista e produttore anche durante lo svolgimento della legislatura.

Cinema e televisione

Comincia a studiare negli anni settanta allo Studio Fersen di Roma e l'inizio della sua carriera lo vede al Teatro di Verona come assistente regista di Virginio Puecher nella messa in scena dell'Enrico V. Successivamente si trasferisce a Chicago dove, ancora con Puecher, continua la sua attività di aiuto regista nell'opera di Offenbach I racconti di Hoffmann. In questa città collabora anche con la Chicago Lyric Opera Theatre come primo aiuto. Successivamente decide di stabilirsi a New York: lavora, per un anno, con Frank Corsaro agli allestimenti del Metropolitan Opera Theatre. In seguito decide di iscriversi e frequentare per quattro anni una scuola di recitazione.[1]

Nel 1983 lavora sul film Summertime, con la regia Massimo Mazzucco, per cui scrive la sceneggiatura e interpreta un ruolo. Terminata questa esperienza, decide di trasferirsi a Roma, intraprendendo una carriera che spazia fra teatro, cinema e televisione. Nel 1979 compare per la prima volta in un film come comparsa in Da Corleone a Brooklyn di Umberto Lenzi, con Mario Merola. L'anno successivo è fra i protagonisti del cult movie Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato, pellicola con reali violenze su alcuni degli animali utilizzati nel film. Dopo alcuni anni, viene selezionato per il film Hanna K. di Costa-Gavras (1983), accanto a Gabriel Byrne. Nello stesso anno Gabriele Salvatores gli affida la parte di Lisandro in Sogno di una notte d'estate accanto a Erika Blanc e Claudio Bisio. Nel 1984 Pupi Avati lo inserisce nel cast di Impiegati. Barbareschi lavora dunque nel 1986 con Carlo Vanzina in Via Montenapoleone e con Dino Risi in Teresa l'anno successivo, accanto a Serena Grandi.

Nel mondo della televisione partecipa, tra il 1984 e il 1985, allo show tv di Rete 4 Quo vadiz? ideato da Maurizio Nichetti, accanto a comici come Umberto Smaila, Franco Oppini e Angela Finocchiaro ma la grande notorietà arriva sempre su Rete 4 nel 1989 grazie alla celebre trasmissione C'eravamo tanto amati che per 5 anni ottiene un enorme successo. Con l'arrivo degli anni novanta, partecipa a In nome del popolo sovrano di Luigi Magni, accanto ad attori del calibro di Alberto Sordi, Nino Manfredi e Jacques Perrin. Nel 1991 conduce lo show a tema musicale Sapore di mare. Nel 1992 interpreta una parte nel film di Sergio Rubini La bionda e lavora l'anno successivo con Mauro Bolognini alla realizzazione della miniserie La famiglia Ricordi, dove interpreta Gioachino Rossini. Nel 1994 produce e interpreta il film La delegazione, del drammaturgo russo (esordiente alla regia) Alexandr Galin.

Nel 1997 decide di passare lui stesso dietro la macchina da presa firmando Ardena, suo primo lungometraggio, seguito nel 2002 da Il trasformista. Il film non riscuote un grande successo di pubblico (69.473 Euro è l'incasso nelle sale) e la prima visione televisiva del film su Rai 3 nel febbraio 2011 ottiene 858.000 spettatori con il 2,96% di share[7]. La critica giudica in maniera sostanzialmente positiva il film, ma non mancano voci dissidenti[8]. Negli anni seguenti ha poi realizzato, con un discreto successo, la trasmissione Il grande bluff, nella quale, all'insaputa del conduttore della trasmissione 'presa di mira' (di volta in volta, solo a titolo d'esempio, Mike Bongiorno, Iva Zanicchi, Maurizio Costanzo) organizzava degli scherzi.

Barbareschi nel film Something Good del 2013

Nel frattempo rimane spesso impegnato in numerose produzioni di fiction e miniserie tv: nel 1998 interpreta Trenta righe per un delitto e Cronaca nera, e dal 2005 Nebbie e delitti. Nel periodo 2000-2001 conduce il game show Greed su Rai 2. Nel 2010 torna in televisione come conduttore con il programma di LA7 dal titolo Barbareschi Sciock previsto per venerdì 22 gennaio 2010 in prima serata[9]. Sorgono immediatamente polemiche in merito alla prima trasmissione poiché il conduttore utilizza, in maniera provocatoria, le battute pubblicate sul blog Spinoza senza citare il blog come fonte.[10]

Nel 2012, attraverso la sua casa di produzione Casanova Multimedia, produce per conto di Rai Fiction la miniserie tv Walter Chiari - Fino all'ultima risata dedicata al popolare attore comico e la serie televisiva Nero Wolfe che riporta sul piccolo schermo le gesta del celebre investigatore creato dalla penna di Rex Stout. Entrambe le opere andranno in onda nei primi mesi del 2012 in prima serata su Rai 1. Sempre nel 2012 scrive, produce, gira e interpreta Something good, film che tratta il tema delle sofisticazioni alimentari. Nel 2013 produce Adriano Olivetti - La forza di un sogno una miniserie televisiva italiana in due puntate ispirata alla vita di Adriano Olivetti in onda su Rai 1 dal 28 ottobre 2013.[11]

Nel 2014, partecipa allo show televisivo in prima serata su Rai Uno, Tale e quale show, condotto da Carlo Conti. Nel 2015 con la Casanova produce la miniserie Rai Pietro Mennea - La freccia del Sud in cui interpreta Carlo Vittori.

Teatro

Barbareschi con Ezio Greggio

Il suo esordio avviene a metà degli anni ‘70 al Teatro di Verona come assistente regista nell’Enrico V diretto da Virginio Puecher. Successivamente si trasferisce a Chicago dove prosegue, ancora con Puecher, la sua attività come aiuto regista nell'allestimento dell'opera di Offenbach I racconti di Hoffmann. Collabora con la Chicago Lyric Opera Theatre per tre produzioni in qualità di primo aiuto del teatro, poi si stabilisce a New York e qui lavora per un anno agli allestimenti del Metropolitan Opera Theatre sotto la direzione di Frank Corsaro. Studia per quattro anni a New York con Lee Strasberg, Nicholas Ray e Stella Adler.

La sua carriera teatrale comprende oltre trenta spettacoli, nella maggior parte dei quali ricopre il ruolo di protagonista e regista. In Italia ha il grande merito di portare in scena e far conoscere al pubblico italiano autori stranieri del calibro di Eric Bogosian, David Hare, Ben Elton, Nigel Williams, Sam Shepard, ma principalmente David Mamet di cui porta in scena: Oleanna, Perversioni sessuali a Chicago, Glengarry Glenn Ross, American Buffalo, Mercanti di bugie, Boston Marriage.

Negli anni successivi è protagonista di Amadeus con la regia di Roman Polański, Pop Corn – Inferno in diretta di Ben Elton, Harry and me – La grande truffa di Nigel Williams, portato in scena nel 2000 e andato in onda l'anno successivo su Rai 2 all'interno del programma Palcoscenico.

Nel 2001 è nominato Direttore Artistico del Teatro Eliseo di Roma per il quale, nel 2002, dirige lo spettacolo Una relazione privata di Philippe Blasband, con Anna Galiena e Fabio Sartor. L'esperienza si è conclusa con il licenziamento da parte dell'Eliseo Spa, società che gestisce il teatro.[12] Nel 2004 è Billy Flynn nella versione italiana del celebre musical Chicago. Viene poi nominato direttore artistico della Fondazione Palazzo della Cultura di Latina, per il quale nel 2005 produce lo spettacolo scritto e diretto da Duccio Camerini Scoppio d’amore e guerra con protagonisti Lucrezia Lante della Rovere e Rocco Papaleo mentre l'anno successivo produce lo spettacolo Sabato notte...Scanzonato italiano di Roberto Cavosi e Chiara Noschese.

Nel 2006 è protagonista della versione inglese del musical Chicago e nello stesso anno incomincia l'allestimento de Il sogno del Principe di Salina: l'ultimo Gattopardo, ispirato al romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nel 2009 torna in teatro con Il caso di Alessandro e Maria di Giorgio Gaber. Ha tenuto corsi di recitazione all'Accademia d'arte drammatica ''Silvio D'Amico'' e un corso di scrittura creativa alla Luiss Writing School. Nel 2013 in collaborazione con David Seidler porta in scena la commedia Il discorso del re[13]. Nel 2014 porta in scena al Festival di Spoleto il suo nuovo one man show Cercando segnali d'amore nell'universo. Nel 2015 prende la gestione e la Direzione Artistica del Teatro Eliseo di Roma e apre la stagione con lo spettacolo Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad di Rajiv Joseph, testo finalista al premio Pulitzer.

Politica

Durante la sua carriera nel mondo dello spettacolo, pur definendosi socialista,[14] si distingue per una vicinanza ideologica e d'azione con movimenti di destra.[15] Non manca di criticare comunque esponenti del centro-destra, come in occasione della proposta di legge di Gabriella Carlucci sui finanziamenti al cinema (2002), quando rivela di aver voluto provare l'inadeguatezza della commissione ministeriale addetta, inviando sotto mentite spoglie una sceneggiatura di Orson Welles e ricevendo un parere negativo. L'episodio crea un certo imbarazzo tra gli esponenti di Forza Italia, che si dichiarano comunque fiduciosi per la soluzione adottata.[16]

Alle elezioni politiche del 2008 è candidato nella circoscrizione Sardegna per il Popolo delle Libertà, risultando eletto in Parlamento. Gli viene affidato l'incarico di vice Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Subito dopo la vittoria, incoraggia la coalizione di centro-destra a "occupare la Rai", alimentando così la polemica legata a una sua dichiarazione precedente contro il suo vecchio partito AN: "An porta in Rai solo le mignotte".[17][18]

Il 4 maggio 2008, ospite di un talk-show su Rai 3, si dichiara favorevole a matrimonio e adozione omosessuali. Il giorno dopo il partito lo richiama in maniera ufficiale ricordandogli come non siano previste aperture di alcun tipo a riforme in tale direzione.[19] Pochi giorno dopo, Barbareschi si rende protagonista di una polemica con Sandro Bondi, che critica per una presunta reintegrazione di uomini assunti in precedenza dall'ex-ministro Francesco Rutelli.[20] Alla fine di ottobre 2009 Barbareschi ha totalizzato il 46,7% di presenze alle sedute parlamentari[21] e in un'intervista a Il Fatto Quotidiano si lamenta della sua impossibilità di vivere col solo stipendio da parlamentare (circa 23.000 euro lordi al mese)[22]. Alla fine del 2012 le presenze totalizzate alle sedute parlamentari sono scese al 41%[23].

Ricopre l'incarico di "Consigliere per lo studio e l'approfondimento delle possibili iniziative volte alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico italiano nel territorio del Consiglio di Cooperazione per gli Stati Arabi del Golfo".[24] Nel luglio 2010 lascia il gruppo parlamentare del Popolo della Libertà alla Camera, per seguire Gianfranco Fini che dà vita a Futuro e Libertà. Il 20 febbraio 2011, una settimana dopo lo svolgimento del primo congresso di Futuro e Libertà, lascia la formazione politica per entrare nel gruppo misto.[25] Il 4 marzo 2013, alla fine della legislatura, ha terminato il mandato parlamentare.

Impegno sociale

È impegnato sul fronte della lotta alla pedofilia: ha creato la Fondazione Luca Barbareschi, che ha come scopo la tutela dei bambini vittime di pedofilia,[26] e ha proposto leggi specifiche come parlamentare.[27] L'infanzia di Barbareschi fu segnata da gravi episodi di abusi sessuali, avvenuti in ambito scolastico e protrattisi nel tempo dall'età di otto a tredici anni. Gli abusi, trattati fra l'altro in un capitolo del libro Olocausto bianco di Ferruccio Pinotti,[28] avvennero presso l'Istituto Leone XIII, prestigiosa scuola privata milanese, da parte di un sacerdote cattolico, suo insegnante.[29] Dopo molti anni Barbareschi ha reso pubbliche queste vicende[30] tramite interviste e trasmissioni televisive.

Controversie

  • Nel 1996, all'interno del programma I guastafeste, consiglia a una signora del pubblico di non pagare la cosiddetta "tassa sull'Europa" imposta dal primo governo Prodi. La dichiarazione scatena violente polemiche che costringono la direzione di Mediaset a sospendere, e in seguito licenziare, il presentatore.[31] Mediaset, attraverso la figura dell'allora amministratore delegato Adriano Galliani, tenta di trovare una mediazione e reintegrare il conduttore.[32] La trattativa però non va in porto e le due parti terminano la loro battaglia in tribunale.[33]
  • L'11 giugno 2012 si rende protagonista di una aggressione ai danni di Filippo Roma, inviato de Le iene. Ha aggredito il cameraman Marco Occhipinti distruggendo la telecamera e rubando il suo smartphone personale, con il quale stava riprendendo l'aggressione. Le forze dell'ordine sono accorse sul luogo ma senza operare alcun arresto, impossibilitate a perquisirlo per l'immunità parlamentare. Il giornalista ha sporto denuncia per furto, ma a detta di alcuni testimoni il cellulare, mai restituito, sarebbe stato distrutto da Barbareschi.[34][35][36]
  • Il 28 agosto 2012 a Filicudi si ripete un evento simile che vede Barbareschi aggredire nuovamente con calci e pugni Filippo Roma e colpire il suo cameraman.[37]

Filmografia

Attore

Cinema

Televisione

Regista

Produttore

Programmi televisivi

Teatro

Libri

Note

  1. ^ a b Luca Barbareschi, Sito ufficiale di Luca Barbareschi., su lucabarbareschi.it.
  2. ^ Luca Barbareschi: ascoltate i vostri figli, su donnamoderna.com. URL consultato il 31 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2009).
  3. ^ Lucio Giordano, Da bambino volevo farmi prete ma adesso credo nel Dio degli Ebrei, in Dipiù, n. 45, 2020, pp. 86-90.
  4. ^ Luca Barbareschi - biografia, su mymovies.it, MyMovies.
  5. ^ Luca Barbareschi: RAI e Mediaset si mettano assieme, su iltempo.it, Il Tempo, 31 marzo 2008. URL consultato il 20 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2008).
  6. ^ Silvio faccia come vuole, ma io ho scelto il blind trust, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 28 aprile 2008. URL consultato il 20 novembre 2008.
  7. ^ Barbareschi fa flop su Rai Tre Archiviato il 27 febbraio 2011 in Internet Archive. ilfattoquotidiano.it, 9 febbraio 2011
  8. ^ Morando Morandini, Il trasformista, su mymovies.it.
  9. ^ Barbareschi Sciock su La7
  10. ^ Barbareschi sotto accusa in Rete: «Copia le battute dal blog Spinoza»
  11. ^ In memoria di Adriano, Sette, 10 ottobre 2013
  12. ^ Emilia Costantini, Barbareschi licenziato: "Io non lascio l'Eliseo" Veltroni solidale con lui, su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 14 marzo 2002 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  13. ^ Il discorso del re, su casanovamultimedia.it. URL consultato il 18 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  14. ^ Barbara Palombelli, Sono un socialista a vita ma la sinistra è troppo snob., su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 24 settembre 2005 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  15. ^ Emilia Costantini, Barbareschi insulta tutti., su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 6 dicembre 1995 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  16. ^ Laura Martellini, Legge sul cinema, si cambia., su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 30 luglio 2002 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  17. ^ Vittorio Zincone, Abbiamo vinto occupiamo la Rai, su corriere.it, Il Corriere della Sera, 21 maggio 2008. URL consultato il 20 novembre 2008.
  18. ^ Antonello Caporale, Silvio faccia come vuole, ma io ho scelto il blind trust, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 28 aprile 2008. URL consultato il 20 novembre 2008.
  19. ^ Barbareschi: sì a nozze e adozioni gay. Il Pdl: non se ne parla., su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 6 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  20. ^ Bondi reintegra uomini di Rutelli., su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 28 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  21. ^ Gian Antonio Stella, Se a Barbareschi non basta lo stipendio, Il Corriere della Sera, 4 novembre 2009
  22. ^ Alessandro Ferrucci, Luca Barbareschi: “La paga da deputato? Non basta, mi tocca lavorare”, il Fatto Quotidiano, 31 ottobre 2009
  23. ^ L'Espresso, Scheda parlamentare di Luca Giorgio Barbareschi
  24. ^ Se a Barbareschi non basta lo stipendio., su corriere.it, Il Corriere della Sera, 5 novembre 2009. URL consultato il 5 novembre 2009.
  25. ^ Anche Barbareschi lascia Futuro e Libertà: ''Aderisco al gruppo misto alla Camera'' - Adnkronos Politica
  26. ^ Luciani Gulli, Barbareschi: «Così salverò i bimbi violati», in Il Giornale, 20 aprile 2007. URL consultato il 10 dicembre 2008.
  27. ^ Proposte di legge presentate come primo firmatario [collegamento interrotto], in Camera dei deputati. URL consultato il 10 dicembre 2008.
  28. ^ Ferruccio Pinotti, Pedofilia, "Olocausto bianco": la Chiesa, Luca Barbareschi e Rignano. Parla Carlotta Zavattiero. URL consultato il 10 dicembre 2008.
  29. ^ La storia dell'attore e deputato Pdl. Non dimentico quegli abusi a scuola, in Fondazione Luca Barbareschi, 28 maggio 2008. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2009).
  30. ^ L'oscuro prezzo della vergogna, in Rai. URL consultato il 10 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2009).
  31. ^ Barbareschi cacciato: "Faro' resistenza", su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 28 novembre 1996 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  32. ^ Stefania Ulivi, Luca salvato da una telefonata, su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 1º dicembre 1996 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  33. ^ Barbareschi e Mediaset: la rottura in tribunale, su archiviostorico.corriere.it, Il Corriere della Sera, 6 dicembre 1996 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  34. ^ ROMA: Barbareschi assenteista e furioso - Video Mediaset
  35. ^ On. Barbareschi ruba un telefono alle Iene. Ma i carabinieri non lo arrestano – Il Fatto Quotidiano
  36. ^ Domenica sera ripartono Le Iene, alle 21:20 su Italia Uno., su Pagina Facebook "Le Iene".
  37. ^ Barbareschi-Iene, atto secondo: Calcio, schiaffi e pugni dell'onorevole - Corriere della Sera

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