Katherine Johnson

Katherine Johnson nel 2008.

Creola Katherine Johnson, nata Coleman[1], conosciuta anche come Katherine Goble[2] (White Sulphur Springs, 26 agosto 1918Hampton, 24 febbraio 2020[3]), è stata una matematica, informatica e fisica statunitense.

Contribuì allo sviluppo dell’aeronautica statunitense e ai programmi spaziali, già dal primo utilizzo dei computer elettronici digitali da parte della NASA. Venne molto apprezzata per l'accuratezza che poneva nel calcolo della navigazione spaziale computerizzata e per il lavoro tecnico dirigenziale pluridecennale svolto alla NASA: dal calcolo delle traiettorie delle orbite, paraboliche e iperboliche, delle finestre di lancio e dei percorsi di ritorno di emergenza per molti voli, al Project Mercury, incluse le prime missioni NASA di John Glenn, Alan Shepard, le traiettorie di inserzione lunare[4] nei voli lunari del programma Apollo, continuando con il lavoro sul programma dello Space Shuttle, infine con la progettazione dei primi piani per la missione su Marte.

Nel 2015 il presidente Barack Obama le ha conferito la Medaglia presidenziale della libertà. Nel 2016 ha ricevuto il Silver Snoopy Award (premiata dall'astronauta della NASA Leland D. Melvin) e un NASA Group Achievement Award, seguiti nel 2019 dalla Medaglia d'oro del Congresso ricevuta dal presidente Donald Trump. Nel 2021 è stata inserita nella National Women's Hall of Fame. Nel film Il diritto di contare del 2016, Katherine Johnson è stata interpretata dall'attrice Taraji P. Henson, una delle tre protagoniste del film.

https://www.youtube.com/watch?v=fySZR5sHK90

Biografia

Infanzia e istruzione

Katherine Johnson nacque il 26 agosto 1918 da Joylette Roberta (nata Lowe) e Joshua McKinley Coleman[5] a White Sulphur Springs, Contea di Greenbrier, in Virginia Occidentale[6][7][8]; era la più piccola dei quattro figli della coppia[9]. Suo padre era un boscaiolo, contadino e tuttofare presso il Greenbrier Hotel, mentre sua madre era un'insegnante.[7][10]

Fin dall'infanzia dimostrò di avere talento per la matematica. I suoi genitori la incoraggiavano negli studi e, dato che la contea di Greenbrier non assicurava l'istruzione agli studenti di colore che avessero superato la scuola dell'obbligo, i bambini della famiglia Coleman frequentarono il liceo a Institute, nella contea di Kanawha (Virginia Occidentale). Questa scuola era nel campus del West Virginia State College (WVSC[11]), Johnson fu iscritta all'età di dieci anni[12], così la famiglia passò il suo tempo dividendosi tra Institute durante l'anno scolastico e White Sulphur Springs in estate[13] [14].

Bambina prodigio, ottenne il diploma superiore all'età di 14 anni [15] e a 16 anni iniziò a frequentare il West Virginia State College, università storicamente afroamericana. Come studentessa frequentò tutti i corsi di matematica che il college offriva, sfruttando appieno tutte le sue potenzialità. Molti professori le fecero da mentori, compresa la studiosa di chimica e matematica Angie Turner King, che già l'aveva seguita durante il liceo, e W.W. Schieffelin Claytor, il terzo afroamericano a ricevere una laurea in matematica, che aggiunse nuovi corsi matematici specificatamente per lei[16]. La ragazza si laureò in matematica e francese con la valutazione Magna cum laude nel 1937, all'età di 18 anni [8][10][17] e si trasferì quindi a Marion, Virginia, per insegnare in una scuola pubblica per afroamericani[6].

Nel 1939, dopo aver sposato il suo primo marito, James Goble, lasciò il lavoro di insegnante e si iscrisse a un corso di laurea in matematica. Vi rinunciò un anno dopo essere rimasta incinta e scelse di concentrarsi sulla sua famiglia[18]. Divenne la prima donna afroamericana ad aver superato le barriere segregazioniste che caratterizzavano l'Università della Virginia Occidentale a Morgantown nella contea di Monongalia. Fu una dei tre studenti afroamericani, nonché l'unica donna, selezionati per integrare la scuola di specializzazione, dopo la sentenza della Corte Suprema del Missouri, Gaines versus Canada.[10][19]

Vita privata

Nel 1939 si unì in matrimonio con James Francis Goble, dal quale ebbe tre figlie: Costanza, Joylette e Katherine; dal 1953 la famiglia visse a Newport News (in Virginia). Nel 1956 il marito morì per un tumore al cervello e nel 1959 si risposò con il tenente colonnello James A. Johnson, un ufficiale dell'esercito degli Stati Uniti e veterano della guerra di Corea; la coppia è rimasta sposata per 60 anni fino alla morte di lui nel marzo 2019 all'età di 93 anni, continuando la sua carriera alla NASA.[20]

Cantò nel coro della Carver Presbyterian Church per cinquant'anni, ed era una componente dell'Alpha Kappa Alpha Sorority. Negli ultimi anni, a partire dal 2016, la Johnson e il suo secondo marito vissero ad Hampton, Virginia, con sei nipoti e quattro pronipoti.[21]

È morta il 24 febbraio 2020 in una casa di riposo a Newport News all'età di 101 anni[3]. Dopo la sua morte, Jim Bridenstine, amministratore della NASA, l'ha descritta come "un eroe americano" e ha affermato che "la sua eredità pionieristica non sarà mai dimenticata".

Carriera

Katherine Johnson alla NASA nel 1966

Intraprese la carriera scientifica con interesse, soprattutto nella ricerca matematica, un percorso discriminatorio per le donne afroamericane di quel periodo. Nel corso di una riunione di famiglia, un parente la informò che il National Advisory Committee for Aeronautics (NACA), diventata in seguito NASA, era alla ricerca di nuovo personale. La NACA aveva di recente accolto con favore l'opportunità di assumere donne afroamericane per il proprio dipartimento di Guida e Navigazione e fu così che le venne offerto un incarico nel 1953 che accettò subito. Divenne così membro del team della NASA. Secondo una storia orale archiviata dal National Visionary Leadership Project, in un primo momento lavorò in un gruppo di tecnici donne che eseguivano calcoli matematici, noto come "computors". Il loro principale compito era quello di leggere i dati delle scatole nere degli aerei e svolgere diverse e precise operazioni. Successivamente lei e un altro collega vennero assegnati temporaneamente al team di ricerca di volo tutto al maschile. La sua conoscenza della geometria analitica contribuì a farla apprezzare, sia dai dirigenti, sia dai colleghi uomini, tanto che si "dimenticarono di farmi ritornare al vecchio team", ebbe a dire lei in seguito. Non paga, chiese esplicitamente di essere inclusa nelle riunioni di redazione, laddove le donne non avevano mai partecipato, tanto meno quelle di colore. [7][22]

Dal 1953 e fino al 1958 svolse l'attività di "calcolatrice" nell'ambito del programma di ricerca per l'attenuazione degli effetti delle raffiche di vento sugli aeromobili. Inizialmente assegnata alla sezione West Area Computer, supervisionata dalla matematica Dorothy Vaughan, venne ricollocata alla Divisione Controllo di orientamento del Flight Research di Langley. Sia lei sia le altre donne afro-americane nel gruppo di calcolo vennero identificate come "calcolatrici di colore" (coloured computers) e soggette a discriminazione sul posto di lavoro; lavorando, pranzando e usando servizi igienici separati dai loro colleghi bianchi. La situazione continuò così fino a quando il pool di elaborazione dei dati, formato da afroamericani, venne sciolto nel 1958.[23] Dal 1958 fino a quando si ritirò nel 1986, lavorò come ingegnere aerospaziale. Nel 1959 calcolò sia la traiettoria per il primo volo spaziale con equipaggio, poi assegnato ad Alan Shepard,[24][25] che la finestra di lancio per la sua missione Mercury del 1961.[25][26] Tracciò i diagrammi di backup di navigazione per gli astronauti, da utilizzare in caso di guasto elettronico.[27] Nel 1962, quando la NASA utilizzò per la prima volta i calcolatori elettronici per il calcolo del volo orbitale dell'astronauta John Glenn con la Mercury Friendship 7, le venne richiesto di verificare i calcoli dello stesso computer, poiché Glenn si rifiutava di volare, a meno che non fosse stata lei a confermarli.[28] La Johnson in seguito lavorò direttamente con computer digitali, e la sua capacità e la reputazione per la precisione contribuirono a dare fiducia alla nuova tecnologia; calcolò inoltre la traiettoria per la missione sulla Luna dell'Apollo 11 del 1969.[24] Durante l'allunaggio si trovava ad una riunione a Pocono Mountains, raccolta con pochi altri attorno a un piccolo schermo televisivo per guardare i primi passi degli astronauti sulla Luna, mentre nel 1970, lavorò alla missione Apollo 13. Una volta interrotta la missione, il lavoro della Johnson sulle procedure di archiviazione e sui grafici aiutò l'equipaggio a tornare sano e salvo sulla Terra, quattro giorni più tardi. Infine lavorò al programma Space Shuttle, all'Earth Resources Satellite e ai piani per una missione su Marte.

Impatto culturale

Katherine Johnson mentre riceve la Medaglia presidenziale della libertà nel 2015

Fu coautrice di 26 pubblicazioni scientifiche.[7] La NASA mantenne un elenco dei suoi articoli più significativi con i link al suo strumento di ricerca nell'archivio per trovare gli altri.[24]

L'impatto sociale di Katherine Johnson come pioniere nella scienza spaziale e nell'informatica, si riflette sia nei riconoscimenti ricevuti, sia nel numero di volte che la sua storia viene rappresentata come modello.[29][30][31][32][33][34]

Dal 1979, prima che si ritirasse dalla NASA, la biografia di Johnson ricevette un posto d'onore nelle liste degli afro-americani distinti nel campo della scienza e della tecnologia.[35][36]

Il 16 novembre 2015, il presidente Barack Obama la incluse in un elenco di 17 americani premiati con la Medaglia Presidenziale della Libertà.[37]

Il 5 maggio 2016, le venne formalmente dedicato, al Langley Research Center a Hampton, Virginia, il nuovo impianto, Katherine G. Johnson Computational Research. La dedica avvenne durante il 55º anniversario del lancio e dell'ammaraggio dello storico razzo di Alan Shepard, al quale Johnson contribuì.[38]

La ricercatrice venne inclusa nella lista della serie televisiva 100 Women, contenente un elenco di 100 donne ispiratrici e influenti di tutto il mondo.[39][40]

Nel 2016 fu prodotto Il diritto di contare, un film sulla sua storia e quella delle sue colleghe afro-americane della NASA, basato sul libro omonimo di Margot Lee Shetterly. Durante la cerimonia di premiazione dei Premi Oscar 2017 Katherine Johnson, all'epoca novantottenne e l'unica ancora in vita tra le scienziate immortalate nella pellicola, fu acclamata dal pubblico con una standing ovation.[41]

A febbraio 2019 la NASA le intitolò[42] la struttura Verification and Validation (IV&V) situata a Fairmont, Virginia Occidentale, istituita nel 1983 per garantire la sicurezza delle missioni di più alto profilo.[43]

Riassunto delle esperienze

Istruzione

Premi

  • 2021, Introduzione nella National Women's Hall of Fame.
  • 8 novembre 2019, Medaglia d'oro del Congresso
  • Il 29 aprile 2019, l'Università di Johannesburg e la sua Facoltà di Scienze hanno conferito a Johnson un BA in Philosophiae Doctor Honoris causa per il suo ruolo pionieristico presso la NASA.
  • 12 maggio 2018, Dottorato Honoris Causa in Scienze presso il College of William & Mary, Williamsburg, Virginia
  • Dottorato onorario 2017 dello Spelman College
  • 2017, Medaglia d'Onore delle Figlie della Rivoluzione Americana (DAR).
  • Il 1 ° dicembre 2016, Johnson ha ricevuto il Langley West Computing Unit NASA Group Achievement Award durante un ricevimento presso il Virginia Air and Space Center. Altri vincitori includono i suoi colleghi Dorothy Vaughan e Mary Jackson.
  • 2016, Dottorato presidenziale onorario in lettere umanitarie presso la West Virginia University, Morgantown, West Virginia
  • 2016, Astronomical Society of the Pacific’s Arthur B.C. Walker II Award.[44]
  • 2016, Silver Snoopy award from Leland Melvin.[45]
  • 2015, Presidential Medal of Freedom.[46]
  • 2015, NCWIT Pioneer in Tech Award.[28]
  • 2010, Honorary Doctorate of Science from Old Dominion University, Norfolk, Virginia.
  • 2006, Honorary Doctor of Science by the Capitol College, Laurel, Maryland.[7][47]
  • 1999, West Virginia State College Outstanding Alumnus of the Year[7][48]
  • 1998, Honorary Doctor of Laws, from SUNY Farmingdale.[7][48]
  • 1986, NASA Langley Research Center Special Achievement award. [49]
  • 1985, NASA Langley Research Center Special Achievement award. [49]
  • 1984, NASA Langley Research Center Special Achievement award. [49]
  • 1980, NASA Langley Research Center Special Achievement award. [49]
  • 1971, NASA Langley Research Center Special Achievement award. [49]
  • 1967, Apollo Group Achievement Award – questo premio includeva una delle 300 bandiere sbarcate sulla Luna a bordo di Apollo 11.[7]
  • 1967, NASA Lunar Orbiter Spacecraft and Operations team award – per il lavoro pionieristico di supporto per problemi di navigazione nei cinque veicoli spaziali che orbitavano e mappavano la Luna in preparazione per il programma Apollo.[7]

Film su Katherine Johnson

Note

  1. ^ Katherine Johnson, su Find a grave.
  2. ^ Katherine Johnson American mathematician, su Enciclopedia Britannica.
  3. ^ a b Local hero, NASA mathematician Katherine Johnson dies at 101 (en) Wtkr.com
  4. ^ (EN) Trans Lunar Injection. NASA.
  5. ^ (EN) Margalit Fox, Katherine Johnson Dies at 101; Mathematician Broke Barriers at NASA, in The New York Times, 25 febbraio 2020, p. A1. URL consultato il 24 febbraio 2020 (archiviato il 24 febbraio 2020).
  6. ^ a b (EN) Katherine Johnson biography. Margot Lee Shetterly. NASA. 4 agosto 2017.
  7. ^ a b c d e f g h i (EN) Oral History Archive: Katherine Johnson, 2005, National Visionary Leadership Project.
  8. ^ a b (EN) Thomas Gale, Johnson, Katherine Coleman Goble, su Encyclopedia.com, Cengage Learning, 2005. URL consultato il 15 febbraio 2016.
  9. ^ Margot Lee Shetterly, The Woman the Mercury Astronauts Couldn't Do Without, in Nautilus, 1º dicembre 2016. URL consultato l'8 dicembre 2016 (archiviato il 4 dicembre 2016).
  10. ^ a b c (EN) West Virginian of the Year: Katherine G. Johnson. David Gutman. West Virginia Gazette-Mail. Dec 26, 2015
  11. ^ Margot Lee Shetterly, From Hidden to Modern Figures – Katherine Johnson Biography, su NASA, 1º dicembre 2016. URL consultato il 1º marzo 2017 (archiviato l'8 settembre 2018).
  12. ^ Yvette Smith (a cura di), Katherine Johnson: The Girl Who Loved to Count, su NASA, 24 novembre 2015. URL consultato il 1º marzo 2017 (archiviato il 28 febbraio 2017).
    «Affascinata dai numeri e intelligente fin dall'inizio, perché all'età di 10 anni era una matricola di liceo: un'impresa davvero sorprendente in un'epoca in cui la scuola per afroamericani normalmente terminava all'ottavo anno per coloro che potevano indulgere in quel lusso. Katherine ha saltato diversi gradi - grade skipping - per diplomarsi al liceo a 14 anni e al college a 18 anni.»
  13. ^ (EN) Johnson, su National Space Grant Foundation. URL consultato il 26 febbraio 2020 (archiviato il 26 febbraio 2020).
  14. ^ Intervista con Anthony Jenkins, presidente della West Virginia State University, sugli studi e la carriera di Johnson, 21 ottobre 2019, su C-SPAN.
  15. ^ (EN) Katherine Johnson, the NASA Mathematician Who Advanced Human Rights with a Slide Rule and Pencil. Charles Bolden. Vanity Fair. September 2016
  16. ^ (EN) Margot Lee Shetterly, Hidden Figures: The American Dream and the Untold Story of the Black Women Mathematicians Who Helped Win the Space Race, William Morrow, 6 settembre 2016, pp. 24, ISBN 978-0-06-236361-9.
  17. ^ (EN) WV native, NASA mathematician to receive Presidential Medal of Freedom. David Gutman. Gazette-Mail. Nov 16, 2015.
  18. ^ (EN) Sarah Loff, Katherine Johnson Biography, in NASA, 22 novembre 2016. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato l'8 settembre 2018).
  19. ^ (EN) Missouri ex rel. Gaines v. Canada, 305 U.S. 337 (1938). Supreme. US Supreme Justia Court.
  20. ^ (EN) Flint Wild, Who Is Katherine Johnson, su NASA. URL consultato il 17 settembre 2018.
  21. ^ (EN) (EN) The Untold History of Women in Science and Technology, su whitehouse.gov. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  22. ^ (EN) She Was a Computer When Computers Wore Skirts, di: Jim Hodges, pubblicato dalla NASA. Langley, 2008
  23. ^ (EN) Cara Buckley, On Being a Black Female Math Whiz During the Space Race, in The New York Times, 5 settembre 2016, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 6 settembre 2016.
  24. ^ a b c (EN) Katherine Johnson, su Katherine Johnson – NasaCRgis, NASA. URL consultato il 2 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2016).
  25. ^ a b (EN) Yvette Smith, Katherine Johnson: The Girl Who Loved to Count, su NASA, NASA, 24 novembre 2015. URL consultato il 12 febbraio 2016.
  26. ^ (EN) A.K. Whitney, The Black Female Mathematicians Who Sent Astronauts to Space, su Mental Floss, 1º febbraio 2016. URL consultato il 17 settembre 2018.
  27. ^ (EN) Katherine G. Johnson presidential honorary doctorate of humane letters Archiviato il 2 marzo 2017 in Internet Archive.. Honoray Degrees. West Virginia University.
  28. ^ a b (EN) Profile: Katherine G. Johnson, su Makers. URL consultato il 17 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2018).
  29. ^ (EN) Mop Top the Hip Hop Scientist Celebrates African-Americans in the Sciences: Katherine G. Johnson, 2003
  30. ^ (EN) Katherine G. Johnson, Human Computer Archiviato il 3 maggio 2016 in Internet Archive.
  31. ^ (EN) black history... katherine g johnson (1918 – retired) Archiviato il 21 ottobre 2006 in Internet Archive., UK-based Planet Science
  32. ^ (EN) Katherine G. Johnson: Physicist, Space Scientist, Mathematician Archiviato il 4 marzo 2009 in Internet Archive. Oracle Think Quest Education Foundation Library
  33. ^ (EN) Vivian Ovelton Sammons, Blacks In Science And Medicine, 1989 (Taylor & Francis), ISBN 0-89116-665-3
  34. ^ (EN) Katherine Johnson, Computer and Pioneer. Montevago Resource. 8 luglio 2017
  35. ^ (EN) Black contributors to science and energy technology 1979, anonymous, U.S. Department Of Energy U.S. Government Printing Office (ERIC electronic document)
  36. ^ (EN) Black contributors to science and energy technology Archiviato l'11 settembre 2019 in Internet Archive. 1979, anonymous, U.S. Department Of Energy U.S. Government Printing Office (manually scanned images)
  37. ^ (EN) Knatokie Ford, Honoring NASA's Katherine Johnson, STEM Pioneer, su Blog, The White House, The White House, 30 novembre 2015. URL consultato il 12 febbraio 2016.
  38. ^ (EN) Karen Northon, NASA Dedicates Facility to Mathematician, Presidential Medal Winner, su nasa.gov, 28 aprile 2016. URL consultato il 1º agosto 2016.
  39. ^ (EN) BBC 100 Women 2016, BBC, Retrieved 24 November 2016
  40. ^ (EN) Allison Shoemaker, Timeless needs to ditch the formula, su The A.V. Club, 29 novembre 2016. URL consultato il 5 dicembre 2016.
  41. ^ L’omaggio a Katherine Johnson, in Il Post, 27 febbraio 2017. URL consultato il 27 febbraio 2017.
  42. ^ (EN) NASA Renames Facility in Honor of ‘Hidden Figure’ Katherine Johnson, su nasa.gov, 22 febbraio 2019.
  43. ^ About IV&V, su nasa.gov. URL consultato il 25 febbraio 2019.
  44. ^ (EN) https://www.astrosociety.org/society-news/katherine-johnson-to-receive-the-asps-new-arthur-b-c-walker-ii-award/ Archiviato il 28 ottobre 2016 in Internet Archive. Katherine Johnson to receive the ASP’s new Arthur B.C. Walker II Award]. Astronomical society of the Pacific.
  45. ^ (EN) Copia archiviata, su nasa.gov. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2017).
  46. ^ (EN) Phil Helsel – "Obama honoring Spielberg, Streisand and more with medal of freedom," NBC News, 24 novembre 2015.
  47. ^ (PDF) (EN) Live, Learn, Pursue Passion – NASA Mathematician preps Class of 2006 to find its mission, Capitol Chronicle, Summer 2006, Capitol College (12 pages, PDF format)
  48. ^ a b (EN) African-American Registry, August 26, Katherine G. Johnson Archiviato il 29 giugno 2009 in Internet Archive. (2006)
  49. ^ a b c d e (EN) Katherine G. Johnson, Illustrated Women in History, su illustratedwomeninhistory.com. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  50. ^ (EN) Hidden Figures FAQ.NASA. 4 agosto 2017

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