Jeffrey Preston Bezos, nato Jorgensen (Albuquerque, 12 gennaio 1964), è un imprenditore statunitense, fondatore e presidente di Amazon, la più grande società di commercio elettronico al mondo. Inoltre è fondatore di Blue Origin, società di start up per voli spaziali, e proprietario del The Washington Post.
Secondo Forbes, al 10 giugno 2021 con un patrimonio stimato di 192.5 miliardi di dollari, risulta essere il secondo uomo più ricco al mondo dopo Bernard Arnault.[1][2]
Jeffrey Preston Bezos nasce ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, da Jacklyn Gise, una ragazza di 17 anni che frequentava ancora le scuole superiori, e Ted Jorgensen, un ragazzo di un anno più grande. Il loro matrimonio dura poco più di un anno. Nell'aprile 1968, quando Jeff ha quattro anni, la madre si risposa con Miguel "Mike" Bezos, un cubano emigrato negli Stati Uniti a soli 16 anni. Miguel adotta Jeff, il cui cognome viene poi cambiato in Bezos.
Dopo il matrimonio, la famiglia si trasferisce a Houston nel Texas, dove Miguel diventa un ingegnere di Exxon. Jeff frequenta la scuola elementare River Oaks di Houston mostrando già un certo interesse per la tecnologia: una volta ha installato un allarme elettrico per tenere lontani i fratelli più piccoli dalla sua stanza. In seguito la famiglia si trasferisce a Miami, in Florida, dove Jeff frequenta il Miami Palmetto High School ed in seguito all'Università della Florida frequenta un corso di formazione scientifica per studenti ricevendo nel 1982 il Silver Knight Award.
Jeffrey Bezos si laurea presso l'Università di Princeton nel 1986 in Ingegneria Elettronica, più precisamente in "Electrical Engineering and Computer Science", corso di laurea col quale veniva identificata ingegneria elettronica a Princeton prima del 1985[3] (fuori dall'Italia, sono definite "Electrical Engineering" sia ingegneria elettronica sia ingegneria elettrica; talvolta viene fatta distinzione con "Electrical and Computer Engineering" ed "Electrical and Power Engineering"), poi lavora a Wall Street nel settore informatico, quindi alla costruzione di una rete per il commercio internazionale di una società conosciuta come Fitel, poi alla Bankers Trust, e, per finire, in una società finanziaria di hedge funds di New York, la DE Shaw & Co.
Nel 1994 Bezos lascia il suo lavoro da 223000 $ annui per fondare nel garage di casa sua, a Seattle, Cadabra.com dopo aver redatto il business plan del progetto in un viaggio in fuoristrada da New York a Seattle: prevede di non fare profitti per i primi 4-5 anni. L'azienda, subito ribattezzata Amazon.com dal nome del Rio delle Amazzoni, incomincia nel luglio 1995 come libreria online, offrendo una scelta di titoli maggiore rispetto a qualsiasi altro grande negozio di libri o di ditta specializzata nella vendita per corrispondenza.[4] In pochi anni amplia il catalogo oltre i libri, vendendo DVD, videogiochi, macchine fotografiche, elettrodomestici. Allargherà negli anni la sua offerta fino ad avere nel 2018 un catalogo di oltre 500 milioni di articoli distinti in vendita sulle 13 piattaforme attive nel mondo.
Il 15 maggio 1997 Amazon.com entra nel mercato azionario, sul NASDAQ, con il simbolo AMZN. Nel novembre 2005 Amazon entra nell'indice S&P 500, sostituendo la vecchia AT&T.
Nel 2005 vara Amazon Prime, un servizio premium di consegna (a pagamento). Nel 2006 prende vita Amazon Fresh per la consegna a domicilio di prodotti alimentari. Nel 2007 crea Kindle, il lettore di ebook che quattro anni più tardi, si evolverà in Kindle Fire, un tablet concorrente all'iPad di Apple.
Nel 2010 vara Amazon Studios, investendo più di 4,5 miliardi di dollari per produrre film e telefim. Risultati: nel 2015 un Golden Globe per la serie tv Transparent, nel 2017 due Oscar con il film Manchester by the sea. E l'anno dopo Amazon Instant Video per film on demand in streaming.
Il 6 novembre 2014 lancia Amazon Echo, brand di speakers a comando vocale con un assistente virtuale integrato. Precedentemente lo stesso anno, il 25 luglio, aveva lanciato Fire Phone, smartphone con cui Amazon sarebbe dovuta entrare con forza nel settore della telefonia mobile; tuttavia il cellulare fu un fallimento, e la compagnia interruppe la sua produzione già ad ottobre, dichiarando di avere ancora una quantità di tali dispositivi non venduti dal valore di oltre 83 milioni di dollari.[5]
Nel 2016 sperimenta Amazon Prime Air, un servizio di spedizioni con droni.
Nel 2018 sperimenta a Seattle il primo supermercato completamente automatizzato, Amazon Go.
Il 2 febbraio 2021 Jeff Bezos ha annunciato che nel corso del terzo trimestre del 2021 avverrà un cambio al vertice di Amazon, dato che egli lascerà il posto di amministratore delegato ad Andy Jassy, già AD di Amazon Web Services dal 2016, per diventare Presidente esecutivo della società.[6]
Nel 2000 Jeff, nominato nel 1999 dal settimanale Time persona dell'anno, fonda Blue Origin, società di start up per voli spaziali umani.[7] Un'operazione tenuta segreta fino al 2006 quando acquista molti terreni nel Texas occidentale per costruirvi un impianto di lancio e test.[8] Nel 2014 ha perso un prototipo di veicolo senza pilota durante un volo di prova, nel novembre 2015 il veicolo spaziale Shepard di Blue Origin vola con successo nello spazio raggiungendo la quota prevista di 100 chilometri di distanza prima di eseguire un atterraggio verticale presso il sito di lancio. Sono in costruzione sei veicoli. Pianificò i primi voli di turismo spaziale per il 2019.
Pensa anche a creare un insediamento umano perenne sulla Luna. L'idea è di fornire entro il 2025 i mezzi necessari per il trasporto di mezzi e uomini sul satellite in modo che qualcun altro possa poi trasferire sulla Luna l'industria pesante trasformando la Terra in un luogo esclusivamente residenziale e lasciandovi l'industria leggera.[9]
Nell'ottobre 2013 Jeff compra dalla Graham per 250 milioni di dollari in contanti il Washington Post, il quotidiano che ha segnato la storia degli USA con scoop come quelli sul Watergate, 800 giornalisti e conti economici in affanno.[10] Nell'operazione Amazon.com non viene coinvolto. Nel 2016, il quotidiano è tornato in utile, guadagna con gli abbonamenti e progetta un'ulteriore espansione
Bezos effettua investimenti attraverso una sua società di venture capital, Bezos Expeditions.[11] È stato uno dei primi azionisti di Google quando nel 1998 vi ha investito 250 mila dollari. Con quell'investimento ha acquisito più di 3 milioni di azioni Google che nel 2017 hanno avuto un valore di 3,1 miliardi di dollari.[12][13]
Nel giugno 2017 rileva per 14 miliardi di dollari Whole Foods Market, una catena di supermercati fondata nel 1978 ad Austin, in Texas, e famosa nel mondo anglosassone per il cibo biologico e i prodotti freschi, con 460 negozi sparsi negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito.[14]
Il 28 giugno 2018 rileva per circa un miliardo di dollari la farmacia americana on line PillPack, specializzata nel preparare in maniera personalizzata le medicine che richiedono la ricetta e spedirle a domicilio.[15] Il settore sanitario interessa Bezos. Già in passato ha investito in Unity Biotechnology, una società di ricerca sull'estensione della vita con la speranza di rallentare o fermare il processo di invecchiamento,[16] Grail, Juno Therapeutics e ZocDoc.[17] Nel gennaio 2018 la Amazon di Bezos è coinvolta con la holding Berkshire Hathaway di Warren Buffett e la banca JPMorgan Chase in un nuovo servizio di assistenza sanitaria riservato per il momento ai dipendenti (1,2 milioni) delle tre società.
Nel 1993 si sposa con MacKenzie Tuttle, conosciuta l'anno prima negli uffici di New York della DE Shaw & Co.[18] La coppia vive a Seattle. Quattro i figli di cui uno adottato in Cina. Nel gennaio 2019, dopo 26 anni di matrimonio, l'annuncio del divorzio.[19] L'accordo è raggiunto ai primi di aprile del 2019: Jeff Bezos versa alla moglie 36 miliardi di dollari (il 4% di Amazon, il 12% rimane all'ex marito) che la rendono, secondo Forbes, la terza donna più ricca al mondo e fanno del divorzio il più costoso della storia.[20]
Nel 2012 la famiglia Bezos ha donato 2,5 milioni di dollari a favore della campagna dello Stato di Washington per legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Jeff Bezos ha criticato Donald Trump durante le elezioni presidenziali del 2016.[21]
Bezos sostiene i suoi sforzi filantropici attraverso donazioni dirette, progetti no-profit finanziati da Bezos Expeditions e altre organizzazioni caritatevoli.[22] Attraverso Bezos Expeditions ha finanziato il Bezos Center for Innovation al Museo di storia e industria di Seattle per 10 milioni di dollari e Bezos Center for Neural Circuit Dynamics al Princeton Neuroscience Institute per 15 milioni di dollari.[23][24] Ha donato più volte al Fred Hutchinson Cancer Research Center: 10 milioni di dollari nel 2009, 20 milioni nel 2010, 15 milioni nel 2011 e 35 milioni nel 2017.[25] Ha anche donato 800.000 dollari a Worldreader, un non-profit, fondato da un ex dipendente di Amazon.[26] Nel 2015 ha finanziato il recupero di due motori F-1 Rocketdyne Saturn V del primo stadio dal fondo dell'Oceano Atlantico.[27] Sono stati identificati come appartenenti allo stadio S-1C della missione Apollo 11 del luglio 1969. Il motore è in mostra al Museo del Volo di Seattle.[28]
Il 23 maggio 2017 ha donato 1 milione di dollari al Reporters Committee for Freedom of the Press, il comitato che fornisce servizi legali pro bono per proteggere i diritti dei giornalisti americani. Nel gennaio 2018 ha donato 33 milioni di dollari a TheDream.US, un fondo per borse di studio a favore di immigrati privi di documenti portati negli Stati Uniti quando erano minorenni. Nel giugno 2018 Bezos ha anche elargito una somma a "Breakthrough Energy Coalition" di Bill Gates, una coalizione filantropica privata volta a promuovere l'energia senza emissioni.
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=4518927