Il ragazzo di campagna è un film italiano del 1984 di Castellano e Pipolo, interpretato da Renato Pozzetto.
Artemio è un contadino che vive in un piccolo e sperduto borgo della campagna lombarda, abitato principalmente da anziani, dove l'unico passatempo è osservare il passaggio del treno. Abita con l'anziana madre Giovanna, la quale vorrebbe tanto vederlo sposato con Maria Rosa, l'unica ragazza del paese, da tempo innamorata di lui. Artemio però non ricambia questi sentimenti e, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, si rende improvvisamente conto di non aver mai realmente vissuto una vita al di fuori delle campagne in cui è nato e cresciuto, e soprattutto di non voler continuare a fare il contadino per il resto dei suoi giorni. Decide quindi di lasciare tutto e di tentare la fortuna partendo per Milano.
Arrivato nella metropoli lombarda, non sapendo dove alloggiare, chiede aiuto a suo cugino Severino, da tempo trasferitosi in città, il quale gli offre ospitalità e lavoro; Artemio accetta, ma non sa che Severino è in realtà un ladro che entra ed esce di prigione e che, a sua insaputa, lo coinvolge immediatamente in degli scippi. Una volta resosene conto, abbandona il cugino e decide di restituire il bottino dell'ultimo furto alla sua legittima proprietaria, Angela, una giovane e bella ragazza in carriera.
Tra i due nasce un'amicizia e la ragazza gli trova anche un posto dove stare, un piccolo, costoso e tecnologico monolocale in un asettico residence. A questo punto Artemio si dedica alla ricerca di un impiego: tenta di fare l'assicuratore, il metronotte, l'attore negli spot pubblicitari e addirittura l'accompagnatore per non vedenti, ma sempre senza successo. Alla fine si ritrova inesorabilmente senza occupazione e senza un soldo. Nel frattempo si accorge di essersi innamorato di Angela, tanto da proporle di sposarlo dopo una notte passata insieme, ma la ragazza rifiuta, dichiarandosi moderna e troppo presa dal lavoro, quindi non interessata a compiere un simile passo.
Disperato, Artemio tenta il suicidio gettandosi nel Naviglio, ma viene salvato da un ricco e losco uomo che gli propone di lavorare per lui, vendendo marijuana ai ragazzi davanti alle scuole. Artemio rifiuta indignato e, ormai stanco della vita a Milano, comincia a inveire contro la città e i suoi abitanti. Fermato per questo dalla polizia, viene espulso e rimandato al suo paese, dove ricomincia la vita di contadino.
Un giorno riceve inaspettatamente la visita di Angela, la quale lo informa che è stato accettato nel colloquio di lavoro per diventare assicuratore, e coglie l'occasione di quella comunicazione per dimostrarsi disponibile verso la sua vecchia proposta di nozze; ma Artemio, che ha ormai capito di preferire i valori e la quiete della campagna, decide di trascorrere la sua vita insieme all'unica donna che lo ha amato fin da principio per quello che è, ovvero Maria Rosa peraltro divenuta nel frattempo una bella ragazza, e di vivere con lei per sempre "contadini e contenti".
Inizialmente, il ruolo di Artemio era stato proposto a Enrico Montesano, il quale tuttavia in quel periodo era impegnato nelle riprese de I due carabinieri; la produzione virò così su Pozzetto.[1]
Ad eccezione di alcuni interni, come la casa milanese di Angela, ricostruiti prevalentemente negli studi romani di Cinecittà,[2] la gran parte delle riprese rispetta l'ambientazione e i luoghi narrati. La prima parte del film nonché il breve epilogo, ovvero le sequenze relative la vita nelle campagne della Pianura Padana, vennero girate nei pressi di Molino d'Isella di Gambolò[3] (dove si trova la casa del protagonista, in località Belcreda)[4] e Cascina Casoni di Carbonara al Ticino, due piccole località della Lomellina, nella provincia pavese;[3] il passaggio del treno venne invece ripreso lungo la linea ferroviaria situata nei pressi di Villanova d'Ardenghi, sempre nel Pavese.[senza fonte]
Il resto della pellicola, incentrato su Milano, vide sfruttare alcuni luoghi-simbolo del capoluogo lombardo quali piazza San Babila, corso Vittorio Emanuele II o via Monte Napoleone, nonché vari altri siti della città come piazza Sant'Eustorgio, di fronte all'omonima basilica dove ha luogo il primo incontro fra Artemio e il cugino Severino, e del suo hinterland; solamente la scena del tentato suicidio di Artemio, ambientata sul Naviglio Grande, venne in parte filmata a Pavia lungo il fiume Ticino.[3]
La canzone che accompagna i titoli di testa e di coda del film, Beato te contadino, è interpretata da Patrizia Tapparelli.[1]
Il film è stato pubblicato per la prima volta in home video solo nel 2017, in un'edizione in DVD-Video curata dalla Mustang Entertainment, contenente extra quali interviste ai protagonisti Renato Pozzetto, Massimo Boldi e Sandra Ambrosini.[5]
Il ragazzo di campagna rappresenta un piccolo film di culto nella storia del cinema italiano. Fin dall'uscita nelle sale emerse come uno snodo focale nella cultura cinematografica del Paese, essendo tra le prime rappresentazioni satiriche delle contraddizioni insite in quella che veniva definita la Milano da bere; a posteriori la sua importanza è accresciuta, sia per l'essere una sorta di «contenitore di memoria urbanistica» circa la Milano del tempo, sia per aver dato vita a vari modi di dire entrati da allora nella cultura di massa italiana.[6]
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