Google sito web | |
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URL | www.google.com/ |
Tipo di sito | motore di ricerca |
Lingua | Multilingue |
Scopo di lucro | Sì |
Proprietario | Google LLC |
Creato da | Larry Page, Sergey Brin |
Lancio | 15 settembre 1997[1] |
Fatturato | Pubblicità Google Ads |
Stato attuale | Attivo |
Google Search (pronuncia italiana /ˈɡuɡol/[2]; in inglese: [ˈguːg(ə)ɫ]) è un motore di ricerca per Internet sviluppato da Google LLC. Oltre a catalogare e indicizzare le risorse del World Wide Web, Google Search si occupa di foto, newsgroup, notizie, mappe (Google Maps), email (Gmail), shopping, traduzioni, video e altri programmi creati da Google.
È il sito più visitato del mondo[3][4], talmente popolare che svariate lingue hanno sviluppato nuovi verbi denominali a partire dal suo marchio, con il significato di cercare con Google o, più in generale, con quello di cercare sul web, tra i quali l'inglese to google[5], il tedesco googeln e l'italiano googlare, usato sia transitivamente sia intransitivamente[6]. In determinate date il caratteristico logo cambia, anche in versione interattiva o animata, per celebrare particolari ricorrenze legate al giorno; il logo in questo caso viene chiamato doodle.
Secondo la versione ufficiale[7] i due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, avevano cercato un nome con cui si potesse rappresentare la capacità di organizzare l'immensa quantità di informazioni disponibili sul Web; avevano bisogno di un'iperbole.
Utilizzarono un nome già esistente: googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri. A Page e Brin sembrò perfetto come metafora della vastità del web. I due fondatori avevano intenzione di chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento della registrazione, non sapendo come si scrivesse esattamente decisero per “Google”. La loro collega a Stanford li avvertì solo il giorno dopo dell'errore, ma il dominio era ormai registrato e lo lasciarono tale.[7]
Un'altra fonte collega il nome del motore di ricerca a Barney Google, personaggio di un fumetto popolare statunitense creato da Billy De Beck, che fece la sua prima apparizione nel 1919 e cui venne dedicata una canzone negli anni venti del Novecento (“Barney Google with the Goo-Goo-Googly Eyes”, traducibile con “Barney Google dagli occhi sbarrati”).[8][9]
Il vocabolo è inoltre associabile a termini della lingua inglese dal suono simile, mediante un doppio gioco di parole:[8]
Google ha le sue origini in BackRub, un progetto di ricerca avviato nel 1996 da Larry Page e Sergey Brin quando erano entrambi dottorandi alla Università di Stanford, in California.[14] Il progetto inizialmente coinvolse un "terzo fondatore" non ufficiale, Scott Hassan, il capo programmatore che ha scritto gran parte del codice per il motore di ricerca originale di Google, ma se ne andò prima che Google fosse ufficialmente fondata come azienda;[15][16] Hassan ha continuato a perseguire una carriera nella robotica e ha fondato la società Willow Garage nel 2006.
Nella ricerca di un tema di dissertazione, Page aveva considerato, tra le altre cose, l'esplorazione delle proprietà matematiche del World Wide Web, comprendendo la sua struttura di collegamento come un enorme grafico[17]. Il suo supervisore, Terry Winograd, lo incoraggiò a scegliere questa idea (che Page in seguito ricordò come "il miglior consiglio che abbia mai ricevuto"[18]) e Page si concentrò sul problema di scoprire quali pagine web collegano a una data pagina, sulla base della considerazione che il numero e la natura di tali collegamenti a ritroso costituivano informazioni preziose su quella pagina (tenendo presente il ruolo delle citazioni nell'editoria accademica).[17] Page ha raccontato le sue idee a Hassan, che ha iniziato a scrivere il codice per implementare le idee di Page[15].
Al progetto di ricerca, soprannominato BackRub si aggiunse Sergey Brin, sostenuto da una borsa di studio per laureati finanziata dalla National Science Foundation. I due si erano incontrati per la prima volta nell'estate del 1995, quando Page faceva parte di un gruppo di potenziali nuovi studenti a cui Brin si era offerto volontario per fare un giro nel campus e nella vicina San Francisco. Sia Brin che Page stavano lavorando allo Stanford Digital Library Project (SDLP). L'obiettivo dell'SDLP era "sviluppare le tecnologie abilitanti per una biblioteca digitale unica, integrata e universale" ed è stato finanziato attraverso la National Science Foundation, tra le altre agenzie federali[19][20][21][22].
Il web crawler di Page iniziò a esplorare il Web nel marzo 1996, con la home page di Stanford di Page che fungeva da unico punto di partenza. Per convertire i dati di backlink raccolti per una data pagina web in una misura di importanza[non chiaro], Brin e Page svilupparono l'algoritmo PageRank. Analizzando l'output di BackRub che, per un dato URL, consisteva in un elenco di backlink classificati per importanza, i due si resero conto che un motore di ricerca basato sul PageRank avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche esistenti (i motori di ricerca esistenti all'epoca essenzialmente classificati risultati in base a quante volte il termine di ricerca è apparso su una pagina[17][24]).
Convinti che le pagine con il maggior numero di collegamenti ad esse da altre pagine Web altamente rilevanti debbano essere le pagine più rilevanti associate alla ricerca, Page e Brin testarono la loro tesi come parte dei loro studi e gettarono le basi per il loro motore di ricerca. La prima versione di Google è stata rilasciata nell'agosto 1996 sul sito web di Stanford. Ha utilizzato quasi la metà dell'intera larghezza di banda della rete di Stanford.
Allora studenti dell'Università di Stanford, dopo aver sviluppato la teoria secondo cui un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra i siti web (topologia) avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente,[25] decisero di approfondire la loro teoria all'interno dei loro studi e posero le basi per il loro motore di ricerca: registrarono il dominio "google.com" il 15 settembre 1997[1] e successivamente, il 4 settembre 1998, fondarono la società Google LLC.[26]
Dal 2005 l'anniversario della nascita si festeggia il 27 settembre, in ricordo di quando nel 1998 fu registrato il record di pagine indicizzate.[27]
Il 7 maggio 2010 Google ha subito l'aggiornamento considerato più importante della sua storia, consistente nel rinnovamento dell'aspetto grafico e nell'aggiunta di miglioramenti e nuove funzioni.[28]
Il 9 novembre 2010 Google ha reso disponibile la nuova funzione Instant Previews, che permette di visualizzare l'anteprima di ogni risultato direttamente dalla pagina di ricerca.[29]
Nel 2011, la società ha lanciato Google+, la sua quarta incursione nel social networking, dopo Google Buzz (lanciato nel 2010 e ritirato un anno dopo), Google Friend Connect (lanciato nel 2008 e ritirato dal 1 marzo 2012) e orkut (lanciato nel 2004 e ritirato nel settembre 2014[30]).
Il 1º ottobre 2012 Google ha superato Microsoft nel valore capitale in borsa, registrando, alla chiusura, 249,19 miliardi di dollari americani, rispetto ai 247,44 di Microsoft.[31]
A novembre 2014, Google gestiva oltre 70 uffici in più di 41 paesi[32].
Il 2 ottobre 2015 Larry Page ha annunciato la costituzione della holding Alphabet Inc., di cui Google rappresenta la sussidiaria principale, usata anche come nuova denominazione di Google presso la borsa di New York. Le azioni di Google vengono convertite alla pari in azioni di Alphabet ma la nuova holding mantiene gli stessi acronimi precedenti (GOOGL e GOOG) per evidenziare la continuità.[33]
Il 25 ottobre 2018, il New York Times ha pubblicato il reportage "How Google Protected Andy Rubin, the 'Father of Android'". La società ha successivamente annunciato che "48 dipendenti sono stati licenziati negli ultimi due anni" per cattiva condotta sessuale[34]. Il 1º novembre 2018, i dipendenti di Google hanno organizzato un walk-out globale per protestare contro la gestione da parte dell'azienda di denunce di molestie sessuali, inclusa l'uscita dal paracadute d'oro dell'ex dirigente Andy Rubin[35]; Hanno partecipato più di 20.000 dipendenti e appaltatori[35]. L'amministratore delegato Sundar Pichai sarebbe stato a sostegno delle proteste[36].
I risultati e il loro numero cambiano a seconda della posizione delle parole chiave cercate. Ad esempio, se si cerca "io sono" e poi "sono io", il numero dei risultati è differente. Per ogni risultato, Google propone un estratto del testo contenente le parole chiave cercate, il link al sito originale, il link a siti contenenti parole chiave simili, e la possibilità di consultare una copia del sito nella web cache di Google, in modalità completa o solo testo, utile per chi ha una connessione Internet lenta, a meno che questa funzionalità non sia stata esclusa, tramite tag HTML nella pagina stessa oppure opzioni dei formati proprietari (Adobe PDF consente ad esempio di escludere la copia del documento nella cache dei motori di ricerca).
Dall'11 novembre 2010 è possibile visualizzare un'anteprima dei siti con il semplice passaggio del mouse sopra il risultato della ricerca.
L'operatore "-
" esclude i testi che contengono una certa parola chiave, e funziona da filtro: es. "wikipedia -google
" ricerca alcune pagine di Wikipedia, in ciascuna delle quali non compare la parola "google".
Se il testo è racchiuso fra doppie virgolette, Google ricerca le pagine Web che contengono esattamente la sequenza di caratteri digitata, senza altri spazi o caratteri intermedi. Esempio: "enciclopedia wikipedia
" fornirà tutte le pagine che contengono di seguito le due parole digitate.
Il carattere jolly è il simbolo di asterisco. Esempio: "enciclopedia * wikipedia
" fornirà tutte le pagine che contengono le due parole enciclopedia e wikipedia inframezzate da una qualunque altra parola o carattere. Quindi, fornirà anche le pagine che contengono "enciclopedia multilingue wikipedia" o "enciclopedia, wikipedia" ma non le pagine che contengono "enciclopedia libera e multilingue wikipedia" la quale presenta più di una parola o singolo carattere fra le parole enciclopedia e wikipedia.
Per effettuare una ricerca di parole chiave all'interno di un sito occorre digitare l'istruzione:
site:nomesito.it
spazio bianco e le parole chiave.Un altro modo è scrivere nella barra degli indirizzi: www.google.it/custom?domain=www.nomesito.it
. Compare una barra di Google con un'opzione selezionabile per la ricerca all'interno del sito richiesto. Altri comandi:
filetype:doc site:it.wikipedia.org
, per cercare i documenti .doc nel sito Wikipedia.intitle:"Directory of" site:it.wikipedia.org
, per cercare una cartella di nome "Directory of" nel sito o una pagina che contiene nel testo le parole "Directory of".intitle:"Mario Rossi"
, per cercare siti indicizzati con un titolo che contiene le parole "Mario Rossi", scritte di seguito.Per cercare la definizione di un termine o il significato di un acronimo basta digitare nel campo di ricerca di Google "define: termine
" dove "termine" indica la parola da cercare. Ad esempio "define: TCP
" darà come risultato la definizione della sigla. I risultati di Google-define spesso sono di Wikipedia.
Digitando link:it.wikipedia.org
(senza spazi e virgolette), si trovano tutti i siti che contengono un link all'indirizzo it.wikipedia.org o ai sottodomini, gli indirizzi come "it.wikipedia.org/Google", che contengono "it.wikipedia.org".
Digitando "1€ to USD
" Google convertirà il valore di un euro in dollari americani. Funziona con tutte le valute e con le unità di misura di tutto il mondo.
Si può ottenere il risultato di un calcolo anche complicato digitandolo nel campo di ricerca utilizzando i comuni operatori matematici.
Esempi:
9*2
, (5+6)/8
, 2^16
, sqr 81
Si possono anche introdurre le costanti matematiche e fisiche: c, e, g, G, k, pi, phi
Occorre scrivere nella barra degli indirizzi https://www.google.it/intl/it/add_url.html
, e nella pagina aperta digitare l'URL della pagina web e le parole chiave. Se Google indicizza la pagina, essa comparirà fra i risultati.
All'indirizzo https://www.google.com è possibile accedere alla versione del motore di ricerca protetto da SSL, protocollo di crittografia che è usato normalmente nelle applicazioni web che manipolano dati sensibili in trasferimento dal computer di chi le usa. La differenza con la versione normale di Google sta nella presenza nell'indirizzo di https a differenza del solito http, che indica appunto la presenza di una connessione protetta da SSL.[37]
Il progetto al momento non contempla l'utilizzo di implementazioni aperte di crittografia con analoghi livelli di sicurezza, come OpenSSL e una generale linea di Google, che di recente ha introdotto con VP8, il formato aperto .Ogg come nuova implementazione di YouTube.
Lo scopo del progetto è quello di proteggere le ricerche effettuate sul web dai visitatori del motore, come già fatto precedentemente su Gmail.[38]
Ad oggi, salvo problemi tecnici, tutti i siti Google sono accessibili solo in HTTPS; se si prova ad accedere in HTTP avviene il redirect automatico verso la versione sicura.
I server di Google sono distribuiti su 10 datacenter[39], di cui 6 negli Stati Uniti, 2 in Europa e 2 in Asia. Il Web server che viene installato nei server di Google è un applicativo personalizzato che prende il nome di Google Web Server.
Nel 2010 è stato stimato a 900.000 il numero di server utilizzati da Google[40][41] per elaborare dati, garantire contenuti, organizzare e gestire la propria rete, rispondere alle ricerche e catalogare il web. Ha più di 100.000 indirizzi IP assegnati su diverse reti.[42]
Grazie a questa enorme potenza di calcolo, Google è in grado di effettuare una ricerca su milioni di pagine Web in alcuni millisecondi, di indicizzare un elevato numero di contenuti ogni giorno, di fare molti mirror e istanze dello stesso processo informatico su più server. Per quest'ultimo motivo, il fatto che Google sia il sito più visitato del Web[43] e il numero contemporaneo di richieste che arrivano da più utenti non rallentano l'efficienza di queste ricerche.
La catalogazione è fatta dal programma spider Googlebot, che richiede periodicamente nuove copie delle pagine web che conosce. I link in queste pagine vengono esaminati per scoprire nuove pagine e aggiungerle nel database.
Google possiede la più grande infrastruttura di rete e server del mondo[41]. Di conseguenza, eventi che portano l'inaccessibilità ai servizi sono molto rari. Vista la vastità della rete è anche improbabile che attacchi DDoS possano avere effetto.
Tuttavia, il 2009 fu un anno nero per Google, con diversi problemi indipendenti tra loro:
Da quando Google è diventato uno dei motori di ricerca più popolari, molti webmaster hanno cominciato a seguire e cercare di spiegare i cambiamenti nel posizionamento (rank) del loro sito.
Una nuova categoria professionale è nata per assistere i webmaster e le aziende nel migliorare la posizione dei loro siti nei risultati delle ricerche su Google, così come su altri motori di ricerca. Questi consulenti si occupano di un'attività chiamata ottimizzazione dei motori di ricerca (acronimo inglese SEO: Search Engine Optimization) che si propone di creare pagine e siti che rispettino le regole (i "gusti") dei motori di ricerca riuscendo a migliorare la propria posizione nei risultati delle ricerche.
Sul web si possono trovare discussioni su forum o siti che fanno riferimento a fenomeni come la Google dance. Si riferisce a un fenomeno, ora non più presente, che si verificava in un periodo di pochi giorni (circa ogni mese) in cui Google aggiornava il suo database e di conseguenza i risultati delle ricerche. Fra una dance e l'altra i risultati rimanevano inalterati. Il termine dance si riferiva al fatto che per alcuni giorni i risultati delle ricerche variavano continuamente prima di assestarsi. Nell'estate del 2003 Google ha cambiato le sue abitudini di catalogazione limitando gli effetti della "danza": ora i risultati delle ricerche variano in modo dinamico e continuativo senza nessuno stravolgimento periodico.
Una delle sfide più importanti di Google è impedire che soggetti spregiudicati riescano a forzare le debolezze dell'algoritmo per sovvertire i risultati delle ricerche a loro vantaggio. Molti consulenti di ottimizzazione scarsamente professionali hanno utilizzato tecniche artificiose e dannose per influire sul posizionamento dei siti di alcuni loro clienti. Google è riuscito a limitare molti di questi tentativi raffinando il proprio algoritmo per individuare i siti che realizzano abusi e limitarne la rilevanza nei risultati (o addirittura rimuovere questi siti dai suoi archivi). Un corretto posizionamento fra i risultati di Google può portare a ritorni economici elevati, soprattutto per i siti di e-commerce. La scelta di un consulente serio è spesso strategica per la sopravvivenza o il successo di un sito. Per questi motivi, Google ha pubblicato un insieme di linee guida per aiutare i proprietari di siti a capire come individuare i consulenti professionali e come evitare truffe e raggiri da parte di operatori scorretti.[50]
Dal 1º settembre 2009, dopo una richiesta da parte di Google inoltrata nel 2004, è stato accettato dall'United States Patent and Trademark Office un brevetto che mira a difendere il design minimalista della celebre pagina principale di Google. Il fatto in questione è senza precedenti, si tratta infatti del primo caso in assoluto in cui una pagina web o parte di essa viene protetta da un brevetto allo scopo di proteggerne l'unicità.
Per ciascuna singola istanza di ricerca è stato calcolato, da Google stesso nel 2009, che viene emessa nell'atmosfera terrestre una quantità di CO2 pari a 0,2 grammi e viene impiegata/dissipata una energia equivalente a 1 kilojoule. Quindi l'utilizzo del motore di ricerca da parte di un utente medio per un anno equivale alla stessa CO2 liberata da un singolo carico di bucato.[51]
Intorno al 2001 lo United States Department of Energy spiegò in un articolo come, nei monitor a tubo catodico, fosse possibile risparmiare fino al 20% di energia elettrica utilizzando in prevalenza il nero o comunque colori scuri come sfondo.[52] Citando questo articolo, all'inizio del 2007 il blogger statunitense Mark Ontkush (che nella propria pagina personale si definisce green computing consultant, ossia consulente in informatica ecologica) pubblicò un articolo secondo il quale Google potrebbe far risparmiare al mondo un'enorme quantità di energia adottando uno sfondo nero al posto di quello bianco.[53]
Ispirata dal post di Ontkush, l'azienda australiana Heap Media creò Blackgoogle, un sito web che effettua ricerche appoggiandosi a Google, ma con sfondo nero.[54] In seguito nacquero altri front-end analoghi, tra i quali Gaatle, promosso da Lifegate,[55] The Dark Side of Google[56], Googlxe con funzionalità Extra[57], Neroogle e molti altri.[58]
In molti hanno criticato sia l'articolo originale, sia il proliferare di front-end in nero: in particolare, il risparmio energetico effettivo sarebbe infatti inferiore rispetto a quanto dichiarato da Ontkush, inoltre il risparmio sarebbe nullo nei monitor a cristalli liquidi (lo studio del Department of Energy del 2001 si riferiva infatti solo ai tubi catodici), che tendono a essere sempre più diffusi e a soppiantare i tubi catodici.[58][59] Un test eseguito nel 2008 da Altroconsumo sui monitor LCD non ha rilevato differenze sostanziali tra una pagina bianca e una nera; anzi, in alcuni dei modelli presi in esame una schermata nera avrebbe addirittura comportato un consumo lievemente maggiore[60]
Google è stato criticato per via dei cookie a lungo termine che posiziona sul computer degli utenti. (La maggior parte dei motori di ricerca, come la maggior parte dei siti web, posizionano cookie ad ogni accesso.) La maggior parte dei servizi di Google possono essere usati anche con i cookie disabilitati. Comunque, al termine di ciascuna visita al sito vengono scaricati sul computer i cookie base di controllo.[61]
Alcune critiche sono state sollevate da parte del movimento del software libero. Il motore di ricerca avrebbe la possibilità di evitare di offuscare o minificare il codice JavaScript eseguito dal web browser che, insieme alla collezione dei dati di profilazione degli utilizzatori, rendono il motore di ricerca un potente strumento di sorveglianza digitale.[62][63][64]
Secondo Nicholas G. Carr, giornalista statunitense, l'uso dei motori di ricerca come Google rende le persone meno motivate a sfruttare appieno la propria intelligenza[65][66] per via della facilità, ma anche limitatezza, con la quale si soddisfano le proprie esigenze di ricerca a scapito dell'approfondimento delle informazioni in senso globale.
Diverse organizzazioni hanno usato le leggi USA sui diritti d'autore di opere digitali per chiedere a Google di rimuovere link a materiale su altri siti sul quale esse rivendicavano diritti di copyright.[67] Google risponde a queste richieste rimuovendo il link e includendone uno alla richiesta nei risultati della ricerca[67]. Ci sono anche state critiche secondo cui la cache di Google violerebbe il copyright[68]; in ogni caso il caching è una normale parte delle funzioni del web e il protocollo HTTP mette a disposizione meccanismi (che Google rispetta) per disabilitarlo.
Nel 2002 si diffuse la notizia[69] che in Cina l'accesso a Google era stato vietato; il governo cinese ha infatti il controllo della rete e può impedire il collegamento verso alcuni siti. Un sito mirror (in tutti i sensi, compreso il testo da sinistra verso destra; mirror letteralmente significa "specchio") chiamato "elgooG" si rivelò efficace nell'aggirare il divieto. Tempo dopo, il divieto cessò e fu detto che non era stato istituito per impedire le ricerche, ma l'accesso alla cache (che permetteva di aggirare altri divieti imposti dal governo). Esiste anche un mirror dinamico di Google che funziona come proxy server.[70] A Internet Archive, che pure fornisce un servizio di caching, non fu però vietato l'accesso.
Secondo la Guardia di Finanza, tra il 2002 e il 2006 Google Italia non dichiarò reddito imponibile per oltre 240 milioni di euro, pari a 96 milioni di euro di Iva evasa[71] Nel 2013 dovette pagare una multa da 7 milioni di euro per violazione della privacy negli USA, in una causa che la vedeva coinvolta dal 2010.
Nel 2017 la compagnia viene condannata dall'antitrust dell'Unione europea a una multa di 2,42 miliardi di euro con l’accusa di avere creato e mantenuto una posizione dominante nel settore delle ricerche per lo shopping online, a danno della libera concorrenza e quindi delle persone. Nel dettaglio l'accusa è quella di mostrare (nelle sue pagine dei risultati) link verso siti per gli acquisti online che pagano per essere messi in evidenza, senza dare spazi ad altri motori di ricerca dedicati esclusivamente allo shopping.[72]
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Il servizio Google News cinese, di recente introduzione, sarebbe modellato sulle necessità di censura del paese orientale. Alcune news appartenenti a siti censurati dal governo di Pechino non verrebbero pubblicate accedendo al portale da una connessione cinese.
Il tutto è emerso grazie alle segnalazioni giunte da un volontario di DynaWeb (proxy che permette agli utenti cinesi un accesso anonimo in grado di svincolarsi dalla potente censura governativa): in base alla località delle ricerche i risultati restituiti sono differenti, e in particolare sembrano essere tagliate fuori particolari testate.
Con tanto di screenshot viene dunque dimostrato come testate quali http://www.epochtimes.com.au/ o http://www7.chinesenewsnet.com/ non sono rintracciabili tra i risultati quando la ricerca avviene all'interno del territorio cinese.
Secondo quanto riferito da P2Pnet.net, il sito che ha fatto emergere la storia, Google attribuisce a «una varietà di motivi» la scelta di negare il link ad alcune testate, e tra tali motivi viene citata la fattiva impraticabilità dell'accesso al sito da talune località.
Il primo portavoce delle accuse contro il "Matrix" cinese è Bill Xia, CEO del DIT (Dynamic Internet Technology, il gruppo del servizio DynaWeb), il quale spinge direttamente sulla matrice ideologica i motivi del tutto. L'ipotesi di Xia sembra confermata da alcuni documenti interni pubblicati dal San Francisco Chronicle secondo i quali l'attività nel paese orientale sarebbe vincolata da leggi che arrivano anche a imporre filtri web per siti dai contenuti illegali.
Ancor più allarmante della notizia di una possibile censura delle notizie, è l'abilitazione nei normali risultati di ricerca del Google cinese del filtro "Safesearch" in modo permanente. Tale filtro ha la funzione di proteggere i minori dal materiale pornografico presente sul web. Se si effettuano però alcune particolari ricerche sul Google cinese, si viene avvertiti che il filtro "SafeSearch" è attivo. La cosa singolare è che le voci in questione sono ad esempio "Dalai Lama", "Falun Gong", assieme alle parole "libertà", "democrazia" e simili.
Altrettanto impressionante la censura relativa al movimento spirituale pacifista "Falun Gong". Il Google occidentale non risparmia le immagini della durezza della repressione del governo cinese ai danni di questa setta che chiede diritti civili e libertà religiosa per il popolo cinese. Sempre come da esempio seguente, il Google orientale restituisce ben altri risultati, riportando siti e commenti alla setta perfettamente allineati alla propaganda di regime.
Dalle pesanti accuse mosse dall'opinione pubblica, Google si difende ribadendo che si tratta semplicemente di controllo di pornografia e materiale illegale. Questo è facilmente smentibile da una prova diretta, eppure Google non modifica le proprie dichiarazioni.
Nel marzo 2010, Google ha deciso di reindirizzare il traffico verso il proprio sito di Hong Kong, eludendo in questo modo la forte censura Cinese. Il sito http://www.Google.com.hk permette di effettuare ricerche non filtrate dal "Great Firewall". Però la censura resta: dalla Cina è ancora impossibile effettuare ricerche scomode per il regime, come quelle sul Tibet.
Google è disponibile in molte lingue del mondo ed è stato adattato (interamente o in parte) alle caratteristiche particolari di molti paesi.[75]
L'interfaccia è stata inoltre resa disponibile in alcune lingue di fantasia per fini umoristici:
Premio Principe delle Asturie per la comunicazione e l'umanistica (Spagna) | |
— 2008 |
Controllo di autorità | GND (DE) 4726597-8 · BNF (FR) cb14502591k (data) |
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L'articolo Google in Wikipedia italiana ha preso i seguenti posti nella classifica di popolarità locale:
Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=2138234