Nasce a Milano, in via Cerva[4], ma l'atto di nascita riporta via Rovani, in una famiglia della borghesia milanese[5], secondogenita di Luigi Norsa e Cecilia Pernetta; il padre di Franca Valeri era di religione ebraica[6] e la madre, cattolica, era inizialmente mal vista dai parenti del futuro marito, ma l'arrivo del primogenito convinse la suocera ad acconsentire al matrimonio[5]. A carriera già avviata, fu poi scoperta nell'albero genealogico della famiglia la presenza di un'attrice vissuta nel XVIII secolo, di nome Fanny Norsa[7].
Le leggi razziali fasciste del 1938 privano la famiglia dei diritti fondamentali e Franca Valeri si trova, per di più, a dover rinunciare anche alle affezionate domestiche.[5] Il periodo più buio arriva dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Il padre e il fratello trovano rifugio in Svizzera. Franca, rimasta a Milano con la madre, sopravvive alle deportazioni grazie a un impiegato dell’anagrafe, il quale le rilascia una carta d’identità falsa, che la trasforma nella figlia illegittima di Cecilia Pernetta di Pavia.[10]
Franca Valeri adolescente inizia, già prima della seconda guerra, recitando caricature in compagnia di alcune amiche con le quali inscena una specie di teatrino ad uso e consumo di amici e parenti. Nasce in questo contesto il personaggio radiofonico della Signorina Snob (personaggio che stigmatizzava con sagacia e ironia i comportamenti ipocriti della borghesia milanese, cui lei stessa apparteneva); vengono poi Cesira la manicure, così battezzato dalla radio, e la Sora Cecioni, una romana popolana, sempre al telefono con mammà.[5]
Esordisce nel 1947 con il personaggio di Lea Lebowitz, una ebrea innamorata del rabbino, in un lavoro teatrale. Più tardi entrerà a far parte della compagnia del Teatro dei Gobbi, dove esordirà nel 1949.[5] Il nome d'arte Franca Valeri viene scelto solo più tardi, nei primi anni cinquanta, su suggerimento dell'amica Silvana Mauri, che in quel periodo stava leggendo un libro del poeta Paul Valéry, e su spinta del padre ingegnere che non era convinto della carriera d'attrice della figlia.[7]
La compagnia del Teatro dei Gobbi, formata da Alberto Bonucci (più tardi sostituito da Luciano Salce[11]), Vittorio Caprioli e Franca Valeri, si trasferisce a Parigi portando in scena i Carnet de notes n. 1 (1949) e Carnet de notes n. 2 (1950), opere che propongono una serie di sketch satirici sulla società contemporanea senza ausilio di scene e costumi.[senza fonte]
La compagnia sceglie infatti una formula teatrale che non prevede alcun travestimento: gli attori non indossano costumi per caratterizzare uno o l'altro personaggio, ma si presentano così come sono al naturale, in modo che il personaggio sia una invenzione del momento e che scaturisca "come dal cappello di un prestigiatore".[5]
Nel 1950 Colette Rosselli e Indro Montanelli si trovano a Parigi, dove va in scena proprio il Carnet de notes n. 2. Montanelli e la Rosselli sono amici della Valeri e sostenitori dello spettacolo. Nasce così in quel periodo la collaborazione tra la Valeri e la Rosselli, che le porterà a realizzare congiuntamente il libro, fortemente sostenuto dallo stesso Montanelli, Il diario della Signorina snob, pubblicato nel 1951 dalla Mondadori[12]. Il volume è frutto della celebrità ottenuta dal personaggio della "signorina snob" alla radio, alla fine degli anni quaranta[13]. Il diario della Signorina Snob racconta, in forma di diario, un anno della vita di questo personaggio, tracciandone la vita quotidiana, le frequentazioni, le vacanze. Ogni pagina del diario è illustrata dalle tavole della Rosselli.
Le pellicole che la vedono protagonista sono poche e per la maggior parte scritte da lei e dirette da Caprioli. In Parigi o cara al personaggio di Delia Nesti è affidato il ruolo di reggere da sola l'intera costruzione del film, circondato da personaggi tutti di secondo piano.
Franca Valeri inoltre non si è dedicata molto al doppiaggio, tuttavia è rimasto un suo doppiaggio dell'attrice francese Simone Signoret nel film Confetti al pepe del 1963.
Durante gli anni sessanta, Franca Valeri pubblica una serie di dischi nei quali vengono registrati i suoi personaggi femminili. La serie di dischi viene pubblicata dalla casa discografica EMI - La voce del padrone. Nascono così gli album Le donne di Franca Valeri (1962, con lo stesso titolo verrà pubblicato anche un EP 7" contenente un brano inedito rispetto all'album), Una serata con Franca Valeri (1965) e La signora Cecioni e le altre (1968). Negli album ogni traccia racchiude un breve monologo dei personaggi più celebri e conosciuti di Franca Valeri, attraverso la radio e la televisione. Al successo televisivo si deve infatti l'album La signora Cecioni e le altre del 1968, che dedica tutta la prima facciata al personaggio della signora Cecioni, divenuta celebre grazie alle trasmissioni, dirette da Antonello Falqui, Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967).
Durante gli anni settanta partecipa alla fertile stagione degli sceneggiati televisivi della Rai. Nel 1974 scrive e interpreta la miniserie in quattro puntate Sì, vendetta..., diretta da Mario Ferrero. La vicenda è una riflessione sul mondo degli anni settanta, sui cambiamenti avvenuti in seno alla società italiana in conseguenza alla rivoluzione sessuale, vissuta attraverso gli occhi di una signora borghese e della di lei figlia hippy. Ogni episodio infatti affronta un argomento diverso (l'emancipazione dei ragazzi italiani, il femminismo, il rapporto della borghesia con le mode dei giovani, ecc.), attraverso personaggi femminili, in parte già affrontati precedentemente da Franca Valeri nei suoi sketch: ad esempio l'episodio nel quale Sandra Mondaini interpreta la ricca signora che ha votato la sua esistenza alle stravaganze del mondo dell'arte, riecheggia il personaggio che della traccia La donna del mondo hippy, presente nell'album La signora Cecioni e le altre del 1968, che vuole convincere il marito ad indossare abiti stravaganti per non sfigurare alla festa che lei sta organizzando. Sempre nel 1974 Franca Valeri prende parte allo sceneggiato Nel mondo di Alice, diretto da Guido Stagnaro e interpretato da Milena Vukotic (Alice).[11]
Dal 1989 fino al 1993 nell'ampio spazio all’aperto del Museo della civiltà romana, vengono organizzate e prodotte le stagioni Eurmuse dal regista Massimiliano Terzo in collaborazione con Franca Valeri, grande appassionata di opere liriche, e il direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi; Eurmuse ebbe risonanza a livello internazionale. Durante questa manifestazione Franca Valeri cura la regia nelle opere: Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Nel 1993, dopo un'assenza di circa un decennio, riappare sugli schermi televisivi partecipando alla trasmissione Magazine 3, in onda su Raitre.[15] Nel 1995 ritorna a recitare per la fiction, partecipando alla sit-com Norma e Felice accanto al comico Gino Bramieri (con cui aveva già collaborato ai tempi di Felicita Colombo, durante gli anni sessanta), a cui fanno seguito le due serie di Caro maestro (1996-1997), nelle quali interpretava il ruolo della bidella della scuola elementare nella quale era ambientato il telefilm.
Nel 1998 ritorna al varietà partecipando a La posta del cuore, in cui riporta in auge il personaggio della "Sora Cecioni". Nel 1999 interpreta a teatro Alcool, commedia sulla decadenza dell'alta borghesia diretta da Adriana Asti[16].
Ultimi anni
Oltre che attrice famosa è autrice di commedie di successo, come Lina e il cavaliere, Meno storie, Tosca e altre due (portata anche sul grande schermo nel 2003) e Le Catacombe.
Nel 2000 prende poi parte alle fictionLinda e il brigadiere e Come quando fuori piove. A gennaio 2007 la trasmissione di RaiunoTv7 le dedica un approfondimento. Durante la lunga intervista, l'attrice racconta un aspetto inedito della sua vita: i suoi primi anni e la sua esperienza di componente di una famiglia ebraica durante le leggi razziali del 1938 e la seconda guerra mondiale. Il 25 settembre 2009 prende parte a una puntata del varietà I migliori anni su Raiuno. Ospitata ed intervistata da Carlo Conti viene tributata dal pubblico con lunghi e calorosi applausi in ricordo della sua fulgida carriera.[senza fonte]
Tornerà al doppiaggio nel 2001 prestando la voce a uno dei personaggi principali del film d'animazione DisneyAtlantis - L'impero perduto, la Signora Wilhelmina Bertha Packard. Nel 2003 Franca Valeri collabora con il rapperFrankie hi-nrg mc, prestando la sua voce per i pezzi prologo ed epilogo dell'album Ero un autarchico. Nel 2005 ha pubblicato Animali e altri attori. Nel 2006 ha recitato in Les bonnes di Jean Genet.
Nel dicembre 2010 Franca Valeri pubblica il libro autobiografico Bugiarda no, reticente, un racconto di un centinaio di pagine nel quale traccia i principali avvenimenti della sua esistenza, che l'hanno portata a intraprendere la carriera artistica come autodidatta. A gennaio 2011 l'attrice torna sul palco del Teatro Valle di Roma con due lavori: Non tutto è risolto (commedia diretta da Giuseppe Marini, con Licia Maglietta, confermata anche nella stagione successiva), la nuova commedia di cui è autrice e protagonista, e La vedova Socrate, un testo liberamente ispirato a La morte di Socrate di Dürrenmatt che aveva debuttato nel 2003; vi farà ritorno il 16 giugno durante l'occupazione[17]. Nell'aprile dello stesso anno aveva già sostenuto quella della Sala Arrigoni (ex Cinema Palazzo) nel quartiere di San Lorenzo, partecipandovi con un intervento insieme con Sabina Guzzanti[18].
Muore all'alba del 9 agosto 2020 nella sua casa di Roma[1][19], pochi giorni dopo aver festeggiato il suo 100º compleanno[20]. La camera ardente è stata allestita il 10 agosto presso il Teatro Argentina alla presenza di amici e colleghi dello spettacolo, mentre i funerali si sono celebrati in forma privata per volere della famiglia. In seguito la salma è stata tumulata accanto al compagno nel Cimitero comunale di Trevignano Romano dove visse per molti anni della sua vita. Il 2 novembre 2020 il suo nome è stato iscritto nel Famedio di Milano[21].
Vita privata
Franca Valeri fu sposata con Vittorio Caprioli, attore e regista, assieme al quale lavorò in teatro e al cinema. I due si conobbero negli anni quaranta, mentre la Valeri recitava i suoi monologhi a Parigi, e si sposarono a Ventimiglia[5] il 16 gennaio 1960, nella chiesa di Sant'Agostino.
Successivamente fu legata per dieci anni al direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi, morto nel 1995, col quale diede vita al premio intitolato al baritono Mattia Battistini.[5][22]
Franca Valeri era la madre adottiva della cantante lirica Stefania Bonfadelli;[23] lo rivelò soltanto nel 2014 in un'intervista, dichiarando che la decisione risaliva a una decina di anni prima.[24]
Franca Valeri, pur non essendo figlia di madre ebrea, ha dichiarato di sentire molto e di essere orgogliosa della propria identità ebraica, rafforzata dalle leggi razziali e dalla persecuzione subita da bambina[25], e manifestata portando al collo una stella di David proveniente da Israele[26].
Fondò l'Associazione Franca Valeri - Onlus pro assistenza animali abbandonati, per contrastare il randagismo[27]. Viveva a Trevignano Romano in una villa sul Lago di Bracciano, che ha donato al WWF.[7][28]
Personaggi
Franca Valeri ebbe un repertorio classico di personaggi teatrali, poi radiofonici, cinematografici e televisivi, che rappresentarono una sorta di "maschere" che impersonò spesso durante le sue rappresentazioni.
Il fiore all'occhiello. Varietà del venerdì sera, con Franca Valeri e Vittorio Caprioli, dal 14 febbraio al 7 marzo 1958, secondo programma, venerdì ore 21
Le donne di e con Franca Valeri, giovedì 1 gennaio 1959, secondo programma, ore 21
Gran varietà di Amurri e Jurgens, regia di Federico Sanguigni, dal 1 ottobre al 24 dicembre 1967 e dal 29 dicembre 1967 al 23 marzo 1969, secondo programma, domenica ore 9,35
Classic-jockey, presenta Franca Valeri, dal 17 ottobre 1970 al 3 aprile 1971, programma nazionale, sabato ore 12,09; dall'11 aprile al 27 settembre 1971, secondo programma, domenica ore 12,30; dall'8 gennaio all'11 novembre 1972, secondo programma, sabato ore 16,35
Ernani, musica di Giuseppe Verdi, direttore Maurizio Rinaldi, regia di Franca Valeri, giovedì 13 dicembre 1984, radiotre, ore 21,10; registrato il 16 ottobre 1984 al Teatro Politeama di Carrara
Di tanti palpiti, programma dedicato all'opera lirica ed alle regìe teatrali, condotto da Franca Valeri e Gina Guandalini dal giugno 1998 sino al 2002, radiotre, domenica ore 10,30[30]
I personaggi di Franca Valeri sono spesso stati oggetto di citazioni e omaggi da parte di altri artisti. Tra di essi:
Ernst Thole: gli sketch presentati da Thole partecipando alla seconda stagione di Non stop - il varietà senza conduttore diretto da Enzo Trapani in onda sulle reti Rai dal 1977 al 1979 - erano ispirati e omaggiavano direttamente lo stile inconfondibile di Franca Valeri, spesso utilizzando lo stratagemma della "telefonata". In un celebre sketch Thole interpreta la mamma che telefona alla figlia per sapere com'è andato il viaggio di nozze.
Simona Marchini: in una serie di sketch la Marchini rifà a modo suo un personaggio molto simile a quello della "Sora Cecioni" inventato da Franca Valeri, utilizzando lo stratagemma della "telefonata a mammà".
^Nel corso delle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna, dedicata al tema "150 anni: donne per un'Italia migliore", con la motivazione:“Per la maestria e l'intelligente ironia che hanno caratterizzato la sua lunga carriera teatrale, cinematografica e televisiva”. Celebrata al Quirinale la "Giornata Internazionale della Donna", su sito ufficiale della Presidenza della Repubblica.
^In tale occasione tiene la lectio magistralis dal titolo "Una vocazione storica", poi pubblicata da Il Foglio il 23 luglio 2011. La prima risata, su cinquantamila.it.