Felicia Impastato

Felicia Bartolotta con il marito Luigi Impastato e il figlio Peppino

Felicia Bartolotta, vedova Impastato (Cinisi, 24 maggio 1916Cinisi, 7 dicembre 2004), è stata un'attivista italiana, nota per essere stata la madre di Peppino Impastato e per il suo costante impegno al fine di far incriminare i responsabili della morte del figlio.

Biografia

Felicia Bartolotta nacque a Cinisi il 24 maggio del 1916, da una famiglia di agricoltori di agrumi e olivi. Suo padre era impiegato al comune di Cinisi, mentre sua madre era casalinga. Da giovane venne promessa sposa ad un uomo che non amava e che, proprio nel giorno del matrimonio, lasciò sull'altare. Nel 1947 si sposò dunque con Luigi Impastato, piccolo allevatore legato a Cosa nostra,[1] che durante il fascismo era stato inviato per tre anni al confino per mafia ed era anche cognato del capomafia di Cinisi Cesare Manzella. Dal matrimonio nacquero tre figli: nel 1948 Giuseppe detto "Peppino", nel 1949 Giovanni, morto di meningite nel 1952 a soli 3 anni, e nel 1953 il terzo figlio, chiamato anch'esso Giovanni.

Il matrimonio fu burrascoso; nel 1963 Cesare Manzella morì in un attentato, evento che diede inizio alla lotta contro la mafia del figlio Peppino, il quale fondò una radio libera, Radio Aut, che utilizzò per attaccare i mafiosi, ed iniziò a litigare sempre più frequentemente e violentemente con il padre: Luigi Impastato non aveva la forza di rompere i propri legami con l'ambiente malavitoso, ma allo stesso tempo non riusciva ad accettare il fatto che Peppino, a causa della sua attività anti-mafia, rischiasse di venire ucciso per volere di Gaetano Badalamenti, successore di Cesare Manzella come capomafia locale. Felicia a sua volta era molto preoccupata, ma allo stesso tempo sapeva che, finché il marito Luigi era in vita, Badalamenti non avrebbe mai osato fare del male a Peppino, in quanto figlio di un suo amico.

Nel 1977 Luigi morì in un presunto incidente e Felicia si preoccupò ancora di più per la situazione di Peppino, avvertendolo del grosso rischio che correva senza più il padre a proteggerlo da "don Tano". Nella notte del 9 maggio 1978 Peppino, che nel frattempo si era candidato alle elezioni comunali nelle liste di Democrazia Proletaria, venne assassinato dai mafiosi, i quali adagiarono il suo cadavere sui binari della ferrovia, in modo tale da far credere che fosse rimasto ucciso mentre stava progettando un attentato. La stampa e le forze dell'ordine inizialmente sostennero questa ipotesi, per poi iniziare ad affermare invece che Peppino si era suicidato; oltretutto il delitto passò inizialmente inosservato in quanto, nella stessa notte, a Roma venne ritrovato il corpo del politico Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Felicia ruppe pubblicamente i rapporti con i parenti legati a Cosa nostra e, con l'aiuto del figlio Giovanni e della nuora, anch'essa di nome Felicia, consapevole delle reali circostanze in cui era morto il figlio, iniziò a rendersi protagonista di un'attività continua e costante finalizzata a fare in modo che la giustizia scoprisse la verità e punisse i responsabili; Badalamenti verrà riconosciuto come colpevole dell'uccisione di Peppino e condannato soltanto nel 2002.

Dopo aver ottenuto giustizia per il figlio, Felicia raccontò la sua vita nel libro "La mafia in casa mia".

Morì nella sua città d'origine il 7 dicembre 2004, all'età di 88 anni.[2]

In seguito alla scomparsa, la sua abitazione fu rinominata "Casa memoria Felicia e Peppino Impastato".[3]

Film dedicati a Felicia Impastato

A lei è stato dedicato il film TV Felicia Impastato, andato in onda in prima serata su Rai 1 il 10 maggio 2016, in cui Felicia Impastato è impersonata da Lunetta Savino.[4]

Appare come personaggio anche nel film I cento passi del 2000, incentrato sulla vicenda del figlio Peppino, in cui è interpretata da Lucia Sardo.

Riconoscimenti

Dal 2016 è onorata come Giusta al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.[5]

Note

  1. ^ Anna Puglisi, Felicia Bartolotta Impastato, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato il 19 settembre 2016).
  2. ^ Francesco Viviano, L'addio a Felicia Impastato ma Cinisi non si è presentata, in la Repubblica, 10 dicembre 2004, p. 4 (archiviato il 28 marzo 2019).
  3. ^ Mirella Alloisio, Felicia Impastato: "partigiana" contro la mafia (PDF), in Patria Indipendente, 30 dicembre 2004, p. 12 (archiviato il 7 dicembre 2018).
  4. ^ ASCOLTI TV - MARTEDI 10 MAGGIO 2016. FELICIA IMPASTATO VINCE CON IL 26.98% DI SHARE, FUOCO AMICO AL 10, su davidemaggio.it, DavideMaggio, 11 maggio 2016. URL consultato il 29 luglio 2019 (archiviato il 29 gennaio 2019).
  5. ^ Donne Giuste al Giardino di Milano, su it.gariwo.net. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 13 dicembre 2019).

Bibliografia

  • Felicia Bartolotta Impastato (a cura di Anna Puglisi e Umberto Santino), La mafia in casa mia, Palermo, La Luna, 2003. ISBN 88-7823-011-1
  • Guido Orlando, Salvo Vitale (a cura di), Felicia, tributo alla madre di Peppino Impastato , Palermo, Navarra Editore, 2010. ISBN 978-88-95756-41-7
  • Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro Impastato, Palermo, 2005, 2007.
  • Anna Puglisi, Felicia Bartolotta Impastato, in Siciliane. Dizionario Biografico, a cura di Mariella Fiume, Emanuele Romeo Editore, Siracusa, 2006.
  • Anna Puglisi, Felicia Bartolotta Impastato in Enciclopedia delle donne: www.enciclopediadelledonne.it
  • Salvo Vitale, Cento passi ancora. Peppino Impastato, i compagni, Felicia, l'inchiesta, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014. ISBN 978-88-498-4186-2

Voci correlate

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