Episodi di Imma Tataranni - Sostituto procuratore (seconda stagione)

La seconda stagione della serie televisiva Imma Tataranni - Sostituto procuratore, composta da 8 episodi, viene trasmessa in prima visione in prima serata su Rai 1 divisa in due parti[1]: la prima parte è andata in onda dal 26 ottobre[2] al 9 novembre 2021[3], mentre la seconda parte verrà trasmessa nel 2022 (indicativamente a primavera).

Parte Titolo Prima TV
1 1 Mogli e buoi 26 ottobre 2021
2 Via del riscatto 2 novembre 2021
3 Dai sassi alle stelle 8 novembre 2021
4 Un mondo migliore di questo 9 novembre 2021
2 5 2022
6 2022
7 2022
8 2022

Mogli e buoi

Non appena torna a casa dopo una vacanza a Parigi col marito Pietro e la figlia Valentina per tranquillizzare quest'ultima dopo la sua rottura con Samuel, Imma riceve una chiamata: il corpo di Angelo Saraceno, ucciso con un colpo di arma da fuoco (probabilmente con un fucile) in pieno petto, viene trovato in un abbeveratoio per il bestiame lungo un sentiero della transumanza. Imma e il procuratore Alessandro Vitali apprendono da un contadino che da giovane Angelo aveva raggiunto il fratello maggiore Santino negli Stati Uniti facendo entrambi fortuna nel campo della ristorazione, e dove Angelo importava prodotti caseari dall'Italia. Al tour guidato dai mandriani, nessuno dei partecipanti, seppur professionisti del settore, conosceva Angelo.

Imma informa la moglie americana di Angelo della morte del coniuge. La donna spiega che stavolta, diversamente dal solito, aveva deciso di accompagnare Angelo in Basilicata per la transumanza, anche perché ultimamente lo aveva visto depresso, forse perché era oggetto di invidie a causa del suo successo economico. Imma e il maresciallo Capozzo parlano con Alba, il cui marito Rocco era un caro amico di Angelo, tanto che quest'ultimo era stato il loro testimone di nozze qualche giorno prima di partire per l'America. Angelo non aveva venduto la sua casa, e quando tornava in America erano gli stessi Rocco e Alba a occuparsene. Quando Imma menziona dei fori di proiettile sul muro della casa, Rocco conferma di aver sentito qualche tempo prima nella notte degli spari provenire dalla casa di Angelo, ma non era riuscito a scoprire chi aveva sparato. Imma dice a Diana di chiamare il maresciallo La Macchia per chiedergli se ha scoperto qualcosa su Angelo e di indagare su Domenico Fracalvieri, detto Minguccio, proprietario del caffè “Colombia”.

Nel frattempo, Imma partecipa al processo contro Saverio Romaniello, che era pronto a seppellire tonnellate di rifiuti tossici con la complicità di amministratori e imprenditori locali: l'accusa è di tentato disastro ambientale in complicità con la criminalità organizzata, oltre a quella di essere il mandante degli omicidi di don Mariano Licinio e di Pasquale Iannuzzi, testimone chiave grazie al quale don Mariano aveva scoperto tutto il suo piano criminale.

La moglie di Angelo si reca in Procura e mostra a Imma una fotografia del marito insieme a un certo Alfonso Acito, ricordandosi che tanto tempo prima le aveva detto che «quando aiuti qualcuno, quello ti odia perché si sente inferiore». La Macchia interroga infruttuosamente Fracalvieri, ma un cliente ubriaco del bar gli racconta che sei anni prima Acito era sommerso dai debiti: Angelo gli aveva comprato tutto permettendogli di ripagarli, ma ad Alfonso non era rimasto niente, quindi fu costretto ad arrangiarsi e iniziò a provare rancore.

Ippazio, che dopo il bacio scambiato con Imma alla parata della Madonna della Bruna aveva chiesto di andare in missione in Sudamerica, torna a Matera. Dai tabulati telefonici di Saraceno risulta che la sera in cui è stato ucciso aveva ricevuto una telefonata dal caffè “Colombia”, verso mezzanotte e quindici, perciò l'assassino potrebbe avergli dato un appuntamento all'abbeveratoio: Acito era un assiduo frequentatore del bar e possedeva un fucile da caccia, il che lo rende un indiziato. Mentre si dirigono da Rocco, Ippazio confessa a Imma che il bacio che si sono scambiati tempo prima è stata la cosa più bella per lui e prova a baciarla nuovamente, ma Imma gli dice che è stato un errore che non deve ripetersi. Rocco ammette ai due di aver visto Acito scaricare il fucile sulla facciata della casa di Saraceno, dopo di che lo aveva immobilizzato, ma mentre stava per chiamare i Carabinieri Angelo si era affacciato alla finestra e gli aveva detto di lasciarlo perdere perché lo aveva perdonato; Acito era scoppiato a piangere e Rocco ne aveva avuto pena. Imma e Ippazio vengono accompagnati alla chiesa dove si trova Alfonso da Peppino, il figlio sordo di Rocco e Alba che aiuta il padre a far pascolare il bestiame.

Alfonso spiega che da ragazzo Angelo era povero, ma che quando era tornato per acquistare i suoi averi lo aveva visto molto cambiato, soprattutto nello sguardo, molto cattivo, e definisce i soldi prestatigli da lui «i soldi del demonio»: la sera prima di accettarli, essendo molto devoto, Acito si era rivolto alla Madonna, ma nonostante il consiglio di non prenderli alla fine aveva accettato il denaro e aveva finito per rovinarsi. Dichiara di non aver chiamato Saraceno dal bar, ma gli viene comunque sequestrato il fucile.

Dopo il funerale di Angelo, con l'aiuto del padre che gli fa da interprete, Peppino spiega a Imma, Ippazio, Alba e la moglie dell'uomo che qualche giorno prima di essere ucciso era stato affrontato da un gruppo di allevatori alla festa di inizio della transumanza: non era abbastanza vicino da leggere il loro labiale, ma li aveva visti molto aggressivi, in particolare Felice Natale, un noto attaccabrighe. Quella sera Rocco non era presente perché non si sentiva bene e non aveva saputo di questa discussione, così Peppino era rimasto con Angelo, che lo aveva riaccompagnato a casa. Ippazio scopre che il giorno dopo l'omicidio Felice è scomparso lasciando la mandria a suo fratello, ed è attualmente irreperibile. Dall'analisi dei RIS risulta che il fucile di Acito è a pallettoni, mentre quello che ha ucciso Saracino è a palla singola, quindi Imma ha fatto bene a scarcerarlo.

Durante una cena con i suoceri, Imma scopre che Pietro ha intenzione di lasciare il lavoro di tecnico informatico per aprire un club di musica jazz, e gli consiglia, piuttosto che rischiare di perdere il posto fisso, di prendersi qualche mese di aspettativa. Intanto Valentina inizia a frequentare il compagno di scuola Giovanni.

Ippazio e Jessica arrestano Felice. Egli spiega che Angelo voleva far comprare ai mandriani il mangime per le vacche da un uomo americano di sua conoscenza, «quelle porcherie tutte sintetiche che fanno fare più latte», e anche se in Italia è illegale lui lo faceva entrare sottobanco. Nessun allevatore voleva saperne, perciò Angelo aveva detto che invece ce n'erano altri che non vedevano l'ora di fare affari con lui, e che li avrebbe rovinati. Angelo era uno dei loro migliori clienti, e perdere lui significava perdere quasi la metà degli affari, e quando gli allevatori non vendono nessuno li aiuta, neanche l'Europa. Felice conferma di aver minacciato Angelo, ma giura di non averlo ucciso, e infatti si scopre che la notte dell'omicidio stava insieme a una prostituta.

Imma e Ippazio interrogano nuovamente Alfonso, poiché in realtà non voleva vendere le sue vacche ad Angelo, ma quest'ultimo sei anni prima aveva acquistato un terreno che Alfonso usava come punto d'appoggio durante la transumanza per far riposare il bestiame; Angelo lo aveva acquistato anche se non gli serviva, infatti aveva messo gli occhi sui possedimenti di Alfonso già da ragazzo. Una sera Angelo, particolarmente triste, gli aveva confidato di sentire la mancanza di un figlio. Diana spiega a Imma che Saraceno era stato contattato da un fabbro di campanacci che lo aveva chiamato tre volte, l'ultima il giorno dell'omicidio. Potrebbe trattarsi del padre di Alba, ufficialmente morto ma che dal contratto della compagnia telefonica risulta vivo (ma ciò potrebbe spiegarsi con il fatto che a volte le compagnie telefoniche non cancellano i contratti quando i titolari muoiono).

Alba ammette di essere stata lei a telefonare a Saraceno usando il cellulare di suo padre defunto chiedendogli di comprare le vacche del marito, a insaputa di quest'ultimo, per dare un futuro diverso al figlio Peppino. Qualche settimana prima Rocco aveva avuto una specie di infarto e il medico gli aveva consigliato di cambiare vita, o perlomeno di smettere con la transumanza, ma Rocco non aveva voluto, per questo lei non gli aveva fatto parola della questione. Era stato sempre questo medico a dire ad Alba che c'era una speranza per ridare l'udito a Peppino, e aveva ordinato un esame del DNA per verificare se la sordità del ragazzo fosse ereditaria, perché in quel caso non si poteva fare niente. Imma suppone, come Ippazio, che Peppino sia in realtà figlio di Angelo, e che Rocco ne sia al corrente perché da ragazzi Alba e Angelo erano inseparabili. Ippazio ottiene dal giornalista Pino Zazza un documentario sui lucani che hanno avuto successo nel mondo, e in un servizio su Santino Saraceno viene intervistato anche suo figlio Robert, un giovane sordomuto, il che avvalora la tesi dell'ereditarietà. La moglie di Angelo conferma che anche il marito, come il cognato, era portatore sano di sordità recessiva.

Alba confessa a Imma che amava Angelo, ma che aveva ubbidito a suo padre e si era sposata, e Angelo era partito per gli Stati Uniti, non prima di aver passato la notte con lei. Angelo aveva capito che Peppino era figlio suo ma non ne avevano mai parlato in tutti quegli anni. Rocco non aveva compreso la realtà dei fatti fino all'arrivo del medico, altrimenti non avrebbe trattato Angelo come un fratello. Nonostante questo, Alba aveva acconsentito all'esame perché pensava che prima o poi la verità doveva uscire, tuttavia Rocco era venuto a sapere come stavano le cose ma aveva deciso di non dire nulla. Angelo era arrivato a 50 anni e voleva un figlio a tutti i costi perché lui e la moglie non ne avevano avuti.

Rocco spiega che da giovane ammirava Angelo per la sua resilienza, ma che negli ultimi tempi era diventato molto arrogante. Un giorno gli aveva detto di voler comprare la sua mandria, ma Rocco avrebbe continuato a occuparsi di Peppino, anche se non era suo figlio, perché «i figli sono di chi si prende la responsabilità». Angelo voleva portare via Peppino, come aveva vagamente accennato ad Alfonso la sera della transumanza. Rocco è costretto ad ammettere di aver chiamato Angelo dal caffè “Colombia” per capire se aveva veramente intenzione di portare Peppino in America, ottenendone la certezza. Prima di essere arrestato, Rocco chiede a Imma e Ippazio di andare in spiaggia, dove si lava le mani con l'acqua del mare e spiega che ogni anno, a fine percorso, gli allevatori giungono lì e vi rimangono fino alla fine dell'inverno. Quella è la sua vita, e Rocco temeva che Peppino avrebbe potuto preferirne una fatta di agi e lusso che solo Angelo poteva offrirgli, anziché scegliere di continuare a condurre una vita molto umile come la loro. Rocco non ci aveva più visto dalla rabbia e gli aveva sparato.

Via del riscatto

È la sera di Halloween. Pietro porta Imma a vedere il luogo dove vuole aprire il locale jazz, quando all'improvviso due colpi di pistola rimbombano nell'aria, e poco dopo i due si imbattono in una donna vestita come Crudelia De Mon che spunta correndo dietro un vicolo in “Via del riscatto”, vicino a Palazzo Sinagra. Il mattino seguente nell'edificio viene trovato il corpo dell'agente immobiliare Luciano Ribba, che pare avesse un appuntamento con una cliente, una certa Assunta Volpe, mai vista da nessuno. Una collega di Luciano spiega che l'uomo aveva litigato con Domenico Paradiso, che lavorava in agenzia prima di lui, poiché quest'ultimo aveva messo in giro delle voci su Palazzo Sinagra affermando che fosse infestato dal fantasma del figlio dei proprietari. Taccardi accerta che la morte di Ribba è stata causata da due colpi precisissimi al cuore, e chi gli ha sparato deve essersi portato via anche i bossoli. Intanto, a causa dell'allagamento della casa durante una festa organizzata da Valentina, la ragazza, Imma e Pietro vengono momentaneamente ospitati dai genitori di lui.

Giunti alla masseria dei coniugi Carolina e Girolamo Sinagra, Imma e Ippazio apprendono che la donna si faceva curare l'artrosi da Ambra, la moglie di Luciano, il quale era il migliore amico di loro figlio Guido e ha continuato a frequentare la loro casa anche dopo la morte dell'amico, che si è tolto la vita proprio a Palazzo Sinagra. Ambra racconta a Imma che quando lei aveva 13 anni suo padre era stato investito da un'auto che non si era fermata lasciandolo morire. Le dice inoltre che pur essendo gelosissima di Luciano lui le diceva che con lei aveva messo la testa a posto. Domenico, ora proprietario della gelateria “Il paradiso del gelato”, ammette che un tempo lui e Luciano erano amici, ma che dopo essere stato "pugnalato alle spalle" una volta assunto dall'agenzia proprio grazie a lui, si è vendicato mettendo in giro le voci sul palazzo infestato. Nel frattempo, Ippazio e Jessica avviano una relazione.

Al processo contro Saverio Romaniello, il suo avvocato Giulia Pisapia sostiene che siccome i testimoni don Mariano e Antonio Scaglione sono deceduti, le accuse non possono essere validate. Imma perde le staffe e ribatte che Scaglione si è suicidato per la vergogna e il pentimento, mentre don Mariano è stato ucciso per essere messo a tacere.

Ippazio scopre che Assunta Volpe è un nome falso, e dalle immagini delle telecamere di quella sera si vedono Ribba e Paradiso litigare animatamente; quest'ultimo spiega che dopo la discussione è tornato a casa dalla moglie. A Palazzo Sinagra viene ritrovato uno dei due bossoli, finito in cantina. L'affascinante Barbara De Luca, che lavora presso un grosso studio di avvocati a Roma, consegna a Imma la pistola Beretta che ha ucciso Luciano, sostenendo che è sua e che ha un regolare porto d'armi da quando uno stalker l'ha perseguitata. Si trova a Matera da alcuni giorni perché aveva preso appuntamento con Luciano per visitare Palazzo Sinagra usando il falso nome Assunta Volpe: doveva fare alcune verifiche in incognito per conto di alcuni clienti dello studio, ma Ribba si è accorto che nascondeva qualcosa e si è affrettato a concludere la visita. Dopo aver udito due spari, si è accorta che non aveva più la pistola nella borsetta, così è tornata indietro, ha trovato Luciano morto nella stanza affrescata con accanto la sua pistola e ha fatto sparire solo uno dei bossoli perché non ha trovato l'altro (cioè quello finito in cantina). Barbara è scappata per la paura e ha deciso di presentarsi in Procura quando in televisione hanno dato la notizia del bossolo ritrovato, temendo che prima o poi sarebbero arrivati a lei.

Imma nota che Diana indossa lo stesso modello di scarpe indossate dalla misteriosa donna scappata da “Via del riscatto”. Ippazio si introduce furtivamente nella camera d'albergo della De Luca e fotografa una foto che ritrae lei e Ribba mentre si stanno baciando. Barbara è costretta ad ammettere che avevano avuto una storia a Roma, e che dopo la morte di Guido la sua spider era stata regalata a Luciano dalla sua famiglia: i Sinagra gli volevano bene, e lui se ne approfittava. A un certo punto Luciano aveva smesso di venire a Roma, e Barbara era venuta a sapere da amici di amici che l'uomo si era sposato e aveva avuto un figlio. Dato che non le rispondeva più al telefono, aveva preso un appuntamento sotto falso nome per scoprire se ciò che le era stato detto era vero, portandosi dietro la pistola per fargli paura e costringerlo a parlare. Luciano le aveva detto che l'amava ma che non poteva stare con lei «per rimediare a un errore commesso molto tempo prima, un errore giovanile». L'uomo era riuscito a disarmarla e poi avevano fatto l'amore, anche se a lei non era piaciuto perché «era tutto così triste», così se n'era andata, ma era tornata dopo aver sentito gli spari.

Un collega della finanza informa che Paradiso non ha mai lasciato il settore immobiliare e che da poco si è messo a lavorare per una società che fa compravendite false per avere dei prestiti vantaggiosi e che è tornata a fare affari a Matera: probabilmente questo sta alla base del litigio tra Ribba e Paradiso. Domenico ammette che lui e Luciano agivano alle spalle dei Sinagra: erano d'accordo per svalutare il palazzo e venderlo a basso prezzo per la costruzione di un albergo di lusso, facendo nel frattempo terra bruciata dei possibili clienti utilizzando dei marchingegni che facevano credere che il palazzo fosse infestato. La sera dell'omicidio di Ribba i marchingegni non c'erano perché Domenico, che si occupava di portarli nel palazzo, quella sera era in ritardo; Luciano allora se l'era presa con lui. Luciano era cinico e sfruttava l'amicizia con Guido per poter godere di una vita lussuosa, e tutto questo è durato fino alla morte di Guido.

Su ordine di Romaniello, l'architetto Giulio Bruno si reca dal boss Mazzocca, nascostosi in una casa diroccata, dal quale ottiene una busta destinata all'avvocato Pisapia e dei soldi per comprare una catenina d'oro come regalo di compleanno per la figlia di Romaniello, Isabella, affetta dalla sindrome di Down e ospitata in una casa gestita da suore.

Girolamo si autoaccusa dell'omicidio di Ribba. L'anziano non voleva credere alla truffa ai suoi danni perché si fidava di Luciano, ma intanto il palazzo non si vendeva e allora voleva vederci chiaro. Sapendo che Luciano doveva vedersi con una cliente, poco prima del loro incontro si era nascosto in un armadio: aveva visto Luciano vantarsi degli affari che faceva a spese sue con una donna che si era poi lasciata andare a una scenata di gelosia estraendo dalla borsa una pistola; Luciano l'aveva disarmata e poi lei se n'era andata. Girolamo ne aveva approfittato per uscire dall'armadio, prendere da terra la pistola e sparare a Luciano per ripagarlo del tradimento. Quando Imma gli chiede se Barbara e Luciano hanno avuto un rapporto sessuale prima o dopo che lei lo minacciasse con la pistola, Girolamo risponde che è successo prima. Imma dice a Vitali di ritenere che l'anziano si sia addossato una colpa non sua.

In vista della prossima udienza, Vitali ricorda a Imma che il GIP ha stracciato la posizione di Luigi Lombardi, il quale è stato eletto presidente della regione Basilicata con una schiacciante maggioranza e ufficialmente non sarebbe neanche indagato. Imma incontra Lombardi dicendogli di sperare che lui abbia imparato qualcosa dalla giornalista Donata Miulli, che era una ragazza con dei valori quali la dignità. In aula dovrà dire che il sodalizio criminale a capo del quale c'è Saverio Romaniello è basato sull'aiuto della 'ndrina Mazzocca, anzi che Romaniello stesso è affiliato alla 'ndrangheta: se Lombardi lo confermerà, Imma farà marcire in galera Romaniello, altrimenti l'uomo rimarrà impunito. Nonostante ciò, all'udienza Lombardi delude Imma dichiarando che le foto che raffigurano gli uomini implicati nel caso Romaniello rappresentano solo una riunione fra amici in occasione della sua elezione, e che non è stato lui a invitare Scaglione, il quale sarebbe venuto per perorare il suo nome nell'assegnazione di un appalto: questo è strano considerando che poi Lombardi afferma che la sua era evidentemente l'opzione più vantaggiosa per la Regione e che l'assegnazione è avvenuta alla luce del sole. Imma lo accusa di star cercando di svilire una testimonianza chiave, l'avvocato Pisapia protesta e il giudice ritiene non valide le foto in questione come prova a carico degli accusati.

Valentina, Gabriele (il figlio maggiore di Vitali) e alcuni amici bloccano una strada per fare una protesta ambientalista; i primi due vengono portati in Procura e rimproverati dai rispettivi genitori.

Imma spiega a Diana che Girolamo non ha ucciso Luciano perché ha detto che lui e la De Luca hanno avuto un rapporto sessuale prima che lei lo minacciasse con l'arma, mentre Barbara ha detto che è successo dopo. Imma e Ippazio tornano alla masseria dei Sinagra, dove Carolina ammette che Ambra non curava lei ma Girolamo il quale, in considerazione di questo, non avrebbe potuto uccidere Luciano e scappare in tutta fretta, anche perché lui nella sua vita non ha mai fatto del male a nessuno. Chi aveva fatto del male invece era Guido: Carolina mostra loro delle foto che ritraggono il figlio e Luciano a bordo della spider poi ereditata dal secondo, e con la quale Guido aveva ucciso un uomo. Ripensando a una frase detta da Barbara, Imma chiede a Carolina se l'uomo ucciso era il padre di Ambra, e la donna lo conferma. Il destino aveva portato Ambra a casa dei Sinagra, e Guido si era sentito talmente in colpa da decidere di suicidarsi dopo aver scritto una lettera in cui confessava di aver ucciso l'uomo, ma né lei né suo marito hanno mai avuto la forza di dire ad Ambra che era stato proprio loro figlio a investire suo padre.

Imma espone a Girolamo la sua ricostruzione. La sera di Halloween, Ambra aveva lasciato il figlio alla madre per andare a una festa mascherata facendosi prestare le scarpe da una sua amica, e quella sera Luciano le aveva detto che aveva un appuntamento a Palazzo Sinagra con una cliente. Ambra si era insospettita, aveva mollato la festa e aveva raggiunto il marito al palazzo, nascondendosi in un armadio: da lì Ambra aveva sentito Luciano dire a Barbara che l'aveva lasciata per riparare a un errore di gioventù, e dopo che la De Luca era andata via lasciando la pistola per terra, Ambra era uscita, aveva afferrato l'arma e aveva preteso che Luciano le dicesse che cosa intendeva con «errore di gioventù»: Ribba aveva confessato che riguardava la morte di suo padre, che era stato Guido a investirlo e che lui aveva convinto l'amico a scappare via e abbandonare l'uomo dissanguato sulla strada. Quando molti anni dopo Luciano si era incontrato con Ambra, nel suo animo si era aperta una specie di crepa e si era sentito in dovere di fingere di amarla, forse per ripagarla di tutto il dolore che le aveva provocato nella vita. Di fronte a questa confessione, Ambra non ci aveva visto più e gli aveva sparato due colpi al cuore. Disperata, Ambra aveva confessato il fatto a Girolamo: aveva scoperto che Guido si era ammazzato perché era responsabile della morte di suo padre, e che Luciano lo era ancora di più, ed è per questo che Girolamo si è addossato la colpa dell'omicidio, per “riscattarsi” facendosi istruire su come rendere la confessione credibile. Ambra però, per orgoglio, non gli aveva riferito che Luciano e Barbara avevano fatto sesso davanti ai suoi occhi, così che lui, dovendo dire se era successo prima o dopo la minaccia con la pistola, aveva provato a indovinare, sbagliando.

Imma spiega ad Ambra che non può essere denunciata perché non ci sono le prove, perché forse non tocca a lei e spera che non ce ne sia bisogno, e sa che lei, se potesse tornare indietro, non ucciderebbe Luciano. Ambra risponde che c'è un'altra cosa che non ha detto a Sinagra, oltre al fatto che Luciano e Barbara avevano fatto l'amore: suo marito le aveva detto che aveva amato loro figlio Sebastiano come non aveva mai amato nessuno, e che col tempo avrebbe imparato ad amare anche lei. Ambra però non lo ascoltava già più, oppure semplicemente non gli credeva, pensando che parlasse così perché lei aveva una pistola in mano. Imma le dice che ora tocca a lei, perché Sebastiano è figlio suo e soltanto lei farà i conti con la sua coscienza ogni volta che rivedrà nel volto del figlio quello del padre.

I lavori di ristrutturazione dopo l'allagamento sono terminati e Imma, Pietro e Valentina possono finalmente tornare a casa propria.

Dai sassi alle stelle

Marta Vitale, rinomata ricercatrice di un centro di geodesia e carissima amica di Diana, viene trovata morta nell'area est della struttura, uccisa alle due di notte a distanza ravvicinata con un unico colpo alla nuca. Imma viene accompagnata sul posto da Laura Bartolini, carabiniere originaria di Parma da poco entrata a far parte della Procura di Matera. Accanto alla vittima (che indossava un tutore perché una settimana prima aveva subìto un tentativo di scippo, come aveva detto a Diana e a Imma) viene trovato uno scontrino arrotolato ma nessun bossolo, mentre vicino al cancello secondario, che è stato forzato, ci sono i frammenti di un fanalino.

La Ventura si occupava di progetti di monitoraggio ambientale e studi sul riscaldamento globale. In merito alle proteste di alcuni agricoltori risalenti tre anni prima, Marta venne incaricata come esperta di chiara fama nella perizia che diede torto alle pretese degli agricoltori: loro pensavano che le antenne del centro fosse all'origine della siccità, così organizzarono un'azione collettiva per danni e iniziarono a vedere la scienziata come una nemica, ma lei se la cavò benissimo. Gelsomina Lorusso, una collega di Marta, dice a Imma che la sera prima di morire la donna aveva litigato col marito, Guglielmo Genna. Il cancello è stato forzato nella notte, e dato che nel softawre del sistema di sorveglianza dell'area est c'è stato un problema le telecamere non hanno potuto riprendere l'assassino.

La D'Antonio, segretaria di Vitali, svela a Imma e Laura che Marta venne minacciata con una lettera anonima da Alfredo Santarsiero, un manifestante che aveva già precedenti per danneggiamento e lesioni; la D'Antonio provò a fermarlo, ma ottenne solo un'ordinanza restrittiva di un anno, dopo di che le minacce e le proteste cessarono, e scaduta l'ordinanza le due furono d'accordo nell'archiviare il caso. Laura scopre che la scorsa settimana Santarsiero, ufficialmente disoccupato e quasi nullatenente, ha ricevuto un bonifico di tremila euro, e proprio un giorno prima ha aperto un conto alle poste: l'ordinante è Simone Campagna, guardiano alla diga di Montegerardo. Intanto Giulio Bruno ottiene dal boss Mazzocca un'altra busta da consegnare all'avvocato Pisapia.

Guglielmo spiega a Imma che lui e la moglie avevano litigato perché lei aveva dato ragione a un vicino che si era lamentato per il volume troppo alto della televisione. Genna sa chi è Campagna nonostante il direttore del centro avesse detto che Marta non si era mai occupata della diga, perché in realtà se ne interesso per conto suo essendo certa che ci fosse qualcosa che non andava. Leggendo il verbale sullo scippo di Marta, Imma ipotizza che non si sia trattato di uno scippo ma di un'aggressione intimidatoria, e che i 3 000 euro sono il compenso che Campagna diede a Santarsiero per portarla a termine.

Imma incontra segretamente Lombardi e registra di nascosto la conversazione. L'uomo dichiara che da qualche tempo dubita della propria sanità mentale perché spesso ha l'impressione di vedere Donata. Imma gli consiglia di dimettersi, ma lui risponde che non può farlo e che non può dire tutto quello che sa, perché questo comporterebbe la sua autoincriminazione. Tuttavia, Lombardi non crede che Imma meriti ritorsioni, e dichiara che coloro da cui è dipesa la sua elezione non si fermeranno davanti a nulla e faranno di tutto per bloccarla, e che «sanno tutto, sanno di lei, della sua famiglia... tutto».

Simone spiega a Ippazio e Laura che il pagamento per Alfredo è dovuto a un debito di gioco a carte, e che la loro conoscenza si ferma lì. Simone conosce Marta perché una volta era venuta per parlare con direttore Eugenio Lauria. Ha un alibi i quanto due notti prima era di turno, come possono testimoniare due amici con cui ha giocato a briscola. Santarsiero è andato a trovare la sorella in Argentina, per questo gli servivano soldi.

I RIS craccano il portatile della Ventura, dove due foto della diga dall'alto presentano dei cerchietti su due punti che rivelano uno spostamento. La Lorusso spiega che quei rilievi satellitari, fatti a distanza di un mese, rivelano che il terreno non è stabile e che sta scivolando verso l'acqua, e a conferma c'è un foglio predisposto per riportare i dati di un rilievo topografico della stessa pendice. Marta ha effettuato un rilievo di conferma con degli strumenti a terra, i dati sono incompleti ma si deduce che che è tornata alla diga altre due volte a distanza di una settimana: lo spostamento è di ben 6 centimetri. In un file rinominato Montegerardo la Ventura accusa Lauria di nascondere qualcosa, e con decreto viene sequestrata tutta la documentazione, certificazioni incluse. Il direttore, pur essendo perfettamente a conoscenza dello slittamento del terreno, aveva interesse ad aspettare che la situazione si aggravasse così che, passati gli anni, si sarebbe potuto dichiarare che il problema è emerso all'improvviso, chiedendo la procedura di somma urgenza bypassando la gara, lucrando sui finanziamenti pubblici e assegnando l'appalto a una ditta amica ma in odore di mafia. Mancano però le prove per un'accusa formale.

Al processo Romaniello la Pisapia esibisce un presunto documento di Antonio Scaglione che ribalterebbe il teorema accusatorio dimostrando che Romaniello si rifiutò di partecipare ai loschi affari della famiglia Mazzocca. Imma sbotta e lo definisce «un pizzino di dubbia provenienza». Il presidente della corte ordina allora una perizia calligrafica da raffrontare al memoriale già agli atti.

Campagna (che è stato assunto alla diga nonostante la fedina penale sporca poiché è amico del direttore) ha visto la Ventura un'altra volta, ma col binocolo e da lontano, dalla finestra del suo ufficio: si trovava sulla sponda ovest della diga, quella dove il direttore non vuole nessuno, e con lei c'era un uomo col quale sembrava avesse confidenza. Secondo i RIS i frammenti di fanalino trovati dinnanzi al cancello secondario appartengono a una Duster, un'auto che Campagna in effetti possiede e che si è scassata in un tamponamento.

Al Sasso Caveoso, Pietro apre ufficialmente il suo locale di musica jazz, chiamato semplicemente “Il locale”, che riscuote un immediato successo di pubblico e critica. Dopo aver fatto i dovuti ringraziamenti ai suoi famigliari, in particolare verso Imma, Pietro chiude in bellezza presentando come ospite Chiara Civello, che si esibisce con “Perdiamoci”.

Giovanni si fidanza con Bea e Gabriele inizia a flirtare con Valentina, anche se la ragazza ha ancora in mente Samuel. Una sera quest'ultimo giunge a sorpresa a Matera e, dopo essere stato sgarbatamente mandato via da Gabriele gli sferra un pugno. Valentina gli chiede spiegazioni e Samuel risponde di essere tornato per lei.

Ippazio scopre dal vicino di Marta e Guglielmo che i due litigavano spesso e che Genna guidava una Duster che però appartiene a sua sorella. Genna conferma questo dato e aggiunge di avere un tic per cui quando è nervoso arrotola dei pezzettini di carta, poi consegna la propria pistola per farla analizzare dai RIS. Gelsomina rivela a Diana di aver sospettato che Guglielmo mettesse le mani addosso a Marta, ma si rifiuta di parlarne. Diana dice a Imma di aver intuito capito che Gelsomina viene maltrattata dal fidanzato Stefano, che lavora come guardia giurata al centro di geodesia. Per Gelsomina comunque Guglielmo non centra nulla con l'omicidio di Marta, ma svela che spesso era molto violento con lei, tanto che Marta stava cercando un appartamento per vivere da sola, e si confidò con l'amica perché forse aveva intuito che si trovavano nella stessa situazione. Probabilmente il tentato scippo ai danni della Ventura nascondeva la violenza del marito.

Alla successiva udienza Imma dichiara che il documento mostrato dalla Pisapia è un falso e, grazie all'aiuto di Jessica, consegna al perito grafologico il tema per l'esame di terza media che Scaglione sostenne due anni prima in una scuola serale, a 60 anni. La preside della scuola ha confermato che è stato Scaglione a scrivere quel testo, e il perito dichiara che in effetti la calligrafia corrisponde a quella del memoriale di Scaglione. Romaniello protesta e viene condotto fuori dall'aula, ma prima lancia una minaccia non troppo velata a Imma.

Samuel spiega a Valentina che in Piemonte, oltre alla scuola, gli facevano fare anche l'aiuto cuoco. A volte non andava neppure a dormire con la scusa che prima o poi l'avrebbero assunto, ma ha resistito perché sapeva che sarebbe tornato a Matera per chiederle scusa per non essere riuscito a mantenere un amore a distanza. Si scusa per aver fatto il cretino l'altra sera, ma ora che si trova di fronte a lei si sente ripagato di tutto.

Imma apre un confronto tra Gelsomina, che dice di aver lasciato Stefano, e Guglielmo. La prima sostiene che Marta non le aveva parlato di uno scippo, ma di aver litigato col marito perché le dava della bugiarda e le aveva detto di aver fatto l'errore più grande della sua vita a sposarla; lei non voleva litigare, ma lui le strinse un polso fino a renderlo tumefatto e poi le chiede scusa in lacrime, ma lei decise di denunciarlo nonostante lui l'avesse pregata di non farlo. Guglielmo giura di non aver ucciso Marta, ma Imma interrompe il confronto e iscrive Genna nel registro degli indagati perché è stato riconosciuto mentre accompagnava la moglie alla diga; ci sono inoltre i frammenti di fanalino della Duster nel punto in cui la rete di recinzione è stata divelta, probabilmente quelli della Duster di sua sorella, oltre al fatto che sul tetto è stato trovato un rotolino di carta col tracce di DNA che coincide con quello di Genna.

Appena Gelsomina se ne va Imma ordina a Ippazio di seguirla. Diana le chiede perché, e Imma spiega che la prima volta che l'hanno sentita lei aveva detto che non sapeva niente dello scippo, mentre ora sembra «un'attrice shakespeariana». Gelsomina infatti ha mentito: lei e Stefano stanno ancora insieme, e ha finto di condividere il destino di Marta per convincerli che Guglielmo fosse l'assassino. La gioielleria dove Ippazio ha visto entrare Gelsomina e Stefano appartiene alla zia della donna, e spesso i gioiellieri sono armati: ecco dove Gelsomina ha preso la pistola con cui ha ucciso la collega.

Imma, Ippazio e Laura raggiungono il centro dove, dopo la morte della collega, Gelsomina ha ottenuto il ruolo dirigenziale in quanto era seconda al concorso. Per la donna fu facile ottenere uno dei rotolini cui Guglielmo sfoga il suo nervosismo e metterlo sul tetto le ha garantito la possibilità di accusarlo dell'omicidio Marta. La Lorusso dice di non essere invidiosa, ma quel posto era suo: lo puntava da 5 anni, se lo meritava, ma poi Marta si innamorò di Guglielmo e decise di lasciare una prestigiosa mansione nella tedesca Darmstadt per una più modesta a Matera. Nel loro campo il nome di Marta era importante, e il posto le è stato praticamente assegnato non appena ha presentato la domanda: Gelsomina decise allora di fare come Marta, e se non poteva esser geniale come lei poteva almeno copiarne la determinazione, perciò decise che sarebbe diventata sua amica e avrebbe aspettato la sua occasione. La Duster era parcheggiata come sempre davanti a casa sua, ma stavolta notò che aveva un fanalino rotto e le venne l'idea per perfezionare il piano: prese i pezzi di fanalino e li mise davanti al recinto, poi entrò e uccise Marta, che stava fumando sul tetto, e fece cadere un rotolino di carta usato da Guglielmo. Gelsomina dice che voleva solo «una vita normale», e che adesso «la vita è un tale terno al lotto che solo i geni se la possono permettere, come Marta, geniale e realizzata». Prima di essere arrestata, Gelsomina dice a Imma di tenersi stretta la sua vita normale perché se l'è meritata.

Imma incrimina Genna per violenza privata e fa combinare avvisi di garanzia «per tutta la banda della diga di Montegerardo» per falso ideologico e corruzione. Imma nota che Ippazio ha addosso il profumo di Laura, cosa che ha portato Jessica a creder di essere stata tradita da lui; Ippazio però risponde che avendo il torcicollo si è fatto semplicemente prestare la scarpa della Bartolini e se ne va stizzito. Valentina e Samuel tornano insieme. Un'altra serata al locale jazz di conclude molto bene, ma nella notte Pietro riceve una notizia tremenda: qualcuno ha incendiato il suo locale. A Imma torna in mente l'avvertimento di Lombardi: «quelli di Romaniello sanno tutto e non si fanno scrupoli».

Un mondo migliore di questo

Imma indaga su un furto in casa di Gina, la migliore amica di sua suocera. Christian, l'anziano portinaio filippino, è morto di paura con un infarto secco a causa di una grave malformazione cardiaca di cui era all'oscuro, mentre dalla cassaforte sono spariti tutti i gioielli della famiglia Lopriore. Gina accusa la cameriera lituana Ilona, che lavora per la madre di Pietro e che quest'ultima ha prestato all'amica, di aver duplicato le sue chiavi di casa aspettando che questa fosse vuota. Imma crede nell'innocenza di Ilona, e trova strano che i ladri non abbiamo rubato anche il portatile e i soldi nel portafoglio.

Le indagini della D'Antonio sull'attentato al locale di Pietro vanno avanti, ma intanto Vitali decide che la famiglia di Imma debba essere cautelativamente messa sotto protezione da una pattuglia di carabinieri. La D'Antonio interroga i due maghrebini autori dell'incendio e li mette in stato di fermo. Pietro, disilluso, chiede al responsabile del personale della Regione di bloccare la sua domanda di aspettativa «perché dai sogni ci si sveglia». La D'Antonio è costretta a rilasciare i maghrebini perché Pietro non se la sente di denunciarli.

Prima di avvertire i RIS, Ippazio mostra a Imma e Laura i gioielli della vedova Lopriore che un metronotte ha rivenuto davanti al palazzetto dello sport, probabilmente lasciati lì di proposito, insieme ai quali c'è un biglietto con scritto «Il sol dell'avvenire è ormai tramontato. Mala tempora currunt».

L'artigiano Ulisse De Lillo viene trovato morto nel suo laboratorio con la testa fracassata. In passato De Lillo militò nell'“Olimpia Basket” di Matera, ma dopo un folgorante inizio la sua carriera venne compromessa dalla rottura del legamento crociato di un ginocchio provocandogli una leggera zoppìa, il che gli ha impedito di scappare dall'aggressione. Pasquale Casertano, amico e collega di Ulisse, spiega a Imma e Ippazio che all'uomo piaceva raccontare una storia all'origine del carro della Madonna della Bruna: quella del conte Giovan Carlo Tramontano, che promise ai materani un carro nuovo ogni anno per la festa della Bruna, ma dato che non lo fece i cittadini assaltarono il carro originario e lo sconquassarono per ricordargli che le promesse le doveva mantenere. Casertano ha ceduto l'attività a De Lillo dopo essere andato in pensione, ma pur essendo un bravo artigiano gli affari non andavano bene perché era troppo idealista. Qualche giorno dopo aver discusso con l'amico per degli arretrati, Ulisse è venuto a trovarlo promettendogli che avrebbe saldato il debito, e lui le promesse le manteneva. Ripensando al fatto che il palazzetto dove è stata trovata la refurtiva è lo stesso dove gioca l'“Olimpia Basket”, Imma inizia a credere che i due casi potrebbero essere collegati.

Samuel, temendo che gli sforzi fatti da lui e da don Mariano per contrastare Saverio Romaniello e i suoi complici siano resi inutili, decide di compiere un atto molto pericoloso: il ragazzo segue di nascosto Giulio Bruno e col telefonino registra da lontano una conversazione tra l'architetto e il boss Mazzocca, ma alcuni uomini di vedetta si accorgono della sua presenza e Samuel è costretto a fuggire. Grazie alla registrazione Bruno viene arrestato e dalle prime analisi del labiale la posizione di Romaniello si aggrava, ma a causa dell'enorme pericolo che corre Samuel deve essere sottoposto a un programma di protezione testimoni. Valentina è sconvolta dalla situazione e Gabriele, dopo averle detto che Samuel ha compiuto un atto di estremo coraggio, per tirarle su il morale la porta a fare un giro in macchina. Intanto Diana, ormai divorziata da Giuseppe, inizia a frequentare Emanuele Pentasuglia, diventato da qualche tempo istruttore di yoga.

Imma chiede a Franco, figlio di Gina e proprietario di un salottificio, se sa se hanno preso qualcos'altro a casa di sua madre, e se il fatto che la refurtiva sia stata lasciata davanti al palazzetto dello sport gli suggerisca qualcosa, ma lui risponde che non ne sa nulla.

Romaniello è arrabbiato con la Pisapia per come stanno andando le cose al processo e le intima di fermare la Tataranni con ogni mezzo. L'uomo cerca anche di impietosire l'avvocato dicendole che dopo un anno che non la vede deve stare accanto a sua figlia Isabella, che ha undici anni ed è down, e la cui madre (che l'ha concepita con Romaniello in una “relazione” durata una notte) è stata da lui profumatamente pagata per sparire. La successiva seduta viene sospesa dalla decisione della Pisapia di dimettersi dal suo mandato per manifeste divergenze col suo cliente.

Taccardi trova in prossimità della ferita sulla testa di De Lillo un frammento di malachite, un minerale usato in gioielleria e oggettistica preziosa. Le telecamere del palazzetto dello sport hanno ripreso Jonas Luksas, un lituano con precedenti di reati verso il patrimonio e sfruttamento della prostituzione; egli è inoltre un ex giocatore di pallacanestro che ha giocato per tre anni con De Lillo nell'“Olimpia Basket”, ed è stato anche il protettore di Ilona. Luksas però non intende rilasciare dichiarazioni e Imma dispone il fermo. Ilona ammette di aver incontrato Luksas qualche settimana prima e che lui le aveva chiesto di uscire giurandole di aver chiuso col passato, ed è certa che sia stato lui ad aver duplicato le chiavi. Imma è convinta che Jonas sia stato pagato da qualcuno per cui tutto quel teatrino doveva avere un senso.

Le visioni di Luigi Lombardi peggiorano sempre di più, fino a che immagina di dialogare con Donata, che lo accusa di aver tradito i suoi ideali e di essersi prestato alle peggiori schifezze. L'uomo le risponde che non voleva entrare nell'affare dei rifiuti tossici e che dopo la morte di Donata ha pensato che la sua vita fosse finita, che nulla avesse più senso e non ha trovato la forza di liberarsi dal male. Per Lombardi questo peso sulla coscienza è ormai troppo grande da sopportare, e si toglie la vita ingerendo un veleno per topi nello stesso posto dove è morta Donata, a Pisticci.

Franco ammette che suo padre ha sponsorizzato per anni l'“Olimpia Basket” e che lui ha giocato con De Lillo per tre anni, prima di fermarsi perché non è mai stato forte come Ulisse. Gina però dice che nel 1994 il figlio ha ricevuto una coppa perché grazie a lui hanno vinto le finali segnando 20 punti, un exploit in una carriera trascurabile. Franco non ha idea del perché Ulisse sia stato ucciso, ma dice che «era destinato a soffrire perché voleva che tutti quanti vivessero alle sue condizioni morali». Dichiara inoltre di aver incontrato Luksas solo una volta, quando la “Olimpia” lo comprò come straniero e suo padre lo presentò alla stampa. Una foto della finale mostra Lopriore mentre innalza una coppa di malachite che Taccardi giudica compatibile con la ferita di De Lillo, viene ordinata una perizia calligrafica sul biglietto trovato con la refurtiva.

Luksas viene nuovamente interrogato e ammette che la sua carriera non ha decollato, e che quando la Lituania non era ancora parte dell'Unione Europea necessitava di un permesso di soggiorno per restare in Italia: in questo è stato aiutato da De Lillo grazie alle sue conoscenze nei sindacati. È stato Ulisse a chiedergli di compiere la rapina e lasciare i gioielli davanti al palazzetto dello sport, ma ha tenuto la coppa vinta da Franco perché era l'esca con cui poteva attirarlo nella trappola, ed è anche l'autore del biglietto.

Franco, oltre a giocare a pallacanestro con Ulisse, aveva fondato con lui un giornale comunista chiamato “Il sol dell'avvenire”, schierato dalla parte degli ultimi. Lopriore era figlio di un piccolo imprenditore che stava facendo il grande salto ma che non voleva che il figlio frequentasse un noto rivoluzionario, così i due amici pian piano si allontanarono. Un anno fa il padre di Franco morì e lui ereditò un piccolo impero; Ulisse vide l'opportunità di realizzare il suo grande sogno, ovvero un progetto industriale basato sul concetto che gli utili debbano essere reinvestiti equamente nella comunità. Lopriore era stato ricattato da De Lillo con la coppa di vinta nel 1994 fatta rubare da Luksas, oltre a delle carte dove Franco ha registrato il vero volume dei suoi affari: lo sfruttamento di operai senza permesso di soggiorno. Quando Franco raggiunse Ulisse quest'ultimo dichiarò che gli avrebbe restituito i documenti per pagare i debiti che aveva accumulato, in cambio del suo silenzio: non gliene fregava più niente dei principi portati avanti per decenni. Franco ci rimase molto male per questo e lo uccise.

In carcere Giulio Bruno, dopo aver ricevuto velate minacce da Romaniello, decide di collaborare con la giustizia e chiede di parlare con la Tataranni. Pietro esce per fare la spesa e vede la moglie, che gli aveva detto di essere rimasta in Procura, andarsene in macchina con Calogiuri, così li segue e li vede entrare nella casa di lui, fraintendendo la situazione. Poco dopo Imma e Ippazio vengono infatti raggiunti da due agenti della Direzione Investigativa Antimafia che scortano Bruno, incappucciato.

Note

  1. ^ Imma Tataranni: è solo un "arrivederci", su Rai News, 9 novembre 2021. URL consultato il 9 novembre 2021.
  2. ^ Nuova stagione su Rai1 per "Imma Tataranni – Sostituto procuratore", su Rai Ufficio Stampa, 25 ottobre 2021. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  3. ^ Doppio appuntamento finale con "Imma Tataranni – Sostituto Procuratore", su Rai Ufficio Stampa, 8 novembre 2021. URL consultato il 9 novembre 2021.
  4. ^ Fabio Fabbretti, Ascolti TV | Martedì 26 ottobre 2021. Boom per Imma Tataranni (5,2 mln – 24.7%), Canale 5 all’8.8% con Aquaman, Il Collegio (8.5%) batte Le Iene (7.7%), Game of Talents al 2.1%, su davidemaggio.it, 27 ottobre 2021. URL consultato il 27 ottobre 2021.
  5. ^ Mattia Buonocore, Ascolti TV | Martedì 2 Novembre 2021. Imma Tataranni (23.2%) batte la Juventus (18%). In calo Il Collegio (6.7%). Floris 4.8% vs Berlinguer 4.2%, su davidemaggio.it, 3 novembre 2021. URL consultato il 3 novembre 2021.
  6. ^ Mattia Buonocore, Ascolti TV | Lunedi 8 Novembre 2021. Imma Tataranni vince superando i 5 mln (24.1%), cresce il GF Vip (3,2 mln – 21.3%), su davidemaggio.it, 9 novembre 2021. URL consultato il 9 novembre 2021.
  7. ^ Mattia Buonocore, Ascolti TV | Martedì 9 Novembre 2021. Imma Tataranni senza rivali (24.4%), Quo Vado 11.1%. Il Collegio 7.6%, Le Iene si rianimano (8.5%), su davidemaggio.it, 10 novembre 2021. URL consultato il 10 novembre 2021.

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Informazione

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