Emanuele Filiberto di Savoia | |
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Emanuele Filiberto di Savoia nel 2009 | |
Principe di Piemonte (contestato)[1] | |
Nome completo | Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria di Savoia |
Trattamento | Sua Altezza Reale (contestato) |
Nascita | Ginevra, 22 giugno 1972 |
Dinastia | Savoia |
Padre | Vittorio Emanuele di Savoia |
Madre | Marina Doria |
Coniuge | Clotilde Courau |
Figli | Vittoria di Savoia Luisa di Savoia |
Religione | Cattolica |
Emanuele Filiberto di Savoia (Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria; Ginevra, 22 giugno 1972) è un personaggio televisivo italo-svizzero.
Membro di Casa Savoia, Emanuele Filiberto è figlio di Vittorio Emanuele e di Marina Doria e nipote dell'ultimo re d'Italia, Umberto II di Savoia. La sua posizione nella linea di successione di Casa Savoia, comunque non riconosciuta dalla Repubblica Italiana, è al centro della questione dinastica, emersa in seguito al matrimonio dei genitori.
Nato e vissuto in Svizzera a causa del regime di esilio previsto dalla Costituzione repubblicana per i discendenti maschi degli ex re d'Italia, Emanuele Filiberto ha fatto il suo primo ingresso in Italia soltanto alla fine del 2002, dopo la cessazione degli effetti delle disposizioni sull'esilio[2]. Vive con la moglie, l'attrice francese Clotilde Courau, e le loro due figlie a Monte Carlo, nel principato di Monaco[3].
Emanuele Filiberto è l'unico figlio di Vittorio Emanuele di Savoia. La sua nascita, avvenuta a Ginevra dove il padre viveva in esilio, fu l'occasione per una certa ricomposizione dei dissidi familiari sorti dalla decennale opposizione di Umberto II al matrimonio, celebrato infine senza che ne fosse avvertito, del figlio Vittorio Emanuele con Marina Doria.
In effetti Umberto II partecipò al battesimo del nipote. Ciononostante, a quest'ultimo non fu dato come primo nome quello portato dal nonno, nome che dall'unità d'Italia si alternava di generazione in generazione a quello di Vittorio Emanuele. Né, parimenti, Umberto II concesse al nipote il titolo di principe di Piemonte, che lui stesso aveva portato fino all'assunzione della Corona e che, come i nomi, si alternava a quello di principe di Napoli. Questi fatti evidenziano, secondo alcuni, il tentativo di Umberto II di riconciliarsi con la famiglia, senza tuttavia considerare la nascita di Emanuele Filiberto come significativa da un punto di vista dinastico. Emanuele Filiberto porta comunque il nome di Umberto come terzo nome, seguito dai nomi Ciro e Reza, in omaggio all'amicizia dei Savoia con lo scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi, il cui figlio è appunto Reza Ciro Pahlavi.
Emanuele Filiberto, dopo il diploma, ha frequentato la Facoltà di Scienze economiche dell'Università di Ginevra[4], senza terminare gli studi. In seguito sembra che abbia soggiornato per un anno in una università privata americana.[senza fonte] Grazie al padre iniziò a svolgere la professione di trader consulente finanziario presso una società privata a Ginevra. All'età di 26 anni ha lanciato il fondo d'investimento Altin, quotato alla Borsa di Zurigo[4].
Le disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica Italiana ne vietavano l'entrata sul suolo italiano, in quanto discendente maschio di Casa Savoia. Con la legge costituzionale del 23 ottobre 2002, entrata in vigore il 10 novembre del medesimo anno, si esaurirono gli effetti del primo e secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione[5], consentendo ai discendenti maschi di Casa Savoia di entrare e soggiornare in Italia, e perciò risiedervi su loro scelta, e in generale ai membri e ai discendenti di Casa Savoia il diritto di elettorato passivo e attivo, nonché la possibilità di ricoprire uffici pubblici.
Il 25 settembre 2003 a Roma, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, già luogo del matrimonio del bisnonno paterno, Emanuele Filiberto ha sposato l'attrice francese Clotilde Courau, dalla quale ha avuto due figlie, nate entrambe a Ginevra[6][7]:
La famiglia Savoia-Courau vive a Monte Carlo, nel principato di Monaco[3]. Vive saltuariamente anche a Umbertide, in provincia di Perugia.
Emanuele Filiberto ha rivelato di aver avuto problemi di tossicodipendenza in giovane età[8].
Tra il 2011 e il 2019 ha subito tre operazioni chirurgiche per l'asportazione di un tumore ai seni paranasali[9].
Nel 1995-96 è stato ospite fisso (in collegamento esterno, poiché ancora in esilio) alla trasmissione sportiva Quelli che il calcio.
Nel 2002 ha preso parte ad uno spot pubblicitario della Saclà[10].
Nel 2008 è membro della giuria nel talent show Il ballo delle debuttanti su Canale 5. Nel 2009 partecipa come concorrente alla quinta edizione del talent show di Rai Uno Ballando con le stelle, in coppia con la maestra di ballo Natalia Titova, e il 21 marzo se ne aggiudica la vittoria con il 75% dei voti.
Nel 2010 conduce con Pupo, Georgia Luzi e Valeria Marini il talent show I Raccomandati e presenta il varietà Ciak... si canta!, sempre con Pupo, entrambi su Rai 1. Partecipa al Festival di Sanremo 2010 insieme con Pupo e col tenore Luca Canonici con la canzone Italia amore mio, con testo di Emanuele Filiberto, musicato dal cantautore toscano. Il trio viene fischiato dalla platea del teatro Ariston e la canzone è la prima eliminata dalla gara. Nella puntata del 17 febbraio la canzone viene ripescata dal televoto popolare e riesce ad accedere alla finale del 20 febbraio, classificandosi in seconda posizione. Nell'estate conduce il programma di Rai 2 Ricchi di energia con Debora Salvalaggio e, più tardi, affianca Milly Carlucci nella conduzione del concorso di bellezza Miss Italia, su Rai 1.
Nel 2011 partecipa come concorrente (non in gara) all'ottava edizione del reality show di Rai 2 L'isola dei famosi. Nello stesso anno interpreta sé stesso nel film Vacanze di Natale a Cortina, con Christian De Sica e Sabrina Ferilli[11]. Nel 2012 partecipa al cortometraggio con Tony Sperandeo e Tania Bambaci, Lo sposalizio - Matrimonio siciliano dove interpreta il ruolo di Tony.
A partire dal 31 gennaio 2012 è protagonista del reality show su Cielo, ideato da lui Il principiante - Il lavoro nobilita[12]. Da settembre dello stesso anno è il conduttore della prima edizione di Pechino Express, reality show in onda su Rai 2[13].
Nel 2013 partecipa come concorrente a Un air de star (versione francese di Tale e quale show), in onda su M6. Nel dicembre dello stesso anno torna su Rai 1 come inviato in Congo assieme a Paola Barale per il docu-reality Mission. Nel 2015 prende parte come concorrente alla terza edizione del talent show Notti sul ghiaccio, condotto dall'amica Milly Carlucci su Rai 1.
Nel 2019 ha partecipato come concorrente ad Amici Celebrities, in onda su Canale 5, venendo eliminato dopo la semifinale.
Nel 2021 ha fatto parte della giuria del serale durante la ventesima edizione di Amici di Maria De Filippi, insieme a Stefano De Martino e Stash Fiordispino.
Emanuele Filiberto ha creato la "Fondazione Emanuele Filiberto Charity Fund" e la "Fondazione Principe di Venezia", nata nel 2001. Si occupa inoltre del "Premio Principe di Venezia"[4].
Nel luglio 2009 ha dato il suo contributo alle cerimonie per il 150º anniversario dell'unità d'Italia inaugurando a Cortina d'Ampezzo la mostra "Casa Savoia, storia di una Famiglia italiana"[14], promossa dalla Prince of Venice Foundation. Nella mostra sono presenti circa 150 oggetti appartenuti ai re e alle regine d'Italia. L'evento è stato patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali e dalla Regione Veneto[15].
Emanuele Filiberto ha stigmatizzato gli attacchi della Lega Nord all'unità d'Italia[16][17], lanciando un suo progetto per le celebrazioni del 2011[18][19][20].
Nel 2019 la Fondazione Italia USA gli ha conferito alla Camera dei deputati il Premio America[21].
Nel 2005 ha fondato il movimento d'opinione Valori e Futuro[22].
Alle elezioni politiche italiane del 2008 si candida alla Camera dei deputati con la lista "Valori e Futuro con Emanuele Filiberto"[23], presentandosi solo per la circoscrizione estera "Europa". Tra i collaboratori del progetto politico di Emanuele Filiberto vi erano anche:
Con soltanto lo 0,4%, "Valori e Futuro con Emanuele Filiberto" si è classificato come il peggior risultato della circoscrizione estera "Europa", l'unica nella quale si era presentato, diventandone l'ultimo partito in assoluto in ordine di preferenze[28].
Il 28 aprile 2009 Emanuele Filiberto ha presentato la sua candidatura per le elezioni europee del 2009 nelle file dell'Unione di Centro[29]. Il suo nome figurava terzo in lista dopo quelli di Magdi Allam e Luca Volontè. Anche questa volta, però, Emanuele Filiberto, pur raccogliendo circa ventiduemila preferenze[30], non è stato eletto[31].
Nel luglio del 2020 fonda un movimento politico Realtà Italia[32][33].
Nel 2016 ha aperto un'attività di ristorazione ambulante a Los Angeles con un food truck di colore azzurro intitolato "Prince of Venice Food Truck", assieme allo chef Mirko Paderno[3][34][35].
Due anni dopo si attiva insieme⁰ alla sua famiglia per devolvere fondi degli ordini dinastici e di Casa Savoia per la creazione di un poliambulatorio nel quartiere di Rivarolo di Genova per risolvere la situazione di disagio causata dal crollo del Viadotto Polcevera[36].
In concomitanza con l'arresto di suo padre, Vittorio Emanuele, avvenuto in seguito allo scandalo di Campione d'Italia, Emanuele Filiberto è stato indagato per pirateria informatica ai danni di un sito sgradito ai Savoia. È stato però prosciolto da ogni accusa e l'inchiesta archiviata su richiesta dello stesso pm Woodcock. A seguito di tali fatti vi è stato un duro scambio di accuse tra Emanuele Filiberto e Maria Gabriella, sorella del padre Vittorio Emanuele. Nel 2015 Vittorio Emanuele verrà risarcito della somma di €40.000 da parte dello Stato Italiano a causa dei danni di immagine causati dal processo e dagli arresti, che si riveleranno infondati.
Il 20 novembre 2007 viene rivelato dalla trasmissione Ballarò che Emanuele Filiberto e il padre Vittorio Emanuele 20 giorni prima, tramite i propri legali, hanno richiesto il risarcimento dei danni morali in seguito all'esilio per un valore complessivo di 260 milioni di euro oltre alla restituzione dei beni confiscati alla famiglia Savoia dallo Stato quando nacque la Repubblica Italiana. Il segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, ha replicato che il governo non solo non riteneva di dover pagare nulla ai Savoia, ma che pensava di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità legate alle note vicende storiche.
Emanuele Filiberto di Savoia, insieme al titolo di principe di Venezia[37], usa il titolo di principe di Piemonte. Entrambi i titoli non hanno valore legale per lo Stato italiano.
I sostenitori di Emanuele Filiberto affermano che il primo titolo gli sia stato concesso oralmente da Umberto II in occasione del battesimo[38]. Dall'elenco delle concessioni nobiliari fatte da Umberto II, però, non risulta che il re abbia mai conferito il titolo di principe di Venezia[39], anche se tale titolo è riportato, senza fonti, dall'Almanacco del Gotha nella seconda serie del volume I (anni 1998, 1999, 2000, 2003, 2004 e 2012).
L'almanacco di Gotha, tuttavia, in diversi casi è stato al centro di polemiche a causa dell'attribuzione di titoli dinastici o nobiliari a persone che, a detta degli esperti, non ne avevano il diritto[40][41]. Anche il Corpo della Nobiltà Italiana, associazione privata che, in taluni suoi comunicati[42][43], indica il titolo di principe di Venezia in capo ad Emanuele Filiberto, ufficialmente non si occupa delle pretese dinastiche dell'uno o dell'altro pretendente. Inoltre non si conosce l'esistenza di alcun documento scritto e firmato da Umberto II relativo alla concessione del titolo di principe di Venezia.
Circa il titolo di principe di Piemonte, gli è stato conferito dal padre, Vittorio Emanuele, con Reale decreto del 1984[44], nel quale si rammenta anche il titolo di "principe di Venezia" che gli sarebbe stato concesso dal nonno Umberto II. Bisogna tener presente che Emanuele Filiberto, negli annuari della Consulta dei Senatori del Regno, dei quali l'ultimo a stampa è del 1998, non è mai apparso come principe di Piemonte[45]. Anche l'Annuario della nobiltà italiana, alla voce Real Casa di Savoia, non indica in capo ad Emanuele Filiberto alcun titolo nobiliare o dinastico.
Se, da un lato, la Repubblica Italiana non riconosce valore giuridico ai titoli nobiliari italiani, è dubbio che anche durante la monarchia Emanuele Filiberto avrebbe potuto fregiarsi di qualsiasi titolo. Il matrimonio contratto da suo padre senza l'autorizzazione di Umberto II (in violazione dell'art. 92 del vigente Codice civile del 1942 sulla validità dei matrimoni reali, articolo implicitamente abrogato dalla Costituzione repubblicana)[46], infatti, lo priverebbe di qualsiasi diritto dinastico e il suo status sarebbe, conseguentemente, quello di un membro di Casa Savoia privo però dei diritti di successione, come accade nel caso dei figli illegittimi ma riconosciuti.
Qualora risultasse realmente concesso e registrato, il suo solo titolo sarebbe quello di principe di Venezia. Il trattamento di altezza reale, giuridicamente riservato ai soli principi reali, ed, eccezionalmente, ad altri principi del sangue[47], non gli sarebbe riconosciuto.
Nel suo sito, Emanuele Filiberto si riferisce a se stesso con il titolo di "altezza reale"[48].
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Vittorio Emanuele III di Savoia | Umberto I di Savoia | ||||||||||||
Margherita di Savoia | |||||||||||||
Umberto II di Savoia | |||||||||||||
Elena del Montenegro | Nicola I del Montenegro | ||||||||||||
Milena del Montenegro | |||||||||||||
Vittorio Emanuele di Savoia | |||||||||||||
Alberto I del Belgio | Filippo del Belgio | ||||||||||||
Maria di Hohenzollern-Sigmaringen | |||||||||||||
Maria José del Belgio | |||||||||||||
Elisabetta di Baviera | Carlo Teodoro in Baviera | ||||||||||||
Maria José di Braganza | |||||||||||||
Emanuele Filiberto di Savoia | |||||||||||||
Giuseppe Silvio Uberto Ricolfi Doria | Francesco Adriano Ricolfi Doria | ||||||||||||
Evelina de Claparède | |||||||||||||
René Italo Ricolfi Doria | |||||||||||||
Vittorina Pianzola | Luigi Pianzola | ||||||||||||
Adelaide Vidoni | |||||||||||||
Marina Ricolfi Doria | |||||||||||||
Eugenio Benvenuti | Augusto Benvenuti | ||||||||||||
Marina Preziosi | |||||||||||||
Iris Amalia Benvenuti | |||||||||||||
Anna Ferrari | Antonio Ferrari | ||||||||||||
Luisa Galli | |||||||||||||
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Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata |
«onorificenza conferitagli dal padre, Vittorio Emanuele di Savoia.» |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
«...» |
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Cavaliere dell'Ordine al Merito Civile di Savoia |
«onorificenza conferitagli dal padre, Vittorio Emanuele di Savoia.» |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito di Savoia |
«onorificenza conferitagli dal padre, Vittorio Emanuele di Savoia.» |
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Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta |
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Balì Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio |
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Cavaliere dell'Ordine dei Petrović-Njegoš |
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Cavaliere dell'Ordine di San Pietro di Cettigne |
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Grand'Ufficiale dell'Ordine di San Carlo |
— 1º marzo 2003[49] |
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Collare dell'Ordine Reale del Tamburo |
«Regio decreto da re Kigeli V del Ruanda.» — [50] |
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Kentucky Colonel |
L'Ordine Supremo della Santissima Annunziata non è riconosciuto dallo Stato italiano, mentre l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge. II titolo di Cavaliere d'onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta è automaticamente riconosciuto dalla Repubblica Italiana; quello di Balì Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio può essere autorizzato con Decreto del Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana, a richiesta dell'interessato.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 37137372 · ISNI (EN) 0000 0001 1457 9306 · LCCN (EN) n2004031612 · GND (DE) 13990476X · BNF (FR) cb14448171z (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n2004031612 |
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