Daniela Garnero Santanchè | |
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Daniela Santanchè nel 2022 | |
Ministro del turismo | |
In carica | |
Inizio mandato | 22 ottobre 2022 |
Capo del governo | Giorgia Meloni |
Predecessore | Massimo Garavaglia |
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'attuazione del programma di governo | |
Durata mandato | 4 marzo 2010 – 16 novembre 2011 |
Capo del governo | Silvio Berlusconi |
Predecessore | Giovanni Dell'Elce |
Senatrice della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 23 marzo 2018 |
Legislatura | XVIII, XIX |
Gruppo parlamentare | Fratelli d'Italia |
Coalizione | XVIII: Centro-destra 2018 XIX: Centro-destra 2022 |
Circoscrizione | Lombardia |
Collegio | XVIII: 17 (Cremona) XIX: 11 (Cremona) |
Incarichi parlamentari | |
XVIII legislatura:
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Sito istituzionale | |
Deputata della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 30 maggio 2001 – 27 aprile 2008 |
Durata mandato | 15 marzo 2013 – 22 marzo 2018 |
Legislatura | XIV, XV, XVII |
Gruppo parlamentare | XIV: Alleanza Nazionale XV: - Alleanza Nazionale (fino al 13/11/2007) - Misto/La Destra (dal 13/11/2007) XVII: - Forza Italia (fino all'11/12/2017) - Fratelli d'Italia (dall'11/12/2017) |
Coalizione | XIV-XV: Casa delle Libertà XVII: Centro-destra 2013 |
Circoscrizione | Lombardia 3 |
Incarichi parlamentari | |
XIV legislatura:
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Fratelli d'Italia (dal 2017) In precedenza: AN (1995-2007) LD (2007-2008) MpI (2008-2010) PdL (2010-2013) FI (2013-2017) |
Titolo di studio | Laurea in scienze politiche |
Università | Università degli Studi di Torino |
Professione | Imprenditrice |
Daniela Garnero, già coniugata Santanchè, (Cuneo, 7 aprile 1961), è una politica e imprenditrice italiana, dal 22 ottobre 2022 ministro del turismo nel governo Meloni.
È stata deputata della Camera dal 2001 al 2008, eletta nelle liste di Alleanza Nazionale, si è candidata a Premier per la lista La Destra - Fiamma Tricolore nel 2008 non risultando eletta, è stata sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma di governo del governo Berlusconi IV[1] dal 1º marzo 2010 al 16 novembre 2011, ed è infine stata rieletta in Parlamento nel 2013 con Il Popolo della Libertà, aderendo a Forza Italia nel novembre dello stesso anno.[2][3] Nel dicembre 2017 è passata a Fratelli d'Italia.
Figlia di Ottavio Garnero (1931-2012), imprenditore cuneese titolare di un'agenzia di spedizioni (la Unione Corrieri Cuneesi), e di Delfina Chiapello (nata il 23 settembre 1935), ha una sorella maggiore, Fiorella (nata il 9 marzo 1959), ed un fratello minore, Massimo (nato il 12 ottobre 1964). Terminato il liceo, si trasferisce a Torino per frequentare il corso di laurea in scienze politiche.
Laureatasi in scienze politiche all'Università di Torino,[4] nel 1983 fonda una società di marketing. Nel 1990, fonda la Dani Comunicazione Srl, società nel settore delle pubbliche relazioni e organizzazione di eventi. Tra il 1992 e il 1993, partecipa a un corso di formazione imprenditoriale della SDA Bocconi.[5][6]
Daniela Santanché è presidente di "Visibilia Pubblicità", fondata nel 2007[non chiaro], diventata poi "Visibilia Editore" e quotata in Borsa, e concessionaria della raccolta pubblicitaria dei quotidiani Il Giornale e, fino al 2010, di Libero e Il Riformista e anche dell'Ordine di Como (fino al giugno 2012), di alcuni giornali a distribuzione gratuita (Metro D-News e Io Spio)[7][8] e del complesso The Space Cinema (dal 2012 al 2013).[9]
Stringe un accordo con Google assicurandosi i budget della comunicazione on-line delle piccole e medie imprese italiane (PMI).
Vende poi il 40% di "Visibilia Pubblicità" all'ex compagno Canio Mazzaro per 900 000 euro, ricambiando poi il favore nel 2013 con l'acquisizione, tramite la sua "D1 Partecipazioni", del 14,91% della sua Bioera (gruppo di aziende specializzate in prodotti biologici, cosmesi e prodotti alimentari) dalla "First Capital" diventandone presidente del CdA nel 2012.[10][11] Insieme a Mazzaro ha gestito fino al giugno del 2022 "Ki Group SpA", azienda leader nel settore del biologico che è stata acquistata nel 2006 da Bioera [12] e diventata poi "Ki Group srl" e successivamente "Verde Bio", nel cui consiglio di amministrazione sedeva Paolo Cirino Pomicino, ex ministro che le presentò Silvio Berlusconi, oltre a diversi famigliari.[13][14][15] Con Mazzaro, sempre tramite la Bioera, nel 2014 aveva acquistato anche la "Unopiù", azienda di Soriano nel Cimino leader nel settore dell'arredamento di lusso per esterni.[16]
Nel febbraio 2014, "Visibilia Editore", di cui è presidente e di cui possiede il 75,9% mentre Paola Ferrari ha il 5,4% (mentre possiede il 33% della holding principale),[17] ha acquistato le testate Ciak e PC Professionale dalla Mondadori.[18] Attraverso "Dani Comunicazione" è stata in società con Flavio Briatore nella discoteca Billionaire di Porto Cervo, cedendogli sempre nello stesso mese il suo 10% per 400.000 euro. Decide però di rimanere socia del Twiga di Forte dei Marmi sempre con la stessa quota nella "Mammamia Srl".[19] Liquidata la sua "Dani Comunicazione" dopo più di 20 anni, in estate la holding lussemburghese "Laridel Participations" di Briatore le vende il 10% della "Invest srl", con sede ad Arzachena, per 150 000 euro. La "Invest srl" si sta occupando di costruire un residence di lusso in un'area della cittadina sarda che vale 6 milioni di euro.[20]
Nel novembre 2015, ha rilevato dal gruppo "PRS Editore" i settimanali, Novella 2000 e Visto, ai quali era stata vicina, nel 2013, quando erano di proprietà di RCS[21]. Il 26 luglio 2017 ha annunciato la messa in liquidazione di Visibilia Magazine, casa editrice di Novella 2000 e Visto[22].
Dopo la nomina a Ministro del turismo nel Governo Meloni, cede per 2,8 milioni di euro la sua quota del 22% del Twiga per metà alla "Majestas sarl", società lussemburghese controllata da Briatore, e per l'altra metà a "Thor srl" e "Modi srl", due società controllate dall'attuale compagno Dimitri Kunz, che già possedeva il 22% della "Twiga srl",[23][24] della quale è l’amministratore insieme al cognato di Briatore.[25] Al compagno la Santanchè lascia anche la guida di "Visibilia";[26][27] le sue quote verranno poi cedute a Luca Reale Ruffino [28] che nel marzo del 2023 diventerà presidente del CdA di "Visibilia Editore".[29] Tuttavia ad aprile la Santanchè tramite la sua "Immobiliare Dani srl" costituisce la "Ldd Sas", partecipata insieme al compagno Kunz e al figlio Lorenzo Mazzaro, che si occupa della gestione del Twiga e di ripianare i debiti di "Visibilia" grazie al 3,5% del fatturato annuo della "Twiga srl".[30][31][32]
Entra in politica inizialmente come collaboratrice personale di Ignazio La Russa nel 1995, iscrivendosi ad Alleanza Nazionale (AN) di Gianfranco Fini. In quota AN è consulente per la giunta del comune di Milano guidata da Gabriele Albertini, e nel giugno del 1999 viene eletta consigliere provinciale a Milano.[33]
Nel 2000 contatta Antonio Di Pietro manifestando l'intenzione di creare un movimento politico con lui contro le ideologie politiche manifestate dal partito politico di Silvio Berlusconi[34], tuttavia abbandona l'idea quando nel 2001 si candida per la Camera dei deputati nella quota bloccata del proporzionale (circoscrizione Lombardia 3): pur non eletta, ottiene il seggio subentrando alla dimissionaria collega di partito Viviana Beccalossi, che resta assessore regionale.
Dal 2003 al giugno 2004 è assessore comunale di Ragalna, in provincia di Catania, dove si occupa di sport e grandi eventi. Si ricandida alle elezioni amministrative del 2004 come consigliere della provincia di Milano nel collegio di Milano-Centro Storico, ma non è eletta.
Nel 2005 diviene capo dipartimento delle pari opportunità di AN; destano critiche il gesto del dito medio rivolto ad alcuni giovani contestatori della riforma Moratti[35] e la proposta di una porno-tax, un'imposta sul consumo di materiale pornografico. Nello stesso anno è relatrice della Legge finanziaria.
Alle elezioni politiche del 2006 viene ricandidata alla Camera, tra le liste di Alleanza Nazionale nella circoscrizione Lombardia 3 in seconda posizione dietro a Gianfranco Fini, venendo rieletta deputata.[36][37]
Nel gennaio 2007, a seguito di una polemica televisiva con l'imam di Segrate sul velo, le viene assegnata la scorta dalla prefettura di Milano.[38] Nel 2007 Gianfranco Fini la rimuove da responsabile del dipartimento Pari Opportunità del partito, nominando al suo posto Barbara Saltamartini: Santanché entra in rottura con i vertici di AN.[39]
Il 10 novembre 2007, esce da Alleanza Nazionale e aderisce a La Destra di Francesco Storace, divenendone la portavoce del partito[40], e poi, il 10 febbraio 2008, la candidata alla Presidenza del Consiglio in occasione delle imminenti elezioni politiche anticipate dell'alleanza La Destra-Fiamma Tricolore.[41] La rottura avviene perché si dichiara contraria alla «destra sbiadita», preferendo «i colori accesi e una destra chiara».[42]
Alle elezioni del 2008, la lista La Destra-Fiamma Tricolore guidata dalla Santanché (candidata nella circoscrizione Lombardia 3) ottiene il 2,4% alla Camera e il 2,1% al Senato e non elegge nessun parlamentare, non avendo superato gli sbarramenti elettorali del 4% alla Camera e dell'8% al Senato. Aveva dichiarato nel 2007, di voler devolvere in beneficenza il proprio stipendio da parlamentare.[43]
Dopo le elezioni del 2008, si apre una frattura tra Storace, che spinge per una linea critica de La Destra verso il PdL, e Santanché, che invece spinge per un chiaro affiancamento.[44] Già, il 1º giugno 2008, definiva il proprio partito «la destra leale a Berlusconi»,[45] ma la divisione emerge chiaramente in occasione della Conferenza programmatica de La Destra che ha luogo a Orvieto dal 19 al 21 luglio.[46] Dalla conferenza, il partito esce spaccato in attesa del congresso nazionale.[47] Il 22 agosto 2008, presenta una propria mozione alternativa a quella di Storace.[48]
Tuttavia, al Congresso di novembre 2008, non ci arriverà, perché il 27 settembre 2008 si dimette da portavoce de La Destra e con «una cinquantina di dirigenti nazionali, regionali e provinciali» lascia il partito[49] perché, sostiene, «non si può restare confinati in un'area di estremismo extraparlamentare e di vago nostalgismo».[50]
Il 22 novembre 2008, nasce ufficialmente il Movimento per l'Italia (MpI)[51] e viene presentato al pubblico con una convention all'hotel Sheraton di Roma in cui intervengono la stessa Santanché, il coordinatore del PdL Denis Verdini e il giovane vice segretario del movimento, Diego Zarneri. Alle elezioni amministrative del 2009, il Movimento per l'Italia si presenta in poche realtà, ma sempre alleato del centrodestra. Infine, il 24 febbraio 2010, il MpI confluisce definitivamente nel Popolo della Libertà.
Il 1º marzo 2010 è stata nominata dal Consiglio dei Ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma di governo nel governo Berlusconi IV[52][53], nomina che ha suscitato polemiche all'interno del centro-destra.[4] Resta in carica fino al 16 novembre 2011.
Con le dimissioni di Berlusconi, Santanché, non essendo parlamentare e non avendo cariche nel PdL, resta senza incarichi politici e istituzionali.[54]
Con le elezioni politiche del 2013, viene candidata come capolista del Popolo della Libertà nella circoscrizione Lombardia 3 e viene eletta per la terza volta deputato. Il 27 marzo 2013, viene nominata da Silvio Berlusconi responsabile del settore organizzazione del PdL subentrando a Maurizio Lupi.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[2][3]. Il 20 gennaio 2014, il presidente Berlusconi la nomina Responsabile per la raccolta fondi della nuova Forza Italia.
Secondo il sito Openpolis.it, come parlamentare, è al 623º posto su 630 nella classifica per l'indice di produttività (26,71% di presenze e 73,29% di assenze)[55].
Il 16 dicembre 2016 fonda il movimento "Noi Repubblicani - Popolo Sovrano".[56]
Il 3 dicembre 2017 lascia Forza Italia e aderisce a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, partecipando poi al II congresso nazionale del partito a Trieste.[57] In vista delle elezioni politiche del 2018 viene candidata al Senato, scelta dalla coalizione di centro-destra come candidata all’uninominale nel collegio Lombardia - 17 (Cremona), venendo eletta senatrice con il 48,12% dei voti, battendo la candidata del centro-sinistra Valentina Lombardi (23,19%) e quello del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli (22,23%).
Si candida poi alle elezioni europee del 2019 nella Circoscrizione Italia nord-occidentale, ma si piazza in quinta posizione con 7.878 preferenze senza essere eletta.[58]
Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidata al Senato nel collegio uninominale Lombardia - 11 (Cremona), sostenuta dalla coalizione di centro-destra in quota Fratelli d'Italia, oltreché nei collegi plurinominali per Fratelli d'Italia come capolista in Lombardia - 03, Piemonte - 01 e Lazio - 01 e in seconda posizione nel Lombardia - 02 e Toscana - 01[59]. Viene eletta nell'uninominale con il 52,17% dei voti, superando nettamente più del doppio rispetto al principale candidato del centro-sinistra l'economista Carlo Cottarelli (27,37%).[60]
Dopo la vittoria della coalizione di centro-destra alle elezioni, visti i positivi risultati elettorali di Fratelli d'Italia, e il successivo incarico di formare un governo affidato a Giorgia Meloni, il 21 ottobre 2022 Santanchè è stata indicata come Ministro del turismo[61]. Il giorno successivo ha giurato dinanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Ministro del turismo nel governo Meloni.[62]
Nel 2023 il Ministero da lei guidato promuove una campagna pubblicitaria per la promozione del turismo in Italia denominata Open To Meraviglia, gestita dal gruppo Armando Testa, caratterizzata dall'uso della Venere raffigurata da Sandro Botticelli nel dipinto Nascita di Venere, in veste di virtual influencer.[63] La campagna pubblicitaria è stata da più parti fortemente criticata per l'uso della Venere, secondo i critici banalizzata in veste di una turista in minigonna che mangia la pizza e che posa in sella ad una bicicletta.[64] Sono state rivolte inoltre anche altre critiche alla campagna, tra cui l'uso di immagini non girate in Italia e l'utilizzo di traduzioni automatiche per le versioni del sito in lingue straniere.[65][66]
Nel 1982, all'età di 21 anni, sposa Paolo Santanché, chirurgo estetico, ed è impiegata con compiti amministrativi nella società del marito.
Nel 1995 si separa dal marito, di cui mantiene il cognome a seguito di un accordo giudiziale, venendo conosciuta ancora oggi con tale cognome, e si lega sentimentalmente all'ingegnere Canio Giovanni Mazzaro, imprenditore farmaceutico potentino, da cui ha un figlio: Lorenzo (1996). Secondo la stampa, dopo la separazione con Mazzaro, è stata legata all'uomo d'affari Luigi Bisignani.[67]
Dal 2007 al 2016 ha avuto una relazione con il giornalista Alessandro Sallusti, direttore dei quotidiani Libero, L'Ordine di Como e Il Giornale. Il suo attuale compagno, Dimitri Kunz[68], è in società con lei diventando consigliere nel CdA di Visibilia Editore.[69][70][71][72]
Il 20 settembre 2009, a Milano, organizza un sit-in alla cerimonia di chiusura del Ramadan, dove è anche presente un nutrito gruppo di forze dell'ordine in assetto antisommossa; secondo una versione, Daniela Santanché avrebbe tentato di strappare il velo di dosso ad alcune donne, suscitando la reazione dei presenti. L'interessata sostiene invece di aver solo chiesto alla polizia di far rispettare la legge Italiana che prevede il divieto di circolare a volto coperto e di non esser mai entrata in contatto con altre donne. In seguito Santanché dichiarerà di essere stata aggredita e presa a pugni, versione smentita dai presenti; la Santanché si è successivamente recata al pronto soccorso[73], dove i medici le hanno riscontrato contusioni toraciche estese con prognosi di 20 giorni.[74] Secondo altre fonti in realtà non sarebbe mai stata aggredita. In un breve filmato pubblicato da PeaceReporter si vedono i tentativi della Santanché di superare il cordone delle forze dell'ordine, mentre non si nota nessuna aggressione a carico della parlamentare.[75] Il 18 novembre 2013 il pubblico ministero della procura di Milano contesta alla Santanché il reato di manifestazione illecita e chiede la condanna a un mese di arresto e 100 euro di multa. Duemila euro di multa invece sono stati chiesti per una persona accusata di lesioni alla parlamentare.[76] Il 2 dicembre 2013 la Santanché viene condannata a quattro giorni di arresto e 100 euro di ammenda convertiti in 1100 euro di ammenda. Il giudice ha disposto la sospensione condizionale della pena.[77]
Nel settembre del 2013 alla trasmissione La gabbia, durante un dibattito in merito ai procedimenti penali a carico di Silvio Berlusconi, la Santanché dà a Marco Travaglio del sessista, sostenendo di sminuire le donne con i suoi atteggiamenti; poco dopo la Santanché si fa beffa di Travaglio sul piano sessuale, mettendo in dubbio la sua eterosessualità, definendolo quindi omosessuale.[78]
Nell'agosto 2017 i giornali danno conto di un atto di pignoramento immobiliare risalente a febbraio da parte della Banca di Caraglio del Cuneese per un credito non onorato; poco tempo dopo la Santanché avrebbe liquidato "Visibilia Magazine", la società costituita per rilevare «Novella 2000» e «Visto».[79] In realtà, come dichiarato da lei stessa, il pignoramento riguarda un debito di una società della quale è estranea e lei avrebbe rinunciato all'immobile ipotecato che le era giunto in eredità.[80]
Nel luglio 2017 mentre era ospite a L'aria che tira estate su LA7 durante una discussione con Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana ha scatenato numerose polemiche a seguito di una dichiarazione giudicata molto controversa[81]:
«... Io sul comodino ho una bellissima testa del duce in legno, che mi hanno regalato. Ce l’ho, la tengo, non me ne vergogno. Ma non è che con questo inneggio al fascismo»
Dopo questo avvenimento venne accusata di apologia del fascismo numerose volte, anche dallo stesso Palazzotto.
Compare come personaggio nel film Il trasformista (2002) ed è citata in numerosi brani musicali, principalmente di genere rap, come Paradiso italiano (2011) di Marracash, Io non sono partito (2012) di J-Ax, Non c'è due senza trash (2014) di Fedez e Oh fra!!! (2017) di Maruego, citata da Fabri Fibra.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 48977353 · ISNI (EN) 0000 0000 5390 7301 · LCCN (EN) no2006028248 · CONOR.SI (SL) 104767075 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2006028248 |
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