Crisi russo-ucraina

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Crisi russo-ucraina
2022 Russian invasion of Ukraine it.svg
Zone occupate dall'esercito russo e dai separatisti
Data24 febbraio 2014 - in corso
LuogoUcraina
CausaOccupazione russa della Crimea
Esito
Modifiche territoriali
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Russia Forze armate russe in Ucraina: 150.000[5]
Forze russe in Crimea:
25.000–30.000 (2014)
Naval Ensign of Russia.svg Flotta del Mar Nero:
11.000 uomini
più di 30 navi da guerra (inclusi sottomarini)
4 squadroni su portaerei (18 aeroplani ciascuno)
Rinforzi: 16.000 (marzo 2014)–42.000
Nel Donbass: 4.000–5.000 (stime inglesi, agosto 2014)
7.500 (stime ucraine, novembre 2014)
9.000 (stime ucraine, giugno 2015)
12.000 (stime statunitensi, novembre 2015)
Ensign of the Ukrainian Armed Forces.svg Forze Armate Ucraine
232.000 uomini
Perdite
5.666 morti4.431 morti
9.500–10.500 feriti
70 dispersi
2.768 catturati
15.000 disertori
più di 300 carri armati
3.350 civili morti
29.000–31.000 civili feriti
Voci di crisi presenti su Wikipedia

La crisi russo-ucraina è uno scontro diplomatico-militare[6] in atto tra Russia ed Ucraina, iniziato nel febbraio del 2014. Si incentra sullo status della Crimea, della regione del Donbass e sulla possibile adesione dell'Ucraina alla NATO.

Vladimir Putin, presidente della Russia
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj visita i soldati nel Donbass

Eventi principali

A seguito delle proteste "Euromaidan" e della successiva rimozione del presidente ucraino Viktor Janukovyč (avvenuta il 22 febbraio 2014), a partire dal 28 febbraio iniziarono a giungere in Crimea gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti "omini verdi") che presero il controllo di una serie di posizioni strategiche ed infrastrutture in Crimea. Il 1º marzo 2014, il Consiglio della Federazione Russa decise di adottare all'unanimità una risoluzione sull'uso delle forze armate della Federazione Russa sul territorio dell'Ucraina.[7] La risoluzione venne adottata alcuni giorni dopo l'inizio dell'operazione militare russa "Ritorno in Crimea". In seguito ad un discusso referendum sull'autodeterminazione della Crimea svoltosi il 16 marzo, (il 95,5% dei votanti si disse a favore dell'unione con la Russia), la Russia integrò la Crimea nella Federazione. Il referendum è stato criticato varie volte dalle Nazioni Unite sia sul fatto dello svolgimento del referendum senza permesso del governo ucraino sia sulla legittimità dei risultati.[8][9][10][11] Nell'aprile di quello stesso anno vi furono delle proteste pubbliche pro-Russia nell'area di Donbass dell'Ucraina che sfociarono in una guerra tra governo ucraino e separatisti russi che andarono ad autoproclamarsi in due repubbliche popolari indipendenti, quella di Doneck (in ucraino: Донецьк?, traslitterato: Donec'k) e quella di Lugansk (in ucraino: Луга́нськ?, traslitterato: Luhans'k). Nell'agosto di quell'anno, alcuni veicoli militari russi oltrepassarono il confine nell'oblast' di Donec'k.[12][13][14][15] L'incursione di queste unità militari russe venne vista come la causa della sconfitta delle forze ucraine all'inizio di settembre.[16][17]

Nel novembre del 2014, i militari ucraini iniziarono una serie di movimenti di truppe verso le parti del paese occupate dai separatisti.[18] L'Associated Press riportò la presenza di 80 veicoli militari in movimento verso le aree controllate dai ribelli.[19] L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) inviò dei convogli con armamenti pesanti e carri armati.[20] Secondo il The Moscow Times, la Russia avrebbe cercato di intimidire i collaboratori dell'OSCE sui diritti umani parlando dei morti nel conflitto.[21] La stessa OSCE riportò più volte come le fosse stato negato l'accesso ad aree controllate da forze russe e separatiste combinate.[22]

La maggior parte dei membri della comunità internazionale[23][24][25] ed organizzazioni come Amnesty International[26] hanno condannato l'intervento militare della Russia e l'hanno accusato di aver violato le leggi internazionali e la sovranità del popolo ucraino. Molti sono i paesi che hanno imposto delle sanzioni economiche contro la Russia e compagnie individuali ad essa collegate, fatto a cui la Russia ha risposto a tono.[27]

Nel dicembre del 2015, il presidente russo Vladimir Putin ammise che alcuni ufficiali dell'intelligence russa stavano lavorando in Ucraina, insistendo che comunque essi non erano equiparabili alle truppe regolari.[28] Al 2019, il 7% del territorio dell'Ucraina si trovava ad essere sotto occupazione militare russa.[29]

A febbraio 2022 la tensione risale tra Russia e Ucraina, in seguito a vaste e prolungate manovre militari delle forze armate russe e bielorusse lungo buona parte del confine ucraino.

Nella prima mattinata del 24 febbraio 2022 Putin ha annunciato un'operazione militare nel Donbass, dando inizio ad un'invasione dell'Ucraina.[30][31]

Antefatti

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Euromaidan e Rivoluzione ucraina del 2014.

Pur essendo diventata indipendente dal 1991, l'ex repubblica sovietica dell'Ucraina è sempre stata percepita dalla Russia come parte della propria sfera d'influenza. Secondo lo studioso Iulian Chifu riguardo all'Ucraina, la Russia ha deciso di perseguire una versione moderna della dottrina Brežnev per una "sovranità limitata" che si rimanda ancora ai dettami del patto di Varsavia ed alla sfera d'influenza che già era presente all'epoca della repubblica sovietica russa.[32] Il timore maggiore per il governo russo era quello che l'Ucraina finisse a divenire parte della NATO, il che avrebbe posto una potenza "controllata" dagli Stati Uniti proprio ai propri confini nazionali.[32]

Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991, la Russia e l'Ucraina hanno continuato a intrattenere legami molto forti. Nel contempo, vi erano pure dei punti di frizione, tra cui sicuramente il più importante riguardava l'arsenale nucleare ucraino che la nazione si era accordata ad abbandonare sulla base del Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza, a patto che la Russia (e altri firmatari) assicurasse di non utilizzare la propria forza militare contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'Ucraina. Nel 1999, la Russia fu tra i firmatari della Carta di Sicurezza Europea, dove si "riafferma il diritto di ciascuno stato partecipante [all'accordo] a scegliere liberamente o a cambiare le proprie disposizioni in materia di sicurezza nazionale, inclusi i trattati di alleanza, sulla base dell'evoluzione [della storia]";[33] entrambi gli stati vennero meno a tale accordo nel 2014.[34]

Un secondo punto di divisione tra Russia e Ucraina fu sicuramente la flotta del Mar Nero: l'Ucraina si accordò per concedere alla Russia l'uso del porto di Sebastopoli dietro il pagamento di un affitto, così che la flotta russa del Mar Nero potesse continuare a occupare l'area strategica assieme alla marina ucraina. A partire dal 1993 e per tutti gli anni novanta e duemila, Ucraina e Russia vennero coinvolte in una serie di dispute sul gas.[35] Nel 2001, l'Ucraina, assieme a Georgia, Azerbaijan e Moldova, formò un gruppo chiamato GUAM, che venne visto dalla Russia come una sfida diretta alla Comunità degli Stati Indipendenti, il gruppo commerciale dominato dalla Russia e instaurato dopo il crollo dell'Unione Sovietica.[36] La Russia venne ulteriormente irritata dalla rivoluzione arancione del 2004, che vide il populista filo-occidentale ucraino Viktor Juščenko eletto presidente al posto del candidato sponsorizzato dalla Russia,[37] Viktor Janukovyč. Inoltre, l'Ucraina continuò a incrementare la propria cooperazione con la NATO, dispiegando il terzo contingente impiegato in Iraq per ampiezza nel 2004 e prendendo parte ad alcune missioni di pace NATO come l'ISAF in Afghanistan e il KFOR in Kosovo.

Il candidato filorusso, Viktor Janukovyč, venne infine eletto nel 2010 alla presidenza dell'Ucraina e la Russia sentì così di aver raggiunto il proprio scopo. Durante il mandato del suo predecessore, infatti, l'Ucraina non aveva rinnovato l'affitto della base navale del porto di Sebastopoli alla marina russa, impedendo così ai Russi di continuare il dominio dell'area e stabilendo che essa dovesse essere completamente sgomberata entro il 2017. Ad ogni modo, Janukovyč siglò un nuovo contratto di affitto che espanse ulteriormente la presenza dei militari russi anche nella penisola di Kerč'.[38] Molti in Ucraina videro questa estensione come incostituzionale dal momento che la costituzione ucraina stabilisce chiaramente il divieto assoluto della presenza di truppe straniere per periodi prolungati dopo la fine del trattato di Sebastopoli, su tutto il suolo ucraino. Julija Tymošenko, la principale figura dell'opposizione di Janukovyč, venne imprigionata in quello che i suoi sostenitori considerarono un colpo di Stato.[39][40] Nel novembre del 2013, Viktor Janukovyč si rifiutò di firmare un accordo con l'Unione Europea, dopo averne accarezzato l'idea in un primo momento.[41] Janukovyč favorì al contrario ancora una volta i legami con la Russia.

Nel settembre del 2013, la Russia fece presente all'Ucraina che se avesse firmato un accordo di commercio privilegiato con l'Unione Europea avrebbe dovuto affrontare un'enorme catastrofe finanziaria che avrebbe portato l'intero stato al fallimento.[42] Sergej Glaz'ev, consigliere del presidente Vladimir Putin, disse che «le autorità ucraine hanno fatto un grande errore se pensano che la reazione russa sia quella di rimanere neutrale d'ora in poi. Questo non accadrà». La Russia aveva già imposto delle restrizioni sulle importazioni di alcuni prodotti ucraini e Glaz'ev disse che vi sarebbero state ulteriori sanzioni in caso di firma dell'accordo con l'Europa. Glaz'ev sostenne che, contrariamente alla legge internazionale, se l'Ucraina avesse firmato l'accordo, da un punto di vista legale, il governo ucraino avrebbe violato il trattato bilaterale di amicizia e partneriato con la Russia. La Russia dal canto suo non avrebbe potuto garantire all'Ucraina lo status di stato ed avrebbe potuto intervenire se alcune regioni dell'Ucraina particolarmente favorevoli al governo russo ne avessero chiesto l'intervento.[42]

Euromaidan e Anti-Maidan

Dopo mesi di proteste da parte del movimento Euromaidan, il 22 febbraio 2014, diverse proteste esplosero contro il governo di Viktor Janukovyč.[43] I contestatori presero il controllo degli edifici governativi nella capitale di Kiev, oltre alla città stessa. Dal momento che la polizia aveva deciso di abbandonare i propri avamposti nella capitale e l'opposizione aveva preso ormai il controllo dei contatti col parlamento, il presidente Janukovyč decise di lasciare Kiev alla volta di Charkiv, nell'Ucraina orientale, regione dove egli vantava un maggior supporto.[44] Dopo questo incidente, il parlamento ucraino votò per la restaurazione della costituzione ucraina del 2004[45] e destituì Yanukovych dai propri poteri.[46][47] Secondo il testo della risoluzione, Janukovyč «si è rimosso da solo [dal potere] per non aver adempiuto ai propri obblighi»[44]; la disposizione venne votata dai tre quarti dei membri del parlamento come richiesto dalla costituzione. Janukovyč disse dal canto suo che il voto era incostituzionale in quanto vi erano stati dei brogli nei conteggi dei voti necessari per richiedere l'impeachment come previsto dalla costituzione,"[43][46][48][49] e si rifiutò di dare le dimissioni. Diversi politici provenienti dalle regioni dell'Ucraina orientale e meridionale, inclusa la Crimea, dichiararono la loro fedeltà alla causa di Janukovyč.[47]

Alla prima riunione del parlamento rinnovato, venne annullata la disposizione che vedeva la lingua russa come la seconda lingua ufficiale del paese, in particolare in quelle regioni a prevalenza di popolazione russofona.[50] La disposizione alienò al governo molte minoranze di lingua russa del paese e[51] alcuni giorni dopo, il 1º marzo, il presidente eletto Oleksandr Turčynov disse che tale disposizione non sarebbe stata firmata da lui per placare gli animi.[52]

Nel frattempo, la mattina del 27 febbraio, alcune unità speciali di polizia della Crimea e di altre regioni dell'Ucraina, che erano state sciolte il 25 febbraio, occuparono dei punti chiave nell'istmo di Perekop e nella penisola di Čonhar.[53] Secondo il parlamentare ucraino Hennadij Moskal', ex capo della polizia della Crimea, queste forze speciali erano armate di armi pesanti come fucili d'assalto, mitragliatrici e lanciagranate.[53] Da quel momento, questo gruppo ottenne il controllo di tutto il traffico via terra tra la Crimea e l'Ucraina continentale.[53]

Finanziamento russo ai miliziani ("Glazyev tapes")

Nell'agosto del 2016, i servizi segreti ucraini (SBU) pubblicarono le trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche risalenti al 2014 nelle quali Sergej Glaz'ev (consigliere del presidente russo), Konstantin Zatulin e altri discutevano della possibilità da parte della Russia di finanziare gli attivisti pro-russi nell'Ucraina orientale, occupando strutture amministrative e intraprendendo altre azioni così da portare ad un conflitto armato.[54] Glazyev si rifiutò di confermare l'autenticità di queste intercettazioni, mentre altri come Zatulin, le confermarono ma dissero che erano state "estrapolate dal contesto originario".[55]

Nel febbraio del 2014, Glaz'ev diede istruzioni dirette a diversi partiti che sostenevano la causa della Russia in Ucraina affinché istigassero rivolte a Donec'k, Charkiv, Zaporižžja e Odessa.[56][57]

«Konstantin Zatulin: ... È questo il succo. Voglio parlare delle altre regioni – abbiamo finanziato Charkiv, Odessa. Sergej Glaz'ev: Guarda, il fatto è in corso. L'amministrazione regionale di Charkiv è già stata presa, a Doneck pure. È necessario prendere altre amministrazioni e ottenere qui! Sergej Glaz'ev: È molto importante che la popolazione si appelli a Putin. Appelli di massa con una richiesta di protezione, un appello alla Russia, ecc. Denis Jacjuk: Quindi dopo aver preso le strutture amministrative convocheremo una sessione delle stesse, giusto? Inviteremo i deputati a prendervi parte e li costringeremo a votare?»

(Sergej Glaz'ev)
Lettera del presidente dell'Ucraina

In ulteriori telefonate registrate tra il febbraio ed il marzo del 2014, Glaz'ev evidenziò come la "penisola non ha dell'elettricità propria, né acqua potabile, né gas" e quindi che una "veloce ed effettiva" espansione da nord sarebbe stata la soluzione migliore. Secondo i giornalisti ucraini questo indicava chiaramente il piano per quello che divenne poi l'intervento militare nel Donbass per dar vita allo stato fantoccio filo-russo di Novorossija ed assicurarsi così l'annessione della Crimea, la quale sarebbe quindi stata discussa ben prima dell'inizio del conflitto nell'aprile di quello stesso anno.

Il 4 marzo 2014, il rappresentante russo presso le Nazioni Unite, Vitalij Čurkin, presentò la fotocopia di una lettera firmata da Viktor Janukovyč e datata 1º marzo 2014 nella quale egli chiedeva al presidente russo Vladimir Putin di utilizzare le forze armate russe per "restaurare il governo della legge, la pace, l'ordine e stabilire una protezione sul popolo dell'Ucraina".[58] Entrambe le camere di governo del parlamento russo votarono il 1º marzo per dare al presidente Putin la possibilità di utilizzare l'esercito russo in Crimea.[59][60] Il 24 giugno Vladimir Putin chiese al parlamento russo di cancellare la risoluzione relativa all'uso delle forze russe in Ucraina.[61] il giorno successivo, il Consiglio della Federazione votò contro la decisione precedente, rendendo illegale così l'uso di forze militari sotto bandiera russa in Ucraina.[62]

Basi russe in Crimea

Oltre alla Flotta del Mar Nero, secondo i trattati sottoscritti prima degli scontri tra la Federazione Russa e l'Ucraina, come nel caso del patto Charkiv, in Crimea erano state dislocate forze armate russe in punti chiave come Sebastopoli, Kača, Hvardijs'ke, Capo Saryč e altri. La dislocazione delle forze armate russe in Crimea non venne annunciata al pubblico così da creare alcuni incidenti come uno scontro avvenuto presso il faro navale di Sarych.[63] Il numero totale dei militari russi impiegati in Ucraina era limitato a 25.000.[64]

Secondo il trattato originario sottoscritto dai due stati nel 1997, la Federazione Russa avrebbe dovuto evacuare tutte le proprie posizioni militari della Flotta del Mar Nero in Crimea ed a Sebastopoli. Ad ogni modo la Russia non pianificò mai la rimozione delle proprie forze armate dall'area, strategicamente importante.[65] il 21 aprile 2010 il presidente ucraino Viktor Janukovyč rinnovò la concessione delle aree militari alla Russia sino al 2042, con la postilla di ricevere in cambio del gas dalla Federazione Russa a tassi agevolati[66]. Il patto Kharkiv fu quindi la punta dell'iceberg di una serie di trattati fondamentali siglati negli anni '90 tra i primi ministri e i presidenti di ambo i paesi, Viktor Černomyrdin (Russia) e Pavlo Lazarenko (Ucraina) e i presidenti Boris El'cin (Russia) e Leonid Kučma (Ucraina).[67][68][69][70] Tutti i trattati ad ogni modo erano in pieno disaccordo con la costituzione ucraina che proibiva la presenza di forze straniere sul territorio ucraino.[senza fonte] A seguito dell'annessione della Crimea alla Russia, quest'ultima potenza ha unilateralmente cancellato il patto Kharkiv.

Crimea

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Annessione della Crimea alla Russia.

Occupazione del 2014

Truppe di russi con uniformi non nazionali controllano l'Aeroporto Internazionale di Sinferopoli, 28 febbraio 2014
Truppe russe bloccano la base militare ucraina di Perevalne

Alcuni giorni dopo la partenza del presidente ucraino Viktor Janukovyč da Kiev sul finire di febbraio del 2014, alcuni uomini armati si opposero al movimento Euromaidan ed iniziarono a prendere il controllo della penisola della Crimea.[71] Alcuni posti di blocco vennero tenuti da soldati di nazionalità russa ma non combattenti sotto bandiera russa[72] soldati con uniformi grigie ed equipaggiamenti che occuparono l'area di Simferopoli, in Crimea, ed amministrarono indipendentemente la città ed il porto di Sebastopoli, sede della base marittima russa sulla base del patto di Charkiv del 2010.[73][74][75] La popolazione locale e i media si riferirono a queste persone come gli "omini verdi".[76] Dopo l'occupazione del parlamento della Crimea da parte di queste truppe sconosciute, da molti considerate forze speciali russe,[77][78][79][80] il governo della Crimea annunciò di voler tenere un referendum per una secessione dall'Ucraina.[81] Questo referendum, largamente disputato circa la sua reale validità[8] venne seguito dall'annessione della Crimea alla Russia a metà marzo di quello stesso anno. L'Ucraina e gran parte della comunità internazionale si rifiutarono di riconoscere il referendum e l'annessione.[82] Il 15 aprile, il parlamento ucraino dichiarò la Crimea un territorio temporaneamente occupato dalla Russia.[83] Dall'annessione della Crimea, il governo russo incrementò la propria presenza militare nella regione, in particolare dopo che il presidente russo Vladimir Putin predispose l'invio di un contingente stabile.[84] Nel dicembre del 2014, la guardia confinaria ucraina annunciò che diverse truppe russe avevano iniziato a ritirarsi dalle aree dell'oblast' di Cherson. Le truppe russe occuparono parti della striscia di Arabat e le isole attorno al Syvaš che erano geograficamente parte della Crimea ma erano amministrate dall'oblast' di Cherson. Uno dei villaggi occupati dalle truppe russe fu Strilkove, collocato proprio nella striscia di Arabat, sede di un importante centro di distribuzione di gas naturale che le forze russe dissero di aver occupato unicamente per evitare possibili attacchi terroristi. I russi ritirandosi continuarono ad occupare altri centri di distribuzione di gas naturale nel corso dei dieci mesi successivi all'inizio delle operazioni.[85][86]

Navi russe della flotta del Mar Nero nella Crimea occupata nel maggio del 2015
Vladimir Putin nella Crimea occupata nel marzo del 2018

A novembre, la NATO dichiarò di credere fermamente che la Russia stesse sviluppando delle armi nucleari per la Crimea.[87]

Andrej Illarionov, ex consigliere di Vladimir Putin, disse in un discorso del 31 maggio 2014, che alcune tecnologie della guerra russo-georgiana erano state migliorate in vista della guerra in Ucraina. Secondo lui, ad ogni modo, dal momento che le operazioni militari russe in Crimea erano iniziate il 20 febbraio del 2014, non sarebbe stato corretto dire che l'aggressione russa fosse stata un risultato del movimento Euromaidan. La guerra in Ucraina, secondo le parole di Illarionov, non scoppiò "tutta d'un botto", ma venne pianificata attentamente già dai primi mesi del 2003.[88] Illarionov disse poi che uno dei piani della Russia era quello di rimandare la guerra con l'Ucraina al 2015, attendendo le elezioni presidenziali, ma che fu Maidan ad accelerare il confronto tra le due nazioni.[89]

La ripresa del conflitto nel 2016

L'8 agosto 2016, l'Ucraina disse che la Russia aveva di recente aumentato la propria presenza militare lungo il confine della Crimea.[90] Il 10 agosto, la Russia dichiarò che due uomini erano rimasti uccisi ed altri dieci feriti in uno scontro a fuoco con un commando ucraino presso Armjans'k il 7 agosto precedente,[91][92] e che alcune unità ucraine erano state però catturate.[93] L'Ucraina negò l'accaduto,[94] e disse anche che alcuni soldati russi avevano disertato senza però varcare il confine dell'Ucraina,[95] e che la schermaglia fu solo confinaria.[96] Il presidente russo Putin accusò l'Ucraina di attuare una "pratica di terrorismo".[97] Il presidente ucraino Porošenko definì la versione russa degli eventi come "cinica e pazza".[98] Gli Stati Uniti presero posizione col loro ambasciatore in Ucraina, Geoffrey R. Pyatt, il quale dichiarò che "il governo degli Stati Uniti non può corroborare le affermazioni della Russia sull'"incursione in Crimea".[99]

Incidente dello stretto di Kerč' del 2018

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Incidente dello stretto di Kerč' del 2018.

Il 25 novembre, presso lo stretto di Kerč', controllato dai russi, alcune navi da guerra russe spararono contro tre navi ucraine: la (P175) Berdjans'k, la (P176) Nikopol' e la (А947) Jany Kapu.[100][101][102] Il giorno successivo, venne imposta la legge marziale nelle regioni costiere dell'Ucraina e in quelle al confine con la Russia in risposta all'attacco avvenuto; la misura venne prevista per un periodo di 30 giorni.[103]

Donbass

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Guerra del Donbass e Crisi russo-ucraina del 2021-2022.

La guerra nel Donbass si qualificò come un conflitto armato scoppiato appunto nella regione del Donbass, in Ucraina. Dall'inizio di marzo del 2014, alcune dimostrazioni pro-Russia iniziarono ad avere luogo nelle oblast' di Donec'k e Luhans'k in Ucraina, come risultato della rivoluzione ucraina del 2014 e del movimento Euromaidan. Queste dimostrazioni, che seguirono l'annessione della Crimea alla Russia, proteste che pur partendo dall'Ucraina meridionale e orientale, presero ben presto la forma di una vera e propria guerra tra le forze separatiste russe e le autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e Lugansk e il governo ucraino.[104][105] I servizi segreti ucraini dissero che i principali comandanti del movimento dei ribelli, tra cui Igor' Strelkov e Igor' Bezler, erano in realtà agenti segreti russi.[106][107] Il primo ministro della repubblica popolare di Doneck dal maggio all'agosto del 2014 fu il cittadino russo Aleksandr Borodaj.[108] Dall'agosto del 2014 tutte le principali posizioni di governo a Doneck e a Lugansk vennero ricoperte da cittadini ucraini[109][110] I volontari russi combattenti vennero riportati da varie fonti tra il 15% e l'80% dei soldati presenti,[108][111][112][113][114] tra cui molti ex militari.[115] Il reclutamento per le forze del Donbass venne portato avanti alla luce del sole in molte città russe come del resto confermato da molti media russi.[115][116]

In un'intervista alla televisione francese TF1 e a Europe 1 del giugno del 2014, il presidente russo Vladimir Putin disse: "Non vi sono forze armate, né "istruttori russi", in Ucraina, e mai ve ne sono state."[117]

Le circostanze economiche e materiali della regione del Donbass non erano sufficienti a creare un conflitto armato interno né a sostenerlo, ed in questo si comprende come il ruolo militare dell'intervento del Cremlino è risultato quindi strumentale all'inizio delle ostilità.[118]

Note

  1. ^ Nataliya Vasilyeva e Roland Oliphant, Belarus will back Russia if war breaks out in Ukraine, says Alexander Lukashenko, in The Telegraph, 29 novembre 2021.
  2. ^ https://www.reuters.com/world/americas/cuba-deepen-ties-with-russia-ukraine-tensions-mount-2022-02-19/
  3. ^ https://tass.com/politics/1391927
  4. ^ "Eu assistance to Ukraine". European Court of Auditors. 2016. Retrieved 28 August 2021.
  5. ^ Julian E. Barnes, Michael Crowley e Eric Schmitt, Russia Positioning Helicopters, in Possible Sign of Ukraine Plans, su The New York Times, 10 gennaio 2022. URL consultato il 20 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2022).
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    «Almost everyone lost the Russo-Ukrainian war: Russia, Ukraine, the EU, the United States. The only winner was China.»
    ; (EN) Joshua P. Mulford, Non-State Actors in the Russo-Ukrainian War, in Connections, vol. 15, n. 2, 2016, pp. 89-107, DOI:10.11610/Connections.15.2.07, ISSN 1812-1098 (WC · ACNP), JSTOR 26326442.; (EN) Demian Shevko e Kristina Khrul, Why the Conflict Between Russia and Ukraine Is a Hybrid Aggression Against the West and Nothing Else, in Nazarii Gutsul e Kristina Khrul (a cura di), Multicultural Societies and their Threats: Real, Hybrid and Media Wars in Eastern and South-Eastern Europe, Zurigo, LIT Verlag Münster, 2017, p. 100, ISBN 978-3-643-90825-4.
  7. ^ (RU) Совет Федерации дал согласие на использование Вооруженных Сил России на территории Украины [Il Consiglio della Federazione ha accettato di utilizzare le forze armate russe sul territorio dell'Ucraina], su council.gov.ru, Consiglio della Federazione Russa, 1º marzo 2014.
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  15. ^ (EN) Debaltseve pocket in Donbas was created mainly by Russian troops, 8 aprile 2015. URL consultato il 12 agosto 2020.
  16. ^ (EN) Tensions still high in Ukraine, su channel4.com, Channel 4 News, 2 settembre 2014. URL consultato il 12 agosto 2020.
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  20. ^ (EN) Spot report by the OSCE Special Monitoring Mission to Ukraine (SMM), 8 November 2014, su osce.org. URL consultato il 9 novembre 2014.
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