Forti vive a Trento fino al conseguimento della maturità scientifica nel 1978 e in seguito si trasferisce a Bologna per frequentare l'Istituto superiore di educazione fisica[6]. Nel 1990 partecipa al quiz televisivo Telemike e, presentandosi sulla storia del windsurf, vince una grossa somma di denaro, grazie alla quale nel 1992 si trasferisce negli Stati Uniti d'America[7][6]. Divorzia dalla moglie italiana[8] e sposa la modella Heather Crane, con la quale ha tre figli, Savannah Sky (1994), Jenna Bleu (1996) e Francesco Luce (1998)[9][10][11].
Carriera sportiva
Nel 1979 inizia a praticare lo sport del windsurfing grazie a Karl Heinz Stickl sul lago di Garda[12][13]. Con Robby Naish esegue tra i primi al mondo il looping[12][14] (salto mortale all'indietro completo con la tavola da windsurf) a Diamond Head, Hawaii (1984). Insieme all'hawaiiano Richard Whyte disegna e produce la prima rampa di salto per windsurf[12] (funboard). Sarà il primo italiano a competere nella coppa del mondo di windsurf[15][16] professionisti PWA (Professional Windsurfing Association) nel 1985.
Produzioni televisive
Un incidente automobilistico interrompe la carriera agonistica di windsurfing nel 1987[7][17][2]. Dopo una lunga convalescenza, inizia la sua attività di produttore di filmati di sport estremi (windsurf, snowboard, surf, skateboard, moto d'acqua, sci nautico a piedi nudi, wakeboard, kitesurfing) e di collaboratore nell'ideazione e nello sviluppo di materiali per lo sport del windsurfing[17]. Scrive inoltre numerosi articoli su riviste specializzate di sport velici e nel 1989 diventa capoeditore di Windsurf Italia. Promuove il World Festival on the Beach di Mondello per il club velico Albaria[18][19] collaborando con Vincenzo Baglione.
Viene invitato come ospite a programmi sportivi come Record di Giacomo Crosa (1985), Jonathan - Dimensione avventura di Ambrogio Fogar (1987), Sport USA sulla rete giapponese TV Asahi (1985). Nel 1990 crea la casa di produzione Hang Loose che trasmette su SuperChannel e successivamente su ESPN[17]. Il programma Hang Loose con la sua specializzazione in sport estremi crea le premesse per la nascita degli Extreme Games, all'apertura dei quali Forti partecipa come ospite d'onore.
Vicenda giudiziaria
Il 15 febbraio1998 Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Il corpo era stato denudato per simulare un omicidio avvenuto in ambito omosessuale[20]. La polizia trova alcuni oggetti vicino al cadavere che erano caduti durante lo spogliamento, tra cui un visto turistico con le parole "Pike" e "Iberia". Nel tentativo di identificare la vittima, la polizia va all'aeroporto di Miami e scopre che su un volo Iberia atterrato il giorno prima era presente un passeggero di nome Anthony Dale Pike, partito da Ibiza con scalo a Madrid. La polizia si informa e trova che a Ibiza esisteva un albergo di nome Pikes di proprietà della famiglia Pike.
Gli inquirenti telefonano all'albergo e il manager Antonio Fernandez li informa che Dale era partito per Miami per annullare la vendita dell'albergo, dopo che Fernandez aveva detto a Dale che Forti stava truffando il padre Anthony Pike[21], affetto da demenza. La polizia cerca Forti per fargli alcune domande e lo localizza a Williams Island a Miami.Forti dice alla polizia che non aveva incontrato né visto Dale, ma viene smentito dai registri dell'aeroporto. Allora Forti cambia versione e dice che Dale era andato a una festa.
A quel punto la polizia gli mostra i tabulati del suo cellulare che lo localizzano vicino al luogo del delitto. Allora Forti dà la sua terza versione: dice che un suo amico e pregiudicato tedesco, Thomas Knott, lo ha costretto a prelevare Dale per ucciderlo e che se avesse rifiutato Knott avrebbe ucciso la sua famiglia, ha prelevato Dale all'aeroporto e lo ha consegnato in un parcheggio a un tedesco di nome Hans su una Lexus bianca[21]. Nel corso di una perquisizione la polizia scopre che Forti era coinvolto in una serie di frodi immobiliari a Miami[22]. La pistola usata per l'omicidio era una calibro 22 e la polizia scopre che Forti aveva comprato una calibro 22 pagando con carta di credito. Interpellato sulla pistola, Forti dice che è stata smarrita e che l'aveva data a Knott per il tiro al piattello[23].
Forti viene accusato di essere parte in questo felony murder, un omicidio commesso durante l'esecuzione di altro crimine (l'accusa aveva posto come movente dell'omicidio una truffa di Forti ai danni di Anthony Pike[24]). Le prove presentate dalla procura erano: Forti si trovava nel luogo del delitto al momento del delitto come dimostrato dalle celle telefoniche che lo localizzano con il suo cellulare[25][26]; aveva un forte movente in quanto Dale Pike voleva impedirgli di comprare l'albergo del padre come dimostrato dai documenti trovati in casa di Forti e da numerose testimonianze[25][26]; Forti stava truffando Anthony Pike approfittando della sua demenza facendogli firmare dozzine di documenti quando Pike non era lucido, in modo da ottenere il Pikes Hotel ad un prezzo molto più basso del valore di mercato come dimostrato dai documenti trovati in casa di Forti e da numerose testimonianze tra cui quella dello stesso Pike[27][28][29]; Dale Pike era andato da Forti a Miami per annullare la vendita dell'albergo come dimostrato dai fax inviati da Pike e da numerose testimonianze tra cui quella del padre, della fidanzata, del manager Antonio Fernandez, del fratello[30][31][32]; Forti non aveva i soldi per acquistare il Pikes Hotel al prezzo di mercato ma aveva solamente due immobili di cui doveva pagare il mutuo ed era fortemente indebitato come dimostrato dalle perizie sui suoi conti bancari e dai documenti trovati in casa sua[33]; aveva una calibro 22 come quella del delitto e non l'ha consegnata agli inquirenti[26]; ha mentito più volte alla moglie, al padre della vittima, a suo suocero ed al suo amico Paul Steinberg negando di avere incontrato la vittima prima ancora che fosse diffusa la notizia della morte di Dale Pike (in particolare Forti disse per vari giorni ad Anthony Pike che il figlio Dale era ancora in Spagna)[25][26][34]; Forti era coinvolto in frodi immobiliari come dimostrato dai documenti trovati in casa sua[21][35]; Forti ha falsificato sigilli notarili per crearsi un falso alibi come dimostrato da varie perizie e testimonianze[34]; ha mentito e detto alla polizia di non essere in trattativa per l'acquisto del Pikes Hotel[34]; ha lavato la sua auto in modo maniacale[25][26]; aveva contattato un killer professionista per uccidere un assistente procuratore che lo stava indagando per frode come dimostrato dai messaggi degli informatori della polizia[21][26]; il ritrovamento all'interno del gancio di traino della sua auto di sabbia compatibile con quella della spiaggia del delitto[25][26]; le incongruenze nell' ultima versione detta da Forti in cui afferma che uscito dall'aeroporto si era diretto a nord per portare a casa Dale Pike, dopo una sosta in una stazione di servizio dice di avere cambiato direzione per portare Dale al locale Rusty Pelican su sua richiesta quando in realtà la stazione di servizio indicata da Forti si trova a sud nella direzione del luogo del delitto[36][37]. Furono presentate altre prove ma non sono pubbliche perché Forti vieta di pubblicare gli atti del processo[38][26]. Nel 2000[2][39] viene condannato all'ergastolo senza la possibilità di liberazione condizionale. Ha scontato parte della sua pena vicino a Miami, al Dade correctional institution di Florida City[40] e al South Florida reception center di Doral[41]. Chico Forti ha sempre dichiarato di essere vittima di un complotto ordito dalla polizia, dal procuratore Reid Rubin, dalla giudice Victoria Platzer e dall'avvocato Ira Loewy[42][43][44][45] ma si rifiuta di pubblicare il verbale del processo[46]. Gli atti del processo sono consultabili a pagamento sul sito del tribunale di Miami Dade[47] ma non possono essere pubblicati perché Forti ha negato l'autorizzazione[26]. Un gruppo di giornalisti investigativi ha organizzato una campagna di crowdfunding per aggirare i divieti e pubblicare gli atti del processo su server situati in Islanda[48].
Ferdinando Imposimato, all'epoca suo legale italiano, e la criminologa Roberta Bruzzone[49][50][51] hanno presentato nel maggio 2012 un rapporto all'allora ministro degli esteriGiulio Terzi di Sant'Agata[52]. Anche il successivo ministro, Emma Bonino, ha espresso l'attivo interessamento del Governo italiano sul caso Forti[53][54]. Roberta Bruzzone ha in seguito lasciato la difesa di Forti, ritenendo ridicola l'ipotesi di un complotto contro Forti[55]. In un audio diffuso su un gruppo Facebook, Roberta Bruzzone afferma che i soldi raccolti dalle donazioni per Chico Forti vengono in realtà spesi per divertimenti e vizi da un amico di Forti[56].
Il legale difensore di Chico Forti è l'avvocato newyorkese Joe Tacopina[57][58], legale anche di Donald Trump, noto in Italia per la sua attività di dirigente calcistico, pagato 1000 dollari l'ora[46]. Nel sistema giudiziario statunitense la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo presentando prove sconosciute o non conoscibili all'epoca del dibattimento e in grado di modificare l'esito dello stesso[59][60]. Nel 2024 il sito informazione.it ha pubblicato una intervista di Andrea Ciocca alla ex fidanzata di Dale Pike, in cui la donna accusa Chico Forti[61].
Il 23 dicembre 2020 il ministro degli affari esteri italiano Luigi Di Maio ha annunciato che il governatore della FloridaRon DeSantis ha accolto con riserva l'istanza di Chico Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla CEDU, con la possibilità di essere trasferito e scontare la pena in Italia[62][63] L'annuncio non ebbe però seguito: il governatore DeSantis non ha sottoscritto i documenti necessari al trasferimento dopo avere ricevuto il report del criminologo Marco Strano[64]. Chico Forti è rimasto negli Stati Uniti, le cui autorità hanno obiettato come la legislazione italiana, prevedendo degli sconti di pena, non dia sufficienti garanzie sulla certezza che il detenuto la sconti integralmente in carcere[65]; nella circostanza la giustizia statunitense ha ribadito la linearità della condanna di Chico Forti, giudicato colpevole di omicidio con prove chiare che l'interessato si rifiuta di pubblicare[66]. Il 1º marzo 2024 la premier italiana Giorgia Meloni, durante la missione in USA, annuncia l'accordo di trasferimento di Chico Forti in Italia.[67]
Caso mediatico
Molte personalità dello spettacolo[68][11][69][70][71][9] si sono unite a un movimento di opinione per chiedere la revisione del processo. Hanno preso parte alla causa Enrico Ruggeri, che ha dedicato alla vicenda il brano L'America (Canzone per Chico Forti)[10][72] e i ragazzi de Lo Zoo di 105 con il conduttore radiofonico Marco Mazzoli. Del caso si sono occupati il programma televisivo italiano Le Iene[73][74], la CBS lo ha paragonato ad Amanda Knox con la trasmissione 48 Hours[75][76][77][78] e l'emittente pubblica svedese SVT con il film-documentario Framed in Miami[79] di Thomas Salme[80][81].
D'altra parte non mancano i sostenitori della colpevolezza di Chico Forti; diversi studiosi come Claudio Giusti[82][83], il sociologo e criminologo Pasquale Castronuovo, il dirigente di P.S. Marco Strano[84], e la criminologa Ursula Franco[85]. La serie televisiva Power, Privilege, and Justice ha dedicato una puntata colpevolista al caso, con incipit "la truffa di Forti per sottrarre un albergo di lusso a Ibiza viene scoperta dal figlio di Pike"[86].
L'8 febbraio 2023 l'artista Nello Petrucci, in occasione del 64º compleanno di Forti, presenta al palazzo Benvenuti di Trento la scultura in marmo “Chico sono io”, alla presenza delle autorità.[87][88][89]
Controversia mediatica
La vicenda mediatica di Chico Forti è stata caratterizzata dalle due diverse versioni presentate negli Stati Uniti e in Italia, come nel noto servizio de Le Iene. Le Iene affermano che la giudice Platzer abbia detto la frase «La Corte non ha prove che Lei, signor Forti, abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che Lei sia stato l’istigatore del delitto», mentre in America il giudice ha smentito questa dichiarazione, affermando invece che ci fossero le prove per condannare Forti[90] (sebbene il concorrente morale nel reato soggiaccia alla stessa pena di colui che materialmente ha posto in essere il fatto tipico).
Opere
Chico Forti, Il sorriso della Medusa (Documentario), TG3, Rai 3, 1997.
^abc Massimo Chiodelli, Chico Forti, una vita esagerata..., in Wind News, Savona, Marco Sabatelli Editore, 17 giugno 2013 [2005]. URL consultato il 15 maggio 2021.
^ Fabio Calò e Massimo Chiodelli, Chiod, in Funboard, anno XIX, n. 152, Milano, Johnsons Media, marzo-aprile 2013, pp. 28-31, ISSN 1124-0261 (WC · ACNP). URL consultato il 15 maggio 2021. Ospitato su Issuu.
«[...] Chico è stato un vero pioniere del nostro sport, il primo surfista italiano a partecipare alla World Cup (all'epoca si pagava le trasferte facendo il caddy di Robby Naish) [...]»
^Windsurf Italia, Anno 23, settembre-ottobre 2005, nr. 22
Lorenzo Matassa, Tra il dubbio e l'inganno. Da Versace al caso Forti in una doppia trappola mortale, Roma, Koinè Nuove Edizioni, 2007, ISBN9788887509755.
Fabio Polese e Federico Cenci, Il caso di Enrico "Chico" Forti, in Le voci del silenzio. Storie di italiani detenuti all'estero, Massa, Eclettica, 2012, pp. 15-26, ISBN9788897766025.
Roberta Bruzzone, Al di qua di ogni ragionevole dubbio: Il caso di Enrico "Chico" Forti, in Chi è l'assassino. Diario di una criminologa, Milano, Mondadori, 2012, pp. 217-240, ISBN9788804613046.
Maria Falcone, Il caso "Chico" Forti e la dissoluzione del sistema, in Carceri, lo spazio è finito. Emergenza sovraffollamento nelle prigioni italiane, Formigine, Infinito Edizioni, 2013, pp. 21-28, ISBN9788897016663.
Roberta Bruzzone, State of Florida vs Enrico Forti. Il grande abbaglio, Trento, Curcu & Genovese Associati, 2013, ISBN9788868760090.