Carlo Nordio | |
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Ministro della giustizia | |
In carica | |
Inizio mandato | 22 ottobre 2022 |
Capo del governo | Giorgia Meloni |
Predecessore | Marta Cartabia |
Deputato della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 13 ottobre 2022 |
Legislature | XIX |
Gruppo parlamentare |
Fratelli d'Italia |
Circoscrizione | Veneto 1 |
Collegio | 3 (Treviso) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Fratelli d'Italia In precedenza: PLI (1967) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Padova |
Professione | Ex magistrato |
Carlo Nordio (Treviso, 6 febbraio 1947) è un politico ed ex magistrato italiano, dal 22 ottobre 2022 è ministro della giustizia nel governo Meloni.
Magistrato dal 1977, è stato procuratore aggiunto di Venezia e titolare dell'inchiesta sul MOSE di Venezia, nonché protagonista della famosa stagione di Mani pulite, con la celebre inchiesta sulle cosiddette cooperative rosse. Negli anni ottanta condusse le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona e negli anni novanta indagò sui reati di Tangentopoli. Fu molto polemico con i magistrati di Milano accusandoli di essere mossi da intenti politici[1].
Tra il 1993 ed il 1995, indagò 278 persone coinvolte in appalti di cosiddette “COOP rosse”, ed i vertici del PDS (i segretari Occhetto e D'Alema), ma 180 furono archiviati da lui stesso e per altri 69 il giudice dell'udienza preliminare (GUP) dichiarò l'incompetenza territoriale di Nordio. I 9 restanti furono archiviati dal GUP.[1] È stato consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale. È stato, fino al pensionamento avvenuto nel 2017, procuratore aggiunto della Procura di Venezia, occupandosi di reati economici, di corruzione e di responsabilità medica.
Ha collaborato con numerose riviste giuridiche e quotidiani, tra cui Il Tempo, Il Messaggero e Il Gazzettino. Nel 2010 scrisse, con l'ex deputato e sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il libro In attesa di giustizia. Dialogo sulle riforme possibili (Guerini e Associati). Nel febbraio 2017 è andato in pensione per raggiunti limiti di età, avendo compiuto settant’anni.
Ha nel 2022 collaborato con il quotidiano Il Messaggero.[2]
In occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica del 2022 il suo nome fu inserito dalla coalizione di centro-destra nella rosa di candidati da sottoporre alle altre forze politiche[3]; successivamente, Fratelli d'Italia decise di votare Nordio come candidato di bandiera, in contrasto con la ricandidatura del presidente uscente Sergio Mattarella appoggiata dalla maggioranza di governo[4].
In occasione dei referendum sulla giustizia del 2022, si è fatto promotore delle ragioni del sì, entrando a far parte, come uno dei suoi maggiori esponenti, del Comitato per il sì.
Alle elezioni politiche del 2022 viene candidato alla Camera dei deputati nel collegio uninominale Veneto 1 - 03 (Treviso) per il centro-destra e come capolista di Fratelli d'Italia[5] nel collegio plurinominale Veneto 1 - 01. Viene eletto nell'uninominale con il 56,24%, superando Cristina Guarda del centrosinistra (22,74%) e Alessandra Nava di Azione - Italia Viva (9,25%).
Il 21 ottobre 2022 viene nominato ministro della giustizia nel Governo Meloni[6]. Giura il giorno successivo, mentre il 23 ottobre prende parte al primo Consiglio dei Ministri.[7]
È dichiaratamente liberale, nonché atlantista ed europeista. Nel 1967 prese inoltre la tessera del Partito Liberale Italiano.[8][9]
Ha affermato che il suo politico preferito è Winston Churchill.[10][11]
Fa parte della Fondazione Luigi Einaudi Onlus, di cui è componente del consiglio di amministrazione dal 5 dicembre 2018, ed è iscritto all'Associazione Luca Coscioni.[10][12]
Si è espresso contrariamente al disegno di legge Zan, paragonando omosessualità e pedofilia, entrambe considerate da lui orientamenti sessuali.[13][14]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 234149626 · ISNI (EN) 0000 0003 8556 7382 · SBN FERV059056 · LCCN (EN) n00092196 · WorldCat Identities (EN) lccn-n00092196 |
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2022-10-30 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=5559269