Carlo Calenda | |
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Segretario di Azione | |
In carica | |
Inizio mandato | 20 febbraio 2022[1] |
Vice | Andrea Mazziotti Enrico Costa |
Predecessore | Carica istituita |
Ministro dello sviluppo economico | |
Durata mandato | 10 maggio 2016 – 1º giugno 2018 |
Presidente | Matteo Renzi Paolo Gentiloni |
Vice | Teresa Bellanova |
Predecessore | Federica Guidi |
Successore | Luigi Di Maio |
Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea | |
Durata mandato | 21 marzo 2016 – 10 maggio 2016 |
Predecessore | Stefano Sannino |
Successore | Maurizio Massari |
Viceministro dello sviluppo economico con delega al commercio estero | |
Durata mandato | 3 maggio 2013 – 20 marzo 2016 |
Vice di | Flavio Zanonato[2] Federica Guidi[3] |
Cotitolare | Antonio Catricalà[6] Claudio De Vincenti[7] Teresa Bellanova[8] |
Presidente | Enrico Letta Matteo Renzi |
Predecessore | Catia Polidori |
Successore | Dario Galli |
Senatore della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | eletto |
Legislature | XIX |
Circoscrizione | Lazio |
Europarlamentare | |
In carica | |
Inizio mandato | 2 luglio 2019 |
Legislature | IX |
Gruppo parlamentare |
S&D[4] (2019-2021) Renew Europe[5] (2021-) |
Coalizione | PD - Siamo Europei |
Circoscrizione | Italia Nord-Orientale |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Azione (dal 2019) In precedenza: SC (2013-2015) Ind. (2015-2018) PD (2018-2019) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Roma "La Sapienza" |
Professione | Dirigente d'azienda |
Firma | ![]() |
Carlo Calenda (Roma, 9 aprile 1973) è un politico, dirigente d'azienda e saggista italiano, europarlamentare e segretario del partito Azione.
È stato viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta e Renzi, rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea nel 2016 e in seguito Ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
Nato a Roma nel 1973, è figlio del giornalista e scrittore Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini[9], è fratello della sceneggiatrice Giulia Calenda e nipote di Paola e Francesca Comencini e del diplomatico Carlo Calenda, ambasciatore d'Italia in Libia, India e Nepal, e consigliere del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Suo prozio paterno era Felice Ippolito, uno dei promotori dello sviluppo dell'industria nucleare italiana, mentre suo nonno materno era il celebre regista Luigi Comencini, la cui moglie era la principessa Giulia Grifeo di Partanna, appartenente a una nobile famiglia siciliana. Nel 1984, all'età di 11 anni, recita insieme alla madre nello sceneggiato televisivo Cuore, diretto dal nonno materno[9], dove interpreta lo scolaro protagonista Enrico Bottini, nell'unico suo ruolo come attore bambino. In tale occasione, Carlo Calenda è stato doppiato da Giorgio Borghetti.[10]
Cresciuto nel rione di Prati, Carlo Calenda frequenta il liceo classico Mamiani.[11] Secondo quanto riportato dallo stesso Carlo Calenda in un’intervista, a 18 anni, durante gli studi, iniziò a lavorare, vendendo fondi di investimento e polizze porta a porta, come consulente finanziario di Sanpaolo Invest,[12] in seguito lavora per Prudential Sim e Southern Star. Laureatosi in giurisprudenza all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"[13][14] con 107/110[15] comincia a lavorare per società finanziarie prima di approdare, nel 1998 in seguito a uno stage non retribuito, alla Ferrari. In 5 anni a Maranello, prima come impiegato e poi da funzionario, arriva ad assumere i ruoli di responsabile gestione relazioni con i clienti e responsabile relazioni con le istituzioni finanziarie[9] sotto Luca Cordero di Montezemolo con cui costruisce un buon rapporto nell'ultimo periodo da dirigente del "Cavallino" (presidente che fu inoltre compagno di scuola del padre).[16][17] Successivamente lavora per Sky Italia in veste di responsabile marketing di prodotto e programmazione.[18]
In Confindustria viene nominato assistente del presidente[19] e poi direttore dell'area strategica e affari internazionali durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, dal 2004 al 2008[18][20]. Successivamente è direttore generale di Interporto Campano[21] e presidente di Interporto Servizi Cargo.[18]
Carlo Calenda ha avuto la sua prima figlia, Tay, a soli 16 anni, da una relazione con la segretaria dell’allora compagno della madre Riccardo Tozzi, poi marito. Donna che frequentava sin da quando aveva soltanto 14 anni[22].
In seguito ha sposato la manager Violante Guidotti Bentivoglio, da cui ha avuto altri tre figli. Nel 2018 ha rivelato che la moglie è affetta da leucemia.[23]
Nell'ottobre 2012 è tra i firmatari del manifesto politico "Verso la Terza Repubblica" dell'associazione Italia Futura[24], fondata da Luca Cordero di Montezemolo, che gli affida l'incarico di coordinare la scelta dei candidati per le politiche. Nel febbraio 2013 viene candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica - Con Monti per l'Italia nella circoscrizione Lazio 1 della Camera[25], ma risulta il primo dei non eletti.
Il 2 maggio 2013 viene nominato viceministro dello sviluppo economico nel governo Letta[26], e viene confermato in tale incarico nel governo Renzi[27], con delega al commercio estero. Come viceministro ha condotto numerose delegazioni di imprenditori italiani all'estero e varato il piano straordinario per il made in Italy (legge n. 164/ 2014) con cui il Governo ha adottato una serie di misure volte ad ampliare il numero delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano nel mercato globale, espandere le quote italiane del commercio internazionale, valorizzare l'immagine del Made in Italy nel mondo, sostenere le iniziative di attrazione degli investimenti esteri in Italia[19]. Si è battuto contro il riconoscimento del market economy status alla Cina[28].
Il 5 febbraio 2015 lascia Scelta Civica e comunica la sua intenzione di iscriversi al Partito Democratico. Tale annuncio non ha però avuto seguito.[29]
Il 20 gennaio 2016 viene nominato dal governo Renzi come Rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea, incarico che ha assunto il 21 marzo[30][31]. Questa scelta inconsueta di nominare un politico in una posizione normalmente riservata ai diplomatici di carriera ha sollevato proteste da parte dei membri del corpo diplomatico italiano[32]. Il governo ha difeso la decisione come parte delle proprie prerogative, per quanto eccezionale e riservata a situazioni molto particolari.[33]
Dopo soli due mesi, il 10 maggio 2016 torna come ministro al MISE, subentrando all'interim che Renzi aveva assunto a seguito delle dimissioni di Federica Guidi, coinvolta nello scandalo delle intercettazioni telefoniche del fidanzato[34]. Il 12 dicembre 2016 è stato confermato nell'incarico di ministro dello sviluppo economico per il nuovo governo presieduto da Paolo Gentiloni[35].
Nell'ambito del suo incarico di ministro ha promosso e attuato per la prima volta in Italia un piano strategico di sviluppo industriale chiamato "Impresa 4.0" basato sulle dinamiche della cosiddetta Industria 4.0.[36]
Con l'insediamento del primo governo Conte il 1º giugno 2018, Calenda cessa definitivamente dalla carica di ministro, nella quale gli succede il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.
Il 6 marzo 2018 annuncia la sua adesione al Partito Democratico[37]. Nel gennaio 2019 lancia Siamo Europei, un manifesto politico che pone come obiettivo la costruzione di una lista europeista e riformista unitaria in alternativa al blocco sovranista composto da Lega e Fratelli d'Italia, e a quello populista del Movimento 5 Stelle.
Il 19 marzo ufficializza la propria candidatura da capolista della circoscrizione nord-orientale e il 30 marzo "Siamo Europei" presenta il simbolo della lista in comune con il PD, guidato dal presidente del Lazio e segretario del PD Nicola Zingaretti.[38] All'appello lanciato col manifesto di Siamo Europei per la formazione di una lista unitaria rispondono, tra gli altri, Campo Progressista di Giuliano Pisapia, Democrazia Solidale, oltreché altri soggetti civici e politici anche a supporto esterno come Centristi per l'Europa.[39] Successivamente pure Articolo Uno giunge a un accordo col PD per presentare propri candidati all'interno della lista.
Il 26 maggio 2019, alle elezioni europee, viene eletto europarlamentare con 279.783 preferenze nella circoscrizione Italia nord-orientale nella lista PD - Siamo Europei, arrivando primo fra i candidati della lista per numero di preferenze nella suddetta circoscrizione e risultando il candidato del Partito Democratico più votato in Italia.[40]
Il 23 luglio 2019 Calenda presenta alla Direzione nazionale del PD una mozione unitaria, approvata con ampia maggioranza, dove si ribadisce che Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono e rimarranno incompatibili perché divisi da valori opposti, e inoltre individua tre priorità evidenti su cui costruire immediatamente un piano per l'Italia: scuola e formazione, sanità e investimenti[41].
Tuttavia il 28 agosto 2019, in seguito alla caduta del governo Conte I sostenuto da M5S e Lega e dopo numerosi appelli alla dirigenza del partito, annuncia l'uscita dal PD a seguito dell'ormai raggiunta intesa fra i democratici e il M5S per formare un governo, comunicando quindi di voler costituire Siamo Europei in un nuovo partito progressista.[42]
Il 21 novembre seguente lancia ufficialmente Azione, la sua nuova formazione politica di centro-sinistra[43][44], progressista[45][46] e riformista[47][48], insieme al senatore Matteo Richetti e a un comitato promotore. I riferimenti ideali del nuovo partito sono nelle tesi di Carlo Rosselli sul socialismo liberale[49][50], da cui il nome richiamante il Partito d'Azione[51][52], nel liberalismo sociale di Piero Gobetti,[53] e nel popolarismo di Don Luigi Sturzo.[51][54]
Benché abbia abbandonato il PD, Calenda decide di restare comunque nella delegazione PD-Siamo Europei nel gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici per rispetto del mandato elettorale.[55]
In occasione del referendum costituzionale per l'approvazione della riforma basata sulla riduzione del numero di parlamentari a 400 deputati e 200 senatori, avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento 5 Stelle e concluso dal governo Conte II guidato dalla coalizione M5S e PD, Calenda e il suo partito si sono schierati per il "No".[56]
Il 21 gennaio 2021 Calenda annuncia che alle prossime elezioni Azione e +Europa faranno parte di una lista "liberal democratica e riformista". Conferma arriva dalle segreterie dei due partiti con nota congiunta[57][58].
Il 18 ottobre 2020, ospite della trasmissione televisiva Che tempo che fa, Calenda scioglie la riserva annunciando di volersi candidare a sindaco di Roma in vista delle comunali del 2021[59]. All'indomani +Europa e PRI annunciano il loro sostegno[60]. Ad aprile anche Italia Viva annuncia il sostegno a Calenda in vista delle elezioni comunali di Roma, che nel frattempo sono slittate a ottobre[61], mentre il PD sceglie di indire le primarie. Il 24 maggio, nel corso di una conferenza stampa, presenta ufficialmente la sua candidatura lanciando la lista civica Calenda Sindaco.[62]
Calenda raccoglierà il 19,81%, pari a 219.878 voti, con 5 consiglieri eletti (due di Italia Viva), arrivando terzo dietro a Enrico Michetti del centro-destra (30,14%) e Roberto Gualtieri del centro-sinistra (27,03%) staccando di 8.000 voti la sindaca uscente Virginia Raggi (19,09%). In un primo momento il leader del partito annuncia di voler rinunciare al seggio per concentrarsi sul suo lavoro di europarlamentare e leader di Azione, permettendo contestualmente il subentro del coordinatore del programma per le elezioni romane risultato primo dei non eletti[63]; successivamente ritorna sulla sua decisione, ritenendo di poter provare a organizzare la sua agenda per partecipare sia alle sedute del consiglio comunale romano sia a quelle dell'Europarlamento[64]. Infine, però, il 21 dicembre 2021 decide di far subentrare al ruolo di consigliere Francesco Carpano, convinto che possa svolgere pienamente e al meglio l'incarico.[65]
In data 17 novembre 2021 Calenda, dopo le parole del segretario del PD Enrico Letta sulla convergenza del Movimento 5 Stelle nell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici[66], fuoriesce dal gruppo parlamentare europeo per entrare in Renew Europe.[67]
Il 20 febbraio 2022, durante il primo congresso del partito, viene eletto per acclamazione nuovo segretario nazionale, mentre Matteo Richetti viene eletto presidente.
Il 2 agosto Azione e +Europa annunciano che si presenteranno alle elezioni politiche in Italia del 2022 nella stessa coalizione del Partito Democratico. I tre partiti firmano un accordo nel quale si impegnano a non candidare personalità divisive nei collegi uninominali.[68] Il 7 agosto, tuttavia, a seguito dell'inclusione dell'Alleanza Verdi e Sinistra e di Impegno Civico nella coalizione di centro-sinistra, Azione si ritira da quest'ultima.[69] Ciò provoca la rottura con +Europa, favorevole invece a continuare l'accordo con il PD.[70]
L'11 agosto Azione e Italia Viva annunciano la decisione di presentarsi alle elezioni con una lista unica, con Calenda indicato come Capo Politico di quest'ultima: si candiderà nel collegio uninominale Lazio - 02 (Roma Municipio XIV) e come capolista nei collegi plurinominali Emilia-Romagna - 02, Lazio - 01, Sicilia - 01 e Veneto - 02.
Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, non viene eletto nel collegio uninominale di Roma Centro, ma diventa comunque senatore nel collegio plurinominale Lazio - 01.
Nonostante preferisca evitare etichette, ha dichiarato velatamente di appartenere all’area di centro-sinistra[71][72] e di essere liberalsocialista[73][74][75] e "socialdemocratico liberale",[76] ritenendo che libertà e progresso sociale debbano stare insieme.[77]
Sostiene fortemente l'investimento e il miglioramento della sanità pubblica e dell'istruzione pubblica, con l'obbligo del tempo pieno in tutte le scuole.[78]
È favorevole alla diminuzione della pressione fiscale ritenendo che essa debba avvenire soprattutto attraverso il recupero dell'evasione fiscale mediante l'incrocio delle banche dati.[78]
Si dichiara favorevole al salario minimo[79][80] e a una fiscalità progressiva.[81][82] Inoltre sostiene fortemente il piano "industria 4.0" (sviluppato da lui stesso), ritenendo che quest'ultimo possa aiutare le imprese italiane a rilanciare la capacità competitiva.[83]
È favorevole ai matrimoni gay[84], alle unioni civili[85] e ai diritti delle famiglie omogenitoriali.[86][87] È anche favorevole all'introduzione dello ius soli temperato[88] e alla legalizzazione dell’eutanasia.
È scettico, invece, sulla legalizzazione delle droghe leggere[89] ed è contrario alla maternità surrogata.[90][91]
Sostiene la parità di genere, proponendo a tale proposito: congedi parentali che equiparino uomo e donna per evitare così che le aziende preferiscano assumere uomini; trasparenza obbligatoria nelle retribuzioni e negli organici; percorsi di eliminazione e prevenzione degli stereotipi di genere nelle scuole, nelle università e nelle aziende; corsi di educazione sessuale in tutte le scuole pubbliche.[92] Propone inoltre quasi 6 000 nuovi centri antiviolenza, un nuovo sussidio per le vittime di violenza (per garantire loro autonomia e sicurezza per 3 anni) e un «profondo sforzo educativo» per fermare e prevenire la violenza di genere.[93][94][95]
Sostiene la realizzazione di una transizione ecologica per portare a una diminuzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e del 100% entro il 2050 tagliando le emissioni nei settori che inquinano di più (come i trasporti), offrire un’alternativa alle auto e diverse forme di mobilità, comprese le alternative ai motori a combustibili fossili.[96]
Sulle politiche giovanili, sostiene la creazione di un nuovo sostegno al reddito che consenta ai giovani di «rendersi autonomi, spostarsi e formarsi»; la creazione di nuovi percorsi di formazione brevi e online «che li aiutino ad acquisire le competenze mancanti»; un supporto digitale per la ricerca del lavoro; una revisione del contratto di tirocinio; sgravi per le loro assunzioni.[92]
Riguardo alla prima infanzia, ha intenzione di rendere possibile una crescita e formazione adeguata per tutti i bambini, di permettere ai genitori la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare e di aumentare (di conseguenza) la natalità, mediante: l'aumento delle strutture per la prima infanzia; l'aumento del numero di laureati che possono insegnare all'asilo nido; una revisione dei sistemi di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi; asili nido gratuiti per la maggior parte degli italiani; ulteriori incentivi per famiglie che vivono in aree dove i servizi di prima infanzia sono sottoutilizzati.[92]
Riguardo alle politiche migratorie, oltre a essere favorevole allo ius soli, sostiene un «controllo severo delle frontiere, la regolarizzazione di chi ha un lavoro, rimpatri volontari incentivati per chi non lo ha, ampliamento del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, flussi di immigrazione legale controllata ed espulsione immediata di chi commette un reato».[97] Ritiene che bisognerebbe «avere canali di immigrazione legali e collegati al lavoro, corridoi umanitari, gestione unitaria della politiche di integrazione e ‘migration compact' per gestire in Africa arrivi e respingimenti».[98]
In merito alla scuola, sostiene il rafforzamento della didattica nelle scuole secondarie di primo grado e la posticipazione della scelta professionalizzante di un anno «per dare competenze di base a tutti e contrastare la dispersione scolastica»; l'introduzione del tempo lungo e le mense in tutte le scuole; un nuovo servizio di orientamento, di supporto psicologico e di mediazione culturale; l'aumento delle retribuzioni degli insegnanti «incentivando un miglioramento qualitativo dell'insegnamento».[92]
In passato è stato definito un operaista per la sua forte attenzione verso i lavoratori piuttosto che verso le multinazionali straniere. Egli ha inoltre considerato questa definizione come un «grande complimento».[99]
Critico nei confronti della Terza via e sostiene il bisogno di investimenti, di protezione e di difesa dell'occupazione, ritenendo che la sinistra di oggi debba basarsi su questi punti.[51][100][101] Pentendosi del suo passato da "liberista ideologico", sostiene l'importanza per le democrazie liberali di recuperare il pragmatismo, e che il paradigma di riferimento debba essere il socialismo liberale.[102]
Sostiene la necessità di avere norme che vietino a rappresentanti politici con cariche di percepire compensi da governi stranieri.[103]
Si è detto favorevole a una legge elettorale maggioritaria a doppio turno[104] o proporzionale con una soglia di sbarramento del 5%.[105]
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