C'è ancora domani | |
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Delia (Paola Cortellesi) in un fotogramma del film | |
Lingua originale | romanesco[1] (frasi in italiano ed inglese) |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2023 |
Durata | 118 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico, storico, commedia |
Regia | Paola Cortellesi |
Sceneggiatura | Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi |
Produttore | Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani |
Produttore esecutivo | Saverio Giuseppe Guarascio, Gianluca Mizzi, Mandella Quilici |
Casa di produzione | Wildside, Vision Distribution |
Distribuzione in italiano | Vision Distribution |
Fotografia | Davide Leone |
Montaggio | Valentina Mariani |
Effetti speciali | Franco Galiano |
Musiche | Lele Marchitelli |
Scenografia | Massimiliano Paonessa, Lorenzo Lasi |
Costumi | Alberto Moretti |
Trucco | Ermanno Spera |
Interpreti e personaggi | |
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C'è ancora domani è un film del 2023 scritto, diretto e interpretato da Paola Cortellesi, al suo esordio come regista.[2]
Il film è stato presentato alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma in concorso nella categoria "Progressive Cinema - Visioni per il mondo di domani", ottenendo due premi, tra cui il premio speciale della giuria e una menzione speciale come miglior opera prima.[3] È stato poi premiato come Film dell'anno ai Nastri d'argento del 2024.[4][5]Il film ha ottenuto 19 candidature ai David di Donatello, risultando il film di un esordiente con il più alto numero di candidature nella storia del premio.
La pellicola è stata un successo al botteghino,[6] venendo apprezzata dalla critica italiana ed estera per la regia e le prove recitative degli attori, oltre che per le tematiche affrontate legate alla cultura patriarcale, alla violenza di genere e ai diritti delle donne.[7]
Roma, maggio 1946. La città è occupata, come il resto d'Italia dopo la sconfitta e le tragiche devastazioni lasciate dalla seconda guerra mondiale, dai reparti militari Alleati; inoltre è imminente il referendum istituzionale e l'elezione dell'Assemblea Costituente del 2 e 3 giugno. Delia è sposata con Ivano, marito brutale e manesco dal quale viene quotidianamente percossa e svilita. La coppia ha tre figli. La primogenita, Marcella, prossima al fidanzamento, disprezza la madre per la passività con cui subisce gli abusi coniugali. La giornata di Delia si divide tra le faccende domestiche e vari lavori sottopagati, in particolare uno nel quale un giovane ragazzo, benché semplice apprendista, percepisce una paga maggiore di quella della protagonista solamente perché è un uomo.
Le uniche fonti di sollievo sono l'amicizia con Marisa, una fruttivendola spiritosa e ottimista (che, al contrario di Delia, ha una relazione matrimoniale sana), e con il meccanico Nino, con il quale aveva avuto in passato un innamoramento che non si era però concretizzato in una proposta di matrimonio. Nino le propone di andare con lui al nord per avere opportunità lavorative e di vita migliori.
Un giorno Delia restituisce una foto di famiglia ritrovata casualmente a un soldato afroamericano, William, che la aveva smarrita. Questi la ringrazia offrendole della cioccolata. Dopo altri incontri fortuiti, in cui le parla soltanto in inglese senza riuscire a farsi capire, William nota i lividi sul corpo di Delia e intuisce che c'è un problema. La donna riceve anche una lettera misteriosa che inizialmente getta via, ma poi decide di custodire, traendo da essa la forza per reagire alla sua condizione. Nel frattempo Marcella organizza il matrimonio con Giulio Moretti, il giovane rampollo di una famiglia benestante, proprietaria di un bar della zona. Ivano subodora il tornaconto economico che potrebbe scaturire dalle nozze fra i due. Nonostante il pranzo a casa di Delia con i probabili consuoceri abbia degli esiti imbarazzanti, dovuti al comportamento volgare di Ivano, dei due figli minori della coppia, Sergio e Franchino, e di Ottorino, il padre di Ivano, Giulio e Marcella si fidanzano ufficialmente.
Successivamente Delia intuisce che il fidanzato della figlia presenta gli stessi atteggiamenti possessivi e violenti del marito e teme che Marcella possa andare incontro a un destino simile al suo, con un matrimonio in cui verrebbe regolarmente vessata ed umiliata. Con l'aiuto del soldato William, fa esplodere il bar del futuro genero, riducendo in miseria la sua famiglia e causando indirettamente la rottura del fidanzamento.
A questo punto Delia pare decisa a scappare dal marito, utilizzando il 2 giugno come data fatidica. Il giorno fissato si prepara ideando uno stratagemma per allontanarsi senza destare sospetti, ma il suocero muore improvvisamente. Viene organizzata la veglia funebre che vincola Delia a restare a casa per tutto il giorno. La donna non si perde d'animo, dicendosi che "c'è ancora domani" per mettere in atto il suo piano.
Il mattino successivo, Delia lascia a Marcella una busta con una lettera e i soldi risparmiati per permetterle di studiare (poiché il marito asseriva che una figlia femmina non dovesse farlo e che i soldi dovessero essere risparmiati soltanto per l'istruzione dei due figli maschi). La protagonista si avvia a compiere finalmente ciò che aveva in programma: si reca di nascosto alle urne per votare al referendum fra monarchia e repubblica ed eleggere l'Assemblea Costituente, votando per la prima volta, come tutte le altre donne d'Italia. Prima di entrare al seggio, si rende conto di aver lasciato inavvertitamente a casa la tessera elettorale, quando viene raggiunta dal marito e dalla figlia che, avendo trovato la tessera elettorale, vanno a cercare Delia con intenti opposti: il primo per riportarla a casa e la seconda per consegnargliela.
Marcella riesce a dare alla madre il documento valido per farla votare mentre Ivano, che si era diretto minaccioso verso di lei, viene fermato dallo sguardo deciso della moglie la quale fissandolo, attorniata da altre donne che come lei hanno votato per la prima volta, lo spinge a desistere e ad andarsene.
C'è ancora domani è nato da un'idea di Paola Cortellesi, che ha scritto la sceneggiatura con Furio Andreotti e Giulia Calenda,[8] basandosi sulla vita delle donne nel secondo dopoguerra in Italia e traendo ispirazione dalle storie raccontate dalla propria nonna e dalla propria bisnonna.[9][10][11]
Il film è girato completamente in bianco e nero,[12][13] scelta motivata da Cortellesi sia come un tributo ai film neorealisti italiani del secondo dopoguerra, sia dal fatto che lei immaginasse rappresentate in questo modo le memorie delle proprie nonne.[13] Inoltre, per i primi otto minuti del film sono state utilizzate delle cineprese in rapporto 4:3, un altro omaggio ai film dell'epoca.[13][14]
Il film è stato prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside e Vision Distribution.[15] Le riprese esterne del film si sono tenute a Roma nel rione Testaccio mentre le ambientazioni interne sono state girate presso gli studi di Cinecittà.[16][17] La regista ha preso parte in prima persona ai provini, cercando di rendere gli aspiranti attori parte della sua idea fin dai primi momenti della fase di registrazione.[18] In un'intervista rilasciata a The Hollywood Reporter Roma, Cortellesi ha spiegato la scelta di ambientare il film nella città:[19]
«È stato naturale. La storia del film è inventata, ma c'è moltissimo dei racconti della mia famiglia. Sono per metà romana e per metà abruzzese. Mia madre venne a Roma a sei anni, ha trascorso qui la sua primissima infanzia. Ma molte delle storie da cui ho tratto ispirazione sono di mia nonna. È anche il motivo per cui ho immaginato l'opera in bianco e nero. Quando ti tornano in mente le immagini del passato a Roma non sono mai a colori. I cortili romani in cui tutto veniva messo in piazza. Si viveva insieme, non c'era discrezione, però era bello. La Roma di C'è ancora domani è molto lontana dalla Roma di oggi. [...] La vita sociale era diversa. Forse le famiglie borghesi erano le uniche discrete. [...] e abbiamo messo in scena un'incomunicabilità totale, che rappresenta la differenza di ceto sociale a Roma, come nel resto di Italia. Roma, però, non è solo un bacino. Roma è tante cose. C'è la Roma del centro, la Roma dei quartieri bene, poi c'è la Roma popolare, quella delle periferie, delle borgate.»
La colonna sonora è stata curata da Lele Marchitelli, e alterna composizioni originali a brani già editi.[20][21]
Presentato in anteprima come film di apertura alla Festa del Cinema di Roma 2023, C'è ancora domani è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 26 ottobre 2023.[22] Nel 2024 è stato distribuito anche in Francia dalla Universal Pictures e nel Regno Unito e Irlanda da Vue International[23].
Paese | Data di uscita[24] |
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Italia | 18 ottobre 2023[nota 1] |
26 ottobre 2023[nota 2] | |
Svizzera[25] | 26 ottobre 2023 ( Ticino) |
13 marzo 2024[nota 3] | |
4 aprile 2024[nota 4] | |
Svezia | 29 gennaio 2024[nota 5] |
1 marzo 2024[nota 2] | |
Marocco | 8 marzo 2024 [nota 6] |
13 marzo 2024[nota 2] | |
Francia | 13 marzo 2024 |
Belgio | 15 marzo 2024[nota 7] |
Paesi Bassi | 21 marzo 2024 |
Germania | 4 aprile 2024 |
Austria | |
Argentina | 11 aprile 2024 |
Ecuador | 26 aprile 2024 |
Spagna | |
Irlanda | |
Regno Unito[23] | |
Portogallo | 9 maggio 2024 |
Polonia[26] | 24 maggio 2024 |
Australia | 28 novembre 2024 |
Norvegia | 25 dicembre 2024 |
C'è ancora domani ha occupato la prima posizione del botteghino nel fine settimana compreso tra il 26 e il 29 ottobre, con un incasso di 1,6 milioni di euro, divenendo il film italiano con il miglior esordio del 2023.[27][28]
Con 5416262 biglietti venduti e un incasso totale di 36657095 €, il film è stato il più visto e col maggior incasso dell'anno 2023 e della stagione 2023-2024.[29] È il nono film col maggiore incasso in Italia, e il quinto tra i film di produzione nazionale. La pellicola è stata poi resa disponibile anche in Francia, nelle cui sale ha fatto registrare 2628971 $, di cui 800000 nel solo primo fine settimana d'esordio, piazzandosi alle spalle di Dune - Parte due e One Life.[30][31]
Il film è stato accolto positivamente dalla critica cinematografica italiana e internazionale, che ne ha apprezzato la regia e la sceneggiatura nell'affrontare tematiche legate al femminismo e al patriarcato,[12][14] oltre che le capacità interpretative degli attori, in particolare modo della stessa Cortellesi, Valerio Mastandrea e Romana Maggiora Vergano.[12][32] Il film è stato ritenuto tra i migliori progetti cinematografici del 2023,[33][34][35][36][37][38][39][40][41] venendo classificato il 2º da Rolling Stone Italia,[42] 3º da Panorama,[43] 7º da Cinematographe,[44] e 11º da Movieplayer.it.[37]
Paolo Mereghetti, recensendo il film per il Corriere della Sera, scrive che il lavoro di Paola Cortellesi è «decisamente notevole» poiché le scelte registiche «cercano di trovare un equilibrio non scontato tra una chiave realistica e una più esemplare e didascalica», trovando che alcune soluzioni abbiano delle «ingenuità» ma siano «conseguenza dell'ambizione e dell'originalità messe in campo». Il critico afferma che il film si propone di «allargare il discorso di Delia e delle altre donne verso una dimensione non più solo individuale, ma finalmente collettiva e sociale», aggiungendo che, pur affrontando tematiche «di violenza e di maltrattamenti», il progetto «non [le] mostra mai nel suo crudo realismo».[45] Boris Sollazzo del The Hollywood Reporter Roma apprezza la capacità della regia di effettuare «inquadrature, soprattutto quelle più enfatiche e parossistiche, in modo controintuitivo, per sottolineare la normalità, di una camminata o di una lite», mentre la fotografia e montaggio risultano «bruschi il giusto, ripercorrendo un linguaggio anche visivo del tempo, pur con facce e alcune soluzioni registiche moderne».[46]
Cristina Battocletti di Il Sole 24 Ore afferma che la Cortellesi come regista «continua nel solco di un civismo che contraddistingue tutta la sua carriera», la quale dimostra «intelligenza anche a far propria la lezione della Commedia all'italiana» nonché d'impersonare una «maschera originalissima nel senso nobile della Commedia dell'Arte».[47] Anche Alessandro De Simone di Ciak scrive che il film si imposta sul genere commedia con una «coraggiosa contaminazione tra musical, neorealismo e postmodernismo» e «virando a un certo punto quasi verso il giallo». Il giornalista sottolinea che sebbene non risulti tutto equilibrato, la sceneggiatura «porta un livello cinematografico superiore» al progetto, apprezzando «i tempi comici e tutte le interpretazioni», soprattutto di Emanuela Fanelli, Paola Tiziana Cruciani, e «la sorpresa, bellissima» di Romana Maggiora Vergano.[32]
Piera Detassis di Elle Italia riscontra che il film «guarda evidentemente con amore al neorealismo ma è tutto contemporaneo», definendolo «avvincente».[48] Un commento simile arriva da Federico Pontiggia del Cinematografo, il quale sostiene che il film «sa destreggiarsi tra comico e tragico ed evocare senza troppi infingimenti il neorealismo rosa, e quindi la commedia all’italiana nei caratteri umani, nel décor, nella temperie socioculturale».[12][49] Gabriele Niola di Esquire Italia, invece, muove alcune obiezioni sulla buona riuscita di alcune sequenze del film, citando una scena che «tenta una difficile unione di ballo e violenza» e, "benché sia chiaro il suo intento di raccontare le radici di quella violenza, comunque è maldestra». Tuttavia, lo stesso giornalista afferma anche che, a differenza del «piattume senza idee delle commedie italiane», C’è ancora domani è «registicamente vivacissimo» e «pieno di rabbia», «come tutti i migliori esordi».[12][50]
Luisa Garribba Rizzitelli di HuffPost Italia, soffermandosi sui temi affrontati dal film, lo associa ai termini «svelare» e «autodeterminarsi», ritenendo che esso presenti «qualcosa di rivoluzionario e pieno di speranza» poiché non rivolto «alle donne [...], ma rivolgendosi ai compagni, ai fratelli, ai padri, [i quali] non possono che specchiarsi nella sequenza di episodi impietosi: lo strapotere maschile viziato dai privilegi della cultura ancora patriarcale». Rizzitelli sostiene che la Cortellesi «sta mostrando non un tempo passato, ma lo specchio di ciò che c'è ancora oggi» imponendo nel finale del film «proprio agli uomini, di decidere da che parte stare, determinando, la propria posizione rispetto alle lotte del femminismo».[51]
Il 23 novembre 2023 il film è stato proiettato nell'aula del Senato della Repubblica, su iniziativa del Presidente Ignazio La Russa,[54][55] in prossimità della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.[4][13][14] Tuttavia, in seguito all'evento, parte della stampa ha criticato la scarsa partecipazione da parte dei parlamentari e ministri in aula, nonché l'assenza della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.[56][57]
«Da comune cittadina auspico che, al di là degli schieramenti politici che rappresentate, saprete procedere uniti per far sì che le nuove generazioni ricevano, lungo tutto il percorso scolastico, un’adeguata formazione all’affettività e al rispetto, affinché imparino sin da piccoli che amare non significa possedere, e la violenza maschile sulle donne cessi di essere l’indegno fenomeno sociale che ogni giorno affligge il nostro paese»
Nelle settimane successive alla distribuzione del film diverse scuole medie e superiori in tutta Italia hanno condotto campagne di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere e sui femminicidi, incentivando le loro classi ad assistere alla proiezione del film presso le sale cinematografiche locali.[4][14][59]
Il 22 novembre 2023 il film è stato proiettato in contemporanea, dal vivo e in live streaming, per oltre 56000 studenti di 365 scuole superiori durante un evento al Cinema Moderno di Roma,[55][60][61] a cui sono intervenute Paola Cortellesi, Emanuela Fanelli e Romana Maggiora Vergano.[55]
Nel dicembre del 2023, un anonimo imprenditore lodigiano ha donato 400 biglietti agli studenti della sua città per incentivarli ad assistere alla proiezione del film;[62] la stessa regista ha apprezzato pubblicamente il gesto.[63]
Secondo alcuni critici e giornalisti, le tematiche affrontate dal film hanno contribuito a riaccendere le discussioni sulla violenza di genere e sui diritti delle donne in Italia in seguito all'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre 2023.[13][14][64] A seguito della tragedia, l'allora governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la volontà di attuare un progetto di sensibilizzazione negli istituti scolastici della Regione che prevedesse la visione di C'è ancora domani;[65] la campagna, denominata Essere Umani, è ufficialmente iniziata nel dicembre dello stesso anno, e ha previsto seicento proiezioni in trenta sale cinematografiche regionali per studenti delle scuole medie e superiori, oltre al coinvolgimento di psicologi, sociologi e pedagoghi.[66]
Nel corso delle manifestazioni e dei cortei di cordoglio tenutisi in tutto il Paese a seguito del femminicidio di Giulia Cecchettin, diversi manifestanti hanno riportato sui loro manifesti alcune frasi tratte dai dialoghi sul tema della violenza e della discriminazione di genere inclusi nel film;[67][68] in particolare, durante una manifestazione organizzata a Roma, Paola Cortellesi ha ringraziato personalmente una manifestante, la studentessa Caterina Cesari.[67][69]
Successivamente all'uscita nelle sale del film il presidente dell'Umbria Film Commission, Alberto Pasquale, ha condiviso attraverso i propri canali social delle indiscrezioni riguardo all'esclusione di C'è ancora domani dai fondi pubblici erogati dalla Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero della cultura per il finanziamento di progetti cinematografici.[70][71] Secondo la ricostruzione di Pasquale, nel 2022 la sceneggiatura e il progetto di produzione del film erano stati presentati alla commissione nelle categorie «opere di particolare qualità artistica» e «film difficili con risorse finanziarie modeste»;[72] tuttavia, il 12 ottobre dello stesso anno, il film era stato collocato all'ultimo posto su 51 progetti esaminati per la prima categoria, in quanto ritenuto «progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale».[73] Inoltre, secondo lo stesso Pasquale, la sotto-commissione 4 aveva escluso C'è ancora domani dalla terna di titoli selezionata per la seconda categoria, che avrebbero ricevuto un finanziamento diretto di 630000 €.[74]
Il Ministro in carica nella legislatura allora vigente, Dario Franceschini, ha negato ogni coinvolgimento diretto nella decisione, affermando che «il compito di un Ministro è solo tutelare l'autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise» e che «un Ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato».[73] Franceschini ha anche sostenuto che il film avesse avuto accesso a un finanziamento di circa 3000000 € grazie al meccanismo automatico del tax credit, introdotto da un decreto interministeriale ad opera dello stesso ministro, entrato ufficialmente in vigore nel febbraio del 2021.[73]
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