Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov" | |
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Scudetto dell'unità | |
Descrizione generale | |
Attiva | 5 maggio 2014 - oggi |
Nazione | Ucraina |
Servizio | fanteria leggera, fanteria meccanizzata |
Tipo | Reggimento di fanteria leggera |
Ruolo | Controguerriglia, ricognizione, Operazioni Speciali, EOD (bonifica ordigni) |
Dimensione | più di 2 500 uomini (2017)[1] |
Soprannome | Uomini in nero Corpo Nero (Čornyj Korpus) |
Motto | Morte al nemico! ("Smert' Voroham!") |
Colori | Blu Giallo Nero |
Battaglie/guerre | Guerra del Donbass
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Parte di | |
Guardia Nazionale dell'Ucraina | |
Comandanti | |
Comandante attuale | Denys Prokopenko |
Degni di nota | Ihor Mosijčuk; Vadym Trojan |
Simboli | |
Bandiera | |
Bandiera alternativa | |
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Il Battaglione "Azov" (in ucraino: батальйон «Азов»?; traslitterato: batal'jon "Azov") o Reggimento "Azov" è un'unità militare ucraina con compiti militari e di polizia. Costituitosi spontaneamente come gruppo paramilitare nazionalista di estrema destra a febbraio 2014, nelle prime fasi della guerra del Donbass,[2] in risposta ai guerriglieri secessionisti filo-russi e agli "omini verdi" (truppe della Federazione Russa prive di distintivi)[3][4][5], fu inquadrato nella Guardia nazionale dell'Ucraina[6] solo l'11 novembre successivo e da gennaio 2015 è stato ufficialmente denominato Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov" (in ucraino: Окремий загін спеціального призначення «Азов»?, ОЗСП «Азов»; traslitterato: Okremyj zahin special'noho pryznačennja "Azov", OZSP "Azov").
L'unità miliare, che ha arruolato anche mercenari stranieri, è ritenuta di orientamento neonazista [7][8][9][10][11][12][13][14][15][16][17][18][19][20] e fa aperto uso della simbologia nazionalsocialista. È stata inoltre accusata di crimini di guerra e tortura.[21]
A causa del caos politico e istituzionale che si è venuto a creare in Ucraina dopo l'Euromaidan, con la deposizione di Viktor Janukovyč ed il suo governo, la perdita della Crimea seguita dall'annessione della regione alla Russia ed un aumento considerevole nelle diserzioni dell'esercito ucraino, ha portato le autorità governative ad avvalersi sempre più dell'utilizzo di gruppi paramilitari composti da combattenti provenienti da gruppi nazionalisti dell'estrema destra come l'Assemblea Social-Nazionale (ASN) e i Patrioti d'Ucraina, formando i cosiddetti "Battaglioni di volontari civili".[22]
Nell'aprile del 2014, questi "battaglioni" vengono regolarmente autorizzati dal Ministro dell'Interno Arsen Avakov, permettendo conseguentemente la costituzione di reparti paramilitari per un totale di circa 12000 uomini, affiancandoli all'esercito regolare. Essendo un reparto di volontari, per legge il battaglione "Azov" non poteva far parte delle Forze armate permanenti ucraine e nelle sue prime fasi viene quindi inquadrato nella Polizia.
Il battaglione "Azov" è stato inizialmente una delle cinque unità paramilitari (unitamente ai battaglioni "Aidar", "Dnipro-1", "Dnipro-2" e "Donbass") composte anche da nazionalisti provenienti da varie nazioni d'Europa, e nelle prime fasi del conflitto è parte degli oltre quaranta battaglioni di volontari dislocati in tutto il territorio ucraino; inquadrati successivamente nella Guardia nazionale dell'Ucraina e finanziati dall'oligarca ucraino Ihor Kolomojs'kyj, già governatore di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il finanziatore delle milizie nazionalistiche di Pravyj Sektor[23] considerate le responsabili del rogo di Odessa dove morirono trentotto persone.[24]
Il battaglione ha sede a Urzuf, città costiera che si affaccia sul Mar d'Azov da cui prende il nome, a circa quaranta chilometri a sud-ovest di Mariupol' nell'oblast' di Donec'k.[25]
Ed è proprio a Mariupol' che, il 13 giugno, avviene il battesimo del fuoco del reparto: la città costiera, che era stata precedentemente occupata dai ribelli secessionisti, viene riconquistata e poi dichiarata "Capitale provvisoria dell'Oblast' di Donec'k", in sostituzione della città di Donec'k ancora occupata dai secessionisti.[26][27] Da allora in avanti, il battaglione "Azov" conosce un'intensa attività operativa contro le forze secessioniste dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck', sostenuta dalla Russia, partecipando a numerose operazioni militari come «battaglione speciale di polizia» sotto il controllo del Ministero degli Interni ucraino.
L'11 agosto il battaglione "Azov" e i paracadutisti dell'esercito ucraino liberano la città di Mar"ïnka, occupata dalle forze secessioniste filorusse; nel settembre 2014 il battaglione "Azov" partecipa alla seconda battaglia di Mariupol' e, in seguito al cessate-il-fuoco del 6 settembre, rimane sul fronte di Donec'k conducendo intense attività di bonifica da ordigni esplosivi e di ricognizione.[28]
Alla fine di settembre, il battaglione "Azov" è incorporato nella Guardia nazionale dell'Ucraina e trasformato in unità militare regolare e permanente. Assieme all'altrettanto celebre battaglione "Donbass" e al DUK (Corpo Volontari Ucraini) è stato uno dei reparti militari di Kiev più intensamente impegnati nel conflitto.
Nel gennaio 2015 il battaglione è elevato allo status di Reggimento Operazioni Speciali (Polk Osoblyvoho Pryznačennja) e intraprende un'intensa attività di addestramento e riorganizzazione, concentrandosi su attività di ricognizione, controguerriglia, operazioni speciali e bonifica da ordigni (EOD). Istituisce una compagnia corazzata (con carri T-64 e T-72) e, in aprile, dei pezzi d'artiglieria.[6] I componenti sono ora militari ucraini regolari, ricevono (maggio 2015) una paga mensile di 10.000 Gryvnie (400 Euro)[29] e sono sottoposti alla disciplina e ai regolamenti militari; strutture amministrative e addestrative vengono aperte a Kiev e a Urzuf, e tutto ciò, unitamente ai rifornimenti regolari di armi e materiali inviati dalla Guardia nazionale, aumenta notevolmente l'efficienza del reparto, che a maggio 2015 schiera oltre 1.000 uomini, impegnati a sorvegliare il fronte di Donec'k. Molti dei militari dell'"Azov" sono di origine russa[30].
Durante l'invasione russa dell'Ucraina del 2022, il canale d'informazione bielorusso NEXTA riporta la consegna a Charkiv di missili anticarro NLAW al reggimento "Azov" da parte di istruttori NATO.[31][32][33]
Il 19 marzo 2022, il presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj conferisce il titolo di Eroe dell'Ucraina a Denis Prokopenko, comandante del Battaglione Azov,[34] "per il coraggio personale e l'eroismo mostrato in difesa della sovranità statale e dell'integrità territoriale" durante l'invasione russa.[35]
A partire dal 2015, il Reggimento "Azov" ha assunto forma e strutture tipiche di un'unità militare di fanteria leggera[6]; la transizione da unità spontanea di volontari (per quanto riconosciuta dal governo) in un reparto militare regolare permanente ha naturalmente comportato l'adozione di procedure, regolamenti e standard del tutto identici a quelli dell'esercito.[29] Le reclute sono sottoposte a una prima fase di selezione e scrutinio in un apposito centro di mobilitazione a Kiev[29]; quindi devono affrontare due settimane di selezione nel centro di addestramento situato nell'ex-complesso industriale "Atek", alla periferia di Kiev, periodo descritto come "molto impegnativo" dalla stampa estera che ha visitato il complesso nell'aprile 2015[29]. Quindi gli aspiranti vengono assegnati ai reparti, dove intraprendono un intenso addestramento militare incentrato su operazioni speciali, ricognizione, controguerriglia.
I reparti di ricognizione e di bonifica ordigni (EOD) sono considerati l'élite del Reggimento e sono composti dagli elementi più esperti; il Reggimento "Azov" è strutturato inoltre su diverse unità di fanteria leggera, un reparto meccanizzato, una compagnia corazzata, artiglieria, genio, sanità, trasmissioni, secondo uno standard organizzativo comune a tutti i reggimenti speciali ucraini.
Il battaglione "Azov" sarebbe composto per la maggior parte da volontari, provenienti da partiti e movimenti politici legati all'estrema destra ucraina e integrati da volontari d'ispirazione nazifascista e neonazista provenienti anche da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia.[36][37][38][39] Fonti del governo di Kiev negano che il battaglione Azov avesse espresso alla sua costituzione ideologie o posizioni ufficiali assimilabili al nazismo e, pur ammettendo che il reparto abbia attratto diversi volontari con dichiarate posizioni di estrema destra, nel 2015 hanno dichiarato che il 70-80% dei militari sarebbe politicamente neutrale.[40] La formazione militare è legata al Corpo Nazionale, un progetto politico creato dai membri del battaglione, che partecipa anche alle elezioni e ha rapporti internazionali con altri gruppi suprematisti bianchi.[41]
Lo stemma del battaglione fa riferimento al Wolfsangel, che simboleggia una trappola per lupi; attestato dal medioevo per la sua funzione di amuleto contro i lupi e utilizzato in vari stemmi araldici: esso nel corso del XX secolo fu adottato inizialmente dal nazismo, per essere poi soppiantato dalla svastica, e in seguito da alcune unità militari SS della Germania nazista operanti durante l'invasione dell'URSS.[42][43] Sullo sfondo è posto il sole nero (Schwarze Sonne), costituito dalla rotazione di una serie di svastiche inscritte in un cerchio, anch'esso ispirato alla tradizione runica legata al misticismo nazista.
Nel dicembre 2015 negli Stati Uniti d'America il Congresso ha rimosso il divieto di finanziare e addestrare il battaglione "Azov", come già avviene, a partire dal febbraio 2014, con altri corpi delle forze armate ucraine.[44] Il battaglione ha rapporti con diverse organizzazioni di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti.[45] In Italia ha contatti con Casapound.[46]
Amnesty International, dopo un incontro avvenuto l'8 settembre 2014 tra il segretario generale di Amnesty Salil Shetty con il primo ministro Arsenij Jacenjuk, ha chiesto al governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari che operano unitamente alle forze armate di Kiev. Il Governo ucraino ha aperto un'inchiesta ufficiale al riguardo, dichiarando che non risultano indagati ufficiali o soldati del battaglione "Azov".[47][48] Nel 2016 un rapporto dell'OSCE ritiene il battaglione "Azov" responsabile dell'uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell'uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.[21]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47147662825760550118 · LCCN (EN) nb2016018139 · WorldCat Identities (EN) lccn-nb2016018139 |
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