Baarìa è un film del 2009 scritto e diretto da Giuseppe Tornatore.
Il film ha inaugurato la 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 2 settembre ed è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 25 settembre 2009.[1] Il 26 settembre 2009 la pellicola è stata proiettata presso il Museo delle tradizioni e arti contadine di Picciano in presenza del regista Giuseppe Tornatore e del maestro Ennio Morricone, autore della colonna sonora.[2] In tale occasione l'amministrazione comunale di Picciano ha conferito la cittadinanza onoraria ai due artisti.[2]
Il 15 dicembre viene annunciata la sua candidatura al Golden Globe 2010 come miglior film straniero, dove ottiene la nomination, mentre il Golden Globe è assegnato a Il nastro bianco di Michael Haneke. Il film non supera invece le preselezioni per la candidatura agli Oscar per la categoria film straniero.[3] Il film ha ottenuto 14 candidature ai David di Donatello 2010, conquistando il David giovani e il premio per la colonna sonora, l'ottavo David di Donatello per il miglior musicista vinto da Ennio Morricone. È stato premiato ai Nastri d'argento 2010 con il Nastro dell'anno, come film che rappresenta nella sua eccezionalità il "caso" artistico e produttivo dell'annata.[4]
Peppino Torrenuova è costretto a lavorare sin da piccolo dapprima come bracciante e successivamente come aiuto di un pastore, e di conseguenza abbandona la scuola. Al termine della guerra, nel corso dell'incursione dei compaesani in una banca, riesce a rubare una piccola fortuna, con la quale acquista dei bovini che risollevano temporaneamente le condizioni della famiglia.
Inizia ad abbracciare idee comuniste e da giovanissimo si iscrive al Partito Comunista Italiano, trasformando ben presto la sua passione politica in un lavoro a tempo pieno. Si innamora della coetanea Mannina, ma i genitori di lei non acconsentono alla loro unione per le precarie condizioni economiche della famiglia di Peppino e la costringono al fidanzamento con un altro uomo. I due non si danno per vinti e continuano in segreto la loro relazione, finché non decidono di dichiarare ufficialmente il loro amore con una fuitina, chiudendosi a chiave nella casa di lei.
Il film racconta la vita nel comune palermitano di Bagheria (Baarìa in siciliano) a partire dagli anni trenta fino agli ottanta circa seguendo la storia di una famiglia per tre generazioni. Lo sviluppo cronologico del film consente al regista di disseminare riferimenti a cosa nostra, al fascismo ed alle lotte sociali post-belliche. Tra gli avvenimenti della storia italiana che fanno da contesto alla vicenda dei personaggi:
Il film fu annunciato all'edizione 2007 del Taormina Film Festival.
Le principali ambientazioni fusono filmate nel comune di Bagheria, in provincia di Palermo.[5] Altre scene sono girate in vari set in Tunisia, ricostruendo l'antica Bagheria vicino a un sobborgo di Tunisi.[5]
«"Baarìa" è un suono antico, una formula magica, una chiave. La sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde il mio film più personale. Una storia divertente e malinconica, di grandi amori e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi... Baarìa è anche il nome di un paese siciliano dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale. Ma percorrendole avanti ed indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti.[6]» |
(Giuseppe Tornatore in un'intervista) |
Il film, a causa dell'uso stretto del siciliano nella variante bagherese utilizzata nei dialoghi, è stato doppiato in italiano (con inflessione siciliana) dagli stessi attori, per evitare l'aggiunta dei sottotitoli al di fuori della Sicilia.[7]
La pellicola fu venduta in 157 paesi. Incassò al botteghino in Italia 10.525.000 € e ca. 16 milioni in tutto il mondo compresa l'Italia, non riuscendo però a coprire i 28 milioni di euro (con contributo pubblico) che costò la sua produzione[8].[9]
Alcune critiche hanno coinvolto la proiezione del film a livello nazionale per alcuni fotogrammi mostranti lo stordimento e l'uccisione di un bovino tramite dissanguamento. La scena venne ripresa dal vivo, senza effetti speciali in un macello locale, situazione che in Italia sarebbe stata presumibilmente ascrivibile a maltrattamento animale secondo la legislazione vigente.[10]
In particolare sono state accese le critiche mosse dalla Lega anti vivisezione[10] e successivamente dall'ENPA, con quest'ultima che ha presentato una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Roma con riferimento alla violazione degli articoli 544 bis e ter (Legge 20 luglio 2004, n. 189) del Codice penale italiano, richiedendo il ritiro immediato della pellicola.[11] Mariano Buratti, avvocato per conto dell'ENPA, ha dichiarato che qualora si fosse ritenuto di girare la scena in Tunisia per evitare sanzioni penali in Italia, previa istanza al Ministro della Giustizia italiano, il procedimento penale sarebbe comunque potuto radicarsi in Italia[11][12]; in Tunisia gli usi locali di macellazione, come in tutti gli ambiti islamici e ebraici, prevedono ancora tale pratica, scomparsa invece, salvo deroghe, in Italia. Lo stesso ENPA ha iniziato una campagna di boicottaggio contro la visione del film e contro la nomination ai Premi Oscar 2010[13].
In risposta a queste critiche il regista Giuseppe Tornatore ha replicato che la ripresa della macellazione non si è svolta in Tunisia per aggirare le leggi italiane, bensì perché buona parte del film è stata lì girata[11][14]. Egli inoltre ha affermato: "siamo entrati in un vecchio mattatoio, abbiamo ripreso quei pochi secondi, proprio come se fosse un documentario, e le abbiamo inserite nel film"; la scena, ripresa in un macello del luogo, introducendo delle comparse, sarebbe quindi assimilabile a quella di un documentario, in quanto viene ripresa un'azione che viene ripetuta molte volte al giorno[14]. Lo stesso regista ha dichiarato di essere stato convocato dal giudice per tali accuse e quindi assolto.[15]
Sul film vi sono state diverse critiche relative alla produzione, per parte da Medusa. Silvio Berlusconi, proprietario al tempo della realizzazione del film della casa produttrice, dichiarò la sera antecedente alla prima proiezione alla Mostra di Venezia che Baarìa fosse un capolavoro; tale giudizio non fu ben preso da una parte della critica, la quale prese aspre posizioni nei confronti del film, tra le quali l'accusa - definita non vera dal regista - di non parlare in esso ovviamente (...) di mafia[15]. Un'altra critica al film fu rivolta agli incassi, ritenendo che il film fosse andato male: circolò la leggenda che siccome era costato troppo, racconta Tornatore, non c'erano soldi per finanziare i film di altri registi, molti dei quali troncarono i rapporti con lui[15]. A fronte di un budget stimato di 28 milioni di dollari, il film ha incassato solo in Italia circa 10 milioni di euro.[16]
Nell'agosto del 2010, Giovanni Sapia, autore del libro Il romanzo del casale, accusa Tornatore di plagio; il regista ha prontamente negato le accuse minacciando una querela per diffamazione.[17] Il 4 marzo del 2011 Sapia ha inoltrato una denuncia presso il Tribunale di Roma.[18] La prima udienza si è svolta il 18 aprile 2011.[19]
Il 25 settembre 2009 è stata pubblicata la colonna sonora del film, intitolata Baarìa, composta da Ennio Morricone e prodotta e distribuita da RTI.[20] Le musiche della colonna sonora di Baaria sono state eseguite dall'orchestra Roma Sinfonietta (con l'organo della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma), composta da: Giorgio Carmini (organo), Gianni Perilli (ciaramella), Vincenzo Castellana (tamburo a cornice, friscalettu), Michele Piccione (zampogna, marranzano), Franco Ferranti (clarinetto) e Bruno Battisti D'Amario (chitarra classica).
I brani Baarìa ed Oltre sono eseguiti dalla Banda musicale dell'Arma dei Carabinieri, diretta da Ennio Morricone. Le voci dei carrettieri sono tratte dal CD Canzuna a la carrittera (etichetta Fonti Musicali, FMG 230), eseguite da I cantori di Bagheria.
Il film ha ottenuto diverse candidature ma pochi riconoscimenti. Secondo il regista, il mancato riconoscimento agli Oscar fu causato dall'uscita di un articolo in cui il presidente di Medusa, Carlo Rossella, parlando del meccanismo di Hollywood, dipinse i votanti come gente anziana, pensionati[15].
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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=1424198