Angelo Branduardi | |
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Angelo Branduardi al violino in un concerto a Trento nel 2012. | |
Nazionalità | Italia |
Genere | Musica tradizionale Folk rock Celtic rock Soft rock Musica etnica Folk |
Periodo di attività musicale | 1974 – in attività |
Strumento | voce, violino, chitarra, flauto |
Album pubblicati | 50 |
Studio | 28 |
Live | 4 |
Raccolte | 18 |
Sito ufficiale | |
Angelo Branduardi (Cuggiono, 12 febbraio 1950) è un cantautore, violinista, polistrumentista e compositore italiano.
Come cantautore si formò alla scuola milanese, anche se ricercò un nuovo genere musicale che unisse la musica antica (in particolare medievale e rinascimentale) con la musica folk tradizionale e di tradizione celtica e nord-europea, guadagnandosi il soprannome de il Menestrello. Nel 2010 ha vinto il "Premio Lunezia Elite" per il Valore Musical-Letterario delle sue Opere.
«Danzala la vita tua / al ritmo del tempo che va / ridila la tua allegria / cogli la prima mela / ah» |
(Angelo Branduardi, Cogli la prima mela) |
Nasce a Cuggiono, un piccolo comune alle porte di Milano, il 12 febbraio 1950, nella casa colonica della nonna materna.
«Ricordo che da bambino tornavo periodicamente nella casa della nonna, una tipica casa colonica della campagna lombarda dove si respiravano i sapori di una volta e dove davvero si poteva parlare di campagna.» |
(Angelo Branduardi [senza fonte]) |
All'età di tre mesi si trasferisce, al seguito della famiglia, nel capoluogo ligure:
«Noi a Genova abitavamo nel quartiere pittoresco dell'angiporto – cioè contrabbandieri e prostitute – e non eravamo di certo una famiglia ricca. [...] Mia madre non ha mai chiuso la porta di casa a chiave, nonostante sotto di noi ci fossero due fratelli che entravano e uscivano dalla galera.» |
(Angelo Branduardi[1]) |
Il padre è un melomane.[1] A Genova Branduardi conosce l'ambiente musicale della scuola dei cantautori, che rappresenterà un importante stimolo per la sua attività artistica. Rimane al tempo stesso influenzato dalla musica d'oltremanica, tanto da considerare, anche a molti anni di distanza, Donovan e Cat Stevens come propri idoli musicali[2].
Volendo intraprendere una carriera concertistica, si dedica allo studio del violino, diplomandosi al Conservatorio di Genova all'età di soli 16 anni[3] (tra i più giovani diplomati al conservatorio d'Italia[4]), in seguito assecondando l'intima esigenza culturale di imparare a suonare la chitarra e di comporre le prime canzoni ispirandosi a testi di poeti come Sergej Esenin, Dante, e al suo maestro Franco Fortini, a cui dedicherà, in occasione della sua scomparsa, il brano che dà il nome all'album Domenica e lunedì. Proprio sulle parole di una poesia di Esenin comporrà uno dei suoi brani più celebri, Confessioni di un malandrino (1975).
Si diploma all'Istituto Tecnico per il Turismo[5] e poi incontra Luisa Zappa, che sposerà e che è tuttora sua moglie e compagna d'arte, scrittrice di quasi tutti i suoi testi. La coppia ha due figlie: Sarah e Maddalena.
Nel 1973 l'incontro decisivo con Paul Buckmaster, già arrangiatore di Elton John e David Bowie, un musicista di grande spessore che darà un notevole contributo alla realizzazione, all'inizio del 1974, del suo primo album, Angelo Branduardi.
Nel 1975 un altro incontro determinante è quello con il polistrumentista Maurizio Fabrizio, con il quale incide il secondo disco La luna ed inizia una collaborazione che durerà fino al 1979, prendendo parte alla produzione ed agli arrangiamenti dei suoi album più celebri. Da quel momento, la produzione di Angelo Branduardi è stata caratterizzata da una proficua ricerca nel campo della musica popolare, barocca e rinascimentale, con incursioni nella musica etnica di tutto il mondo, unendo suggestioni che vanno dagli indiani d'America ai versi di poeti latini.
Nel 1976 torna ad abitare con la moglie e le figlie a Cuggiono dove rimane sino al 1982 e sono questi gli anni di grande successo perché proprio nella città natale compone l'album Alla fiera dell'est che vincerà nel 1977 il premio della critica discografica italiana, consacrandolo definitivamente. Nello stesso anno presenta l'intero album nella prima puntata del programma musicale Auditorio A (Rai2).[6]
La particolarità della sua ricerca musicale a cavallo in quegli anni tra il folk e la tradizione celtica, genialmente modernizzata in chiave tendenzialmente pop, lo fa conoscere progressivamente anche in Germania, in Francia e nel resto dell'Europa. Alla fine del 1977 pubblica La pulce d'acqua che rimarrà per molte settimane al primo posto in classifica, risultando tra i primi cinque album più venduti in Italia del 1978. Forte del successo e ispirato da una sempre maggiore vena creativa, intraprende un progetto dal vivo denominato La Carovana del Mediterraneo, coinvolgendo oltre ai musicisti che suonano per lui, anche quasi tutti i componenti del Banco del Mutuo Soccorso. La tournée della stagione 1978/79 oltre che l'Italia, toccherà in più di un anno anche paesi come Inghilterra, Svizzera, Francia, Germania e Belgio.
Sono anni molto intensi per la produzione discografica di Branduardi, che pubblica anche i suoi ultimi album Alla fiera dell'est e La pulce d'acqua, in versione francese ed inglese. Stessa benevola sorte toccherà in breve tempo anche al suo nuovo album Cogli la prima mela (1979), che oltre ad un ennesimo enorme successo in Italia, viene premiato dalla critica tedesca e francese come disco rivelazione dell'anno.
Il 1980 è un altro anno importante perché vede la pubblicazione di due album; il primo è Concerto, un triplo LP che comprende 22 brani, molti in versione italiana, ed alcuni in lingua inglese, del tour di La Carovana del Mediterraneo. Il secondo album Gulliver, la luna e altri disegni, è la rivisitazione del suo secondo album del 1975 La luna, con l'aggiunta dell'inedito Gulliver, (che segna il ritorno di Paul Buckmaster che ne cura gli arrangiamenti), brano interamente scritto dalla moglie Luisa Zappa, con la quale inizierà una profonda collaborazione nella stesura dei testi. Sempre in quest'anno viene organizzata la seconda edizione di La Carovana del Mediterraneo, che vede la partecipazione di quasi tutti i musicisti della precedente tournée, oltre che Stephen Stills, Graham Nash e Richie Havens.
Il 1981 è l'anno dell'omonimo Angelo Branduardi (ribattezzato Branduardi '81), disco in cui la consorte scrive tutti i testi dei brani, sempre sotto la supervisione di Paul Buckmaster, mentre il 1983 è la volta di Cercando l'oro, in cui torna l'importante ausilio di Maurizio Fabrizio. Entrambi gli album vengono pubblicati in lingua francese, mentre prosegue i tour senza ombre di tentennamenti, con record di spettatori sia in Italia che nel resto d'Europa, temprando un successo ormai confermato.
Il 1983 è anche l'anno in cui inizia a cimentarsi con le musiche da film e compone State buoni se potete, la colonna sonora dell'omonimo lungometraggio diretto dal regista Luigi Magni. Branduardi, oltre ad apparire come attore in un ruolo minore del film, viene premiato con il David di Donatello come miglior musicista e con il Nastro d'argento per la migliore colonna sonora. Seguiranno nel 1986 le colonne sonore di Momo, film fantastico di produzione italo-tedesca e nel 1988 di Secondo Ponzio Pilato, diretto ancora da Magni.
Altro importante progetto datato 1986, è Branduardi canta Yeats, trasposizione in musica di derivazione tipicamente celtica e traduzione (sempre curata dalla moglie), di alcune poesie dello scrittore irlandese e premio Nobel William Butler Yeats, composte tra la fine del 1800 e il 1918.
Nel 1988 Branduardi ritorna a cinque anni da Cercando l'oro, ad incidere un nuovo album di inediti dal titolo Pane e rose, a cui fa seguito Il ladro nel 1990. Due album più minimalisti rispetto alle produzioni di fine anni settanta e dei primi anni ottanta, con testi più introspettivi che strizzano l'occhio a qualche cenno di elettronica e ad un suono etnico, senza tralasciare comunque mai le fondamenta folk.
Lungo gli anni novanta Branduardi torna ad inanellare una serie di fortunati album, trainati da pezzi di più facile consenso radiofonico. Nel 1993 esce Si può fare (con gli arrangiamenti di Vince Tempera) e l'anno successivo Domenica e lunedì (in cui figurano anche testi di Pasquale Panella, Paola Pallottino, Roberto Vecchioni ed Eugenio Finardi). Il 1996 è l'anno del live Camminando camminando lanciato dai singoli (scritti da Giorgio Faletti) L'apprendista stregone e Piccola canzone dei contrari e nel 1998 vede la luce un altro ottimo album con dodici inediti dal titolo Il dito e la luna, in cui spiccano, oltre alla title-track, anche Il giocatore di biliardo e L'uso dell'amore.
Altro importante progetto nato nel 1996 è senza dubbio Futuro antico I a cui fanno seguito in un arco di quasi vent'anni II, III, IV, V, VI, VII e VIII. Molte delle musiche più famose di Angelo Branduardi traggono ispirazione da brani di un passato lontano e spesso dimenticato. Branduardi pertanto è fautore di una riscoperta del patrimonio musicale antico non solo nazionale ma anche europeo.
Ha portato anche in tour La Lauda di Francesco, evoluzione concertistica, nata principalmente da un altro cd edito nel 2000 dal titolo L'infinitamente piccolo, dedicato alla vita di Francesco d'Assisi.
Al 2000 risale anche l'uscita del disco Barones dei Tenores di Neoneli, al quale Branduardi partecipa cantando, in lingua sarda e insieme a Luciano Ligabue, il brano Ai cuddos.[7][8]
Del 2003 è invece un'altra raccolta di poesie da ogni parte del mondo, convertite in musica nell'album Altro ed altrove. Nel 2010 vince il "Premio Lunezia Elite" per il Valore Musical-Letterario delle sue Opere.
Il 2011 segna il ritorno al pop con Così è se mi pare ed a una nuova collaborazione con Maurizio Fabrizio, mentre è del 2013 Il rovo e la rosa, una rivisitazione di alcune ballate inglesi della seconda metà del XVI secolo.
Nei suoi concerti, suona in compagnia di famosi musicisti come Ellade Bandini, Maurizio Fabrizio, Leonardo Pieri, Stefano Olivato o Davide Ragazzoni.
Nel 2019 gli viene conferito il Premio Chiara "le parole della musica", in onore alla sua carriera.
Il 12 novembre 2020 annuncia la realizzazione di nuovi brani tra cui Kyrie Eleison (Signore abbi pietà), che esce il 16 novembre 2020 nelle principali piattaforme digitali. Il brano è stato mixato presso lo studio di registrazione dell'artista ma, nel rispetto delle regole di distanziamento sociale imposte dalla pandemia covid-19, è stato realizzato con i contributi provenienti da varie località: a Trieste, presso lo studio di Lele Melotti, sono stati realizzati i cori e la batteria, il pianoforte e le altre tracce presso l'abitazione di Fabio Valdemarin e, infine, nel cosiddetto Studio dell’Angelo, è stata incisa la voce e il violino con il supporto tecnico di Gabriele Rocchi.[9] Il brano nasce su rielaborazione della preghiera di tradizione congolese Kyrie eleison della Missa Luba con un testo scritto dalla moglie Luisa Zappa.[10]
Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana | |
— Roma, 26 maggio 2005[13] |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 40589344 · ISNI (EN) 0000 0000 8375 5011 · SBN RAVV031876 · Europeana agent/base/150961 · LCCN (EN) n80030930 · GND (DE) 121928500 · BNE (ES) XX887939 (data) · BNF (FR) cb138918081 (data) · J9U (EN, HE) 987007499242705171 (topic) · WorldCat Identities (EN) lccn-n80030930 |
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