Alfredo Biondi | |
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Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie | |
Durata mandato | 1º dicembre 1982 – 4 agosto 1983 |
Presidente | Amintore Fanfani |
Predecessore | Lucio Gustavo Abis |
Successore | Francesco Forte |
Ministro per l'ecologia | |
Durata mandato | 4 agosto 1983 – 31 luglio 1985 |
Presidente | Bettino Craxi |
Predecessore | incarico di nuova istituzione |
Successore | Valerio Zanone |
Ministro di grazia e giustizia | |
Durata mandato | 10 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 |
Presidente | Silvio Berlusconi |
Predecessore | Giovanni Conso |
Successore | Filippo Mancuso |
Vicepresidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 2 luglio 1987 – 14 aprile 1994 |
Presidente | Nilde Iotti Oscar Luigi Scalfaro Giorgio Napolitano |
Durata mandato | 15 maggio 1996 – 27 aprile 2006 |
Presidente | Luciano Violante Pier Ferdinando Casini |
Segretario del Partito Liberale Italiano | |
Durata mandato | 1985 – 1986 |
Predecessore | Valerio Zanone |
Successore | Renato Altissimo |
Presidente del Partito Liberale Italiano | |
Durata mandato | 1986 – 1994 |
Predecessore | Valerio Zanone |
Successore | carica abolita |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 giugno 1968 – 27 aprile 2006 |
Legislature | V, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV |
Gruppo parlamentare |
PLI (1968-1972, 1979-1994) FI (1994-2006) |
Coalizione |
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Circoscrizione |
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Collegio | Genova-Nervi (XII, XIII) |
Incarichi parlamentari | |
Vicepresidente della Camera dei deputati (Legislature X-XI, XIII-XIV) | |
Sito istituzionale | |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 28 aprile 2006 – 28 aprile 2008 |
Legislature | XV |
Gruppo parlamentare |
Forza Italia |
Coalizione | Casa delle Libertà |
Circoscrizione | Liguria |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | PLI (1968-1994) UdC (1994-1998) FI (1998-2009) PdL (2009-2011) PLI (2011-2014) I Liberali (2014-2020) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università di Pisa |
Professione | Avvocato |
Alfredo Biondi (Pisa, 29 giugno 1928 – Genova, 24 giugno 2020) è stato un politico e avvocato italiano. Parlamentare di lungo corso (dal 1968 al 1972, e poi ininterrottamente dal 1979 al 2008); è stato Ministro per le politiche comunitarie (1982-1983), Ministro per l'ecologia (1983-1985) e Ministro di grazia e giustizia (1994-1995). Ha altresì ricoperto la carica di vicepresidente dell'assemblea di Montecitorio.
Fu segretario del Partito Liberale Italiano nel 1985-1986.
Allievo della scuola forense pisana di Francesco Carnelutti, esercitò come avvocato in molti processi degli anni settanta.
Negli anni ottanta assurge alle cronache perché, in costanza del suo incarico parlamentare, presta la sua difesa a Gigliola Guerinoni, detta la mantide di Cairo Montenotte, in un processo per omicidio intentato contro la moglie e l'amante dell'assassinato nella tranquilla città dell'entroterra ponentino. Il giudizio si conclude con la condanna a 26 anni di carcere per Gigliola Guerinoni e 15 anni per Ettore Geri.
Affianca anche Alfredo Galasso nel patrocinio di parte civile a favore dei figli del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel maxiprocesso di Palermo del 1986-87[1].
Nel 1968 fu eletto deputato alla Camera per il Partito Liberale Italiano in Liguria, fino al 1972. Rieletto nel 1979 dal 17 luglio 1981 al 1º dicembre 1982 è Presidente della Commissione difesa.[2]
Nel V governo Fanfani, dal 1º dicembre 1982 al 4 agosto 1983, fu ministro delle politiche comunitarie.
Rieletto deputato nel 1983, nel I Governo Craxi, dal 4 agosto 1983 al 31 luglio 1985, fu Ministro senza Portafoglio con delega per l'Ecologia.
Fu eletto segretario del Partito Liberale Italiano nel 1985, succedendo a Valerio Zanone, fino al 1986 quando gli subentrò Renato Altissimo.
Nella X legislatura sempre per il PLI è Vicepresidente della Camera dal 9 luglio 1987 al 22 aprile 1992 e anche nella XI, dal 30 aprile 1992 al 14 aprile 1994, dove è pure presidente del Comitato per la sicurezza[3].
È presidente del PLI dal 1986 fino allo scioglimento del partito del febbraio 1994.
Insieme a Raffaele Costa, il fondatore dell'Unione di Centro e ultimo Segretario del PLI (scioltosi del febbraio 1994), si presentò alle elezioni nella lista Polo delle Libertà, ed è stato rieletto deputato nel collegio Genova-Nervi, aderendo al gruppo di Forza Italia.
Nel I Governo Berlusconi, dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, fu Ministro di grazia e giustizia.
Nel mese di luglio 1994, presenta il cosiddetto decreto salvaladri[4], che apre le porte a numerosi detenuti di Tangentopoli. Il decreto viene ritirato in seguito alle dimissioni del pool dei magistrati di Milano e alla intensa protesta popolare. Ha collaborato con Raffaele Costa nella rivista quindicinale Il Duemila[5].
Dal 15 maggio 1996 è vicepresidente della Camera fino al 29 maggio 2001.
Nel 2001 è rieletto alla Camera nella lista proporzionale di Forza Italia, in Lombardia 3 ed è ancora vicepresidente fino al 27 aprile 2006.
Dal 2004 è Presidente del Consiglio Nazionale di Forza Italia, massimo organo collegiale del partito. Nella XIV legislatura da parlamentare alla Camera ha guidato l'unica votazione nella quale il Governo Berlusconi è stato messo in minoranza da componenti dello stesso partito del premier: la bocciatura della proposta di applicare il codice penale militare di guerra ai soldati del contingente italiano in Iraq ed in Afghanistan; la proposta, contenuta nel decreto-legge firmato dall'allora ministro della difesa Martino, fu poi riformulata al Senato contemplando anche un adeguamento del codice alla normativa di diritto internazionale umanitario.
Il 28 aprile 2006 viene eletto al Senato della Repubblica nelle liste di Forza Italia per la regione Liguria[6]. È stato membro della Commissione Difesa e della Commissione Agricoltura. Resta senatore fino al 28 aprile 2008.
Nella sostituzione del giudice costituzionale Romano Vaccarella, l'indicazione formalmente avanzata dal centro-destra al Parlamento in seduta comune: nei molteplici scrutini avutisi lungo tutto il 2007, non ha però mai conseguito la maggioranza di voti richiesta.[senza fonte]
Nel 2008 non è reinserito nelle liste del Popolo della Libertà per le elezioni parlamentari.[7]
Privo di vincoli politici con il PdL, aderisce "tecnicamente" all'Associazione per la Difesa della Vita di Giuliano Ferrara insieme ai colleghi senatori Iannuzzi e Sterpa per esonerare la lista dall'obbligo di raccolta delle firme e quindi consentirle di essere presente in tutte le circoscrizioni (la lista concorre però solo per la Camera).
Il 26 ottobre 2010 lascia la Direzione Nazionale del PdL, per la mancanza di dibattito interno al partito e per una visione a sua detta feudale[8].
Il 5 marzo 2011, in occasione del Consiglio Nazionale del PLI, ritorna nel Partito Liberale Italiano[9]. È presidente dell'Unione liberale di centro, l'associazione liberale promossa da Raffaele Costa. Nel 2014 fonda assieme a Renato Altissimo e Carlo Scognamiglio il movimento politico I Liberali[10].
È morto il 24 giugno 2020 a Genova a pochi giorni dal compimento dei 92 anni.[11]
Il senatore Alfredo Biondi, dal 1991 al 1994, annotava i relativi corrispettivi nelle scritture contabili obbligatorie ai fini delle imposte sui redditi e dell'Iva in misura diversa da quella reale, patteggiò una condanna a 2 mesi di arresto e 6 milioni di Lire di ammenda[12]. Biondi ha affermato: Il mio crimine consisterebbe in una contravvenzione per erronea redazione della dichiarazione dei redditi del mio studio professionale. La contravvenzione per cui patteggiai una pena pecuniaria (ammenda) è definita falsamente frode fiscale. Il reato è stato comunque in seguito depenalizzato con decreto legislativo n. 74 del 10 marzo 2000, durante il Governo D'Alema II.
L'ipotesi contravvenzionale fu abrogata, il che per norma costituzionale ha effetto retroattivo: di ciò il magistrato procedente ha preso atto il 28 settembre 2001[13]. La fedina penale del deputato Alfredo Biondi è di nuovo senza alcuna iscrizione al casellario giudiziario.
Alfredo Biondi nel 2001 fu difensore del vicequestore Troiani implicato nei fatti della scuola Diaz, durante il G8.[14]
Il 27 luglio 2005 ha difeso la squadra calcistica del Genoa, di cui è tifoso, nel processo per la combine Genoa − Venezia.[15] Inoltre nel 2006 ha curato la prefazione di una parodia della Divina Commedia basata sulle sventure giudiziarie del Genoa nel 2005, la Divina Tragedia.[16]
Sua è anche la prefazione a un altro testo ispirato alla squadra rossoblu: "Più mi tradisci più ti amo", di Alberto Isola (Frilli Editori, 2003)
Fra il 2002 ed il 2008, nelle more della Vice Presidenza della Camera dei deputati (2001-2006), nella Sua qualità di Presidente del Consiglio Nazionale del Partito di Maggioranza relativa al governo nonché Esponente di rilievo (fino al 2008) della vita Politica Italiana , ha difeso, nel processo penale di Assicuropoli (Genova, 2003), un imputato, condannato con sentenza passata in giudicato (28187/08), quale capo di un’associazione criminale dedita alla truffa nonché al falso ed alla corruzione . Nel processo politico, scorso parallelo ad esso , ha ispirato, nel 2002, l’indulto della Pena ( Corriere della Sera, 17 settembre ) , nel 2004, ha presieduto l’Interpellanza parlamentare contro il Pubblico Ministero (Resoconto stenografico Seduta 428 del 25/2/2004), nel 2005, è intervenuto in Suo sostegno il Governo in carica (Atto Presidenza del Consiglio dei Ministri, 3 marzo 2005) e, nel 2006 , a nome del Partito di Maggioranza relativa al governo, ha approvato la Legge di penalizzazione dei reati che ha permesso al Suo assistito ed ai membri di quattro associazioni criminali di beneficiare dei consistenti sconti di pena di cui alla Sentenza passata in giudicato nel 2008.[senza fonte]
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana | |
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 14 ottobre 2011[17] |
Il 9 novembre 2018 il vice sindaco Stefano Balleari, in rappresentanza del sindaco Marco Bucci, ha consegnato il Grifo d'Oro del Comune di Genova ad Alfredo Biondi, con la seguente motivazione: “Autorevole protagonista della vita politica italiana, più volte eletto nel Consiglio Comunale di Genova. Ha ricoperto incarichi parlamentari per nove legislature e importanti Uffici tra cui quello di Vice Presidente Vicario della Camera dei Deputati e Ministro della Repubblica. Alla prestigiosa attività politica ha affiancato una brillante carriera forense nella quale si è distinto tra i penalisti più stimati del Paese e si è speso per la tutela dei diritti civili”.[18]
L'articolo Alfredo Biondi in Wikipedia italiana ha preso i seguenti posti nella classifica di popolarità locale:
Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=254340