Alfred Hitchcock

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Sir Alfred Joseph Hitchcock (Londra, 13 agosto 1899Los Angeles, 29 aprile 1980) è stato un regista e produttore cinematografico britannico naturalizzato statunitense[1]. È considerato una delle personalità più importanti della storia del cinema.

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Lo spartiacque nella carriera di Hitchcock è rappresentato dal suo trasferimento da Londra a Hollywood, avvenuto nel 1940. In base a questa data, gli studiosi suddividono la sua produzione in due grandi periodi:

  • il periodo britannico, che va dal 1925 al 1940, durante il quale ha diretto ventitré film, di cui nove muti;
  • il periodo statunitense, che va dal 1940 al 1976, durante il quale ha diretto trenta film, fra i quali si annoverano i più conosciuti.

L'ultimo film è Complotto di famiglia diretto nel 1976.[2]

Il regista è conosciuto anche, grazie ai suoi capolavori thriller, come "maestro del brivido".

Alfred Hitchcock nel trailer Il ladro (1956)
Trailer di Psyco: Hitchcock indica la casa gotica di Norman Bates (1960)
Hitchcock taglia un pollo nel trailer Gli uccelli (1963)
Stella di Alfred Hitchcock nella Hollywood Walk of Fame
Monumento a Hitchcock presso i Gainsborough Studios di Londra

Biografia

Primi anni e infanzia

Hitchcock The Director, mosaico sito all'interno della metropolitana di Leytonstone e facente parte di una raccolta di quadri rappresentanti gli avvenimenti più significativi nella carriera di Hitchcock

Alfred Hitchcock nasce il 13 agosto 1899 a Leytonstone, un quartiere dell'East End di Londra, a otto chilometri dal centro. I genitori William (1862–1914) ed Emma Jane Whelan (1863–1942) erano titolari e proprietari di un negozio di frutta e verdura; il padre commerciava come grossista di derrate alimentari e successivamente acquistò anche una pescheria. Dirimpetto al negozio si trovava l'abitazione della famiglia. Alfred è il più giovane di tre fratelli. Il padre, fedele osservante della Chiesa di Roma, provvide a impartirgli un'educazione cattolica. Spesso Alfred accompagnava il padre sul carretto con i cavalli nel giro di consegna delle merci ai clienti e ai negozi della zona. Da regista Hitchcock ha spesso inserito nei suoi film questi ricordi e gli ambienti della Londra della sua infanzia; in particolare in Il pensionante (1927) e in Frenzy (1972).

Il padre era molto severo. Un episodio traumatico vissuto nell'infanzia è così raccontato a François Truffaut: "Avevo forse quattro o cinque anni ... Mio padre mi mandò al commissariato di polizia con una lettera. Il commissario la lesse e mi rinchiuse in una cella per cinque o dieci minuti dicendomi: "Ecco che cosa si fa ai bambini cattivi!". - E lei che cosa aveva fatto per meritare questa punizione? - Non ne ho la minima idea. Mio padre mi chiamava agnellino senza macchia. Veramente non riesco a immaginarmi che cosa abbia potuto fare."[3] Il motivo dell'innocente arrestato e imprigionato ingiustamente ricorre molto frequentemente nei suoi film e appare il tentativo di esorcizzare quel trauma infantile.[4] Il 12 dicembre del 1914 muore il padre all'età di 52 anni.

«A 15 anni mi hanno fatto scendere dal treno e mi sono ritrovato in mezzo alla strada; ero solo e praticamente senza un centesimo.»

(Alfred Hitchcock in Cedric Belfrage, Alfred the Great, World's Youngest Filmmaker, "Picture-goer", marzo 1926, p. 60.)

Interessi e studi

La famiglia gli trasmette un grande amore per il teatro. Si recavano tutti insieme alla domenica nei teatri della zona e Alfred ben presto conosce, attraverso commedie e drammi, tante storie con cui nutrire la sua fantasia; apprezza le interpretazioni di attori e attrici famose, guarda ammirato le spettacolari scenografie.[5] Durante il tempo libero spesso se ne sta solitario e disdegna i giochi, preferisce osservare. Ha una passione spiccata per la geografia: colleziona carte topografiche, studia gli orari ferroviari. A otto anni ha già percorso tutte le linee tramviarie londinesi e raggiunto in battello a vapore la foce del Tamigi. Consulta con regolarità il bollettino dei naviganti e su una mappa segna le rotte della flotta mercantile inglese.[6][7]

Nell'autunno del 1910 è iscritto presso il Saint Ignatius College, retto dai Gesuiti, sperimentandone la rigida disciplina. Nel luglio del 1913, a 13 anni, lascia l'istituto. Per tutto il 1914 frequenta dei corsi serali presso la Scuola di Ingegneria e Navigazione presso l'Università di Londra, ma non ne è rimasta documentazione in nessun dipartimento universitario della città, perché non era abitudine conservare la documentazione dei frequentanti non iscritti a un corso di laurea.[8]

Primo impiego

All'inizio del 1915 trova un posto alla Henley Telegraph & Cable Company, una fabbrica di cablature elettriche, fili telegrafici e materiale bellico. Per 15 scellini alla settimana deve calcolare la misura e il voltaggio dei cavi elettrici che la ditta installa. Nel 1917 è sottoposto alla visita medica per il servizio militare, ma viene riformato. Si arruola comunque in un corpo volontario del genio.[9]

Legge molto: Gilbert Keith Chesterton, John Buchan, Edgar Allan Poe, Gustave Flaubert; scrive racconti per la rivista aziendale. Alla Henley, grazie alla sua abilità nel disegno, viene trasferito all'ufficio pubblicità.[10] Continua a frequentare il teatro e si appassiona al cinema. A Londra all'epoca c'erano 400 cinematografi e l'ingresso al cinema costava meno della poltrona a teatro.[11]

Il cinema

Nel 1920 entra nel mondo del cinema: viene assunto nella sede londinese della Famous Players-Lasky-Studios, una società cinematografica anglo-americana (la futura Paramount Pictures). Il suo lavoro consiste nel disegnare i titoli e le didascalie dei film muti prodotti dallo studio, un lavoro che esegue spesso di notte perché non ha lasciato il vecchio impiego alla Henley.

Dal 1923 al 1925 lavora per la Gainsborough Pictures, occupandosi di diverse mansioni secondarie, come il più classico dei tuttofare: sceneggiatore,[12] scenografo, assistente alla regia, addirittura montatore in cinque film. Affianca come aiuto il regista Graham Cutts nella lavorazione del film Woman to Woman prodotto da Michael Balcon.

L'ultima esperienza maturata come aiuto scenografo-sceneggiatore per il film The Blackguard di Graham Cutts, coproduzione fra la Gainsbourough e l'UFA di Berlino, lo porta nella capitale tedesca dove lavora a fianco di Murnau, che stava girando L'ultima risata e di Fritz Lang, che aveva appena finito di girare I nibelunghi. Si fa risalire a questo soggiorno berlinese la componente espressionistica di tanto cinema hitchcockiano.

L'incontro con Alma Reville

Hitchcock e la moglie Alma

Tra le montatrici approdate alla Balcon Saville Freedam, conosce Alma Reville, sua coetanea (era nata il giorno dopo Alfred), già con una brillante carriera che l'aveva portata a lavorare con David Wark Griffith nella lavorazione di Hearts of the World (Cuori del mondo).

Hitchcock, in qualità di aiuto regista di Woman to Woman, le propone di montare le inquadrature. Da quella collaborazione nasce un lungo fidanzamento e un matrimonio, celebrato nel 1926 e durato fino alla morte. Il loro rapporto rappresenta un sodalizio sentimentale e professionale: la moglie collaborerà come sceneggiatrice a molti dei suoi film e il regista terrà sempre molto al suo giudizio e ai suoi suggerimenti. Alma e Alfred avranno un'unica figlia, Patricia, Pat, (1928), che collaborerà come attrice in alcuni lavori del padre.

Periodo britannico

Il primo film da regista

Nel 1925 Michael Balcon gli affida la regia di un film anglotedesco: Il labirinto delle passioni (The Pleasure Garden). È il suo primo film. Fa percorrere ad Alfred e Alma migliaia di chilometri perché fu girato tra Monaco, il lago di Como, la Riviera ligure (Alassio e Genova), Parigi e Cherbourg. Con le difficoltà economiche, gli imprevisti, gli intoppi e i capricci delle dive americane, rappresentò una specie di battesimo di fuoco per il giovane regista esordiente.

I film muti

Hitchcock girerà dal 1925 al 1929 nove film muti. Nel 1926 dirige il suo secondo film, L'aquila della montagna, andato perduto. Il primo vero film di successo è Il pensionante (1927), "il suo primo film di suspense" (Rohmer-Chabrol). Grazie al successo ottenuto, Hitchcock è contattato da John Maxwell, direttore della casa di produzione British International Picture (BIP), che gli offre un contratto molto vantaggioso, di 13.000 sterline l'anno. Hitchcock firma, ma gira ancora due film dovuti alla Gainsborough Picture, Il declino, Virtù facile.[13]

Dirige poi con la nuova casa di produzione Vinci per me!, La moglie del fattore, Tabarin di lusso, L'isola del peccato (1929).

I primi film sonori

Nel 1929 Hitchcock dirige Ricatto (Blackmail), il suo primo film sonoro e il primo film sonoro in Europa.

«Blackmail è un film fondamentale nella storia personale di Hitchcock, e in quella del cinema: alle grandi novità tecniche e linguistiche, alle suggestioni spettacolari si unirono i riconoscimenti della critica e l'enorme successo del pubblico. Con Blackmail Hitchcock diventava una stella di prima grandezza.»

(Giorgio Simonelli, Invito al cinema di Hitchcock, p. 27.)

Fino al 1933 alterna film a suspense a storie di vario genere, spesso riduzioni di romanzi o trascrizioni cinematografiche di commedie celebri: Giunone e il pavone, Omicidio!, Fiamma d'amore, Ricco e strano, Numero diciassette, Vienna di Strauss.

Le spy story

Nel 1934 Hitchcock firma un contratto per cinque film con la casa di produzione Gaumont British Picture Corporation, di cui era responsabile Michael Balcon, con il quale aveva già collaborato nei primi film. L'isola del peccato (1929) e Ricco e strano nei quali ha messo con sincerità e audacia molto di sé, non vengono compresi dalla critica britannica dell'epoca. Furono fiaschi commerciali e ciò gli impedì di proseguire su una strada che pure sapeva fruttuosa, smorzò lo slancio e indusse il regista a rinunciare.

Hitchcock vuol trovare una ricetta, non c'è dubbio, che lasci però una parte consistente al talento artistico, al suo stile, e L'uomo che sapeva troppo, girato nel 1934, è un perfetto successo strategico: la critica e il pubblico, trovando adesso un Hitchcock simile a quello che immaginavano, applaudono il film senza riserve. L'anno successivo, riprendendo lo stesso principio "... lo innalzò a un punto di massima perfezione" (Rohmer-Chabrol) con Il club dei 39.

Seguiranno Amore e mistero, Sabotaggio, Giovane e innocente e La signora scompare, quello che Raymond Durgnat ha definito The classic thriller sextet (un ciclo di sei classici thriller).[14]

La fama internazionale che gli deriva da queste opere attira l'attenzione dei produttori americani, che incominciano a fargli proposte di contratti; contemporaneamente la Gaumont-British si scioglie, disperdendo il gruppo di collaboratori esperti e fidati con cui Hitchcock era abituato a lavorare: Michael Balcon va alla Metro, Charles Bennett alla Universal, Ivor Montagu lascia il cinema. Il contratto di Hitchcock è subito rilevato dalla Gainsborough. Incominciano i contatti con David O. Selznick.

Con la figlia Pat e la moglie Alma, nell'agosto del 1937 fa un viaggio negli Stati Uniti d'America.

L'ultimo film girato in Inghilterra, prima della partenza per l'America, è La taverna della Giamaica (1939), con il quale onora gli impegni presi con Erich Pommer e Charles Laughton. Si conclude il cosiddetto periodo inglese durante il quale Hitchcock ha girato ventitré film. Nell'estate del 1939, a quarant'anni di età, con la famiglia si trasferisce a Los Angeles.[15][16]

Periodo americano

Gli anni quaranta

«In America porta a perfezione il suo stile: passa, come dice lui stesso, dalla "sensazione del cinema" alla "formazione delle idee".»

(Fernaldo Di Gianmatteo)

A Hollywood lavora per David O. Selznick, il produttore di Via col vento; il contratto, che prevede l'impegno per cinque film, viene firmato il 14 luglio 1938.[17]

Inizialmente Hitchcock doveva dirigere un film sulla tragedia del Titanic, ma preferisce un altro soggetto tratto dal bestseller di Daphne du Maurier, Rebecca - La prima moglie (1940), che vince l'Oscar per la produzione di Selznick e per la fotografia di George Barnes, ma non per la regia (Hitchcock non ottenne mai un Oscar come regista di un suo film). Seguono Il sospetto (1941), che ha ancora come protagonista femminile Joan Fontaine e che segna l'incontro di Hitchcock con Cary Grant, con cui girerà ben quattro film; poi Il signore e la signora Smith (1941), una commedia con Carole Lombard e Robert Montgomery.[18][19] Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, il regista alterna una serie di film di impegno antinazista e patriottico: Il prigioniero di Amsterdam, Sabotatori, Prigionieri dell'oceano, e i documentari Bon Voyage e Aventure malgache, a opere che continuano a esplorare i temi a lui cari come L'ombra del dubbio (1943), Io ti salverò (1945) e Notorious - L'amante perduta (1946), con i quali si instaura la felice collaborazione con Ingrid Bergman.

Nel 1945, partendo da materiale filmico registrato da militari inglesi e dell'Armata Rossa entro il campo di concentramento di Bergen-Belsen, realizza un documentario sull'Olocausto intitolato "Memory of the camps", che tuttavia non venne diffuso in quanto le forze alleate ritennero che l'orrore suscitato dai suoi contenuti avrebbe ostacolato la riconciliazione postbellica. Il film rimase abbandonato per decenni nell'archivio dell'Imperial War Museum di Londra, parzialmente riscoperto e proiettato nel 1984 al Festival di Berlino; nel 2014 è stato effettuato un restauro completo delle bobine e del montaggio in accordo con lo script del regista. Il film, dal titolo Night Will Fall, diretto da Andre Singer e prodotto da Brett Ratner insieme a Helena Bonham Carter, è stato proiettato il 26 e 27 gennaio 2015 dall'emittente HBO[20] in occasione del settantesimo anniversario della liberazione del lager di Auschwitz[21][22].

I film successivi hanno esiti critici alterni e, per la gran parte, insuccesso commerciale: Il caso Paradine (1947), un dramma giudiziario, Nodo alla gola (1948), fortemente sperimentale e con il quale incomincia la collaborazione con James Stewart che sarà protagonista, come Cary Grant, di quattro film di Hitchcock; Il peccato di Lady Considine (1949), melodramma incompreso e Paura in palcoscenico (1950), un giallo girato in Inghilterra.[23][24].

Inizio degli anni cinquanta

Gli anni cinquanta sono un decennio d'oro per Hollywood e anche per Hitchcock. Nel 1950 il regista passa alla Warner Bros., con cui gira L'altro uomo (1951), che si rivela un grande successo; incassa ancora una delusione con un film a cui teneva molto, Io confesso (1952), ma si prende la rivincita con il successivo Il delitto perfetto (1954), che è anche il primo film con Grace Kelly. Nell'attrice trova un'interprete ideale del suo tipo di donna preferito e, sempre con lei, in forma smagliante, per la Paramount Pictures gira il celeberrimo La finestra sul cortile (1954); infine realizza il divertente Caccia al ladro (1955) e una storia di humour nero La congiura degli innocenti (1956).[25][26]

La televisione

Nel 1955 incomincia a produrre e a girare alcuni episodi della famosa serie Alfred Hitchcock presenta. Dal 1955 al 1962 gira una ventina di telefilm.

«L'inserimento nel mondo televisivo fu un elemento determinante nella carriera di Hitchcock per due motivi diversi, ma strettamente connessi fra loro. Il primo è un motivo economico [...] la ricchezza che gli arrivò con la produzione televisiva gli consentì di diventare azionista della MCA riuscendo così a controllare la casa di produzione Universal. Il secondo è un motivo artistico: la sua nuova forza economica gli permise di realizzare tutti quei progetti, anche i più ambiziosi e stravaganti che prima di allora non era riuscito a definire.»

(Giorgio Simonelli, Invito al cinema di Hitchcock, p. 35.)

Gli anni cinquanta-sessanta

Non è dunque un caso che dal 1956 diriga una serie ininterrotta di capolavori: L'uomo che sapeva troppo (1956), remake del film da lui diretto nel 1934, Il ladro (1956), La donna che visse due volte (1958), Intrigo internazionale (1959), Psyco (1960), Gli uccelli (1961), Marnie (1963).[27][28]

L'ultimo periodo

Ultimo set: Complotto di famiglia, 1976

Dopo la metà degli anni sessanta segue un periodo difficile, l'ultimo nella carriera dell'artista. Il sipario strappato (1966) e Topaz (1969) sono molto costosi e non ottengono il successo sperato. Il regista ripiega sulla produzione di un film a basso costo, Frenzy (1972). Le riprese a Londra gli consentono di tornare a girare nella sua città natale, accolto con tutti gli onori. La soddisfazione per il successo del film è oscurata dalla malattia della moglie Alma, colpita da un ictus. Anche il suo stato di salute subisce un peggioramento a causa di problemi cardiaci e viene sottoposto a un intervento chirurgico per l'applicazione di un pacemaker. Il miglioramento delle condizioni di Alma riporta un po' di ottimismo.

Il 29 aprile 1974 la Film Society di New York organizza il gala annuale in onore del regista, all'"Avery Fischer Hall" del Lincoln Center, in cui vengono proiettati brani dei suoi film e attori e attrici presenti, Grace Kelly, Joan Fontaine, Teresa Wright, Janet Leigh, pronunciano brevi discorsi. Hitchcock, chiamato dagli applausi a concludere la serata, commenta con una battuta a doppio senso: "Come vedete sullo schermo le forbici sono il mezzo migliore!".[29] Incomincia la progettazione del suo ultimo film, il cinquantatreesimo, Complotto di famiglia, che sarà presentato nella primavera del 1976.[30][31]

Fotografato da Jack Mitchell

Ha ancora progetti: acquista i diritti del romanzo Lo sconosciuto n. 89 dello scrittore Elmore Leonard per adattarlo in quello che sarebbe dovuto diventare il suo cinquantaquattresimo film; tuttavia il regista abbandona il progetto, preferendo concentrarsi su di un altro soggetto:[32] sta pensando alla sceneggiatura di The Short Night (La notte breve), da un romanzo di Ronald Kirkbride sulla storia di una spia, ma per le riprese è necessario trasferirsi in Finlandia e le condizioni di salute non glielo consentono, poiché si rende necessaria l'applicazione di un altro pacemaker. Partecipa alla festa organizzata in suo onore al Beverly Hilton, il 7 marzo 1979, dall'American Film Institute dal titolo "Life Achievement Award" (omaggio al lavoro di una vita) e pronuncia uno spiritoso discorso di fronte ai protagonisti di Hollywood al completo.[33]

A Capodanno del 1980 riceve dalla regina Elisabetta II d'Inghilterra il titolo di baronetto. Nel mese di aprile è ricoverato al Cedars Sinai Hospital. La mattina del 29 aprile 1980 muore, per problemi cardiaci e renali,[34] a Bel Air, Los Angeles all'età di 80 anni.[35][36] Dopo i funerali, il suo corpo fu cremato e le ceneri vennero sparse nell'Oceano Pacifico.

La critica

Il 1957 è l'anno della svolta nella critica dell'opera di Hitchcock: viene infatti pubblicato il libro di Éric Rohmer e Claude Chabrol, Hitchcock. Nel 1966 viene pubblicato un altro libro fondamentale per studiare l'opera di Hitchcock: l'intervista concessa a François Truffaut, nell'agosto 1962, durante la quale, in cinquanta ore di colloqui, risponde a cinquecento domande, ripercorrendo la sua intera carriera. A Truffaut servirono ben quattro anni per sbobinare il materiale registrato, ordinarlo e trascriverlo. Una successiva nuova edizione ampliata esce nel 1985.

Il cinema come spettacolo

L'occhio e la macchina da presa

Bill Krohn, commentando il primo film diretto dal regista, Il labirinto delle passioni, dichiara:

«Il gesto inaugurale dell'opera di Hitchcock è l'aggiunta di un occhio a un evento teatrale che lo trasforma in uno spettacolo osservato da un punto di vista particolare, assegnando allo spettatore del film il posto migliore

(Bill Krohn, Alfred Hitchcock, p. 8.)

Il cinema come occhio-schermo, sguardo che spia: "Le operazioni dello sguardo compongono la filosofia e la prassi del cinema di Hitchcock. Sono l'enunciazione/sviluppo dell'azione da rappresentare e da vedere." (Bruzzone-Caprara, p. 7) I suoi film abbondano di riferimenti al "vedere" e ai dispositivi che ne intensificano il potere, come lenti, cannocchiali, macchine fotografiche: dalle prime sequenze dei suoi primi film, Il labirinto delle passioni, Virtù facile, Tabarin di lusso, Giovane e innocente fino a La finestra sul cortile e Gli uccelli, in cui il tema dello sguardo è indagato in modo diretto.

Il teatro

Il teatro nei film di Hitchcock è una presenza costante: concretamente come struttura architettonica, luogo reale, in cui si consumano i momenti di massima tensione per la soluzione dell'intrigo, basti pensare a Omicidio!, Il club dei 39, L'uomo che sapeva troppo, Paura in palcoscenico, Il sipario strappato, e simbolicamente, perché il teatro è lo spettacolo per eccellenza. Tutte le forme di teatro interessano a Hitchcock: commedia, melodramma, music-hall, circo.

Le componenti dello spettacolo: finzione, scenario, intrigo

Hitchcock è un maestro della messa in scena: nulla nei suoi film è estemporaneo o gratuito. All'epoca della loro uscita, molti film di Hitchcock furono criticati proprio per l'inverosimiglianza delle situazioni; ma un giudizio di questo tipo si basa su un errore di prospettiva. A Hitchcock infatti non interessa tanto riprodurre "realisticamente" eventi e personaggi, quanto suscitare emozioni tramite un racconto.[37]

L'umorismo

Hitchcock mescola volentieri commedia e suspense e le sue sceneggiature sono ricche di battute brillanti. La sua vena ironica si esercita su tutti i personaggi che sono descritti con l'occhio di un osservatore divertito e impietoso. Quello che gli piace e che condivide con John Buchan è qualcosa di profondamente britannico, che in Inghilterra chiamano understatement, "un modo di presentare avvenimenti molto drammatici con un tono leggero.[37]

La condizione umana secondo Hitchcock

Un individuo ingiustamente accusato, braccato dalle forze dell'ordine disperatamente tenta di dimostrare la propria innocenza (Il pensionante, Io ti salverò, Il ladro, Io confesso, Intrigo internazionale, Frenzy): questa situazione rappresenta in modo esemplare la concezione che Hitchcock ha della condizione umana. L'esistenza dell'uomo per Hitchcock si caratterizza per:

  • fragilità dell'ordine, dell'armonia di un'esistenza: un precario equilibrio mantiene separata la nostra dimensione quotidiana, la presunta armonia della nostra esistenza, dalla sua messa in discussione.
  • ruolo determinante della casualità: il caso, un avvenimento imprevisto, sconvolge "l'ordine" della esistenza di un personaggio comune, simile a tanti altri, simile allo spettatore, e lo precipita in un incubo. Da lì deve uscire, per la sua salvezza o la sua perdizione, facendo ricorso solo sulle sue forze.
  • perversità dell'imprevisto. Il caso è implacabile e feroce.[38]
  • difficoltà di distinguere vero e falso, apparenza e realtà: i personaggi sono avvolti in un alone di segreto e di mistero, di dubbio e di sospetto. "Per il regista la realtà sembra essere una delle tante maschere dell'apparenza [...] La preoccupazione che accompagna l'autore in tutto il suo itinerario registico è quella della ricerca dell'Essere dei suoi personaggi, della loro autenticità al di là del loro agire convenzionale."[39]
  • conflitto fra bene e male, innocenza e colpa, normalità e follia.

«Non esiste normalità nel mondo hitchcockiano: il diaframma che separa normalità e follia o anormalità è sottilissimo e non è possibile separare manicheisticamente i buoni dai cattivi, gli innocenti dai colpevoli, in quanto gli uni sono le maschere e il doppio degli altri.»

(Gian Piero Brunetta, Dizionario universale dei registi, pp.166-167.)

«Scambio, capovolgimento e duplicazione: meccanismi che operano costantemente nella dinamica dell'intrigo hitchcockiano e vengono scelti e utilizzati proprio per il potere di sconvolgere qualsiasi realtà armonicamente composta.»

(Fabio Carlini, Hitchcock, p.46.)

I modi della rappresentazione

Hitchcock utilizza molti modi per comunicare l'ansia e l'angoscia insita nell'esistenza dell'uomo.

Espressività di oggetti e luoghi

Hitchcock punta molto sul rendere espressivi oggetti e luoghi.

Simboli e metafore

Invenzione di "effetti visivi speciali"

Le invenzioni visive di Hitchcock sono numerose e sparse un po' in tutti i film. Alcuni esempi li descrive lui stesso nell'intervista concessa a Truffaut:

  • il cosiddetto Effetto Vertigo, chiamato così dall'omonimo film: è la combinazione di una carrellata in avanti e uno zoom all'indietro, che dà appunto la sensazione di vertigine.
  • la lampadina nascosta nel bicchiere di latte, che la protagonista teme sia avvelenato[41] ne Il sospetto.
  • l'uso di bicchieri giganti in La signora scompare, di un modello di telefono ingrandito in Il delitto perfetto allo scopo di esaltare l'espressività dell'oggetto.
  • la lente degli occhiali della vittima su cui si riflette il delitto in L'altro uomo.
  • i capelli sparsi su un vetro illuminato dal basso per il primo piano del viso della vittima che urla prima di essere colpita, nella prima inquadratura de Il pensionante, suo terzo film. L'impatto emotivo sullo spettatore è molto intenso[42];
  • la camminata nervosa e ossessiva che fa oscillare il lampadario della stanza sottostante, le suole delle scarpe del pensionante riprese dal basso, attraverso un pavimento trasparente, rappresentazione del suo segreto tormento.[43]

La suspense e la soggettività

La suspense è lo strumento più potente per trattenere l'attenzione dello spettatore.[37] La suspense si distingue dalla sorpresa (più caratteristica del genere horror) e Hitchcock la preferisce: è ottenuta grazie a uno scollamento tra ciò di cui è a conoscenza lo spettatore e ciò di cui è a conoscenza il personaggio sulla scena; lo spettatore si trova così in uno stato di ansiosa attesa, spesso rinforzata da temi musicali, ombre o luci particolari.[37] Mentre nel cinema horror l'effetto sorpresa consiste nel far apparire improvvisamente un qualcosa (o un qualcuno) che lo spettatore non si attende, nei film di impronta hitchcockiana l'effetto ansiogeno è commisurato al grado di consapevolezza e di conoscenza del pericolo che grava sul personaggio. Per esempio, ne La finestra sul cortile soltanto chi guarda il film vede il vicino di casa sospetto uscire di notte con una donna, mentre il protagonista, Jeffrey, sta dormendo. Allo stesso modo, in Psyco, lo spettatore, mentre il detective sale le scale della casa di Norman, vede la porta aprirsi e prevede in anticipo l'agguato mortale.

Ecco come definì Hitchcock la suspense durante una sua intervista: "La differenza tra suspense e sorpresa è molto semplice e ne parlo spesso (...) Noi stiamo parlando, c'è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt'a un tratto: boom, l'esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena del tutto normale, priva d'interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l'anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto - c'è un orologio nella stanza - : la stessa conversazione insignificante diventa tutt'a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: 'Non dovreste parlare di cose banali, c'è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all'altro'. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell'esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspense".

Un'ulteriore tecnica per ottenere la suspense è quella di costringere lo spettatore a identificarsi con il personaggio. Cinematograficamente ciò si realizza utilizzando la soggettiva.

Il tempo nella suspense

Quel che distingue lo stile di Hitchcock da quello di altri grandi cineasti come Fritz Lang o Howard Hawks è l'impiego molto personale che egli fa della lentezza e della rapidità, della preparazione e della folgorazione, dell'attesa e dell'ellissi: il regista gioca col tempo, qualche volta contraendolo, ma più spesso dilatandolo.[44]

La psicoanalisi

Hitchcock è stato considerato un interprete e un divulgatore, anche se distaccato e talvolta ironico, della psicoanalisi.[45]

Sono considerati film psicoanalitici Psyco e Marnie, ma elementi di interesse psicanalitico si ritrovano anche in Io ti salverò e Nodo alla gola.

«In Hitchcock, la psicoanalisi, senza perdere la dimensione di oggettività che caratterizza la scienza [...] è un atto di coraggio: è il mettere l'uomo di fronte a se stesso, costringendolo a vedere ciò che non vorrebbe vedere o ricordare, è l'andare fino in fondo, confrontandosi con ciò che non si sarebbe mai voluto incontrare ma che è necessario frequentare, per modificare la situazione in senso positivo.»

(Giorgio Simonelli, Invito al cinema di Hitchcock, p. 142.)

Sequenze oniriche

L'amore

«La parola amore è così piena di sospetto.»

(Alfred Hitchcock in Il cinema secondo Hitchcock.)

La coppia

Hitchcock sa raccontare in modo inimitabile le tante sfaccettature del rapporto amoroso: la seduzione e l'innamoramento, la fedeltà e il sacrificio, il sospetto e la gelosia, la paura di non essere amati e il tradimento, la noia e la solitudine; nei suoi film viene indagata ogni fase del rapporto di coppia. Qualche esempio:

Le figure femminili

«La donna nei film di Hitchcock riveste un ruolo fondamentale che viene diversificandosi nel corso della sua produzione ... può essere sia la rovina che la salvezza per l'uomo, può incarnare sia il bene che il male.»

(Gian Piero Brunetta, Il cinema di Hitchcock, p.75.)

I personaggi femminili di Hitchcock presentano una variegata tipologia:

La tecnica cinematografica

Lo

Hitchcock era uno dei pochi registi che arrivasse, al momento di girare, con degli storyboard dettagliatamente disegnati da lui stesso.

«Per me un film è finito al novantanove per cento quando è scritto. A volte preferirei non doverlo girare. Ci si immagina il film, poi tutto comincia ad andare a rotoli. Gli attori ai quali si è pensato non sono liberi, non si può avere sempre un buon cast. Sogno una macchina IBM nella quale inserire la sceneggiatura da una parte e veder uscire il film dall'altra. Finito e a colori.»

(Alfred Hitchcock, L'Express, intervista rilasciata a Pierre Billard)

Il montaggio

Due estremi, il massimo effetto ottenuto con il montaggio e la negazione, la rinuncia quasi totale del montaggio:

  • il montaggio della scena della doccia in Psyco, che si compone di ben 70 inquadrature in soli 45 secondi di durata.
  • il piano sequenza in Nodo alla gola che è un film interamente girato in piano sequenza, apparentemente senza tagli di montaggio. In realtà i tagli ci sono (dovuti necessariamente alla durata di un rullo di pellicola che all'epoca era all'incirca di dieci minuti), ma sono abilmente mascherati da movimenti della macchina da presa o degli attori che vi passano davanti.

I movimenti di macchina

Il MacGuffin

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: MacGuffin.

Il MacGuffin è un artificio introdotto nello svolgimento della trama del film, di scarsa rilevanza per il significato della storia in sé, ma necessario per sviluppare certi snodi fondamentali della trama. Si tratta di un concetto del tutto peculiare nel cinema di Alfred Hitchcock e viene descritto dal regista in una piccola storiella, nel celebre libro-intervista con François Truffaut:

Due viaggiatori si trovano in un treno in Inghilterra. L'uno dice all'altro: «Mi scusi signore, che cos'è quel bizzarro pacchetto che ha messo sul portabagagli? — Beh, è un MacGuffin. — E che cos'è un MacGuffin? — È un marchingegno che serve a catturare i leoni sulle montagne scozzesi. — Ma sulle montagne scozzesi non ci sono leoni! — Allora non esiste neppure il MacGuffin!».

Il MacGuffin («scappatoia, trucco, espediente», come lo definisce il regista) è un elemento della storia che serve come inizializzazione o come giustificazione ma che, di fatto, si manifesta senza grande importanza nel corso dello sviluppo della trama del film.

Alcuni esempi di MacGuffin:

  • In Notorious (1946), il MacGuffin è l'uranio contenuto nelle bottiglie di vino. È il motivo per cui la storia si sviluppa ma non è importante che nelle bottiglie ci sia necessariamente dell'uranio. Infatti, durante la realizzazione del film si era propensi a sostituire l'uranio con i diamanti.
  • In La finestra sul cortile (1954), il MacGuffin è la gamba rotta del protagonista, ma non è importante come e perché si è rotta: serve solo per farlo stare immobilizzato in carrozzella a osservare dalla finestra.
  • In Intrigo internazionale (1959), il MacGuffin è la non meglio precisata informazione segreta di cui avrebbe dovuto essere a conoscenza Kaplan, l'uomo per cui è scambiato Roger Thornhill (Cary Grant). Grant, per gran parte del film, cerca di trovare il fantomatico Kaplan senza capire che in realtà non esiste.
  • In Psyco (1960) il MacGuffin è rappresentato dal denaro sottratto da Marion al suo datore di lavoro all'inizio del film; l'episodio costituisce un pretesto narrativo per condurre Marion al motel di Norman Bates; quest'ultimo la ucciderà non sapendo nemmeno dell'esistenza del denaro.

Le apparizioni

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Camei di Alfred Hitchcock.

Caratteristica comune a quasi tutti i film di Hitchcock, a eccezione di alcuni fra quelli girati in Inghilterra nel periodo giovanile, è la sua presenza in almeno una scena. Il regista riferì che all'inizio della sua carriera si prestava per presenze casuali, laddove ci fosse stato bisogno di una comparsa; successivamente, le sue apparizioni cameo divennero una consuetudine scaramantica e, infine, una specie di gioco per gli spettatori, che, a ogni uscita di un nuovo film, dovevano cercare d'individuare in quale inquadratura si fosse nascosto. Memorabili gli espedienti usati per le apparizioni nei film "claustrofobici", in cui il set era interamente costituito da un'unica scena ed era difficile inserire una "comparsata": per esempio, in Prigionieri dell'oceano, tutto girato su una barca di naufraghi, compare in una fotografia sulla pagina di un giornale; analogamente, ne Il delitto perfetto, che si svolge quasi per intero all'interno di un appartamento, lo si può riconoscere in una fotografia di compagni di scuola mostrata dal protagonista. Anche Nodo alla gola è un altro film girato tutto in un appartamento e qui appare due volte: nella prima inquadratura attraversa una strada con una donna e poi in maniera virtuale mediante un'insegna al neon che riproduce il suo profilo, posta sul tetto dell'edificio di fronte. In Intrigo internazionale appare due volte: sia alla fine della sigla iniziale come un passeggero che non riesce a salire su un autobus, sia vestito da donna nel treno. Ne La finestra sul cortile invece appare in una scena insieme al musicista che suona al pianoforte, proprio di fronte all'appartamento di James Stewart. In Caccia al ladro invece appare come passeggero a bordo dell'autobus, seduto accanto a Cary Grant. In Marnie esce da una stanza d'albergo all'inizio del film. In La donna che visse due volte lo si vede attraversare la strada prima della scena in cui James Stewart incontra il suo amico nell'ufficio di un cantiere navale. In L'uomo che sapeva troppo è in mezzo al pubblico ad assistere a uno spettacolo di saltimbanchi arabi a Marrakech.

Influenza su altri cineasti

Che Hitchcock sia un "classico" lo dimostra anche la quantità di riferimenti alla sua produzione contenuti nelle opere cinematografiche successive:

Nella cultura di massa

Nel 2012 è uscito nelle sale cinematografiche Hitchcock, con protagonisti Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson e Jessica Biel, film biografico incentrato sul rapporto tra il regista e sua moglie Alma Reville durante la lavorazione del film Psyco.[49]

Il fumettista Tito Faraci, con i disegni di Anna Marabelli, rende omaggio al grande regista con la storia Paperino e il mago del brivido, che contiene varie citazioni dei suoi film: Psyco, con Paperino che viene condotto in un esterno che riproduce la famosa casa e il vicino motel, è presente anche una citazione della celeberrima scena della doccia; La donna che visse due volte, Paperino, in seguito a un incidente, ha la fobia delle altezze elevate (come James Stewart), appare ogni tanto una "misteriosa papera bionda" che ricorda Kim Novak e la scena sul faro ricorda molto quella del campanile presente nel film e, come lo stesso Stewart, anche lo sfortunato papero rimane appeso a un edificio; La finestra sul cortile, Paperino assiste a un fantomatico crimine vedendolo attraverso le finestre del palazzo di fronte alla sua camera; Gli uccelli ,durante un pic-nic in una baia, Paperino viene attaccato da uno stormo di corvi; Caccia al ladro, il titolo del film che Hitchcock sta girando nella storia è "Caccia al lardo". Inoltre la storia include una caricatura di Hitchcock (chiamato per l'occasione Alfred Iciok), che presenta il classico abbigliamento con cui il grande regista si recava al "lavoro", i suoi giochi di parole e la stazza.[50]

Nella storia Topolino profondo giallo, uscita nel 1987, c'è un altro omaggio a Hitchcock, ribattezzato "Alfred Topock", con una parodia disneyana de La finestra sul cortile[51].

Filmografia

Cinema[52]

Regista

Periodo britannico:
Cortometraggi
Lungometraggi
Periodo americano:
Cortometraggi
Lungometraggi in bianco e nero
Lungometraggi a colori

Aiuto regista (parziale)

Scenografo

Designer titoli (parziale)

Televisione[52]

Episodi più celebri di Alfred Hitchcock presenta

Episodi celebri di altre

Riconoscimenti

Premio Oscar
Golden Globe
BAFTA
  • 1971 - BAFTA Academy Fellowship Award
Mostra internazionale d'arte cinematografica
Festival di Cannes

Il film L'uomo che sapeva troppo (1934), fu inserito nel 1935 tra migliori film stranieri dell'anno dal National Board of Review of Motion Pictures.

Hitchcock fu insignito del titolo di gran ufficiale dell'ordine dell'impero britannico (KBE), con cui entrò nella cavalleria potendo usare il prefisso di Sir, nel 1980, pochi mesi prima di morire.

Onorificenze

Cavaliere Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico
— Londra, 31 dicembre 1979

Doppiatori italiani

  • Carlo Romano in Alfred Hitchcock presenta (1955, prima parte degli episodi), L'ora di Hitckcock
  • Paolo Lombardi in Alfred Hitchcock presenta (1955, seconda parte degli episodi), Alfred Hitchcock presenta (1985), Terrore in sala

Note

  1. ^ Edoardo Bruno editore = Istituto dell'Enciclopedia Italiana, HITCHCOCK, Sir Alfred, su treccani.it, 2003. URL consultato il 16 agosto 2014.
  2. ^ Complotto di famiglia, su mymovies.it. URL consultato il 16 agosto 2014.
  3. ^ Alfred Hitchcock in François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, p. 23.
  4. ^ Taylor, pp. 19–34.
  5. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, p. 41.
  6. ^ Taylor, p. 27.
  7. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, p. 38.
  8. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, p. 59.
  9. ^ Taylor, p. 29.
  10. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 61-71.
  11. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 59-68.
  12. ^ Marlen Vazzoler, scoperti 30 minuti di hitchock sceneggiatore ventiquattrenne, 1923, su mymovies.it, 5 agosto 2011. URL consultato il 16 agosto 2014.
  13. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 132-141.
  14. ^ Raymond Durgnat, The Strange Case of Alfred Hitchcock, Faber and Faber, London 1974, pag. 20.
  15. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 221-256.
  16. ^ Taylor, pp. 141–186.
  17. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, p. 248.
  18. ^ Taylor, pp. 189–213.
  19. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 259–305.
  20. ^ Alfred Hitchcock racconta l'Olocausto, Mentelocale.it, 20 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2015).
  21. ^ "Memory of the Camps" il film inedito sull'orrore dei campi nazisti di Alfred Hitchcock verrà trasmesso in tv, su ilsole24ore.com.
  22. ^ Un documentario sull'Olocausto, del maestro del thriller, Alfred Hitchcock, del 1945, vedrà finalmente la luce dopo 70 anni. (da Indipendent), su tecnicadellascuola.it. URL consultato il 16 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  23. ^ Taylor, pp. 214-265.
  24. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 307–404.
  25. ^ Taylor, pp. 266–284.
  26. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 407–455.
  27. ^ Taylor, pp. 293–346.
  28. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 459-547.
  29. ^ Truffaut, pp. 290-291.
  30. ^ Taylor, pp. 349–395.
  31. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, pp. 607–692.
  32. ^ (EN) Francois Truffaut, Hitchcock, Faber & Faber, 2017, p. 343, ISBN 9780571333707.
  33. ^ The Short Night « Hitchcock and Me.
  34. ^ Spoto, Il lato oscuro del genio, p. 702.
  35. ^ il signore scompare, di Tirza Bonifazi Tognazzi, su mymovies.it. URL consultato il 16 agosto 2014.
  36. ^ A meno di dieci giorni dal decesso, nell'aprile 1980, Hitchcock organizzò la sua cerimonia funebre fatta dal vivo, steso in una bara scoperchiata e guardata da quattro necrofori in marsina. Questa sua ultima rappresentazione venne inscenata per un'agenzia di stampa che la presentò come un'originalità, mentre era il presentimento della morte. (informazione senza fonte).
  37. ^ a b c d Il cinema secondo Hitchcock, pp. 81-84.
  38. ^ Fabio Carlini, Hitchcock p. 47.
  39. ^ Gian Piero Brunetta, Dizionario universale dei registi, pp.166-167.
  40. ^ Slavoj Zizek, L'universo di Hitchcock, Mimesis Edizioni, Milano, 2008, pp. 24-25.
  41. ^ Truffaut, p. 118.
  42. ^ Truffaut, p. 39.
  43. ^ Alfred Hitchcock in Il cinema secondo Hitchcock, p. 40.
  44. ^ Truffaut, p. 57.
  45. ^ Beatrice Balsamo, Il primo film di psicoanalisi: Spellbound, Io ti salverò (1944). Il doppio e il sogno (PDF), 2007-2008 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2015).
  46. ^ Truffaut, p. 135.
  47. ^ a b Andrea Giaime Alonge, Madri invadenti e algide amanti: Intrigo internazionale,”Garage”, n.11, 1997.
  48. ^ Sandro Bernardi, L'avventura del cinematografo, pp. 220-221.
  49. ^ Hitchcock, in MYmovies.it, Mo-Net Srl..
  50. ^ Paperino e il mago del brivido (I PM 195-2) | I.N.D.U.C.K.S., su inducks.org. URL consultato il 27 agosto 2020.
  51. ^ Topolino profondo giallo, su inducks.org. URL consultato il 1º marzo 2021.
  52. ^ a b Natalino Bruzzone e Valerio Caprara, I film di Alfred Hitchcock, Gremese Editore. URL consultato il 19 settembre 2017.

Bibliografia

Biografie

  • John Russel Taylor, Hitch, Mario Bonini (traduttore), Garzanti, 1980. Edizione originale: John Russel Taylor, The life & times of Alfred Hitchcock, New York, 1978.
  • Donald Spoto, Il lato oscuro del genio, Carolina Sargian (traduttore), Torino, Lindau, 2006, ISBN 88-7180-602-6. Edizione originale: Donald Spoto, The dark side of genius: the life of Alfred Hitchcock, New York, 1983.
  • Patrick McGilligan, Alfred Hitchcock: A Life in Darkness and Light [1 ed.], Regan Books 2010 006039322X, 9780060393229, 9780062028648
  • Rosario Tronnolone, Alfred Hitchcock, ritratti di signore, Edizioni Sabinae. ISBN 979 12800 23 179

Interviste

  • Peter Bogdanovich, Conversazione con Alfred Hitchcock in Chi ha fatto quel film?, Fandango, 2010.
  • Sidney Gottlieb, Hitchcock secondo Hitchcock. Idee e confessioni del maestro del brivido, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2003.
  • Alfred Hitchcock, Io confesso. Conversazioni sul cinema allo stato puro, Minimum Fax, 2008.
  • Bill Krohn. Alfred Hitchcock al lavoro, Milano, Rizzoli, 2000.
  • François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, Giuseppe Ferrari e Francesco Pititto (traduzione), Milano, Il Saggiatore, 2009, ISBN 978-88-565-0109-4. Edizione originale: François Truffaut, Le cinéma selon Hitchcock, Paris, Laffont, 1966.

Saggi italiani

  • Gian Piero Brunetta, Il cinema di Alfred Hitchcock, Venezia, Marsilio, 1994. pubblicato in precedenza come Gian Piero Brunetta, Hitchcock o L'universo della relatività, Padova, Liviana, 1971.
  • Fabio Carlini, Alfred Hitchcock, Firenze, La Nuova Italia, 1974, SBN IT\ICCU\SBL\0600998.
  • Riccardo Rosetti, Hitchcock : tutti i film, Milano, Savelli Editore, 1980, SBN IT\ICCU\MOD\0160988.
  • Natalino Bruzzone e Valerio Caprara, I film di Hitchcock, Roma, Gremese, 1992, ISBN 88-7605-719-6.
  • Davide D'Alto, Roberto Lasagna e Saverio Zumbo, La congiura degli hitchcockiani, Falsopiano, 2004.
  • Giorgio Simonelli, Invito al cinema di Hitchcock, Milano, Mursia, 1996, ISBN 88-425-2031-4.
  • Giorgio Gosetti, Alfred Hitchcock, in Il Castoro Cinema, n. 178, Editrice Il Castoro, 2002, ISBN 88-8033-026-8.
  • Italo Moscati, Hitchcock, il laboratorio dei brividi, 2009, ISBN 978-88-230-1388-9.
  • Sandro Fogli, Hitchcock e la vertigine interpretativa, Romano Editore, 2013, ISBN 978-88-96376-11-9.

Atti di convegni

  • Edoardo Bruno, Per Alfred Hitchcock, Edizioni del Grifo, Montepulciano 1981.
  • Roberto Salvadori, Alfred Hitchcock, la critica, il pubblico, le fonti letterarie, Casa Usher Editrice, Firenze 1981.

Opere di carattere generale

  • Georges Sadoul, Storia del cinema mondiale dalle origini ai nostri giorni, traduzione di Mariella Mammalella, Feltrinelli, Milano 1964.
  • Fernaldo Di Gianmatteo, Dizionario Universale del Cinema, vol. I registi, Editori Riuniti, Roma 1984.
  • AA. VV., Dizionario dei registi del cinema mondiale, a cura di Gian Piero Brunetta, vol. II - G/O, Einaudi 2005. ISBN 88-06-16515-1
  • Sandro Bernardi, L'avventura del cinematografo, Marsilio, Venezia, 2007. ISBN 978-88-317-9297-4

Saggi stranieri tradotti

  • Éric Rohmer e Claude Chabrol, Hitchcock, Michele Canosa (traduttore), Venezia, Marsilio, 2010, SBN IT\ICCU\LO1\0434369. Edizione originale: ISBN 978-88-317-6402-5 Éric Rohmer e Claude Chabrol, Hitchcock, Paris, Editions Universitaires, 1957.
  • Paul Duncan, Tutti i film di Hitchcock, tradotto da Carolina Sargian, Torino, Lindau, 2007. ISBN 978-88-7180-710-2.
  • Slavoj Zizek, L'universo di Hitchcock, Milano, Mimesis Edizioni, 2008.
  • Bill Krohn, Hitchcock, Cahiers di cinéma, tradotto da Antonella Santambrogio, Milano, 2010. ISBN 978-2-86642-579-1.

Opere in altre lingue

  • Robin Wood, Hitchcock'film, London, Zwemmer, 1966.
  • R. Durgnat, The strange case of Alfred Hitchcock, London 1974.
  • D. Spoto, The art of Alfred Hitchcock: fifty years of his motion pictures, New York 1976.
  • Robert J. Yahal, Hitchcock as philosopher, Mc Farland and Company, 2005.
  • Noël Simsolo, Alfred Hitchcock, Paris Seghers, 1969.
  • Jean Douchet, Alfred Hitchcock, L'Herne Cinéma, n.1, 1967.

Cataloghi di mostre sul regista

  • Hitchcock. Brividi di Carta. Editore: Stampalith, Trento, 2002. Catalogo a cura di Roberto Festi della mostra "Hitchcock "Brividi di Carta" tenutasi a Madonna di Campiglio.
  • Dominique Païni-Guy Cogeval, Hitchcock et l'art: coincidences fatales, Mazzotta, Milano 2000. Catalogo della mostra tenutasi a Montréal, Musée des beaux-arts, dal 16 novembre 2000 al 16 aprile 2001, e a Parigi, Centre Pompidou, dal 6 giugno al 24 settembre 2001.

Saggi sui singoli film

  • Alberto Boschi, Alfred Hitchcock. Intrigo internazionale, Lindau, Torino 2005. ISBN 88-7180-494-5
  • Alberto Boschi, Nodo alla gola, Lindau, Torino 2009. ISBN 978-88-7180-796-6
  • Veronica Pravadelli, Notorious, Lindau, Torino 2007. ISBN 978-88-7180-677-8
  • Cosetta Saba, La finestra sul cortile, Lindau, Torino 2001. ISBN 88-7180-263-2
  • Del Ministro Maurizio, Alfred Hitchcock. La donna che visse due volte, Lindau, Torino 2009 ISBN 978-88-7180-789-8
  • Paolo Marocco, Vertigo di Alfred Hitchcock. Lo sguardo dell'ozio nell'America del lavoro, Genova, Le Mani, 2003.
  • Mauro Giori, Alfred Hitchcock. Psyco, Lindau, Torino 2009. ISBN 978-88-7180-802-4
  • Stephen Rebello, Come Hitchcock ha realizzato Psycho, Milano, Il Castoro, 2008.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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