12 anni schiavo |
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Chiwetel Ejiofor in una scena del film |
Titolo originale | 12 Years a Slave
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Lingua originale | inglese
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Paese di produzione | Stati Uniti d'America, Regno Unito
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Anno | 2013
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Durata | 134 min
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Rapporto | 2,35.1
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Genere | storico, biografico, drammatico
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Regia | Steve McQueen
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Soggetto | dal libro autobiografico di Solomon Northup
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Sceneggiatura | John Ridley
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Produttore | Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Bill Pohlad, Steve McQueen, Arnon Milchan, Anthony Katagas
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Produttore esecutivo | John Ridley, Tessa Ross
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Casa di produzione | Plan B Entertainment, New Regency Pictures, River Road Entertainment, Summit Entertainment
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Distribuzione in italiano | BiM Distribuzione
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Fotografia | Sean Bobbitt
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Montaggio | Joe Walker
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Effetti speciali | David Nash
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Musiche | Hans Zimmer
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Scenografia | Adam Stockhausen
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Costumi | Patricia Norris
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Trucco | Ma Kalaadevi Ananda
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Interpreti e personaggi |
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Doppiatori italiani |
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Il logo originale del film
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12 anni schiavo (12 Years a Slave) è un film del 2013 diretto da Steve McQueen.
Tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup[1] edita nel 1853, il film ha vinto l’Oscar 2014 come miglior film. Gli interpreti principali sono Chiwetel Ejiofor nel ruolo del protagonista, Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Brad Pitt, quest'ultimo anche produttore della pellicola, e Lupita Nyong'o, vincitrice dell'Oscar alla miglior attrice non protagonista.
Trama
Nel 1841, prima della guerra di secessione, Solomon Northup, talentuoso violinista nero, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs (nello Stato di New York) con la moglie Anne e i figli Margaret e Alonzo. Ingannato da due falsi agenti di spettacolo, si reca con questi a Washington, dove - dopo essere stato drogato - viene imprigionato, frustato, privato dei documenti che certificano la sua libertà e portato in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853, cambiando per tre volte padrone e lavorando principalmente nella piantagione di cotone del perfido schiavista Edwin Epps.
Tra la crudeltà di Epps e inaspettati quanto rari atti di bontà, Solomon lotta non solo per sopravvivere, ma anche per conservare la propria dignità. Nel dodicesimo anno della sua indimenticabile disavventura, l'incontro casuale con l'abolizionista canadese Samuel Bass rappresenta per la sua vita la svolta cui quasi non sperava più. Bass riesce a rintracciare la famiglia di Solomon che così in breve è raggiunto, identificato e finalmente liberato.
Tornato a casa, riabbraccia la moglie e i figli ormai adulti, tra cui la figlia che ha avuto un bambino che ha chiamato come suo padre. Negli anni successivi Solomon intraprese una battaglia legale contro i rapitori senza tuttavia avere successo e si impegnò nella causa abolizionista.
Colonna sonora
- Tim Fain – Devil's Dream
- John Legend – Roll Jordan Roll
- Gary Clark Jr. – Freight Train
- Tim Fain e Caitlin Sullivan – Yarney's Waltz
- Alabama Shakes – Driva Man
- David Hughey e Roosevelt Credit – My Lord Sunshine (Sunrise)
- John Legend feat. Fink – Move
- Hans Zimmer – Washington
- Gary Clark Jr. – (In the Evening) When the Sun Goes Down
- Alicia Keys – Queen of the Field (Patsey's Song)
- Hans Zimmer – Solomon
- Laura Mvula – Little Girl Blue
- Chris Cornell feat. Joy Williams – Misery Chain
- Topsy Chapman feat. Chiwetel Ejiofor – Roll Jordan Roll
- Tim Fain – Money Musk
- Cody Chesnutt – What Does Freedom Mean (To a Free Man)
Distribuzione
Il poster e il primo trailer del film sono stati diffusi il 15 luglio 2013,[2] mentre in lingua italiana a partire dal 12 dicembre dello stesso anno.[3] Il film è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival e successivamente al Toronto International Film Festival, dove ha vinto il premio del pubblico.[4]
La pellicola viene distribuita nei cinema statunitensi a partire dal 18 ottobre 2013, mentre in Italia dal 20 febbraio 2014.
I primi poster della versione italiana, a differenza di quella statunitense, mostrano in secondo piano il protagonista britannico Chiwetel Ejiofor, dando invece risalto a Brad Pitt e Michael Fassbender, scelta che ha causato accese polemiche, fino a far rimpiazzare i poster con un'altra versione.[5]
Accoglienza
Incassi
Al 22 marzo 2014, il film ha guadagnato un totale di $175,747,653 di cui $55,590,585 negli USA.[6] Negli Stati Uniti ha debuttato incassando nel weekend $923,715 su 19 schermi. Il weekend successivo, il film entra nella top ten dopo aver aumentato a 123 schermi incassando altri $2.1 milioni. Ha continuato nel terzo weekend a migliorare, incassando $4.6 milioni in 410 location.
Riconoscimenti
Differenze con l'autobiografia
Fra il film di Steve McQueen e l'autobiografia di Solomon vi sono alcune differenze, talune come la prima anche importanti per il loro significato ideologico sottostante al film[7]:
- Solomon era mulatto di ascendenze africane (mezzo bianco e mezzo nero) e non nero africano come rappresentato nel film (l'attore è figlio di immigrati nigeriani di etnia igbo e non mulatto).
- Solomon nella realtà aveva tre figli, Elizabeth, Margaret e Alonzo. Nel film la figura della figlia Elizabeth viene eliminata.
- La scena in cui una donna prigioniera, distesa accanto a lui, ha un rapporto sessuale con Solomon è stata inventata dagli sceneggiatori. Non se ne trova infatti traccia nell'autobiografia.
- Nel film, inoltre, non si fa menzione del fatto che a Washington, il giorno del rapimento, si stavano svolgendo i funerali solenni del Presidente degli Stati Uniti Harrison.
- La scena sulla nave, in cui un marinaio uccide uno schiavo prigioniero, è stata inserita dagli sceneggiatori. Nell'autobiografia Solomon racconta di uno schiavo, di nome Robert, morto durante il viaggio in nave, ma le cause della morte erano dovute al vaiolo.
- Nel film non si fa inoltre menzione né del fatto che lo stesso Solomon, una volta giunto a New Orleans il 24 maggio 1841, si ammalò di vaiolo, rischiando seriamente la morte, né dell'episodio sul brigantino Orleans del marinaio inglese John Manning, né del piano di ammutinamento poi abortito.
- Nell'autobiografia Solomon Northup racconta che Tibaut (Tibeats nel film), dopo aver tentato di impiccarlo, tenta di ucciderlo una seconda volta, provando a colpirlo con un'ascia, ma anche stavolta Northup si salva, fuggendo per alcuni giorni nelle paludi circostanti e sfuggendo così ai cani che i guardiani avevano scatenato alla sua ricerca. Nel film questo secondo tentativo di omicidio non compare. Inoltre nel film è William Ford che cede la proprietà di Solomon a Edwin Epps, mentre nell'autobiografia è Tibaut a vendere Solomon a Epps per 1500 dollari.
- Nella autobiografia la figura di Edwin Epps risulta essere ancora più crudele di quella tratteggiata nel film. Solomon lo descrive come un ubriacone che frustava gli schiavi per puro divertimento.
- Nel film la schiava Patsey supplica Solomon di ucciderla per porre fine alle sue sofferenze, in quanto non ha il coraggio di suicidarsi. Nell'autobiografia Solomon racconta invece che la moglie di Epps cercò di convincere lo stesso Solomon a uccidere Patsey, gelosa degli impulsi sessuali del marito verso la povera ragazza di colore.
- La scena in cui Patsey e Harriet Shaw (la moglie di colore di un proprietario di piantagione interpretata da Alfre Woodard) parlano sedute a un tavolino mentre sorseggiano del tè è stata inserita dagli sceneggiatori. Sembrerebbe però, da varie ricerche bibliografiche, che il personaggio di Harriet Shaw sia esistito realmente[8].
- Nel film il signor Parker, commerciante di Saratoga Springs e amico di Solomon, si reca in Louisiana per la liberazione dello schiavo rapito. Nella realtà, Solomon Northup racconta che fu l'avvocato Henry B. Northup, amico di infanzia di Solomon, a recarsi in Louisiana (su incarico ufficiale delle autorità di New York) e a trovare materialmente lo schiavo rapito nella piantagione Epps. Nella rappresentazione cinematografica, per una precisa scelta degli sceneggiatori, la figura dell'avvocato Henry B. Northup, fondamentale per la liberazione di Solomon, non è presente.
Note
- ^ Twelve Years a Slave, su docsouth.unc.edu, unc.edu. URL consultato il 28 marzo 2014.
- ^ L'intenso trailer di 12 Years a Slave, di Steve McQueen, su badtaste.it. URL consultato il 16 settembre 2013.
- ^ Michael Fassbender, Brad Pitt e Chiwetel Ejiofor nel teaser italiano di 12 Years a Slave!, su badtaste.it. URL consultato il 29 marzo 2014.
- ^ Toronto ai piedi di Steve McQueen: «12 Years a Slave» vince il Premio del pubblico, su ilsole24ore.com. URL consultato il 4 marzo 2014.
- ^ Brad Pitt nel poster italiano di “12 anni, schiavo”, ma il protagonista è un altro. Accuse Usa, su cinema-tv.corriere.it, corriere.it, 25 dicembre 2013. URL consultato il 22 febbraio 2014.
- ^ 12 Years a Slave, su boxofficemojo.com. URL consultato il 22 febbraio 2014.
- ^ Indagine storica e differenze fra film e autobiografia, su historyvshollywood.com. URL consultato il 28 marzo 2014.
- ^ Harriet Shaw, su oberlinheritagecenter.org. URL consultato il 5 novembre 2016.
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su searchlightpictures.com.
- 12 Years a Slave, su YouTube, 15 aprile 2014.
- (EN) 12 anni schiavo, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) 12 anni schiavo, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) 12 anni schiavo, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) 12 anni schiavo, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) 12 anni schiavo, su FilmAffinity.
- (EN) 12 anni schiavo, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) 12 anni schiavo, su Box Office Mojo, Amazon.com.
- (EN) 12 anni schiavo, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) 12 anni schiavo, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) Sito ufficiale, su foxsearchlight.com.
- Scheda e recensione di 12 anni schiavo su CineforumWeb
- (EN) Indagine storica, su historyvshollywood.com.