Questa voce o sezione sull'argomento criminalità non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
La scomparsa di Denise Pipitone è un fatto di cronaca relativo ad una minore italiana avvenuto il 1º settembre 2004 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. La bambina, che all'epoca aveva quasi quattro anni, sparì mentre si trovava nei pressi della casa della nonna materna.[1] Denise è nata il 26 Ottobre 2000 a Mazara Del Vallo in provincia di Trapani. È uno dei casi più costosi della storia giudiziaria italiana (più di 30 milioni di euro) e anche uno dei più lunghi (più di 500.000 pagine).
La mattina del 1º settembre 2004 Denise Pipitone, nata il 26 ottobre 2000 da Piera Maggio e Pietro Pulizzi, ma riconosciuta da Toni Pipitone, è scomparsa da Mazara del Vallo, dove abitava, mentre inseguiva un suo cuginetto davanti a casa in compagnia della nonna.[2] Alle 11:45 fu vista l'ultima volta da una zia sul marciapiede in strada.[3] Al momento della sottrazione a pochi passi dal portone di casa, Piera Maggio, sua madre, stava frequentando un corso di informatica. Seppe del rapimento alle 12:30 circa. L'allarme fu dato quello stesso giorno. La notizia venne trasmessa attraverso i media alle ore 14:00 dello stesso giorno tramite un telegiornale locale. L'ipotesi investigativa di cui si è più certi ipotizza un passaggio di staffetta tra i vari rapitori e sequestratori sia il giorno stesso del rapimento e sia successivamente che aveva come obiettivo quello di far perdere le tracce della bambina. I cani molecolari della squadra investigativa percepiscono la presenza di Denise Pipitone nei pressi della abitazione della sorella di Gaspare Ghaleb, ex fidanzato di origini tunisine di Jessica Pulizzi, all'epoca una delle maggiori sospettate del rapimento, distante solo pochi metri dalla abitazione di Piera Maggio e della nonna di Denise nei pressi della quale Denise scompare.
In seguito alla scomparsa sono stati segnalati alcuni avvistamenti, confermati e no:
Le ricerche sono partite immediatamente, senza produrre risultati per oltre un mese.
Il primo avvistamento fondato si è avuto a Milano in ottobre da parte di una guardia giurata in servizio ad una banca. La bambina si sarebbe trovata in compagnia di un gruppo di persone zingari: una donna dai capelli scuri, un uomo scuro, un bambino biondo con una fisarmonica e una donna bionda.
Negli anni, diversi gli spunti presentati agli investigatori, ma le indagini si sono sempre concentrate nell'ambito familiare allargato. La pista zingari è stata spesso una costante che non ha mai avuto alcuna conferma ma sarebbe collegata a quella famigliare dal momento che si ritiene plausibile l'ipotesi secondo la quale in un secondo momento la bambina sia stata ceduta o dei gruppi nomadi/rom o a qualcuno della cerchia amicale della cerchia famigliare allargata.
Il 3 maggio 2021 la procura di Marsala torna a indagare sul caso[8].
Il 27 maggio 2021 viene chiesta una commissione d’inchiesta parlamentare su iniziativa dei deputati Alessia Morani e Carmelo Miceli del Partito Democratico per analizzare eventuali depistaggi, conflitti di interesse e anomalie dei precedenti 17 anni di lavori di indagine.
Secondo l'ultima ricostruzione degli inquirenti, Denise sarebbe stata rapita dalla sorellastra Jessica Pulizzi, anche lei minorenne, con la complicità della madre Anna Corona e dell'ex fidanzato Gaspare Ghaleb per «vendetta e gelosia perché Denise e Jessica Pulizzi sono figlie dello stesso padre, Piero Pulizzi». La posizione di Anna Corona, indagata in un secondo filone d'indagine per sequestro di minorenne, fu archiviata dal gip di Marsala nel dicembre 2013.[9]
Jessica Pulizzi, accusata di concorso in sequestro di minorenne, fu rinviata a giudizio dal Giudice dell'udienza preliminare di Marsala il 18 gennaio 2010. Il processo di primo grado iniziò il 16 marzo 2010 e durò tre anni. La procura di Marsala chiese la condanna a 15 anni di reclusione per sequestro di minore, ritenendola "colpevole senza alcun dubbio" per via di una serie di indizi chiari, univoci e convergenti. Secondo l'accusa, la mattina del 1º settembre 2004, la Pulizzi aveva prelevato Denise e l'aveva condotta a casa del padre (Piero Pulizzi) per avere la conferma che fosse sua figlia, ma non trovandolo consegnò la bambina a persone mai identificate. La donna fu assolta al termine del processo di primo grado dal Tribunale di Marsala il 27 giugno 2013 per insufficienza di prove. La Corte d'appello di Palermo il 2 ottobre 2015 confermò l'assoluzione di Jessica Pulizzi per insufficienza di prove, rigettando la richiesta di condanna a 15 anni di reclusione,per sequestro di minore avanzata dal procuratore generale della Corte d'appello di Palermo Rosalba Scaduto, la quale durante la sua requisitoria affermò che Jessica Pulizzi partecipò al sequestro della sorellastra, e pertanto andava riconosciuta colpevole. Il 19 aprile 2017 la Cassazione confermò la definitiva assoluzione di Jessica Pulizzi, accusata di sequestro di minore, ma al tempo stesso sottolineò l'esistenza di un valido e comprovato movente. Per gli addebiti del coimputato, al termine del processo di secondo grado è intervenuta la prescrizione del reato.
L'articolo Sparizione di Denise Pipitone in Wikipedia italiana ha preso i seguenti posti nella classifica di popolarità locale:
Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2021-06-13 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=8904166