Pane e tulipani

Pane e tulipani
Marina Massironi, Licia Maglietta e Bruno Ganz in una scena
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Svizzera
Anno2000
Durata114 min
Rapporto1,85:1
Generecommedia
RegiaSilvio Soldini
SoggettoDoriana Leondeff,
Silvio Soldini
SceneggiaturaDoriana Leondeff,
Silvio Soldini
ProduttoreDaniele Maggioni
Casa di produzioneMonogatari S.r.l.,
Istituto Luce S.p.A., RAI Radiotelevisione Italiana
Distribuzione in italianoIstituto Luce S.p.A.
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioCarlotta Cristiani
MusicheGiovanni Venosta
ScenografiaPaola Bizzarri
CostumiSilvia Nebiolo
TruccoEsmé Sciaroni
Interpreti e personaggi

Pane e tulipani è un film del 2000 diretto da Silvio Soldini[1], vincitore di numerosi riconoscimenti: nove David di Donatello, cinque Nastri d'argento, dieci Ciak d'oro e tre Premi Flaiano, oltre a tre candidature agli European Film Awards del 2000. È stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs del 53º Festival di Cannes.[2]

Trama

Rosalba è una casalinga pescarese di origini napoletane, madre di due adolescenti e moglie di Mimmo, titolare d'una ditta d'idraulica e sanitari, piuttosto rozzo oltre che infedele. Assieme alla famiglia e agli amici, partecipa a una squallida gita a Paestum, organizzata da una ditta di venditori di pentole ed elettrodomestici. Durante una sosta del pullman, prima di proseguire il viaggio verso Roma, Rosalba si attarda in un autogrill e viene dimenticata sul posto. Decide di tornare a casa con un passaggio in auto, ma il viaggio le dà l'occasione per una fuga improvvisata verso Venezia.

Nella città lagunare la donna, rimasta presto senza denaro, è ospitata da Fernando, un attempato cameriere islandese d'un piccolo ristorante, che parla un italiano forbito e letterario. Rosalba stringe una tenera amicizia con la massaggiatrice olistica Grazia, vicina di casa di Fernando e trova lavoro presso un piccolo negozio di fiori gestito da Fermo, un anziano e bisbetico anarchico che viene conquistato dai modi garbati della donna.

Mimmo non tollera la lunga assenza di Rosalba, soprattutto perché oberato dai lavori domestici e assume così un investigatore. Per risparmiare però, non si rivolge a un professionista bensì a Costantino, un giovane volenteroso, appassionato di romanzi gialli, che s'era presentato presso la sua ditta in cerca d'impiego come idraulico. Costantino, suo malgrado, è costretto a partire per Venezia, dove tenta di mettersi sulle tracce di Rosalba fingendosi investigatore. Nel frattempo, Rosalba è attratta sempre più dalla personalità delicata, romantica e misteriosa del discreto cameriere e tra i due s'instaura un rapporto fatto di piccoli gesti quotidiani e di tenere attenzioni.

Lontano da casa, la vita di Rosalba ritrova una dimensione nuova e la donna riscopre interessi, spazi, rapporti che sembrava avere dimenticato. Durante le sue ricerche, Costantino conosce Grazia, di cui s'innamora istantaneamente, ampiamente corrisposto. Trova quindi anche Rosalba ma, per amore di Grazia, anziché condurla a casa, telefona a Mimmo comunicandogli di non aver più intenzione di cercare sua moglie. Alla fine però, Rosalba viene raggiunta dall'amante di Mimmo, amica di famiglia, che la induce a tornare a casa facendole credere che il figlio ha problemi di droga. Vuole tornare infatti ad essere l'amante che divide solo i momenti passionali con suo marito e si rifiuta di occupare anche gli spazi e i ruoli coniugali lasciati vacanti da Rosalba.

Rosalba torna a Pescara e ritrova un mondo per nulla cambiato, nel quale ognuno è desideroso solo di riprendere la squallida monotonia interrotta dalla sua assenza. Scopre anche di esser stata ingannata: il figlio non si droga, fa semplicemente uso di cannabis e non è affatto in pericolo. Fernando, rimasto solo a Venezia, chiede in prestito a Fermo il furgone e, con l'aiuto di Costantino e Grazia, intraprende il viaggio per Pescara, dove trova finalmente il coraggio di dichiarare il proprio amore a Rosalba. La donna torna così definitivamente a Venezia, accompagnata questa volta dal figlio minore, l'unico col quale condivide affinità e sentimenti e che l'assenza materna aveva lasciato in uno stato di silenziosa sofferenza.

Il film

Pane e tulipani è il quarto lungometraggio del regista Silvio Soldini e probabilmente il suo film più celebre, considerato il notevole successo internazionale di pubblico e di critica e i numerosi premi ottenuti: in particolare il film ha ottenuto tutti i principali riconoscimenti alla edizione 2000 del David di Donatello, vincendo per il miglior film, la miglior regia, la migliore sceneggiatura e per le quattro categorie di recitazione (attori e attrici protagonisti e non).[3]

Il titolo del film deriva dal fatto che ogni mattina Fernando lascia a Rosalba la colazione (tra cui emerge in primo piano un'abbondante fetta di pane) e lei ogni sera gli porta un mazzo di fiori dal negozio, e gli ultimi che porta prima di tornare a Pescara sono proprio tulipani. I tulipani del titolo fanno riferimento a una frase detta da Fermo, in cui spiega che tutti pensano che questi fiori provengano dall'Olanda, mentre sono persiani. Da qui il paragone con la protagonista, che appare a tutti in un modo, mentre la sua vera essenza è totalmente opposta e viene riscoperta solo dalle persone che veramente si interessano a lei.

Nel soggetto originale era prevista anche una scena di passione tra Rosalba e Fernando, mai girata perché avrebbe "stonato" con la frase conclusiva del film[4]: «Non vorrei sembrarle precipitosa, ma... se ci dessimo del tu?».

Curiosità

Quando scopre la vera identità di Costantino, Grazia scoppia in lacrime sussurrando «Ho sempre avuto sfiga: la prima volta che uno mi ha baciata, è stato in un cimitero!": si tratta di un chiaro omaggio a Shirley MacLaine, che in una scena molto simile ne L'appartamento (film per il quale nel 1961 fu candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista) pronuncia la stessa battuta.

Per questo film Bruno Ganz si doppiò da solo.

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Silvio Soldini ama circondarsi dei medesimi membri di cast e troupe nei suoi film: prima (e dopo) Pane e tulipani avevano già lavorato con lui la co-sceneggiatrice Doriana Leondeff, il direttore della fotografia Luca Bigazzi e alcuni attori del cast, tra cui Licia Maglietta, Giuseppe Battiston, Tatiana Lepore e Felice Andreasi[senza fonte]
  2. ^ (FR) Quinzaine 2000, su quinzaine-realisateurs.com. URL consultato l'11 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2011).
  3. ^ Si tratta della prima commedia per Licia Maglietta e Bruno Ganz, noti più che altro come attori drammatici. Nell'incipit del film la guida turistica è interpretata non da un attore, ma da una vera guida turistica del luogo, che ha scritto personalmente il monologo da lui recitato.[senza fonte]
  4. ^ Il soggetto e la sceneggiatura originali sono presenti nei contenuti extra (formato DVD-ROM) dell'edizione in DVD del film, pubblicato dalla Elleu Multimedia; però all'esame del soggetto tale particolarità non c'è.
  5. ^ Cinema: "Pane e tulipani" trionfa anche ai premi Ciak d'oro, su swissinfo.ch. URL consultato il 26/06/2000.

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