Mandragora

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Mandragora
Mandragore officinale fruits.jpg
Mandragora officinarum
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Solanales
Famiglia Solanaceae
Genere Mandragora
L.
Specie

Mandragora autumnalis
Mandragora officinarum
Mandragora turcomanica
Mandragora caulescens

Mandragora L. è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Solanaceae comunemente note come Mandragola.

La radice di questa pianta è caratterizzata da una peculiare biforcazione che ne dà una forma antropomorfa (maschile e femminile); insieme alle proprietà anestetiche della pianta, ciò ha probabilmente contribuito a far attribuire alla mandragola poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari. La mandragola autunnale (Mandragora autumnalis) presenta un grado maggiore di tossicità rispetto alle altre mandragole.

Storia e leggenda

Metodo per cogliere la mandragola da un'immagine medievale

La mandragola costituì uno degli ingredienti principali per la maggior parte delle pozioni mitologiche e leggendarie. Il nome, probabilmente di derivazione persiana (mehregiah), le è stato assegnato dal medico greco Ippocrate. Nell'antichità le venivano accreditate virtù afrodisiache;[1] era utilizzata anche per curare la sterilità.[1][2]

Nel Medioevo alla mandragola venivano attribuite qualità magiche e non è un caso se era inclusa nella preparazione di varie pozioni.[1] È raffigurata in alcuni testi di alchimia con le sembianze di un uomo o un bambino, per l'aspetto antropomorfo che assume la sua radice in primavera.[1] Da ciò ne è derivata la leggenda del pianto della mandragola, ritenuto in grado di uccidere un uomo.

Perciò, come ricorda Machiavelli nell'omonima sua commedia, il metodo più sicuro per coglierla era legarla al guinzaglio di un cane e quindi lasciarlo libero di modo che, tirando la corda, questi avrebbe sradicato la mandragora udendone il lamento straziante e morendo all'istante, consentendo così al proprietario di coglierla.

Mandragola maschile e femminile, dall'Hortus Sanitatis (1491)

La mandragola veniva considerata una creatura a metà tra il regno vegetale e animale, come il meno noto agnello vegetale della Tartaria. Nel 1615, in alcuni trattati sulla licantropia, tra i quali quello di Njanaud, appariva l'informazione dell'uso di un magico unguento a base di mandragola che permetteva la trasformazione in animali.[2]

Secondo le credenze popolari, le mandragole nascevano dallo sperma emesso dagli impiccati in punto di morte. La mandragola può essere ricondotta ad alcune usanze della stregoneria, nelle quali era utilizzata come surrogato delle più famose bambole di cera. È considerata una pianta magica anche dalla Wicca moderna, in particolare nei giorni di plenilunio.[3]

Nei media

La pianta della mandragola viene pure ricordata nell'omonima rappresentazione teatrale di Niccolò Machiavelli, fra le piante magiche del romanzo fantasy Harry Potter e la camera dei segreti e dell'omonimo film da esso tratto, nel nome di due personaggi dell'anime e manga I Cavalieri dello zodiaco, nonché nel lungometraggio Il labirinto del fauno e nel film di Stefano Bessoni Krokodyle, dove una mandragola viene utilizzata nel processo di fabbricazione di un homunculus. La mandragola è anche il titolo di un film diretto da Alberto Lattuada, tratto dall'omonima commedia di Niccolò Machiavelli.

Viene anche trovata in vari titoli della famosa serie videoludica Castlevania, tra cui: Castlevania: Legacy of Darkness, Castlevania: Circle of the Moon, Castlevania: Aria of Sorrow, Castlevania: Dawn of Sorrow, Castlevania: Portrait of Ruin, Castlevania: Order of Ecclesia e Castlevania: Lords of Shadow.

Viene inoltre descritta in Haunting Ground per le sue proprietà rivitalizzanti. Nei videogiochi Pokémon, Oddish è ispirato a questa pianta. Nel romanzo di Luigi Santucci Il mandragolo il protagonista Demo (un essere deforme, ma dotato di straordinari poteri medianici) viene paragonato alla pianta magica.

Nel film prodotto da Iginio Straffi Winx Club - Il segreto del regno perduto uno dei personaggi, ostili alle fate, si chiama Mandragola. La Bibbia stessa riporta la pianta come profumata e simbolo d'amore. Nella famosa serie anime Saint Seiya - The Lost Canvas Tenma di Pegaso combatte contro uno Spectre che sfrutta l'urlo della mandragola attraverso la sua armatura. Inoltre è presente nella serie videoludica Don't Starve prodotta da Klei Entertainment.

È citata anche in Antonio e Cleopatra e nel film Shakespeare in Love.

Note

  1. ^ a b c d Mandragora, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  2. ^ a b "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, p. 68.
  3. ^ plenilunio mandragora - Cerca con Google, su www.google.it. URL consultato il 6 ottobre 2022.

Bibliografia

  • Jean De Maleissye, Storia dei veleni. Da Socrate ai giorni nostri, Bologna, Odoya, 2008 ISBN 978-88-628-8019-0.
  • Samorini G., 1998, Gli allucinogeni nel mito. Mandragola, in: E. Zolla (cur.), Il dio dell'ebbrezza. Antologia dei moderni Dionisiaci, Torino, Einaudi, pp. 357–361.
  • Pier Luca Pierini R., La Magica Mandragora, Edizioni Rebis, Viareggio (LU), 1999.
  • Re Daniele e Treggiari Stefano, Sulle Tracce dell'Erba dell'Antimonia. La Mandragola nel folclore dell'Appennino centrale, Eleusis n.8.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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