Il titolo del film è un riferimento alla serie manga e animeJeeg robot d'acciaio di Gō Nagai[1] poiché uno dei personaggi principali crede che Hiroshi Shiba, l'eroe della serie, esista nel mondo reale e lo identifica con Enzo Ceccotti, il protagonista.[2]
Questa voce o sezione sull'argomento cinema ha problemi di struttura e di organizzazione delle informazioni.
Motivo: Trama troppo lunga e dettagliata (vedi Wikipedia:TRAMA), da sfoltire e riassumere.
Risistema la struttura espositiva, logica e/o bibliografica dei contenuti. Nella discussione puoi collaborare con altri utenti alla risistemazione. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
In una Roma attraversata da una serie di attentati dinamitardi, il ladruncolo Enzo Ceccotti, inseguito dalla Polizia per il furto di un orologio, si getta nelle acque del Tevere: entra così in contatto con alcune sostanze radioattive, contenute in alcuni bidoni nascosti illegalmente sotto la superficie. Dopo una notte in preda a febbre, nausea e brividi di freddo, si risveglia al mattino apparentemente guarito. Per ricettare l'orologio, Enzo si incontra con Sergio, membro di una gang capeggiata dallo spietato e violento Fabio Cannizzaro, detto lo "Zingaro", ma questi decide di proporgli un'altra missione, consistente nel recupero per conto di alcuni camorristi napoletani, capitanati da Nunzia Lo Cosimo, di un quantitativo di cocaina portata a Roma da due corrieri etiopi che l'avevano ingerita, contenuta in alcuni ovuli. Enzo accetta e, all'inizio della missione, ha modo di incontrare Alessia, figlia di Sergio, una ragazza con evidenti problemi psichici, appassionata oltre misura dell'anime giapponese Jeeg robot d'acciaio, al punto da confondere tale mondo fantastico con quello reale.
Giunti con i corrieri all'ultimo piano di un palazzo in costruzione, uno di essi muore per overdose, poiché si rompe un ovulo da lui ingerito; il compagno, preso dal panico, dà vita a una sparatoria, nella quale Sergio resta ucciso, mentre Enzo, colpito da una pallottola, cade nel vuoto restando incredibilmente illeso, così da rialzarsi e abbandonare il luogo. Tornato a casa, e dopo aver eluso Alessia che gli chiede notizie del padre, realizza di avere assunto invulnerabilità e forza sovrumana. La sera stessa compie un colpo incredibile, strappando da un muro uno sportello automatico, gesto che viene ripreso da una videocamera di sorveglianza diventando un video virale.
Nel frattempo lo Zingaro è deciso ad allargare il proprio giro e diventare uno dei più potenti boss della malavita romana, avvalendosi dell'amicizia con i camorristi, ma, non avendo notizie né di Sergio né del carico di cocaina promesso ai suoi alleati, si reca da Alessia per estorcerle violentemente informazioni. Enzo, udendo le sue urla, irrompe a volto coperto, malmenando e scacciando i malviventi: a questo punto la ragazza, salvata, lo ritiene la personificazione di Hiroshi Shiba, il protagonista di Jeeg robot d'acciaio.
Enzo, di carattere schivo e solitario, porta Alessia presso la casa-famiglia dove veniva ospitata quando suo padre finiva in carcere. Successivamente, grazie a alcune informazioni scritte su un foglietto nascosto nel portaocchiali di Sergio, rapina un camion portavalori che lo Zingaro e i suoi stanno per assaltare per poter ripagare il clan partenopeo, accrescendo così la propria fama di super-criminale, ma attirando su di sé l'attenzione da parte dello stesso Zingaro. La sera stessa Alessia viene riaccompagnata a casa di Enzo da alcuni agenti di Polizia, che l'avevano trovata a girovagare per strada; poco dopo, mentre i due guardano un episodio di Jeeg robot d'acciaio, Alessia scoppia in una crisi isterica, rivelando a Enzo degli abusi sessuali subiti in passato forse proprio dal padre. Intanto, messa alle strette, la banda dello Zingaro comincia a mostrare segni di cedimento: il più fidato dei compari vorrebbe ricorrere all'usura per avere i soldi con cui pagare i camorristi, ma il perfido Zingaro lo fa sbranare vivo dai suoi rottweiler.
Tra Alessia ed Enzo, intanto, cresce il sentimento: egli la porta dapprima in un luna park, facendola divertire sulla ruota panoramica, da lui mossa a forza di braccia, poi in un centro commerciale dove, in un negozio in cui vengono venduti articoli tratti dal mondo degli anime, le compra un vestito da principessa, da lei sempre desiderato. All'interno del camerino Alessia bacia Enzo affettuosamente, ma l'eccitamento di lui lo porta a volere un rapporto sessuale, che lei subisce passivamente. Delusa e umiliata per la violenza subita, la ragazza rimprovera l'uomo di non comportarsi in maniera altruista così come farebbe un eroe, e insiste nel chiedergli notizie del padre; egli, perciò, le rivela la morte di quest'ultimo. Scossa dal dolore, fugge su un tram, ma Enzo lo ferma a mani nude, sotto gli occhi esterrefatti dei passeggeri che riprendono la scena con il cellulare, diffondendola in rete. Nel mentre, in un incontro tra lo Zingaro con l'usuraia, una transessuale brasiliana detta "Marcellone", viene assaltata da Nunzia e dai suoi uomini e, nello scontro a fuoco che ne segue, sopravvivono solo i due capi.
Successivamente Enzo, scusatosi con la ragazza, l'accompagna all'obitorio per farle vedere un'ultima volta suo padre, dopodiché i due si nascondono in una pensione, venendo comunque raggiunti dallo Zingaro, che anestetizza e lega Enzo, riducendolo all'impotenza. Con Alessia in ostaggio e minacciata di morte, Enzo rivela l'origine dei superpoteri, ma, una volta che i due hanno raggiunto la fatidica banchina sul Tevere, sopraggiungono Nunzia e i suoi scagnozzi, e dall'incontro scaturisce l'ennesimo scontro a fuoco. Alessia viene ferita a morte e, prima di spirare, chiede a Enzo di usare i suoi poteri a fin di bene; lo Zingaro, nel frattempo, viene arso vivo dai malviventi rivali e si getta in acqua, da dove riemergerà sfigurato ma con gli stessi poteri di Enzo; in tal modo si prenderà ben presto la sua vendetta nella residenza napoletana della capobanda che viene uccisa insieme agli altri camorristi, strage espressamente ripresa e diffusa con il suo cellulare.
Enzo, scosso per la morte della ragazza e temendo di non potere più riscattarsi dalle sue colpe, vaga nell'estrema periferia romana. Qui incappa in un incidente stradale, salvando una bambina rimasta incastrata tra le lamiere di un veicolo in fiamme poco prima che questo esploda, guadagnandosi l'ammirazione degli astanti e della polizia: l'evento muove definitivamente qualcosa nell'animo dell'ex ladruncolo.
Infine Enzo scopre, dalla televisione, il delirante messaggio dello Zingaro, intenzionato a compiere un attentato nello stadio Olimpico durante il derby, per cui lo raggiunge sul posto, innescando una lotta furibonda. Impossibilitato a disattivare la bomba, decide di gettarla nel Tevere; purtroppo viene raggiunto dallo Zingaro e quindi è costretto a trascinarlo nel fiume insieme all'ordigno: questa esplode uccidendo, apparentemente, entrambi. Ma ben presto Enzo ricompare sulla cima del Colosseo, dove, deciso a proteggere la città, assume definitivamente l'identità di Jeeg indossando la maschera che gli aveva realizzato Alessia, e si lancia ad affrontare una nuova vita al servizio della comunità.
Personaggi
Enzo Ceccotti/Jeeg Robot, interpretato da Claudio Santamaria. Il protagonista del film è un ladruncolo di periferia emarginato dalla stessa criminalità organizzata,[3] che acquisisce forza e resistenza sovrumane dopo essere entrato in contatto con delle scorie nucleari abbandonate nel Tevere.[4] Mainetti ha descritto il personaggio come "un ragazzone che non è mai cresciuto […] chiuso in se stesso", annoverando tra le fonti di ispirazione per la sua creazione il film Léon, con protagonista Jean Reno.[5] Per interpretare Enzo, l'attore ha dovuto allenarsi aumentando di ben 20 chili, fino ad arrivare a pesarne 100.[6]
Alessia, interpretata da Ilenia Pastorelli. È una ragazza dolce, gentile, problematica e sensibile, vittima di violenze domestiche e reduce dal profondo lutto dovuto alla morte di sua madre. Ritiene Enzo la personificazione del protagonista dell'animeJeeg robot d'acciaio.[4]
Fabio Cannizzaro/Zingaro, interpretato da Luca Marinelli.[7] È il principale antagonista del film; capo di una piccola "batteria" di criminali romani, affetto da megalomania, ambisce al ruolo di leader all'interno della malavita capitolina,[5] ed è al punto di compiere il grande passo, allacciando rapporti con la criminalità organizzata napoletana.[7] È un cultore della musica italiana degli anni 70 e 80 del XX secolo, in particolare della cantautrice Anna Oxa.[5][7] Per interpretare la parte, Marinelli si è ispirato alle performance dell'attore Ted Levine, nel ruolo di Jame Gumb nel film Il silenzio degli innocenti.[5]
Produzione
Il film è stato girato prevalentemente a Roma, con un budget di circa 1 700 000 euro[8] e prodotto da Goon Films in collaborazione con Rai Cinema. Il film è stato riconosciuto come di interesse culturale nazionale dal MiBACT. Il film è realizzato anche in associazione con Banca Popolare di Bari ai sensi delle norme sul Tax Credit.
Distribuzione
La distribuzione del film è a cura della Lucky Red. L'opera è stata presentata in anteprima alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma il 17 ottobre 2015, e in seguito al Lucca Comics & Games il successivo 30 ottobre.[9][10] Il film è stato distribuito nelle sale italiane dal 25 febbraio 2016. Il film è stato distribuito nuovamente nelle sale dal 21 aprile 2016 a livello nazionale.[11]
A maggio 2016 il film è stato acquistato dal distributore americano Uncork'd per distribuire il film negli Stati Uniti.[12] Sempre nello stesso mese il distributore francese Nour Films ha acquistato i diritti del film per distribuirlo in Francia.[13]
Il film è stato distribuito in DVD e Blu-ray il 1º settembre 2016.
Accoglienza
Incassi
Il primo giorno di programmazione, Lo chiamavano Jeeg Robot ha esordito incassando 83 000 euro e classificandosi al 5º posto tra gli incassi giornalieri, dietro a Perfetti sconosciuti, Deadpool, Zootropolis e The Danish Girl,[14] mentre è sceso di una posizione il giorno seguente, superato da Tiramisù, guadagnando altri 120 000 euro.[15] Al termine del primo fine settimana di programmazione incassa altri 796 000 euro.[16]
Nel corso della settimana seguente, raggiunge i 1,4 milioni di euro,[17] senza quasi riscontrare un calo di affluenza, risultando il film con la migliore tenuta della settimana.[18] Al termine del secondo weekend di programmazione, il film incassa altri 616 000 euro, raggiungendo la cifra complessiva di 1,7 milioni di euro, pari al suo costo di produzione.[19] Durante la terza settimana nelle sale, il film raggiunge i due milioni d'incasso,[20] terminando il weekend in nona posizione con 2 319 103 € complessivi e la quarta migliore media della settimana.[21] Nelle settimane successive supera l'importante traguardo dei 5 milioni di euro al box office, arrivando a un incasso complessivo di 5 042 586 euro[22] e risultando il 31° miglior incasso della stagione cinematografica 2015-2016.
Critica
Lo chiamavano Jeeg Robot ha ottenuto principalmente recensioni positive: sono state lodate le interpretazioni degli attori, la sceneggiatura, il comparto tecnico e l'ambientazione "di borgata", mentre è stata oggetto di alcune critiche l'eccessiva lunghezza degli eventi nella seconda parte del film.[23][24][25]
Su MYmovies.it Gabriele Niola gli assegna un punteggio di tre stelle e mezzo su quattro scrivendo: «quello di Lo chiamavano Jeeg Robot è un trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia, realizzato senza essere troppo innamorati dei film stranieri ma sapendo importare con efficacia i loro tratti migliori»; loda altresì regia, montaggio e sceneggiatura, giudicandole ottime a discapito di un budget «inadeguato al tipo di storia».[26]
Su Best Movie Giorgio Viaro dà un giudizio positivo alla pellicola, assegnandole un punteggio di 4 su 5 e lodando l'interpretazione di Luca Marinelli come cattivo e il sapore pulp dato dal regista alla vicenda, dichiarando tuttavia di aver avvertito alcuni segni di stanchezza da parte della sceneggiatura nella seconda metà del film.[24] È stato anche apprezzato il connubio tra diversi generi (supereroistico e gangster) presente nel film, senza tuttavia che questo perda una sua originalità.[25]
Su Movieplayer.it Valentina D'Amico promuove il film con 4 stelle su 5 e scrive: «Gabriele Mainetti intuisce che, non potendo competere con i comic movie sul piano della forza produttiva, occorre adattare il genere alle caratteristiche italiche. Ecco la scelta di creare una sorprendente commistione tra noir, gangster all'italiana, fantasy, anime, azione e commedia. Il regista dimostra di saper dirigere con mano sicura momenti drammatici e scene d'azione iperviolente che non sfigurerebbero in un film di Quentin Tarantino, ma non è l'ottima confezione il vero punto di forza del film. A catturare l'attenzione dello spettatore è la capacità di Mainetti di stupire in ogni sequenza con svolte narrative che imboccano direzioni impreviste».[27]
Massimo Bertarelli lo definisce «un piccolo capolavoro […] pieno di divertimento» e loda le interpretazioni del trio Santamaria-Marinelli-Pastorelli.[28]
All'estero, la rivista Variety è positiva verso il film, che definisce "sorprendentemente grintoso ed estremamente godibile". Ne apprezza in particolare gli attori (Pastorelli "si fa voler bene da Enzo e dal pubblico"; Santamaria "è eccellente nel ruolo del non-eroe confuso"; Marinelli "azzecca il personaggio dell'iper-delinquente Fabio"), la fotografia, il montaggio, la regia di Mainetti, la scelta delle location e i riferimenti della sceneggiatura a temi attuali.[29]