Le otto montagne (film)

Le otto montagne
Alessandro Borghi e Luca Marinelli in un fotogramma del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Belgio, Francia
Anno2022
Durata147 min
Rapporto1,33:1
Generedrammatico
RegiaFelix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
SoggettoPaolo Cognetti (romanzo)
SceneggiaturaFelix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
ProduttoreMario Gianani, Lorenzo Gangarossa
Produttore esecutivoOlivia Sleiter, Louis Tesné
Casa di produzioneWildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution
Distribuzione in italianoVision Distribution
FotografiaRuben Impens
MontaggioNico Leunen
MusicheDaniel Norgren
ScenografiaMassimiliano Nocente
CostumiFrancesca Brunori
Interpreti e personaggi
  • Luca Marinelli: Pietro Guasti
  • Alessandro Borghi: Bruno Guglielmina
  • Filippo Timi: Giovanni Guasti
  • Elena Lietti: Francesca Guasti
  • Elisabetta Mazzullo: Lara
  • Lupo Barbiero: Pietro Guasti bambino
  • Cristiano Sassella: Bruno Guglielmina bambino
  • Elisa Zanotto: Barbara
  • Andrea Palma: Pietro Guasti ragazzo
  • Surakshya Panta: Asmi

Le otto montagne è un film del 2022 scritto e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 2017 di Paolo Cognetti, ha vinto il premio della giuria al 75º Festival di Cannes.[1] Il film ha vinto inoltre 4 David di Donatello, tra i quali quello per il miglior film.

Trama

Dall'età di dodici anni Pietro inizia a trascorrere con la madre le sue vacanze estive in un paesino in via di abbandono sperduto tra le Alpi della Valle d'Aosta; il padre, ingegnere addetto in una grande azienda di Torino e originario di quel luogo, si aggrega alla famiglia per brevi periodi liberi dal lavoro, praticando alpinismo e coinvolgendo il figlio ai suoi primi passi al di sopra dei 3000 metri. Nel paesino Pietro inizia a frequentare il coetaneo Bruno: i due stringono una profonda amicizia e tracorrono tempo insieme fino alla separazione dovuta alla richiesta dello zio di Bruno di seguirlo e assisterlo nell'alpeggio in quota. Ciò nonostante il padre di Pietro riesce a condurre entrambi i ragazzini in alta quota sul ghiacciaio, in una uscita tuttavia interrotta per sopravvenuti sintomi di mal di montagna del figlio.

Sul finire della vacanza i genitori di Pietro, nonostante il suo disappunto, offrono disponibilità ai parenti di Bruno di ospitarlo durante il periodo invernale, consentendogli di frequentare la scuola a Torino. A dispetto di una prima positiva accoglienza, la proposta causa uno sconvolgimento nella vita di Bruno, che viene richiamato a vivere con il padre, che lavorava all'estero come muratore. Il risultato è una frattura del rapporto tra Pietro e Bruno, che non hanno più modo di frequentarsi. Pietro, in piena adolescenza, continuava ad essere portato nel paesino montano, orfano di Bruno, di controvoglia e con l'emersione di conflitti insanabili con il padre, con il rifiuto definitivo di accompagnarlo nelle attività alpinistiche.

Trascorsi diversi anni, una sera Pietro e Bruno si incrociano in un locale, ma si ignorano. Il tempo passa e Pietro, che ha tagliato completamente i rapporti con il padre, si arrabatta in piccoli lavori finché una sera viene raggiunto dalla notizia della sua prematura morte. Dopo il funerale Pietro si rifugia nella vecchia casa di montagna, dove viene accolto da Bruno che lo conduce al lascito del padre: un rudere di baita in quota, che i due amici ritrovati dovranno riedificare. Nel frattempo Pietro scopre che suo padre e Bruno avevano continuato a frequentarsi, condividendo numerose vie alpinistiche del circondario: Bruno era diventato una sorta di figlio adottivo, che aveva riempito il vuoto lasciato dal figlio che l'aveva abbandonato.

In quella singola estate i due riescono a ristrutturare la baita e mentre Pietro, che ha riscoperto il piacere delle vette, era frustrato della sua mancanza di orizzonti, Bruno aveva un chiaro progetto: rilevare l'alpeggio abbandonato dallo zio e tornare a produrre formaggi. Pietro inizia a condurre in baita, che considera anche di Bruno al punto da chiedergli il permesso, anche degli amici di città, tra cui Lara con cui ha una fugace storia.

Negli anni che seguono il ragazzo di città trova la sua strada che lo conduce in Nepal e tra quelle montagne trae ispirazione per conseguire i primi significativi risultati in ambito letterario, che diventerà la sua remunerata attività. Bruno viene raggiunto all'alpeggio ormai avviato da Lara, che era rimasta incantato da quei luoghi. Constatato che tra lei e l'amico non ci fosse nessun legame, Bruno inizia a frequentarla condividendo anche l'attività lavorativa e i relativi gravami. La coppia, che ha anche una figlia, è affannata dal carico lavorativo e Bruno non riesce più ad assicurare attenzioni alla baita, lasciando l'incombenza della manutenzione al solo Pietro, che saltuariamente torna nei monti.

In una serata piena di stelle c'è una sorta di ultima cena: Pietro e la madre, che nel frattempo si era prodigata ad assistere la famiglia montanara, Bruno, Lara e la bionda figlioletta. Nel corso della serata, trascorsa con fiumi di grappa, Pietro ha modo di spiegare il suo concetto di otto montagne, che sono intorno al mondo e lui lo percorre in tondo per raggiungerle; mentre il punto centrale, che è la montagna valdostana, rappresenta Bruno. In quel contesto, però, emergono anche i consistenti problemi della coppia, indebitata e con scarse entrate dall'attività. Pietro, ormai realizzato nel suo lavoro di scrittore, offre disponibilità materiale nell'aiutare i due, ma Bruno si oppone con veemenza.

La conseguenza è un inesorabile fallimento dell'attività a cui consegue il pignoramento dell'alpeggio e la crisi tra Bruno e Lara, che torna con la figlia in città per darle modo di istruirsi e di guadagnare qualcosa lavorando. In una drammatica telefonata che raggiunge Pietro che si trovava in Nepal, dove aveva instaurato un rapporto con la nativa del luogo Asmi, Bruno - ormai privo di ogni bene e solo - chiede autorizzazione a potersi ritirare nella baita. Pietro, che gli ricorda che la baita è di entrambi, chiede se fosse necessaria la sua presenza e, dopo un lungo silenzio, arriva una risposta affermativa. Pietro raggiunge la baita, ormai sepolta da una crescente coltre di neve, dove trova un amico ormai arcigno eremita, e dedito a una vita primordiale. Prova con tutte le sue forze a convincere Bruno a scendere a valle, a darsi una seconda possibilità. Gli ricorda l'importanza del suo ruolo genitoriale scatenando in quello che ormai è un orso una violenta reazione e un ordine perentorio di abbandonare la baita.

Pietro, dopo una notte trascorsa fuori dalla baita con temperature polari, scende a valle e ha un dialogo con Lara che le spiega che per Bruno esiste solo la montagna, più importante anche della frantumata famiglia. Ferito nel corpo e nello spirito, risale poco dopo nella baita e tenta un ultimo tentativo per ricondurre l'amico alla ragione. Il grande freddo è alle porte e la baita è chiaramente inadatta alla sopravvivenza. Bruno esprime il suo ultimo rifiuto, affidando all'amico una sua ultima frase: "questa montagna non mi ha mai fatto male".

L'epilogo giunge dopo una consistente nevicata. Una squadra del soccorso alpino giunge sulla baita, ormai sepolta di neve, e creando con la motosega un varco dal tetto vi penetra dentro trovandola vuota. Lara disperata telefona a Pietro dicendo che le ricerche sono state interrotte e attenderanno lo scioglimento della neve per ritrovare ormai il corpo di Bruno. Lara vuole come estrema speranza sapere se era idea di Pietro che Bruno possa, nell'estrema difficoltà e nella prospettiva di non avere scampo, essersi in qualche modo messo al riparo. Rispose di sì, pur sapendo in cuor suo che in nessun caso Bruno avrebbe lasciato la sua montagna. Nella cena sotto il cielo stellato Pietro aveva narrato della sepoltura celeste, verosimile ultima sorte di Bruno.[2]

Riprese

Il film è stato girato tra la Valle d'Aosta, in particolare in Val d'Ayas, Torino e il Nepal.[3]

Promozione

Il trailer del film è stato diffuso online il 12 maggio 2022.[4]

Accoglienza

Critica

Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes , l'88% delle 64 recensioni dei critici è risultata positiva, con una valutazione media di 7,8/10. Il consenso del sito web recita: "Paziente, profondo e talvolta un po' ponderoso, Le otto montagne raggiunge vette mozzafiato nella sua attenta osservazione di un'intima amicizia". Su Metacritic , il film ha un punteggio medio ponderato di 79 su 100 basato su 18 critiche, indicando "recensioni favorevoli".

Distribuzione

Il film è stato presentato in anteprima il 18 maggio 2022 in concorso al 75º Festival di Cannes.[4][5] È stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Vision Distribution [4] a partire dal 22 dicembre 2022.[6]

Riconoscimenti

Note

  1. ^ Cannes 2022: il premio della giuria ex aequo a Le otto montagne e Eo, su Agenzia ANSA, 28 maggio 2022. URL consultato l'11 aprile 2023.
  2. ^ Le otto montagne: vette d'amicizia, su cinefacts.it, 20 maggio 2022. URL consultato il 20 maggio 2022.
  3. ^ «Le otto montagne»: i luoghi dove è stato girato il film premiato a Cannes, su corriere.it, 31 maggio 2022. URL consultato il 20 dicembre 2022.
  4. ^ a b c d Cannes: Le otto montagne, prime immagini film Borghi-Marinelli [TRAILER], su ansa.it, ANSA, 12 maggio 2022. URL consultato il 17 maggio 2022.
  5. ^ (ENFR) The Screenings Guide 2022, su festival-cannes.com, Festival di Cannes. URL consultato il 17 maggio 2022.
  6. ^ “Le otto montagne” arriva al cinema. Ecco il nuovo trailer!, su montagna.tv. URL consultato il 17 novembre 2022.
  7. ^ (ENFR) Premi della selezione ufficiale della 75ª edizione, su festival-cannes.com, 28 maggio 2022. URL consultato il 28 maggio 2022.
  8. ^ Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, su daviddidonatello.it. URL consultato il 10 maggio 2023.

Collegamenti esterni

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Informazione

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Il contenuto presentato dell'articolo di Wikipedia è stato estratto 2023-05-27 sulla base di https://it.wikipedia.org/?curid=9402981