Jane Birkin

Jane Birkin
Jane Birkin al Festival di Cannes 2016
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera della Francia Francia
GenerePop
Periodo di attività musicale1963 – 2023
Sito ufficiale

Jane Mallory Birkin (Londra, 14 dicembre 1946Parigi, 16 luglio 2023) è stata un'attrice, cantante e regista britannica naturalizzata francese.

Biografia

La sua famiglia di origine fece fortuna con l'industria del merletto nel Nottinghamshire. Una prozia, Winifred May Birkin, poi sposata con William Dudley Ward, fu amante del Principe di Galles (che divenne poi Edoardo VIII del Regno Unito). Per parentela diretta o acquisita era collegata alle attrici Penelope Dudley-Ward e Rachel Ward. Era la seconda figlia del maggiore David Birkin (comandante della Royal Navy) e dell'attrice e cantante Judy Campbell, famosa per le sue interpretazioni nei musical di Noël Coward. Suo fratello Andrew è un regista e autore.

Anni sessanta

Iniziò la carriera di attrice teatrale, seguendo le orme della madre, a 17 anni a Londra, negli anni della swinging London[1]. In seguito esordì come cantante in un musical, esortata dal compositore inglese John Barry (l'autore delle musiche dei film di James Bond), che poi sposò all'età di 19 anni[2]. Da questo matrimonio ebbe la sua prima figlia, Kate Barry, nata nel 1967 e deceduta nel 2013.[3][4].

Il suo esordio cinematografico risale al 1965 con Non tutti ce l'hanno di Richard Lester, ma fu con il film seguente, Blow-Up di Michelangelo Antonioni (1966), e con la scena in cui comparve in topless, che la Birkin raggiunse la celebrità[2], diventando un'icona della swinging London[5] grazie al suo fisico androgino e alla sua femminilità sensuale[6].

Nel 1968, sul set del film francese Slogan, conobbe il cantante e musicista Serge Gainsbourg, con cui intraprese un lungo sodalizio sentimentale e professionale che li rese una delle coppie più celebri e trasgressive del jet set dell'epoca[1][2][7][8].

Jane Birkin nel 1970

Alla fine del 1968 i due incisero a Londra il primo album frutto della loro collaborazione, intitolato Jane Birkin - Serge Gainsbourg. Le canzoni contenute erano reinterpretazioni di precedenti composizioni di Gainsbourg (come ad esempio Les sucettes) o canzoni che egli stesso aveva composto sul traghetto che portava lui e la compagna in Inghilterra poco prima della registrazione dell'album[9]. La pubblicazione del disco venne anticipata l'anno successivo dal celebre singolo Je t'aime... moi non plus, suscitando scandalo[2] per i gemiti della Birkin e per il testo esplicito che alterna parole d'amore e descrizione di un rapporto sessuale. In Italia il 15 agosto 1969 la canzone venne esclusa dal programma radiofonico Hit Parade perché ritenuta oscena. Il 22 l'Osservatore Romano ne pubblicò il testo tradotto in italiano per giustificare la scelta della RAI. Il 28, su ordine della Procura della Repubblica di Milano, il disco fu sequestrato su tutto il territorio nazionale. Nonostante le polemiche e i divieti, il brano diventò un successo in molti paesi, vendendo più di cinque milioni di copie e regalando notorietà alla coppia.[10]

Anni settanta

I due andarono a vivere a Parigi insieme alla figlia di Jane, nell'appartamento al 5 bis di rue de Verneuil, nel 7º arrondissement, che divenne un punto d'incontro di artisti, intellettuali e bohémien dell'epoca[11]. Nel 1971 nacque la loro figlia, l'attrice Charlotte Gainsbourg.

Dopo aver partecipato all'incisione dell'album di Gainsbourg Histoire de Melody Nelson (1971), durante gli anni settanta Birkin continuò l'attività di cantante incidendo alcuni album scritti prevalentemente dal marito[2], che la fecero diventare una delle più apprezzate interpreti d'oltralpe. Parallelamente proseguì la sua carriera di attrice, alternando produzioni francesi (La piscina, Il romanzo di un ladro di cavalli, Una donna come me) e internazionali (Assassinio sul Nilo). Fu diretta dal marito nel controverso Je t'aime moi non plus (1976), in cui recitò nuda per buona parte del film.

Nel corso degli anni l'alcolismo e le sregolatezze di Gainsbourg divennero sempre più difficili da sostenere per la compagna, che, ormai trentenne, iniziò a desiderare uno stile di vita più tranquillo e lontano dagli eccessi[6][12], per cui alla fine del decennio la coppia entrò in crisi.

Anni ottanta

Jane Birkin al Festival del cinema americano di Deauville nel 1985

Dopo la loro separazione nel 1980, pur continuando la collaborazione con Gainsbourg in ambito musicale[2], Birkin si legò al regista francese Jacques Doillon, con cui iniziò una nuova fase della sua carriera, abbandonando l'immagine sexy e trasgressiva che l'aveva caratterizzata negli anni precedenti per far emergere una personalità più matura, versatile e complessa[12]. Dalla loro relazione nacque nel 1982 una terza figlia, Lou Doillon, diventata poi una modella, cantante e attrice.

Nel corso degli anni ottanta, oltre che nei film diretti da Doillon, recitò fra gli altri anche per Jean-Luc Godard, Patrice Leconte, Paul Morrissey e Agnès Varda, con cui stabilì un importante sodalizio professionale e che nel 1988 le dedicò il film Jane B. par Agnès V..

Fu candidata due volte ai premi César, il principale riconoscimento cinematografico francese, nel 1984 per La Pirate di Jacques Doillon e nel 1986 per La donna della mia vita di Régis Wargnier[13]. Alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985 la giuria riconobbe la sua interpretazione in Polvere di Marion Hänsel come la migliore del festival (ex aequo con quella di Sandrine Bonnaire), ma decise che per quell'anno il premio per la migliore interpretazione femminile non sarebbe stato assegnato[14][15].

Parallelamente proseguì la sua carriera musicale, pubblicando gli album Baby Alone in Babylone (1983, Disco d'oro in Francia) e Lost Song (1987), sempre scritti da Gainsbourg[16]). Nel febbraio 1987, la quarantenne Birkin esordì anche dal vivo, debuttando al teatro Bataclan di Parigi[17], iniziando un'attività di recital a cui si dedicherà regolarmente negli anni successivi.

Nel 1984 la casa francese Hermès creò per l'attrice una borsa, la Birkin Bag, che negli anni è diventata una delle cosiddette It Bags, le borse più iconiche del mondo.

Jane Birkin alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2009)

Anni novanta

Dopo la separazione da Doillon, Birkin iniziò a diradare l'attività cinematografica, privilegiando quella musicale e teatrale. Nel 1990 uscì Amour des feintes, l'ultimo album scritto per lei da Serge Gainsbourg; dopo l'improvvisa morte per arresto cardiaco dell'ex compagno nel 1991, Birkin gli rese omaggio con Versions Jane (1996), una raccolta di canzoni di Gainsbourg riarrangiate con vari musicisti ospiti, tra i quali Goran Bregović e Les Négresses Vertes[18], continuando successivamente ad onorare la memoria del suo pigmalione in eventi e recital teatrali. Nel 1998 À la légère fu il primo album di Jane Birkin a non contenere alcun brano di Gainsbourg; al disco parteciparono artisti come Françoise Hardy, Étienne Daho e Alain Souchon.

Continuò la sua carriera di attrice diretta da registi importanti in film come Daddy Nostalgie (1990) di Bertrand Tavernier[19], accanto a Dirk Bogarde, La bella scontrosa di Jacques Rivette (1991)[20], che le valse una candidatura come miglior attrice non protagonista ai premi Cèsar del 1992[21], Cento e una notte di Agnès Varda (1995), Parole, parole, parole... (1997) di Alain Resnais[22], La figlia di un soldato non piange mai (1998) di James Ivory[23].

Dagli anni duemila in poi

Negli anni successivi Jane Birkin continuò a incidere diversi album di successo in Francia, collaborando spesso con altri artisti come Paolo Conte, Manu Chao, Beth Gibbons, Bryan Ferry, Hector Zazou[24], Caetano Veloso, Brian Molko[2][25], Yann Tiersen[26], ed esibendosi dal vivo in concerti e spettacoli teatrali.

Nello stesso periodo proseguì la sua attività di attrice nel cinema e in televisione e si dedicò lei stessa alla regia, dirigendo nel 2007 il film autobiografico Boxes. In seguito a una malattia cronica, si ritirò dalle scene[12], chiudendo la sua carriera cinematografica con Quai d'Orsay (2013) di Bertrand Tavernier.

Dagli anni duemila in poi fu attiva anche in ambito sociale e umanitario, in particolare per chiedere la liberazione della leader birmana Aung San Suu Kyi nel 2008; inoltre, come ambasciatrice di Amnesty International, si recò in Bosnia e in Cecenia, cantò in Cisgiordania e a Ramallah, e si impegnò a favore delle vittime del conflitto in Ruanda[27]. Durante una missione umanitaria nella ex Jugoslavia, incontrò lo scrittore Olivier Rolin, che divenne il suo ultimo compagno[28]. È stata fra i duecento firmatari dell'appello contro il riscaldamento globale pubblicato nel 2018 in prima pagina dal quotidiano Le Monde[29].

Nel 2013 sua figlia Kate Barry si uccise a Parigi in seguito a un periodo di depressione[4][3], lasciando l'attrice devastata[30]al punto da interrompere la sua carriera per un lungo periodo.

Nel 2016 Jane Birkin venne omaggiata dal Festival del Cinema di Locarno con un tributo alla carriera[31].

Dopo l'uscita nel 2020 di Oh! Pardon tu dormais..., una raccolta di brani tratti da un suo spettacolo teatrale, realizzata in collaborazione con Étienne Daho[6], continuò regolarmente a tenere concerti dal vivo.

Nel 2021 fu colpita da un leggero ictus, che superò rapidamente[32]; nello stesso anno la figlia Charlotte le ha dedicato il semi-documentario Jane by Charlotte[33][34].

Nel 2022 la Universal Music ha annunciato la ristampa integrale di tutta la discografia in studio dell'artista, dal 1969 ad oggi[35].

Morte

Jane Birkin è stata trovata morta nella sua casa di Parigi, il 16 luglio 2023, all’età di 76 anni. [36] In seguito ai funerali, tenutisi il 24 luglio, in forma privata presso la chiesa di San Rocco, è stata sepolta nel cimitero di Montparnasse.

Filmografia

Jane Birkin nel film La morte negli occhi del gatto di Antonio Margheriti (1973)

Attrice

Cinema

Televisione

Cortometraggi

Doppiatrice

  • Between the Devil and the Deep Blue Sea, regia di Marion Hänsel (1995)

Regista

  • Contre l'oubli, frammento:Pour Maria Nonna Santa Clara, Philippine (1991)
  • Oh! Pardon tu dormais... (1992)
  • 3000 scénarios contre un virus - Serie TV, Ep: Je t'aime moi non plus (1994)
  • Boxes - Les boîtes (2007)

Discografia parziale

Album

  • 1969 - Jane Birkin - Serge Gainsbourg
  • 1969 - La Chanson du Slogan
  • 1971 - Histoire de Melody Nelson
  • 1973 - Di Doo Dah
  • 1975 - Lolita Go Home
  • 1978 - Ex-Fan des Sixties
  • 1983 - Baby Alone in Babylone
  • 1987 - Lost Song
  • 1987 - Jane Birkin au Bataclan
  • 1990 - Amours des feintes
  • 1992 - Jane B.
  • 1992 - Intégral au Casino de Paris
  • 1996 - Versions Jane
  • 1996 - Intégral a l'Olympia
  • 1998 - The Best Of
  • 1999 - À la légère
  • 2002 - Arabesque
  • 2004 - Rendez-vous
  • 2006 - Fiction
  • 2008 - Enfants d'Hiver
  • 2020 - Oh ! Pardon tu dormais...

Singoli

● [s.d.] Black...White (edito come veicolo pubblicitario del whisky omonimo; composto da Pierre Bachelet e diretto da Hervé Roy)

● 1969 - Je t'aime... moi non plus/Jane B. - Fontana MF 260196

● 1969 - La chanson de Slogan/Evelyne - Fontana [?] (ed. it. Philips BF 336217)

● 1972 - La décadanse/Les langues de chat - Fontana 6010054

Doppiatrici italiane

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Jane Birkin è stata doppiata da:

Onorificenze

Onorificenze britanniche

Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine nazionale al merito (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordre des arts et des lettres (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ a b Jane Birkin, su Ecodelcinema, 1º agosto 2013. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  2. ^ a b c d e f g Rockol com s.r.l, √ Biografia di Jane Birkin | Le ultime news, concerti e testi, su Rockol. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  3. ^ a b Peter Allen, France's culture minister pays tribute to British photographer Kate Barry, su standard.co.uk, 12 dicembre 2013. URL consultato il 1º maggio 2014.
  4. ^ a b Peter Allen, Kate Barry, photographer daughter of Jane Birkin and Bond film composer John Barry, dies in fall from Paris apartment, su standard.co.uk, London Evening Standard, 12 dicembre 2013. URL consultato il 1º maggio 2014.
  5. ^ alicecarminati, Jane Birkin, un'icona inconfondibile, su Lo Sbuffo, 24 luglio 2021. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  6. ^ a b c Jane Birkin compie 74 anni e pubblica un nuovo disco a 14 anni di distanza dall'ultimo album, su la Repubblica, 14 dicembre 2020. URL consultato il 6 marzo 2022.
  7. ^ Gainsbourg e Birkin, la coppia più scandalosa degli anni 70, su XL Repubblica.it. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  8. ^ Di Daniela Ambrosio, La storia d'amore tra Serge Gainsbourg e Jane Birkin è ancora oggi un mito, su ELLE, 4 giugno 2022. URL consultato il 14 agosto 2022.
  9. ^ Sylvie Simmons, Serge Gainsbourg : per un pugno di gitanes : requiem per un twisteur, Arcana, 2004, ISBN 88-7966-361-5, OCLC 799617363. URL consultato il 16 marzo 2022.
  10. ^ Sylvie Simmons, Serge Gainsbourg : per un pugno di gitanes : requiem per un twisteur, Arcana, 2004, ISBN 88-7966-361-5, OCLC 799617363. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  11. ^ Di Arianna Galati, Apre la casa museo di Serge Gainsbourg a Parigi, e scorre già una valle di lacrime, su Marie Claire, 12 aprile 2021. URL consultato il 12 agosto 2022.
  12. ^ a b c Maria Laura Giovagnini, Jane Birkin: «Icona io? Preferisco madre», su iO Donna, 12 gennaio 2021. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  13. ^ (FR) AlloCine, Prix et nominations de Jane Birkin, su AlloCiné. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  14. ^ (EN) E. J. Dionne Jr e Special To the New York Times, VENICE FESTIVAL AWARDS TOP PRIZE TO VARDA FILM, in The New York Times, 7 settembre 1985. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  15. ^ Venice Film Festival (1985), su IMDb. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  16. ^ Encyclopédisque - Disque : Baby alone in Babylone, su encyclopedisque.fr. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  17. ^ (FR) Paris Match, Attentats de Paris - Jane Birkin évoque sa première scène au Bataclan, su parismatch.com. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  18. ^ (EN) Versions Jane - Jane Birkin | Songs, Reviews, Credits | AllMusic. URL consultato il 23 aprile 2022.
  19. ^ Daddy Nostalgie - IMDb. URL consultato il 23 aprile 2022.
  20. ^ Awards 1991 : All Awards - Festival de Cannes 2014 (International Film Festival), su web.archive.org, 26 agosto 2014. URL consultato il 23 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2014).
  21. ^ (FR) Cérémonie des César 1992, su Académie des César. URL consultato il 23 aprile 2022.
  22. ^ On connaît la chanson - IMDb. URL consultato il 23 aprile 2022.
  23. ^ A Soldier's Daughter Never Cries - IMDb. URL consultato il 23 aprile 2022.
  24. ^ Enrico Barbieri, Sensualità tutta femminile nelle canzoni di Zazou, su Vita, 12 aprile 2004. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  25. ^ Rockol com s.r.l, √ Jane Birkin - RENDEZ-VOUS - la recensione di Rockol, su Rockol. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  26. ^ Yann Tiersen, su Ponderosa. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  27. ^ Le tante vite di Jane B., su la Repubblica, 29 novembre 2013. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  28. ^ La seconda vita di Jane Birkin. Un post scriptum (senza filtro) sull'amore e altri imprevisti, su Bookciakmagazine, 17 aprile 2021. URL consultato il 6 marzo 2022.
  29. ^ (FR) « Le plus grand défi de l’histoire de l’humanité » : l’appel de 200 personnalités pour sauver la planète, in Le Monde.fr, 3 settembre 2018. URL consultato il 23 aprile 2022.
  30. ^ I funerali di Kate Barry: la disperazione di mamma Jane Birkin e di Ca..., su Oggi - People. URL consultato il 6 marzo 2022.
  31. ^ Omaggio a Jane Birkin, su Locarno Film Festival. URL consultato il 15 settembre 2022.
  32. ^ (FR) Jane Birkin victime d'un AVC : la chanteuse ne remontera pas sur scène avant 2022, su CNEWS. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  33. ^ Charlotte Gainsbourg, un film su mamma Birkin? Una scusa per riavvicinarmi a lei - Lifestyle, su ANSA.it, 4 dicembre 2021. URL consultato il 5 febbraio 2022.
  34. ^ Jane by Charlotte è la confessione tra due generazioni di donne: Charlotte Gainsbourg e Jane Birkin, su THE VISION, 28 luglio 2022. URL consultato il 14 agosto 2022.
  35. ^ (FR) Jane Birkin: «J’ai appris qu’il ne faut surtout pas se ménager», su LEFIGARO, 15 settembre 2022. URL consultato il 15 settembre 2022.
  36. ^ https://www.ilriformista.it/addio-a-jane-birkin-lattrice-e-cantante-trovata-morta-in-casa-il-lutto-della-figlia-kate-barry-e-la-storia-damore-con-gainsbourg-369584/

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