Gianni Rodari

Giovanni Francesco[1] Rodari
Premio Hans Christian Andersen 1970

Giovanni Francesco[1] Rodari, detto Gianni (pronuncia /roˈdari/; Omegna, 23 ottobre 1920Roma, 14 aprile 1980), è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista, poeta e partigiano italiano, specializzato in letteratura per l'infanzia e tradotto in molte lingue. Unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema "fantastico" nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie.

Biografia

Gianni Rodari nacque il 23 ottobre 1920 a Omegna, sul lago d'Orta, da Giuseppe Rodari, fornaio che possedeva il negozio in via Mazzini, via principale di Omegna, sposato in seconde nozze con Maddalena Aricocchi, commessa nella bottega paterna. Oggi sulla parete della sua casa natale che dà sulla strada è posta una targa che lo ricorda. Poiché i genitori stavano in negozio, venne seguito nel corso della sua infanzia da una balia di Pettenasco. A Omegna frequentò le prime quattro classi elementari, ma poi, in seguito alla morte del padre per broncopolmonite avvenuta nel 1929, si trasferì a Gavirate (VA), paese natale della madre, a nove anni, insieme con il fratello Cesare (1921-1982).

In seguito, la madre cedette l'attività del marito al fratellastro di Gianni, Mario (1908-1966), nato dalle prime nozze del padre. Nel 1931 la madre lo fece entrare nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso in provincia di Milano, ma comprese ben presto che non era la strada giusta per il figlio e nel 1934 lo iscrisse alle magistrali. Erano anche anni di passione musicale: Rodari prendeva lezioni di violino. Con alcuni amici formò un trio e cominciò a suonare nelle osterie e nei cortili della zona, ma la madre non lo incoraggiò.

Nel 1937 Rodari si diplomò come maestro presso Gavirate. Nel 1938 fece il precettore a Sesto Calende, presso una famiglia di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania. Nel 1939 si iscrisse alla facoltà di lingue dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, abbandonando però i corsi dopo pochi esami. Insegnò in seguito a Brusimpiano, Ranco e Cardana di Besozzo. Come egli stesso raccontò, la sua scuola non fu grandiosa a causa della sua giovane età, tuttavia si rese conto che fu una scuola divertente dove i bambini utilizzavano la fantasia addirittura per aiutarlo a correggere le sue stesse opere: questa, insieme a molte altre, fu una delle caratteristiche basilari di Rodari, che lo faranno sempre riconoscere per la sua originalità.

Durante la seconda guerra mondiale, venne esonerato dal servizio militare a causa della salute cagionevole. Intanto, vinse il concorso per maestro e insegnò come supplente a Uboldo. Nel dicembre del 1943 venne richiamato alle armi dalla Repubblica Sociale Italiana ed assegnato all'ospedale militare di Baggio. Traumatizzato dalla perdita dei suoi due migliori amici (Nino Bianchi, morto nel naufragio della nave Calipso nel Mediterraneo all'inizio della guerra, e Amedeo Marvelli, deceduto durante la campagna di Russia) e dall'internamento del fratello presso un campo di concentramento nazista in Germania, prese contatti con la Resistenza lombarda, gettò l'uniforme ed entrò in clandestinità; si avvicinò quindi al PCI, al quale si iscrisse il 1º maggio 1944.

Dopo il 25 aprile 1945, iniziò la carriera giornalistica in Lombardia, dapprima con il giornaletto ciclostilato Cinque punte, poi dirigendo L'Ordine Nuovo, periodico della Federazione Comunista di Varese. Nel frattempo, pubblicò alcune trascrizioni di leggende popolari e alcuni racconti anche con lo pseudonimo di Francesco Aricocchi. Nel 1947, approdò a l'Unità di Milano, su cui, due anni dopo, iniziò a curare la rubrica La domenica dei piccoli.

Nel 1950 lasciò Milano per Roma, dove fondò e diresse, con Dina Rinaldi, il giornale per ragazzi Pioniere (settimanale dell'API, Associazione Pionieri d'Italia), con cui collaborò per una decina d'anni, fino alla cessazione della pubblicazione. In tale periodo fondò il campeggio estivo dei Pionieri, con sede prima a Sestola (MO) e poi a Castelluccio di Porretta Terme (BO).

Gianni Rodari in un'immagine degli anni cinquanta

In piena guerra fredda, nel 1951, la pubblicazione del suo primo libro pedagogico Il manuale del Pioniere, provocὸ aspre reazioni da parte della stampa cattolica, tanto che le parrocchie arrivavano a bruciare nei cortili il Pioniere e i suoi libri[2]. Il 25 aprile 1953 sposò la modenese Maria Teresa Ferretti, segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare, dalla quale avrà la figlia Paola nel 1957, e il 13 dicembre dello stesso anno fondò Avanguardia, giornale nazionale della FGCI. Chiusa l'esperienza nel 1956, tornò, chiamato da Pietro Ingrao all'Unità, dal settembre del 1956 al dicembre del 1958.

Dal 1954, per una quindicina d'anni, collaborò anche a numerose altre pubblicazioni: scrisse articoli su quotidiani e periodici e curò libri e rubriche per ragazzi. Tuttavia, entrò nell'Albo dei giornalisti solo nel 1957. Dal 1º dicembre 1958 passò a Paese Sera come inviato speciale e nello stesso periodo iniziò a collaborare con Rai e BBC, come autore del programma televisivo per l'infanzia Giocagiò. Dal 1966 al 1969 Rodari non pubblicò libri, limitandosi ad un'intensa attività di collaborazioni per quanto riguarda il lavoro con i bambini. È questo un periodo molto duro per lui, soprattutto a causa delle non ottimali condizioni fisiche e della gran mole di lavoro.

Nel 1968, stanco di Paese Sera, pensò di accettare l'offerta di Giulio Einaudi Editore, che con Editori Riuniti pubblicava allora i suoi libri, e di trasferirsi a Torino, ma aveva da poco traslocato nel quartiere Gianicolense in attesa di andare a vivere in una nuova casa a Manziana e, poiché la moglie lavorava e non volevano creare traumi di trasferimento nella figlia in età scolare, rimase a Roma. Dopo la morte di Ada Gobetti, assunse la direzione del Giornale dei genitori, incarico che tenne fino all'inizio del 1977[3]). Nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen.

Nel 1973 uscì il suo capolavoro pedagogico: Grammatica della fantasia, saggio indirizzato a insegnanti, genitori e animatori, nonché frutto di anni di lavoro passati a relazionarsi con il campo della "fantastica". Con il celebre pseudonimo di Benelux, teneva su Paese Sera una rubrica-corsivo quotidiana molto seguita. Si recò più volte in Unione Sovietica, dove i suoi libri erano diffusi in tutte le scuole delle repubbliche. Intraprese viaggi anche in Cina e in Bulgaria.

Nel 1976, insieme alla partigiana e giornalista Marisa Musu, fondò l'associazione di promozione sociale denominata Coordinamento Genitori Democratici, una ONLUS impegnata ad insegnare e praticare i valori di una scuola antifascista, laica e democratica, membro del Forum nazionale delle associazioni dei genitori nella scuola, istituito in seno al Ministero della Pubblica Istruzione.

Fino all'inizio del 1980 continuò le collaborazioni giornalistiche e partecipò a molte conferenze e incontri nelle scuole italiane con insegnanti, genitori, alunni e gruppi teatrali per ragazzi. Suoi testi pacifisti sono stati musicati da Sergio Endrigo e da altri cantautori italiani. Il 10 aprile 1980 venne ricoverato in una clinica a Roma per potersi sottoporre a un intervento chirurgico alla gamba sinistra, data l'occlusione di una vena; morì quattro giorni dopo, il 14 aprile, per shock cardiogeno, all'età di 59 anni. Le sue spoglie furono sepolte nel cimitero del Verano, dove tuttora riposano.

Gianni Rodari, scrittore e giornalista famoso per fantasia e originalità, attraverso racconti, filastrocche e poesie, divenute in molti casi classici per ragazzi, ha contribuito a rinnovare profondamente la letteratura per ragazzi. Tra le sue opere maggiori si ricordano Filastrocche in cielo e in terra, Il libro degli errori, Favole al telefono, Il gioco dei quattro cantoni, C'era due volte il barone Lamberto.

Dal libro La Freccia Azzurra è stato tratto un omonimo film d'animazione nel 1996. Il successo raccolto dall'autore in Unione Sovietica ha portato anche in quel Paese alla realizzazione di cartoni animati tratti dalle opere di Rodari, come Cipollino (1961), recentemente[quando?] tradotto e diffuso in Italia per il mercato home video, o Rassejannyj Džovanni (1969), tratto da La passeggiata di un distratto.

Riconoscimenti

Cipollino e il cavalier Pomodoro in un francobollo russo del 1992
  • Dal 1980 (anno della sua morte) sono state scritte decine di opere che parlano di Gianni Rodari, ed esistono anche centinaia di parchi, circoli, biblioteche, ludoteche, strade, e scuole materne ed elementari intitolate a lui. Il "Parco Rodari" più importante si trova ad Omegna, suo paese natale, mentre a Roma gli è stata intitolata la biblioteca comunale del Municipio Roma VII a Tor Tre Teste[4].
  • Nel 2010, 90º anniversario della nascita, 40º anniversario del ricevimento del Premio Andersen e 30º anniversario della morte, in Italia e all'estero, sono state realizzate numerosissime iniziative per ricordarlo; tra esse le nuove ristampe per l'occasione.
  • Oltre al Premio Hans Christian Andersen del 1970 vanno ricordati anche i riconoscimenti del premio Prato (1960) e dei premi Castello e Rubino (entrambi del 1965).
  • Sebbene molte vie e piazze siano state a lui dedicate, la principale "piazza Gianni Rodari" sorge proprio a Omegna, davanti all'omonimo "Parco della Fantasia" sopraccitato[5].

Grammatica della fantasia

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Grammatica della fantasia.

La Grammatica della fantasia è, come dice il sottotitolo, una "introduzione all'arte di inventare storie". È l'unico volume dello scrittore di Omegna non appartenente al genere narrativo, ma dal contenuto teorico.

Nasce ufficialmente a Reggio Emilia, dalla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di alcuni appunti rimasti a lungo dimenticati. Gli appunti in questione, scritti intorno agli anni quaranta, facevano parte della raccolta del Quaderno della fantasia. Vennero recuperati in seguito ad un comizio che si terrà proprio nella città emiliana dal 6 al 10 marzo 1972.

L'opera si sviluppa in 45 capitoli e si potrebbe affermare che la stragrande maggioranza dei temi e degli episodi della poliedrica attività di scrittore e di studioso di Gianni Rodari sopra citati nella biografia siano ripresi anche nel corso delle argomentazioni e degli esempi che le accompagnano.

Opere

Note

  1. ^ Mariarosa Rossitto, Rodari, Giovanni Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Argilli (1990),  pp. 64-65.
  3. ^ A lui verrà dedicato il numero speciale, Il giornale dei genitori, XXII, n. s., n. 58/59, luglio /agosto 1980.
  4. ^ Biblioteca Gianni Rodari, su comune.roma.it. URL consultato il 3 maggio 2010 (archiviato il 27 agosto 2010).
  5. ^ Parco della FANTASIA dedicato a Gianni RODARI per scuole e famiglie, su rodariparcofantasia.it. URL consultato il 2 febbraio 2017 (archiviato il 29 dicembre 2016).
  6. ^ Gianni Rodari tenne su l'Unità una rubrica settimanale dal titolo Il libro dei perché. Tale rubrica durò dal 18 agosto 1955 al 25 ottobre 1956. Poi riprese dal 25 maggio 1957 al 5 giugno 1958 sotto il nome di La posta dei perché.

Bibliografia

Fonti
Altre letture
  • Marcello Argilli, Carmine De Luca e Lucio Del Cornò (a cura di), Le provocazioni della fantasia. Gianni Rodari scrittore e educatore, Roma, Editori Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3715-9.
  • Pino Boero, Una storia, tante storie. Guida all'opera di Gianni Rodari, Torino, Einaudi, 1992. ISBN 88-06-13020-X.
  • Francesca Califano, Lo specchio fantastico. Realismo e surrealismo nell'opera di Gianni Rodari, Torino, Einaudi Ragazzi, 1998. ISBN 8879262882
  • Marzia Camarda, "Una savia bambina. Gianni Rodari e i modelli femminili, Cagli (PU), Settenove, 2017. ISBN 9788898947072
  • Franco Cambi, Collodi, De Amicis, Rodari. Tre immagini d'infanzia, Bari, Dedalo, 1985. ISBN 88-220-4511-4.
  • Franco Cambi, Rodari pedagogista, Roma, Editori Riuniti, 1990. ISBN 88-359-3372-2.
  • Lino Cerutti (a cura di), Rodari e la sua terra. Atti del Convegno e delle Manifestazioni tenute a Omegna il 26 e 27 maggio 1983, Rodari e la sua terra, Atti del Convegno e delle Manifestazioni tenute a Omegna 1l 26 e 27 maggio 1983.
  • Roberto Cicala e Anna Lavatelli (a cura di), Rodari, le parole animate, le illustrazioni di Altan, Luzzati, Munari, Mirek, Maulini, Verdini, Peg e altri accompagnate dai testi di Rodari, con una testimonianza di Giulio Einaudi, un saggio introduttivo di Pino Boero, un'intervista a Rodari di Enzo Biagi e schede di didattica e creatività, Novara, Interlinea-Centro novarese di studi letterari, 1993. ISBN 88-86121-18-0.
  • Carmine De Luca, Gianni Rodari. La gaia scienza della fantasia, Catanzaro, Abramo, 1991.
  • Franco Ghilardi (a cura di), Il favoloso Gianni. Rodari nella scuola e nella cultura italiana, Firenze, Nuova Guaraldi, 1982.
  • Francesco Lullo e Tito Vezio Viola (a cura di), Il cavaliere che ruppe il calamaio: l'attualità di Gianni Rodari. Atti del Convegno. Ortona 25-26 novembre 2005, Novara, Interlinea, 2007.
  • Pietro Macchione, Storia del giovane Rodari, Varese, Macchione, 2013. ISBN 978-88-6570-150-8.
  • Carlo Marini, Vincenzo Mascia, Gianni Rodari. Educazione e poesia, Rimini, Maggioli, 1987. ISBN 88-387-9261-5.
  • Giulia Massini, La poetica di Rodari. Utopia del folklore e nonsense, Roma, Carocci, 2011. ISBN 978-88-430-5935-5.
  • Enzo Petrini, Marcello Argilli, Carlo Bonardi, Gianni Rodari, Firenze, Giunti-Marzocco, 1981.
  • Giuseppe Pizzi, L'arte fantastica di Gianni Rodari, Napoli, Laurenziana, 1984.
  • Loretta Righetti (a cura di), Gianni Rodari nella "casa dei libri". Una bibliografia, Cesena, Il ponte vecchio, 2005. ISBN 88-8312-483-9.
  • Anna Roberti, Cipollino nel Paese dei Soviet. La fortuna di Gianni Rodari in URSS (e in Russia), Lindau, 2020, ISBN: 9788833534268.
  • Vanessa Roghi, Lezioni di Fantastica. Storia di Gianni Rodari, Laterza, 2020, ISBN: 9788858140697.
  • Rodari, le storie tradotte, con un ricordo di Roberto Cerati, presentazione di Pino Boero, Novara, Interlinea, 2002. ISBN 88-8212-280-8.
  • Mariarosa Rossitto, Non solo filastrocche. Rodari e la letteratura del Novecento, Roma, Bulzoni, 2011. ISBN 978-88-7870-582-1.
  • Antonino Russo, Gianni Rodari, Bologna, Poligrafica moderna, 1976.
  • Patrizia Zagni, Gianni Rodari, Firenze, La nuova Italia, 1975.
  • Chiara Zangarini, Pietro Macchione, Ambrogio Vaghi, Gianni Rodari e la signorina Bibiana. I racconti e gli scritti giovanili 1936-1947, Varese, Macchione, 2010. ISBN 978-88-8340-509-9.

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