Cielo d'Alcamo

Cielo d'Alcamo in una raffigurazione del 1819

Cielo d'Alcamo, un tempo conosciuto anche come Ciullo d'Alcamo (Alcamo, ... – XIII secolo), è stato un poeta, drammaturgo e giullare italiano.

È uno dei più significativi rappresentanti della poesia popolare giullaresca della scuola siciliana.

Busto marmoreo di Ciullo d'Alcamo (Villa Giulia, Palermo)
Monumento a Cielo d'Alcamo

Biografia

Cielo fu attivo nella metà del XIII secolo. Fu a lungo chiamato Ciullo (presunto diminutivo di Vincenzullo o richiamo volgare e grottesco tipico nei nomi giullareschi) in una erronea denominazione adottata dalla critica ottocentesca, e da essa passata a numerosi testi stranieri[1] [manca riferimento bibliografico]. Benché si ritenga che il nome del poeta possa derivare da Chelo, diminutivo spagnolo per il nome "Marcelo", secondo l'Avolio Cielo è ipocoristico di Cheli, diminutivo di "Micheli" (ovvero "Michele", nome molto diffuso in Sicilia), da cui sarebbe poi derivato Celi e in seguito, in Toscana, Cielo[2]. Incerto anche il secondo nome d'Alcamo, che potrebbe derivare dal toponimo dell'omonima cittadina siciliana o da un cognome attestato anche a Palermo alla fine del Duecento, oltre alle variazioni Dal Camo e Dalcamo.

Il poeta fu molto probabilmente vicino alla Magna Curia di Federico II, anche se gli studiosi hanno ipotizzato si trattasse di un giullare. Il componimento Rosa fresca aulentissima, originariamente adespoto, venne attribuito al poeta quale Cielo dal Camo grazie all'erudito cinquecentesco Angelo Colocci che si basò, tuttavia, su fonti oggi ignote. Tutto ciò che la critica ha ipotizzato sull'attività e sulla cronologia del rimatore si fonda quindi esclusivamente sulle notizie ricavabili dal contenuto dell'opera[3]. Dall'analisi del testo si può comunque dedurre che l'autore fosse di origine siciliana e non affatto sprovvisto di cultura[4].

Il Contrasto

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Rosa fresca aulentissima.

Cielo d'Alcamo scrisse Rosa fresca aulentissima, sua unica opera pervenuta, in volgare a base siciliana ma con vistose influenze continentali, a cominciare dal titolo stesso. Citato da Dante nel De vulgari eloquentia (I, XII, 6) ad esempio di un linguaggio siciliano "non illustre", o dei siciliani di media condizione, il testo è un vero esempio di mimo giullaresco, destinato alla rappresentazione scenica[5].

Inclusa per tradizione nella produzione volgare dell'Italia meridionale degli esordi, Rosa fresca aulentissima, databile tra il 1231 e il 1250, fu tramandata da un unico manoscritto, il Codice Vaticano Latino 3793, e coincide linguisticamente con la coeva lirica siciliana, pur mostrando qualche elemento di origine campana. Frequenti sono invece i latinismi e le metafore tipiche della tradizione cortese, che attraverso ripetuti provenzalismi e gallicismi lo collegano stilisticamente al canone del codice poetico della lingua d'Oc[6].

Il dialogo tra un cavaliere ed una dama di estrazione popolare costituisce per l'appunto quel Contrasto che è a sua volta parte di un vero e proprio genere letterario apparso precedentemente nella tradizione trobadorica d'oltralpe in autori come Marcabruno e Rambaldo di Vaqueiras. A dispetto dell'ambientazione umile e dell'ironia piuttosto popolare delle battute presenti nel testo, l'autore di Rosa fresca aulentissima è stato collocato in ambito letterario colto per l'evidente sapienza metrico-stilistica dell'opera, e l'innegabile familiarità con le formule retoriche cortesi.

Presumibilmente il Contrasto, attraverso la comicità dei dialoghi, la messa in scena dell'inganno e dell'aggressività reciproca dei due innamorati protagonisti, divenne modello ideale di lirica per i successivi poeti realistico-giocosi di area toscana come Cecco Angiolieri. Questo fu anche il motivo per il quale Cielo d'Alcamo fu spesso associato alla figura di giullare o poeta di corte, traspositore abile delle nuove formule stilistiche della nascente lirica siciliana in tono dichiaratamente comico[5].

Il monumento

Nel giardino dello scultore Mariano Cassarà, oggi proprietà dei figli, si trova il monumento realizzato nel 1990 per conto del Comune di Alcamo e che, dopo diverse vicissitudini, rinvii e mancati pagamenti da parte delle varie amministrazioni succedutesi, è rimasta di proprietà dell'artista. D'accordo con l'Amministrazione del tempo, il monumento doveva essere posizionato nella Piazza Ciullo, sulla scalinata che scende verso la Pescheria, ma la storia che si è susseguita a partire dal 1992 ha realmente dell'inverosimile: fatto sta che non esiste in loco una memoria del poeta alcamese, nonostante i vari bozzetti, concorsi e premi a suo nome indetti dal Comune.[7] Molto probabilmente, come dice un famoso detto, riferibile allo scultore alcamese: Nemo propheta in patria!

L'opera rappresenta fedelmente la scena del famoso Contrasto amoroso Rosa fresca aulentissima scritto nel 1240 da Cielo d'Alcamo, considerato il primo poeta italiano ad utilizzare la lingua volgare. Il corpo centrale comprende le due statue in bronzo che rappresentano i due protagonisti, il poeta e la donna amata; fa da cornice l'artistica fontana realizzata in travertino di Alcamo, completata dallo stemma della Città di Alcamo nella parte posteriore del monumento.

Toponomastica

A Cielo D'Alcamo è dedicato:

Note

  1. ^ Denominazione non suffragata da alcuna prova, in quanto il diminutivo "Ciullo" è altrove del tutto inesistente.
  2. ^ Niccolò Mineo, CIELO d'Alcamo in "Dizionario Biografico" - Treccani, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 25, 1981. URL consultato il 3 settembre 2020.
  3. ^ Cielo d'Alcamo - Biografia | Il database della conoscenza di Italien [collegamento interrotto], su citta-roma.it. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  4. ^ Carlo Salinari e Carlo Ricci, Storia della letteratura italiana, Roma - Bari, Editori Laterza, 1991 [1972], pp. 197-198, ISBN 978-8-84-210313-4.
  5. ^ a b Silvia Milani, La poetica di Cielo d'Alcamo - "Rosa fresca aulentissima" di Cielo d'Alcamo: analisi e commento, in WeSchool. URL consultato il 3 settembre 2020.
  6. ^ studiarapido, Il Contrasto di Cielo d'Alcamo, analisi e commento, in Studia Rapido, 21 agosto 2017. URL consultato il 3 settembre 2020.
  7. ^ Carlo Cataldo e Benedetto Barranca, Cielo e il “contrasto” sul suo monumento, Alcamo, Carrubba, 1996.

Bibliografia

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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