Alfredo Cospito (Pescara, 14 luglio 1967) è un terrorista e anarchico italiano.[1]
Militante anarchico insurrezionalista, nel 2014 è stato condannato a 9 anni e 5 mesi di reclusione per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare.[2] Successivamente ha ricevuto un'ulteriore condanna a 20 anni di reclusione per l'attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano. A seguito di una sentenza della Corte di cassazione, che ha riqualificato tale reato come atto terroristico "diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato" (art. 285 C. P.), la Corte d'assise d'appello di Torino dovrebbe emettere una condanna all'ergastolo ostativo, ed ha quindi rimesso gli atti alla Corte costituzionale perché stabilisca la compatibilità o meno tra ergastolo ostativo e un attentato senza vittime.[3][4]
Il 16 aprile 1991 Cospito fu condannato dal tribunale militare di Roma a un anno e nove mesi di reclusione militare per diserzione aggravata, dichiarandosi al giudice "obiettore totale" e "anarchico".[5][6] Fu graziato il 27 dicembre dello stesso anno dall'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga dopo uno sciopero della fame.[5][7] Prima di questa condanna ne ricevette un'altra a un anno di reclusione per il «reato di mancanza alla chiamata», che scontò solo in parte grazie ad un'amnistia.[7][8][9]
Sempre nel 1991 fu arrestato per aver partecipato all'occupazione dell'Ex Aurum a Pescara.[10][5] Nel 1996 il suo nome comparve nelle inchieste legate all'area anarco-insurrezionalista.[11] Fino al 2008 partecipò insieme alla compagna Anna Beniamino alla redazione del giornale clandestino anarchico rivoluzionario KN03, per il quale venne accusato di istigazione a delinquere.[12][13][14]
Il 7 maggio 2012 Cospito e il suo complice, Nicola Gai, si recarono in motocicletta di fronte alla casa di Roberto Adinolfi, dirigente dell'azienda metalmeccanica italiana Ansaldo Nucleare.[15] I due spararono tre volte ad Adinolfi alle gambe, fratturandogli il ginocchio,[15][16] una tattica usata in precedenza in Italia dalle Brigate Rosse.[17][16] Una lettera inviata al Corriere della Sera rivendicò l'attentato per conto del Nucleo Olga della Federazione anarchica informale (FAI).[17][18]
Nelle prime ore del mattino del 14 settembre 2012 Cospito fu arrestato con Gai a Torino; i due apparentemente si preparavano a lasciare il Paese.[19] Cospito all'udienza preliminare del rito abbreviato si rifiuta, verbalmente e di fatto, di alzarsi all'ingresso della corte e immediatamente dopo cerca di leggere in aula un documento autografo nel cui testo, poi messo agli atti, rivendica l’attentato a Roberto Adinolfi, racconta nei dettagli l’organizzazione dell’attentato e motiva tale azione attraverso un’analisi economico-politica che mette al centro la “società tecnologica”, spiegando che sparare ad Adinolfi è stata una “gioia”, un “godimento”. Su richiesta del giudice viene interrotto e allontanato dall’aula dalla polizia penitenziaria[20] è stato condannato a 9 anni e 5 mesi.[21] Nicola Gai ha finito di scontare la sua pena nel 2020.[22]
«In una splendida mattina di maggio ho agito ed in quelle poche ore ho goduto a pieno della vita. Per una volta mi sono lasciato alle spalle paura e autogiustificazioni e ho sfidato l'ignoto. In un'Europa costellata di centrali nucleari, uno dei maggiori responsabili del disastro nucleare che verrà è caduto ai miei piedi.[23]» |
(Dichiarazione al processo per la gambizzazione del dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi) |
Mentre scontava la pena, Cospito è stato accusato insieme alla compagna Anna Beniamino dell'attentato del 2 giugno 2006 alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.[24] L'attentato, rivendicato con la sigla Rivolta Animale e Tremenda/Federazione Anarchica Informale (RAT/FAI),[25] fu condotto con una tecnica “a trappola”:[26] due ordigni esplosivi, uno minore come richiamo, e il secondo ad alto potenziale, temporizzato, per fare vittime.[27] Solo per casualità non vi furono morti o feriti.[25][28]
A seguito dell'attentato Cospito è stato inizialmente condannato a 20 anni di reclusione ai sensi dell'art. 422 del codice penale (reato di strage). L'imputato ha però dichiarato che si trattava di «due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno».
Successivamente la Corte di cassazione, su richiesta della Procura, ha riqualificato il reato in base all'art. 285 del codice penale come atto terroristico "diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato", di conseguenza la Corte d'assise d'appello di Torino, chiamata ad emettere la sentenza, ha rimesso gli atti alla Corte costituzionale perché stabilisca la compatibilità o meno tra ergastolo ostativo e un attentato senza vittime.[29][30]
Il 5 maggio 2022 l'anarchico è stato posto in regime di reclusione 41-bis nel carcere di massima sicurezza di Bancali in Sardegna per i "numerosi messaggi che, durante lo stato di detenzione, ha inviato a destinatari all'esterno del sistema carcerario [...] documenti destinati ai propri compagni anarchici, invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci".[31][32]
Il 20 ottobre 2022 Cospito ha iniziato uno sciopero della fame contro le condizioni del regime 41-bis,[33] dimagrendo di 35 kg alla fine dell'anno.[34] Diversi gruppi anarchici hanno manifestato in suo sostegno,[35][36] mentre alcuni intellettuali e giuristi italiani hanno chiesto al Ministero della giustizia la revoca della misura, allegando, oltre a ragioni umanitarie, la "sproporzione tra i fatti commessi e le pene inflitte".[37][38] Amnesty International ha preso posizione sul caso dichiarando che il 41 bis "costituisce un trattamento crudele, inumano e degradante".[39]
Gli avvocati di Cospito avevano fatto ricorso contro la misura detentiva del 41-bis, respinto poi dalla Corte di cassazione il 24 febbraio 2023.[40] Già iI 19 dicembre 2022 il tribunale di sorveglianza di Roma aveva rigettato la richiesta, come successivamente lo aveva respinto il ministro della giustizia Carlo Nordio, argomentando la decisione con "la sussistenza della pericolosità sociale dell’anarchico, rimasta immutata e il rischio che possa comunicare con l’esterno".[41][4]
Il 30 gennaio 2023 il detenuto è stato trasferito nel carcere di Opera;[42] la detenzione é stata inframmezzata da periodi di ricovero nel reparto detentivo dell'Ospedale San Paolo di Milano a causa delle precarie condizioni di salute conseguenti allo sciopero della fame.[43][44][45]
L'avvocato di Cospito ha presentato una petizione all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, e il 1 marzo 2023, in attesa di una decisione sul merito, il comitato ha chiesto all’Italia di adottare "misure temporanee cautelative" di attenuazione del 41 bis a favore del detenuto.[46][47]
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