Alessandra Mussolini

Alessandra Mussolini
Alessandra Mussolini datisenato 2013.jpg

Segretaria del Senato della Repubblica
Durata mandato 21 marzo 2013 –
30 giugno 2014
Presidente Pietro Grasso

Eurodeputata
Legislature VI (Fino al 28/04/2008), VIII
Gruppo
parlamentare
VI:
- Identità, Tradizione, Sovranità

VIII:
- Gruppo del Partito Popolare Europeo

Circoscrizione Italia centrale
Sito istituzionale

Senatrice della Repubblica Italiana
Durata mandato 15 marzo 2013 –
30 giugno 2014
Legislature XVII
Gruppo
parlamentare
Forza Italia
Circoscrizione Campania
Sito istituzionale

Deputata della Repubblica Italiana
Legislature XI, XII, XIII, XIV (Fino al 19/07/2004), XVI
Gruppo
parlamentare
XI:
- Movimento Sociale Italiano

XII - XIII:
- Alleanza Nazionale

XIV:
- Alleanza Nazionale (Da inizio legislatura al 2/12/2003)

- Gruppo misto (Dal 3/12/2003 al 19/07/2004)

XVI:
- Il Popolo della Libertà

Circoscrizione XI:
Napoli-Caserta

XII - XIII - XIV - XVI:
Campania 1

Collegio XII - XIII - XIV:
1 (Napoli-Ischia)
Sito istituzionale

Dati generali
Suffisso onorifico senatrice
Partito politico Forza Italia (2013-2018; dal 2019)
Precedenti:
MSI (1992-1995)
AN (1995-2003)
AS (2003-2009)
PdL (2009-2013)
Indipendente (2018-2019)
Titolo di studio Laurea in Medicina e Chirurgia
Università Università degli studi di Roma "La Sapienza"
Professione Politica, ex attrice

Alessandra Mussolini (Roma, 30 dicembre 1962) è un'ex politica, personaggio televisivo, ex attrice ed ex cantante italiana.

È stata europarlamentare nel gruppo del Partito Popolare Europeo e in precedenza è stata più volte membro del Parlamento italiano per vari partiti di destra e centrodestra. È nipote di Benito Mussolini, in quanto figlia di Romano Mussolini e di Maria Scicolone (sorella dell'attrice Sophia Loren).

Biografia

Carriera artistica

Dopo aver recitato quattordicenne nel film di Ettore Scola Una giornata particolare[1] insieme alla zia Sophia Loren (più tardi dichiarerà "Il film più antifascista della storia. C'era tutto là dentro [...] L'ho fatto, si fa tutto, dovevo fare esperienza"[2]) e aver condotto insieme a Pippo Baudo l'edizione 1981-82 di Domenica in, tentò la carriera cinematografica, ispirandosi alla zia Sophia Loren. Partecipò a qualche commedia all'italiana, lavorando al fianco di attori come Renato Pozzetto ed Enrico Montesano in Noi uomini duri, un film del 1987 la cui trama era legata al boom delle scuole di corsi di sopravvivenza di quegli anni[1]. Fece anche un servizio fotografico di nudo per Playboy nell'agosto 1983[3][4].

Ha pubblicato nel 1982 un LP di canzoni, che aveva testi di Cristiano Malgioglio: uscito solo in Giappone, l'album Amore è una rarità introvabile nel mercato collezionistico[5] e nel 2000 una copia è stata venduta a Londra per 10 milioni di lire[6][7]. Sposata dal 1989 con Mauro Floriani, da cui ha avuto tre figli: Caterina (1995), Clarissa (1997) e Romano (2003). Mauro Floriani, nel 2015, è stato condannato per prostituzione minorile nello scandalo delle baby-squillo dei Parioli.[8][9]

Dopo Sabato, domenica e lunedì di Lina Wertmüller del 1990 (in cui la Mussolini recitava al fianco di Luciano De Crescenzo e Sophia Loren[1] e nel quale interpretava due brani della colonna sonora[5]), decise di ritirarsi dal mondo dello spettacolo perché preferì dedicarsi alla politica.

Partecipò come doppiatrice in un episodio del cartone animato I Simpson. Nell'autunno 2006 fu presidente della giuria della prima edizione del reality show La pupa e il secchione in onda su Italia 1. In questa occasione, ebbe un litigio con un altro membro della giuria, Vittorio Sgarbi, in merito a questioni politiche[10]: lui le aveva rivolto alcune frasi ingiuriose[11]. In seguito allo scontro, Sgarbi fu espulso dal programma, e sostituito da Andrea G. Pinketts. Da allora è spesso ospite e opinionista in vari programmi come Buona Domenica, Mattino Cinque, Pomeriggio Cinque, Questa Domenica, Domenica Cinque, Domenica Live, L'aria che tira e Live - Non è la D'Urso.

Nel 2020 ha partecipato come concorrente alla quindicesima edizione di Ballando con le Stelle, in coppia con il ballerino Maykel Fonts, arrivando in finale e classificandosi terzi.

L'anno successivo, ha partecipato alla seconda edizione di Il cantante mascherato, venendo eliminata alla seconda puntata sotto la maschera della Pecorella.

Carriera politica

L'adesione al MSI e ad AN

Alessandra Mussolini nel 1994

Nel 1994 finisce gli studi e si laurea in Medicina e Chirurgia, nonostante si fosse già precedentemente attribuita il titolo di medico durante la compilazione dei dati anagrafici dei deputati della Camera dei deputati nel 1992. Vi sono dei sospetti riguardo alla sua carriera universitaria ed in particolare nel merito dello scandalo di esami comprati che la vedono coinvolta.[12][13] Successivamente viene eletta deputato alla Camera nel collegio elettorale di Napoli 1, nelle liste del Movimento Sociale Italiano.[14]

Nel novembre 1993 si candidò come sindaco di Napoli per il MSI: a sorpresa[15] con il 31% arrivò al ballottaggio, nel quale ottenne il 44,4% e fu superata da Antonio Bassolino. Fu favorevole all'alleanza tra MSI e Forza Italia in vista delle elezioni politiche del 1994 nel Polo delle Libertà, con il quale fu rieletta alla Camera con il maggioritario nel collegio Napoli-Ischia, ma insieme a Teodoro Buontempo si oppose, anche se non in maniera energica[16], allo scioglimento del MSI in seguito alla svolta di Fiuggi e alla nascita di Alleanza Nazionale nel gennaio 1995. In quella legislatura fu vicepresidente della commissione Affari sociali[17]. Rimasta in AN, fu rieletta alla Camera nel 1996, nella XIII legislatura, dove svolse il ruolo di vice capogruppo del suo partito. Rieletta ancora nel 2001.

I contrasti con Fini e l'abbandono di AN

I suoi rapporti con Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale, non furono sempre buoni. La rottura avvenne nel novembre del 2003, quando Fini si recò in Israele, dove disse, in riferimento ai drammi dell'Olocausto, che il fascismo «è stato parte del male assoluto del XX secolo», scusandosi nel contempo con il governo israeliano per le leggi razziali del 1938: in seguito a queste dichiarazioni, Alessandra Mussolini abbandonò tre giorni dopo Alleanza Nazionale aderendo al Gruppo misto e dichiarando che si era venuta a creare un'incompatibilità non tanto con le sue posizioni politiche, ma con il cognome che porta[18]. Chiosò più tardi Bruno Vespa che in realtà Fini si era riferito solo alle leggi razziali, ma che i mass media avevano fatto passare il messaggio che si fosse riferito all'intero fascismo, come "male assoluto"; tuttavia, sostiene sempre il giornalista, il leader di AN non rilasciò precisazioni né rettifiche poiché ne sarebbero venute solo conseguenze negative e la Mussolini sarebbe uscita lo stesso[19].

Eurodeputato con Alternativa Sociale

La Mussolini fondò poco dopo, insieme a Luca Romagnoli, Adriano Tilgher e Roberto Fiore, un nuovo partito di destra, Libertà di Azione (in seguito noto come Azione Sociale), che confluì con altri movimenti di estrema destra nel cartello elettorale Alternativa Sociale[16].

Alle elezioni europee del 2004 il cartello elettorale ottenne l'1,2% dei voti[20], permettendo ad Alessandra Mussolini di essere eletta al Parlamento europeo, nel quale aderì al Gruppo Identità, Tradizione, Sovranità[21]; ricevette 39.385 preferenze personali nella circoscrizione Centro, ove ottenne il seggio[22], 31.895 nella circoscrizione Sud[23], 19.432 nella circoscrizione Isole[24], 23.678 nella circoscrizione Nord-Ovest[25] e 18.970 nella circoscrizione Nord-Est[26]. È stata membro della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della Commissione per lo sviluppo, della delegazione per le relazioni con i paesi del Mashreq e con la Bielorussia, e della delegazione all'Assemblea parlamentare euro-mediterranea[21].

Nel 2004, sostenuta dalla lista di Alternativa Sociale, si candidò a presidente della provincia di Latina, ottenendo 12.450 voti circa (pari al 4,1%) nonché un seggio al Consiglio provinciale[27]. Tuttavia la Mussolini è stata criticata perché è stata presente a quattro sole sedute. Nel 2009, il consiglio fu chiamato a votare la sua decadenza dalla carica, ma la mozione fu respinta.

Alle elezioni regionali del 2005, Alternativa Sociale si presentò al di fuori dei due poli, con la Mussolini candidata a presidente del Lazio. Poco prima delle elezioni, a liste già presentate, il partito della Mussolini fu escluso dalla competizione nel Lazio per una sospetta falsificazione delle firme prodotte per la presentazione della lista[18]. Il caso evocò uno scandalo nel quale furono coinvolti l'allora presidente della Regione Lazio Francesco Storace, il suo ex-portavoce ed il direttore dei sistemi informativi regionali, accusati di spionaggio informatico ai danni della Mussolini e di un altro candidato, Piero Marrazzo; lo scandalo è stato giornalisticamente intitolato "Laziogate" e portò nell'immediato alle dimissioni di Storace, che nel frattempo era divenuto ministro della Salute[18].

La Mussolini iniziò allora una campagna di comunicazione, trasferendosi dentro una roulotte a bordo della quale iniziò uno sciopero della fame, richiamando l'attenzione della stampa; una prima sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio confermò poco dopo l'esclusione della lista, il comune di Roma si mosse in modo da evidenziare che la verifica della regolarità delle firme era stata compiuta da una società "vicina alla Regione", infine il Consiglio di Stato riammise Alternativa Sociale[28]. Il partito poté così essere votato ed ottenne l'1% dei voti circa, (con punte di poco meno del 2% in Campania e nel Lazio, dove la Mussolini si era candidata in prima persona)[29].

Dopo il via libera di Alleanza Nazionale, Silvio Berlusconi riaprì le trattative con Alessandra Mussolini in vista delle elezioni politiche del 2006, pervenendo ad un accordo programmatico stipulato il 17 febbraio 2006 in virtù del quale il movimento Alternativa Sociale si è presentato a quella consultazione alleato con la Casa delle Libertà. Alcune polemiche sulla possibilità che entrassero in lista alcuni dirigenti post-fascisti furono messe a tacere con un patto tra la Mussolini e Berlusconi che prevedeva, tra l'altro, che non fossero candidati personaggi "discutibili".

Nell'aprile 2006, sulla "Gazzetta di Mantova", fu pubblicata fra le lettere al direttore una sorta di richiesta di rettifica firmata Alternativa Sociale con la quale, nell'enfatizzare differenza e distanza dal MS-Fiamma Tricolore di Romagnoli, si segnalava come ulteriore distinzione da questo che il movimento della Mussolini non avallava la richiesta di introduzione in Costituzione temi di compartecipazione del lavoratore agli utili delle aziende[30]; ciò fu subito sintetizzato, nella polemica politica interna alla destra sociale e radicale, in una sconfessione da parte della Mussolini delle istanze legate alla socializzazione delle fabbriche, teorizzata e sul punto di essere applicata[31] dal nonno Benito durante la Repubblica Sociale Italiana, provocando anche disapprovazioni della propria base. Il suo sito web, in questa fase, fu oggetto di ripetuti attacchi di "cracking".

Nelle elezioni politiche il suo partito ottenne un risultato al di sotto delle aspettative (0,67% alla Camera e 0,63% al Senato) che non le consentì di approdare a Montecitorio.

Gli anni in Parlamento e le elezioni in Campania con il PdL

Nel 2008 decise di candidarsi nelle liste de Il Popolo della Libertà per le elezioni politiche del 2008 e fu eletta nella circoscrizione Campania 1, lasciando a Roberto Fiore la carica di deputato europeo. Dal 1º Luglio 2008 è Presidente della Commissione parlamentare bicamerale per l'Infanzia. Nel 2010 divenne consigliere regionale della Campania, dopo aver ottenuto quasi ventimila voti di preferenza, ma si dimise poco dopo, dando la preferenza all'incarico di deputato. Alle elezioni politiche del Febbraio 2013 fu eletta senatrice per Il Popolo della Libertà e il 21 Marzo fu eletta segretario dell'ufficio di presidenza del Senato della Repubblica.

L'adesione a Forza Italia, gli anni al Parlamento europeo e l'abbandono della politica

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[32]. Per le elezioni europee del 2014 è candidata da FI per la circoscrizione Centro e viene eletta nuovamente al Parlamento europeo (lasciando dunque il Senato), aderendo al gruppo del Partito Popolare Europeo[33]. Il 30 novembre 2016 decide di aderire al Gruppo misto, lasciando il Partito Popolare Europeo in disaccordo con le prese di posizione da parte di Schäuble e Juncker a favore dell'operato del Governo Renzi e a favore della sua Riforma Costituzionale, pur rimanendo in Forza Italia.[34]

Nel 2014 destò scandalo il coinvolgimento del marito, successivamente condannato a un anno di reclusione[35], in una inchiesta per prostituzione minorile[36].

Il 30 aprile 2015 viene scelta da Silvio Berlusconi come capolista alle elezioni regionali in Campania del 31 maggio seguente a sostegno del governatore uscente Stefano Caldoro.[37] A seguito dello spoglio elettorale, con soli 2.200 voti non risulta eletta al consiglio regionale, con Caldoro che perde la guida della regione.[38] In occasione delle elezioni comunali di Roma del 2016 si candida nelle liste di Forza Italia a sostegno dell'imprenditore Alfio Marchini, ma non è eletta.

In seguito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, la Mussolini critica la decisione di Forza Italia di stare all'opposizione del Governo Conte I, dichiarando che, fosse stata al Senato, gli avrebbe votato la fiducia.[39][40] Tenta poi tramite i Comitati di Base territoriali di spostare il partito a destra, ma senza successo. Dal 27 luglio 2018 non fa più parte di Forza Italia e si professa indipendente di area Lega, pur rimanendo nel Partito Popolare Europeo. Il 18 ottobre 2018 ha dichiarato alla stampa che avrebbe incaricato dei legali di denunciare alla Polizia Postale eventuali immagini e frasi offensive nei confronti del Duce postate su Facebook e gli altri social, destando la dura replica di Riccardo Pacifici.[41]

In occasione delle elezioni europee del 2019, dopo una riappacificazione con Silvio Berlusconi, è candidata per Forza Italia nella circoscrizione Centro e anche al Sud, ma nella prima raccoglie 17.789 preferenze risultando la prima dei non eletti e nella seconda si piazza in decima posizione (togliendo il rinunciatario Berlusconi) con 17.102 voti.

Dal 2019, a seguito della sconfitta alle Europee 2019, e per la prima volta dal 1992, la Mussolini non fa parte di alcuna assemblea parlamentare.

Nel dicembre 2020 dichiara di voler lasciare la carriera politica, definendola un "ciclo che si è chiuso".[42]

Nell'aprile 2021 si schiera a favore del cosiddetto ddl Zan contro l'omofobia.[43]

Controversie

Nel corso degli anni, la Mussolini si è resa protagonista di alcune controversie con altri personaggi della politica e dello spettacolo, talvolta degenerate in discussioni o in vere e proprie liti.

  • Ci furono polemiche sulla sua laurea in medicina e chirurgia. Nel 1992 l'allora neodeputata compilò il foglio d'ingresso alla Camera affermando di essere laureata e di praticare la professione di medico. Gli organi di stampa contestarono tale dichiarazione in quanto la Mussolini al momento non era laureata e di conseguenza non poteva aver superato l'esame di abilitazione[44][45].
  • Il 30 gennaio 2001 la Mussolini ebbe uno scontro verbale e fisico con l'allora Ministro per le pari opportunità Katia Bellillo, in occasione della registrazione di una puntata di Porta a Porta. Durante il dibattito su molestie sessuali rivolte alle donne, il ministro Bellillo (Comunisti Italiani) provocò la Mussolini dicendole: "Sta' zitta per carità, chiudi questa bocca, devi provocare per che cosa (...) ti chiami Mussolini e questo basta". Per tutta risposta la Mussolini interruppe varie volte la Bellillo durante il suo discorso con frasi del tipo "Lei è comunista, brutta comunista" fino a che il ministro, spazientita, si alzò inveendo verso di lei finendo, dopo aver ricevuto un calcio dalla parlamentare, per lanciarle addosso il microfono. Al termine della registrazione, il ministro dichiarò di essersi "divertita", mentre la Mussolini chiese l'intervento del Presidente della Camera Luciano Violante, il quale richiamò in maniera ufficiale l'allora Presidente del Consiglio Giuliano Amato dicendo che "un ministro non può criticare un parlamentare per il suo nome. Non ho motivo di dubitare delle parole dell'onorevole Mussolini, sono certo che lei troverà il modo per richiamare il ministro Bellillo al rispetto dei suoi doveri istituzionali"[46].
  • Il 9 marzo 2006 la Mussolini fu protagonista di una controversia a Porta a Porta con Vladimir Luxuria. Nel corso della discussione, dopo essere stata accusata da Antonio Di Pietro di essere fascista, la Mussolini rispose: «E me ne vanto». La discussione proseguì con un intervento di Luxuria che, facendo riferimento alla propria identità di genere, replicò «Una persona che si vanta di essere fascista mi preoccupa, ci metterete al confino?». Alessandra Mussolini, irata, rispose: «Mi preoccupa chi brucia le bandiere degli Stati Uniti e di Israele, chi grida "dieci, cento, mille Nassyria, vergogna, vergogna, vergogna"». Alla replica di Luxuria «Perché si rivolge a me? Io non mi sono vantata di aver bruciato quelle bandiere, lei si è vantata di essere fascista!»[47], esternò: "Si veste da donna e crede di poter dire tutto quello che vuole... meglio fascista che frocio."[48] Nel 2020, all'interno del programma televisivo Ballando con le Stelle, su sollecitazione di alcuni membri della giuria, la Mussolini ha ammesso di aver sbagliato a pronunciare quelle parole[49].
  • Nel 2006, durante la trasmissione La pupa e il secchione, condotta da Enrico Papi con Federica Panicucci, ebbe continui litigi con Vittorio Sgarbi. In una delle puntate del programma, la Mussolini tentò di non far parlare il critico d'arte, toccandolo, spingendolo e, infine, mettendogli la mano davanti alla bocca, e facendogli cadere gli occhiali. I due personaggi diedero vita a una furiosa lite condita da reciproci insulti, fra cui quello di Sgarbi che fece infuriare Mussolini: "non voglio essere toccato da una fascista". Di conseguenza la Mussolini non vorrà più sedere accanto al critico d'arte perché a suo dire è matto.[50]
  • Il 21 luglio 2008[51] diffuse in Aula alla Camera le note dell'Inno nazionale, ponendo un telefonino davanti al microfono, in risposta alle affermazioni denigratorie pronunciate nei confronti dell'Inno di Mameli dal ministro Umberto Bossi.
  • Il 21 ottobre 2009 tentò di spegnere il microfono a Francesco Barbato durante un suo duro intervento alla Camera[52].
  • Nell'autunno 2009 vennero avviate indagini in relazione ad un presunto ricatto che avrebbe coinvolto la Mussolini, a causa di un video che avrebbe ritratto lei e Roberto Fiore in presunta intimità nella sede romana di Forza Nuova. Il video in questione non venne mai trovato, alimentando l'ipotesi di una truffa ai danni della Mussolini. Per tale vicenda venne indagato dalla Procura di Roma per tentata estorsione Andrea Cacciotti, produttore cinematografico con precedenti per truffa[53][54].
  • Il 29 gennaio 2013, alla trasmissione L'Aria Che Tira su LA7, si rese protagonista di uno scontro verbale col giornalista Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano. Il tutto nacque da un'intervista a Silvio Berlusconi e i relativi commenti di Scanzi su quanto l'ex Premier "fosse sveglio". A questi commenti si aggiunsero le varie interruzioni di Alessandra Mussolini che ribatte dicendo «Lui è sempre sveglio». In seguito Scanzi diede dell'ignorante a Berlusconi. Dopo queste affermazioni la Mussolini chiese, interrompendo il discorso del giornalista, chi egli fosse; dopo una discussione e una presentazione, Scanzi rispose «Io so invece chi è lei e chi era suo nonno». La Mussolini affermò che Scanzi avrebbe dovuto parlare con rispetto e il giornalista rispose che «Per Benito Mussolini io non ho alcun rispetto, cara signora. Alcun rispetto». A questa affermazione la Mussolini lasciò lo studio palesemente irritata, non prima di aver detto «Io devo stare qua a sentire questa testa di caz*o?». All'uscita della Mussolini si accompagnò la voce del giornalista che ribadiva «Io ho rispetto di Gobetti, di Matteotti, di tutte le persone che sono state devastate da suo nonno; di sicuro non di lei e di suo nonno»[55]. Un episodio simile accadde nel programma Tagadà, sempre sullo stesso canale, in cui in una discussione con Anna Paola Concia, fu proprio quest'ultima a lasciare lo studio, in quanto provocata dalla Mussolini.
  • Nel corso del quarto scrutinio dell'elezione del Presidente della Repubblica del 2013, per protestare contro la candidatura di Romano Prodi, entrò nell'aula della Camera con la collega senatrice Simona Vicari indossando magliette recanti le scritte "No, questo no" e "Il diavolo veste Prodi", riferendosi al film Il diavolo veste Prada.
  • Nel novembre 2013, in vista della scissione del PdL, a una puntata de L'aria che tira, discutendo con Roberto Formigoni, lo provoca a tal punto che egli dichiara: "Mi dispiace di essere in collegamento, altrimenti avrei già messo amorosamente una mano sulla bocca della Mussolini". Quest'ultima replicò con: "Io a te metto la mano da un'altra parte"[56].
  • Nel marzo 2019 si rese protagonista di uno scontro social con Jim Carrey; l'attore pubblicò su Twitter una vignetta da lui disegnata che ritraeva Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi a testa in giù, con scritto in inglese: "Se vi state chiedendo a cosa porta il fascismo chiedete a Benito Mussolini e alla sua signora". Alla foto la Mussolini rispose "You are a bastard" (Sei un bastardo). L'evento venne riportato da vari giornali online anche fuori dall'Italia.[57][58]

Filmografia

Attrice

Cinema

Televisione

Doppiaggio

Programmi televisivi

Discografia

Album in studio

Singoli

  • 1982 - Love Is Love
  • 1982 - Tokyo Fantasy

Note

  1. ^ a b c (EN) Alessandra Mussolini, IMDb. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 14 gennaio 2015).
  2. ^ Copia archiviata, su youtube.com. URL consultato il 31 marzo 2018 (archiviato il 24 ottobre 2020).
  3. ^ (EN) Playboy Italy Covers of 1983, pbcovers.com. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2007).
  4. ^ IsiScan ---- Alessandra Mussolini, isidoro3.interfree.it (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2001).
  5. ^ a b Alessandra Mussolini - Amore (1982), orrorea33giri.com, 13 aprile 2007. URL consultato l'11 aprile 2018 (archiviato il 21 aprile 2018).
  6. ^ Un disco di Alessandra Mussolini venduto per 10 milioni, rockol.it, 3 maggio 2000 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2013).
  7. ^ Disco della Mussolini venduto per 10 milioni, in Corriere della Sera, Londra, 3 maggio 2000, p. 37. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato dall'url originale in data pre 1/1/2016).
  8. ^ Alessandra Mussolini non ha perdonato il marito per i rapporti sessuali con le baby squillo del Parioli, su Giornalettismo, 20 marzo 2018. URL consultato il 20 febbraio 2019 (archiviato il 21 febbraio 2019).
  9. ^ Prostitute 15enni ai ParioliFloriani condannato a un anno, su Corriere della Sera, 22 ottobre 2015. URL consultato il 20 febbraio 2019 (archiviato il 21 febbraio 2019).
  10. ^ Davide Maggio, Sgarbi - Mussolini: È rissa!, DavideMaggio.it, 27 settembre 2006. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 14 ottobre 2013).
  11. ^ Sgarbi dopo la lite in tv: «Il reality è morto», in Corriere della Sera, Milano, 2 ottobre 2006. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 23 marzo 2014).
  12. ^ Copia archiviata, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 29 giugno 2019 (archiviato il 29 giugno 2019).
  13. ^ Copia archiviata, su interestingpress.blogspot.com. URL consultato il 29 giugno 2019 (archiviato il 29 giugno 2019).
  14. ^ Copia archiviata, su storia.camera.it. URL consultato il 29 maggio 2021 (archiviato il 19 ottobre 2017).
  15. ^ Guido Crainz, Autobiografia di una repubblica: le radici dell'Italia attuale, Donzelli Editore, 2009 - ISBN 88-6036-384-5
  16. ^ a b Nicola Rao, La fiamma e la celtica - sessant'anni di neofascismo da Salò ai centri sociali di destra, Sperling & Kupfer, 2006, ISBN 88-200-4193-6.
  17. ^ Copia archiviata, su storia.camera.it. URL consultato il 29 maggio 2021 (archiviato il 7 novembre 2017).
  18. ^ a b c Enzo Biagi, Quello che non si doveva dire, Rizzoli, 2006, ISBN 88-586-2156-5.
  19. ^ Bruno Vespa, Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi, Mondadori, 2010, ISBN 88-520-1174-9.
  20. ^ Consultazione dati Europee 12/06/2004 | Area ITALIA, Ministero dell'Interno. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 settembre 2015).
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  22. ^ Circoscrizione: Centro Lista: Alternativa Sociale, in la Repubblica. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 febbraio 2013).
  23. ^ Circoscrizione: Sud Lista: Alternativa Sociale, in la Repubblica. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 2 agosto 2014).
  24. ^ Circoscrizione: Nord Ovest Lista: Alternativa Sociale, in la Repubblica. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 febbraio 2013).
  25. ^ Circoscrizione: Nord Ovest Lista: Alternativa Sociale, in la Repubblica. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 febbraio 2013).
  26. ^ Circoscrizione: Nord Est Lista: Alt. Sociale, in la Repubblica. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 febbraio 2013).
  27. ^ Provinciali 12/06/2004 | Area ITALIA | Regione LAZIO | Provincia LATINA, Ministero dell'Interno. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 7 marzo 2016).
  28. ^ Donato Bendicenti, Con-vincere: piccola storia della comunicazione politica nell'era della piazza virtuale, Donzelli Editore, 2005, ISBN 88-7989-951-1.
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  30. ^  Copia archiviata. URL consultato il 7 luglio 2013 (archiviato il 12 marzo 2014). L'immagine è stata tratta da: msimantova.altervista.org
  31. ^ L'attuazione delle leggi della R.S.I. che la istituivano era prevista per il 25 aprile 1945, che fu invece il giorno della caduta della Repubblica stessa.
  32. ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, in Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 23 marzo 2014 (archiviato il 26 novembre 2013).
  33. ^ 8ª legislatura | Alessandra MUSSOLINI | Deputati | Parlamento Europeo, su www.europarl.europa.eu. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato l'8 luglio 2019).
  34. ^ Viola Longo, Mussolini lascia il Ppe: «Non sto con chi appoggia Renzi» (video), su secoloditalia.it. URL consultato il 30 novembre 2016 (archiviato il 1º dicembre 2016).
  35. ^ Mauro Floriani patteggia un anno per il caso baby squillo dei Parioli, in HuffPost, 22 ottobre 2015. URL consultato il 25 agosto 2018 (archiviato il 26 agosto 2018).
  36. ^ La telefonata di Floriani alla quindicenne: a che ora ci vediamo?, in Il Sole 24 Ore, 13 marzo 2014. URL consultato il 25 agosto 2018 (archiviato il 26 agosto 2018).
  37. ^ Forza Italia, Alessandra Mussolini scende in campo: "A De Luca ci penso io", su SalernoToday. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato l'8 agosto 2020).
  38. ^ Le preferenze |Consiglio, flop Mussolini, fuori Malvano, Ferrillo, Pisani e lady Mastella. Impresentabili, ce la fanno in tre, su www.ilmattino.it. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato l'8 luglio 2019).
  39. ^ Mussolini: 'FI all'opposizione di cosa? Se fossi stata al Senato avrei votato a favore. Sono populista'. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato il 14 giugno 2019).
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